Compirebbe novant’anni oggi Jacqueline Lee Bouvier, poi Kennedy, poi Onassis, per sempre Jackie.
Nasce a Southampton, sobborgo chic di New York affacciato sull’oceano. Il padre, John Vernou Bouvier III è un fascinoso agente di cambio detto Black Jack per l’abbronzatura perenne e le numerose eccentricità; discende da un ebanista di Pont-Saint-Esprit, nel Sud della Francia, giunto a Philadelphia dopo aver combattuto nelle guerre napoleoniche. La madre, Janet Norton Lee, viene da una famiglia d’origine irlandese che fonda il suo benessere sulle proprietà immobiliari; nutre la ferma convinzione che ogni ragazza abbia bisogno di un marito, naturalmente il più ricco possibile. Nonostante la nascita di una seconda bambina, Caroline Lee (morta quest’anno, ne abbiamo parlato qui A Royal Calendar – 3 marzo 1933 ) il matrimonio non dura: Jack è un uomo dalle grandi passioni: donne, alcool, cui si aggiunge l’amore per il rischio, che gli fa rischiare anche il patrimonio in investimenti avventati, e nel 1940 arriva il divorzio.
Per la piccola Jackie, legatissima al padre – che la chiama la più bella bambina che un uomo abbia mai avuto – è un brutto colpo, ma ne rafforza il carattere e lo spirito indipendente. Fedele ai propri principi, Janet si risposa due anni dopo; questa volta lui è il petroliere Hugh Auchincloss; madre e figlie lasciano New York e vanno ad abitare in Virginia, nella grande tenuta di famiglia. Una famiglia allargata: Hugh ha tre figli da un precedente matrimonio e con Janet ne avrà altri due, una femmina e un maschio. Jackie, intelligente e sportiva, è un’ottima amazzone e un’ottima studentessa; è anche molto graziosa, anche se non bella in senso classico, ha fascino e classe.
Nel 1947 entra in società – e viene incoronata debuttante dell’anno – poi si iscrive a Vassar, esclusivo college femminile; orgogliosa delle sue origini va a studiare un anno in Francia, tra la Sorbona e l’Università di Grenoble, poi torna negli USA e si laurea in Letteratura Francese alla George Washington University. È il 1951. Vince uno stage di un anno nella redazione di Vogue: sei mesi nella sede di New York e sei in quella di Parigi, ma rinuncia; secondo la sua biografa Barbara Leaming il direttore sarebbe contrariato dal fatto che a 22 anni non è ancora sposata: un problema in società. Oppure c’entra il fidanzamento con John G. W. Husted Jr, un giovane agente di cambio figlio di amici di famiglia; si parla di un matrimonio a giugno, ma poi Jackie ci ripensa, e mette fine all’idillio. Di nuovo nella capitale federale, trova un impiego al Washington Times-Herald dapprima è solo una receptionist part-time, ma poi ottiene un incarico da fotocronista. 
A maggio del 1952 è a un dinner party quando Charles Bartlett, che è amico di entrambi, le presenta un giovane politico del Massachussets, John Fitgerald Kennedy. Si piacciono subito; lui è alto bello, simpatico, affascinante; si prepara a correre per un seggio al Senato e a novembre viene eletto. La storia tra loro in quei mesi è diventata seria, e probabilmente già in quella occasione Jackie riceve una proposta di matrimonio. Non saprei dirvi se lui cercasse moglie, aspetto che per un politico nell’America degli anni ’50 ha la sua importanza; sicuramente suo padre Joseph, cerca una First Lady. Il patriarca ha le idee chiare: il suo primogenito un giorno vivrà alla Casa Bianca. Poi il primogenito Joseph jr muore in guerra, e allora si concentra sul secondogenito John, che tutti chiamano Jack; cambia il figlio, non l’ambizione. Jackie prende tempo, non è sicura, poi la sua vita si incrocia con un’altra icona del Novecento (e non solo). Da questo lato dell’Atlantico, il 1952 è l’anno della morte di Re George VI, al suo posto sul trono siede ora la figlia Elizabeth. La giovane regina viene incoronata a Londra il 2 giugno 1953, e Jackie viene inviata dal suo giornale a seguire l’evento; mentre è in Inghilterra riceve una telefonata da Jack, che le rinnova la sua proposta. Questa volta accetta, e il fidanzamento viene annunciato il 25 giugno.
