Royal chic shock e boh – Special edition (parte prima)

Torniamo a fare quattro chiacchiere sul sofà? Riprendiamo con la nostra rubrica di stile, e per festeggiare il superamento di un momento difficile ve la propongo eccezionalmente in due parti, che ne dite?

La prima parte la dedichiamo alle due visite di stato di questa settimana, che hanno interessato la Scandinavia. Il primo viaggio ufficiale da sovrani di Danimarca Frederik e Mary lo fanno lunedì 6 e martedì 7 nella vicina Svezia, restando in qualche modo in famiglia: Re Carl Gustaf e la Regina Emerita Margrethe sono cugini di primo grado; inoltre la principessa ereditaria di Svezia è madrina di battesimo di Christian, primogenito della coppia danese, che ha ricambiato con i due figli di Victoria: Mary madrina di Estelle, Frederik padrino di Oscar. Sarà pure una riunione di famiglia, ma sempre di famiglia reale si tratta, dunque con un certo apparato, comprese le mise delle signore, che per un verso o per l’altro non ci deluderanno.

Mary indossa per l’ennesima volta l’abito avorio del brand danese MKDT Studio, che le abbiamo visto spesso e in varie versioni (ci era piaciuta tanto questa: Royal chic shock e boh – Ottobre, si riparte!). Qui lo abbina al blu: una mantella – scelta interessante ma non semplicissima da gestire, soprattutto col vento – le classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi e soprattutto un copricapo con un enorme fiocco, molto anni ’80 ma senza lo spirito scanzonato dell’epoca. Un modello della britannica Jane Taylor, che ha pensato bene di chiamarlo Cybele. La quale era una delle incarnazioni della Grande Madre, dea bella e terribile, solitamente rappresentata turrita, cioè con un copricapo a forma di torre, che mai e poi mai si sarebbe messa un fiocco in testa. Ve lo dico, Mary in versione regine mi sta perplimendo assai e questo caso non fa eccezione. Boh. Anche la bella Silvia ripropone una mise già indossata: abito in una fantasia pied-de-poul rosa e gialla, ripresa nei revers e nei polsini del soprabito shocking pink, a sua volta en pendant col pillbox che fa tanto Jackie. Dato che la regina ha indossato questo completino durante una visita in Giordania il 15 novembre 2022, e il primo trailer del film Barbie è uscito un mese dopo, possiamo affermare senza tema di smentita che la vera Barbie è lei. Boh.

La principessa ereditaria Victoria indossa sempre il più bello degli accessori, il suo meraviglioso sorriso. E meno male, perché la sua mise… Una creazione di Christer Lindarw dalle proporzioni tutte sbagliate: abito troppo lungo per essere midi e troppo corto per essere lungo, un soprabito 7/8 quasi 8/9 e come se non bastasse pure un fiorone stilizzato piazzato sulla capoccetta. Perfino la clutch, che non è di Bottega Veneta ma del brand danese Abro, sembra avere una misura strana. Shock.

(Ph: Dana Press/Bestimage)

Sceglie il bianco anche Sofia, nel suo caso un abito di Veronica Virta tutto abbottonato davanti che sarebbe interessante se non fosse interpretato nel solito stile un po’ lolita un po’ infermiera sexy. Boh. La foto di gruppo in interno vi consente di vedere meglio l’abito di Victoria, ma non credo sia un vantaggio. Alla fine quella che mi piace di più è Estelle, nell’abitino rosa frufru di By Malina.

La sera è il momento dello state banquet; Silvia cala la carta Leuchtenberg, parure di diamanti e zaffiri di grande bellezza, sicuramente una delle più preziose del forziere Bernadotte. Interessante l’abbinamento con il verde scuro dell’abito di pizzo, un modello della fida maison tedesca Georg et Arend molto adatto alla sovrana ottantenne che infatti lo indossa assai spesso nelle serate di gala. Certo uno stile un po’ démodé, ma non si può non ammirare il modo in cui la scollatura accoglie l’importante collier. Menzione d’onore per la borsetta vintage Ferragamo, chic. Continua la mia perplessità nei confronti di Mary; già principessa e ora regina del riuso, propone l’ennesima versione della gonna in seta pesante beige dorato di Jesper Høvring cui questa volta è stato abbinato un corpetto di tulle ricamato. A parte le maniche dall’incerto aspetto, a parte il ricamo asimmetrico, il mio dubbio è proprio sul modello dell’abito. Personalmente penso che quando si indossa una quantità di decorazioni così importanti per numero valore e significato, sia meglio qualcosa dalla linea più pulita. Nello specifico Mary porta: fascia e placca dello svedese Ordine dei Serafini, placca del danese Ordine dell’elefante, ordine familiare reale di Frederik X, più vari pezzi della parure di rubini: diadema collier, orecchini (piccoli, ce n’è anche un paio più grande) spilla bracciale. Insomma boh. Scontato l’omaggio alla regina consorte Ingrid, nonna di Frederik nata principessa di Svezia e precedente proprietaria della parure di rubini – lasciata espressamente alla fanciulla che avrebbe sposato il nipote – ma se vi aspettavate di vedere uno dei diademi riservati alla sovrana, cui ha finalmente diritto, tenete presente che molti di tali gioielli non possono lasciare il suolo danese, dunque per ammirarli dobbiamo aspettare che i neosovrani inizino a ricevere.

Banalotta Victoria in azzurro ghiaccio, altra creazione di Christer Lindarw, arricchita da un pannello fluttuante che parte dalla spalla sinistra, ma nelle foto non si vede granché. Mi piace invece la clutch di Gucci, ma in generale boh. Però lo vogliamo dire? Sotto gli archi leggeri e i diamanti danzanti della tiara Connaught che indossa la futura regina alla fine è bello tutto.

Stessa tonalità di colore per Sofia, che si rinfila nel suo abito da principessa dei ghiacci di Ida Lanto, già indossato per la cerimonia dei Nobel 2022 (December chic shock e boh (parte seconda). Sui capelli sciolti da bambola la consorte di Carl Philip porta come quasi sempre la sua tiara nuziale, questa volta arricchita da topazi blu. Questo gioco di cambiare le pietre a seconda della mise è piuttosto divertente, ma il resto è veramente too much, shock.

(Ph: Henric Wauge/Swedish Press Agency)

Il secondo giorno come da tradizione è dedicato a vistare istituzioni benefiche e culturali, e culmina col pranzo offerto a ospiti e padroni di casa dal sindaco di Stoccolma. Mary ripropone l’abito in crêpe de chine scarlatto Raquel Diniz – stilista brasiliana d’origine e italiana d’adozione – già indossato in occasioni simili (News – visita di stato francese in Danimarca) con scarpe in tinta – le solite Gianvito 105, ne ha una collezione – sotto una cappa cammello Oscar de la Renta che riprende il colore della borsa di Anya Hindmarch. Abbinatissima, diligentemente elegante, ma nessun guizzo a parte la spilla. Comunque chic.

Silvia sceglie un tailleur bouclé verde menta, colore che le dona molto, ma c’è qualcosa che non mi convince: forse avrei allungato di un dito la gonna, e quella blusa di raso pasticcia un po’ il tutto. La mantella bianca non aggiunge né toglie nulla. Boh.

Al lunch in municipio sono presenti anche i principi; Victoria in rosa shocking replica l’abito Roland Mouret indossato per il ricevimento a Buckingham Palace il giorno prima dell’incoronazione di King Charles III (Royal chic shock e boh – Pre Coronation party). Gli accessori di quel colore (scarpe Gianvito Rossi borsa Abro) non mi fanno impazzire, ma mi piace molto. Chic.

Sofia questa volta preferisce la sicurezza della lunghezza midi, l’abito Lilli Jahilo è sempre del genere che piace a lei, che non si capisce dove comincia e dove finisce. Nella foto è penalizzata dalla presenza della signora che la precede, vestita in un colore simile che fa un po’ effetto collegio. Peraltro la tuta della signora è bruttarella e totalmente inadatta, ma la borsa giallo uovo è, forse suo malgrado, trendissima. Insomma, boh.

Stessi giorni, stessa area geografica, i sovrani di Norvegia accolgono la signora Maia Sandu, primo Presidente della Moldavia a  compiere un viaggio ufficiale nel Paese scandinavo. Elegante Madame la Présidente con un tailleur grigio perla, forse la gonna è un filino lunga ma questa signora ha qualcosa che manca a molti politici, un alone di autorevolezza mista a un’allure che la rende, tra le altre cose, anche chic. La regina Sonja dimostra ancora una volta il suo gusto sicuro con un completo color ciclamino di Rena Lange, completato da un pillbox in una sfumatura leggermente diversa, che richiama il profilo della giacca e il fiore. Chic! La principessa ereditaria Mette Marit sceglie una giacca nera con gonna avorio a ruota e un cappello di paglia calato sugli occhi che penso non piacerà a tutti, ma trovo sottolinei in qualche modo quella forma di delicato candore che mantiene anche a cinquant’anni. Boh, ma vederla in salute è sempre una gioia. Menzione d’onore per la principessa Astrid, sorella del sovrano: 92 anni, qualche problema di deambulazione che la costringe sulla sedia a rotelle, e un delizioso chemisier in seta Polo Ralph Lauren bianco e azzurro. La adoro, chic.

