Royal chic shock e boh – Robes de soirée

Accantoniamo per un attimo la Principessa di Galles e il suo dramma – sicuramente ne parleremo ancora – e concediamoci un po’ di frivolezza con la nostra rubrica domenicale, questa volta dedicata agli abiti da sera. Sì perché ieri a Montecarlo c’è stato il Bal de la Rose, e questo ce lo aspettavamo, cui ha partecipato anche Charlène, e questo non ce lo aspettavamo proprio!

(Ph: SBM)

L’ultima sua presenza risale al 2014, dieci anni tondi tondi, poi è scomparsa, convalidando l’ipotesi che lei e la cognata si fossero divise le serate clou del principato: a Caroline il Bal de la Rose a marzo, a lei il Gala de la Croix Rouge in estate. Invece ieri sera la sorpresa; vedremo col tempo come – e se – la situazione evolverà, intanto ciò conferma l’impressione di un lento ma costante ritiro di Caroline, che forse, magari al compimento dei settant’anni, sceglierà definitivamente la vita privata. Christian Louboutin, che ha sostituito il defunto Lagerfeld come direttore artistico, ha scelto il tema Disco, ispirandosi al mitico Studio 54 di New York. Scelta che avrà deliziato il sovrano Albert, in gioventù appassionato frequentatore del locale. Dove non portava certo il papillon rosso stile zio Artemio al cenone di capodanno. Fantastico Louboutin con parruccone stile Ivano&Silvano dei Cugini di campagna; l’abito color caramello è un’autentica chicca vintage. Meravigliosa la superospite, miss Gloria Gaynor, e i suoi gloriosi ottant’anni.

Divertente e azzeccata la principessa consorte, con una tuta di paillettes dorate di Elie Saab, (come la clutch metallica); il modello prevede anche un leggero mantello nello stesso tessuto, e francamente mi piace molto di più. Charlène non l’ha indossato, completando la sua mise con sandali dorati Jimmy Choo e capelli a caschetto a sottolineare gli orecchini di diamanti Griff. L’avrà consigliata il marito dopo essere stato al festival di Sanremo (Le uscite che non ti aspetti), dove probabilmente ha preso ispirazione da Mahmood con la sua tuta gold? Ve lo dico, la mise è sicuramente molto adatta ma non mi convince, non la valorizza adeguatamente ed è un peccato. Boh.

(Ph: @monacomatin)

Le paillettes sono state anche la scelta di Caroline, che ha tirato fuori dall’armadio un abito Lanvin. Bellissimo, un po’ cupo per l’allegria della serata, il suo tono viene sollevato dai favolosi orecchini JAR – la principessa ne ha almeno un altro paio – che dire, a me lei piace praticamente sempre, anche ingrigita e un po’ perplessa. Chic.

(Ph: SBM)

Assenti suo figlio maggiore Andrea Casiraghi e la moglie Tatiana, c’erano gli altri tre. Charlotte, la cui relazione col giovane scrittore Nicolas Mathieu sta scatenando molte chiacchiere e pure qualche critica, è arrivata da sola e ha goduto della compagnia della sorella Alexandra e del di lei fidanzato Ben. Belli trucco e parrucco anni ’60/70, terribile l’abito Chanel Couture Collection. Capisco che lei sia global ambassador e che indossi sempre i capi della maison, ma questo è veramente brutto brutto. Shock. La piccola di casa, Alexandra von Hannover, è sempre più graziosa ed elegante. Pure troppo con quest’abito nero dal grande fiocco rigido, molto stile sixties, poco stile disco, abbinato a borsina (tutto Celine) e orecchini prestati dalla mamma, dell’antica maison viennese Köchert. Sicuramente chic, anche se non particolarmente adatto al tono della serata. Ma forse semplicemente non aveva voglia di mascherarsi.

(Ph: Pierre Villard/SBM)

Se Charlotte è il volto Chanel, la cognata Beatrice è quello Dior. Scortata dal marito bizzarramente in bianco, Bea era in Dior dalla testa ai piedi, dall’abito a frange – più anni ’30 che ’60, ma va bene – alla clutch ai sandali. La tonalità oro pallido secondo me la spegne, i capelli si sono un po’ ammosciati e lui sembra appena arrivato da una giornata a Ibiza, ma insieme non mi dispiacciono. Però neanche mi piacciono davvero, boh.

(Ph: Kongehuset)

Avendo dedicato questo post agli abiti da sera, ampliamo lo sguardo. È un po’ che non parliamo di Mary, praticamente da quando è diventata regina di Danimarca, dieci settimane fa. Invero sembra che abbia rallentato un po’ le sue attività, e che l’upgrade le stia pesando, sempre che il problema sia quello e non la crisi coniugale di cui si continua a parlare con insistenza. L’occasione per tornare a occuparci di lei ce la dà la cena che i neosovrani hanno offerto lunedì scorso al Consiglio di Stato. Mary ha riciclato alla grandissima, tirando fuori dall’armadio un insieme della danese Malene Birger che ha indossato la prima volta nel 2007. La blusa nera non mi fa impazzire ma funziona, funziona molto bene con la gonna a pasticche svolazzanti; e alcuni pezzi della parure di rubini fanno il resto. I capelli raccolti così la intristiscono un po’ rendendola severa, ma sempre chic.

Qualche giorno – anzi sera – dopo, a Washington dove si sono trasferiti, sono stati i cognati di Mary a partecipare a un gala, alla presenza del presidente Biden. Io trovo Marie sempre piuttosto banalotta, e non si smentisce nemmeno in questo caso, ma immagino che non fosse occasione per particolari eccentricità. Anche lei riusa un abito già visto, del brand USA Haute Hippie; solito nero sbrilluccicoso, ma la linea pulita non è male anche se il bordo, che in foto non si vede, è percorso da piumette svolazzanti. In generale, mi piace l’abbinamento con l’orologio sportivo, in questo caso un Rolex. Mi convince? Boh.

Se i Danesi sembrano rallentare, gli Svedesi hanno messo il turbo. Non hanno fatto in tempo i sovrani a rientrare dalla visita ufficiale in Messico, che l’erede al trono Victoria è partita per il Bangladesh con UNDP, il programma dell’ONU per lo sviluppo. Non ci sono state serate di gala, ma qualche cena sì, e devo dire che il guardaroba della futura regina mi ha davvero convinta; alle tenute da lavoro ha alternato abiti graziosi e leggeri, perfetti per affrontare il caldo umido del Paese affacciato sul golfo del Bengala, tenendo anche presente la religione islamica che vi si professa. Una per tutte, ho scelto la mise indossata la prima sera, per la cena ufficiale con il Primo Ministro, che è una donna, Sheikh Hasina.

