Le foto del giorno – Tanto buio, un po’ di luce

Sono giorni un po’ così, tra il cancro di Charles, la malattia di Catherine e le titubanze di William, su cui è piombata come un incubo la scomparsa di Thomas e lo strazio di Gabriella.

Mi sono imbattuta per caso in questa fotografia che mi sembra rappresenti bene questi giorni strani, per cui partiamo da qui.

Dopo la cerimonia – e tutto quello che è successo intorno – con cui ieri la Royal Family ha ricordato il defunto Costantino, oggi un’altra commemorazione dell’ex re degli Elleni si è tenuta a Londra, nella cattedrale ortodossa di Santa Sofia a Notthing Hill, dove si sposarono il diadoco Pavlos e pure sua sorella Alexia. Il fotografo ha catturato questo scatto: Nikolaos, terzogenito del defunto sovrano, si commuove e la madre Anne-Marie lo sostiene con tenerezza. Perché la verità è che non si smette mai di essere figli, neanche a 54 anni; e non si smette mai di essere madre, e padre, anche se i figli sono adulti e hanno i capelli grigi.

Il pensiero non può che correre ad altri genitori: ai principi di Kent che ieri non hanno mancato ai doveri reali nonostante assai probabilmente sapessero già della tragedia che aveva colpito la figlia con la morte del marito, sposato meno di cinque anni fa. Per non parlare dei signori Kingston, i genitori di Tom, che prima di entrare nella Royal Family aveva fatto il negoziatore di ostaggi, era scampato a un attacco suicida, aveva frequentato Pippa Middleton, e si era creato una carriera nella finanza. Proprio a casa dei genitori, una tenuta nel Gloucestershire, sarebbe morto il figlio domenica sera (lo scoop è del Daily Mail, che è un giornalaccio ma a volte ci indovina).

(Ph: Blitz)

L’ultima fotografia di Ella e Tom risale a due settimane fa, quando avevano accompagnato Queen Camilla alla serata in onore di Shakespeare (The Queen Valentine): sorridenti, probabilmente innamorati, sicuramente coordinati.

E mentre neppure uno spiffero giunge da casa Galles, il Re, pur nello stress di malattia e terapia, continua a fare del suo meglio.

(Ph: Nick Edwards)

Ieri mattina era a Windsor ma è rientrato nella capitale prima che iniziasse la funzione per Costantino. Che ha comunque voluto omaggiare con una cravatta particolare, su cui sventolano tante piccole bandiere greche (in questa foto di repertorio la vedete meglio).

Oggi poi Sua Maestà ha ricevuto il Prime Minister per l’udienza settimanale. Si va avanti, un passo alla volta, un giorno alla volta.

Breaking news – Royal family in lutto

Non è quello che da qualche settimana molti di noi temono, ma è comunque una notizia brutta, bruttissima.

È appena stata comunicata la morte improvvisa di Thomas Kingston, quarantacinquenne finanziere marito di Lady Gabriella Windsor, figlia di Michael di Kent. La notizia è appena stata diffusa, ma il poveretto non è morto oggi: è stato trovato senza vita domenica sera dai soccorsi chiamati in una casa della contea di Gloucestershire; al momento sembra si tratti di morte per cause naturali.

Potrebbero essere queste le ragioni personali per cui il principe William oggi non è intervenuto alla cerimonia in memoria di Costantino di Grecia?

Naturalmente è possibile, ma la cosa strana è che invece erano presenti Michael e Marie Christine, suoceri dello scomparso. Thomas Kingston e Lady Gabriella si erano sposati proprio a St. George’s Chapel il 18 maggio 2019 (Another Royal Wedding! – Arriva la sposa).

Confesso che sono rimasta senza parole; mi sembra che per i Windsor quest’anno abbia deciso di strappare al 1992 il titolo di annus horribilis. Speriamo che basti così.