(Ph: Kimm Saatvedt, Det kongelige hoff)

Per il banchetto di gala la signora Sandu opta per il bianco e nero, gonna e una blusa che sembra ispirata alla tradizione del suo Paese. Mi piace moltissimo, chic. La regina non si sforza piùdi tanto, ma l’insieme perle+grigio perla farebbe felice pure il nostro king Giorgio. Chic. La nuora Mette Marit si butta sul floreale (sì in primavera), un abito Carolina Herrera la cui leggerezza viene inutilmente appesantita dalla decorazione sulle spalle. Perdonatemi, ma quando l’ho vista ho pensato a Valeria Marina. Shock stellare.

Il secondo giorno lo stile tende a precipitare: Maia Sandu tira fuori dall’armadio della nonna – o forse di mia nonna, dove c’era sicuro – un cappottino nero triste triste, col collettino di velluto, un po’ punitivo, ma perché? Boh. Al colore ci pensa Mette Marit, che abbina la bella giacca rossa Dior a una gonna palandrana bianca senza forma né speranza. Shock.

La visita si chiude con la mostra dell’artista moldava Valeria Duca, che risiede in Norvegia. Très chic la Presidente, in completo pantaloni di raso nero; deliziosa Mette Marit con un abito giallo intenso, che vi ricordo essere uno dei grandi trend di stagione (e non è vero che sta bene a poche). Chic anche lei.

Siete pronti per la seconda parte? Mi raccomando non perdetevela!

Royal chic shock e boh – Robes de soirée

Accantoniamo per un attimo la Principessa di Galles e il suo dramma – sicuramente ne parleremo ancora – e concediamoci un po’ di frivolezza con la nostra rubrica domenicale, questa volta dedicata agli abiti da sera. Sì perché ieri a Montecarlo c’è stato il Bal de la Rose, e questo ce lo aspettavamo, cui ha partecipato anche Charlène, e questo non ce lo aspettavamo proprio!

(Ph: SBM)

L’ultima sua presenza risale al 2014, dieci anni tondi tondi, poi è scomparsa, convalidando l’ipotesi che lei e la cognata si fossero divise le serate clou del principato: a Caroline il Bal de la Rose a marzo, a lei il Gala de la Croix Rouge in estate. Invece ieri sera la sorpresa; vedremo col tempo come – e se – la situazione evolverà, intanto ciò conferma l’impressione di un lento ma costante ritiro di Caroline, che forse, magari al compimento dei settant’anni, sceglierà definitivamente la vita privata. Christian Louboutin, che ha sostituito il defunto Lagerfeld come direttore artistico, ha scelto il tema Disco, ispirandosi al mitico Studio 54 di New York. Scelta che avrà deliziato il sovrano Albert, in gioventù appassionato frequentatore del locale. Dove non portava certo il papillon rosso stile zio Artemio al cenone di capodanno. Fantastico Louboutin con parruccone stile Ivano&Silvano dei Cugini di campagna; l’abito color caramello è un’autentica chicca vintage. Meravigliosa la superospite, miss Gloria Gaynor, e i suoi gloriosi ottant’anni.

Divertente e azzeccata la principessa consorte, con una tuta di paillettes dorate di Elie Saab, (come la clutch metallica); il modello prevede anche un leggero mantello nello stesso tessuto, e francamente mi piace molto di più. Charlène non l’ha indossato, completando la sua mise con sandali dorati Jimmy Choo e capelli a caschetto a sottolineare gli orecchini di diamanti Griff. L’avrà consigliata il marito dopo essere stato al festival di Sanremo (Le uscite che non ti aspetti), dove probabilmente ha preso ispirazione da Mahmood con la sua tuta gold? Ve lo dico, la mise è sicuramente molto adatta ma non mi convince, non la valorizza adeguatamente ed è un peccato. Boh.

(Ph: @monacomatin)

Le paillettes sono state anche la scelta di Caroline, che ha tirato fuori dall’armadio un abito Lanvin. Bellissimo, un po’ cupo per l’allegria della serata, il suo tono viene sollevato dai favolosi orecchini JAR – la principessa ne ha almeno un altro paio – che dire, a me lei piace praticamente sempre, anche ingrigita e un po’ perplessa. Chic.

(Ph: SBM)

Assenti suo figlio maggiore Andrea Casiraghi e la moglie Tatiana, c’erano gli altri tre. Charlotte, la cui relazione col giovane scrittore Nicolas Mathieu sta scatenando molte chiacchiere e pure qualche critica, è arrivata da sola e ha goduto della compagnia della sorella Alexandra e del di lei fidanzato Ben. Belli trucco e parrucco anni ’60/70, terribile l’abito Chanel Couture Collection. Capisco che lei sia global ambassador e che indossi sempre i capi della maison, ma questo è veramente brutto brutto. Shock. La piccola di casa, Alexandra von Hannover, è sempre più graziosa ed elegante. Pure troppo con quest’abito nero dal grande fiocco rigido, molto stile sixties, poco stile disco, abbinato a borsina (tutto Celine) e orecchini prestati dalla mamma, dell’antica maison viennese Köchert. Sicuramente chic, anche se non particolarmente adatto al tono della serata. Ma forse semplicemente non aveva voglia di mascherarsi.

(Ph: Pierre Villard/SBM)

Se Charlotte è il volto Chanel, la cognata Beatrice è quello Dior. Scortata dal marito bizzarramente in bianco, Bea era in Dior dalla testa ai piedi, dall’abito a frange – più anni ’30 che ’60, ma va bene – alla clutch ai sandali. La tonalità oro pallido secondo me la spegne, i capelli si sono un po’ ammosciati e lui sembra appena arrivato da una giornata a Ibiza, ma insieme non mi dispiacciono. Però neanche mi piacciono davvero, boh.

(Ph: Kongehuset)

Avendo dedicato questo post agli abiti da sera, ampliamo lo sguardo. È un po’ che non parliamo di Mary, praticamente da quando è diventata regina di Danimarca, dieci settimane fa. Invero sembra che abbia rallentato un po’ le sue attività, e che l’upgrade le stia pesando, sempre che il problema sia quello e non la crisi coniugale di cui si continua a parlare con insistenza. L’occasione per tornare a occuparci di lei ce la dà la cena che i neosovrani hanno offerto lunedì scorso al Consiglio di Stato. Mary ha riciclato alla grandissima, tirando fuori dall’armadio un insieme della danese Malene Birger che ha indossato la prima volta nel 2007. La blusa nera non mi fa impazzire ma funziona, funziona molto bene con la gonna a pasticche svolazzanti; e alcuni pezzi della parure di rubini fanno il resto. I capelli raccolti così la intristiscono un po’ rendendola severa, ma sempre chic.

Qualche giorno – anzi sera – dopo, a Washington dove si sono trasferiti, sono stati i cognati di Mary a partecipare a un gala, alla presenza del presidente Biden. Io trovo Marie sempre piuttosto banalotta, e non si smentisce nemmeno in questo caso, ma immagino che non fosse occasione per particolari eccentricità. Anche lei riusa un abito già visto, del brand USA Haute Hippie; solito nero sbrilluccicoso, ma la linea pulita non è male anche se il bordo, che in foto non si vede, è percorso da piumette svolazzanti. In generale, mi piace l’abbinamento con l’orologio sportivo, in questo caso un Rolex. Mi convince? Boh.

Se i Danesi sembrano rallentare, gli Svedesi hanno messo il turbo. Non hanno fatto in tempo i sovrani a rientrare dalla visita ufficiale in Messico, che l’erede al trono Victoria è partita per il Bangladesh con UNDP, il programma dell’ONU per lo sviluppo. Non ci sono state serate di gala, ma qualche cena sì, e devo dire che il guardaroba della futura regina mi ha davvero convinta; alle tenute da lavoro ha alternato abiti graziosi e leggeri, perfetti per affrontare il caldo umido del Paese affacciato sul golfo del Bengala, tenendo anche presente la religione islamica che vi si professa. Una per tutte, ho scelto la mise indossata la prima sera, per la cena ufficiale con il Primo Ministro, che è una donna, Sheikh Hasina.

Abito in seta del brand svedese By Malina; è il modello Meadow, che Victoria ha in molte fantasie diverse. Questa non è una della mie preferite ma tutto l’insieme, con clutch dorata Anya Hindmarch e le classiche Gianvito Rossi in camoscio beige, mi piace assai. Brava, bella e chic.

Royal chic shock e boh – Tra stile e simbolo

Ma quanto ci è piaciuto il cappotto indossato da Rania per i 25 anni di regno del marito, e dunque pure suoi? E vogliamo lasciarlo nell’oblio? Giammai! Partiamo dunque da lei per questo chic shock e boh straordinario. 

Con una sobria cerimonia, che il momento non invita a troppi festeggiamenti, mercoledì 7 la Giordania ha celebrato il giubileo d’argento del sovrano. Notavamo come le signore del nucleo familiare del sovrano fossero in nero; probabilmente in onore di Re Hussein scomparso 25 anni fa, ma secondo altri in segno di lutto per la tragica situazione a Gaza che la regina, di origine palestinese, segue con determinata passione. Rania sublime in un cappotto Dior dall’ampio collo incrociato e dalla linea che si ispira ai classici della maison, È in lana double un particolare tessuto, molto sofisticato, di gran moda fino a qualche decennio fa. Un tessuto doppio, costituito da due orditi e una trama o due trame e un ordito, non necessariamente double face, ma l’aspetto è quello. Ricordo che mia madre aveva alcuni cappotti, tra cui uno cammello all’esterno e avorio all’interno.

Un tessuto la cui lavorazione richiede una capacità artigianale, ragion per cui si trova sempre più di rado; ai tempi d’oro era uno dei grandi saperi della maison Dior. Perdonatemi se mi sono dilungata, ma questo capo non è solo bello, è anche colto se mi passate il termine; Rania lo ha abbinato a borsa Vuitton, modello Chain it. Superchic.

