Alle sei del mattino del 31 maggio 1923 a Monaco vede la luce il secondogenito della principessa Charlotte, figlia illegittima poi legittimata da Louis II, accasata con Pierre de Polignac, ramo cadetto ma nobiltà antica.
La coppia, sposata nel 1920, ha già una figlia, Antoinette; l’arrivo del principino mette al sicuro la successione e dunque il trono del Principato, che in assenza di un erede legittimo e monegasco perderebbe la sua indipendenza diventando francese. Il piccolo principe, battezzato Rainier Louis Henri Maxence Bertrand, salverà la reputazione di Monaco durante la guerra andando a combattere dalla parte giusta, e salirà al trono alla morte del nonno, il 9 maggio 1949. Nel corso del suo regno diventerà l’immagine stessa del Principato, cui cambierà faccia, e sublimerà una vita già straordinaria sposando la donna più bella ed elegante.
Abbiamo spesso riflettuto sul fatto che lo charme che aveva Monaco negli anni della nostra gioventù è tramontato da quel dì, e queste foto me ne sembrano la conferma.
Oggi, centenario della nascita di Rainier III, hanno avuto inizio le celebrazioni con una serie di iniziative: l’inaugurazione di una mostra, uno Chemin des Sculptures (il principe si dilettava nella scultura in ferro) e una sfilata di auto d’epoca, di cui era appassionato collezionista.
Una festa di popolo, anche un po’ paesana. Lady Violet è un po’ perplessa, soprattutto dalle palandrane rosse indossate a un certo punto.
Eloquente lo sguardo tra cognate, un classico di ogni riunione familiare.
Personalmente ho adorato il bimbo di Charlotte con annesso strofinaccio-in-capo.
E la classe di Caroline, in auto con la nipotina India, entrambe in occhiali scuri, riporta un po’ di quel glamour ormai latitante.
Oggi partiamo con un post leggero, sperando di alleviare un po’ – per quello che può Lady Violet, cioè poco e male – la preoccupazione per la situazione tragica in cui versa metà del Pase. Dunque, la regina è una regina vera, Máxima dei Paesi Bassi, che oggi compie 52 anni. La data è ricordata dalla casa reale con questa bella e semplice fotografia, magari non tanto Máxima-style, ma che permette di apprezzarne la bellezza, se non il brio travolgente.
(Ph: MMP/Mischa Schoemaker)
Le tre principesse invece non sono proprio tali, ma le ho riunite sotto questo titolo unico per amor di brevità. La prima è sposata con un principe e ha il titolo di Duchessa di Sussex: Meghan, che ieri accompagnata da Harry e da mammà ha ricevuto a New York il premio Women of Vision della Ms Foundation for Women, creatura della celebre Gloria Steinem, che ha personalmente premiato la duchessa. La quale, probabilmente presa dall’entusiasmo e memore della precedente carriera nella decima arte, s’è vestita direttamente da Oscar (nel senso della statuetta), con un abito tutto d’oro della stilista colombiana Johanna Ortiz.
(Ph: Kevin Mazur)
Abito bruttarello, in un tessuto rigido (uno jacquard che mischia acrilico, cellulosa acetato e polyestere) che non le dona particolarmente; bellissimo sorriso, sguardo adorante un po’ forzato, terribili il segno del costume evidente dalla scollatura e, perdonatemi, anche i piedi. Insomma, come nel film di Troisi, quando c’è l’amore c’è tutto.
Le altre due fanciulle protagoniste del nostro post più che essere principesse vengono da un Principato; una è figlia di una principessa ma non ha titoli, l’altra, nata contessa, ha sposato un fratello della prima; insomma principesse per estensione. Charlotte Casiraghi e Beatrice Borromeo ieri hanno partecipato alla proiezione del film Jeanne du Barry (con Johnny Depp nel ruolo di Louis XV) che ha inaugurato il Festival di Cannes.
