Royal chic shock e boh – Robes de soirée

Accantoniamo per un attimo la Principessa di Galles e il suo dramma – sicuramente ne parleremo ancora – e concediamoci un po’ di frivolezza con la nostra rubrica domenicale, questa volta dedicata agli abiti da sera. Sì perché ieri a Montecarlo c’è stato il Bal de la Rose, e questo ce lo aspettavamo, cui ha partecipato anche Charlène, e questo non ce lo aspettavamo proprio!

(Ph: SBM)

L’ultima sua presenza risale al 2014, dieci anni tondi tondi, poi è scomparsa, convalidando l’ipotesi che lei e la cognata si fossero divise le serate clou del principato: a Caroline il Bal de la Rose a marzo, a lei il Gala de la Croix Rouge in estate. Invece ieri sera la sorpresa; vedremo col tempo come – e se – la situazione evolverà, intanto ciò conferma l’impressione di un lento ma costante ritiro di Caroline, che forse, magari al compimento dei settant’anni, sceglierà definitivamente la vita privata. Christian Louboutin, che ha sostituito il defunto Lagerfeld come direttore artistico, ha scelto il tema Disco, ispirandosi al mitico Studio 54 di New York. Scelta che avrà deliziato il sovrano Albert, in gioventù appassionato frequentatore del locale. Dove non portava certo il papillon rosso stile zio Artemio al cenone di capodanno. Fantastico Louboutin con parruccone stile Ivano&Silvano dei Cugini di campagna; l’abito color caramello è un’autentica chicca vintage. Meravigliosa la superospite, miss Gloria Gaynor, e i suoi gloriosi ottant’anni.

Divertente e azzeccata la principessa consorte, con una tuta di paillettes dorate di Elie Saab, (come la clutch metallica); il modello prevede anche un leggero mantello nello stesso tessuto, e francamente mi piace molto di più. Charlène non l’ha indossato, completando la sua mise con sandali dorati Jimmy Choo e capelli a caschetto a sottolineare gli orecchini di diamanti Griff. L’avrà consigliata il marito dopo essere stato al festival di Sanremo (Le uscite che non ti aspetti), dove probabilmente ha preso ispirazione da Mahmood con la sua tuta gold? Ve lo dico, la mise è sicuramente molto adatta ma non mi convince, non la valorizza adeguatamente ed è un peccato. Boh.

(Ph: @monacomatin)

Le paillettes sono state anche la scelta di Caroline, che ha tirato fuori dall’armadio un abito Lanvin. Bellissimo, un po’ cupo per l’allegria della serata, il suo tono viene sollevato dai favolosi orecchini JAR – la principessa ne ha almeno un altro paio – che dire, a me lei piace praticamente sempre, anche ingrigita e un po’ perplessa. Chic.

(Ph: SBM)

Assenti suo figlio maggiore Andrea Casiraghi e la moglie Tatiana, c’erano gli altri tre. Charlotte, la cui relazione col giovane scrittore Nicolas Mathieu sta scatenando molte chiacchiere e pure qualche critica, è arrivata da sola e ha goduto della compagnia della sorella Alexandra e del di lei fidanzato Ben. Belli trucco e parrucco anni ’60/70, terribile l’abito Chanel Couture Collection. Capisco che lei sia global ambassador e che indossi sempre i capi della maison, ma questo è veramente brutto brutto. Shock. La piccola di casa, Alexandra von Hannover, è sempre più graziosa ed elegante. Pure troppo con quest’abito nero dal grande fiocco rigido, molto stile sixties, poco stile disco, abbinato a borsina (tutto Celine) e orecchini prestati dalla mamma, dell’antica maison viennese Köchert. Sicuramente chic, anche se non particolarmente adatto al tono della serata. Ma forse semplicemente non aveva voglia di mascherarsi.

(Ph: Pierre Villard/SBM)

Se Charlotte è il volto Chanel, la cognata Beatrice è quello Dior. Scortata dal marito bizzarramente in bianco, Bea era in Dior dalla testa ai piedi, dall’abito a frange – più anni ’30 che ’60, ma va bene – alla clutch ai sandali. La tonalità oro pallido secondo me la spegne, i capelli si sono un po’ ammosciati e lui sembra appena arrivato da una giornata a Ibiza, ma insieme non mi dispiacciono. Però neanche mi piacciono davvero, boh.

(Ph: Kongehuset)

Avendo dedicato questo post agli abiti da sera, ampliamo lo sguardo. È un po’ che non parliamo di Mary, praticamente da quando è diventata regina di Danimarca, dieci settimane fa. Invero sembra che abbia rallentato un po’ le sue attività, e che l’upgrade le stia pesando, sempre che il problema sia quello e non la crisi coniugale di cui si continua a parlare con insistenza. L’occasione per tornare a occuparci di lei ce la dà la cena che i neosovrani hanno offerto lunedì scorso al Consiglio di Stato. Mary ha riciclato alla grandissima, tirando fuori dall’armadio un insieme della danese Malene Birger che ha indossato la prima volta nel 2007. La blusa nera non mi fa impazzire ma funziona, funziona molto bene con la gonna a pasticche svolazzanti; e alcuni pezzi della parure di rubini fanno il resto. I capelli raccolti così la intristiscono un po’ rendendola severa, ma sempre chic.

Qualche giorno – anzi sera – dopo, a Washington dove si sono trasferiti, sono stati i cognati di Mary a partecipare a un gala, alla presenza del presidente Biden. Io trovo Marie sempre piuttosto banalotta, e non si smentisce nemmeno in questo caso, ma immagino che non fosse occasione per particolari eccentricità. Anche lei riusa un abito già visto, del brand USA Haute Hippie; solito nero sbrilluccicoso, ma la linea pulita non è male anche se il bordo, che in foto non si vede, è percorso da piumette svolazzanti. In generale, mi piace l’abbinamento con l’orologio sportivo, in questo caso un Rolex. Mi convince? Boh.

