In una settimana Victoria di Svezia e il marito Daniel festeggiano il compleanno di entrambi i figli. Il 23 febbraio la primogenita (e futura regina) Estelle ha compiuto 11 anni, oggi il piccolo di casa, Oscar, ne compie 7. Come da tradizione, il loro compleanno è stato marcato da un ritratto fotografico.
Estelle ormai preadolescente, capelli lunghi sguardo serio ed espressione enigmatica, pronta ad aprirsi in una di quelle belle risate per cui è famosa. Non vi sfuggirà la gonna pied-de-coq, fantasia di cui abbiamo parlato di recente (Royal chic shok e boh).
(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)
Oscar, capelli impomatati e divisi da una bella riga secondo lo stile paterno, accenna un sorriso sdentato mentre coccola il cane di famiglia, Rio, incrocio tra un Cavalier King e un barboncino.
(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)
Dalla foto che ritrae insieme sorella e fratello è evidente che i ritratti siano stati scattati in un’unica seduta fotografica: ottimizzare evidentemente è la parola d’ordine. Questa scelta mi ha fatto ripensare a mia madre la quale, dato che mio fratello e io festeggiamo il compleanno a due settimana di distanza, aveva preso l’abitudine di fare una festa unica, un anno il giorno del suo compleanno, un anno quello del mio. Per fortuna, nonostante fossero la sua passione, non ha mai osato vestirci nelle tonalità del greige, che è tanto chic nelle mise di Armani, ma un po’ triste per i giovanissimi. Però l’espressione scanzonata di Oscar nella foto con la sorella è tutto un programma: non vi ricorda Danny Zuko di Grease?
Rosso e verde
Il colore non manca a Windsor, dove i principi ereditari (di Norvegia) sono stati ricevuti dai principi ereditari (del Regno Unito),.Al blu degli abiti dei signori fanno da contraltare le tonalità vibranti delle mise delle signore. Rosso scarlatto per Mette Marit, uno dei colori che le sta meglio e che porta più volentieri. Verde per il diligente completo di Catherine, scelto forse perché l’incontro era su tematiche green. Ma perché tutti e quattro in posa così? Sembrano una barriera di calciatori.
Ginger
Ed ecco la ragione di questo post! Carnevale è appena passato, e non sono mancate le maschere ispirate al mondo royal. Più che a regine e principesse delle fiabe, molte bimbe si sono vestite come la defunta Queen Elizabeth: colori pastello, cappellino e corgi di peluche, qualcuna perfino scortata da una (o due) grenadier guard. Questo però non l’avevamo mai visto: un piccolo gingerhead per celebrare il World Book Day, la giornata internazionale del libro. Game set match.
Quest’anno il Re di Svezia Carl XVI Gustav celebra i cinquant’anni sul trono, e pensando alle mascherine che in questi giorni colorano le strade dedichiamo a lui il post di oggi. Sia chiaro, Lady Violet non vuole suggerire una certa qualità carnascialesca nel regno scandinavo, ma parlarvi (o ricordarvi) di un altro anniversario in terra svedese, che fu festeggiato en travesti.
Giugno 2001, i sovrani sono sposati da 25 anni e decidono di marcare le nozze d’argento con un gran ricevimento in costume nel cinquecentesco castello di Gripsholm. Costume forse rinascimentale, almeno a guardare loro; poi, come sempre accade alle feste mascherate, ognuno s’è vestito come voleva, e qualcuno si è vestito come sempre.
Bella Silvia in viola, colore che indossa spesso e le dona molto; deliziose le figlie Victoria e Madeleine; manca il figlio Carl Philip (si sarà vergognato?) in compenso c’è Lilian, vedova dello zio Bertil (qui la loro storia Bertil e Lilian, omnia vincit amor). Lei non rispetta il dress code e indossa un normale abito da sera, ma a 85 anni si può questo e altro. In definitiva il più convinto mi sembra il servitore.
Non conosco abbastanza la cultura svedese per decifrare l’abbigliamento del re, ma quella parrucca farebbe invidia pure a Benny&Bjorn degli ABBA.
Rinascimento danese
La golden age della Danimarca coincide col regno di Cristiano IV; il Rinascimento danese che risale al Seicento (cioè più o meno un secolo dopo il nostro). A questo rinascimento si ispirano evidentemente Margrethe di Danimarca e il marito Henrik; data la passione della regina, che spesso si diletta nella creazione di costumi per il teatro, immagino che anche questi siano opera sua. Henrik ci aggiunge quel tocco di goliardia che è stato uno dei suoi tratti più simpatici.
I mantellati
La famiglia reale norvegese fa quello che molti di noi fanno in questi casi: tira fuori un mantello (o un tabarro, per i più eleganti un domino) se lo piazza su qualcosa a caso, e pedalare. Quella che sembra osare di più è Mette-Marit, che un paio di mesi dopo sposerà il principe ereditario Haakon. La più simpatica Märtha Louise, che col mantellaccio e i capelli corti sembra una merry girl appena uscita dalla foresta di Sherwood.
Su il cappello!