Abito in seta del brand svedese By Malina; è il modello Meadow, che Victoria ha in molte fantasie diverse. Questa non è una della mie preferite ma tutto l’insieme, con clutch dorata Anya Hindmarch e le classiche Gianvito Rossi in camoscio beige, mi piace assai. Brava, bella e chic.

Royal chic shock e boh – Remembering Constantine

L’occasione non era delle più allegre, anche se il tempo ha il pregio di stemperare il dolore, ma i presenti tanti e le mise interessanti, dunque procediamo, e consideriamo questo il nostro modo di ricordare l’ex re degli Elleni, che sicuramente era un uomo di mondo.

(Ph: Chris Jackson/POOL)

Partiamo dal vertice, le due Regine Consorti; la padrona di casa e la vedova dello scomparso. Per uno strano caso entrambe hanno scelto le righe: Camilla con giacca corta e gonna svasata più cappello piumato Philip Treacy – confesso, l’insieme mi ha fatto pensare a D’Artagnan – Anne Marie con cappottone e pillbox con inutile coccarda. Mi piacciono? Non particolarmente ma alla fine a chi importa; loro si godono il privilegio di non seguire la moda. Boh+boh.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

A proposito di moda, qual è il colore trend di stagione? Il bordeaux. E l’accessorio che non può mancare? La stola. E come si presenta Marie Chantal alla cerimonia in memoria del suocero? Esatto. La mise è firmata Mary Katrantzou e abbinata a scarpine in tinta Gianvito Rossi e borsa nera Prada. Che vi devo dire, la parola che mi viene in mente più spesso per Marie Chantal è diligente. Mi ricorda una nota giornalista, ora riconvertitasi stilista, di cui una volta qualcuno disse che seguiva impeccabilmente la moda, ma non l’anticipava mai. Ecco, Marie Chantal è così: mai un guizzo, mai un’invenzione. Nonostante la figura graziosa, lo sterminato patrimonio che le consentirebbe qualunque spesa, la vita sociale che le permetterebbe di sfoggiare qualunque cosa, è quasi sempre così: ben vestita, ordinata, misurata, diligente. Sarà perché è della Vergine? Boh.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Siamo onesti, la mancanza di brio diventa un vantaggio davanti alle mise della giovane cognata Nina, consorte di Philippos, il più giovane dei cinque figli di Costantino e Anne Marie. Anche lei ha accesso a un ampio patrimonio – il padre è il miliardario svizzero Thomas Flohr, proprietario di una compagnia di aerei charter – ed è sicuramente una bella ragazza, ma le sue scelte di stile mi perplimono assai. In questo caso ha scelto un tailleur blu in tessuto operato Erdem. Non so se mi piace meno la gonna da flamenco. il cerchietto a fiori (Emily London) o i pompon sulle scarpine, che sono pure Manolo (Blahnik). Shock.

Tatiana, moglie dell’altro fratello Nikolaos, è talmente bella che alla fine se la cava sempre. È una delle poche in nero, e ha scelto il total Armani: un tailleur con giacca allungata e gonna alla caviglia, scaldato da una mantella di velluto nero foderato di blu – la combo preferita dal Maestro – velluto anche per scarpe e borsa, Armani anche loro, mentre il cappellino è Philip Treacy. Tutto bello, ma francamente per un’occasione di mattina è troppo. Boh.

La più semplice è Alexia, la figlia primogenita, con un cappotto grigio Massimo Dutti. Anche se il cappotto a trench è un grande classico, l’allacciatura in vita non dona a tutte (anche perché segue il movimento del corpo e si sposta) però su di lei mi piace, forse un po’ lunga la manica. Divertente la pochette con l’iniziale del nome ricamata, del brand turco di Istanbul Mehry Mu, un po’ leggere ma accettabili le scarpine beige banana, ma come le è venuto in mente di piazzarsi in capo quel fiore spumoso? L’ha rubato a una delle figlie? Boh.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images))

In verde l’altra figlia Theodora, che fa l’attrice a Los Angeles, accompagnata dal fidanzato di lungo corso. Terribile. Terribile il vestito (Beulah London) che non la valorizza per niente, e terribile il cappellino che la trasforma in una hostess anni ’50. Mi piace l’idea dello scialle invece del soprabito, ma non basta, né nulla aggiunge la borsa, la classica Mayfair in stampa cocco di Aspinal of London. Shock.

Amplissima la rappresentanza della Royal Family: chic Beatrice con cappotto blu (Maje) cerchietto con veletta (Justine Bradley-Hill) e scarpe Jimmy Choo. Sarebbe stata chic anche Zara col bel cappotto blu The Fold e la clutch Strathberry, ma purtroppo il cappellino (Bee Smith) piazzato sulla testa spettinata rovina l’insieme. Non ha trovato il pettine? Boh. È sicuramente shock Sarah Ferguson: quel tailleurino grigio non si può guardare. Però abbiamo avuto bone notizie riguardo al tumore cutaneo che le era stato diagnosticato; alla fine basta la salute!

Mi è piaciuta molto Lady Sarah Chatto, figlia della principessa Margaret. Mi sembra molto simile alla cugina Anne, più sostanza che apparenza e una naturale signorilità; in più questa volta, forse suo malgrado, ha indovinato la mise al millimetro: sì all’abbinamento nero/blu, sì al pullover dolcevita, sì al cappotto over. Sì, chic.

C’erano i reali spagnoli naturalmente, essendo Sofía la sorella maggiore di Costantino. La Reina Emerita aveva un cappotto azzurro polvere, ma non si vede abbastanza bene in nessuna foto per poterne parlare; la Reina in carica ha riciclato parte della sua mise, nascondendo l’ abito blu Pedro del Hierro sotto la mantella Carolina Herrera già vista molte volte, per cui è inutile parlarne. Non classificate.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Presenti anche le due Infantas; quando ho visto Elena, che sotto al rigoroso cappotto nero ha piazzato un paio di pantaloni a quadri, ho pensato che le avessero smarrito il bagaglio. Poi ho notato che ha il piede sinistro ingessato, per cui evidentemente ha fatto del suo meglio. Di necessità virtù. La sorella Cristina invece ha scelto il grigio: e al giacchino in tessuto operato ha abbinato una sorta pantagonna longuette. Ma perché? Boh.

(Ph: Getty Images)

A rappresentare la famiglia reale danese, cui appartiene Anne Marie, c’era la sorella maggiore Benedikte con due dei suoi tre figli e rispettivi consorti. Chic lei, in un completo abito + cappotto verde bosco opaco perfetto per l’occasione (Wichmann Couture), colbacco della modista danese Mathilde Førster e una classica Chanel, con cui non si sbaglia mai. Shock la figlia Alexandra, con cappotto turchese, anche questo firmato Wichmann Couture, i soliti fiori in testa che a cinquant’anni compiuti – e magari pure prima – dovrebbero restare nel cassetto, e una sciarpa a righine che ci azzecca poco o niente. Boh la nuora Carina, in nero, ma solo perché non si vede per niente.

