Con la mia limitata conoscenza del Medio Oriente e dei mondi arabo e islamico confesso di aver sempre pensato alla cerimonia dell’henné come una sorta di addio al nubilato, magari più grandioso e fastoso, soprattutto se celebrato in seno a una famiglia reale.
Rajwa al Safi, che giovedì prossimo diventerà Principessa Ereditaria di Giordania, ha celebrato questa questo importante rito da nubeda arricchendolo con l’indosso di una mise particolare, ricca di significati simbolici non tutti di immediata comprensione. Molti sono rimasti colpiti, a partire da Lady Violet, e avendo scoperto un po’ di dettagli ve li propongo.
La fanciulla ha fatto il suo ingresso con un insieme composto da abito e velo, opera della stilista saudita Honayda Safiri, che ha lavorato coniugando tradizione e modernità, elementi della tradizione giordana e di quella saudita, l’eredità culturale della sposa e il suo amore per il design contemporaneo (Rajwa è laureata in architettura).
Il risultato è un’impressionante creazione in bianco e oro: l’abito ha il corpetto a triangolo rovesciato nello stile dei costumi Najdi – termine che si riferisce alle culture tribali della penisola arabica meridionale – con scollo rotondo e maniche lunghe; il ricco ricamo tridimensionale mischia fiori d’organza, elementi geometrici e motivi arabi. È realizzato con perline, filo di seta e una fibra della trazione locale utilizzata per per realizzare la palma, simbolo del regno dell’Arabia Saudita.
Il velo è percorso dalla simbologia del numero sette: stelle a sette punte come quella che è simbolo della Giordania; sette sono i colli su cui – come Roma – sorse Amman, e sette i versi che compongono la prima sura del Corano, detta Al-Fātiḥa, che viene recitata nella stipula del matrimonio.
Oltre all’incontro tra le culture, il velo celebra anche l’amore tra i due sposi: tra i ricami compare un famoso verso del poeta tunisino Abu al-Qasim al Shabbi, considerato uno dei precursori del romanticismo arabo, morto nel 1934 a soli 25 anni.
Realizzare l’abito ha richiesto 340 ore di lavoro, mentre il velo addirittura 760. A questo punto non vedo l’ora di vedere l’abito da sposa!
La Regina Rania ha postato anche un video della serata; devo dire che l’accompagnamento musicale, un po’ stile Disco Arabia, annacqua l’affascinante ieraticità suggerita dalle immagini, ma spero lo troviate interessante: https://fb.watch/kK8B8AHZnM/
Prostrati al bacio della sacra pantofola è una frase che ripetevamo a casa da ragazzini, e mi ha sempre affascinata. Ora mi prostro davvero chiedendo perdono, ma mi ronza in testa da quando ho visto queste immagini. Andiamo con ordine. Dicevamo ieri (La tisana del lunedì – Rosa tra le rose) che questa è la settimana del Chelsea Flower Show, riservato da oggi a giovedì esclusivamente ai membri di RHS – Royal Horticultural Society – che organizza la manifestazione, mentre venerdì e sabato è aperto a tutti.
Ieri invece è stato il giorno dedicato esclusivamente agli inviti dei personaggi più prestigiosi del regno, a partire dalla Royal Family. Se la giornata si era aperta con la Principessa di Galles ospite del Children Picnic, nel pomeriggio è stato il momento dei sovrani. Il povero Charles avrà dovuto dimostrarsi entusiasta del ritratto in bronzo, ma essendo uomo di mondo si sarà comportato comme il faut, come sempre del resto.
Queen Camilla sembra avere inaugurato una nuova fase fashion: il vestitino abbinato al soggetto della visita; se l’altro giorno indossava una mise decorata a penne per inaugurare una biblioteca (Le foto del giorno – La sovrana lettrice), questa poteva scegliere meglio di una fantasia fiorata? E anche se Miranda Priestly avrebbe arricciato il nasino esclamando avanguardia pura who cares?
(Ph: Instagram @princesseugenie)
Oltre ai sovrani il drappello reale era piuttosto nutrito: Beatricea di York col marito Edo, Fiona Ogilvy con padre e nonna (Alexandra di Kent) e pure le nipoti gemelle della defunta Diana, Amelia e Eliza.
(Ph: Instagram @floravesterberg)(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)
Mentre queste giovani fanciulle hanno lasciato nell’armadio gli stiletti ma hanno comunque scelto delle scarpine (quelle di Bea sono chiaramente Chanel) le signore più autorevoli e pure più agées hanno fatto una scelta diversa. Come la Duchessa di Gloucester, le cui scarpine, in accoppiata con quelle della regina – sono pure dello stesso brand, Eliot Zed, assai noto per calzature comfort – l’osservazione hanno evocato la frase dell’incipit.