Se i Danesi sembrano rallentare, gli Svedesi hanno messo il turbo. Non hanno fatto in tempo i sovrani a rientrare dalla visita ufficiale in Messico, che l’erede al trono Victoria è partita per il Bangladesh con UNDP, il programma dell’ONU per lo sviluppo. Non ci sono state serate di gala, ma qualche cena sì, e devo dire che il guardaroba della futura regina mi ha davvero convinta; alle tenute da lavoro ha alternato abiti graziosi e leggeri, perfetti per affrontare il caldo umido del Paese affacciato sul golfo del Bengala, tenendo anche presente la religione islamica che vi si professa. Una per tutte, ho scelto la mise indossata la prima sera, per la cena ufficiale con il Primo Ministro, che è una donna, Sheikh Hasina.

Abito in seta del brand svedese By Malina; è il modello Meadow, che Victoria ha in molte fantasie diverse. Questa non è una della mie preferite ma tutto l’insieme, con clutch dorata Anya Hindmarch e le classiche Gianvito Rossi in camoscio beige, mi piace assai. Brava, bella e chic.

Le foto del giorno – 66 printemps pour Albert

Un giorno forse qualcuno ci spiegherà che problema hanno i Monegaschi con le torte di compleanno, ma andiamo con ordine. Oggi il sovrano del Principato, Albert II, compie 66 anni; per lui un’allegra festa di popolo nella Place du palais.

Il principe è arrivato a ricevere gli auguri in compagnia della moglie Charlène – in abito di maglia grigio con scarpette in tinta – e dei figli gemelli Jacques e Gabriella. Inevitabile la foto davanti alla grande torta, con gli auguri scritti in lingua monegasca. Ora, ricordate il gateau davanti al quale aveva posato la famigliola per il compleanno di Charlène, lo scorso 25 gennaio (La foto del giorno – Joyeux anniversaire)? Difficile immaginare qualcosa di peggio, e invece…

Magari gli hanno voluto fare una sorpresa, riproducendo il fumaiolo di quella barchetta di plastica rossa, con cui giocava da piccolo… Va bene, diciamo che non potendo godere tanto della torta – parliamo dell’aspetto, magari era buonissima – Albert si sarà senz’altro goduto il bacio della consorte.

Oltre ai festosi auguri dei suoi concittadini, assai numerosi e dotati di apposite bandierine con la scritta Joyeux anniversaire, buon compleanno. Poteva mancare la banda dei Carabiniers du Prince? Giammai!

Auguri dunque al sovrano nato nel Pi Greco Day, la giornata della matematica. Non conosco la relazione del principe con tale materia, oggetto di amore (poco) odio (assai di più) per ogni studente; ma sappiamo che matematicamente tra soli quattro anni ne compirà ben settanta. Per dirla con Gianni Perego, il personaggio interpretato da Gassman nell’immortale C’eravamo tanto amati: “il futuro è passato, e non ce ne siamo nemmeno accorti”. Felice compleanno, Munsignù!

Le foto del giorno – Cerimonie di gennaio

Innanzi tutto una precisazione, nel post di ieri (La foto del giorno – Holocaust Memorial Day) scrivevo di non aver trovato menzioni alla Giornata della Memoria negli account social delle famiglie reali europee, con l’eccezione della britannica.

(Ph: Karl Gabor)

È vero che non avevo trovato nulla, ma non è vero che non ci siano state manifestazioni alla presenza di reali: oggi sono uscite le immagini che riguardano i sovrani svedesi durante la cerimonia di ricordo presso la sinagoga di Stoccolma.

(Ph: Caisa Rasmussen / TT)

Per parte sua la principessa ereditaria Victoria, accompagnata dal marito Daniel, ha preso parte a quella organizzata dal Forum för levande historia (forum per la storia viva) sull’isola di Skeppsholmen, sempre a Stoccolma. In entrambi gli eventi i reali hanno potuto incontrare sopravvissuti all’olocausto.

Chiedo venia.

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

Per fortuna ci sono appuntamenti anche meno tragici: il 27 gennaio a Monaco è il giorno della patrona, Sainte Dévote, e la tradizione prevede, la sera prima dalla festa, una cerimonia che culmina con l’incendio della barca davanti alla chiesa dedicata alla Santa, in ricordo di un suo miracolo. Presenti Albert, Charlène, i gemelli, e Mélanie-Antoinette de Massy, figlia della defunta Elisabeth, cugina di primo grado del principe; i due sono molto legati.

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

Sabato mattina messa solenne in Cattedrale, presieduta da Sua Eccellenza il Cardinale François-Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio (Dévote era di origine còrsa). Piuttosto che fotografie del rito sacro, o della processione con le reliquie della Santa ho scelto questa; ho fatto bene?

La foto del giorno – Joyeux anniversaire

Oggi Charlène de Monaco compie 46 anni, ed è stata festeggiata con un gâteau al mercato della Condamine, antico quartiere monegasco ai piedi della rocca su cui sorge il Palais prinicier.

(Ph: Éric Mathon/Palais princier)

Con lei il marito Albert e i figli gemelli Jacques e Gabriella. Lady Violet confessa: non credeva che questo momento sarebbe mai arrivato, ma in questa foto la più allegra – diciamo meglio, sorridente – è lei. Piuttosto perplessi, per non dire pietrificati, i due bambini, e perfino il loro padre, che essendo un uomo di mondo è in grado di assumere un’espressione cordialmente lieta in ogni occasione, anche le più improbabili. A me francamente sorge un dubbio: la torta è vera? Perché è talmente liscia e perfetta da sembrare posticcia; e non aiuta la decorazione a farfalle tristemente monocrome, né la scritta azzurra stile biglietto da visita. Posso dire? Non tutto può o deve essere sobriamente elegante; vale per le torte di compleanno e in fondo pure per le bambine di nove anni vestite di grigio e beige. Per il prossimo anno una bella crostata? Anyway, buon compleanno!

Le foto del giorno – Charlène ride, di nuovo!