Le foto del giorno – Assenze

Questa mattina una pletora di teste coronate si è riunita nella St. George’s Chapel a Windsor per partecipare alla funzione in memoria di Costantino di Grecia. L’ex sovrano degli Elleni è scomparso il 10 gennaio 2023 e la cerimonia avrebbe dovuto tenersi un mese fa, nell’ambito delle celebrazioni per il primo anniversario. Poi è successo quello che è successo, e si è scelta la data odierna.

(Ph: PA)

Presente la vedova Anne-Marie e i cinque figli con rispettivi coniugi; le due sorelle Sofia Regina Emerita di Spagna e Irene, più due cognati: Benedikte di Danimarca e Juan Carlos. Nipotame vario: dai figli del Diadoco Pavlos ai sovrani di Spagna, Felipe e Letizia, alle di lui sorelle, le Infante Elena e Cristina (col figlio Juan) ai figli di Benedikte. C’era la ex regina di Giordania Noor – arrivata con Kiril di Bulgaria – e i cognati Hassan bin Talal con la consorte Sarvath, che spesso rappresentano la famiglia all’estero. Presenti anche i principi ereditari dell’inesistente regno di Yugoslavia; anche loro partecipano spesso a questi eventi ma in questo caso non potevano mancare; se non ricordo male lei è greca, e sono sicura che Costantino fu best man alle loro nozze, celebrate nella chiesa ortodossa di Londra nel 1985. C’era l’ex Prime Minister John Major e l’ex campione di F1 Jackie Stewart; lo so, molti ex, come accade spesso nel declino della vita. Diversamente da quanto mi aspettassi quasi nessuna signora era in nero, ma ne parleremo.

(Ph. Gtresonline)

Nutrito e sorprendente il drappello della Royal Family, capitanato dalla Queen Consort; assente il re – è stato visto rientrare in auto nella residenza londinese di Clarence House, il che mi fa pensare che fosse impegnato con una terapia o un controllo medico – presente la Princess Royal col marito. C’era il Duca di York, arrivato con la ex moglie Sarah, e la figlia Beatrice col marito Edoardo. E poi i Duchi di Gloucester, e i Kent, e i Tindall, e i Chatto, e i Knatchbull, e… e basta. Il Principe di Galles, che dal defunto era stato tenuto a battesimo, questa mattina ha fatto sapere che non sarebbe andato per “personal reasons”, motivi personali, pur rassicurando che la convalescenza della moglie procede bene. Continua dunque la totale assenza di notizie; sperando naturalmente che il principe sia stato impossibilitato da qualcosa di poco grave ma molto disturbante (mal di pancia?), io continuo a pensare che questa strategia comunicativa sia incomprensibile e potenzialmente disastrosa.

Amen. Anzi ἀμήν.

Addio Ira!

C’era una volta una principessa, era l’incipit che incantava, o affascinava, o almeno interessava noi bambine degli anni 60. A partire dalla piccola Lady Violet, che una certa propensione per storie e principesse l’ha avuta sempre.

C’era una volta la Dolce Vita, un’epoca in cui il bel mondo gravitava intorno a Roma, a un tempo protagonista e palcoscenico di eleganze e follie, miti e scandali, aristocratici e divi.

C’era una volta la grande industria, che creava grande ricchezza per pochi, un discreto benessere per alcuni, e l’idea che il futuro sorridesse a tutti.

C’era una volta il cinema italiano – c’è ancora naturalmente, ma mi riferisco a quello di qualche decennio fa – che oscillava tra il cialtronesco e il sublime (per i cinefili tra voi, lo stesso titolo di questo post evoca quello di un famoso film degli anni ’40, Addio Kira! con Alida Valli).

Mischiate tutto in uno shaker, agitate, e otterrete lei. Virginia Carolina Theresa Pancrazia Galdina zu Fürstenberg, detta Ira in memoria di una zia morta giovanissima.

