Royal chic shock e boh – Disney edition

Questo post mi girava in testa da un po’, e quale occasione migliore di oggi? Concludiamo il mese, festeggiamo  Halloween (o anche no, niente mostri streghe e zucche qui) e osserviamo le royal ladies con un occhio diverso: principesse (o regine) sì, ma Disney!

Mary – Lunedì 7mary belleIn tour a Parigi col marito per promuovere le imprese danesi, la futura regina consorte di Danimarca ha scelto quasi sempre il bianco e blu. Un omaggio al paese d’origine del suocero (che ha lascito ai figli il titolo di Conti di Monpezat)? Lei è sempre chic, anche se i suoi abiti non sempre mi convincono. Questo è uno di quelli, ha un’aspetto vagamente medioevale, con l’inserto bianco che stacca un po’ troppo, alludendo elegantemente a un grembiule. Vestita quasi – e volitiva quanto – Belle (anche se Frederik è assai più charmant della Bestia).

Letizia – Sabato 12 Letizia ArielQuanto può essere improbabile la Reina vestita da ballerina? Eppure nel Dia de la Hispanidad Felipe Varela ce la confeziona così, in un tripudio di trine rosa confetto. Un abito che sarebbe piaciuto ad Ariel, la piccola sirena che desiderava sopra ogni altra cosa danzare. E noi avremmo preferito la coda squamata alle scarpe con banda in pvc tanto care a Letizia.

Stéphanie – Martedì 15 stéphanie mulanVi ricordate quando la nonna costringe Mulan a vestirsi da ragazza, e lei sente terribilmente a disagio e non sa come muoversi? Ecco, la moglie del principe ereditario del Lussemburgo – nonostante i capelli biondi e la pelle candida – mi ha ricordato la piccola guerriera cinese. Reduce da un viaggio in Marocco, Stéphanie deve aver pensato che l’acquisto di qualche abito tradizionale potesse essere una buona idea ma ora, seduta accanto alla vivace suocera e alla splendida ospite, la Regina dei Belgi, non sembra più così convinta. Mia cara, diciamo semplicemente che quello scollo e quelle maniche ammazzerebbero chiunque. Senti a me, la prossima volta chiedi al drago Mushu.

Camilla – Mercoledì 16 camilla fata floraLa Duchessa di Cornovaglia scorta la regal suocera alla cerimonia per i 750 anni di Westmister Abbey. Dopo averci abituati a favolosi e voluminosi cappelli Philip Treacy, stavolta tra le meraviglie del geniale cappellaio ha scelto questa calottina ricoperta di foglie, peggiorata dal color azzurro ghiaccio. Ora, va bene che in autunno cadono le foglie, ma tutte in testa a lei dovevano finire? Così mi si trasforma nella Fata Flora (e si capisce pure perché la figlioccia Aurora s’è voluta addormentare nel bosco).

Victoria – Mercoledì 23 victoria cinderellaAl termine della due giorni di festeggiamenti per l’Intronizzazione del Tennō, i padroni di casa hanno salutato gli ospiti di più alto lignaggio con un tea party a Palazzo Akasaka. Victoria di Svezia è arrivata vestita da Cenerentola, in abito azzurro cielo by Malina; lei, l’unica che sarà Regina per diritto di nascita e non per matrimonio. Col dettaglio della scarpetta in tinta, non di cristallo (verre) né tanto meno di quella tipologia di scoiattolo che nel Medio Evo forniva le scarpe ai nobili, il cui nome in francese, vair, è all’origine dell’equivoco. Ma a lei non servono scarpette, né per trovare il suo principe, né per sedersi sul trono.

Catherine – Lunedì 13catherine jasmineLast but not least la mise che ha innescato questo divertissement: il completo para-etnico indossato dalla Duchessa di Cambridge al suo arrivo a Islamabad per il tour in Pakistan. A parte la prima apparizione in stile Incontri ravvicinati – o Lourdes, se preferite – in cui i futuri sovrani sono apparsi immersi in una luce quasi sovrumana, tutta l’attenzione si è appuntata sulla mise di Catherine: un completo finto Pakistan – vero Bollywood creato per lei dalla Maison Catherine Walker, i cui stilisti probabilmente conoscono l’Asia centrale, i suoi usi e soprattutto i suoi costumi, come io la ricetta della bagnacauda. Il risultato è un abito longuette addobbato con un inutile drappeggio simil sciarpa, da cui spuntano le gambe di un pantalone skinny, modello mai visto oltre l’Eufrate. L’unico motivo di interesse per me è la tinta sfumata, ahimé declinata nella tonalità che sommamente aborro, il tiffany.

