L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.

Il giorno dopo la tristezza e la commozione è il momento di dedicare la nostra attenzione ai dettagli. A partire da quelli che non abbiamo visto: sembra che la Regina avesse con sé in borsa una fotografia dei tempi felici: lei e Philip giovani, all’inizio di quel viaggio straordinario che è stato il loro matrimonio. E sembra che abbia usato come fazzoletto una delle pochette bianche che il principe portava nel taschino realizzate per lui dai suoi sarti di Savile Row, Kent & Haste.

La Regina e la Richmond Brooch

È una delle domande che si sono posti tutti, perché Sua Maestà abbia scelto una spilla che, al contrario di altre, non ha un legame diretto col marito scomparso. Provo a dare una risposta: alcune di quelle più strettamente legate a Philip, come la Sapphire Chrysanthemum, indossata in viaggio di nozze e spesso negli anniversari del matrimonio, o magari la Grima Ruby, che lui le donò per i 40 anni, hanno pietre colorate – zaffiri l’una, rubini l’altra – e il lutto non ne consente l’uso (la seconda poi è in oro giallo, totalmente inadatta). Altre, come la Six Petal Diamond Flower, indossata per l’annuncio del fidanzamento ufficiale, sarebbero andate bene, ma io penso che Her Majesty abbia voluto onorare il consorte scomparso con un pezzo indossato sempre in occasioni di grande importanza, molte delle quali legate alle forze armate come il Festival of Remebrance, ma anche la cerimonia per i suoi 90, l’udienza con Papa Giovanni Paolo II nel 2000 o il matrimonio dei Sussex. La spilla è composta da diamanti con una perla centrale (che può essere sostituita da un altro diamante) più una perla a pera come pendente che può essere rimosso, come in questo caso. Fu donata dalla città di Richmond a Mary di Teck, che andava sposa all’allora Duca di York, all’epoca secondo nella successione. Un gioiello che celebra un riuscito matrimonio reale e il ruolo di consorte del sovrano, ma porta con sé un dettaglio particolarmente significativo.

Quel 6 luglio 1893, il giorno in cui sposò George, Mary aveva dieci damigelle; una delle quali era Alice di Battenberg, la madre di Philip (è la prima bambina as inistra, in seconda fila, seduta su una sedia). Ed ecco che il cerchio si chiude.

Catherine e il choker di perle

Perle e diamanti anche per la Duchessa di Cambridge, che ieri ha incantato un po’ tutti, per l’aspetto – bello il cappottino, il modello Beau Tie di Catherine Walker fermato da un nodo obliquo, e il cappellino che dava alla sua mise un’aria vagamente anni ’40 – ma soprattutto per il comportamento, da vera futura regina. Al suo collo brillava un choker: quattro fili di perle coltivate, dono del Governo giapponese, fermati da una favolosa chiusura di diamanti. Il collier appartiene alla Regina, che lo ha indossato poche volte, non amando particolarmente questo modello; molti lo ricordano indosso a Diana nel novembre 1982, alla gala dinner offerto da Beatrice d’Olanda, in visita nel Regno Unito insieme al marito Claus. Ma anche Catherine lo ha già indossato, nel 2017, per i 70 anni di matrimonio tra Elizabeth e Philip. Perle e diamanti anche per gli orecchini, i Bahrain Pearl Drop. Per il matrimonio di Elizabeth e Philip arrivò in dono dal Bahrein una madreperla contenente ben sette perle; due furono usate per questi orecchini, che la Regina ha prestato spesso sia a Catherine sia a Sophie di Wessex. E altri cerchi si chiudono.

Camilla e il badge militare

Per la Duchessa di Cornovaglia né perle né diamanti; lei ha onorato il suocero indossando un badge militare in argento. La spilla evoca il corno che nel XIX secolo sostituì il tamburo per dare ordini sul campo di battaglia. È uno dei simboli della fanteria leggera e del corpo dei fucilieri, The Rifles, di cui Camilla è diventata Colonel-in-Chief la scorsa estate al posto di Philip, che in quella occasione comparve in pubblico per l’ultima volta. Tutti i fucilieri presenti indossavano lo stesso badge, come la duchessa. Un omaggio che il vecchio soldato avrebbe gradito sicuramente.

Le calze!

Scivolata delle sorelle York, che alle canoniche hanno preferito delle calze chiare. Molto chiare, troppo! Ragazze, superati i 30 dovet stare più attente. Menzione d’onore per i due mariti, Edoardo e Jack, affettuosamente impeccabili. Calze chiare anche per la signora in alto a destra, che dovrebbe essere la Contessa Mountbatten of Burma. Pazienza.