La figlia maggiore dei sovrani, la principessa Iman, è la più informale con pantaloni, dolcevita, e un cappotto sfrangiato Alaïa. Vi dirò, non mi dispiace per niente e mi sembra anche piuttosto adatto alla sua figura minuta. Chic. Mi convince meno la scelta della sorella Iman, con un cappottino Vuitton che non la valorizza appieno, con un orlo che litiga con quello che c’è sotto. È un capo della collezione 2001, per cui potrebbe arrivare dallo sterminato guardaroba materno, il che giustificherebbe l’incerto fitting. Boh.

Dulcis in fundo la principessa ereditaria Rajwa, che evidentemente non è freddolosa e al posto del cappotto indossa un abito midi, semplice ed elegante (ME+EM) completato da un paio di slingback, le Vendome 70 di YSL . Tocco originale la borsa in color verde smeraldo. È la Gabrielle della maison Moynat, molto popolare tra le royal ladies: la regina Camilla ne ha almeno un paio. Sicuramente chic, ma non si può fare a meno di notare come finora la futura regina sia piuttosto defilata. Ieri, 12 febbraio, i sovrani – impegnati in un viaggio in vari Paesi per sollecitare il cessate il fuoco a Gaza – sono stati ricevuti alla White House dal Presidente e dalla First Lady. Con loro c’era il principe ereditario Hussain, ma la moglie Rajwa è evidentemente rimasta a casa. Ora, è vero che questa è una rubrica che si occupa di stile, ma non si può fare a meno di notare l’espressione dei giordani, contrapposta al sorriso – magari solo di circostanza – dei Biden.

(Ph: Jim Watson/Getty Images)

Differenza che si nota anche nei colori scelti dalle due signore: lampone per Jill, molto graziosa, ma come spesso le accade sbaglia i volumi, boh. Nero e grigio per Rania, in total look Dior: polo in cashmere, gonna a ruota, scarpe e clutch. Chic. Prende sempre più corpo l’ipotesi che la regina mostri i suoi sentimenti per la crisi a Gaza anche usando l’abbigliamento; dal 7 ottobre ha infatti indossato solo bianco, nero e colori neutri; un metamessaggio fortemente simbolico e sicuramente interessante. Non so invece come inquadrare la latitanza di Rajwa, interessante anch’essa anche se per motivi diversi. Capisco che il tour dei sovrani sia più politico che diplomatico, per cui magari la sua presenza potesse essere considerata superflua, ma in questi primi mesi di matrimonio si è vista davvero poco. Ha accompagnato il marito in qualche appuntamento all’estero, ma mai in patria, mentre siamo abituati a vedere le nuove principesse, soprattutto se straniere (Rajwa è saudita) impegnate a conoscere direttamente il loro nuovo Paese. Forse l’uso locale è diverso, vedremo, ma i tour reali sono un elemento costante dell’attività di sovrani presenti e futuri. A tal proposito, sono stati annunciati i primi due viaggi all’estero dei nuovi sovrani danesi: Frederik X e Mary saranno in Svezia il 6 e 7 maggio, e in Norvegia il 14 e 15; il 14 maggio è anche il loro ventesimo anniversario di matrimonio, vedremo cosa si inventeranno. Intanto una cosa è certa, non vedremo più i profondi curtsy di cui Mary era maestra.

Proprio di una visita di stato, e proprio in Svezia, tratta la seconda parte di questo post. Ed è una visita dal sapore particolare: quella della coppia presidenziale francese nel Paese scandinavo la cui famiglia reale, i Bernadotte, ha molti legami con la Francia a partire dall’origine. Origine che ha consentito di rifornire i forzieri di gioielli straordinari.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Ecco dunque i Macron ricevuti a palazzo dai sovrani con due dei tre figli e rispettivi coniugi. Sofia, moglie del principe Carl Philip, ha una certa fascinazione per lo stile lolitesco, nonostante si avvicini ai 40 (li compirà a dicembre). L’abito è di Philosophy, linea disegnata da Lorenzo Serafini; non è brutto, anzi, ma l’indosso è un po’ troppo gnegne: orlo al ginocchio proprio perché più corto non si poteva, calze color carne, scarpine da brava bambina, e capelli sparsi a pioggia; la trovo terribile, è veramente lo stile che piace a lei e io detesto. Shock, senza rancore. Dal lato opposto la principessa ereditaria Victoria vestita dallo stilista del suo cuore, quel Pär Engsheden che firmò il suo abito da sposa. Perfetta per l’occasione: belli il modello e il punto di rosso, inevitabili le Gianvito 105 di Gianvito Rossi, mi piace meno il copricapo che la schiaccia un po’, avrei preferito qualcosa con maggior volume. Comunque chic. Accanto a lei la Première Dame in uno di suoi soliti completini abito+cappotto, immagino Vuitton come quasi tutto ciò che indossa, questa volta in un color menta delicato e piuttosto freddo. Avrei evitato le scarpe nere – che mi sembra siano le sue preferite – ma personalmente mi sarei astenuta anche da quel colorino, dunque… non mi entusiasma, ma abbastanza chic. E arriviamo alla Regina Silvia, che compie uno dei suoi non moltissimi passi falsi. Non tanto e non solo per il datatissimo completo con abito in una fantasia geometrica usata anche per i dettagli della giacchina nera, ma per il basco. Che non è un cappello elegante, e va indossato con la necessaria nonchalanche e non piazzato in capo così rigidamente.

(Ph: Olle Lindeborg / SCANPIX)

Mi sorge un dubbio: la bella Silvia avrà tratto ispirazione da Anne-Aymone Giscard d’Estaing, ritratta in questa fotografia in compagnia del marito allora presidente Valéry e i sovrani di Svezia all’uopo pubblicata dalla Casa reale a testimonianza dei precedenti incontri tra i due Paesi? Shock.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Scende la sera, e porta con sé il banchetto di stato, le toilettes da gran sera e i diademi. Silvia in viola, ripropone l’abito della maison di fiducia Georg et Arend indossato alla consegna dei premi Nobel 2022. Allora non ci piacque, e francamente nemmeno ora, ma trovo molto divertente la clutch, la Queen of hearts di Judit Leiber. Non aiuta l’equilibrio della mise la fascia della Légion d’honneur indossata nella versione più ampia e non quella sottile riservata di solito le signore. Ma ogni cosa scompare davanti alla storica bellezza della parure di camei: diadema, collier, orecchini, e da quello che intravvedo anche il bracciale. Boh, ma che splendore! Accanto a lei la Première Dame vestita da nonna di Elsa, con uno dei soliti abiti dalla linea smilza, arricchito da una cascata di cristalli. Dalla smorfia direi che non è convinta neanche lei; Lady Violet la trova convintamente shock.

La Principessa Ereditaria Victoria ha scelto uno dei diademi più interessanti della collezione svedese e non solo; una tiara di acciaio il cui sbrilluccichio è dato dalla lavorazione del metallo, essendo totalmente priva di gemme. Un pezzo favoloso, francamente uno dei miei preferiti della collezione svedese. Risale anch’esa all’epoca napoleonica, e si ritiene sia stata creata per Hortense de Beauharnais, figlia dell’imperatrice Joséphine. Accantonata per decenni, fu ritrovata per caso dalla regina Silvia poco dopo le sue nozze, tornando a godere dell’attenzione che merita. E ve lo dico, ce n’è anche un’altra, più piccola, risalente sempre allo stesso periodo. Confesso, ho preferito concentrarmi sulla tiara per sorvolare sul vestito di broccato indossato da Victoria, creato da H&M e indossato in precedenza, di sicuro per la serata dei premi Nobel del 2016. Anno in cui il sofà di Lady Violet non esisteva ancora, sennò lo avrebbe stroncato anche allora. Sembra la carta di un enorme cioccolatino, e pure il marito Daniel mi sembra perplesso. Shock.

Annega nei drappeggi anche Sofia, con una creazione del couturier svedese Lars Wallin. Troppo tutto: troppo ricco, troppo lungo, troppo pasticciato, pure troppe pieghe; e non aiuta la pettinatura con le ciocche che sfuggono morbidamente dal diadema, la sua solita tiara nuziale, questa volta decorata con perle. E mi taccio sulle scarpe con platform Charlotte Olympia; per fortuna si vedono poco! Inevitabilmente shock.

Royal chic shock e boh – Oriental edition

A gentile richiesta, oggi dedichiamo la rubrica domenicale principalmente al royal wedding celebrato in Brunei nella prima metà del mese. La verità è che la rapida e inattesa successione degli avvenimenti nella nostra vecchia Europa – da una parte il passaggio dei poteri sul trono danese, dall’altra le notizie sulla salute di King Charles e della Principessa di Galles – ha catturato tutta la mia attenzione impedendomi di fatto di seguire come avrei voluto il grande evento andato in scena dall’altra parte del mondo, le sontuosissime nozze del principe Abdul Mateen con Anisha Rosnah. Confesso che un po’ ha contribuito anche la lunghezza e la complessità della cerimonia; celebrata in ossequio ai dettami dell’Islam e delle tradizioni locali, arrivavano notizie e fotografie di ogni tipo, e orientarsi non era immediato.