In borghese col cappello in divisa avrebbe detto Totò, e alcuni giovani invitati fanno proprio questa scelta. Modesto Albert de Monaco, con cappetta di cammello e cappello en pendant, più paggio che principe. Willem-Alexander, allora erede al trono dei Paesi Bassi, accanto a una insolitamente sobria Máxima, sfoggia un cappello da moschettiere giallorosso per la felicità dei tifosi romanisti. Clamoroso il fratello minore Constantijn, che oltre al cappello deve aver rubato il cappotto di astrakan a mammà, e ci ha piazzato sotto un paio di stivaloni che mai il raffinato Aramis avrebbe calzato. Total Orange per la moglie Laurentien, con un marito combinato così che ci puoi abbinare?
Io non ci volevo venire
Inequivocabile l’espressione dei cognati Costantino di Grecia e Richard zu Sayn-Wittgenstein-Berleburg che accompagnano le mogli danesi Anne Marie e Benedikte. Loro vere principesse delle fiabe, i mariti in smoking senza fronzoli; anzi l’ex re degli Elleni si è portato pure il trench, che non si sa mai. Faccia di circostanza per il trentatreenne Principe delle Asturie, che proprio non ci voleva venire.
Un po’ così
Indecisi i principi ereditari di Jugoslavia: lui classico in smoking, lei improbabile attempata creatura di Botticelli con tanto di coroncina di fiori. Smoking anche per Henri di Lussemburgo, accompagnato dalla moglie Maria Teresa, meno flamboyante del solito e quasi sobria, non fosse per il fioccone piazzato proprio lì.
I miei preferiti
Non li conosco ma li trovo perfetti. Ti arriva un invito a cui non puoi dire di no. C’è un dress code che non sai come rispettare (e forse non vuoi spendere per qualcosa che non indosserai più). Ed ecco l’idea! Abiti da sera classici su cui piazzare una bella gorgiera e voilà il gioco è fatto. Le gorgiere fanno la loro comparsa nel XVI con una funzione precisa: intercettare i pidocchi che cadendo dalla testa rischiavano di annidarsi nei voluminosi abiti dell’epoca. Spero che in questo caso siano state scelte con un criterio puramente estetico.
Tra tre anni Carl Gustav e Silvia festeggeranno le nozze d’oro, dite che ci dobbiamo preoccupare?
Fine d’anno col botto (ma senza botti) e l’analisi delle mise di dicembre, mese ricchissimo di eventi royal. D’altronde quando arriva Natale le occasioni per celebrare e festeggiare non mancano.
Monaco
(Ph: Eric Mathon /Palais Princier)
Si parte dal Principato, dove venerdì 9 Charlène ha presenziato al Bal de Noël della Fondazione che potta il suo nome. Tema della serata era Italia chic; nonostante ciò, la Princesse non ha onorato la moda italiana, preferendo un abito Carolina Herrera completato da un soprabito Akris. Gesto poco diplomatico, ma scelta efficace.
(Ph: Eric Mathon /Palais Princier)(Ph: Eric Mathon /Palais Princier)
L’abito di tulle blu notte percorso da un getto di cristalli che parte dal fianco non solo mi sembra molto bello, ma anche une delle sue mise migliori, un modello in grado di evidenziare la semplicità quasi monacale del suo aspetto – capelli cortissimi e chiarissimi, pelle diafana, trucco lunare – senza soverchiarlo. E questa volta mi piace persino il soprabito. Chic.
Sempre blu la scelta per madre e figlia, che il 14 hanno consegnato doni natalizi ai bambini del Principato nel cortile di Palazzo, trasformato in una bizzarra banchina polare. Per la piccola Gabriella un cappotto orsetto di Emporio Armani, uno dei pochi casi in cui chi lo indossa non sembra l’orso Yogi; per Charlène una mantella aperta sui lati, uno di quei modelli che tanto le piacciono, ma che la rendono metà Lucignolo metà Star Trek. Boh.
Svezia
Saliamo verso il grande nord, terra fiabesca di creature fatate. E per uno degli eventi più importanti dell’anno – la consegna dei Premi Nobel, mica pifferi – le principesse svedesi hanno deciso di vestirsi come le protagoniste di una storia per bambini. La futura regina Victoria si lancia in una delle combo più diaboliche: rosa e celeste, abbinata protagonista di varie espressioni volte a sottolinearne l’improbabile eleganza.
(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)
Dunque svolge la fascia celeste dell’ordine dei Serafini, la più importante del Paese, su un abito rosa bubble gum della stilista svedese Camilla Thulin, corredata dalla versione celeste della pochette Knot di Bottega Veneta, amatissima e popolarissima tra le royal ladies di ogni latitudine. Per somma di sventura anche l’ordine familiare di Re Carl Gustav è montato su nastro celeste, e finisce per accentuare l’effetto Barbie. Peccato perché l’abito, realizzato artigianalmente, ha una bella costruzione e dona molto alla sua bella figura. E la tiara a sei bottoni è mozzafiato. Boh.
(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)
La cognata Sofia, che è una principessa vera ancorché acquisita, ha evidentemente deciso di ispirarsi a una principessa inventata, e capelli a parte s’è vestita da Elsa. O da fata dei ghiacci. Abito color ghiaccio (di Ida Lanto) con decorazioni color ghiaccio, sotto occhi azzurro ghiaccio. Cui si aggiunge la tiara, dono di nozze dei suoceri, evidentemente dotata di set di pietre diverse da alternare; dopo gli smeraldi e le perle oggi è la volta delle acquamarine. Color ghiaccio pure quelle.
Darling please, in un’occasione di questa importanza lascia perdere le ciocche svolazzanti (ma se ti ha scapigliata Carl Philip ti perdono, beatattè). Shock.