Consapevole a questo punto di aver perso buona parte delle mie lettrici, è d’uopo specificare che nel corso del viaggio ci sono state delle mise che ho apprezzato, ad esempio questa in black&white indossata l’ultimo giorno, sopratutto per la presenza di quelle bellissime scarpe flat, opportunamente scelte al posto delle solite décolleteés nude, che le danno anche un portamento assai più elegante. Quale personaggio Disney mi ricorda la duchessa? Jasmine, of course. Col tenero dettaglio del duca marito, che per somigliare di più al poverissimo Aladdin s’è messo una bella scarpa con suon suola bucata (a sinistra). Se non è amore questo…

Le foto del giorno – 29 ottobre

Il grande artista catalano José Carreras, noto anche ai meno melomani come uno dei Tre Tenori (con Pavarotti e Placido Domingo) – nonché per l’appassionato amore con Katia Ricciarelli – è impegnato nel suo Farewell Tour. carreras thailandiaLa sua esibizione ha chiuso il Bangkok’s International Festival of Dance & Music, alla presenza del Re Rama X, che gli ha consegnato l’onorificenza dell’Ordine dell’Elefante Bianco. Il sovrano era accompagnato dalla bellissima Regina Suthida, sposata lo scorso maggio, splendente in rosso cupo in parure con rubini (e diamanti) da favola. carreras thailandia 2Lei a questo punto resta l’unica moglie in carica, dato che l’altra, la Consorte Reale Sineenat, sposata in agosto, è stata ripudiata. La scorsa settimana il Re ha emanato un editto con cui la priva di ogni titolo, onorificenza, grado militare – e dello stesso nome Sineenat che gli aveva dato lui, per cui la signora ha ripreso il nome di nascita, Niramon Ounprom – accusandola di slealtà verso la Corona e la Regina Suthida. Sembra che Niramon contendesse alla rivale il primato nel real cuore quando entrambe erano ancora nel corpo di guardia del sovrano, e che dopo il matrimonio avesse iniziato a pretendere di essere trattata da regina; stando a ciò che riportano i giornali occidentali dato che in Thailandia è proibito parlare del re e della famiglia reale. carreras thailandia 3Va detto che i due matrimoni avvenuti a soli tre mesi di distanza potevano far pensare a una sorta di accordo preesistente tra i tre protagonisti; a me sembra che Suthida, da come guarda il suo re, sia piuttosto sicura della scelta e soddisfatta di come siano andate le cose.

La foto del giorno – 28 ottobre

Foto vecchia, notizie nuove. Nel giorno dell’ennesimo rinvio della Brexit, l’immagine di Her Majesty che nel 2017 inaugura il Parlamento con una mise che sembra alludere alla bandiera europea cade davvero a pennello. E se non ricordate l’antefatto ci pensa Lady Violet (sennò che ci sta a fare?). State-Opening-of-Parliament-2017Un anno dopo il referendum sulla Brexit (23 giugno 2016) giovedì 8 giugno si tengono le elezioni politiche. Il nuovo Parlamento si apre il 21 dello stesso mese, ma la regina nel pomeriggio deve andare ad Ascot, dunque decide di evitare la complessità dell’abito formale col corredo dell’Imperial State Crown, e opta per un più semplice completo da giorno. La responsabile del guardaroba reale, Angela Kelly, decide allora per questa mise in royal blue, dopo aver verificato che il colore scelto risalti adeguatamente sullo sfondo del trono; con la modista Stella McLaren si decide la foggia del cappello: con calotta rigida quasi fosse una corona, e una tesa che rende il viso di Sua Maestà ben visibile. I cinque fiori – realizzati con piccole piume – vengono arricchiti da un bottone giallo oro, che riprende la fantasia dell’abito indossato sotto il pardessous. Nessuna delle tre signore si rende conto della somiglianza con la bandiera europea, che viene scoperta solo leggendo i giornali. Con una certa divertita sorpresa, perché l’assoluta neutralità è uno dei dogmi della monarchia britannica.