(Ph: German Larkin)

Il rito nuziale vero e proprio è stato celebrato domenica 14, con l’incantevole sposa in Dior Haute Couture; abito sontuoso ma alla fine neanche tanto, in una candida seta pesante intessuta d’oro. Linea elegante e piuttosto semplice, corpino aderente e gonna morbida con un piccolo strascico; indispensabili per la cultura del Paese le maniche lunghe e lo scollo appena accennato, ma tanto lì c’è il preziosissimo collier con diamantone centrale ad attirare l’attenzione. Molto elegante il velo, la cui leggerezza viene un po’ mortificata dal copricapo modellato come il classico tudung delle donne bruneiane, su cui è poggiata una tiara davvero regale tempestata di diamanti.

(Ph: Mohd Rasfan)

È un gioiello di famiglia, 800 e passa pietre per un totale di 132 carati (e un valore stimato in 10 milioni di sterline) indossato in precedenza da una delle sorelle del principe per le sue nozze. Quello che veramente non mi piace è il bouquet di pietre, preziose pure quelle; una tradizione della famiglia reale che ne possiede diversi, utilizzati nei royal wedding da una trentina d’anni. Apprezzo il rispetto per usi e costumi, ma mi ricorda un po’ quelle composizioni di pietre dure presenti in certi salotti d’antan, tipo quello della nonna Speranza di gozzaniana memoria. Comunque devo dire che pur con tutte le limitazioni e gli eccessi di una cultura così diversa dalla nostra, l’effetto finale è piuttosto contemporaneo. Chic la mise, shock il bouquet. Shock pure il collier, ma in un altro senso.

Ancora più moderno, e vicino al gusto delle spose occidentali l’abito indossato per il ricevimento postnuziale. Il libanese Zuhair Murad ha creato per la nuova principessa un modello a sirena in una delicatissima sfumatura di rosa cipria, con ricami di piccole perle che creano disegni floreali. Favoloso anche questo collier, ancor più sontuosa la tiara, prestata dalla moglie numero 1 del sultano, cui si aggiungono anelli orecchini e bracciali tempestati di diamanti. Sicuramente qui non vale il principio less is more; comunque chic.

(Ph: Instagram @tehfirdaus)

La lunga teoria di riti e cerimonie che ha preceduto la cerimonia nuziale vera e propria era iniziata una decina di giorni prima con la Khatam Quran, la lettura del Corano insieme alla famiglia. Anisha indossava un elegante baju kurung, l’abito tradizionale, realizzato su misura da Teh Firdaus, il principale stilista del Paese, in un tessuto bianco perla realizzato usando tecniche antiche che creano un ricco motivo. Il pizzo floreale che definisce bordo e maniche della tunica è il tocco finale. Chic.

(Ph: Instagram @tehfirdaus)

Sempre bianco, sempre opera di Teh Firdaus, l’abito indossato dalla sposa durante la cerimonia detta Berbedak Mandi, che se non ho capito male dovrebbe essere una sorta di benedizione degli sposi da parte dei genitori. La mise indossata in questa occasione si ispira al modello del tradizionale baju kurung però è realizzato tutto in pizzo, il che da un’aria più internazionale, forse anche grazie al velo senz’altro più donante, almeno ai nostri occhi, del copricapo tradizionale. Lei è bellissima e le sta bene tutto, questa mise mi sembra un po’ troppo, boh.

(Ph: Instagram @germanlarkin)

Tutti questi abiti più o meno bianchi vi hanno stancato? Ho qualcosa per voi. Uno dei momenti più particolari di questo abbondantissimo matrimonio è stata la powdering ceremony, un rito per invocare sugli sposi fecondità e ricchezza (anche se non è che ce ne sia troppo bisogno…). in questo caso il colore è il rosso, elemento di una mise che vede il suo culmine in un’altissima corona.

(Ph: German Larkin)

Trovo alcuni aspetti di questo abito davvero affascinanti, e altri, come dire, sorprendenti. Come il fatto che con quel copricapo, i favolosi orecchini in oro e diamanti, i bracciali d’oro ai polsi, la sposa si sia appuntata anche una spilla, forse temeva di essere considerata troppo semplice, quasi francescana. Impossibile da inserire in una delle nostre categorie, ma wow!

Ma almeno un’ospite la ce la vogliamo mettere? Ne scelgo una a caso: Jetsun Pema, consorte del Re del Bhutan, seduto alla sua destra. Per lei l’abito tradizionale del suo Paese, questa volta in blu con tocchi di azzurro. Incantevole come sempre, spicca anche adeguatamente sullo sfondo giallo della sala (il giallo è il colore del Sultano, perciò lo vedete dappertutto ma non lo indossa nessuno). Sublimemente chic, as usual.

(Ph: Instagram @support.anishaik)

Ecco gli sposi, finalmente moglie e marito dopo la maratona nuziale. E per la prima uscita da principessa in abiti occidentali cosa sceglie la bella Anisha? Dior per le slingback color crema (modello J’adior) e borsa, la Lady Dior in coccodrillo blu, abbinate a un abito di Self Portrait che noi conosciamo bene, pure troppo… ve lo ricordate? (Il caffè del lunedì – Dress a Princess). Ne usciremo mai? Boh, ma quanto a scelte principesche direi che ci siamo.

Restiamo in zona per seguire un’altra giovane coppia sposata da poco: Hussein e Rajwa di Giordania in visita a Singapore. In occasione del Jordan-Singapore Tech Alliance Forum la principessa, capelli sciolti e spettinati à la Máxima, indossa un abito midi in viscosa di Karen Millen, in una fantasia dai colori muffosi che ammazzerebbero quasi tutte, lei sicuro. Va bene la sobrietà, ma qui si esagera! Mi dispiace, la trovo terribile, shock.

Il giorno seguente incontro con il Primo Ministro Lee Hsien Loong e consorte. Look un po’ monacale con l’abito bianco Roskanda caratterizzato da maniche inutilmente bouffant con nastro appeso, modello che mi permetto di sconsigliare per una colazione, dato che se nel menù fosse compreso un consommé il rischio inzuppo sarebbe altissimo. Mi piace molto la cintura che sembra una lamina metallica; gliel’abbiamo già vista, e sappiamo pure chi gliel’ha data (Festeggiare con stile) abbinata alle scarpine slingback Gianvito Rossi. Per ora Rajwa non si schioda dal mezzo tacco, per non sovrastare il coniuge, vediamo se più in là prenderà ispirazione dalla suocera, che porta tranquillamente i tacchi alti anche quand’è col marito. Se intanto la fanciulla si facesse dare qualche suggerimento per i capelli, evitando la (s)pettinatura a salice piangente non farebbe un grammo di danno. Scopriamo che anche lei ha la clutch Knot di Bottega Veneta, in una tonalità soberrima definita “travertino”. Boh. Fatemi spezzare una lancia in favore della signora Ho Ching, consorte del premier, con tunica ispirata alla tradizione e ciabattoni. La signora è laureata in ingegneria elettronica e ha avuto una brillantissima carriera da manager, che sicuramente ha nutrito la sua autostima. Shock, ma brava.

Altro appuntamento, altra mise; in questo caso Rajwa sceglie un completo pantaloni a vita alta + giacca doppiopetto di Gabriela Hearst in un rosa cipria che le scalda l’incarnato pallido. Borsa in tinta: una Fendi Pikaboo, modello amatissimo dalla suocera Rania. In generale mi piace, ma la giacca tira un po’, andrebbero spostati leggermente i bottoni. A meno che la coppia non stia per darci una lieta novella, nel qual caso mi tacerei all’istante. Chic di incoraggiamento.

Unica principessa di sangue di questa rassegna, l’avevamo vista scendere la scaletta dell’aereo con le borse in mano nel primo viaggio all’estero del 2024 per un membro della Royal Family (Arrivi e partenze). Anne non avrà la bellezza del padre, cui somiglia molto, né il carisma della madre, ma ha un gran carattere e uno stile tutto suo. Nella visita in Sri Lanka l’abbiamo vista con diverse mise nessuna delle quali memorabili, che avevano però il vantaggio di mettere in luce l’essenza di chi le indossava. Ho scelto questa foto perché mi piace molto: lei semplicissima in pantaloni bianchi e camicia ecrù – forse inavvertitamente ha beccato uno dei trend di stagione, che vuole abbinate tonalità diverse di bianchi – ma circondata da persone che sorridono incantate. Chic a prescindere.

Le foto del giorno – Ottanta voglia di festeggiare

Ecco la ragazza del giorno, la splendida ottantenne che fu la più bella sposa reale della sua generazione.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Silvia Renate Sommerlath nasce a Heidelberg il 23 dicembre 1943. Il padre Walther è un uomo d’affari inevitabilmente in odore di contiguità col Nazismo. La madre, Alice Soares de Toledo, è brasiliana e proprio in Brasile la famiglia si trasferisce nel dopoguerra, per rientrare in patria dopo una decina d’anni. La poliglotta Silvia – parla tedesco portoghese spagnolo svedese inglese francese, e conosce pure la lingua dei segni – studia da interprete; dopo aver lavorato al consolato argentino di Monaco diventa responsabile per la formazione delle hostess impiegate nelle Olimpiadi del 1972, organizzate nella capitale della Baviera. È qui che incontra l’erede al trono svedese, ed è qui che scocca la scintilla. Ma sul trono di Svezia c’è il nonno Gustav VI Adolf, che non vede di buon occhio un matrimonio non egualitario. L’anno dopo il destino si compie: il novantenne sovrano passa a miglior vita, e il giovane Re può decidere per sé. La decisione è presa: sposerà Silvia.