Ho scritto questo post cercando di alleggerire un po’ la situazione, dato che non solo si trattava di una funzione in memoriam, ma anche per la consapevolezza che i membri della Royal Family dovevano essere già tutti al corrente della tragica morte di Tom Kingston, marito di Lady Gabriella e dunque genero dei principi di Kent. Purtroppo anche un’altra famiglia presente ha subito un lutto. Il 1 marzo è mancato Fernando Gómez-Acebo, 49 anni, cugino carnale di re Felipe in quanto ultimo dei cinque figli di Pilar, sorella di Juan Carlos. Un grande, grande dolore per zii e cugini. Lascia un bambino di neanche 8 anni.

Breaking News – Au revoir

Non c’è due senza tre, ma questa volta a soffrire non è il corpo bensì il cuore, quello di Charlotte Casiraghi e del marito Dimitri Rassam; oggi la stampa francese annuncia la fine del loro matrimonio.

Sarebbe stata la figlia maggiore di Caroline de Monaco a decidere per la rottura a causa delle continue assenze del marito, diventato un importante produttore cinematografico, uno dei maggiori di Francia.

Qualche giorno fa avevo ammirato Charlotte, sola e scicchissima in Chanel, di cui è ambassador, ma va detto che nei quasi cinque anni del matrimonio Dimitri e Charlotte insieme si sono visti raramente.

Si erano sposati nel giugno del 2019; alle nozze civili nel Principato (Scene da un matrimonio monegasco) erano seguite quelle religiose a Saint-Rémy-de-Provence qualche settimana dopo (Le foto del giorno – 30 giugno). Insieme hanno avuto un bambino, Balthazar, nato a Monaco il 23 ottobre 2018; Charlotte aveva avuto il figlio Raphaël da una precedente relazione con l’attore Gad Elmaleh, e Dimitri una figlia da un precidente matrimonio.

In questi anni si sono spesso alternate le voci che volevano Charlotte a volte incinta, a volte in fase di separazione; alla fine avevano ragione le seconde.

Le foto del giorno – Monaco in festa

Il 19 novembre, come ogni anno dal 1949, si celebra la festa del Principato di Monaco, nel giorno dell’onomastico del sovrano. Qualcuno potrebbe obiettare che sant’Alberto Magno si festeggia sì a novembre, ma il 15; la verità è che salito al trono Albert II ha preferito mantenere la tradizione come estremo omaggio al padre, e dunque la fête nationale continua ad essere celebrata il 19, giorno di San Ranieri di Pisa e della dinastia Grimaldi, che lo onora appunto in questa data. Conclusa la premessa dedicata al calendario passiamo alla cronaca. La giornata inizia alle 9.30 con il Te Deum nella cattedrale di Notre-Dame-Immaculée, ed è l’occasione per godersi la famille princière in parata.

Charlène sceglie il total color in un bel rosso quasi-Natale: abito, cappotto a redingote, cappellino Stephen Jones e stivali di camoscio Manolo Blahnik. Che ne penso? Ve lo dico prendendola alla larga. Una volta mi spiegarono che tra gli attori esiste una caratteristica che prescinde da bravura età fascino e persino provenienza geografica, ed è la dote innata di indossare bene i costumi di altre epoche. Esempio: il neozelandese Russel Crowe, almeno ai tempi d’oro, risultava credibile vestito da antico romano (Il Gladiatore) in abiti medioevali (Robin Hood) e pure settecenteschi (Master & Commander). Invece l’europeo, colto e raffinato Hugh Grant in Ragione e sentimento sembrava mascherato. Tutto ciò per dire che ecco, a me Charlène molte volte sembra mascherata. Tipo questa. L’ispirazione sarà il new look Dior degli anni Cinquanta? La suocera, incantevole in pizzo rosso nel Delitto perfetto? Qualunque cosa sia non mi convince. Nonostante la Princesse sia una bella donna dotata un fisico che le permetterebbe modelli e volumi anche importanti mi sembra molto spesso che siano le sue mise a portare lei.

Terribile l’accoppiata con la figlia Gabriella, bimba adorabile di neanche 9 anni combinata come la madre ma in blu, compreso il cappellino piazzato sulla capoccetta; terribilissime le scarpette col tacchetto, con l’aggravante di essere delle Louboutin. A tanta rossa abbondanza rispondono le due cognate in stile mezzo lutto: noiosamente perfetta Caroline in Chanel nero con cappello bianco, chic senza troppi sforzi (e senza grande impegno), mentre la sorella Stéphanie opta per un cappottino damascato grigio, confermando il suo stile ultraminimal: né cappelli né tacchi, e occhialetti da Harry Potter.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Lasciata la cattedrale, la seconda parte della solenne cerimonia si svolge nella corte del palais princier, con nipoti cugini (e pure cognati) del sovrano schierati. Si parte da sinistra con figli e nuora di Stéphanie: la figlia minore Camille Gottlieb, un po’ quadro antico con cappotto grigio e cappellino nero; segue la secondogenita Pauline Ducruet, che lavora nella moda e un po’ si capisce; il cappotto over bianco si vede poco, ma da quel poco non sembra male. Anche lei in bianco, precede il marito Luis, figlio maggiore della principessa, la neomamma Marie, che non lavora nella moda e direi che anche qui si vede. Ma benedetta ragazza dove l’hai rimediato quel coso?

Segue il ramo Caroline; ecco la figlia minore Alexandra von Hannover, in nero Celine con gambe abbondantemente scoperte e inguainate in calze velate, come se andasse a un party e non a una sobria festa nazionale. Dopo di lei Beatrice Borromeo in Casiraghi, in velluto bordeaux (uno dei colori più di tendenza nei prossimi mesi) firmato Dior, tradita dal cappello più tegame che colbacco; dopo il marito Pierre c’è la di lui sorella Charlotte, senza il marito Dimitri Rassam ma con i due figli, e un tailleur Chanel un po’ miserello, soprattutto nella lunghezza. Unica a spiccare in questa uniformità di tinte Tatiana santo Domingo, moglie del primogenito di Caroline Andrea Casiraghi, che chiude la fila. Anche Tatiana lavora nella moda, e nel suo caso si vede bene: il suo completo Emilia Wickstead, composto da abito senza maniche e giacca doppio petto in una tipologia di tartan detto Tattersall è quello che a me è piaciuto di più.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Pensavo di dedicare alle mise di questa giornata il nostro Royal chic shock e boh, ma alla fine ci ho ripensato, speriamo nell’anno prossimo! Intanto gira voce che Alexandre, il figlio ventenne di Albert nato da una sua relazione con Nicole Coste, vorrebbe lavorare col padre per riportare il principato agli splendori dell’età doro di nonna Grace. Da fare ce n’è. Parecchio.