(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)
Concludiamo con la prima signora del regno, la regina Silvia, donna di regale bellezza dallo stile altalenante, a volte chic a volte no. Stavolta no. La superba parure napoleonica di ametiste, come potrete immaginare al vertice delle mie preferenze, è sostenuta da un abito in pizzo viola con sovragonna di taffeta. Sorry, shock.
Norvegia
Sabato 10 è stata la giornata dedicata ai Premi Nobel anche ad Oslo (la Norvegia assegna quelli per la pace), consegnati quest’anno a un attivista bielorusso, un’associazione ucraina e una russa, tutti al lavoro per la coabitazione pacifica nell’area. La cerimonia norvegese prevede che i reali non presentino i premi ma assistano solo, dunque è sempre meno sontuosa della svedese: consegna del riconoscimento nel municipio della capitale e banchetto serale. Signore in abito da giorno al mattino: per la regina Sonja tailleur blu (mi dispiace non so definirlo meglio, in ogni fotografia ha una sfumatura diversa) con pillbox in tinta e accessori neri. E la capacità di non sembrare vestita da hostess. Mette-Marit in rosso, cappottino firmato Catherine Walker e bandeau (JT Milinery) rosso natale, bellissimi. Chic + chic.
Per la sera la principessa ereditaria continua col rosso, ma sceglie un modello di autore sconosciuto che non le dona affatto ela trasforma in un giunonico pacco natalizio. Shock. La regina invece punta sul bianco, linea semplice e attenzione irresistibilmente attirata dai tre fili di smeraldi.
(Ph: Jørgen Gomnæs/Det Kongelige Hoff)
Per avere un’idea migliore della sua mise vi posto un suo ritratto ufficiale: la cinta dell’abito è diversa ma il look è quello: semplice, chic.
Svezia, di nuovo
(Ph: Clement Morin/Nobelstiftelsen)
Decisa sterzata verso la modernità delle royal ladies svedesi la sera seguente, domenica 11, alla cena di gala offerta dai sovrani in onore dei Premi Nobel degli ultimi tre anni, compresi i vincitori del 2020 e 2021, cui la pandemia aveva impedito di festeggiare con adeguata solennità. Ho scelto la foto dei premiati del 2021, col nostro professor Parisi in prima fila, tra il Re e il principe Carl Philip, in perfetta versione scienzato distratto, col frac evidentemente preso a prestito dal capocameriere del caffè Greco, peccato che non sia la sua taglia.
Mi piace moltissimo la flamboyanteSilvia in lamé arancione riciclato, che riesce a distogliere l’attenzione perfino dall’orlo dei pantaloni del marito. L’aiutano a splendere i 500 e passa diamanti della tiara a nove punte della Regina Sofia, che la sovrana ama e indossa spesso proprio per i Nobel, per tacere dei diamantoni al collo. Non mi fa impazzire la menaudière a forma di conchiglia, ma la perfezione non è di questa terra. Chic.
Ricicla anche Victoria: l’abito Elie Saab è visto e rivisto ma sempre bellissimo, e in un colore che è tornato di gran moda. In testa la futura regina porta la tiara dalla forma di un serto d’alloro che ha ereditato dalla principessa Lilian, moglie del prozio Bertil e amata come una notte (se avete voglia di romanticismo andate a leggere la loro storia d’amore Bertil e Lilian, omnia vincit amor). Favoloso il collier di smeraldi, favoloso il sorriso, favolosa lei, chic.
Incredibile dictu mi piace anche Sofia, che per una volta non è vestita da bambolina. Per lei un originale abito dégradé dal mandarino al bianco della stilista Lilli Jahilo il cui nome è tutto un programma, è il modello Maxima! Come sempre sul capo di Sofia c’è la tiara nuziale, questa volta con le perle (avrei osato gli smeraldi) in mano la KnotBottega Veneta in bianco, ve l’ho detto che ce l’hanno tutte! Poi certo lei non sembra convintissima, e il colore non le dona particolarmente, insomma boh.
Liechtenstein
Proprio perché siamo a Natale sono uscite anche delle foto della first lady del Liechtenstein, Sophie, mogie del reggente Alois e prima donna del Principato dalla morte della suocera. Nata principessa e duchessa in Baviera, anche Sophie segue spesso lo stile Burda ma essendo bella e dotata di naturale eleganza fa sempre la sua figura. La vediamo impegnata in un’attività non particolarmente mondana ma tipica del periodo: la visita agli ospito di residenze per anziani.
Voi come la preferite, in pullover rosso e gonna a fantasia etnica, o in blazer grigio su pantaloni neri e camicia a piccoli disegni? Io francamente boh, ma mise a parte lei mi piace molto. E se come si vocifera si è fidanzata Marie Caroline, unica femmina dei suoi quattro figli, forse l’anno nuovo ce la mostrerà negli eleganti abiti di madre della sposa, non ci resta che attendere.
Questa la prima parte, il resto nell’anno nuovo. Ci ritroviamo nel 2023!
In effetti gli anni d’amore sono venti… più uno! Oggi è l’anniversario del matrimonio dei Principi Ereditari di Norvegia, e mi è tornato alla mente che l’anno scorso avevo scritto la prima parte di un post dedicato a loro che poi ho dimenticato di completare. Rimedio subito, in grande ritardo ma con grande piacere, visto che l’aria profuma di nuovo di royal wedding.