Ora diciamocelo, entrambe le signore hanno superato i 70, al Chelsea Flower Show le scarpe comode sono d’obbligo perché l’area è vasta e le cose da vedere tante. Però, però, si ripresenta la riflessione fatta qualche post fa, sull’età dei working royals e l’effetto che questo fa.
Giovedì 1 giugno ad Amman il futuro Re di Giordania, Al Hussein bin Abdullah II, sposerà la fidanzata saudita, la bella Rajwa al Saif. La sera prima, in accordo alla tradizione, il sovrano offrirà una cena tutta al maschile.
(Ph: Instagram @queenrania)
Sempre seguendo gli usi di quella cultura, le donne si sono invece riunite ieri, ospiti della Regina Rania, per augurare alla sposa felicità e buona fortuna con la suggestiva cerimonia dell’henné. Bellissima Rajwa con i capelli schiariti e un abito ispirato alla tradizione, bianco con sontuosi ricami in oro, della maison saudita Honayda.
(Ph: Instagram @queenrania)
Elegante come al solito la padrona di casa, con un caftano nei toni dell’azzurro dello stilista libanese Saiid Kobeisy. Emozione, gioia e lacrime hanno riempito la serata, perché al di là dei differenti stili di vita, la natura umana è sempre la stessa.
(Ph: Instagram @queenrania)
Altrettanto emozionata la madre della sposa, in un bellissimo abito color verde petrolio. Presenti anche le future cognate: Iman – che si è sposata solo due mesi fa ed è stata a sua volta protagonista della cerimonia dell’henné (Le foto del giorno – Bella come una sposa) – e Salma, che non si è ancora sposata ma la settimana scorsa si è laureata alla University of Southern California, dove aveva come compagna di corso Sasha Obama, figlia minore di Barack e Michelle.
In tanta suggestiva bellezza non può mancare qualche polemica, e in questo caso arriva da Gian Antonio Stella, che sul Corriere di oggi racconta di una struttura, definita “gazebo” ad onta delle dimensioni-monstre, eretta sulla spiaggia di Tavolara per una non meglio identificata festa per il matrimonio tra Hussein e Rajwa. A onor del vero, il giornalista non attribuisce responsabilità alla famiglia reale hashemita, considerata sempre molto sobria e rispettosa nelle varie incursioni nell’amatissima Sardegna.
(Ph: Corriere della Sera)
La struttura, che non ha autorizzazioni né della amministrazione né della soprintendenza, dovrebbe essere smontata immediatamente dopo la festa, ma certo è un po’ una ciliegina avvelenata sulla wedding cake.
Attenta Letizia, c’è un’altra pink lady, e porta pure le espadrillas!
È lunedì, s’è fatto tardi e parliamo di piante e fiori, dunque una bella tisana al posto del caffè ci sta. Questa è la settimana del Chelsea Flower Show, la più blasonata manifestazione del mondo dedicata al gardening. Il pubblico sarà ammesso da domani a sabato, oggi è la giornata riservata agli ospiti speciali.
Di rosa vestita, con un abito (già visto) di EM+ME, è arrivava la Principessa di Galles per unirsi ai bambini di dieci scuole, protagonisti del primo Children Picnic nella storia del CFS. Quattro anni fa Catherine aveva progettato un giardino, inaugurato alla presenza di Her Majesty, sempre dedicato all’infanzia che è il suo campo di interesse primario (Le foto del giorno – 20 maggio). E a proposito della defunta Regina – e del nuovo Re – è stata realizzata un’area dedicata a questo passaggio epocale: il Garden of Royal Reflection and Celebration.
Uno spazio riservato, creato dal paesaggista Dave Green – nomen omen – che invita alla meditazione; caratterizzato da una panca semicircolare in legno di larice locale e fiori in tonalità dal bianco al viola: rose Olivia Austin, magnolie, gerani, clematis, fiori di lupino e digitale purpurea, con i rami argentei della betulla: piante e fiori amati dai due sovrani, in tonalità capaci di favorire rilassamento e riflessione. Lo spazio, cui non manca un bronzeo ritratto di King Charles sorgente dalla sua cravatta (che crudeltà) sarà inaugurato dai reali, e noi qua stiamo!