(Ph: Bernadottebibliotekets bildarkiv)

Il fidanzamento viene annunciato il 12 marzo 1976 e le nozze celebrate dopo tre mesi, il 19 giugno. La sposa arriva all’altare nella cattedrale di Stoccolma in un abito di seta duchesse creato per lei da Marc Bohan, direttore creativo di Dior. Un modello semplice e di gran linea, perfetto complemento per lo storico velo in pizzo di Bruxelles acquistato a metà Ottocento dalla regina Sofia e indossato da varie spose Bernadotte, e soprattutto per il favoloso diadema di cammei appartenuto all’Imperatrice dei Francesi Josephine. Un vero matrimonio da sogno per l’adolescente Lady Violet, arricchito dalla nascita di tre bellissimi figli. Col tempo però spesso le favole si appannano un po’, e negli anni è arrivato più di qualche sussurro sulle attività extramatrimoniali – e forse pure extracurriculari – del sovrano, ma Silvia ha sempre svolto impeccabilmente il suo ruolo e assolto ai suoi obblighi, con un rigore che a volte sfuma appena nella rigidità.

(Ph: Sara Friberg/Kungl. Hovstaterna)

La regina è impegnata con passione nella tutela dell’infanzia svantaggiata e nell’assistenza alle persone con demenza o disturbi mentali; le sue passioni sono il giardinaggio, la lettura e un po’ di sport all’aperto. Oggi si gode la famiglia e gli otto splendidi nipoti, uno per decennio, che l’hanno allegramente festeggiata con una torta senza fronzoli ma regalmente elegante, proprio come lei.

(Ph: Sara Friberg/Kungl. Hovstaterna)

Delizioso il video sulle note di Celebration. D’altra parte, è sempre la sposa cui gli ABBA dedicarono il debutto dell’immortale Dancing Queen! https://www.facebook.com/reel/1106992244049417

Le foto del giorno – Monaco in festa

Il 19 novembre, come ogni anno dal 1949, si celebra la festa del Principato di Monaco, nel giorno dell’onomastico del sovrano. Qualcuno potrebbe obiettare che sant’Alberto Magno si festeggia sì a novembre, ma il 15; la verità è che salito al trono Albert II ha preferito mantenere la tradizione come estremo omaggio al padre, e dunque la fête nationale continua ad essere celebrata il 19, giorno di San Ranieri di Pisa e della dinastia Grimaldi, che lo onora appunto in questa data. Conclusa la premessa dedicata al calendario passiamo alla cronaca. La giornata inizia alle 9.30 con il Te Deum nella cattedrale di Notre-Dame-Immaculée, ed è l’occasione per godersi la famille princière in parata.

Charlène sceglie il total color in un bel rosso quasi-Natale: abito, cappotto a redingote, cappellino Stephen Jones e stivali di camoscio Manolo Blahnik. Che ne penso? Ve lo dico prendendola alla larga. Una volta mi spiegarono che tra gli attori esiste una caratteristica che prescinde da bravura età fascino e persino provenienza geografica, ed è la dote innata di indossare bene i costumi di altre epoche. Esempio: il neozelandese Russel Crowe, almeno ai tempi d’oro, risultava credibile vestito da antico romano (Il Gladiatore) in abiti medioevali (Robin Hood) e pure settecenteschi (Master & Commander). Invece l’europeo, colto e raffinato Hugh Grant in Ragione e sentimento sembrava mascherato. Tutto ciò per dire che ecco, a me Charlène molte volte sembra mascherata. Tipo questa. L’ispirazione sarà il new look Dior degli anni Cinquanta? La suocera, incantevole in pizzo rosso nel Delitto perfetto? Qualunque cosa sia non mi convince. Nonostante la Princesse sia una bella donna dotata un fisico che le permetterebbe modelli e volumi anche importanti mi sembra molto spesso che siano le sue mise a portare lei.

Terribile l’accoppiata con la figlia Gabriella, bimba adorabile di neanche 9 anni combinata come la madre ma in blu, compreso il cappellino piazzato sulla capoccetta; terribilissime le scarpette col tacchetto, con l’aggravante di essere delle Louboutin. A tanta rossa abbondanza rispondono le due cognate in stile mezzo lutto: noiosamente perfetta Caroline in Chanel nero con cappello bianco, chic senza troppi sforzi (e senza grande impegno), mentre la sorella Stéphanie opta per un cappottino damascato grigio, confermando il suo stile ultraminimal: né cappelli né tacchi, e occhialetti da Harry Potter.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Lasciata la cattedrale, la seconda parte della solenne cerimonia si svolge nella corte del palais princier, con nipoti cugini (e pure cognati) del sovrano schierati. Si parte da sinistra con figli e nuora di Stéphanie: la figlia minore Camille Gottlieb, un po’ quadro antico con cappotto grigio e cappellino nero; segue la secondogenita Pauline Ducruet, che lavora nella moda e un po’ si capisce; il cappotto over bianco si vede poco, ma da quel poco non sembra male. Anche lei in bianco, precede il marito Luis, figlio maggiore della principessa, la neomamma Marie, che non lavora nella moda e direi che anche qui si vede. Ma benedetta ragazza dove l’hai rimediato quel coso?

Segue il ramo Caroline; ecco la figlia minore Alexandra von Hannover, in nero Celine con gambe abbondantemente scoperte e inguainate in calze velate, come se andasse a un party e non a una sobria festa nazionale. Dopo di lei Beatrice Borromeo in Casiraghi, in velluto bordeaux (uno dei colori più di tendenza nei prossimi mesi) firmato Dior, tradita dal cappello più tegame che colbacco; dopo il marito Pierre c’è la di lui sorella Charlotte, senza il marito Dimitri Rassam ma con i due figli, e un tailleur Chanel un po’ miserello, soprattutto nella lunghezza. Unica a spiccare in questa uniformità di tinte Tatiana santo Domingo, moglie del primogenito di Caroline Andrea Casiraghi, che chiude la fila. Anche Tatiana lavora nella moda, e nel suo caso si vede bene: il suo completo Emilia Wickstead, composto da abito senza maniche e giacca doppio petto in una tipologia di tartan detto Tattersall è quello che a me è piaciuto di più.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Pensavo di dedicare alle mise di questa giornata il nostro Royal chic shock e boh, ma alla fine ci ho ripensato, speriamo nell’anno prossimo! Intanto gira voce che Alexandre, il figlio ventenne di Albert nato da una sua relazione con Nicole Coste, vorrebbe lavorare col padre per riportare il principato agli splendori dell’età doro di nonna Grace. Da fare ce n’è. Parecchio.

Royal chic shock e boh – Sweet November

Royal Halloween

Giuro, ho visto questa foto e mi sono chiesta se l’impareggiabile Máxima si fosse unita ai bambini a caccia di dolcetto o scherzetto. E invece no, è solo la mise scelta per uno dei suoi tanti impegni, in questo caso i trent’anni di Home-Start Nederland, programma mondiale di supporto per le famiglie, con l’obiettivo principale di assisterle nella crescita dei bambini piccoli. L’abito in tweed bianco e nero di Dolce & Gabbana (ce l’ha uguale Amal Clooney), arricchito da una grande spilla Natan, mi piace e le sta bene; il cappello è Philip Treacy e benché io ami lui e le sue creazioni in questo caso secondo me rende tutto troppo overdressed; lei è bella, anche elegante – calze lucide a parte – ma mi sembra un po’ troppo. Attendo con interesse il vostro parere, per me francamente boh. Però certo non si può dire che quando arriva lei, camminando sulle Gianvito 105 di Gianvito Rossi, non si capisca che è la regina.

Nonostante abbia annunciato da vari mesi il rientro con la famiglia nella madrepatria, la Principessa Madeleine di Svezia vive ancora negli USA, a Miami; e una foto degli O’Neal mascherati per Halloween non manca mai. Quest’anno il figlio si è messo la maschera di Scream, le due bambine non ho capito da cosa sono vestite, i genitori sembrano due cantanti country, o una cosa così. Una breve ricerca ha spiegato l’arcano: Adrienne, la piccola di casa, è Anna, la sorella della bionda Elsa nel cartone Frozen, Nicolas è l’unico che avevo indovinato, la figlia maggiore Leonore è la Barbie dell’omonimo film. I genitori invece dovrebbero essere lei Beth (con un abito Derek Lam 10 Crosby) e lui Rip della serie televisiva Yellowstone (confesso, mai vista). Boh, io invero li trovo terribili, mi assale il dubbio di essere troppo antica.

Tartan Queens

Torniamo su un terreno meno rischioso, squisitamente autunnale, e adorato da Lady Violet: il tartan. E riprendiamo da Máxima, che lo ha scelto per il Prix de Rome (nonostante il nome, è un premio olandese dedicato agli artisti, che immagino ottengano la possibilità di un periodo di studi nell’Accademia del loro Paese a Roma). L’abito è Natan, la borsa il modello Moneypenny di Sophie Habsburg. Non sono una fan di quel cappello, ma nell’insieme (come avrebbe detto mia madre) la trovo chic.

La Principessa di Galles non si è vista moltissimo nelle ultime settimane, ma il 2 novembre era in Scozia con il marito William (che ora ha raggiunto Singapore per gli Earthshot Prize). Lo scopo, conoscere iniziative dedicate ai più piccoli e alla loro salute fisica e mentale, che è il suo principale campo di interesse e di impegno. William non si è ancora convinto a indossare il kilt – prima o poi lo farà, ne sono certa – Catherine intanto ha sfoggiato una bella giacca imbottita Burberry, con simpatici pantaloni a zampetta (Mother Denim). Trovo orrendi gli scarponcini Ba&Sh, per il resto chic.