Royal chic shock e boh – Black&white e…

La settimana che si chiude è stata ricca di eventi royal tra tour all’estero, l’assemblea generale dell’ONU più le solite attività che comprendono visite, incontri, inaugurazioni. Ho perciò selezionato solo alcune mise, per poi accorgermi che erano unite da un fil rouge, il colore: tanto bianco e un po’ nero, con qualche piccola eccezione.

(Ph: Samir Hussein-Pool/WireImage)

Di Camilla in Francia abbiamo già parlato, qui la vediamo accompagnata da Brigitte Macron in visita alla Bibliothèque Nationale, luogo che avrà riempito la regina, appassionata di libri e lettura, di felicità; nell’occasione le due signore hanno anche annunciato la nascita di un premio letterario francobritannico. In ossequio al titolo che abbiamo dato al post, la Première Dame di nero ha i pantaloni; forse per un eccesso di scrupolo ha pensato di omaggiare la regale ospite vestendosi da Grenadier Guard: black i pantaloni, red la lunga giacca (Chanel); in testa non c’è bisogno del colbacco in pelle d’orso, basta la cofana ipercotonata. Boh. Elegante la sovrana, con una mise che già avevamo visto e già ci era piaciuta (Royal chic shock e boh – Luglio, col bene che vi voglio…): abito in seta bianco&nero con pardessus bianco, tutto Fiona Clare Couture, con accessori Chanel. Appuntata a sinistra la splendida spilla art déco appartenuta alla Queen Mom, in cristallo di rocca con diamanti e dettagli in smalto nero. Très chic, e mi chiedo se l’omaggio si sia limitato alla spilla, o Camilla scegliendo quel soprabito candido abbia voluto ricordare il leggendario white wardrobe della nonna di suo marito durante una storica visita di stato in Francia. Ne parlammo qui, in uno dei primi post del blog A Royal Calendar – 12 giugno 1901

Regina in bianco, dicevamo: eccola! Rania di Giordania questa settimana si è trasferita armi e bagagli negli USA, cogliendo l’occasione dell’assemblea dell’ONU. Candida come un giglio del deserto attraversa le strade di Manhattan in un completo gilet e pantaloni Wardrobe.NYC; se vi piace, il gilet si avvia ad essere uno dei trend di stagione, meglio ancora se sottratto in casa a un armadio maschile. La borsa è una Baguette Selleria di Fendi, le scarpe che si intravvedono appena Dior. Che potrei dire di diverso da chic?

Se la mise è simile l’effetto è diversissimo. Anche gli eredi al trono giordano sono arrivati a New York per poi spostarsi a Washington, e iniziare a crearsi una rete di relazioni. Ci è scappata anche una visita al piccolo di casa, Hashem – matricola in una prestigiosa università negli States – per la quale la neoprincipessa Rajwa ha scelto a sua volta un completo pantaloni bianco Jacquemus con giacca over, avrà sbagliato taglia? La borsetta è una Gucci GG Marmont, col manico avvolto in un fiocco in seta sempre di Gucci. No dai, shock.

Meglio, molto meglio quando ha accompagnato il marito all’incontro con membri del Congresso nella capitale, optando per uno stile bon ton che sembra ispirato alla suocera, compreso l’amore per Fendi. La borsa è la Baguette Phone Pouch le scarpe il modello Colibrì Lite, l’una e le altre in un vezzoso rosa che vivacizza la blusa bianca Edeline Lee e la gonna nera Dior. Che vogliamo di più? Chic.

Non c’è due senza tre, ed ecco la terza White Queen, Máxima d’Olanda. Che essendo il tipo che è raddoppia scegliendo il bianco non una ma due volte. Mise numero 1: con la suocera Beatrix al ricevimento offerto in onore degli oltre 150 artigiani che hanno contribuito alla realizzazione dei nuovi tendaggi della Sala Cinese del palazzo Huis ten Bosch all’Aja ispirandosi a quelli settecenteschi. La sovrana per una volta sceglie la semplicità e fa bene, così non rischia di sovrapporsi all’opera e ai suoi realizzatori. Il completo top e gonna di Tory Burch li abbiamo già visti (Le foto del giorno – Estate!); a parte le calze fosforescenti questa versione cittadina, abbinata alle classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi, mi convince di più. Chic.

Voilà la mise numero 2: per la a visita a Rotterdam all’HMC, scuola del legno e del mobile, la sovrana si infila un semplice chemisier bianco Massimo Dutti cui aggiunge accessori color cuoio (ai piedi l’ennesimo paio di Gianvito 105). Mi piace molto anche questa, mi devo preoccupare? Chic.

(Ph: SIPA USA/IPA-AGENCY.NET)

Bianco e nero per la Duchessa di Sussex che appena rientrata a Montecito dopo i trionfi degli Invictus Games a Düsseldorf partecipa a un evento benefico promosso da Kevin Costner. Accanto al marito – in total black pure lui, un po’ stile tronista di Maria De Filippi – Meghan indossa una bellissima mantella in tweed chevron di Carolina Herrera, che Lady Violet metterebbe volentieri, però a gennaio. I piedini sono infilati in un paio di Manolo Blahnik il modello Camparinew. L’orologio Tank Française e il bracciale Love, entrambi Cartier, appartenevano a Diana. Chic, e meno male che non si è messa anche una sciarpa.

Total black per Letizia all’inaugurazione della nuova stagione del Teatro Real di Madrid. L’abito di 2nd Skin Co l’avevamo già visto ai premi Princesa de Asturias qualche anno fa, e ci era piaciuto già allora (Royal chic shock e boh – Novembre 2021). Trovo che la Reina indossi molto bene i modelli anni ’50: donano alla sua figura esile e anche i più esagerati, tipo questo, vengono smorzati dal suo rigore, rendendolo in compenso meno austero. Ai piedi anche lei ha infilato un paio di Manolo, le favolose Gotrianc, in mano la classica, amatissima e popolarissima clutch intrecciata di Bottega Veneta. Chic

Ok, non è né bianca né nera, ma potevo evitare di mostrarvi Letizia in questa mise? La Reina a Londra partecipa a un evento dedicato alla ricerca sul cancro. L’abito è Armani, collezione Pre Fall del 2019, in uno di quei blu con una punta di grigio che sa fare solo Re Giorgio. Il modello originale è lungo alla caviglia ma questo è stato accorciato con garbo. Lo trovo bellissimo. La scarpa (Carolina Herrera) sbecca un po’, un po’ tanto, ma non avendo mai provato tale sensazione, quella di Lady Violet e delle sue ampie estremità è pura invidia. Chic e sto.

Scene da uno State banquet

Se i primi momenti della visita possono aver suscitato qualche perplessità – Charles troppo stazzonato, Emmanuel troppo galletto, Camilla troppo pastellosa, Brigitte troppo rigida – lo state banquet è stato un trionfo. Le signore splendide, in blu notte Dior, splendidamente coordinate.