Col blu non si sbaglia mai devono aver pensato le varie signore che per affrontare l’evento clou dell’anno si sono affidate al colore più rassicurante del mondo occidentale. A partire dall’incintissima Eugenie di York, che ha avvolto il suo pancione quasi a termine in un look total bue, firmato Fendi dal collo ai piedi (il cappello è di autore sconosciuto). E proprio i due estremi mi perplimono: da una parte quel pillbox piazzato in testa come un tegamino, dall’altra i sandali open toe. Che oltre ad essere francamente inadatti sembrano pure piuttosto scomodi, ma la gravidanza è una di quelle liete condizioni in cui le scarpe non vanno criticate. Notevolissimo l’insieme in diamanti di Garrard, il collier e gli orecchini Albemarle di cui per ora non abbiamo altre notizie. Un dono, un prestito? vedremo. Per me sarebbe boh, che diventa chic col bonus bebè.
(Ph: Mark Cuthbert/Getty Images)
Maria Teresa di Lussemburgo mi lascia senza parole, una donna di mondo come lei dovrebbe sapere che in una occasione del genere i pantaloni sono banditi. Non vorrei che questa recente passione fosse dovuta a un qualche problema fisico, unico caso in cui si potrebbe scusate una tale scelta. Altrimenti no, e il completo Alexander McQueen, tra le spalle, la banda sui pantaloni e quel drappo ammainato sul davanti, nemmeno la slancia. Sorry, shock.
(Ph: David Fisher/Shutterstock)
Favolosa la regina Suthida di Thailandia in abito tradizionale. Non saprei dire se abbia scelto il blu – divinamente abbinato con l’argento e un tocco di lilla – perché le piace o per far brillare la leggendaria demiparure di zaffiri e diamanti della suocera, l’altrettanto leggendaria regina Sirikit, ma l’effetto è veramente wow. Unico dubbio per la borsetta che sembra un vecchio ferro da stiro, ma basta spostare lo sguardo… Chic.
Con un’affezionata lettrice di questo blog ci stavamo chiedendo se ci libereremo mai del bluette/royal blue/blu elettrico. Temo di no, infatti ecco appropinquarsi Victoria di Svezia, con l’intera mise in tonalità Klein blue. Il suo abito è opera dello stilista svedese Pär Engsheden, nome che probabilmente vi dirà poco – il riservatissimo couturier non ha un sito né pagine social – ma negli anni egli ha creato molte delle mise indossate dalle signore Bernadotte, tra cui IL vestito, quello con cui Victoria ha sposato il suo Daniel. Svedese anche il creatore del pillbox, Tim Martenson, così come la creatrice della clutch – è la Port Doré di Susan Szatmary – disegnata in Svezia e realizzata in Italia, come tutti prodotti della designer. Al collo della futura regina brilla una rivière di diamanti che Victoria – beata lei – indossa spesso. Sulla spalla la spilla dell’ordine reale di famiglia con il ritratto del padre, re Carlo Gustavo. Un grande boh.
(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)
La principessa Margarita di Romania è la figlia maggiore del defunto re Mihail, (il padre, privo di figli maschi, l’aveva nominata erede presuntiva, in contrasto con la legge salica che non prevede la presenza di donne sul trono; ma il trono non c’è più, dunque problema risolto). Ha un bellissimo titolo: Custode della Corona di Romania; purtroppo ha anche una passione smodata per tessuti damascati, texture lucide e tagli improbabili. Salviamo quella sublime spilla a forma di giglio, ma il completino fosforescente, peggiorato dall’improbabile fascinator, va bocciato senza pietà. Shock.
(Ph: WIREIMAGE)
Lei non è una vera royal lady, ma dopo William tutti i sovrani britannici avranno i suoi geni. È la suocera del regno, Carole Middleton, madre della Principessa di Galles. E nessuno mi toglie dalla mente che abbia scelto questa tonalità di blu come ideale rimando al mantello del Royal Victorian Order indossato dalla figlia. La sua mise è di Catherine Walker, maison spesso scelta da Carole, da Catherine, e a dirla tutta pure da Diana buon’anima. Non mi piace, il cappottino è troppo lungo (e pure stazzonato), tremendo il begiarello rosato delle scarpe, e a quasi settant’anni si potrebbe evitare il cerchietto coi fiorellini? Shock.