Questo (riportato da Hellomagazine) e molti altri aneddoti vengono rivelati nel libro The Other Side of the Coin: The Queen, the Dresser and the Wardrobe, scritto da Angela Kelly – col permesso della sovrana, of course – in uscita domani. Se ricordate, ne abbiamo già parlato ( La foto del giorno – 28 settembre ); ora non mi resta che attendere la mia copia, prenotata con largo anticipo, e poi scopriremo episodi e aspetti poco noti di uno dei simboli del nostro tempo. Can’t wait!

Tennō Heika Banzai! – Guests

Concludendo la settimana che ha visto Naruhito sedersi definitivamente sul Trono del Crisantemo eccoci a uno dei momenti che preferite: il commento alle mise. Grande protagonista, ve lo dico subito, il cape dress, scelto da diverse in signore in versione giorno/sera, e in diversi colori (lo si è visto anche sulla moglie del Primo Ministro della Repubblica Ceca, in bordeaux la mattina, e in bianco con mantella corta al banchetto di gala).

Il modello giusto per una cerimonia del genere, deve aver pensato Mary, futura regina consorte di Danimarca, che lo ha indossato in entrambe le occasioni, declinandolo nella palette grigio/lavanda/mauve. Più chic secondo me per la cerimonia mattutina, in abito Valentino cui ha abbinato un cappello Philip Treacy con grandi rose nelle sfumature del viola, e in contrasto il rosso dei rubini della parure che Napoleone donò a Désirée Clary (in questo caso Mary indossa bracciale più collier e orecchini, l’uno e gli altri senza pendenti). Di grande impatto la versione serale, quando l’abito assume una sfumatura tendente al mauve, scopre le spalle, e il mantello si ricopre di cristalli: una variante meno sofisticata dell’altra, ma comunque perfetta per l’occasione. Avendo Mary un gran gusto e un ottimo senso dello stile, non ha caricato il tutto con una tiara di particolare importanza scegliendo invece il piccolo diadema edoardiano, con rosette di diamanti, piccoli rubini e spinelli, con orecchini in parure, che ha acquistato da sé a un’asta nel 2012.

In un’ideale sfida tra i due brand più prestigiosi del made in Italy, altro cape dress a scatenare il delirio è quello rosa cipria – firmato Armani Privé – indossato con una semplice toque da Mathilde, Regina Consorte dei Belgi. Che per farsi perdonare tanto raffinato splendore, la sera si veste da centrino sottotorta in pizzo dorato, con un fitting la cui bruttezza è seconda solo al modello: spalle strette, scollatura indecisa e pannello a strascico che parte dalla vita, in modo da poter tranquillamente ammazzare qualunque tipo di fianco. La salva dal disastro solo l’eleganza innata e la tiara delle Nove Province, indossata nella forma più semplice, come bandeau.

Siete un po’ deluse dai diademi visti finora? Niente paura, state per rifarvi, grazie a Máxima e al suo stile flamboyante. Per la cerimonia di intronizzazione la regina ricicla la mise del Prinsjesdag 2017: un abito Natan in broccato di seta a grandi rose, in una sfumatura di grigio tendente al blu, e lo completa con un cappello en pendant, stessa nuance di colore e stessa rosa monstre, pericolosamente simile a un cavolfiore. Per la sera abito dégradé dal rosso al nero e ritorno, con ricamo a zigzag nella fascia centrale. L’avrà scelto per abbinarlo alle punte della Mellerio Ruby Tiara? Comunque sia non importa, un diadema del genere va su tutto, e sta bene con tutto.

Se però volete sapere qual è la tiara preferita da Lady Violet, state per scoprirla, non prima di aver bevuto l’amaro calice della mise del mattino. Stiamo parlando della Reina Letizia, che ha partecipato alla cerimonia di intronizzazione con un abito in satin a fiori tapisserie di Matilde Cano. L’abito appartiene alla collezione 2020, ed è in preordine sul sito a euro 339. Ora, io sono certa che su qualche sito/giornale/magazine italico abbiate letto qualcosa del tipo “Letizia incanta con l’abito low cost”, ma fatemi dire una cosa. Indossare in un’occasione del genere un abito low cost è una cafonata unica, una forma di snobismo infantile e ridicolo. Ciò detto, l’abito è discreto ma troppo lungo, per cui nel camminare la Reina continuava a dare calcetti al tessuto perché non finisse sotto le suole. A completare il tutto, i capelli schiacciati da un bandeau senza infamia e senza lode, forse ispirato da quelli resi famosi dalla Duchessa di Cambridge, 10 anni più giovane e 10 centimetri più alta, la quale ha comunque chiaro il concetto che ciò che si mette in testa deve avere sempre un po’ di volume in verticale così da slanciare la figura. L’avete vista Mary, sì? Per fortuna ci pensava il collier di diamanti della regina Victoria Eugenia, dono di nozze del marito Alfonso XIII, a risollevare il tono.