Il giorno del matrimonio, sabato 25 agosto 2001, tutti gli ospiti – coronati e no – sono al loro posto nella cattedrale di Oslo, quando si aprono le porte ed entrano gli sposi che raggiungono insieme l’altare, dove li attendono i quattro genitori. Lui in alta uniforme è aitante come sempre, ma si sa che ogni impegno in tal senso è inutile: tutta l’attenzione è per la sposa.
E Mette-Marit non delude. Indossa un abito lineare ed elegante, nato dalla collaborazione tra lei, il designer Ove Harder Finseth e la sarta Anna Bratland. Ne nasce una creazione che abbina un corposo crêpe di seta alla leggerezza del tulle, in una tonalità di ecrù realizzata appositamente. Ispirato agli abiti della Regina Maud, prima sovrana della Norvegia moderna, l’abito ha una linea semplice ma regale, ampio scollo quadrato e uno strascico di due metri.
Sul capo della sposa brilla discretamente una delicata tiara del 1910, dono di nozze dei sovrani alla nuora. Un piccolo bandeau di diamanti inseriti in una serie di elementi la cui linea incurvata ricorda delle margherite, e infatti viene chiamata Diamond Daisy Tiara. Il diadema non esce dai forzieri reali, è stato acquistato apposta per le nozze. Un uso che si è affermato da quando i divorzi non sono più tabù neanche nelle famiglie reali; in questo modo si evitano complesse trattative per recuperare le gioie di famiglia nel caso un cui la fanciulla decida di (o sia persuasa a) recuperare la propria borghese libertà.
(Ph: Lise Åserud / Scanpix)
Qualche cinefilo accanito potrebbe pensare di avere un déja-vu, e non avrebbe torto: la tiara sembra proprio quella che compare tra i capelli di Cate Blanchett/Gertrude Chiltern nel film Un marito ideale, girato da Oliver Parker due anni prima del matrimonio norvegese. Potrebbe trattarsi proprio dello stesso gioiello, noleggiato dai gioiellieri Garrard che poi lo hanno venduto ad Harald e Sonja, o più banalmente una copia. In ogni caso, resta una dei diademi più amati da Mette-Marit, che lo indossa spesso e dona molto ai suoi lineamenti da principessa delle fiabe.
Il vero coup de théâtre però è il bouquet che la sposa tiene tra le mani; mai visto prima (né visto mai più dopo) è composto da orchidee Vanda, rose rosa e mauve, ortensie; i rami cadenti della ceropegia assecondano la particolare forma verticale. Una struttura molto originale creata dalla fiorista Aina Nyberget Kleppe, anche in questo caso con la psrtecipazione della sposa. Davvero interessante, ma non sono sicura che funzionerebbe anche su una ragazza meno alta di Mette-Marit, che sfiora il metro e ottanta.
Testimone di Haakon è Frederik, Principe Ereditario di Danimarca. Da solo, perché Mary è già nella sua vita ma la love story è ancora tenuta privata. In effetti, delle consorti che abbiamo imparato a conoscere in questi anni c’è solo Máxima, allora fidanzata di Willem Alexander (si sposeranno il 2 febbraio 2002).
Mathilde è già Duchessa di Brabante ma è anche nella fase finale della prima gravidanza (Elisabeth nasce due mesi dopo) per cui rimane a casa. Sono presenti sovrani in carica (Margrethe di Danimarca, Carl Gustav di Svezia, Albert dei Belgi, Henri del Lussemburgo) emeriti (Jean del Lussemburgo) e decaduti (Costantino di Grecia), con consorti (manca il bizzoso Henrik di Danimarca); consorti senza sovrani (Sofía di Spagna) e principi ereditari (i già menzionati Frederik e Willem Alexander, il Principe di Galles, Philippe del Belgio, Victoria di Svezia, Albert de Monaco, Guillaume del Lussemburgo) . E c’è Felipe di Spagna, che accompagna la madre. Dopo gli sposi è il più osservato. Perché il Principe de Asturias è innamorato di una fanciulla norvegese, Eva Sannum. Senza una goccia di sangue blu, molto bella, molto inadatta alla cattolica Spagna (è una modella di lingerie), un po’ sprovveduta: negli anni con Felipe è stata capace di non imparare neanche una parola di spagnolo. Le nozze di Haakon e Mette-Marit sono la sua grande occasione. E lei la perde clamorosamente.
(Ph: Aleksander Nordahl / Dagbladet /ALL OVER PRESS Norway POOL)(Ph: Cornelius Poppe / SCANPIX / POOL)
Alla cerimonia, che come sempre nei paesi scandinavi si svolge di pomeriggio, il dress code prevede frac (o alta uniforme) per i signori e lungo con diadema e decorazioni (se ci sono) per le signore. La bella fanciulla si presenta con un abito blu firmato Nora Farah, forse di seta, sicuramente piuttosto dozzinale, con l’aggravante dei lunghi guanti sintetici di un colore leggermente diverso. E soprattutto, tragicamente scollatissimo. Brutta la pettinatura, andante il make up. Probabilmente in quella occasione la regale Reina Sofia le insegna una parola in spagnolo: Adiós.
A dicembre di quell’anno, parlando con la stampa, Felipe annuncia la fine della sua relazione. L’anno dopo, l’incontro con Letizia.