Il titolo di questo post cita quello di qualche anno fa (Charlène ride!) che a sua volta citava la frase – la Garbo ride! – con cui venne pubblicizzato il film Ninotchka, girato da Ernst Lubitsch alla fine degli anni ’30 con Greta Garbo, abituata ai ruoli drammatici e dotata di un temperamento non particolarmente allegro, per la prima volta messa alla prova in un ruolo brillante. Primo e ultimo, dato che la diva si ritirò dalle scene qualche anno dopo.

Mi fa quasi tenerezza pensare che nel 2019, anno del primo post, pensavamo che la Princesse fosse triste, troppe tristezze ci avrebbe riservato negli anni seguenti! Ora il peggio sembra essere passato, e possiamo postare questa deliziosa fotografia che la vede allegramente abbracciata alla cognata Stéphanie.

(Ph: David NIVIERE/ABACAPRESS.COM)

Il tutto è avvenuto lunedì 22 allo stadio del Principato, dov’è stata disputata la Fight Aids Cup, per celebrare i vent’anni di  Fight Aids Monaco, associazione per la lotta all’AIDS fondata e presieduta da Stéphanie. In questi giorni Monaco ospita un’edizione speciale del Festival del circo, ed è una delle manifestazioni per il centenario della nascita di Rainier III, grande appassionato delle arti circensi, che istituì il festival cinquant’anni fa. Si sono affrontate la squadra dei Barbagiuans, capitanata da Louis Ducruet, e quella del Circus Festival, che ha vinto il match 3 a 2.

(Ph: Eric Mathon-Frédéric Nebinger/Palais princier)

Charlène non ha partecipato a tutti gli appuntamenti della kermesse, a volte sostituita non si capisce come mai dal fratello Gareth, che sta sempre in mezzo come il giovedì, ma insomma direi che stia facendo del suo meglio. Ha pure provato a tirare un calcio al pallone, con stile invero un po’ incerto, peggiorato dai tacchi degli stivali.

(Ph: Eric Mathon-Frédéric Nebinger/Palais princier)

Quello che sembra davvero sincero è il rapporto con la cognata più giovane, che con l’età pare essere diventata una donna solida, i piedi per terra e pochi fronzoli. I rumors vogliono invece una relazione più complicata con Caroline – che oggi compie 67 anni – e devo dire che non sarei stupita nell’avere conferma che la principessa sudafricana, che non ha mai mostrato grande passione per le formalità della Corte, si trovi più a suo agio con l’informale Stéphanie.

(Ph: David NIVIERE/ABACAPRESS.COM)

Posso dire? Una volta archiviato – temo per sempre – il glamour dei tempi d’oro, a me i Grimaldi piacciono in fondo più in queste occasioni ludico/beneficheche che in quelle più formali legate al loro ruolo di reali.

Royal chic shock e boh – Gran finale (parte seconda)

Riprendiamo il discorso dove lo avevamo lasciato, a Stoccolma. Altro appuntamento legato al Nobel la sera di lunedì 11 dicembre – il ricevimento offerto dai sovrani a Palazzo Reale – altro evento di gala in abiti da gran sera e diademi.

(Ph: Svenskdam/TT)

La regina Silvia ripropone la mise indossato dieci anni fa per le nozze della figlia Madeleine. Un abito in organza di seta ricamato con Swarovski, in un colore che a me sembra azzurro ghiaccio, ma all’epoca il Palazzo definì “color giada”, e chi siamo noi per smentirli? Forse a distorcere un po’ la percezione del colore contribuisce anche la sciarpa, indubbiamente azzurra, la cui utilità francamente mi sfugge, in compenso l’abito mi convince assai. La fresca ottantenne Silvia mantiene una splendida silhouette, che viene messa in risalto più dai modelli lineari che da quelli con un volume più ampio. Gli zaffiri (e i diamanti) della parure Leuchtenberg, dono di nozze – forse da parte di Napoleone – ad Augusta di Baviera che nel 1806 andò in sposa a Eugène de Beauharnais, figlio dell’imperatrice Josephine e dunque figliastro dell’Imperatore, distraggono l’attenzione anche dalla dimenticabilissima minaudière a forma di conchiglia. Chic.

(Ph: Svenskdam/TT)

La Principessa Ereditaria Victoria sta diventando una delle più fedeli clienti di Camilla Thulin, le cui creazioni mi sembrano spesso interessanti. Per la serata Victoria ripropone una gonna a fiorellini già indossata anni fa, in questo caso abbinata a un corpetto di seta bianca che evoca la linea di una tshirt (spoiler: un supertrend di stagione, ci aspettano mesi pieni di magliette, o di mise che ad esse si ispirano). Mi piace molto, sarebbe perfetto per una serata, ma mi viene il dubbio che sia un po’ poco formale per un evento del genere, anche se la tiara Connaught, importante ma leggera grazie al disegno di archi, mi sembra ben abbinata. Chic, ma anche boh.

Non sarebbe male se l’anno nuovo ci portasse delle nuove scelte di stile da parte di alcune royal ladies tra cui Sofia, che come sapete spesso mi convince poco. Invece il 2023 per lei finisce non dico in trionfo, ma quasi; se già non mi era dispiaciuto l’abito nero indossato alla consegna dei premi Nobel, approvo incondizionatamente questo sfoggiato la sera seguente. La stilista Ida Lanto nel 2017 aveva creato per la principessa un abito in raso pesante rosso amaranto, con scollatura quadrata e spalline; lo ha poi rimaneggiato su richiesta della proprietaria, e l’effetto è molto migliorato: più elegante – e donante – la scollatura, più bella la linea della gonna. Anche la clutch è rimasta la stessa: è la Vanite di Christian Louboutin in versione silver. Brava Sofia, chic.