(Ph: Irving Penn for Vogue 1967)

Nelle sue vene il sangue dei principi del Sacro Romano Impero si mischia a quello della dinastia industriale più importante d’Italia, gli Agnelli. Il padre è Tassilo, ramo cadetto e piuttosto squattrinato di una famiglia che affonda le proprie origini nella Foresta Nera; il giovanotto, che è andato a cercar fortuna in America ma al crollo di Wall Street è tornato indietro, nel 1937 incontra la diciassettenne Clara, prima dei sette figli di Edoardo Agnelli. Che è morto giovane, per cui la cura dei sette ragazzi viene divisa, non senza pesanti divergenze (eufemismo) tra la madre e il nonno, l’assai benestante ma borghese senatore Giovanni, fondatore della FIAT. I suoi due figli hanno fatto matrimoni aristocratici: Aniceta ha sposato il barone Carlo Nasi, Edoardo Virginia Bourbon del Monte, antica dinastia tosco umbra.

Virginia, vedova a 36 anni, tiene molto che i suoi figli facciano buoni (leggi blasonati) matrimoni: Tassilo e Clara si sposano a Torino nel 1938. Il 17 aprile 1940 a Roma nasce Ira, poi arrivano Egon – uomo adorabile e stilista di talento – e Sebastian. Divorzieranno, e Clara si rimariterà con Giovanni Nuvoletti, delizioso dandy mantovano che parte borghese ma in corsa diventa nobile grazie all’adozione del conte Perdomini. Quando i genitori si separano la principessina, per sua ammissione viziatissima, viene mandata a studiare in Inghilterra in un collegio di suore assai severe per tenerla lontana dallo scandalo. Ha solo quattordici anni ma già altezza adeguata quando sfila per Emilio Pucci, marchese stilista e amico di famiglia, e forse pensa a un futuro nella moda. Ma presto suonano le campane a nozze: nel settembre 1955 sposa a Venezia Alfonso de Hohenlohe-Langenburg, altro principe del Sacro Romano Impero con ascendenze spagnole per parte di madre, la famosa Piedita, che era stata tenuta a battesimo da Re Alfonso XIII. Questo Alfonso è nato a Madrid ed è l’uomo che ha lanciato Marbella e la Costa del Sol nell’olimpo del turismo più elegante (e danaroso).

Nozze civili il 17 e religiose il 21, nella chiesetta di San Sebastiano; per la sposa appena quindicenne ci vuole la dispensa papale (non vi perdete il reportage della Settimana Incom: https://www.youtube.com/watch?v=hcaWPYLQj9o&t=71s). Ira indossa un romantico abito di Jacques Griffe, sarto francese che aveva appreso l’haute couture da Madame Vionnet; l’acconciatura è di Alexandre de Paris, che intento a dare gli ultimi ritocchi alla sposa quando è già in gondola inciampa e cade nel canale, rischiando l’annegamento visto che non sa nuotare. I festeggiamenti, con base a Palazzo Giustinian Brandolini sul Canal Grande – dove vive la zia Cristiana, coniugata per l’appunto Brandolini d’Adda – durano giorni e giorni. Poi si parte in auto, una decappottabile color crema: Parigi, Le Havre, l’imbarco su un transatlantico fino a New York, accolti come divi del cinema da divi del cinema. Il resto on the road, dormendo in motel molto poco principeschi, fino alla California. Da quel viaggio le resta l’odio per le macchine (non ha mai preso la patente) e l’amore per Los Angeles e per il comfort. La coppia va a vivere a Città del Messico, ancora piena dell’arte di Frida Kahlo e Diego Rivera. Nascono due figli ma il matrimonio dura poco; forse troppo giovane lei, sicuramente troppo facile ad ottime ed abbondanti distrazioni lui. A un certo punto si distrae pure lei ma il marito, come spesso accade, non può accettare di essere ripagato con la stessa moneta; le toglie i figli e vuole il divorzio, che però l’ordinamento italiano non contempla. Il matrimonio viene sciolto in Messico, e Ira è pronta per nuove nozze con l’uomo di cui si è innamorata: Baby Pignatari, fascinoso Italo brasiliano appartenente a quel club di playboy sudamericani che tra gli anni Cinquanta e Sessanta fecero strage di cuori (e di patrimoni), capitanati dal mitico Porfirio Rubirosa.