(Ph: Jeff J Mitchell/Getty Images)
Riecco la versione ellenica della triade capitolina: Anne Marie Pavlos e Marie Chantal. La regina indossa una creazione blu inchiostro di Celia Kritharioti, la più antica maison greca, fondata ad Atene nel 1906. Sobria, signorile, come ci si immagina una sovrana (nel suo caso ex), non più giovanissima, sempre bella e dotata di garbata distinzione. Lei è elegante, il soprabito con quel taglio che si ferma sui fianchi boh. La mise della nuora Marie Chantal ci introduce al secondo gruppo, quello delle signore in azzurro. Sceglie ancora la stessa stilista che l’ha vestita per il ricevimento del giorno prima a Buckingham Palace, la greca Mary Katrantzou, mentre cappellino a goccia è di Philip Treacy. Non è il migliore dei suoi look – e lei nelle foto ha pure un discreto muso – ma difficilmente Marie Chantal sbaglia. Vorrei notaste la clutch a forma di libro, creazione di Olympia Le-Tan, brand di nicchia che sta attirando una certa attenzione, tra cui quella di un’altra Olympia, la figlia di Pavlos e di sua moglie; la fanciulla ne è anche testimonial. Marie Chantal portava una di queste pochette anche al party nel giorno prima dell’incoronazione, ma questa è particolarmente interessante per via del titolo: In search of the lost time, che sarebbe il titolo inglese della Récherche di Proust; scelta dettata dal colore o metamessaggio? Comunque chic.
Le azzurre
(Ph: Stuart C. Wilson/Getty Images)
Non è in costume tradizionale un’altra sovrana esotica, ‘Masenate Mohato Seeiso, Regina Consorte del Lesotho. Un abito troppo lungo e abbondante, che noi non metteremmo mai di mattina, e certo non abbineremmo a un vezzoso cappellino, eppure io la trovo molto elegante, grazie anche allo splendido portamento, davvero regale. Chic.
(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)
La First Lady americana è una bella donna; è anche una donna che ha dedicato tutta la vita all’insegnamento, e infatti non perde mai quell’aspetto da professoressa simpatica sempre dalla parte degli studenti. All’incoronazione di King Charles e Queen Camilla ha rappresentato il marito, e pure la moda statunitense: in questo caso un tailleur Ralph Lauren in un bellissimo color fiordaliso. Non so perché non mi convince, sarà il fitting, sarà il fiocchetto sulla testa come un’attempata adolescente? Jill dev’essere proprio convinta, perché ne portava uno uguale, naturalmente nero, al funerale di Queen Elizabeth. Boh.
(Ph: Getty Images)
Forse la migliore versione di sempre di Zara Tindall che ha presenziato all’incoronazione dello zio, cui è legatissima (si narra che il nome Zara lo scelse lui), tutta d’azzurro vestita. Molto bello il robe manteau di Laura Green, con il cappellino della stessa tonalità (Juliette Botterill) mentre la borsa Strathberry (altro brand da tenere d’occhio) e le scarpe sono in un celeste più chiaro e polveroso. Perfetto il dettaglio della spilla di diamanti, dono di nozze di Charles alla sorella per il suo matrimonio con Mark Phillips, genitori di Zara. Chic.
(Ph: Getty Images)
Ve lo dico subito, con Louise non sono obiettiva, sto sviluppando una vera passione per questa fanciulla. L’anatroccolo di casa Windsor sta diventando un delizioso cigno, con un portamento che avrebbe incantato suo nonno. Abito da jeune fille en fleur – e chi meglio di lei? – di Suzannah London, che ha realizzato anche il vestito che sua madre portava sotto il mantello del Royal Victorian Order. Questo è il modello Kumiko, realizzato in una seta stampata con gli iris fotografati da Rachel Levy, artista francese specializzata in fotografia botanica. Sul capo, il cappello Pomona di Jane Taylor – a sua volta autrice dell’acconciatura della Duchessa di Edimburgo – realizzato nella sfumatura di azzurro violetto dei fiori dell’abito. Perfette anche le scarpe, in una tonalità nude molto simile al suo incarnato. Chic.
Le sfumature violacee della toilette di Louise ci portano verso un altri colori ed altre mise, che potrete leggere nella seconda parte del post. Stay tuned.
Oggi ben due principesse hanno festeggiato la conclusione dell’anno scolastico, e lo hanno fatto nello stesso posto: il St Donat’s Castle a Llantwit Major, in Galles. Entrambe le fanciulle, Leonor Princesa de Asturias e Alexia dei Paesi Bassi, hanno frequentato per due anni il liceo internazionale UWC Atlantic College.
Coetanee – compiranno a breve 18 anni – hanno completato il ciclo di studi, e sono pronte a ricevere il loro diploma; nell’attesa dell’esito degli esami, oggi hanno partecipato alla cerimonia di saluto per gli studenti del loro corso. Con Leonor c’era tutta la famigliola, papà mamma e sorella: molto allegri si sono concessi foto e selfie.