(Ph: Rune Hellestad/Getty Images)

Un Nobel, quello per la pace, viene consegnato in Norvegia; quest’anno l’ha vinto la cinquantunenne attivista iraniana Narges Mohammadi. Il premio è stato ritirato dai suoi due figli, i gemelli Ali e Kiana Rahmani, dato che la vincitrice è in prigione in Iran dal 2016. Consentitemi di astenermi sulla bizzarra mise della giovanissima Kiama, in compenso trovo la regina Sonja elegante as usual: gonna in seta dallo scioccante fucsia prudentemente smorzato dal corpino in velluto bordeaux (ve l’ho detto che è il colore più in voga del momento?). Molto bella anche la grande spilla; poi che vi devo dire, io la amo sempre, 86 anni di sereno splendore. Chic. La futura regina consorte Mette-Marit ha un senso dello stile tutto suo. Per la serata ha scelto un abito alla caviglia di autore sconosciuto, a righe orizzontali, abbinato a una clutch in seta rosa di Prada e scarpe Manolo Blahnik. In alcune foto la sua mise sembra bellissima, in altre così così; tutto l’insieme è un po’ boh, ma questa donna ha qualcosa di incantevole.

(Ph: RVD)

Tra i più dinamici nella fase finale del 2023 c’è senz’altro il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, che accompagnato dalla consorte Kim Keon Hee dal 21 al 23 novembre ha compiuto una visita di stato nel Regno Unito; poi è tornato in Europa il 12 e 13 dicembre per un’altra visita di stato, questa volta in Olanda (e per completezza di informazione, dal 7 al 9 novembre aveva ricevuto a Seul il presidente Mattarella). Per lo state banquet Regina la Máxima accoglie gli ospiti nel palazzo reale di Amsterdam con una una mise già vista: abito bordeaux dello stilista greco Christos Costarellos indossato durante una visita in Grecia (Royal chic shock e boh – Domenica 6 novembre). L’abito secondo me è bellissimo, a fasce alternate di pizzo e velluto in seta (ce lo ha pure Mathilde, in una tonalità ottanio; sempre bello, ma mi piace meno). Allora avevo contestato alla regina olandese di essere overdressed, con un abito importante e la sontuosa tiara Mellerio, mentre i signori erano in abito grigio. Questa volta con la stessa identica mise è perfetta, perfino con l’aggiunta della fascia rosa dell’Ordine al merito del servizio diplomatico, appena ricevuto dal presidente sudcoreano. Chic. Terrificante la first lady sembra una di quelle bambole orientali dall’espressione crudele tra l’abito rigido, i capelli che sembrano plastificati e addirittura i guanti neri. Shock.

Concludiamo con il Principato di Monaco, dove Charlène sembra aver ripreso il suo posto, e partecipa spesso e volentieri ad eventi di ogni tipo. La sera di venerdì 8 dicembre è stata la madrina del Bal de Noel, organizzato nella Salle Empire, all’Hôtel de Paris, nel corso del quale grazie a un’asta organizzata da Sotheby’s sono stati raccolti fondi per la Fondazione della principessa. Che è apparsa di buon umore in una classica mise da feste di fine anno: un abito dalla linea semplice, tutto tempestato di paillettes color platino, di DidierAngelo. La maison, composta da due stilisti – l’italo svizzero Didier e l’italospagnolo Angelo – sta crescendo nel gradimento della Princesse, che ad essa si è rivolta anche per l’abito di velluto color senape che compare sul biglietto di auguri di quest’anno (Le foto del giorno – Natale è ormai vicino). Sotto l’abito si intravvedono le Ascent 85 di Gianvito Rossi. Non particolarmente originale, ma chic.

L’anno si chiude con il discorso di auguri di Albert II, penalizzato come tutti i discorsi di capodanno dalla notizia bomba arrivata da Copenaghen. Accanto al Principe regnante, in impiegatizio vestito blu da giorno, c’è la sua consorte, in abito da sera e orecchini chandelier (io questi bizzarri abbinamenti non li capirò mai, ma è un problema mio). Anche Charlène, come Mary e Mathilde: Royal chic shock e boh – Gran finale (parte prima) sceglie il velluto bordeaux, nel suo caso Ralph Lauren. Bello, col suo fisico statuario porta sicuramente bene questi modelli, e alla fine ha detto pure sette parole, in tre lingue diverse! Ci starà diventando poliglotta? Chic e godetevi il video https://www.youtube.com/watch?v=NDhblnyRjXk

(Ph: Axel Bastello/Palais princier)

Questo è quanto, ma fatemi finire con la principessa per cui ho un debole da quando ero ragazzina, una delle due o tre signore che mi hanno fatto innamorare del mondo royal. Ormai compare poco perciò, anche se il suo non è esattamente un abito da gran sera, chiedo a lei di chiudere la nostra rassegna. Accompagnata dal fratello, la sera del 16 dicembre Caroline de Monaco ha partecipato alla première del celeberrimo musical The Phantom of the Opera », all’Opéra de Monte-Carlo con indosso un abito in velluto blu a ricami d’argento del brand londinese Seren. Somiglierà pure a una vestaglia, come ha detto qualcuno, ma io la trovo sublime. Come mi accade da quasi cinquant’anni.

Salutiamo definitivamente il 2023, pronti per tutte le novità che ci aspettano. Caro 2024, trattaci bene e non ci deludere!

Le foto del giorno – Monaco in festa

Il 19 novembre, come ogni anno dal 1949, si celebra la festa del Principato di Monaco, nel giorno dell’onomastico del sovrano. Qualcuno potrebbe obiettare che sant’Alberto Magno si festeggia sì a novembre, ma il 15; la verità è che salito al trono Albert II ha preferito mantenere la tradizione come estremo omaggio al padre, e dunque la fête nationale continua ad essere celebrata il 19, giorno di San Ranieri di Pisa e della dinastia Grimaldi, che lo onora appunto in questa data. Conclusa la premessa dedicata al calendario passiamo alla cronaca. La giornata inizia alle 9.30 con il Te Deum nella cattedrale di Notre-Dame-Immaculée, ed è l’occasione per godersi la famille princière in parata.