Ira e Baby si sposano a Reno, in Nevada, nel 1961; lei ha 21 anni, lui 44. Tre anni dopo la coppia ripassa per il Nevada: è divorzio per crudeltà mentale. A 24 anni Ira ha due figli che vede poco e due ex mariti, ed è pronta per un altro grande amore, quello per lo spettacolo. Recita in alcuni film anche notevoli e finisce per presentare il Sanremo del ventennale, nel 1970. La sua prova d’attrice più famosa è nel ruolo della dietista dottoressa Olivieri in Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, dove recita anche il marito della madre: Giovanni Nuvoletti è il sussiegoso e venalissimo professor Azzarini.

Non diventa una star – anche perché temo che non venisse presa troppo sul serio – ma è sempre la regina del bel mondo internazionale: invitatissima, invidiatissima, fotografatissima. Non ottiene però, almeno in Italia, quella che è la vera consacrazione della popolarità: cioè bambine che in suo onore vengano chiamate col suo nome. Ira infatti in italiano è uno dei sette peccati capitali, il che renderebbe le pupe difficili da battezzare (e infatti qualche prelato si rifiuta)

Alla fine capisce che la sua strada è essere stessa e fare quello in cui è più brava: i rapporti umani. Inizia promuovendo la linea di cosmetici di Germaine Monteil, poi il neonato profumo di Valentino (quello che portava Lady Violet da ragazza, mi sembra di sentirlo ancora).

(Ph: Alain Dejean/Getty Images)

Si trasferisce a Ginevra e inizia l’attività di PR ad alto livello, mettendo in contatto – oggi si direbbe in rete – le sue conoscenze; in fondo i famosi salotti non sono nati per questo? Una donna d’affari che soddisfa la sua parte creativa con la creazione di abiti, accessori e complementi d’arredo: nel 1992 lancia il suo marchio, Ira Fürstenberg Collection.

Qualche anno prima, nel 1985, sembra profilarsi all’orizzonte un terzo blasonatissimo matrimonio, quando il suo nome viene accostato con insistenza a quello di Rainier III, Principe di Monaco e vedovo fino ad allora inconsolabile di Grace, che è pure un suo mezzo cugino. Entrambi smentiscono ripetutamente, e infatti non accade nulla.

(Ph: Dominique Jacovides/BESTIMAGE)

A questo punto lasciatemi dire una cosa; Ira è stata forse la prima persona di cui ho memoria ad essere stata ripetutamente oggetto dello stigma grassofobico; ricordo in quel periodo quanti sottolineavano cone la sua figura non fosse sottile quanto quella della defunta principessa, offendendo in un colpo entrambe, quasi che Grace fosse stata scelta solo per la magrezza. Benché non sia mai stata grassa, Ira ha lottato buona parte della sua vita contro una certa tendenza alla pinguedine data forse dalla struttura teutonica, sottoponendosi a diete draconiane nel tentativo di assomigliare al cigno Grace, o alla zia Marella, altro cigno di quel jet set in cui evidentemente i candidi pennuti abbondavano. Il che me l’ha sempre fatta sentire vicina. Quando l’ho conosciuta, qualche decennio fa, sono rimasta colpita dalla bellezza – era veramente splendida, molto più di quanto non apparisse sui giornali – e dalla simpatia, che in certi ambienti non è una caratteristica troppo frequente, soprattutto se coniugata all’autoironia.