Anzi, Camilla e Brigitte erano così in armonia che nell’entrata a Versailles la Première Dame ha aiutato la Queen Consort ad aggiustarsi il mantello, agitato dal vento. Vento che ha segnato molti ingressi dei 160 ospiti, scelti tra coloro – artisti, sportivi, uomini e donne d’affari – la cui attività ha favorito le relazioni tra i due Paesi.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Arriva a passo di carica Charlotte Gainsbourg, che figlia del francese Serge e dell’inglese Jane Birkin, è l’incarnazione dell’entente cordiale francobritannica. L’attrice era in abito lungo, ma il vento giocando con i profondi spacchi lo ha trasformato in una mini, uno stile irriverente che sarebbe piaciuto ai suoi genitori.

Rischia di volare via l’immarcescibile e magrissimo Mick Jagger, in smoking e sneakers con sciarpa svolazzante ancora più della zazzera, in un improbabile color marron glacé. Molto bella (e giovane) la compagna Melanie Hamrick, madre del suo ottavo figlio.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Monumentale Carole Bouquet, in camicia bianca e ampia gonna nera, per la gioia di Lady Violet, che con le camicie – maschili, eredità paterna – ci dorme pure. Carole è suocera di Charlotte Casiraghi, dunque consuocera di Caroline. Lo chic che incanta, ovviamente Chanel.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Al momento mi sfuggono le ragioni della presenza di Hugh Grant, ma ci saranno senz’altro. Lo scapolo d’oro del cinema British, dopo aver passato una vita da bello e impossibile, compiuti i cinquant’anni ha avuto la classica crisi della mezza età, in 15 mesi ha avuto tre figli da due donne diverse, poi una l’ha anche sposata (e sono nate altre due bimbe). La moglie, la produttrice televisiva e imprenditrice svedese Anna Elisabet Eberstein lo ha accompagnato a Versailles: lei bellina un po’ banale, lui sulla via della mummificazione. Quel dommage.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Forse ricorderete Jack Lang, a lungo ministro della cultura con Mitterand; con lui la moglie Monique Buczynski, due cuori e una tintura per capelli (madame, quelles chaussures!).

(Ph: Instagram @pierrehermeofficial)

Accompagnati dalle note del giovanissimo violinista svedese Daniel Lozakovich gli ospiti si sono accomodati nella Galerie des glaces, la galleria degli specchi, dove la tavola è apparecchiata con le porcellane di Sèvres dell’Eliseo. Trovo elegantissimo il colore della tovaglia e molto raffinata la decorazione floreale, scenografica ma semplice (e soprattutto bassa!).

(Ph: Instagram @annesophiepic)

Ecco un dettaglio della mise en place: l’apparecchiatura alla francese vuole le forchette con il dorso in alto e i rebbi verso la tavola, e immagino avrete notato il tovagliolo a destra. Nonostante ciò che si sostiene diffusamente, il tovagliolo a sinistra non è un diktat; lo si può sistemare da uno dei due lati del piatto, o sopra (però piegato semplicemente, non trasformato in un origami) e ci sono alcune importanti case dove lo trovereste immancabilmente a destra. Diciamo che può essere giocato per armonizzare il posto a tavola: in questo caso, ad esempio, a sinistra c’è il menu. Tutto bello direte voi, ma alla fine cos’hanno mangiato?

(Ph: Instagram @annesophiepic)

Coordinato da Fabrice Desvignes, chef del presidente, è sceso in cucina un vero dream team. Anne Sophie Pic, tre stelle Michelin, ha preparato l’entrée: aragosta blu e granchio (ne ignoro il colore) con mandorle e gélée di menta e cocco. Yannik Alléno ha proposto pollo di Bresse marinato allo champagne con porcini. Bernard Antony, Maestro Affinatore, ha sorpreso abbinando al Comté – il primo formaggio francese a fregiarsi del marchio AOC, ossia dell’Appellation d’origine contrôlée, ricevuto addirittura nel 1958 – l’inglese Stichelton, un particolare arborinato fatto con latte crudo.

(Ph: Instagram @pierrehermeofficial)

Chiusura in bellezza con una creazione del sublime Pierre Hermé, che ha riletto il suo celebre macaron Ispahan trasformandolo in un dolce al cucchiaio: composta di lamponi cotti e crudi, litchi, sorbetto di litchi e rosa, sorbetto al lampone e biscotto macaroon. Date retta a Lady Violet, se capitate in Francia (Parigi ma non solo) a Londra, a Baden Baden, a Montecarlo o in vari paesi del Medio ed Estremo Oriente entrate e assaggiate, poi mi direte (tutti gli indirizzi sul sito https://www.pierreherme.com/)

(Ph: Instagram @pierrehermeofficial)

E lui, avrà gradito?

Edit: solo The Queen Consort indossa Dior, l’abito della Première Dame è firmato Vuitton.

Royal chic shock e boh – Nel pieno dell’estate

Riprendiamo da dove avevamo lasciato ieri, dal Gala de la Croix Rouge allo Sporting di Montecarlo.

Premessa. I lettori meno giovani, quelli che ricordano i tempi di Grace, probabilmente avranno la stessa impressione che ho avuto io, e non solo in questa occasione: col passare del tempo Monaco ha perso molto del suo smalto e tutto il suo glamour. L’unica ad avere ereditato lo stile materno è Caroline, ma più passa il tempo, più le nuove generazioni crescono, più evapora quell’aura particolare che il Principato aveva nel Novecento. Questo secondo me è particolarmente evidente nel Gala della Croce Rossa, appuntamento clou dell’estate, che durante il regno di Rainier e Grace riempiva pagine e pagine di ogni rivista da sfogliare sotto l’ombrellone e ora a me fa spesso un po’ tristezza. Probabilmente anche perché a un certo punto i fratelli si sono divisi le soirée: a Caroline il primaverile Bal de la Rose, a Albert – e alla sua gentile signora, ove disponibile – l’estivo gala. Dobbiamo ammettere che il sovrano, vero principe azzurro della mia generazione, ha perso con i riccioli biondi (ce li aveva, giuro!) molto del suo fascino, almeno quello che si apprezza dalle foto patinate. E Charlène, mi spiace dirlo, pur con la sua bellezza, e pure quando indovina la mise, non ha quello charme che dava a Monaco una allure incantevole e incantata. Tutto ciò premesso, passiamo all’edizione di quest’anno; presenti della Famille Princière solo i sovrani e la giovane Camille, figlia minore di Stéphanie.