Per una volta più sobri gli olandesi, che hanno diffuso una sola fotografia con la diplomanda e i suoi genitori. Mancavano le due sorelle, ma sappiamo che la piccola di casa, Ariane, è pronta per fare la stessa esperienza. La sede scelta per lei però è quella di Duino, vicino Trieste: si prevede dunque un incremento dei viaggi dei sovrani nel Bel Paese. Con cui hanno un legame antico, dato che la famiglia reale olandese ha passato molte estati nella villa dell’Argentario, L’Elefante Felice.
Insomma, le figlie crescono, la mamme imbiancano, le royal watcher non ne parliamo!
È venerdì 5 maggio, ed è pomeriggio. Mancano poche ore all’incoronazione, reali e capi di stato sono arrivati da ogni parte della terra e King Charles li accoglie a Buckingham Palace per un ricevimento di benvenuto. Camilla non c’è, si prepara al grande giorno; anche Charles si ritirerà al termine del party mentre vari membri della Royal Family e altri reali ceneranno insieme da Oswald’s, club chic di Mayfair, .
Assente la prima dama del regno, è presente la seconda a farne le veci: la Principessa di Galles è ritratta con due signore di particolare rilievo. Alla sua sinistra la First Lady ucraina Olena Zelens’ka, in nero, con un modello francamente impossibile da decifrare, mentre Jill Biden indossa un abito a giacca Tom Ford come fosse una vestaglietta da casa. Da ciò che vedo, boh.
Catherine ha scelto per l’occasione un colore che ama tanto da averlo indossato anche il giorno in cui fu annunciato il fidanzamento con William. Un abito in crêpe di poliestere di Self Portrait in royal blue, caratterizzato da un grosso nodo ritorto sul petto, che insieme con le maniche dà a tutta la mise un’aria irrimediabilmente anni ’80. I dettagli in strass su spalle e polsini sono leziosamente ripresi sul cinturino delle slingback Aquazzurra in tinta. Il modello originale dell’abito presenta uno spacco aperto fino a mezza coscia, lo avrà mantenuto così anche lei? Boh.
Mi scuso per la qualità dell’immagine, ma i pochi scatti a figura intera di Catherine sono tutti così; in compenso la foto ci fa sbirciare la toilette di altre due signore presenti. Della Duchessa di Brabante parleremo a breve, ma sullo sfondo a sinistra si vede la sempre discreta Sophie del Liechtenstein, con un completo stampato a grandi ortensie bianche, un po’ anni ’50 un po’ Baviera, regione che in fondo le ha dato i natali. Che vi devo dire, boh.
(Ph: Chris Jackson/Getty Images)
Concludiamo il breve giro delle First ladies con la nostra, Laura Mattarella. Nell’unica fotografia disponibile, pubblicata dall’accout twitter del Quirinale, compare a sua volta a mezzobusto, il che non rende possibile un’attenta analisi della sua mise.
In linea di massima, ormai sapete che Lady Violet non ama (eufemismo) certe sfumature turchesi, celestine, acquamarina su signore che abbiano superato l’adolescenza, e si tiene a distanza da quei tessuti lucidi e rigidi, che tendono a raddoppiare i volumi (Laura se lo può permettere, io no). Inoltre eviterei accessori inutili tipo la stola messa in diagonale, che fa un po’ madre dello sposo. Molto bello il biondo dei capelli, il resto boh.
Sterziamo ora decisamente verso le monarchie; Rania è regina di Giordania da ben ventiquattro anni, ne aveva solo ventotto quando è salita sul trono col marito. Da allora ci delizia con le sue toilettes, ma questa volta non sono convinta. L’abito, che porta una firma importante nella storia della moda – Schiaparelli – non so perché mi fa pensare a don Abbondio. Saranno tutti quei bottoni? L’arricciatura così bassa, benché Rania non abbia un filo di pancetta, squilibra il baricentro dell’abito, forse per ripristinare l’equilibrio ci sarebbe voluta una signora più alta, sebbene la regina non sia certo bassa. Insomma, boh.
Di anni ne aveva solo 21 Jetsun Pema, quando ha sposato il re del Bhutan diventando la sua regina. Oggi ne ha quasi 33 (li compie il 4 giugno, compleanno che divide con la piccola Lilibet Diana), è ancora la più giovane regina regnante, ed è sempre dotata di una bellezza incantevole, di una grazia particolare e di uno stile unico, grazie anche alla raffinata eleganza degli abiti tradizionali che indossa di solito. In questo caso il color zafferano si abbina al fucsia e al lilla. Bellissima, abbinatissima al marito, sta bene perfino col tappeto. Superchic.