(Ph: Bertrand Rindoff Petroff/Getty images)

All’eterna lotta tra grasso e magro è legata anche la grande tragedia della sua vita; nel 2006 affronta l’inaffrontabile, la morte di un figlio. Il primogenito Christoph, sempre chiamato Kiko, si trova in Thailandia dove ha subito un trattamento dimagrante cui qualche anno prima si era sottoposta anche la madre. Forse qualcosa va storto e deve prolungare la sua presenza nel Paese, ma il visto è scaduto e lui prova a contraffarlo. Scoperto viene arrestato, imprigionato in un carcere locale in condizioni limite e muore per le complicazioni sopraggiunte. Un dolore mai esibito, che la accompagnerà fino alla fine.

Giovedì mattina il funerale a Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Col figlio minore Hubertus e sua moglie Simona c’erano molti cugini della grande famiglia Agnelli; c’era Jaki Elkann con la moglie Lavinia Borromeo, mentre Lapo ha inviato un corona di fiori bianchi. C’erano gli amici di sempre, quelli che sono rimasti; non c’era nessuno del cinema, che l’ha sempre considerata un corpo estraneo. Un addio sentito e, passatemi il termine, elegante, come sarebbe piaciuto a lei.

Rileggendo il pezzo mi sono resa conto di aver usato molti superlativi, che non è mai indizio di buona scrittura, ma per lei ci vogliono tutti. Mi torna in mente il commento attribuito alla principessa Margaret quando si ventilava il matrimonio con Rainier de Monaco: Ira è troppo grande per un Paese così piccolo. E mi sembra l’epitaffio perfetto.

P.S. Nel 2019 Nicholas Foulkes ha pubblicato un libro su di lei: Ira: The Life and Times of a Princess; l’ultima fotografia ne è la copertina.

Guarisci presto!

Immagino che molti di voi lo abbiano già visto, ma comunque vale la pena di iniziare il weekend con questa delizia.

Ieri sera sui social della Royal Family è stato pubblicato questo reel con cui il re ringrazia per tutti i biglietti di auguri ricevuti da quando è stata rivelata la malattia che lo ha colpito. Cartoncini sobri, ma anche letterine, disegni: messaggi di incoraggiamento e di sostegno o, ancor più importante, testimonianze di un’esperienza comune; forme di un affetto vero che forse sorprende lui per primo.

Io sono carlista, lo sapete, sempre lo sono stata e sempre lo sarò, e da quando è diventato evidente che quella per il trono sarebbe stata un’attesa lunga credevo che la sua vicenda fosse comunque notevole per la presenza di aspetti non comuni, un misto di interessante, serio, sublime, scontato, sconcertante, perfino patetico. Quando è arrivata la notizia della malattia ho pensato che dopo tanta attesa una diagnosi che a volte – non sempre, e sempre meno – può essere una condanna sembrava quasi una beffa del destino. Ora invece credo che questa vicenda si sta rivelando un bene, rendendolo più vicino alle persone, e che la sua opera di rinnovamento della Corona passerà anche da qui, percorrendo strade che non ci saremmo aspettati. Una sorta di rivoluzione gentile (lo so, è uno slogan politico, ma ci siamo capiti) d’altronde, fatte le debite proporzioni, la trasformazione più importante avvenuta in seno alla Chiesa Cattolica in secoli non è stata opera di un papa che regnò meno di cinque anni? Però spero e credo che il nostro Charles regnerà più a lungo, molto più a lungo!

Le foto del giorno – Windsors at work

I beg your pardon cari amici del sofà, la prima foto di oggi dovevo proporvela ieri; perdonatemi, ma sono impegnata in un mezzo trasloco, dunque chiedo venia in anticipo per le prossime settimane ma vi rassicuro, il sofà resta al suo posto.