(Ph: Dominique Jacovides/Bestimage)

La Princesse era in bianco, una tunica accollata con maniche lunghe e cinturina in vita, percorsa da paillettes ordinatamente disposte in righe parallele. Ha qualcosa che non mi convince, ad esempio la parte superiore mi sembra un po’ grande per lei. Il modello, quasi monacale, nella parte posteriore rivela la sorpresa di una profonda scollatura sottolineata da una rouche sul fondoschiena.

(Ph: Dominique Jacovides/Bestimage)

Charlène va prediligendo sempre di più linee sobrie e colori puri, sottolineando il tutto con i capelli cortissimi che ora porta in una tonalità di castano secondo me molto donante. Decisamente meno minimal gli importantissimi orecchini in diamanti e zaffiri di Van Cleef & Arpels, secondo la maison ispirati alla storia di Giulietta e Romeo; non mi fanno impazzire ma certo sono notevoli. Non è ancora chiaro chi sia il creatore dell’abito, io penso che se la Princesse vuole continuare a dare la preferenza a uno stile essenziale c’è una persona sola cui rivolgersi: Giorgio Armani, autore del suo abito da sposa e poi trascurato, non so perché, in favore di altri, in particolare gli svizzeri di Akris.

Qualche mese fa, Re Giorgio ha vestito con una mise molto simile Isabelle Huppert agli Oscar, e vedete bene che, pur tenendo presenti le naturali differenze tra le due signore l’effetto finale cambia molto. Per me un grande boh, mentre lo smoking del principe è irrimediabilmente shock.

(Ph: Pierre Villard/SBM)

Delle sei nipotine che Grace non ha mai conosciuto Camille secondo me è quella che le assomiglia di più nei lineamenti delicati; purtroppo non ha, almeno per ora, la stessa eleganza né lo stesso portamento aggraziato della nonna. In questo caso la ricorda molto, con una mise di Zuhair Murad composta di due elementi messi insieme: un abito cui è stata aggiunta una cappa pensata in origine per un altro modello. Il colore pervinca è molto bello e adatto a una ragazza di quell’età e con quei colori; però il mantello in tulle (secondo qualcuno pure di polyestere) secondo me rende tutto un po’ cheap, francamente avrei evitato, per una ragazza così giovane non è necessario. Boh.

Pensavo e speravo di vederla un po’ di più – in fondo è la sovrana dell’unico regno che è anche meta di vacanze estive – ma la Reina sta dosando le sue uscite, quindi dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo. Che non è poco, anzi! Perché martedì 25 Los Reyes hanno inaugurato a Madrid la Galería de las Colecciones Reales, e Letizia ha fatto furore con un abito da cocktail di Carolina Herrera, che firma anche le slingback nere. Corpino sagomato e definito dalla cinta a nastro, scollatura abbondante ma resa meno osé dalla spallina larga, gonna a ruota di lunghezza perfetta, fantasia di grande eleganza. Gli anni ’50 rivisitati in maniera eccelsa. Si è capito che mi è piaciuta? Chic!

(Ph: Instagram @aliaalhussein)

È un anno di matrimoni per la Casa Reale di Giordania: dopo la principessa Iman il 12 marzo, il principe ereditario il 1 giugno, è la volta di Talal, figlio della principessa Alia, la maggiore del defunto re Hussein, unica nata dalle nozze con la sua prima moglie. Va da sé che più che agli sposi, a noi ignoti, prestiamo più attenzione agli invitati, in particolare i principi ereditari, e ancor più in particolare lei, Rajwa.

Che per uno dei momenti di festa – non la cerimonia vera e propria – ha ripescato Paco Rabanne, stilista spagnolo famosissimo negli anni Sessanta e Settanta, nonché autore di alcuni celebri abiti indossati in celebri film, come quelli per Jane Fonda/Barbarella, in qualche modo la Barbie dell’epoca. Rabanne è morto a febbraio, dunque non sapremo mai se sarebbe stato felice della scelta di Rajwa. Personalmente l’abito non mi dispiace, ma tra il pessimo underwear e le orrende scarpette bianche per me è shock.

Dopo tutta l’attenzione di questi mesi, la morte di Queen Elizabeth, i primi passi di King Charles, la ridistribuzione dei titoli, l’incoronazione di maggio, la cerimonia scozzese del luglio, i riflettori sempre puntati sulla Royal Family si sono spenti. Questa settimana abbiamo visto solo i sovrani al Sandringham Flower Show e Beatrice di York in vacanza col marito a Saint Tropez dopo le nozze della sorellastra di lui Phoebe Williams-Ellis. Deliziosa nel suo abitino floreale ME+EM completato dalle ballerine Chanel la principessa si conferma l’autentica English rose, la rosa inglese della sua generazione. Chic.

Royal chic shock e boh – Chic week

Per uno di quegli scherzi del caso, oggi gli USA celebrano il loro Independence Day (dagli Inglesi) e Lady Violet pubblica uno chic shock e boh che più British non si può, non essendo riuscita nel weekend. Succede!

Anyway, la terza settimana di giugno è forse la più ricca di eventi di primo piano nel Regno Unito, con conseguenti adeguate mise di cui chiacchierare. Lunedì 19 si è celebrata la giornata dedicata all’Order of the Garter, ma con lo snellimento della Royal Family, Camilla che da membro dell’ordine ha partecipato al corteo tutta bardata coi paramenti d’ordinanza, la cognata Anne pure, in borghese sono rimaste in poche: Catherine, Sophie a la fantastica Duchessa di Gloucester, che potrebbe sorprendervi..

La Duchessa di Edimburgo punta sulla silhouette anni ’50 che le dona sempre; in questo caso la perplessità è nel modello smanicato di Emilia Wickstead che non mi sembra adattissimo alla formalità dell’occasione. Anche perché poi si porta la pashmina, oggetto che indossare elegantemente quando si è in movimento è praticamente impossibile. Che senso ha? Boh, però adoro il cappello (di Jane Taylor) e noto che Sophie sta apprezzando molto le borse Strathberry. Catherine invece, secondo me, sta attraversando una strana fase, una volta divenuta Principessa di Galles probabilmente sente la pressione e si sta adattando con difficoltà, e anche il suo stile ne risente. In questo caso tira fuori l’ennesimo abito a pois (stavo scrivendo saio), della solita Alexandra Rich, completato da un bel cappello di Philip Treacy cui avrei evitato la decorazione nella stessa seta a pois che risulta un po’ lezioso.

Molti hanno pensato a Diana in un abito simile – ma più frizzante, meno ingessato – però c’è anche un altro legame col clan Spencer: lo stesso identico abito di Catherine è stato indossato da una delle nipoti di Diana, Lady Eliza, fotografata con la gemella Amelia il mese scorso al Chelsea Flower Show. Un mega boh.