Per la sera, Letizia va sul sicuro con un Carolina Herrera shocking pink, ricamato a fiori che a molti hanno ricordato quelli del manton del Manila, lo scialle sfrangiato importato dalla Cina e diventato popolarissimo in Spagna durante il Settecento. Abito d’impatto, fitting perfettibile (guardate la piega sul pur esilissimo braccio), ma la tiara vince tutto. È la Fleur de Lys, la più importante del forziere spagnolo; anch’essa dono di dono di nozze di Alfonso XII alla moglie Vittoria Eugenia, che la indossò in quell’occasione, è riservata alla regina. I tre grandi gigli di Francia intercalati da volute e tempestati di diamanti di varie dimensioni sono uno dei simboli araldici dei Borbone;  è realizzata in platino, il che la rende ragionevolmente leggera. La tiara è chiamata anche Ansorena, dal nome dei gioiellieri madrileni che la realizzarono nel 1906.

Un po’ indecisa invece Victoria di Svezia, arrivata col padre Carl Gustav. Per la cerimonia sceglie un abito Escada blu inchiostro, che completa con un cappello Philip Treacy, in un modello simile a quello di Mary. Al gala invece si presenta con un abito in pizzo beigiarello, che tra colore e modello non le dona particolarmente. La scelta della tiara però mi commuove, è la Laurel Wreath, firmata Boucheron ed ereditata dalla prozia Lilian, protagonista di una meravigliosa storia d’amore che un giorno vi racconterò. Victoria è la sola delle royal ladies – immagino perché sarà il monarca e non la regina consorte – a indossare la fascia blu con bande rosse del Supremo Ordine del Crisantemo (come il Principe di Galles e Frederik di Danimarca). I sovrani indossano tutti il collare dell’Ordine, che è la massima onorificenza nipponica; le regine consorti portano invece la fascia gialla con bande rosse dell’Ordine della Corona Preziosa, riservato alle donne. La povera Mary di Danimarca, che al momento non ha ricevuto alcuna onorificenza giapponese, come da regola indossa quella di più alto rango del suo paese: il danese Ordine dell’Elefante (e immagino abbia scelto il colore dei suoi abiti in modo da valorizzare al massimo questa caratteristica).

I più belli, i più eleganti, i più affascinanti per Lady Violet? japan enthronement bhutanLoro: Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck del Bhutan e la sua Regina, Jetsun Pema.  Di giorno o di sera, nello splendore degli abiti tradizionali, lui ha charme e autorevolezza nonostante la giovane età (e i capelli impomatati), lei è di una bellezza imbarazzante, altro che principesse, duchesse e tutte le altre -esse che affollano le cronache. japan gala bhutanE poi, per la sera sono in viola!

Con mio sommo dolore non possiamo chiudere in bellezza. Forse vi sarete chiesti se ci fosse qualcuno a rappresentare l’Italia. La risposta è sì, l’incarico è stato svolto dalla seconda carica dello stato, il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. La quale al banchetto di gala il cui dress code prevedeva white tie, abito da sera, decorazioni e diademi, si è presentata in pantaloni. Questo sempre perché gli Italiani sono i più eleganti di tutti, giusto? https://twitter.com/i/status/1187034643712921601

Le foto del giorno – 26 ottobre

Pensavate di esservela cavata con l’intronazione dell’Imperatore Naruhito? E invece no! Causa la passione di Lady Violet per l’Oriente anche le foto di oggi sono dedicate all’evento, mentre a domani è riservata l’analisi delle mise indossate dagli (più dalle, invero) ospiti. In questo post qualche curiosità, e qualche dettaglio che può esservi sfuggito.

japan banquet

(Ph. Imperial Household Agency)