Ieri dunque era mercoledì, che è il giorno della settimana in cui il sovrano concede the audience al Prime Minister per essere informato degli affari di stato. Appuntamento che di solito resta avvolto in un sobrio riserbo ma stavolta no, e giustamente. In uno dei salotti della residenza di Clarence House il re si è mostrato sorridente e in una forma che mi pare buona, non mi sembra neanche così dimagrito come mi era apparso nella passeggiata domenicale. E la reazione di Lady Violet si divide tra gioia e ammirazione: bravo, nonostante il momento delicato sta riuscendo molto bene a mantenere una relazione con i suoi connazionali. Penso che la malattia e questo mix di fragilità e senso del dovere gli procurerà molti consensi, quelli che in fondo ha cercato per tutta la vita. Ha anche la fortuna di poter contare sul solido supporto di coloro che gli sono accanto; a partire dalla moglie Camilla che a sua volta, secondo me, alla fine di questa storia avrà conquistato quasi tutti, compresi molti irriducibili del culto dianesco.

Mi perdonerà la Queen Consort se per una volta dedichiamo spazio ai suoi cognati; a partire dal Duca di Edimburgo, che in trasferta a Oxford ha incontrato gruppi di volontari impegnati in diverse attività a favore della loro comunità. E si è dato anche da fare, che ormai il tempo dei reali che si limitano a fare ciao ciao con la manina è finito per sempre.

(Ph: royal.uk)

Non manca Lei, The Princess Royal, che a dire il vero non si risparmia mai. Oggi era in visita nel sobborgo londinese di Wandsworth per festeggiare i dieci anni di attività del negozio di Save The Children UK, uno dei 90 sparsi per il Paese, Anne è stata presidente dell’associazione a favore dell’infanzia dal 1970, per poi assumerne il patronage reale nel 2017. Lady Violet ha una speranza: che la principessa abbia voluto partecipare all’attività dello shop – il cui ricavo va interamente a sostegno dei progetti di Save The Children – acquistando gli stivaletti maculati in primo piano. Le starebbero da dea!

Breaking News – William prende posizione

La segreteria del Principe di Galles ha appena diffuso una dichiarazione sulla tragedia di Gaza. William non si schiera né per l’uno né per l’altro, ma la notizia è molto interessante perché non è tanto ciò che dice o non dice, ma il fatto che parli pubblicamente.

Con l’equilibrio richiesto dalla funzione della Corona – ricordate? il sovrano britannico regna ma non governa – fa comunque sentire la sua voce. Questo potrebbe voler dire varie cose, intanto segnaliamo la sua discesa nell’agone politico, o meglio l’assunzione di un ruolo politico che non smetterà più; speriamo che King Charles sconfigga la malattia recuperando rapidamente e appieno la salute, ma è probabile che William sarà sempre più presente, e il suo ruolo sempre più definito. Mi sembra giusto, oltre che inevitabile.

Il testo della dichiarazione (tradotto all’impronta, perdonatemi ma sono fuori): “Sono profondamente addolorato dal terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente dall’attacco terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre. Troppi sono stati uccisi. Io, come molti altri, voglio vedere la fine degli scontri al più presto. C’è un disperato bisogno di aumentare il supporto umanitario a Gaza. È fondamentale che gli aiuti possano entrare e gli ostaggi vengano rilasciati. A volte è solo l’enormità della sofferenza umana che rende chiara l’importanza di una pace duratura. Anche nell’ora più scura non dobbiamo soccombere alla disperazione. Continuo ad aggrapparmi alla speranza che possa esistere un futuro migliore, e rifiuto di arrendermi.”