Charlène sceglie il total color in un bel rosso quasi-Natale: abito, cappotto a redingote, cappellino Stephen Jones e stivali di camoscio Manolo Blahnik. Che ne penso? Ve lo dico prendendola alla larga. Una volta mi spiegarono che tra gli attori esiste una caratteristica che prescinde da bravura età fascino e persino provenienza geografica, ed è la dote innata di indossare bene i costumi di altre epoche. Esempio: il neozelandese Russel Crowe, almeno ai tempi d’oro, risultava credibile vestito da antico romano (Il Gladiatore) in abiti medioevali (Robin Hood) e pure settecenteschi (Master & Commander). Invece l’europeo, colto e raffinato Hugh Grant in Ragione e sentimento sembrava mascherato. Tutto ciò per dire che ecco, a me Charlène molte volte sembra mascherata. Tipo questa. L’ispirazione sarà il new look Dior degli anni Cinquanta? La suocera, incantevole in pizzo rosso nel Delitto perfetto? Qualunque cosa sia non mi convince. Nonostante la Princesse sia una bella donna dotata un fisico che le permetterebbe modelli e volumi anche importanti mi sembra molto spesso che siano le sue mise a portare lei.

Terribile l’accoppiata con la figlia Gabriella, bimba adorabile di neanche 9 anni combinata come la madre ma in blu, compreso il cappellino piazzato sulla capoccetta; terribilissime le scarpette col tacchetto, con l’aggravante di essere delle Louboutin. A tanta rossa abbondanza rispondono le due cognate in stile mezzo lutto: noiosamente perfetta Caroline in Chanel nero con cappello bianco, chic senza troppi sforzi (e senza grande impegno), mentre la sorella Stéphanie opta per un cappottino damascato grigio, confermando il suo stile ultraminimal: né cappelli né tacchi, e occhialetti da Harry Potter.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Lasciata la cattedrale, la seconda parte della solenne cerimonia si svolge nella corte del palais princier, con nipoti cugini (e pure cognati) del sovrano schierati. Si parte da sinistra con figli e nuora di Stéphanie: la figlia minore Camille Gottlieb, un po’ quadro antico con cappotto grigio e cappellino nero; segue la secondogenita Pauline Ducruet, che lavora nella moda e un po’ si capisce; il cappotto over bianco si vede poco, ma da quel poco non sembra male. Anche lei in bianco, precede il marito Luis, figlio maggiore della principessa, la neomamma Marie, che non lavora nella moda e direi che anche qui si vede. Ma benedetta ragazza dove l’hai rimediato quel coso?

Segue il ramo Caroline; ecco la figlia minore Alexandra von Hannover, in nero Celine con gambe abbondantemente scoperte e inguainate in calze velate, come se andasse a un party e non a una sobria festa nazionale. Dopo di lei Beatrice Borromeo in Casiraghi, in velluto bordeaux (uno dei colori più di tendenza nei prossimi mesi) firmato Dior, tradita dal cappello più tegame che colbacco; dopo il marito Pierre c’è la di lui sorella Charlotte, senza il marito Dimitri Rassam ma con i due figli, e un tailleur Chanel un po’ miserello, soprattutto nella lunghezza. Unica a spiccare in questa uniformità di tinte Tatiana santo Domingo, moglie del primogenito di Caroline Andrea Casiraghi, che chiude la fila. Anche Tatiana lavora nella moda, e nel suo caso si vede bene: il suo completo Emilia Wickstead, composto da abito senza maniche e giacca doppio petto in una tipologia di tartan detto Tattersall è quello che a me è piaciuto di più.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Pensavo di dedicare alle mise di questa giornata il nostro Royal chic shock e boh, ma alla fine ci ho ripensato, speriamo nell’anno prossimo! Intanto gira voce che Alexandre, il figlio ventenne di Albert nato da una sua relazione con Nicole Coste, vorrebbe lavorare col padre per riportare il principato agli splendori dell’età doro di nonna Grace. Da fare ce n’è. Parecchio.

Royal chic shock e boh – Sweet November

Royal Halloween

Giuro, ho visto questa foto e mi sono chiesta se l’impareggiabile Máxima si fosse unita ai bambini a caccia di dolcetto o scherzetto. E invece no, è solo la mise scelta per uno dei suoi tanti impegni, in questo caso i trent’anni di Home-Start Nederland, programma mondiale di supporto per le famiglie, con l’obiettivo principale di assisterle nella crescita dei bambini piccoli. L’abito in tweed bianco e nero di Dolce & Gabbana (ce l’ha uguale Amal Clooney), arricchito da una grande spilla Natan, mi piace e le sta bene; il cappello è Philip Treacy e benché io ami lui e le sue creazioni in questo caso secondo me rende tutto troppo overdressed; lei è bella, anche elegante – calze lucide a parte – ma mi sembra un po’ troppo. Attendo con interesse il vostro parere, per me francamente boh. Però certo non si può dire che quando arriva lei, camminando sulle Gianvito 105 di Gianvito Rossi, non si capisca che è la regina.

Nonostante abbia annunciato da vari mesi il rientro con la famiglia nella madrepatria, la Principessa Madeleine di Svezia vive ancora negli USA, a Miami; e una foto degli O’Neal mascherati per Halloween non manca mai. Quest’anno il figlio si è messo la maschera di Scream, le due bambine non ho capito da cosa sono vestite, i genitori sembrano due cantanti country, o una cosa così. Una breve ricerca ha spiegato l’arcano: Adrienne, la piccola di casa, è Anna, la sorella della bionda Elsa nel cartone Frozen, Nicolas è l’unico che avevo indovinato, la figlia maggiore Leonore è la Barbie dell’omonimo film. I genitori invece dovrebbero essere lei Beth (con un abito Derek Lam 10 Crosby) e lui Rip della serie televisiva Yellowstone (confesso, mai vista). Boh, io invero li trovo terribili, mi assale il dubbio di essere troppo antica.