Venerdì ha compiuto 49 anni, sabato è stato reso noto che la principessa Mette-Marit, consorte dell’erede al trono di Norvegia Haakon, è risultata positiva al covid.
(Ph: NTB/Lise Åserud)
La principessa manifesta i sintomi classici della malattia da coronavirus, ed è sotto il controllo dei medici di fiducia. La situazione richiede un minimo di attenzione in più, in quanto Mette-Marit soffre di fibrosi polmonare cronica (Breaking News – Grave diagnosi per Mette-Marit di Norvegia), una patologia che causa un progressivo ispessimento del tessuto polmonare; non è dunque la condizione migliore per affrontare una malattia che colpisce principalmente l’apparato respiratorio. Ci sono tutte le ragioni per confidare in una rapida ripresa della futura regina, ma Lady Violet non può nascondere una piccola inquietudine di fondo. La fotografia scelta dalla Corte per farle gli auguri sui social, con Mette-Marit in un abito di plumetis color mandarino (l’Ollie Dress di Rachel Gilbert), appoggiata a un albero, è di due anni fa. È stata scattata durante una vacanza con la famiglia nell’isola di Dvergsøya nel luglio 2020, e usata già per il quarantasettesimo compleanno (Le foto del giorno – Anniversari, anniversari). Spero che questa scelta sia motivata da banali ragioni di praticità, e mi auguro di rivedere presto questa bella signora al suo posto.
Fine settimana con doppio giorno festivo, dunque anche la nostra rubrica raddoppia coprendo due settimane! Si parte col breve tour in Italia, dal 18 al 20 ottobre, dei futuri sovrani di Svezia con una delegazione di aziende. Victoria ha indossato principalmente capi semplici da working girl, ma la sera di lunedì, ospite dell’ambasciatore svedese a Roma, si veste da principessa. Forse esagerando, perché le altre signore fotografate erano in corto. Ma insomma, the belle of the ball è lei, e si nota.
L’abito grigio argento cosparso di paillettes della maison danese by Malina è sdrammatizzato dalla semplicità del modello e dall’assenza di fronzoli: piccoli orecchini come unico gioiello, poco trucco e i capelli acconciati in un semplice chignon, che è un po’ il marchio di fabbrica di Victoria, e in questo caso pure perfetto. A me è piaciuta molto (però Daniel, rassettati la giacca quando sei con la tua bella moglie. E pure quando sei da solo). Chic.
Rientrata in patria, la principessa cambia registro e abbandona la sobrietà. In visita all’Agenzia per la Sanità Pubblica sfoggia un giaccone plaid – che se si chiama così una ragione ci sarà – e lo abbina a pantaloni e pullover total black. Tenuta da lavoro ideale, soprattutto per un taglialegna in Canadà. Ora, lasciamo passare le scarpine col tacco a spillo che con quel giaccone c’entrano come le polpette coi mirtilli, ma il mollettone per i capelli no, non lo posso perdonare. Shock.
Lungo da giorno e scarlatto per la Duchessa di Cambridge, che martedì 19 ha partecipato a un evento sulle dipendenze nella sede dei premi BAFTA. Dopodiché è partita con tutta la famiglia per una breve vacanza.
(Ph: Getty Images)
Pullover dolcevita Ralph Lauren, così come le scarpe color tabacco, su una gonna plissé di Christopher Kane, talmente ben abbinata da sembrare un completo. Praticamente, trascurando i 10 cm in meno e le dieci taglie in più, una mise da Lady Violet. Che già che c’è si permette di offrirvi un paio di piccoli consigli. Contrariamente a ciò che si pensa, molte gonne plissé donano anche a signore ben più curvy di Catherine; se ne trovano ormai di molti tessuti diversi e con le pieghe di diverse dimensioni. Se vi dovesse capitare, non dite no subito, provate, potreste restare sorprese. Unica cautela la lunghezza: troppo corta fa effetto paralume. Secondo consiglio: la duchessa ha in mano una piccola DeMellier, la Nano Montreal nella variante deep toffee. Si tratta di un brand très chic e amatissimo dalle signore della Royal Family, col pregio di non costare un occhio (per intenderci, siamo nell’ordine delle centinaia e non delle migliaia). Andate a dare un’occhiata e nel caso tenete presente che il 26 novembre prossimo sarà il Black Friday. Chic.
Edvard Munch è il più celebre e celebrato tra i (non moltissimi) pittori norvegesi, nonché autore di uno dei quadri – realizzato in quattro versioni – più iconici della pittura espressionista, a cavallo tra la fine e dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: L’urlo.
Al grande artista norvegese è dedicato nella capitale un museo nuovo e innovativo, inaugurato dai sovrani accompagnati dai principi ereditari. Alla regina Sonja, appassionata d’arte, il marito ha lasciato l’onore di tagliare il nastro. Meravigliosa la sua cappa color aragosta, accessoriata a perfezione con un piccolo pillbox color castagna che si mimetizza tra i capelli. Chic.
Mette Marit è alta, bionda, bella, indossa spesso capi delle maison più prestigiose, ma l’effetto finale non è sempre convincente. In questo caso il cappottone nei toni del blu la insacca un po’, e tutto l’insieme – pantaloni di velluto, sciarpa a disegni cashmere, borsetta Prada – mi sembra pasticciato.
E che senso ha il taglio in vita, che spezza e confonde la geometria del tessuto? Boh.