Quercia o lana?

Il corpo di Philip riposa in una bara di quercia foderata di piombo, come deciso da molti anni, secondo l’uso reale britannico. La quercia è l’albero che rappresentala sovranità, terrestre e celeste, e il suo legno è particolarmente resistente, tanto che l’origine del termine “robusto” si fa risalire a quercus robur, la specie di quercia più diffusa in Europa. Prima del funerale però, si è diffusa la voce che le spoglie del principe potessero venire custodite recuperando un’altra vecchia tradizione inglese: la bara di lana. Un sistema che sta tornando attuale in ossequio alla moda che ricerca prodotti biodegradabili, e sembra che uno dei principali fornitori sia la stessa fabbrica che fornisce il panno per le uniformi, almeno quelle reali. La tradizione delle sepolture nella lana risale a una legge del 1660, che per favorirne il mercato, così tipicamente British, imponeva che le salme fossero avvolte in sudari di questo materiale, pena multe pesanti. Naturalmente l’aspetto ecologico in questo caso sarebbe inutile, dato che Philip verrà sepolto con Elizabeth all’interno della St George’s Chapel, ma come potete immaginare ha già destato l’attenzione del futuro re, Charles, appassionato sostenitore di cause ambientali, dunque nel caso sappiamo già cosa potremmo aspettarci.

P.S. a tutte le amiche tricoteuses segnalo che esiste già una bella produzione di bare in lana handmade, con la possibilità di ricamare le iniziali del defunto. Una possibilità da tener presente coi tempi che corrono.

16 pensieri su “L’addio a Philip. Qualche dettaglio, qualche risposta.

  1. Come è strana la vita!
    Nel mio paese natale (Italia nord ovest) c’era e c’è la tradizione, che ho trovato anche in molte altre zone d’Italia, che i defunti non si vestono mai e poi mai con indumenti di lana, tutto, dalla biancheria all’abito, deve essere rigorosamente di cotone, lino o seta.
    Ora sono rimasta a bocca aperta leggendo delle bare di lana, che poi sarebbero solo i sudari; dice il proverbio “Paese che vai usanze che trovi”, ma questa mi pare veramente balzana.
    Piccolo commento sulle calze: a guardare bene le due donzelle mi pare che non le indossino proprio, quindi doppia ineleganza, e non credo che in quella giornata si morisse dal caldo.
    Sulla Contessa Mountbatten stendiamo un velo pietoso, se non ha imparato il galateo alla sua età non lo imparerà mai più.

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    • Benché io venga da una regione per certi versi simile all’Inghilterra, quell’Abruzzo la cui economia si basa ugualmente in gran parte sugli ovini, devo dire che non avevo mai sentito di sudari di lana, anche se nella memoria c’è qualche storia di nonni di compagne di scuole sepolti appunto senza abiti ma avvolti in un sudario. Da un po’ di anni invece osservo nel Regno Unito il diffondersi dell’uso di bare biodegradabili; proprio Patricia Knatchbull – suocera dell’attuale Contessa Mountbatten of Burma – morta qualche anno fa, è stata sepolta in una bara di vimini. Sulle calze non mi pronuncia, ci siamo capite!

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  2. Cara Lady Violet, la mia impressione è che la bellezza di Catherine sia sicuramente nei tratti ma anche e soprattutto nei modi gentili, misurati e privi di affettazione. Al funerale era bellissima, una presenza regale e luminosa, partecipe, ma senza inutili eccessi. Chissà l'”altra”, se ci fosse stata, che show avrebbe fatto con il marito!

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    • Cara Lisa, rispondo tardissimo al tuo commento ma sono assolutamente d’accordo, Catherine è dotata di una grande grazia, cosa che mi colpì il giorno del matrimonio, e si vede che si impegna molto a dare il meglio di sé, il che alla fine è quasi più importante del pur ottimo risultato finale. Forse, da Britannica, sente forte la responsabilità di rappresentare al meglio il suo Paese; in ogni caso è sempre una presenza garbata e piacevole.

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  3. La foto del matrimonio di Mary di Teck l’ ho vista molte volte ma mai era stato scritto che una delle damigelle fosse la madre di Filippo.,quindi grazie Lady Violet .Si sa qualcosa delle altre bambine?

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    • Cara Nicoletta, come spiego nel post di oggi, col quale torno a curare il blog, ho preso anch’io il covid. Una forma per fortuna non gravissima, ma comunque molto pesante. Spero di guarire definitivamente a breve!

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