Iniziamo col gala dinner. Interessati a conoscere il menù? E noi che ci stiamo a fare? I 450 dignitari che hanno elegantemente deposto i magnanimi lombi sulle sedie della sala Homei-Den è stato offerto un washoku, cioè un insieme di piatti giapponesi che nel 2013 l’Unesco ha dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità. Spiritualità e ricerca dell’armonia sono i caratteri della cucina nipponica, e in questo caso l’obiettivo era offrire agli invitati uno sguardo complessivo sul paese, che andasse dai monti al mare: orata grigliata, abalone (o orecchia di mare: un tipo di mollusco a me sinora sconosciuto), zuppa di aragosta giapponese con funghi matsutake, e chawanmushis, un flan alle uova cotto al vapore. Disponibili piatti occidentali, come manzo e asparagi, cibo ḥalāl per gli ospiti di religione islamica, e opzioni vegetariane per accontentare tutti. Ad accompagnare il pasto due vini francesi: Corton-Charlemagne 2011 e Château Margaux 2007.japan owadaTra i presenti non è passata inosservata questa elegante coppia; lui è Hisashi Owada, un ex diplomatico (come testimonia la nonchalance con cui indossa il frac), lei è sua moglie Yumiko: sono i genitori dell’Imperatrice Masako, che come la suocera Michiko proviene da una famiglia borghese.

Loro invece hanno fatto il percorso inverso: sono nate nella famiglia imperiale, ma avendo sposato un borghese hanno perso il loro status. Nella prima foto la signora in lilla è Sayako, unica sorella dell’imperatore, col marito Yoshiki Kuroda, un designer che è stato il primo non nobile a sposare una principessa imperiale. Lei ha studiato ornitologia, e ora è Gran Sacerdotessa del Santuario shintoista di Ise. Nella seconda foto la fanciulla in dolce attesa è Ayako; suo padre era cugino dell’Imperatore Emerito Akihito, accompagnata dal marito, il manager Kei Moriya sposato un anno fa. Non so spiegarvi la differenza di abbigliamento tra le due coppie, ma ciò che mi ha incuriosita è la borsa che portano tutti, una goodie bag? japan bombonnièreNon sappiamo esattamente cosa ci fosse dentro, tranne che per un oggetto che è stato reso noto. È una bomboniera in argento col simbolo del crisantemo, e un uccello simbolico – direi una fenice, simbolo di pace – intessuto anche nel Korozen no goho, il costume tradizionale color arancio bruciato indossato da Naruhito.

All’interno della bomboniera dei dolcetti non meglio specificati. Temo non fossero confetti di Sulmona, ed è un peccato perché un tocco abrugiappo ci sarebbe andato a pennello.

Le foto del giorno – 25 ottobre

Oggi la principessa Elisabeth, Duchessa di Brabante, erede al trono belga compie 18 anni. D’ora in poi le sue attività per la Corona, da sola o in supporto ai genitori si intensificheranno, assumerà responsabilità sempre maggiori e potrà ove necessario agire da Reggente. elisabeth 18Intanto oggi ha festeggiato a Palazzo, alla presenza della famiglia, delle principali autorità del paese e di un gruppo di giovani nati come lei nel 2001. elisabeth 18 2Naturalmente la mamma si è un po’ commossa, così come il papà, anche se ha provato a non farlo vedere (ma il video del mostra inequivocabilmente la sua emozione). elisabeth 18 3Al termine del discorso che ha segnato il passaggio della fanciulla nel mondo degli adulti, Mathilde l’ha abbracciata col classico impeto della mamma chioccia che vuole tenere con sé i piccoli il più possibile, e la figlia ha cercato di trattenere tanta amorevole foga con quella grazia venata di imbarazzo tipica delle ragazze della sua età in situazioni del genere.

Elisabeth fa parte di quello squadrone rosa che un giorno occuperà tutti i troni d’Europa, con la sola eccezione di Regno Unito, Danimarca, Monaco, e Liechtenstein; possiamo davvero affermare che the best is yet to come.

Voi, intanto, godetevi il video del suo discorso https://youtu.be/0JLah3RKCXs

 

Tennō Heika Banzai!