Alla fine la mia preferita – e non accade spesso – è la Duchessa di Gloucester – tutta in azzurro ghiaccio che, a parte l’orlo ballerino e le brutte scarpe bianche, ha una sua eleganza. E ha conquistato Lady Violet con quella coppia di spille appuntate sui baveri, chiaramente i due elementi di una duette, scelta che riempirà di gioia una fedele amica del blog, esperta e appassionata di bijoux vintage. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

L’evento clou della mondanità britannica resta Ascot, che è andato in scena dal 20 al 24 nel celeberrimo ippodromo del Berkshire. Tante, troppe le mise viste in meno di una settimana, per cui facciamo una selezione. E iniziamo con qualcosa di inedito, perché per il suo primo giorno da Regina di Ascot Camilla non si affida alle solite maison, ma ricorre addirittura a Dior. Il modello sarà pure interessante, la lavorazione sicuramente raffinata, ma a me non piace affatto. Non mi piace come la veste, non mi piace come segue il movimento (che in effetti non segue, perché l’inserto laterale plissé se ne va per conto suo). Apprezzo la scelta del bianco, il cappello Philip Treacy – bello ma non bellissimo – e vorrei attirare la vostra attenzione sulla spilla, la famosa Queen Mother’s Shell, amatissima dalla Regina Madre ma indossata spesso da Queen Elizabeth. Ottima scelta, ma la mise per me è shock. Se volete formarvi un opinione, può essere utile questo video (e no, non credo che Camilla abbia scelto Dior in relazione alla ventilata, e non vera, collaborazione di Meghan con la maison francese) https://nypost.com/2023/06/21/queen-camilla-wears-dior-after-brand-denies-meghan-markle-deal/

Peggio di lei riesce a fare Beatrice di York, che si infila in un vestitone a fiorellini con maniche jambon (Beulah London), slingback Chanel – che una giustamente le ha e le sfrutta – borsetta con manico di tartaruga (immagino finta, dato che è proibita) di Urban Outfitters e soprattutto l’ennesimo cerchietto con fioccone (Juliette Botterill). Non fosse per il pallore, mi farebbe pensare a Mamie, la cameriera afroamericana di Scarlett O’Hara. No Miss Bea, shock.

Premessa, non sono obiettiva perché adoro i cappelli modello boater che noi chiamiamo, a seconda di chi lo porta, da gondoliere ma anche paglietta. Dunque ho trovato molto piacevole la mise di Zara per il primo giorno di gare. Non grido al miracolo per l’abito in lino di Leo Lin, stilista australiano di origine cinese (e un po’ si vede, la stampa si chiama proprio Oriental print), ma Zara gioca molto, con sé stessa e con la moda, e diverte anche me. E il boater di Sarah Cant le sta benissimo, chic.

Il terzo giorno di gare, il giovedì, è il celebre Ladies Day, il più mondano di tutti, e Queen Camilla questa volta mi ha davvero deliziata. Vestita in un freschissimo color menta chiaro, il completo abito+pardessus di Anna Valentine sostiene il favoloso cappello: ampio, con la tesa rialzata in un angolo acuto, completamente profilato di piume. Creazione, naturalmente, Philip Treacy. Una persona che di cappelli si intende assai, e ha la mia totale fiducia, lo ha visto di persona e ha confermato la mia impressione: lo adoro entra direttamente tra i miei preferiti di sempre. Chic!

La Duchessa di Edimburgo era in compagnia del padre Christopher Rhys-Jones. Il tema scelto da Sophie sono evidentemente le pansée, stampate sull’abito di Suzannah London, o create – una per una, intagliate nella seta, da Anne Tomlin, straordinaria creatrice di fiori, andate a curiosare nel suo sito https://www.annetomlin.com – e montate sul delizioso cappellino Jane Taylor. Very British, very Ascot, very Sophie, very boh.

Pizzo!

(Ph: Max Mumby/Indigo/Getty Images)

Ci può essere Ascot senza pizzo? Non può, e infatti Zara compare come un ampio centrino nel Ladies Day: abito écru Scanlan Theodore – ancora una maison australiana per lei – un cappello banalotto di Emily London e pure una mini cappelliera Aspinal of London, che non sarebbe male come forma ma è in pelle stampa cocco, troppo pesante per il pizzo. La cosa che preferisco è l’espressione del marito, per il resto boh.

Risponde pizzo la cugina Beatrice, che il giorno seguente fa il suo ingresso nella seconda carrozza con il marito e i Principi di Galles. Il suo abito, di Monique Lhuillier ha fatto storcere il nasino ad un’affezionata lettrice del blog, ma io confermo: a me piace. La lavorazione è molto interessante e per niente banale, che poi è il rischio degli abiti in pizzo. Grazioso il cappellino, il modello Seraphina di Justine Bradley-Hill, favolosi gli orecchini Chopard (li trovate qui, andate a guardare che ne vale la pena https://www.chopard.com/it-ch/earclips/848349-1001.html). Chic.

Si sa che ubi maior minor cessat, e questo è vero soprattutto per le famiglie reali, dunque non vi sorprenderò dicendovi che la presenza di Catherine ha un po’ oscurato Beatrice. Francamente, in questo caso, senza ragione. La futura regina sceglie il total red: favoloso il cappello (Philip Treacy) totalmente fuori contesto gli orecchini boho, banale, piuttosto informe, troppo lungo l’abito (Alexander McQueen), bella ma troppo rigida per la morbidezza dell’abito la clutch vintage Hermès. Sorry, shock.

Signore in turchese

Questa volta veramente andrebbe detto last but not least, perché chiudiamo la rassegna ascotiana con due signore che magari non somiglieranno molto ma hanno parecchio in comune, e non mi riferisco solo al colore scelto per la mise. A sinistra Sua Altezza Reale The Princess Royal, che per la seconda giornata ha scelto il vintage. Nel senso che ha indossato lo stesso abito con cui aveva ricevuto, insieme a sua madre, il presidente e la first lady del Botswana; col piccolo dettaglio che parliamo del 1978, e lei all’epoca aveva 27 anni. Ora non so voi, ma di quando avevo 27 anni forse posso portare ancora le borse… L’abito è così così, ma se pensiamo a quanto sia considerato elegante il riciclo, Anne è scicchissima. A destra invece Suo Splendore Dame Joan Collins, che a 90 anni (compiuti il 23 maggio) è una delle protagoniste del Ladies Day, grazie anche al favoloso cappello Philip Treacy. Ecco, mi auguro di poter festeggiare i 90 anni ad Ascot, con quel sorriso e quella verve. Certo non in turchese, colore che detesto, magari in violetto. Meravigliose entrambe.

Il caffè del lunedì – Sacro profano e polar

Sacro

Giovedì 25 la Infanta Sofía ha ricevuto la Cresima. A Madrid, nella parrocchia della Asunción de Nuestra Señora de Aravaca, con i suoi compagni di scuola. Con Sofía c’erano naturalmente i genitori, la sorella Leonor fresca di diploma, e tre nonni su quattro: la Reina Emerita, Paloma Rocasolano e Jesus Ortiz, genitori di Letizia. Assente Juan Carlos, che è rimasto ad Abu Dhabi, c’era però la seconda moglie di Ortiz, a dimostrazione di come le famiglie allargate siano ormai sdoganate dappertutto e ad ogni livello.