Tartan Queens

Torniamo su un terreno meno rischioso, squisitamente autunnale, e adorato da Lady Violet: il tartan. E riprendiamo da Máxima, che lo ha scelto per il Prix de Rome (nonostante il nome, è un premio olandese dedicato agli artisti, che immagino ottengano la possibilità di un periodo di studi nell’Accademia del loro Paese a Roma). L’abito è Natan, la borsa il modello Moneypenny di Sophie Habsburg. Non sono una fan di quel cappello, ma nell’insieme (come avrebbe detto mia madre) la trovo chic.

La Principessa di Galles non si è vista moltissimo nelle ultime settimane, ma il 2 novembre era in Scozia con il marito William (che ora ha raggiunto Singapore per gli Earthshot Prize). Lo scopo, conoscere iniziative dedicate ai più piccoli e alla loro salute fisica e mentale, che è il suo principale campo di interesse e di impegno. William non si è ancora convinto a indossare il kilt – prima o poi lo farà, ne sono certa – Catherine intanto ha sfoggiato una bella giacca imbottita Burberry, con simpatici pantaloni a zampetta (Mother Denim). Trovo orrendi gli scarponcini Ba&Sh, per il resto chic.

Terza royal lady, terza interpretazione del tartan; questa volta è Mary di Danimarca, che si è concessa un bagno di folla nella cittadina di Esbjerg con un giaccone reversibile di Massimo Dutti indossato dal lato scozzese (l’altro è in tinta unita navy) e completato con pantaloni ampi, dolcevita e guanti blu. Chic. Si è capito che mi piace il tartan?

Ma quanto sono carini? E come sta bene Mary col beanie di cashmere, cioè quel modello di cappello/cuffia che sta male praticamente a chiunque abbia superato l’adolescenza?

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La sera la coppia ha consegnato i premi a loro intitolati, i Kronprinsparrets Priser; la futura regina consorte di Danimarca ha scelto un abito midi di velluto blu, del brand danese Rotate, trapunto di cristalli che lo accendono come il cielo del Nord. Non mi fa impazzire, però è il suo stile ed è adatto all’occasione; ma perché il marito si è presentato con un abito da giorno, per di più marrone? Boh.

Chi si rivede!

(Ph: Fredrik Varfjell/NTB)

Nell’ultimo post (Royal chic shock e boh – Bye bye October) avevamo accennato al fatto che il Re di Norvegia era stato colpito dal covid ma si era già ripreso, ed ecco la prova: il 31 ottobre i sovrani, accompagnati dagli eredi, hanno offerto un pranzo per i 75 anni del Nordic Council, che riunisce i paesi scandinavi – Danimarca Norvegia Svezia, più Islanda e isole – per armonizzarne le politiche. Se Sonja è chic as usual in una mise bordeaux che indossa spesso, Mette-Marit è apparsa un po’ infagottata in un abito a riquadri crema e lime Dior, da cui francamente mi aspetterei qualcosa di meglio. Shock.

In serata, sotto la prima neve di Oslo, i Principi Ereditari sono arrivati all’Opera per consegnare i premi per l’Ambiente assegnati dal Nordic Council. Sotto una cappa di pelliccia su cui non mi pronuncio la principessa indossa un lungo abito a fiori (byTiMo). Mia madre aveva qualcosa del genere, ma lo portava d’estate. Mi sembra un po’ informe, pasticciato.

E visto che Haakon porta un semplice completo blu, non era meglio un abito più semplice, magari midi? Boh, ma complimenti alla signora con gli scarponi fucsia.

Il 3 novembre c’è stato il gemellaggio tra il comune di Monaco e quello ligure di Dolceacqua; dal Palais princier ci informano che la firma “avviene esattamente cinque secoli dopo il giuramento di fedeltà degli amministratori di Dolceacqua, Apricale, Isolabona e Perinaldo, ad Augustin Grimaldi, signore di Monaco e vescovo di Grasse, a Monaco, il 3 novembre 1523”. In effetti nella foto non compare nessuno dei due sindaci, Georges Marsan e Fulvio Gazzola, in compenso si può apprezzare a figura intera Charlène e il suo completo pantaloni misto cachemire firmato Chloe. Tralasciando il colore, che non deve piacere a me (e infatti non mi piace) ma non mi sembra che la valorizzi particolarmente, il taglio così over non mi convince per niente; le fa le spalle ancora più ampie e la testa ancora più piccola. Boh. Segnalo che il primo signore a sinistra, col completo che deve essersi ritirato dopo un passaggio in lavatrice, è S.E. Giulio Alaimo, il nostro ambasciatore nel Principato.

E per continuare a farci del male, ecco una immagine del pomeriggio, quando la scena si è spostata a Dolceacqua; Charlène è rimasta a casa (diamole torto…) mentre ha fatto la sua non particolarmente elegante comparsa il senatore Gasparri, ché alla fine Albert II è sempre un capo di stato straniero, e va ricevuto con una certa formalità. La prossima volta facciamo un piccolo sforzo in più, dai.

Madri e figlie

Se la notizia della settimana è senz’altro il diciottesimo compleanno della Princesa de Asturias con conseguente giuramento sulla Costituzione che ne sancisce l’assunzione ufficiale del ruolo di principessa ereditaria, quella di stile potrebbe tranquillamente essere l’abito della sorella Sofía. Che per il gran día di Leonor ha scelto un leggero capedress Erdem leggero romantico e svolazzante, ma invece che comprarlo l’ha noleggiato sulla piattaforma spagnola Borow, dimostrando così che la scelta consapevole l’attenzione allo spreco e alla sostenibilità si confermano centrali per le nuove generazioni, anche royal.

(Ph: EFE/ Jesús Diges)

Tre giorni dopo la loro madre Letizia ha partecipato al Festival cinematografico Ópera Prima a Tudela, in Navarra, dove ha consegnato alla vedova una targa in memoria di Carlos Saura. per l’occasione ha scelto il grigio, un abito Cortana con stivali alti sopra al ginocchio di Nina Ricci. A seconda delle foto, l’abito sembra a volte brutto a volte bello, quindi facciamo la media: boh.