Per iniziare una breve premessa storica, non tanto per comprendere appieno la società giapponese – per cui ci vorrebbero ben altre competenze delle mie – ma almeno per non limitarsi a giudicare esclusivamente secondo il nostro metro. japan ceremonyLa storia antica del Giappone è avvolta dall’oscurità, dato che le prime testimonianze scritte risalgono solo all’VIII secolo dopo Cristo. Il mito racconta del primo imperatore Jimmu Tennō – discendente di Amaterasu, divinità solare e dea madre dello Shintoismo – che fonda l’impero nel 660 avanti Cristo; le fonti parlano invece di una società tribale, sottoposta a un’autorità religiosa all’origine della figura imperiale. Ispirandosi al modello cinese, le riforme attuate nei secoli VII e VIII danno vita a una struttura centralizzata, con capitale a Nara (nel 710) e poi a Kyoto (794); dalla Cina arriva il buddismo Ch’án, che in Giappone diventa Zen. Il potere dell’imperatore resta a lungo più formale che sostanziale, e lo stato centralizzato si indebolisce con l’affermazione di potentati locali sempre più influenti. A partire dal secolo X il potere passa decisamente nelle mani di alcuni clan familiari: dapprima i Fujiwara, poi soppiantati dai Minamoto che assumono il titolo di shogun (“generalissimo”), dando vita a un regime di tipo militare grazie al quale si affermano i samurai, guerrieri appartenenti a un ceto di stampo feudale che tanto caratterizzerà sulla società nipponica.

Il primo contatto con gli europei – innanzi tutto Portoghesi – risale alla metà del XVI secolo, che si conclude con l’arrivo dei Gesuiti e l’introduzione del cristianesimo. Il contatto con l’Occidente imprime un notevole sviluppo ai commerci, contrastato però dalla famiglia che nel frattempo ha ottenuto lo shogunato: i Tokugawa, che portano la capitale a Edo (l’attuale Tokyo), introducono una struttura statale rigidamente centralizzata e un’altrettanto rigida chiusura al mondo esterno, limitando gli scambi commerciali e proibendo il cristianesimo. 

L’anno in cui la storia del Giappone cambia per sempre è il 1853, quando lo statunitense commodoro Matthew Perry schiera quattro navi da guerra davanti alla baia di Tokyo, e con la minaccia di un cannoneggiamento costringe il Paese ad aprire i porti ai commerci con l’Occidente. La transizione si compie con l’Imperatore Meiji, trisavolo di Naruhito, che nel 1868 inaugura il suo lungo regno – durerà fino al 1912 – con la Restaurazione (o RivoluzioneMeiji. Scompare la figura dello Shogun e il potere torna nelle mani dell’Imperatore, che avvia un processo di accentramento politico-amministrativo e di modernizzazione economica, ispirandosi a modelli occidentali. Il Giappone diventa monarchia costituzionale nel 1889, è pronto a diventare una grande potenza politica militare ed economica, e tratta con le potenze occidentali da pari a pari.

Tutto ciò per dire che la sintesi tra Oriente e Occidente è il carattere distintivo del Giappone moderno; l’adozione di modi e stili occidentali – ad esempio gli abiti – non è come si potrebbe credere un segno di resa e sottomissione, magari susseguente alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale; al contrario, è la dimostrazione che il Paese ha scelto autonomamente il modello ritenuto più adatto alla propria evoluzione, lo ha fatto prima di tutti gli altri paesi asiatici, e soprattutto lo ha fatto liberamente, non come esito di un passato coloniale. Naturalmente questa ispirazione viene declinata anche creando un’estetica originale, come la cerimonia di martedì ha reso evidente. La mattina è iniziata con un antichissimo rituale: i sovrani hanno visitato i tre templi all’interno del Palazzo Imperiale per informare la dea del sole Amaterasu, mitica progenitrice della dinastia, altre divinità e le anime degli antenati che l’intronizzazione avrebbe avuto luogo.