Terza royal lady, terza interpretazione del tartan; questa volta è Mary di Danimarca, che si è concessa un bagno di folla nella cittadina di Esbjerg con un giaccone reversibile di Massimo Dutti indossato dal lato scozzese (l’altro è in tinta unita navy) e completato con pantaloni ampi, dolcevita e guanti blu. Chic. Si è capito che mi piace il tartan?

Ma quanto sono carini? E come sta bene Mary col beanie di cashmere, cioè quel modello di cappello/cuffia che sta male praticamente a chiunque abbia superato l’adolescenza?

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La sera la coppia ha consegnato i premi a loro intitolati, i Kronprinsparrets Priser; la futura regina consorte di Danimarca ha scelto un abito midi di velluto blu, del brand danese Rotate, trapunto di cristalli che lo accendono come il cielo del Nord. Non mi fa impazzire, però è il suo stile ed è adatto all’occasione; ma perché il marito si è presentato con un abito da giorno, per di più marrone? Boh.

Chi si rivede!

(Ph: Fredrik Varfjell/NTB)

Nell’ultimo post (Royal chic shock e boh – Bye bye October) avevamo accennato al fatto che il Re di Norvegia era stato colpito dal covid ma si era già ripreso, ed ecco la prova: il 31 ottobre i sovrani, accompagnati dagli eredi, hanno offerto un pranzo per i 75 anni del Nordic Council, che riunisce i paesi scandinavi – Danimarca Norvegia Svezia, più Islanda e isole – per armonizzarne le politiche. Se Sonja è chic as usual in una mise bordeaux che indossa spesso, Mette-Marit è apparsa un po’ infagottata in un abito a riquadri crema e lime Dior, da cui francamente mi aspetterei qualcosa di meglio. Shock.

In serata, sotto la prima neve di Oslo, i Principi Ereditari sono arrivati all’Opera per consegnare i premi per l’Ambiente assegnati dal Nordic Council. Sotto una cappa di pelliccia su cui non mi pronuncio la principessa indossa un lungo abito a fiori (byTiMo). Mia madre aveva qualcosa del genere, ma lo portava d’estate. Mi sembra un po’ informe, pasticciato.

E visto che Haakon porta un semplice completo blu, non era meglio un abito più semplice, magari midi? Boh, ma complimenti alla signora con gli scarponi fucsia.

Il 3 novembre c’è stato il gemellaggio tra il comune di Monaco e quello ligure di Dolceacqua; dal Palais princier ci informano che la firma “avviene esattamente cinque secoli dopo il giuramento di fedeltà degli amministratori di Dolceacqua, Apricale, Isolabona e Perinaldo, ad Augustin Grimaldi, signore di Monaco e vescovo di Grasse, a Monaco, il 3 novembre 1523”. In effetti nella foto non compare nessuno dei due sindaci, Georges Marsan e Fulvio Gazzola, in compenso si può apprezzare a figura intera Charlène e il suo completo pantaloni misto cachemire firmato Chloe. Tralasciando il colore, che non deve piacere a me (e infatti non mi piace) ma non mi sembra che la valorizzi particolarmente, il taglio così over non mi convince per niente; le fa le spalle ancora più ampie e la testa ancora più piccola. Boh. Segnalo che il primo signore a sinistra, col completo che deve essersi ritirato dopo un passaggio in lavatrice, è S.E. Giulio Alaimo, il nostro ambasciatore nel Principato.

E per continuare a farci del male, ecco una immagine del pomeriggio, quando la scena si è spostata a Dolceacqua; Charlène è rimasta a casa (diamole torto…) mentre ha fatto la sua non particolarmente elegante comparsa il senatore Gasparri, ché alla fine Albert II è sempre un capo di stato straniero, e va ricevuto con una certa formalità. La prossima volta facciamo un piccolo sforzo in più, dai.

Madri e figlie

Se la notizia della settimana è senz’altro il diciottesimo compleanno della Princesa de Asturias con conseguente giuramento sulla Costituzione che ne sancisce l’assunzione ufficiale del ruolo di principessa ereditaria, quella di stile potrebbe tranquillamente essere l’abito della sorella Sofía. Che per il gran día di Leonor ha scelto un leggero capedress Erdem leggero romantico e svolazzante, ma invece che comprarlo l’ha noleggiato sulla piattaforma spagnola Borow, dimostrando così che la scelta consapevole l’attenzione allo spreco e alla sostenibilità si confermano centrali per le nuove generazioni, anche royal.

(Ph: EFE/ Jesús Diges)

Tre giorni dopo la loro madre Letizia ha partecipato al Festival cinematografico Ópera Prima a Tudela, in Navarra, dove ha consegnato alla vedova una targa in memoria di Carlos Saura. per l’occasione ha scelto il grigio, un abito Cortana con stivali alti sopra al ginocchio di Nina Ricci. A seconda delle foto, l’abito sembra a volte brutto a volte bello, quindi facciamo la media: boh.

(Ph: The Temple Church)

Chiudiamo con lei, la Princess Royal, che nei giorni scorsi ha partecipato alla Choral Evensong a Temple Church, incantevole chiesa londinese da visitare assolutamente la prossima volta che andrete a Londra, nel caso non la conosceste. Nel corso del servizio religioso, celebrato il 2 novembre, la principessa ha letto un brano della lettera ai Corinzi, lo stesso letto al funerale della defunta Regina. E lo ha fatto indossando un mantello che abbiamo spesso visto indossato da sua madre. In panno di lana nero, chiuso da un alamaro e quattro bottoni dorati, creato dalla manifattura Admiral.

Si può immaginare qualcosa di più chic?

Royal chic shock e boh – Bye bye October

Di recente il re di Norvegia, Harald, si è preso il covid, condizione che ha richiesto un periodo di riposo lontano da tutto e tutti; ora è perfettamente guarito, ha ripreso l’attività ed è ricomparso in pubblico, ma giovedì 26 non ha potuto partecipare alla tradizionale cena in onore dei membri del Parlamento. A fare le sue veci il principe ereditario Haakon che, arrivato al braccio della madre Sonja, ha poi letto il discorso del re.

(Ph: Frederik Ringnes/NTB)

Elegante as usual la sovrana, che ha abbinato il bianco di uno dei suoi classici abiti autenticamente vintage (questo è un Balmain del 1992) alle perle della raffinata tiara della Regina Maud; notevolissimo anche il collier de chien: cinque fili di perle di grandezza diversa, con perlona pendente. Chic. La nuora Mette-Marit riusa una mise già indossata varie volte e in varie versioni; contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta di un abito ma di due pezzi separati, e a dire il vero anche di due brand diversi: gonna grigia con fiori applicati di Lela Rose e blusa in pizzo ricamato di cristalli di Biyan. Lo trovo francamente terribile, shock. Però è una grande gioia trovarla in buona forma così come la zia, la Principessa Astrid, che avevamo visto di recente in sedia a rotelle.

La principessa Claire – moglie del neosessantenne Laurent del Belgio, figlio minore di Paola – non ha un ruolo ufficiale e si vede poco, dunque non ce la facciamo sfuggire. Giovedì 26 ha visitato la comunità di Molenbeek per il progetto Léon dans la classe, che ha ricevuto un riconoscimento anche dal Prix Reine Paola 2022-23. Si tratta di laboratori di danza intergenerazionali, progetto meno scontato di come potrebbe sembrare, tenendo presente che Molenbeek, comune dell’hinterland della capitale, è un’area delle più disagiate, con una forte presenza di immigrati poco integrati e a rischio di radicalizzazione.

Claire non è una donna particolarmente elegante ma è piuttosto signorile di suo, a me è molto simpatica, e trovo che questa volta abbia veramente azzeccato la mise, col lungo gilet di modissima questo autunno. Poi tutto può essere migliorato – forse il monocolore nero, blu, marrone, grigio per blusa e pantaloni avrebbe funzionato meglio – ma si sa che il meglio è nemico del bene. Chic.

Restando in Belgio, un paio di settimane fa il Presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa è stato accolto in visita ufficiale; Mathilde ha indossato mise già viste ed altre nuove tipo questa, metà brigantessa metà quacchera, con mantella (Natan x Alicia & Audrey) su un nuovo abito (sempre Natan) con una fantasia a graffiti che si vede poco, cosa che non posso dire mi dispiaccia; purtroppo la lunga fascia che pende sulla schiena si vede pure troppo.

E tanto per non farci mancare niente un bel cappellone (Dior, come la clutch) piazzato in testa. Ma perché? Capisco le esigenze della formalità, che avrebbero però richiesto un modello più elegante nonché adatto all’interno, meno da passeggiata a cavallo. Non tutto fa brodo – anzi consommé – non è che se mi metto il cappelletto da baseball con la visiera sulla nuca lo consideriamo un abbigliamento formale perché il capo è coperto. Strashock.

(Ph: Miguel Figueiredo Lopes/Presidência da República)

Nuovo anche l’abito indossato per il concerto di musica portoghese offerto dal Presidente ai sovrani per ringraziare dell’ospitalità. La Reine sceglie di nuovo Dries Van Noten, abito blu a macchie rosse, con incomprensibile mantellina. La cosa singolare è che in quasi ogni foto Mathilde ha un’espressione come minimo perplessa, non le piace il fado o si è vista allo specchio? Sorry, lei è bella e avrebbe anche il fisico, ma non ha il temperamento e quel pizzico di eccentricità per questi modelli. Shock.

Chi invece ha il fisico e soprattutto l’eccentricità è Máxima, che il 18 ha accompagnato il marito in visita ufficiale in Sudafrica, per poi proseguire da sola alla volta del Kenia. Impossibile presentare per intero il carosello di mise indossate dalla vulcanica sovrana. In molti casi si tratta di toilettes già indossate, come l’abito bianco con quell’orgia di fiori a mezzo busto, o quello in taffetà color corallo; entrambi Natan, non sono certo al top delle mie preferenze ma almeno non scompaiono davanti ai colori dell’Africa; boh il primo, shock il secondo.