La Reina Letizia sceglie abilmente una maison britannica, e un colore insolito, una tonalità di verde che una volta si chiamava chartreuse, come il liquore dolciastro e appiccicaticcio che preparavamo i monaci certosini nella Grande Chartreuse. Letizia non è né dolciastra né appiccicaticcia, e l’abito – creato da Victoria Beckham evidentemente avendo in mente la stessa sottilissima silhouette che le due signore hanno in comune – le sta bene, soprattutto quel drappeggio piazzato in quel punto, ma non mi entusiasma. Certo è il manifesto di come sia cambiata la forma anche in ambienti superformali: abitino da party a bordo piscina, niente calze. Ma alla fine, boh. Con una postilla: se anche Felipe col suo metro e 97 inizia a girare con gli orli così lunghi stiamo freschi.
LONDON, ENGLAND – MAY 05: Grand Duchess Maria Teresa and Grand Duke Henri of Luxembourg attend the Coronation Reception for overseas guests at Buckingham Palace on May 05, 2023 in London, England. (Photo by Chris Jackson/Getty Images)
Menzione d’onore per Maria Teresa di Lussemburgo, che pure per un invito meno formale segna il territorio e adorna il collo con un importante gioiello Van Cleef & Arpels in diamanti e smeraldi, appartenuto alla suocera Josephine-Charlotte: è una tiara convertibile, e infatti spesso è stata usata come collier, come in questa occasione. La granduchessa per ragioni imperscrutabili è in una fase-pantaloni, tanto da indossarli anche al recente matrimonio della figlia. Anche lei, che è donna di mondo, sceglie la moda British, nel suo caso Alexander McQueen, e indossa la rivisitazione di uno smoking maschile (insomma, quasi) caratterizzato da tagli arricchiti di pizzo. Bello e fresco il viso, meravigliosa la collana, ma non mi convince, forse semplicemente non è adatto all’occasione, all’orario. O forse ci voleva un indosso più rock. Anche qui, boh.
(Ph: Samir Hussein/WireImage)
Charlène de Monaco si attovaglia – verbo non scelto a caso – con un completo pantalone azzurro pervinca, caratterizzato da un top monospalla con un lungo drappo ricamato ton sur ton, pronta per un pigiama party. Non solo non mi piace, ma non è una cosa da portare in città, figuriamoci a Buckingham Palace. Se proprio non se ne può fare a meno, va bene su una terrazza dell’Hotel De Paris, per una di quelle pubblicità patinate che mi fanno sempre convinta ad andare altrove. Shock.
Passate in rassegna le sovrane, è la volta delle principesse ereditarie, magari andrà meglio.
Uhm, forse no. Mette Marit, consorte del principe Ereditario di Norvegia, probabilmente intenzionata a mostrare il proprio supporto a King Charles, si mette addosso una cosa che sembra un pezzo di bandiera inglese. E forse è proprio quella l’ispirazione, trattandosi di un capetto Alexander McQueen, una giacca color block di una collezione 2016, che evoca il tanto amato stile militare. Noi mettiamo dei fiori nei nostri cannoni, shock.
(Ph: REUTERS/Henry Nicholls)
Coppia di rosa per due principesse ereditarie: tonalità bubble gum per Victoria, futura regina di Svezia. L’abito di Roland Mouret è caratterizzato da alcuni drappeggi che non esaltano la sua linea. Molto divertenti gli accessori – scarpe Gianvito Rossi e borsa Louboutin – in pelle metallica fucsia. In fondo questa mise la rappresenta, imperfetta ma simpatica. Chic di incoraggiamento. Al contrario, Mary, futura regina consorte di Danimarca, è spesso talmente perfetta da risultare noiosetta. Rosa corallo intenso per un abito che i più attenti di voi forse avranno riconosciuto: lo indossava l’anno scorso alla cresima della figlia Isabella (Le foto del giorno – Scene di famiglia), ed è molto simile a quello indossato da Salma di Giordania al matrimonio della sorella Iman, il 12 marzo scorso (Scene da un matrimonio). Una creazione Andrew Gn, chic.
Scelgono curiosamente il nero entrambe le più giovani future regine; la ventunenne Elisabeth del Belgio indossa un abito un po’ punitivo Armani. Il modello originale è lungo alla caviglia, in questo caso è stato accorciato, e l’effetto finale ricorda una tonaca. Peccato, boh. Invece Catharina-Amalia dei Paesi Bassi, 19 anni, ha trovato una mise che le piace e le sta bene – in questo caso un tailleur pantaloni di Marina Rinaldi – e la ripropone in vari colori: fucsia una settimana prima per il Koningsdag, (Le foto del giorno – Compleanni e anniversari),nero in questa occasione. Nonostante l’accoppiata con la nonna Beatrix, anch’essa in nero, rischia di essere un po’ pesante, lei risulta perfetta per la serata, chic.