Entrambi in bianco, l’imperatore con un candido sokutai, l’imperatrice col tradizionale jūnihitoe (la cui traduzione letterale è dodici strati), sopra l’hakama – una sorta di gonna pantalone – color pesca. japan naruhitoIl momento clou si è svolto invece nella il salone di stato foderato di legno di pino, dove erano stati montati i due troni per l’imperatore e per l’imperatrice. Naruhito ha indossato un altro soukai, questa volta color arancio bruciato, intessuto col motivo della fenice portatrice di pace; il suo nome è Korozen no goho, ed è l’abito cerimoniale dell’imperatore da dodici secoli. In testa il tradizionale kanmuri di seta nera, con una lunga coda che si innalza per ben 60 centimetri. cropped_image_lMasako ha sostituito il jūnihitoe bianco con una versione policroma, e sarebbe affascinante capire la simbologia dei diversi strati, che non è casuale né per colori né per decorazioni. japan princesses 2Jūnihitoe tradizionale, in una scicchissima combinazione di viola e rosso, per tutte le principesse di casa reale, che invece durante la visita ai templi imperiali erano vestite all’occidentale; eccole, guidate dall’erede al trono e dalla sua famiglia: con mise simili: abito lungo da giorno, con cappello privo di tesa, ed eventuali decorazioni. japan princessesIn mano un ventaglio – sì, anche sotto la pioggia – che ha un valore storico e simbolico (pensate che era parte anche del corredo del samurai: agitandolo dava il segnale d’attacco, quando non se usava proprio come arma uno in ferro). Sono abiti di nostro gusto? Non particolarmente, ma perché dovrebbero? Sono perfettamente adeguati alla iconografia nipponica, così rigorosamente lineare. Sull’uso dei colori pastello sarebbe interessante l’opinione di Michel Pastoureau, studioso di simbologia e massimo esperto mondiale di storia del colore; sono certa che la prima cosa che sottolineerebbe è che la percezione del colore non è fisiologica ma culturale, cioè influenzata dalla cultura di appartenenza. D’altro canto perché noi consideriamo un abito lungo giallo pallido poco adatto a una signora over 50? Esatto, il gusto evolve all’interno di un sistema culturale; altra cultura, altro gusto. Japan's Princess Mako arrives at the ceremony site where Emperor Naruhito will report the conduct of the enthronement ceremony at the Imperial Sanctuary inside the Imperial Palace in TokyoLast but not least, l’ombrello. Io lo so che voi state per chiedermi perché questo nero funereo, perché non si è optato invece per uno di quelli resi celebri da Her Majesty, marca Fulton, in pvc trasparente con banda coordinata al colore della mise? Da quello che so, gli ombrelli di quel genere si trovano veramente dappertutto, sono spesso offerti da negozi e ristoranti al loro clienti per affrontare piogge improvvise, e dunque considerati piuttosto cheap. Questi invece sembrano proprio quelli assai raffinati, in seta nera e con il manico in legno di ciliegio, albero simbolo del Paese. E se noi li troviamo tristi ho idea che alle signore della Imperial Family la nostra opinione interessi il giusto, cioè niente. japan dinnerLa sera, al banchetto di gala, sovrani e famiglia imperiale in stile occidentale: white tie per gli uomini, abito da sera per le signore, con l’Imperatrice che sfoggia l’ottocentesca Meiji Tiara.

 

La foto del giorno – 23 ottobre

Molti di voi mi hanno segnalato l’abito indossato ieri da Meghan, alla serata di apertura del Summit OYW2019 (One Young World), alla Royal Albert Hall di Londra. E hanno colto l’occasione per chiedere il mio parere sull’intervista dei Duchi di Sussex, concomitante al viaggio in Africa, in cui parlano chiaramente delle difficoltà che stanno affrontando. Meghan in purpleAndiamo con ordine: il colore dell’abito mi fa impazzire, il modello – questo è il Maxwell Dress, dalla linea Babaton del brand Aritzia – non particolarmente, i capelli invece li trovo francamente tremendi.

Rispetto alle esternazioni, partendo dal presupposto che comunque bisogna avere rispetto del dolore altrui, e che sicuramente nei confronti della duchessa molti tabloid sono veramente vessatori, e per ragioni non particolarmente nobili (leggi: il sangue black che le scorre nelle vene), personalmente penso che finora la coppia abbia fatto molti errori, forse troppi. Lei dimostra di non avere chiarissimo il suo ruolo, e purtroppo lui non è in grado di aiutarla, ma anzi le va dietro, dimostrando una fragilità emotiva che non immaginavo così grande, e potrebbe essere un problema. Confesso che la cosa che mi ha colpito di più in questo caso è che in visita nelle aree più povere e disagiate del pianeta, i cui abitanti affrontano enormi sofferenze, loro si siano piuttosto concentrati sul proprio dolore.

Uscendo dalla situazione attuale, l’ingresso a Corte di un personaggio così diverso e per molti aspetti notevole mi era sembrato interessante; ma ho sempre pensato che il grande problema di Harry fosse la complessità delle famiglie d’origine – la materna non meno di quella paterna – e che una compagna con alle spalle una famiglia altrettanto disfunzionale potesse non essere la scelta migliore.