Qualche altra mise è nuova per metà, come questo insieme a grosse paillettes svolazzanti color bronzo, sempre opera di Natan. Un mesetto fa la sovrana aveva indossato la sola gonna con una camicia bianca, e mi era piaciuta; devo dire che funziona anche tutto il completo, è un po’ tanto, ma confesso che le paillettes di giorno, se indossate col giusto mood, mi piacciono più che di sera; avrei evitato le scarpe di quel colore (sono le solite Gianvito 105 di Gianvito Rossi, nel colore mango metallic, very impressive) ma per me è chic.

Il pezzo forte del viaggio è senza dubbio questo, una enorme, fantasmagorica caramellona al mirtillo firmata Natan (of course) rispetto alla quale ogni descrizione sarebbe francamente pleonastica. Nuovo di pacca, non avevamo mai visto quest’abito prima, ma qualcosa mi dice che lo vedremo ancora. Posso dire una cosa? Solo lei può portare un cosa del genere; shock, ma assolutamente fantastica.

(Ph: UNSGSA)

Smessi i panni della regina Máxima assume quelli del rappresentante del Segretario Generale dell’ONU per la finanza inclusiva e lo sviluppo, e in tale veste arriva in Kenia. Interessante e appropriata la sua mise, un vecchio completo tunica e pantaloni Max Mara. Il colore, un brillante giallo sole, è sicuramente da lei, lo sono meno le ballerine flat (Giuseppe Zanotti): come tutte le signore abituate ai tacchi alti non ci cammina troppo elegantemente, ma apprezziamo lo sforzo. Probabilmente sarete incuriositi dal suo copricapo: è una sorta di “corona” che naturalmente non fa parte della mise originale, è un esempio dell’artigianato locale che probabilmente le avranno offerto in dono, e la sovrana ha indossato con spirito e come forma di cortesia verso gli ospiti. Ecco, questo è un caso in cui un cappello sbagliato è non solo accettabile, ma addirittura apprezzabile, per cui chic.

(Ph: Max Kneefel)

Il completo pantaloni è anche la scelta per il primo appuntamento una volta rientrata in patria, la visita alla Dutch Design Week a Eindhoven. Questo è di Dries Van Noten; il colore è terribile (considerazione personale), le proporzioni sono oggettivamente strane: la giacca è corta e i pantaloni larghi, e non amo le camicie abbottonate fino al collo. La regina olandese ha aggiunto accessori neri: borsa Bottega Veneta, stivaletti Gianvito Rossi e pure una mantella Natan (il modello è simile, ma non è la stessa indossata in rosso da Mathilde).

Che vi devo dire? Boh.

Royal chic shock e boh – Ottobre, si riparte!

Aspettando di goderci le immagini del gala che sancisce l’ingresso tra gli adulti di Christian di Danimarca, con contorno di ospiti speriamo eleganti e gioielli sicuramente splendenti (ma senza Maria Chiara di Borbone) ecco di tutto un po’ tra le mise sfoggiate negli ultimi giorni.

Cominciamo proprio con la madre del festeggiato, la raffinata Mary, che il 3 ottobre ha partecipato con il marito, la suocera regina e la di lei sorella Benedikte alla riapertura del Folketing, il Parlamento, che secondo la costituzione danese riprende i lavori il primo martedì di ottobre.

(Ph: Hanne Juul)

Per me, una delle sue più convincenti apparizioni dell’anno, anche grazie a un cappello a fungo (Susanne Juul) che da solo fa quasi tutto il look. Mary punta sulla combinazione che funziona sempre, il bianco e nero; l’abito avorio del brand danese MKDT Studio è stato indossato varie volte, ma non con la stessa efficacia; qui è completato da una cinturina nera, più clutch (DVF) e scarpe nere con dettagli bianchi. Perle alle orecchie e al polso e basta, niente di più, e niente sarebbe stato necessario. Perfetta, chic.

A festeggiare Christian c’è Ingrid Alexandra di Norvegia insieme al padre Haakon e alla madre Mette-Marit, la cui presenza era in forse a causa del periodo riposo che la principessa si è presa dopo gli impegni estivi.

Data la serietà della patologia di cui soffre, la fibrosi polmonare, ogni sua assenza preoccupa non poco, ma per fortuna venerdì sera l’abbiamo rivista: con marito e suoceri ha partecipato all’inaugurazione della Ridehuset, una grande sala di 800 metri quadri fatta edificare all’inizio del Novecento dai sovrani Haakon e Maud come maneggio. Utilizzata variamente nel corso dei decenni, anche come deposito, è stata ora ristrutturata e ha iniziato una nuova vita come spazio per spettacoli collegato al Dronning Sonja KunstStall, il complesso culturale voluto dalla regina.

Che col solito brio ha inaugurato il nuovo spazio, cui è seguito uno spettacolo del Balletto Nazionale. Mi sono piaciute entrambe le signore, la sovrana in pantaloni con giacca ricamata e una sciarpa di chiffon (viola!) che giocava col tessuto sottostante, la principessa con giacca nera Dior su maxigonna crema, ballerine flat e clutch Prada. Chic+chic.

Al gala partecipa la Duchessa di Brabante tutta sola, senza genitori; la madre Mathilde ha avuto giornate ricche di impegni e dunque di mise; tra le tante scelgo questa, e chi mi conosce sa perché (tutti gli altri stanno per scoprirlo).

Nel suo ruolo di Difensore degli Obiettivi di Sviluppo Durevole dell’ONU, la Reine ha ricevuto a Palazzo reale una delegazione della federazione internazionale delle lavoratrici domestiche (FITD). Non mi piacciono troppo quei pantaloni, soprattutto se con quelle scarpe, ma la giacca… Lei è un mio oggetto del desiderio, me ne sono innamorata l’anno scorso quando l’ho vista addosso a Lilli Gruber (la foto allo schermo è mia), e che vi devo dire, se è destino prima o poi arriverà nel mio armadio.

Armani, of course, giacca monopetto in jacquard chevron, ha pure un profilo viola! E Mathilde è strachic.

Anche Catarina-Amalia al gala di Christian ci va da sola, la madre Máxima è comparsa poche volte in pochi giorni, ma una sua mise mi è molto piaciuta, e ve la propongo.

Il 3 ottobre la regina ha partecipato alla conferenza Future of Finance indossando un abito in seta di Valentino con una interessante fantasia geometrica a squame, ognuna delle quali contiene una lettera del nome del Maestro. Il nastrino dovrebbe essere legato al collo, ma messo così come fosse una collana è molto divertente e molto da lei. Poi magari gli orecchini sono un po’ troppo importanti per l’occasione, ma alla fine sempre di Máxima stiamo parlando. Chic.

Grandi assenti al gala di Copenaghen le principesse spagnole, che si preparano a festeggiare il diciottesimo di Leonor, tra un paio di settimane; non ci resta che commentare le ultime scelte della madre Letizia.

La quale, dopo aver eletto il rosa a colore feticcio molto prima del successo di Barbie (il film) nelle ultime uscite ha virato decisamente verso l’azzuro. Abito a balze a micropois per il giuramento alla bandiera della figlia Leonor (e dei cadetti del suo corso, naturalmente) il 7 ottobre, grazioso, un po’ da bambolina – ma lei non lo è per niente, dunque nessun problema – del brand spagnolo & Me; bella la borsa Carolina Herrera ma troppo rigida per il modello, un po’ troppo informale per l’occasione. Boh, ma se la mise è stata scelta in funzione della temperatura, tutta la mia solidarietà alla Reina.

(Ph: Gtresonline)

Per il Día de la Hispanidad il 12 ottobre la scelta cade su un abito di Juan Vidal, praticamente una vestaglietta a fiori. Non solo non mi piace – va bene volare basso per non rubare la scena alla figlia, ma senza esagerare – in più quest’abito mi ha ricordato quello, modello e fantasia simili, indossato tanti anni fa da una carissima amica costumista a un battesimo. Era autenticamente vintage e realizzato in tessuto autarchico, una fibra a base di carta. Per cui passammo il pomeriggio temendo che le cadesse addosso qualche liquido e sciogliesse l’abito. Che shock!

I fratelli single Louis (divorziato) e Sébastien (scapolo) di Lussemburgo sono diventati presenza fissa ad ogni evento royal – matrimoni, balli, cerimonie varie – forse alla ricerca dell’amore.

A Copenaghen non sono andati, d’altronde non sono gli eredi al trono. Assente anche Guillaume, e immagino che nel caso la moglie Stéphanie pur di rimanere casa si sarebbe giocata la carta dei pupi. Però la Granduchessa ereditaria non si risparmia, e qualche giorno fa ha partecipato a Scienteens Lab, di cui ha il patronage. Completo pantalone con gilet (tutto Joseph, con accessori Sergio Rossi) in un ruggine che fa subito anni ’70. Lo trovo terribile, i modelli over e senza forma non donano a tutte, ma ha finalmente un sorriso che illumina il suo viso e pure un po’ i nostri. Shock, ma va bene così.