Il caffè del lunedì – Così è la vita

Due notizie di segno contrastante; e noi partiamo da quella bella. Ieri è entrata negli anta Stéphanie, consorte dell’erede al trono del Granducato di Lussemburgo. Nata il 18 febbraio 1984 a Renaix, in Belgio, è l’ultima figlia – l’ottava! – dei Conti de Lannoy; lei e Mathilde sono le uniche due consorti reali di questi decenni a provenire dall’aristocrazia.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Buone scuole, che terminano dopo il diploma in un anno sabbatico a Mosca, dove studia lingua e letteratura russe; poi si iscrive all’università di Lovanio, dove si laurea con lode in filologia germanica. Nell’aprile 2012 la Cour grande-ducale annuncia il fidanzamento del principe ereditario Guillaume con la bionda fanciulla, conosciuta qualche anno prima. Il 20 ottobre, per la sontuosa cerimonia religiosa nella Cattedrale di Lussemburgo, la sposa indossa un elegante abito in pizzo di Elie Saab, col velo trattenuto da una piccola tiara di famiglia (la sua). Stéphanie ha perso a madre appena due mesi prima, e viene accompagnata all’altare dal fratello maggiore, dato che il padre, novantenne, è in sedia a rotelle. Un matrimonio che a parte le note tristi, stemperate però dalla gioia della giornata, passerà alla storia principalmente per la presenza di un fagiano che corona la testa di Máxima, all’epoca non ancora regina (A Royal Calendar – 20 ottobre 2012). Il giorno prima c’erano state le nozze civili, e la mise Chanel della sposa ci aveva illusi; invece dopo il matrimonio Stéphanie rivela uno stile un po’ approssimativo, ricco di colori e forme improbabili, polyestere e mollettoni per i capelli. Seguono anni in cui la principessa sembra avviata a strappare a Charlène de Monaco il titolo di principessa triste della sua generazione, sottolineata dal confronto con l’esuberante suocera, poi accade qualcosa che cambia tutto: il 10 maggio 2020 Stéphanie dà alla luce il primogenito Charles, seguito il 27 marzo 2023 da François.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Due bimbi adorabili e molto simpatici, che hanno regalato felicità e grande allegria al Granducato e alla famiglia; i genitori li portano con sé dappertutto, e il piccolino compare anche in braccio alla mamma in una delle tre fotografie diffuse dalla Cour grande-ducale per celebrare i primi 40 anni della principessa.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Che resta una delle reali peggio vestite, continua a scegliere mise che la sbattono, o la invecchiano, o entrambe le cose, ma sembra infischiarsene allegramente, e noi con lei. Joyeux Anniversaire!

La seconda notizia arriva dalla Giordania, ed è quella brutta: è venuto a mancare Khaled bin Musaed bin Saif bin Abdulaziz Al Saif, padre della principessa Rajwa. Settantenne, era presidente di Al Saif Group, una delle principali realtà nel mondo del business saudita, con interessi che vanno dalle costruzioni alla salute.

Re Abdullah II ha stabilito tre giorni di lutto (a partire da ieri, 18 febbraio) in onore del consuocero scomparso. Ignoriamo la causa della morte, ma è possibile che in presenza di una malattia la figlia abbia voluto trascorrere più tempo col padre, il che spiegherebbe la sua moderata attività di questi primi mesi da principessa ereditaria. Un pensiero a lei e alla sua famiglia perché per quanto ci si voglia preparare non si è mai pronti.

Le foto del giorno – Business as usual, more or less

Le foto di oggi arrivano da Albione e dalla sua Royal Family, che come una nave della sua gloriosa marina governa la tempesta e mantiene la rotta.

Scena 1: bello come un attore (vabbè quasi), elegante in uno smoking con la giacca in velluto blu notte lasciata aperta con nonchalance, l’occhio ceruleo appena velato di malinconia – a me francamente non sembra, ma facciamo come se, lo storytelling viene meglio – il Principe di Galles è arrivato questa sera alla consegna dei premi BAFTAS (praticamente gli Oscar britannici) di cui è presidente. Naturalmente senza la consorte Catherine, che continua la sua lunga convalescenza. Sorridente, disinvolto, ha salutato quelli che conosceva e anche quelli che non conosceva, casomai ce ne fosse qualcuno, ma in questi casi si fa così. Ha porto le scuse per l’assenza della consorte, rassicurato sulle sue condizioni e accettato con grazia gli auguri di pronta guarigione per lei, il padre, e magari pure la ex zia. Bravo, non ci aspettavamo nulla di diverso, mi sembra sempre più il connubio riuscito tra l’elegante contegno paterno e la calda socievolezza materna. Magari gli mancheranno il carisma di nonna o i modi scanzonati di nonno, ma insomma accontentiamoci che non è poco; ha pure confessato di non avere visto il film Barbie!