(Ph: The Temple Church)

Chiudiamo con lei, la Princess Royal, che nei giorni scorsi ha partecipato alla Choral Evensong a Temple Church, incantevole chiesa londinese da visitare assolutamente la prossima volta che andrete a Londra, nel caso non la conosceste. Nel corso del servizio religioso, celebrato il 2 novembre, la principessa ha letto un brano della lettera ai Corinzi, lo stesso letto al funerale della defunta Regina. E lo ha fatto indossando un mantello che abbiamo spesso visto indossato da sua madre. In panno di lana nero, chiuso da un alamaro e quattro bottoni dorati, creato dalla manifattura Admiral.

Si può immaginare qualcosa di più chic?

Royal chic shock e boh – Impressioni di settembre

Riprendere l’attività dopo l’estate può essere pesante, ma dalle mise funeree che hanno scelto alcune royal ladies si direbbe che l’abbiano presa proprio male.

Si comincia con Mary di Danimarca, che martedì 5 ha celebrato con il marito il Flagdag, il giorno della bandiera, riproponendo capi già indossati: dall’ampio cappello della modista danese Susanne Juul alla blusa Boss by Hugo Boss alla gonna del brand finlandese Andiata alle scarpe Gianvito Rossi alla clutch Bottega Veneta. Un po’ troppo dark per una mattina di fine estate, ma che le vogliamo dire se non chic?

Blue che sembra black è la scelta del giorno seguente, mercoledì 6, per la consegna del Danish Business Award, premio organizzato dalla camera di commercio nazionale: abito midi in crêpe di viscosa – che purtroppo evidenzia brutte grinze da seduta – di Goat, clutch del brand danese Quidam, scelto altre volte dalla futura regina, e il tocco grigio delle Gianvito Rossi pitonate. La cinturina in vita è arricchita da quella che sembra una fibbia e invece è una piccola spilla. Lady Violet adora questi dettagli, chic!

La sera però si cambia: Mary ha accompagnato la suocera regina alla prima del film di Bille August Ehrengard L’arte della seduzione, in arrivo su Netflix giovedì 14. Com’è noto la sovrana si diletta nella creazione di costumi, attività cui si è dedicata anche in questa occasione, oltre a intagliare dei découpage per la scenografia. Forse in omaggio a questa passione per il taglia&cuci, Mary ha indossato un abito totalmente rimaneggiato dell’australiana Collette Dinnigan indossato la prima volta al matrimonio di Madeleine di Svezia. All’epoca non mi piacque affatto: il colore, almeno in foto, risultava piuttosto cheap, e quella cappa di chiffon sembrava veramente fatta di scintilla, nome che in teatro si dà al tulle più economico, che ha la preoccupante caratteristica di infiammarsi facilmente. La nuova versione di quest’abito, midi e senza cappa, secondo me è molto meglio ma non mi piace lo stesso. Un po’ grande la clutch Diane von Furstenberg; bellissime le scarpe color platino, il modello Maureen di Malone Souliers, fatte a mano in Italia, ma boh.

Venerdì i principi ereditari hanno annunciato la nuova edizione dei premi a loro intitolati, i Crown Prince Couple Awards 2023. La sede della cerimonia di consegna cambia ogni anno, e nel 2023 sarà la città di Esbjerg. La fotografia è un po’ infelice, ma la mise di Mary – una tuta da sera di Stella McCartney – si riesce ad apprezzare. Bella, rock il giusto, il colore chiaro la sdrammatizza e la rende più chic. Non è un capo nuovo, la principessa l’aveva già indossata lo scorso anno, proprio alla consegna dei premi; il riuso perfetto.

Altra signora che ha scelto un look dark è Charlène de Monaco, insolitamente attiva questa settimana. La prima delle sue mise l’abbiamo già vista, è quella con cui ha accolto insieme al marito il nuovo ambasciatore di Francia: total blue firmato Ralph Lauren composto da top in jersey con scollo a barca e maniche lunghe più ampi pantaloni plissé in chiffon, che mi ricordano quelli Chanel indossati per le sue nozze civili. La mise mi piace, i pantaloni sono splendidi e penso si apprezzino meglio in movimento; chic, ma lei non mi convince mai del tutto.

Sono invece convinta di ciò che penso della mise indossata venerdì: non mi piace. Un’ampia delegazione della Famille princière – Albert, Charlene, Caroline con i figli Andrea e Charlotte, Stéphanie con i figli Louis e Camille – ha visitato per la prima volta in cinquant’anni il Conseil National, il parlamento del Principato, nel quadro delle celebrazioni per il centenario della nascita di Rainier III. Charlène indossa un tailleur pantaloni con giacca doppiopetto, che non mi sembra neanche tagliato benissimo, in un colore tra il verde marcio e il marrone fango che la sbatte più di un battitappeto. Forse lo ha comprato quando aveva ancora i capelli biondi, con cui magari sarebbe stato meglio; così è tristissimo, e non essendo lei nota per lo spirito allegro francamente avrei evitato.

Vale comunque la pena di dare un’occhiata all’intero gruppo; da sinistra Andrea Casiraghi che sembra sempre appena alzato dopo aver dormito vestito, ma senza ancora il primo caffè; Stéphanie (presidente del comitato per il centenario) arrivata dritta dritta dalla palestra; Caroline (in Céline) chic ma un po’ Crudelia DeMon. Vengono poi i sovrani accanto al busto del principe scomparso e Madame Brigitte Boccone-Pagès, Presidente dell’Assemblea. Dopo di lei Camille Gottlieb, sobria e vagamente anni ’60 (forse quella che mi piace di più) il fratello Louis Ducruet col vestito come zia e la cravatta come zio, per finire con Charlotte Casiraghi (immagino in Chanel) versione Vispa Teresa. Un grande boh.