(Ph: Stephen Yang

Last but not least i Duchi di Sussex; loro altro che Copenaghen, se ne sono andati qualche giorno in vacanza nell’esclusiva isola di Canouan nell’arcipelago delle Grenadine, dopo aver partecipato ad alcune manifestazioni dedicate alla salute mentale. In una di queste, promossa dalla loro fondazione Archewell, Meghan si è presentata in total white, tutta un blocco con lo sfondo; pantaloni troppo ampi e top con fascia troppo alta (Altuzarra). Effetto finale: Scaramacai. Una piccola nota: il bianco ottico richiede un po’ di cautela anche col make up. Shock.

Royal chic shock e boh – When September ends

Questa settimana iniziamo giocando in casa, con la Duchessa di Edimburgo a Roma, al funerale del Presidente Emerito Napolitano a Montecitorio, in rappresentanza di King Charles. L’abbiamo vista in diretta (La foto del giorno – Il cordoglio del Re, e di Sophie), ne abbiamo apprezzato il garbo e la misura, oggi dedichiamo maggiore attenzione alla sua mise.

Forse in omaggio all’Italia Sophie indossa un abito Valentino senza dubbio perfetto per l’occasione; lunghezza impegnativa ma adeguata, molto bello lo scollo, qualche dubbio sul fitting nell’area vita/addome. Mi sono piaciuti molto i gioielli, che pur essendo piccoli e discreti rimarcano lo stile Royal Family. La duchessa tiene in mano una clutch dell’amata maison Sophie von Haubsburg, che ad onta del nome inequovocabilmente asburgico vive e lavora in Italia, dunque la consideriamo una di noi. Le scarpe invece sono Dior, ma sono belle e noi la perdoniamo. Chic.

La Princess Royal è da lungo tempo il senior member più attivo, con un numero impressionante di impegni annuali in rappresentanza della Firm. La scomparsa della madre ha messo lei e il suo lavoro in maggiore evidenza e ora abbiamo anche noi la possibilità di incontrarla più spesso sul nostro sofà. Venerdì 22 ha inaugurato una nuova area del Porto di Aberdeen, ed eccola in tutto il suo violaceo splendore. Ho scelto questa foto anche se non mostra le scarpe (delle semplici décolleté a tacco basso) per mostrarvi il dettaglio della ciarpa annodata alla borsa, da perfetta it girl degli anni 60/70. Bello il cappotto col collo allegramente fuori moda, informali i guanti di lana, impeccabile la sciarpa – naturalmente scozzese, sempre in Scozia siamo – pronta a scaldare il collo della principessa. La adoro, chic.

Concludiamo le mise della Royal Family con la Principessa di Galles, tornata al lavoro dalle lunghe vacanze estive. Per la visita a una sede dell’associazione Portage, che si occupa dei bimbi con necessità speciali, Catherine ha scelto un blazer di tweed rosso aragosta fintoChanel autenticamente Zara, pantaloni a sigaretta e ballerine del trendissimo brand britannico Boden. Scelte forse perché si tratta un incontro con i bambini, a me piacciono più dei tacchi a oltranza. Non mi convince il begiarello del sottogiacca, ma chic.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Attraversiamo la Manica, rientriamo sul continente e arriviamo in Lussemburgo, dove la coppia dei sovrani attuali e quella dei futuri hanno offerto una cena ai membri dei Consiglio di Stato. Forse era meglio rimanere dove eravamo. Maria Teresa in total black: in pantaloni come l’abbiamo vista praticamente sempre negli ultimi mesi, con una tuta Parosh caratterizzata dalle maniche arricchite da quello che sembra marabù. Cosa abbia impresso questa svolta al suo stile è un mistero, ma a volte funziona, chic.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

La nuora Stéphanie invece sceglie un abito bicolore, senza forma, senza logica, senza senso, e pure senza la cintura prevista in originale. Qui i misteri sono due: chi abbia potuto disegnare questo modello – lo sappiamo, il britannico Joseph – e chi abbia potuto pensare di acquistarlo, e sappiamo anche questo; ciò che non sappiamo è perché. Quel horreur, shock.

Una tuta? Perché lei sì e io no? Quasi me la vedo Máxima che prende spunto dalla Granduchessa lussemburghese e per inaugurare il festival UNLimited dell’Associazione delle Università dei Paesi Bassi tira fuori dall’armadio la tuta blu di Natan creata qualche anno fa, quando il capo era tornato assai di moda. Personalmente non sono una fan, ma mi piace l’abbinamento con orecchini, borsa e scarpe rosse (le Gianvito 105 di Gianvito Rossi). Chic.

Il giorno prima la sovrana ha visitato un centro che fornisce assistenza alle persone che vivono sole, per scelta o necessità, nell’ambito delle iniziative per la Settimana contro la solitudine (e quanto ci sarebbe da dire sull’argomento). In particolare il centro visitato si chiama Oma’s Soep (la zuppa di nonna) e prepara pasti, attività che ha coinvolto anche Máxima. Ecco, magari per cucinare il minestrone avrei scelto qualcosa di diverso da una camicia con sciarpa che pende, però la blusa a disegno cravatta (Natan) non è male; la gonna (sempre Natan) è in un materiale stranissimo – una sorta di pelle vegana creata con la fibra di un cactus – che sembra nato per fare difetto, ma direi che il vero problema sono i capelli. Ci si può fare qualcosa? Boh.

Sistemati i capelli, la sera del 28 la regina ha partecipato alla serata in favore del Prinses Máxima Centrum per l’oncologia pediatrica, che festeggiava i cinque anni di attività. Mise scelta per la serata un abito già indossato dell’amato Claes Iversen, della serie principessa del foro, come il trench indossato a Milano qualche mese fa (Royal chic shock e boh – Stile e design). L’abito è talmente paradossale che neanche mi dispiace, ma quello che è veramente ingiustificabile è la sua realizzazione, dall’oblò piazzato in quel punto sul braccio, che sbecca e fa uscire la ciccetta, alle grinze da seduta, che sono francamente le più antiestetiche immaginabili. Shock.

Venerdì 29 il re di Svezia Carl XVI Gustaf, accompagnato dalla sorella Christina e dalla figlia Victoria, ha visitato nella capitale l’Östasiatiska museet, il museo di antichità dell’Estremo Oriente. La principessa ereditaria ha optato per un completo scozzese, nello stile che a casa mia si chiamava Don Felice Sciosciammocca. Non avrei mai detto che Malin Ek Andrén, fondatrice e stilista svedese di origine greca del brand by Malina conoscesse il teatro di Eduardo Scarpetta, ma mai dire mai. Shock.

Oggi si mangia indiano? La coloratissima mise di Mathilde mi fa pensare a uno di quei piatti profumati, con curry e peperoncino. In visita alla scuola Musica Mundi di Waterloo la Reine – complice il solito Natan, autore di soprabito pantaloni e camicia – propone un’armonia di colori autunnali e speziati. La trovo allegramente chic.

(Ph: David Nivière)

A proposito di India, vi ricordate gli Hare Krishna? Ieri, sabato 30, si è sposato Alexander d’Asburgo-Lorena, ultimo ad andare all’altare dei cinque figli – tre maschi e due femmine – di Marie Astrid di Lussemburgo, sorella maggiore del Granduca Henri. La famiglia vive in Belgio, e nelle cittadina di Beloeil sono state celebrate le nozze, alla presenza della Famille grand-ducale. Impossibile comprendere quale fosse il dress code, dato che Marie Astrid era vestita da madre dello sposo, mentre i parenti più come se fossero a un matrimonio di pomeriggio in spiaggia. Stéphanie è arrivata paludata in un caftano in crêpe de chine di Taller Marmo, brand italoargentino che produce in Italia. Divertente, poco adatto all’occasione, indossato senza la necessaria nonchalanche, sarebbe stato meglio alla suocera Granduchessa. Boh.

(Ph: David Nivière)

Granduchessa che non si fa oscurare da nessuna, e incede al braccio dell’elegante marito con un completo turchese Alexander McQueen. A parte gli enormi orecchini, a parte l’abbondante ricamo che termina con quella specie di fragolona sul pancino, basterebbe il segno del reggiseno a fascia che si vede attraverso il tessuto per bocciarlo. Shock.

(Ph: GTRES)

Chi tanto e chi niente. Invitata a un matrimonio in Andalusia – si sposava il figlio del presidente di Madiaset Spagna – si rivede la Infanta Cristina con una mise che più demi-monde non si può: vestitino midi a mezze maniche in una fantasia un po’ triste, scarpa spuntata con mezzotacco e clutch che la stampa spagnola definisce bicolore. Stampa che ricopre di elogi la Infanta e la sua toilette; Cristina non è mai stata elegante, ma dotata di una bellezza interessante e di una certa classe. Le sue vicende personali e matrimoniali, benché ampiamente sua responsabilità, non sono passate invano, né avrebbero potuto. Diciamo che mi fa piacere rivederla in pubblico; quanto alla sua mise ci affidiamo al giudizio dei presenti. Boh.

La cognata Letizia in settimana ha avuto ha avuto due appuntamenti principali, per il primo dei quali ha riutilizzato l’abito optical di Hugo Boss già visto e rivisto. Per il secondo, la consegna dei premi Retina Eco (non c’entrano niente gli occhi come pensavo io, ma l’ecosistema) un abito midi Zara in misto lino verde giada, che nel momento in cui scrivo, è ancora disponibile sul sito: https://www.zara.com/it/it/vestito-arricciato-misto-lino-p09479268.html. A me non piace, e non solo per il colore; non mi sembra un abito da impegno reale. Anche l’idea di renderlo più formale, snaturandolo, e aggiungendo come in questo caso una cinturina e un paio di eleganti Aquazzura secondo me non funziona sempre. In compenso, pur essendo composto di lino, non è spiegazzato. Ci accontentiamo? Boh.