Conoscete l’ammirazione che ho per Charles e Camilla; bene, nonostante la loro situazione fosse oggettivamente molto più complicata, il comportamento di entrambi è stato assai intelligente: lui non è partito lancia in resta a difendere l’amata ma ha lasciato che fosse lei a farlo, dandole così l’opportunità di farsi conoscere ed apprezzare. E lei ha svolto il suo compito sempre seriamente e soprattutto nella più grande discrezione.

Naturalmente invece c’è sempre la possibilità che i Duchi di Sussex stanno forzando un po’ la mano e ponendo le basi per un esilio dorato che consenta loro lo stile di vita che preferiscono.

Tutto ciò premesso, eviterei ove possibile gesti fintamente quanto ostentatamente democratici come quello del video: la signora accenna un curtsy non a Meghan Markle, ma alla Duchessa di Sussex, in rappresentanza della Royal Family, e non tocca dunque a lei non accettarlo. Ma poi che è questa abitudine di abbracciare tutti? Ognuno al proprio posto, please. https://www.hellomagazine.com/royalty/2019102379554/meghan-markle-stops-curtsy-one-young-world-summit/

La foto del giorno – 22 ottobre

Col grido Banzai! ripetuto tre volte dal Primo Ministro Shinzō Abe si è concluso il Sokuirei Seiden no gi; ora Naruhito è il 126° Tennō a sedere sul Trono del Crisantemo. japan banzaiDopo una breve cerimonia riservata all’interno dei templi imperiali, Naruhito e Masako vestiti dei sontuosi abiti tradizionali hanno raggiunto la Matsu no Ma, il salone di stato del Palazzo Imperiale. L’Imperatore ha preso posto nel trono imperiale Takamikura, da cui ha letto il discorso in cui si è impegnato a rispettare la Costituzione e a rappresentare l’unità del popolo nipponico. Accanto a lui l’Imperatrice, nel trono Michodai.

Dedicheremo altri post entrando nel dettaglio delle cerimonie e dei costumi indossati (e naturalmente alle mise delle invitate) intanto ho selezionato un video che credo riassuma efficacemente la ricchezza, la complessità e il fascino di una giornata straordinaria https://www.youtube.com/watch?v=cL3YUEplJKM

Le foto del giorno – 21 ottobre

Tra poche ore il Giappone vivrà il solenne Sokuirei Seiden no gi, che chiude le cerimonie per l’ascesa al Trono del Crisantemo dell’Imperatore Naruhito. Sperando che le condizioni meteorologiche consentano che tutto si svolga come attentamente programmato,  si ricevono le delegazioni dei sovrani stranieri. japan los reyesConcluso l’emozionante debutto ufficiale della figlia Leonor, che nei giorni scorsi ha per la prima volta partecipato alla consegna dei premi Princesa de Asturias – tenendo anche un paio di discorsi, e dimostrando una maturità sicuramente superiore ai suoi quasi 14 anni – Los Reyes sono atterrati a Tokyo. Letizia osa il total black, arma neanche tanto segreta di chi vuol sembrare un po’ più minuto, e dunque totalmente inutile del suo caso. Lui non resiste, e ripropone il mocassino con nappina. Sospiro di rassegnazione.

Anche lui in total black ma in costume tipico di rara eleganza: il giovane e aitante Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, sovrano del Bhutan, si è portato anche la sua bella regina e il piccolo (invero cresciutissimo) erede al trono, il Gyalsey, in total black come papà.

Blazer blu con bottoni dorati e pantaloni grigio scuro per il Re dei Belgi, accompagnato dalla moglie Mathilde in blusa di raso dorata pure quella, en pendant col marito; blazer blu monopetto, aggravato dai pantaloni color crema a vita pericolosamente bassa per il Principe di Monaco, che non ha i bottoni dorati, e manco la moglie al seguito, che sorpresa! the queen QIPCO British Champions Day 2019Dal Regno Unito è in arrivo il Principe di Galles, mentre la sovrana, che ormai non lascia più il suolo patrio, ieri s’è vestita di uno splendido lilla e se n’è andata al QIPCO British Champions Day 2019, a godersi una giornata tra gli amati cavalli. Privilegi dell’età.