Ma quant’è tenero con Cate Blanchett? Alla fine sempre di una Cate si tratta…

(Ph: Mark Cuthbert/GettyImages)

Scena 2: spostiamoci a Sandringham, dove ancora una volta i sovrani sono stati fotografati mentre raggiungevano la chiesa di St. Mary Magdalene per la funzione domenicale. Mi direte che avevo postato la stessa fotografia la settimana scorsa, e pure due settimane fa; certo, infatti la notizia è proprio che il re continua a fare la stessa vita di sempre, ed è un’ottima notizia. Spero di poter continuare a postare la stessa immagine finché non ce ne sarà più bisogno e la malattia sarà solo un brutto ricordo. In compenso oggi pioveva, e non sono sicura che Charles si ripari col famoso ombrello di bambù e seta creato per lui da Mario Talarico; dev’essere uno di quelli che gli non apre gli ombrelli belli sotto la pioggia, sennò si bagnano!

Le foto del giorno – Giorni lieti e ripetuti

Oggi è una giornata strana, dovunque mi giri mi imbatto in qualcuno che compie gli anni (auguri a tutti). E dato che c’è anche un compleanno reale festeggiamolo!

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

The birthday girl è Alexandra di Lussemburgo, nata il 16 febbraio 1991, che di anni, beata lei, ne compie 33. La fanciulla è la quarta figlia – e l’unica femmina – dei Granduchi Henri e Maria Teresa. Vive a Parigi col marito francese Nicolas Bagory, sposato lo scorso aprile; la coppia è in attesa del primo bebè che dovrebbe nascere “in primavera”, oriente temporale piuttosto ampio per cui non resta che aspettare anche a noi. Voi mi direte che nella foto non si vede il pancino, come mai? Semplice, la foto è riciclata, essendo stata usata pari pari per il compleanno di due anni fa, E siccome allora era il 2022 e si era in piena pandemia, probabilmente si trattava già allora di un riciclo, visto che nel precedente ottobre erano stati diffusi i ritratti dei figli dei granduchi con l’eccezione dell’erede, e quella di Alexandra era questa qui (lo trovate ancora sul sito). Non si dica che Lady Violet non fa giornalismo d’inchiesta!

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Tra due giorni sarà la principessa ereditaria Stéphanie a compiere gli anni, e per lei saranno 40 tondi tondi, le toccherà un ritratto nuovo? Vediamo! Poi se vi devo dire, forse la fotografia di Alexandra che continuo ad amare di più è questa, bambina al mare con suo padre.

(Ph: Collections photographiques de la Maison grand-ducale de Luxembourg)

Alexandra è nata due giorni dopo il decimo anniversario di nozze dei genitori; a me piacciono questi arrivi in concomitanza con altre ricorrenze, mi sembra quasi che i piccoli vogliano festeggiare anche loro. Nella famiglia di Alexandra, ad esempio, il fratello minore Sébastien è nato il 16 aprile 1992, giorno in cui il padre, l’attuale Granduca Henri, compiva 37 anni; data la folla di compleanni lussemburghesi in primavera il suo bebè farà a sua volta qualche bella sorpresa? Sarebbe simpatico, e magari l’ottavo nipotino dei granduchi sarà una nipotina. Speriamo che sia femmina, sarebbe la seconda contro sei maschi! .

Ma quanto erano belli quel giorno i futuri nonni, e quanto fu romantico il loro matrimonio? Se avete voglia di ricordarlo, il post lo lo trovate qui: A Royal Calendar – 14 febbraio 1981