In rappresentanza dei reali senza trono loro ci sono quasi sempre, anche in virtù dell’abbondante parentela e dei legami personali. Anne Marie, nata principessa di Danimarca e diventata Regina di Grecia, è quel che si direbbe una vera signora: divide con la cognata Sophia la caratteristica di essere figlia di re e moglie di re, e si vede. Molto semplice in un completo Max Mara verde scuro, che tutto sommato rispetta il suo lutto – è rimasta vedova a gennaio – senza imporlo in società. Chic. Col figlio maggiore, il Diadoco Pavlos, e la di lui moglie Marie Chantal hanno inaugurato la modalità io mammmeta e tu, che penso vedremo spesso. Marie Chantal dal canto suo sta rafforzando il legame col mondo greco, indossando come già in altre occasioni una creazione di Mary Katrantzou, stilista ateniese che vive e lavora a Londra. Abito couture écru con maniche a campana, semplicissimo, impreziosito da una collana di grosse perle. Non sono una fan della signora, ma è indubbiamente chic.
Immagino che molti di voi abbiano già letto La sovrana lettrice, delizioso romanzo breve di Alan Bennett in cui si immagina Queen Elizabeth appassionarsi alla lettura (se per caso ci fosse ancora qualcuno che non lo conosce lo consiglio caldamente). La nuova sovrana invece è notoriamente una grande appassionata di libri, passione che durante il lockdown è diventata una pagina Instagram (@thequeensreadingroom)e poi un sito: royalreadingroom.uk.
Archiviata l’incoronazione Queen Camilla è tornata a fare quello che ama di più: non solo leggere, ma promuovere la lettura. Oggi è arrivata a Bristol, nella Shirehampton Primary School, per il lancio di una nuova speciale iniziativa: Coronation Libraries, che prevede l’istituzione di 50 biblioteche o aree di lettura in altrettante scuole, con la collaborazione della casa editrice Penguin UK. Nel Regno Unito una scuola elementare su 7 non dispone di una biblioteca, e si calcola che almeno 750.000 bambini non abbiano accesso gratuito a libri di lettura.
Trovo adorabile questa foto: il mazzo di fiori scomposto, e l’abito della regina stampato a penne e piume, metà scrittore metà capo indiano.
Ieri Camilla si era concessa un bagno di folla con King Charles nella prima uscita pubblica in coppia dopo l’incoronazione. Per questo debutto hanno scelto uno dei luoghi che Lady Violet ama di più a Londra, dunque nel mondo: il Covent Garden.
Ex mercato di frutta e verdura nel centro della capitale, celebrato da George Bernard Shaw nella pièce Pygmalion, da George Cukor nel celebre film My Fair Lady, ispirato alla pièce teatrale, e perfino da Hitchcock in Frenzy, è stato riconvertito negli anni Settanta e trasformato in una delle aree più piacevoli della città, pieno di negozi, ristoranti e artisti di strada.
Oggi partiamo con un post leggero, sperando di alleviare un po’ – per quello che può Lady Violet, cioè poco e male – la preoccupazione per la situazione tragica in cui versa metà del Pase. Dunque, la regina è una regina vera, Máxima dei Paesi Bassi, che oggi compie 52 anni. La data è ricordata dalla casa reale con questa bella e semplice fotografia, magari non tanto Máxima-style, ma che permette di apprezzarne la bellezza, se non il brio travolgente.
(Ph: MMP/Mischa Schoemaker)
Le tre principesse invece non sono proprio tali, ma le ho riunite sotto questo titolo unico per amor di brevità. La prima è sposata con un principe e ha il titolo di Duchessa di Sussex: Meghan, che ieri accompagnata da Harry e da mammà ha ricevuto a New York il premio Women of Vision della Ms Foundation for Women, creatura della celebre Gloria Steinem, che ha personalmente premiato la duchessa. La quale, probabilmente presa dall’entusiasmo e memore della precedente carriera nella decima arte, s’è vestita direttamente da Oscar (nel senso della statuetta), con un abito tutto d’oro della stilista colombiana Johanna Ortiz.
(Ph: Kevin Mazur)
Abito bruttarello, in un tessuto rigido (uno jacquard che mischia acrilico, cellulosa acetato e polyestere) che non le dona particolarmente; bellissimo sorriso, sguardo adorante un po’ forzato, terribili il segno del costume evidente dalla scollatura e, perdonatemi, anche i piedi. Insomma, come nel film di Troisi, quando c’è l’amore c’è tutto.