(Ph: Bruno Bebert/Bestimage)

La settimana e l’estate a Monaco si chiudono con il tradizionale picnic – che in lingua locale (un dialetto simil ligure) si chiama U Cavagnëtu – offerto dalla municipalità al Parco Princesse Antoinette. Presenti i principi sovrani con i due gemelli Jacques e Gabriella, particolarmente immusonita, e Charlotte Casiraghi con marito Dimitri Rassam e i due figli: Raphaël (nato dalla relazione con Gad Elmaleh) e il delizioso Balthazar, quasi cinque anni e un paio di orecchie che non si vedevano da quando King Charles era piccino. Adorabile. Charlène deve aver capito che il picnic si sarebbe svolto nel Principato sì ma di Valacchia, e si è presentata con una pantagonna – o qualunque cosa sia – nera lunga fino ai piedi e una blusa Etro fermata in vita da una cintura. Ma perché? Shock. Non mi fa impazzire nemmeno Charlotte in abito Chanel a volant multicolor. Boh.

(Ph: Getty Images)

Dopo tante mise dark o in colori improbabili chiudiamo con un tocco di bianco, anzi due. In preda a iperattività da fine vacanze, o come suggerisce qualcuno per controbilanciare la presenza dei Sussex sui giornali a causa degli Invictus Games attualmente in svolgimento a Düsseldorf (non ne abbiamo ancora parlato ma lo faremo, lo prometto), la Principessa di Galles è volata a Marsiglia per sostenere la squadra inglese nel campionato mondiale di Rugby. Bella, contemporanea, pure rock Catherine in tailleur pantaloni bianco Alexander McQueen, nonostante i capelli, meno boccolati del solito ma per me troppo lunghi, è sicuramente chic. Molti hanno colto una somiglianza con la cognata Meghan, pure lei in completo pantaloni bianchi e trecce morbide sparse sull’affannoso petto agli Invictus Games dello scorso anno. Ispirazione inconscia? Chissà.

Gran finale con Letizia venerdì a Pamplona per i 600 anni del Privilegio de la Union, che consentì a tre borghi di unirsi dando origine alla città. Los Reyes sono stati accolti da tre signore: la sindaca Cristina Ibarrola (in bianco al microfono) María Chivite, Presidente del governo di Navarra (in abito fucsia alla destra del re) e Isabel Rodríguez, Ministra delle politiche territoriali (prima a sinistra, in blu). Felipe beato tra le donne è proprio nel suo ambiente, e resta sempre uno dei migliori accessori che una donna possa sfoggiare. Quanto alla Reina, in un abito di pizzo bianco del brand spagnolo Sfera già indossato in precedenza, è fresca ed elegante senza rischiare di essere né sdolcinata né bambinesca. Perfette le slingback nude di Carolina Herrera, e la ciocca bianca sui capelli è il tocco di classe. Chic.

E lo vogliamo dire che il primo tailleur pantaloni bianco per un evento royal (il suo fidanzamento, mica pifferi) è stato il suo? Diciamolo.

È arrivato l’Ambassadeur

Oggi vi tocca una notizia, un po’ di royal gossip e pure un tocco d’arte.

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

La notizia è questa: ieri Albert II, accompagnato dalla consorte Charlène, ha ricevuto le credenziali del nuovo Ambasciatore di Francia nel Principato. Dati i complessi rapporti tra i due Paesi è un incarico importante, più di quanto si potrebbe pensare, infatti negli anni passati è stato ricoperto da stretti collaboratori di più di un presidente francese. Questa volta tocca a Jean d’Haussonville, 55 anni, uscito dall’ENA, l’École nationale d’administration che sforna la crème de la crème dei dirigenti pubblici d’oltralpe, e noi tanto ammiriamo senza riuscire a replicarla. Una carriera tra diplomazia e cultura che nel 2010 lo porta a diventare il direttore generale del castello di Chambord e della tenuta che lo circonda. Concluso l’incarico a gennaio di quest’anno ci si aspettava che passasse a fare lo stesso a Versailles, invece è stato assegnato al Principato.

(Ph: Palais princier)

Se fosse andato a sovrintendere Versailles si sarebbe creata una situazione interessante perché il nostro, il cui nome completo è Jean d’Andlau de Cléron d’Haussonville (e se non ci fosse stata la Révolution potrebbe fregiarsi del titolo di conte) alla soglia dei cinquant’anni si è maritato, impalmando la deliziosa Maria Magdalena de Tornos y Steinhart, ritratta con lui e i sovrani – è la signora col cappello – e due funzionari a me ignoti ( anche se francamente trovo la signora in bianco la più elegante delle tre). Maria Magdalena è un’aristocratica ispanoaustriaca, sorella minore della più nota Philomena, sposa di un altro Jean, Jean d’Orleans, pure lui conte.

(Ph: Instagram @royaltyandprotocol)

Ma Conte di Parigi, cioè il capo della casata d’Orléans nonché il pretendente al trono di Francia, ove ce ne fosse ancora uno. Dunque il primo Jean sarebbe divenuto responsabile di quella che fu la residenza di famiglia del secondo Jean, così che magari le due sorelle avrebbero potuto riaprire i Trianon. E forse è proprio per questo che la nomina è sfumata.

Fin qui la notizia e il gossip, ma l’arte? Arriva pure quella, perché se vi trovate – o state pianificando – un viaggetto a New York, vi consiglio caldamente una visita alla Frick Collection sulla Fifth Avenue (la sede storica è a 1 East 70th Street ma in questo momento è chiusa, aperta una sede temporanea sulla Madison).

(Ph: The Frick Collection)

Qui tra le tante opere di gran pregio che avete imparato ad amare sui libri di storia di storia dell’arte c’è anche questa: un dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres, che nel 1845 ritrae lei, Louise de Broglie, nipote di Madame de Staël, andata in sposa a Joseph, conte de Cléron d’Haussonville. Il nostro ambasciatore non discende direttamente da loro, ma la famiglia quella è. Insomma una situazione assai interessante, e sono certa che Monsieur l’Ambassadeur nel suo delicato incarico si dimostrerà più abile che nell’annodarsi la cravatta.