Ai reali di Norvegia va inoltre la nostra gratitudine per offrirci il primo tiara event da molti mesi.
Com’è tradizione i sovrani hanno ospitato a Palazzo per un gala dinner i membri del Parlamento, in concomitanza con la nascita di un nuovo governo.
Sonja in elegante grigio perla ci offre anche la visione del diadema della Regina Josephine, il secondo per importanza nel suo scrigno. Mette Marit ricicla un bell’abito in pizzo Emilio Pucci, con la delicata parure di ametiste che la suocera le presta spesso. Chic entrambe.
Leonor di Spagna ha festeggiato i 16 anni questo weekend, mentre in quello precedente è stata protagonista di uno degli appuntamenti più importanti per la cultura iberica, i Premios Princesa de Asturias. Un evento articolato in varie occasioni, che andiamo a esaminare brevemente. Primo atto giovedì 21, con il concerto offerto dall’orchestra sinfonica del Principato delle Asturie nella capitale Oviedo, che è tra l’altro la città natale della Reina.
Che è arrivata con un abito verde oliva il cui punto forte è lo spacco piumato, con accessori Magrit color oro. Con lei le due figlie, che essendo ancora minorenni non giudichiamo ma ci sono piaciute tanto: Leonor con un inconsueto wrap dress fucsia, e Sofía in ottanio scuro. Tutte e tre insieme sono davvero in bel vedere, e ho avuto un piacevole flash di ciò che ci aspetta nei prossimi anni. Chic.
Il venerdì mattina all’hotel Reconquista l’incontro con i vincitori delle varie sezioni del premio; impegno istituzionale che richiede una certa sobrietà, disciplina in cui Letizia è campionessa olimpica. E cosa c’è di più sobrio che riciclare un tubino principe di galles di Hugo Boss? Chic. Per essere sicure, anche Leonor si è buttata sul riciclo, scegliendo l’abitino drappeggiato color carta da zucchero, della maison sivigliana Vogana, già indossato a giugno per l’anniversario dell’ascesa al trono del padre. Stile camicia da notte per la sorella Sofía, non mi fa impazzire ma è interessante vedere le due ragazze che iniziano a diversificate le loro scelte di moda.
Scelta che non potrebbe essere più diversa per la consegna dei premi, la sera di venerdì 22; la Infanta opta per uno stile ballerina che francamente è quelli che preferisco tra tutti: lunga gonna in tulle rosa e per contrasto una semplicissima t-shirt nera. La sorella maggiore, Presidente Onoraria dei premi, sceglie invece un miniabito di paillettes a fantasia geometrica, che sarebbe piaciuto alle ragazze del Piper, nella Roma degli anni ’60. A me piace meno, ma non importa. Con loro anche la Reina Emerita Sofía con un robe-manteau a fantasia fiorata su fondo corallo degradante, francamente terribile anche se la sua regale signorilità resta intatta. Shock.
Letizia abbandona invece ogni sobrietà e indossa un abito nero di 2nd Skin Co da Cenerentola al ballo, un po’ inconsueto per lei ma molto divertente, anche se non sono sicura che fosse quello il suo obiettivo. Comunque chic.
Martedì 26 ancora un impegno per i sovrani, questa volta senza le figlie; ancora un premio, questa volta dedicato alla stampa il Francisco Cerevedo. Letizia, un passato da giornalista, sceglie ancora Hugo Boss.
Abito midi (il modello originale è invece lungo fino ai piedi) in crêpe con scollatura sottolineata da una rete che termina in lunghe frange. Ora, il little black dress è chic per definizione, e Letizia in fondo pure, ma in questo caso per me boh.
Se Letizia desse per scontato il suo ruolo come la più chic del reame sbaglierebbe: e l’insidia si annida all’interno della Casa Real.
La fanciulla in blu è la ventunenne Victoria Federica De Marichalar y Borbón, figlia della Infanta Elena, sorella maggiore del Rey, e dell’ex marito don Jaime. Considerata un po’ il brutto anatroccolo di famiglia – è tra l’altro l’unica delle quattro nipoti di Juan Carlos e Sofía a non essere teneramente bionda – prova a sublimare il fisico longilineo e i lineamenti austeri con abiti couture. Eccola agli Elle Style Award Andalucía in velluto Lorenzo Caprile, con spacco chilometrico e profondissima scollatura sulla schiena.
Anche lei ci darà molte soddisfazioni. Chic a sorpresa!
È venerdì 1 dicembre 2000 quando da uno degli incantati regni del Nord arriva la notizia: il Principe sposa Cenerentola.