GD0AA0 Senator John F. Kennedy with Jackie at Hyannis Port
Riceve un anello Van Cleef&Arpels composto da un diamante di 2,88 carati abbinato a uno smeraldo di 2,84 carati, con piccole baguettes; a un certo punto verrà rimaneggiato, con l’aggiunta di altri piccoli diamanti a navette.
Le nozze del’anno si tengono a Newport sabato 12 settembre 1953; cerimonia religiosa nella cattolica di St.Mary’s Church con 800 invitati, che diventano 1200 al ricevimento nella tenuta di Hugh Auchincloss, il patrigno di Jackie, che l’accompagna all’altare.
In effetti anche John Bouvier è a Newport, ma non è chiaro se sia la ex moglie a proibirgli di svolgere il suo ruolo di padre della sposa, o se è lui ad essere troppo ubriaco (morirà quattro anni dopo per un tumore al fegato, probabilmente favorito dall’alcolismo). Janet sceglie anche l’abito da sposa, e impone alla figlia una creazione di Ann Lowe, famosa sarta afroamericana di New York, che non le piace e non la rispecchia: 45 metri di taffetà di seta, un corpino aderente con maniche accennate su un’ampia gonna a ruota realizzata con uno speciale plissé – specialità della Lowe – e riccamente decorata con festoni e cerchi, plissettati anche loro, scanditi da piccoli fiori di cera.
Il velo antico, appartenuto alla nonna della sposa, è trattenuto sul capo da una piccola cuffietta in pizzo, un’acconciatura tipica degli anni ’50.
I primi anni di matrimonio non sono semplici, tra problemi di salute, difficoltà a concepire e i continui tradimenti di lui. Nel 1955 Jackie ha un aborto, l’anno dopo dà alla luce una bimba morta, che viene chiamata Arabella; finalmente il 27 novembre 1957 nasce Caroline (e sembra che in questa occasione si consumi il più imperdonabile dei tradimenti, tra John e Lee, sorella di Jackie).
Intanto nel 1956 Jack vorrebbe affiancare come vice Adlai Stevenson nella corsa alla casa bianca, ma il partito gli preferisce il senatore del Tennessee Estes Kefauver.
Si sa come finisce: il Presidente Eisenhower viene riconfermato; ora i Democratici hanno tre anni per trovare il candidato ideale. Il due gennaio 1960 Jack lancia la sua corsa alla Casa Bianca, ottiene la nomination e l’otto novembre, dopo un finale al cardiopalma in cui saranno decisivi i voti dell’Illinois, John Fitgerald Kennedy diventa il trentacinquesimo Presidente degli Stati Uniti. Due settimane dopo Jackie, che lo ha seguito e sostenuto durante tutta la faticosa campagna elettorale, partorisce un maschietto che viene chiamato come il padre. Dal suo letto d’ospedale la futura First Lady inizia a pianificare il suo ruolo. Negli anni il suo buon gusto innato si è evoluto in uno stile raffinato; Micol Fontana raccontava di aver avuto come cliente la moglie del giovane senatore, che aveva l’abitudine di selezionare gli abiti preferiti per poi lasciar scegliere al marito cosa acquistare. Ora farà da sola, Jackie diventerà l’immagine di una presidenza che si propone come New Frontier. Ha bisogno di uno stilista americano, e lo trova in Oleg Cassini, che la trasformerà in un’icona.
Il mito di Jackie sta nascendo.
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