Le immagini raccontano una cerimonia gioiosa e sicuramente meno formale dei nostri tempi a partire dagli abiti: con le signore tutte nella paletta del rosa – ormai il colore ufficiale a Palazzo – mi ha fatto una certa sensazione vedere la cresimanda col pancino semiscoperto. Confesso che lì per lì mi era sembrata una di quelle cose da ragazzina, un po’ cheap, invece sono andata a cercare ed è una bella tuta in doppio crêpe di polyester del brand spagnolo Caryo (ecco il link https://cayrowoman.com/mono-petunia/).

Mi ha colpito anche Letizia, in espadrillas – è iniziata la stagione! – pantaloni e blusa. Insomma, dalla mia cresima, con madre e madrina in tailleur e cappello, è passata un’era geologica. Sofía ha avuto come padrino suo padre, ma tutto il gruppetto si è prodotto in grandi abbracci, baci e manifestazioni di affetto varie.

Festeggiata a parte, la foto che mi è piaciuta di più è questo, col nonno che omaggia la nipote.

Profano

Profano, ma non privo di una sua laica sacralità, il GP di Formula 1 a Montecarlo: circuito cittadino, pubblico delle grandi (e medie) occasioni, mondanità a mille. Famille princière ottima e abbondante sparsa per ogni dove sia per le qualificazioni sia per la gara vera e propria.

Avvistati Andrea a Tatiana con tutti e tre i figli, Charlotte con marito e figlio maggiore, Pierre e Beatrice da soli, Alexandra con fidanzato, i neo genitori Louis e Marie Ducruet. Come da manuale, Charlotte griffata Chanel – con un abito indossato l’anno scorso nella vicina Cannes da penelope Cruz – Beatrice griffata Dior, le altre a gusto proprio. Vi segnalo Tatiana, di origine colombiana, con un abito della conterranea Johanna Ortiz, già incontrata di recente, ad esempio indosso a Meghan (Le foto del giorno – Tre principesse e una regina)

Triste come un pomeriggio di pioggia la povera Charlène, cui non bastano le strisce arcobaleno nell’abito Akris per riacquistare il sorriso, che compare sul suo volto solo davanti ai suoi gemelli. La Princesse ha scurito i capelli, una scelta che mi perplime abbastanza; non mi sembra che doni troppo al suo incarnato, e in fotografia viene scurissimo, non particolarmente donante.

Non va meglio al gala serale, in compagnia di reali malesi, in cui sprofonda in un abitone monospalla – che sta diventando per lei come il rosa per Letizia – firmato Valentino. Speriamo sia solo una fase.

Polar

(Ph: Christine Olsson/TT)

Prima o poi bisognerà andarci a questo Polarpriset, che assegna premi in campo musicale, con una messa inscena che Sanremo sembra una recita all’oratorio. Ci andrei anche solo per vedere Victoria, che memore di un incredibile abito di tulle rosa indossato prepandemia (Le foto del giorno – 12 giugno) quest’anno ha raddoppiato con un monospalla (pure lei!) giallo limone di H&M veramente notevole. Ed è stata pure fortunata con l’abbinamento del bouquet!

e per finire un piccolo gossip

Finiamo con un piccolo gossip, dedicato ai quei tre di voi che se lo fossero perso. Dopo aver imèerversato al festival di Cannes, le principessine di Borbone Due Sicilie si sono spostate a Monaco per la F1. Maria Carolina (al centro, in grigio) ha pubblicato su Instagram questo scatto che la mostra in compagnia della sorella Maria Chiara (a destra, in azzurro) e alcuni amici, tra cui Christian di Danimarca (tra le due, in giacca beige e capelli a carciofo). Love story in vista? Lady Violet non ha dubbi che la madre della fanciulle, la Duchessa di Castro Camilla nata Crociani, metterà in campo qualunque cosa per sistemare le sue creature al meglio, ma va detto che il padre Carlo fu tra i padrini della sorellina di Christian, Josephine. I semi sono stati già piantati, se poi fioriranno noi saremo qui a goderci lo spettacolo.

Le foto del giorno – Una questione di scarpe

Prostrati al bacio della sacra pantofola è una frase che ripetevamo a casa da ragazzini, e mi ha sempre affascinata. Ora mi prostro davvero chiedendo perdono, ma mi ronza in testa da quando ho visto queste immagini. Andiamo con ordine. Dicevamo ieri (La tisana del lunedì – Rosa tra le rose) che questa è la settimana del Chelsea Flower Show, riservato da oggi a giovedì esclusivamente ai membri di RHS – Royal Horticultural Society – che organizza la manifestazione, mentre venerdì e sabato è aperto a tutti.

Ieri invece è stato il giorno dedicato esclusivamente agli inviti dei personaggi più prestigiosi del regno, a partire dalla Royal Family. Se la giornata si era aperta con la Principessa di Galles ospite del Children Picnic, nel pomeriggio è stato il momento dei sovrani. Il povero Charles avrà dovuto dimostrarsi entusiasta del ritratto in bronzo, ma essendo uomo di mondo si sarà comportato comme il faut, come sempre del resto.

Queen Camilla sembra avere inaugurato una nuova fase fashion: il vestitino abbinato al soggetto della visita; se l’altro giorno indossava una mise decorata a penne per inaugurare una biblioteca (Le foto del giorno – La sovrana lettrice), questa poteva scegliere meglio di una fantasia fiorata? E anche se Miranda Priestly avrebbe arricciato il nasino esclamando avanguardia pura who cares?

Oltre ai sovrani il drappello reale era piuttosto nutrito: Beatricea di York col marito Edo, Fiona Ogilvy con padre e nonna (Alexandra di Kent) e pure le nipoti gemelle della defunta Diana, Amelia e Eliza.

Mentre queste giovani fanciulle hanno lasciato nell’armadio gli stiletti ma hanno comunque scelto delle scarpine (quelle di Bea sono chiaramente Chanel) le signore più autorevoli e pure più agées hanno fatto una scelta diversa. Come la Duchessa di Gloucester, le cui scarpine, in accoppiata con quelle della regina – sono pure dello stesso brand, Eliot Zed, assai noto per calzature comfort – l’osservazione hanno evocato la frase dell’incipit.

Ora diciamocelo, entrambe le signore hanno superato i 70, al Chelsea Flower Show le scarpe comode sono d’obbligo perché l’area è vasta e le cose da vedere tante. Però, però, si ripresenta la riflessione fatta qualche post fa, sull’età dei working royals e l’effetto che questo fa.