Lui è un vero principe, si chiama Haakon, è l’aitante e simpatico figlio del re di Norvegia, e un giorno il trono sarà suo. Lei è Mette-Marit Tjessem Høiby, ha gli occhi azzurri e i capelli biondi come ogni Cenerentola che si rispetti, e ha perfino fatto la cameriera. Ha però qualcosa che alla Cenerentola originale manca: un bambino biondo come lei, bello come lei, che si chiama Marius. Il pupetto ha quasi quattro anni, ed è il figlio di Morten Borg, che non è esattamente un principe, ma uno spacciatore. E la stessa Cenerentola ha un certo passato di party girl nei locali di Oslo, che non sarà Copacabana ma un po’ di vita notturna c’è anche lì. Famiglia borghese (il padre è giornalista, la madre lavora in banca), studi superiori completati da un anno in Australia, qualche corso universitario senza conseguire titoli, la vita di una ragazza come tante complicata da ribellioni, brutte frequentazioni, e la maternità a ventitre anni. Insomma, non il prototipo della perfetta sposa reale. Haakon e Mette-Marit iniziano a frequentarsi nel 1999 grazie ad amici comuni; hanno entrambi ventisei anni e non potrebbero essere più diversi, ma è subito amore. Ed è chiaro che per lui sarà lei o nessuna. Il Paese non reagisce benissimo, e nemmeno all’interno della famiglia reale sono tutti felici: la principessa Ragnhild, sorella maggiore del Re, manifesta un energico dissenso, e ancora anni dopo il matrimonio dichiarerà di augurarsi di morire prima di vedere i due sedersi sul trono. Sarà accontentata.
Prima delle nozze i due fidanzati si attirano altre critiche andando a vivere insieme, in un appartamento della capitale, ma alla corte di Norvegia hanno una certa pratica con gli amori contrastati, come sanno bene i sovrani, considerati i Giulietta e Romeo dei loro tempi (ricordate la loro storia? la trovate qui Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte prima) e qui Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte seconda)) per cui è deciso: quello di Haakon e Mette-Marit sarà il primo royal wedding del secolo, e del millennio.
Suggello di questo legame un gesto di grande romanticismo: la sposa riceve un anello di diamanti e rubini: è l’anello di fidanzamento della nonna dello sposo, la principessa Märtha. Quando gli attuali sovrani si sono fidanzati Sonja ha ricevuto da Harald l’anello della madre scomparsa e ora lo ha dona alla futura nuora, rendendo inequivocabile l’accettazione della famiglia. Gesto ancora più importante; dopo le nozze Haakon adotta il figlio di sua moglie, naturalmente senza diritti sul trono.
Tre giorni prima del matrimonio, nel corso di una conferenza stampa, Mette-Marit confessa il proprio movimentato passato e l’uso di stupefacenti, e chiede scusa. È la mossa giusta, i Norvegesi apprezzano, e accolgono con gioia la nuova principessa.
La sera del 24 agosto 2001, la sposa commossa, in un abito di seta azzurro ghiaccio al braccio del suo sposo riceve gli ospiti di sangue blu.
Un’ospite in particolare sarà al centro dell’attenzione, ma per sapere tutto dovete aspettare la seconda parte.
Che Natale sarebbe senza gli auguri dei regnanti e delle loro famiglie? Anche quest’anno la tradizione si è ripetuta e un bel numero di foto ha rallegrato il web; naturalmente avvantaggiati coloro dotati di bambini, che fanno sempre tenerezza e allegria. In pole position c’è senz’altro il paciocconissimo Charles del Lussemburgo, che con la sua nascita il 10 maggio ha portato luce e speranza, come tutti i piccoli nati in quest’anno complicato.
Deliziosi come sempre i Cambridge, down-to-earth il giusto – hanno posato addirittura in una legnaia – ma ben lontani dall’essere (o dal sembrare) dimessi.
Cosa che non è riuscita appieno ai reali belgi, belli e sorridenti, con la piccola Eléonore assai cresciuta, che hanno scelto un look molto sobrio, quasi impiegatizio. Non è che ci aspettassimo i maglioni con le renne, ma insomma…
Tinte neutre anche per Leonor e Sofía, ma tanto sono loro a splendere, e va bene così. La fotografia è stata scattata qualche mese fa in occasione del Premio Princesa de Asturias 2020; alle due fanciulle il compito di chiudere un anno particolarmente problematico in Spagna, che ha visto la tragedia della pandemia accompagnata dalla farsa dell’esilio volontario di Juan Carlos.
In ottimo spirito e in ottima forma Re Harald di Norvegia: si lascia alle spalle un anno piuttosto pesante per la salute, che ha impensierito non poco. Bella sempre la sua famiglia, la cui unità e solidità traspare anche dalle fotografie. E almeno Mette-Merit si è vestita di rosso!
Buone notizie anche per la salute di Christian di Danimarca che sembra non aver subito conseguenze dalla positività al covid che gli era stata riscontrata qualche settimana fa (Breaking News!).
Poi oggi è arrivata anche lei, la Christmas card dei Duchi di Sussex. Che a rigor di logica neanche era necessaria, avendo loro lasciato il Regno Unito e gli impegni da membri della Royal Family. Ma a onor del vero è cosa che fanno tutti (la Christmas card, non lasciare la Royal Family) perché proprio loro no? Invece di qualcosa di più scontato, Harry&Meghan hanno scelto di rielaborare in chiave vagamente disneyana una fotografia scattata da Doria Ragland, madre della duchessa. Purtroppo così non possiamo bearci della visione del faccino di Archie (Lady Violet pensa sia proprio questa la ragione, ma è Natale, dobbiamo essere più buoni); scopriamo però che a 19 mesi sembra già molto alto, e ha sicuramente preso la zazzera rossa da papà.
Che vi devo dire, motivazione a parte la trovo veramente, ma veramente brutta. E neanche particolarmente “furba” visto che già è scattata la (sciocca) polemica sul costo di quel cottage a misura di bambino, e sull’albero di Natale nel vaso (è stato chiarito che è un albero vero, e verrà ripiantato dopo le feste). Questa immagine però me ne ha riportato un’altra alla memoria, da cui l’avevo prontamente cancellata: il nuovo ritratto dei Granduchi Henri e Maria Teresa.