Le altre due fanciulle protagoniste del nostro post più che essere principesse vengono da un Principato; una è figlia di una principessa ma non ha titoli, l’altra, nata contessa, ha sposato un fratello della prima; insomma principesse per estensione. Charlotte Casiraghi e Beatrice Borromeo ieri hanno partecipato alla proiezione del film Jeanne du Barry (con Johnny Depp nel ruolo di Louis XV) che ha inaugurato il Festival di Cannes.
(Ph:BestImage)
Accompagnate da Dimitri Rassam, marito di Charlotte e produttore cinematografico, le due fanciulle hanno indossato creazioni delle maison di cui sono global ambassador. Chanel per la Casiraghi, un abito della collezione couture Autunno Inverno 2020: linea ad A, in seta blu, con una ricca decorazione di camelie tridimensionali. Bello ma non bellissimo. Beatrice invece indossa un abito Dior dalla profonda scollatura in pizzo beige e nero, che la fa sembrare la protagonista di uno di quei film tanto popolari negli anni ’70, tipo La sepolta viva. Incomprensibile la borsetta rigida, d’altra parte con questo coso che cosa si può abbinare? Le due insieme fanno un po’ quadro antico, come avrebbe detto mia madre. Personalmente mantengo le mie perplessità sul farsi trasformare in un manichino deambulante; per me scegliere delle testimonial di così alto profilo non ha un grande senso se le si veste esclusivamente con capi e accessori della maison, senza alcuna personalizzazione, alcuna interpretazione. Mah, probabilmente sono io che non capisco e non so, e penso che resterò in questa lieta ignoranza.
A dieci giorni dall’incoronazione Queen Camilla è scomparsa dai radar, probabilmente si è presa un periodo di riposo, magari a Ray Mill House, la sua residenza di campagna nel Wiltshire. Non lontana da Highgrove, amatissima proprietà del marito, ma comunque separata, perché mantenere i propri spazi è fondamentale in ogni matrimonio, figuriamoci in uno i cui coniugi oltre al resto dividono pure un trono.
King Charles domenica mattina è stato visto, da solo, andare a messa nella chiesa di St Mary Magdalene a Sandringham. Era in auto – all’andata era lui al volante – dunque non sappiamo se anche in questa occasione portava con sé il suo ombrello preferito, quello montato su bambù intero opera del genio napoletano di Mario Talarico. Il quale ci informa che si sono presentati alla sua bottega nei pressi di via Toledo per acquistarne uno uguale Don Pedro e il figlio Don Jaime de Borbon, pretendenti al trono delle Due Sicilie (se esistesse ancora): dunque quello è ormai ufficialmente l’ombrello dei re. Se dovete fare – o farvi – un regalo piuttosto importante potete pensarci, tenendo che, giustamente, non è proprio a buon mercato.
(Ph: Instagram @mario_talarico_since_1860)
I principi di Galles sono nel vortice di una continua attività, hanno iniziato ospitando il secondo garden party a Buckingham Palace e non si sono fermati un attimo. D’altronde, guardando la fotografia che riunisce i working royal si nota come l’età sia piuttosto alta e, almeno al momento, in rappresentanza della generazione più giovane ci sono solo loro. Al contrario di altri – gli eredi al trono di Danimarca, Svezia, Norvegia (ma solo lui) Paesi Bassi (in compagnia dei genitori) – i principi non hanno ancora confermato la loro presenza al royal wedding giordano (secondo alcune voci sembra che il dress code preveda black tie, cioè smoking, per i signori e abito lungo ma senza tiara per le signore).
Intanto William ha annunciato quale Paese ospiterà quest’anno il suo Earthprize: Singapore. Mentre Catherine, dopo aver deliziato il pubblico dell’Eurovision col suo cameo al pianoforte, ha rivelato a un gruppo di ragazzi adoranti di stare ancora studiando da royal; insomma, l’operazione down to earth (in tutti i sensi) è iniziata.
In tutte queste frenetiche attività Lady Violet non è ancora riuscita a postare i suoi chic shock e boh (abbiate fede!). Intanto ecco la risposta a una domanda che molti di voi mi hanno fatto, riguardo i gioielli indossati all’incoronazione dalle due Queen’s Companions.
Se aguzzate la vista (o allargate le foto) vedrete che le due signore hanno appuntata una spilla di diamanti che rappresenta il monogramma di Queen Camilla, che mi sembra un meraviglioso e assai opportuno presente per marcare e ricordare la giornata. In aggiunta, Annabel Elliot ha abbinato un collier di diamanti, mentre Lady Lansdowne una grande spilla a forma di fiore, che ha attirato l’attenzione di molti. Quanto a Lady Violet, la sua più che attenzione era proprio invidia!