È stato realizzato dall’artista Jacques Schneider, che ha specificato trattarsi di un’opera costruita sull’evocazione di simboli e valori cari ai sovrani lussemburghesi. Pensare che una volta i regnanti venivano ritratti da Tiziano o da Velázquez, che banalità!
Miei cari lettori, direi che avremo da chiacchierare ancora a lungo sul sofà di Lady Violet. Nell’attesa, buon Natale da noi.
La fine di agosto è densa di date importanti alla Corte norvegese.
(Ph. Lise Åserud, NTB scanpix)
Il 19 è il compleanno della futura regina consorte Mette-Marit, qui nella foto diffusa per l’occasione; per lei quest’anno sono 47, come per il marito Haakon Magnus che li compie un mese prima. I due hanno festeggiato 19 anni di matrimonio il 25, mentre per la coppia sovrana oggi sono ben 52.
(Ph. Vidar Ruud, NTB scanpix)
Il Principe Ereditario in questi giorni è impegnato nella celebrazione di un anniversario importante non solo per la famiglia reale, ma per il Paese tutto. A 75 anni dalla liberazione il futuro re ha ripercorso Flyktningeruta, la via dei rifugiati che da Oslo porta alla Svezia. La Norvegia, pur neutrale, fu invasa da Hitler il 9 aprile 1940; Re Haakon VII e il figlio Olav – nonno e padre dell’attuale sovrano – riuscirono a raggiungere Londra, istituirono un governo in esilio col quale il re guidò la resistenza.
L’erede al trono ha ripercorso il tragitto compiuto da tanti connazionali che trovarono la salvezza nella vicina Svezia, incontrando nel percorso tanti testimoni e tante storie di quei giorni (qui trovate una ricca galleria d’immagini https://www.facebook.com/Kongehuset).
Quanto a sua madre Sonja, oggi ce la immaginiamo a festeggiare in famiglia, mentre ieri ha inaugurato una mostra dei suoi lavori artistici. Chic ome poche in total white interrotto solo dalla collana a boule di legno rosso scuro, scortata dal sempre charmant Magne Furholmen, uno dei tre componenti della leggendaria band norvegese a-ha (si scrive così, minuscolo, Lady Violet è una superfan), non solo musicista ma artista a tutto tondo che spesso collabora con la sovrana.
Affascinante, elegante, intelligente e colta Sonja sebbene nata borghese è una perfetta regina consorte, un ruolo che si è guadagnata giorno per giorno. La sua liaison con Harald fu assai contrastata ma coronata dall’happy ending; trovate qui la bella storia di questo grande amore:
Quest’anno per ovvi motivi aspettiamo con particolare interesse la tradizionale seduta fotografica della famiglia reale spagnola in vacanza a Palma de Mallorca. L’arrivo dei sovrani con le figlie è attesa per oggi, mentre la Reina Emérita Doña Sofía già si trova sull’isola ma sembra che non parteciperà ai vari appuntamenti istituzionali (perché va detto che queste sono vacanze per modo di dire, e infatti pare che Letizia non le ami affatto).
Nel frattempo altre royals ci informano dei loro spostamenti per un periodo di riposo e relax, a partire da Her Majesty e il Prinicpe Philip, che hanno raggiunto la residenza scozzese di Balmoral, dove rischiano un’altra quarantena dato che la situazione da quelle parti si sta complicando.
Qualche giorno fa Charlène de Monaco ci ha deliziato con un’immagine dei gemellini in vacanza a Calvi, dove la madre si sta allenando per la terza edizione di The Crossing: Calvi — Monaco Water Bike Challenge, competizione che partirà dalla città corsa alle tre del pomeriggio del 12 settembre, per terminare 24 ore dopo allo Yacht Club del Principato; i partecipanti, tra cui la Princesse, copriranno i 180 chilometri pedalando su una water bike. Decisamente più rilassante prendere il sole in spiaggia, come Jacques e Gabriella.
La famiglia del diadoco Pavlos è a Spetses, gemma delle Isole Saroniche amatissima dagli Ateniesi chic, che fu anche teatro del matrimonio tra il Principe Nikolaos e Tatiana Blatnik. I cinque figli di Pavlos e Marie-Chantal sono senz’altro bellissimi, ma hanno sempre – anche quando sono con i nonni, come in questo caso – un’aria se non annoiata di vaga sufficienza. A Roma si direbbe tipo pariolino, anche se di sangue blu. Però magari possiamo ispirarci per una mise en place informale all’aperto (superfluo ricordare che “informale” non significa “piatti di plastica” che oltre ad essere brutti inquinano pure).
La royal family norvegese ha raggiunto Mågerø, penisola nella Norvegia meridionale dove i sovrani hanno il loro buen retiro dal 1993. Confesso, non smetto mai di restare incantata dalla grazia della regina Sonja, dall’affetto che regna in questa famiglia, dalla serenità che trasmettono nonostante naturalmente neanche loro siano immuni da drammi e tragedie (ricorderete che il padre di tre delle sue nipoti, lo scrittore Ari Behn, ex marito della figlia Martha Louise, si è suicidato a Natale).
Non so dire se sia tutto merito suo, ma certo Sonja è una gran donna. E a ottantatre anni mantiene una splendida linea e uno chic incantevole.