(Ph:BestImage)
Accompagnate da Dimitri Rassam, marito di Charlotte e produttore cinematografico, le due fanciulle hanno indossato creazioni delle maison di cui sono global ambassador. Chanel per la Casiraghi, un abito della collezione couture Autunno Inverno 2020: linea ad A, in seta blu, con una ricca decorazione di camelie tridimensionali. Bello ma non bellissimo. Beatrice invece indossa un abito Dior dalla profonda scollatura in pizzo beige e nero, che la fa sembrare la protagonista di uno di quei film tanto popolari negli anni ’70, tipo La sepolta viva. Incomprensibile la borsetta rigida, d’altra parte con questo coso che cosa si può abbinare? Le due insieme fanno un po’ quadro antico, come avrebbe detto mia madre. Personalmente mantengo le mie perplessità sul farsi trasformare in un manichino deambulante; per me scegliere delle testimonial di così alto profilo non ha un grande senso se le si veste esclusivamente con capi e accessori della maison, senza alcuna personalizzazione, alcuna interpretazione. Mah, probabilmente sono io che non capisco e non so, e penso che resterò in questa lieta ignoranza.
Tramonta il sole sul compleanno di Charlotte, ora in Albione ci si concentra solo sull’incoronazione, cui ormai mancano poche ore. E mentre l’attesa sale – e il nervosismo pure, è notizia di questi minuti che nei pressi di Buckingham Palace è stato arrestato un uomo, dopo che si erano avvertite delle modeste esplosioni – i Principi di Galles pubblicano un’altra foto della figlia, per ringraziare dei tanti auguri ricevuti.
(Ph: Millie Pilkington)
Nella nuova fotografia, opera di Millie Pilkington, autrice anche degli scatti usati per il compleanno di Louis, una decina di giorni fa (Le foto del giorno – Louis & Co), la principessina abbraccia l’amato cocker spaniel, Orla, già comparso con lei in una delle fotografie per i sette anni (Le foto del giorno – Sette!). Il cane è arrivato dopo la morte di Lupo, il primo a entrare in famiglia poco dopo le nozze di William e Catherine, anche lui ritratto in varie foto, tra cui una delle prime con George appena nato.
Orla è la nipote di Lupo, figlia di sua sorella Luna, e proviene dall’allevamento di James Middleton, fratello di Catherine. Il nome Orla è la forma semplificata di un antico nome dell’Irlanda celtica, e vuol dire golden princess, principessa d’oro. Nome perfetto per il cane perfetto di una preziosa principessa.
Ultima piccola osservazione: gli occhi di Charlotte, che da piccolina sembravano azzurri, sono ora chiaramente nocciola come quelli dei fratelli. I famosi occhi blu di famiglia hanno saltato la generazione dei piccoli Wales.
Ladies and gentlemen, ecco a voi Charlotte di Galles che oggi compie otto anni. La fotografia è di mamma Catherine, ma la faccia è tutta di papà William.
(Ph: HRH The Princess of Wales)
Qualche dente è assente giustificato, ma presto tornerà al suo posto. Quanto a Lady Violet, non vede l’ora di conoscere il ruolo che questa deliziosa signorina svolgerà sabato all’incoronazione del nonno. Non abbiamo dubbi che sarà perfetta: lo stile royal, quello è tutto della bisnonna. Happy birthday!
Quella mattina di cento anni fa Londra è in festa, magari senza la frenesia dei giorni nostri: si sposa uno dei figli del Re.
Albert, che in famiglia chiamano Bertie, è il secondogenito di King George V e Queen Mary. A 13 anni entra nel Royal Naval College di Osborne, dove si fa notare per grinta e tenacia. Inizia la carriera come Guardiamarina a Malta, due anni dopo diventa pilota nella Royal Naval Air Service. Appassionato di sport, è un ottimo tennista. Ha quattordici anni quando il padre diventa re, alla morte del nonno. Da quel momento il fratello maggiore Edward e lui sono the heir and the spare. Ne ha 22 di anni quando gli accade una cosa singolare; cambia cognome. L’Europa è scossa dalla Grande Guerra, il sentimento antigermanico cresce e il Re decide di abbandonare il troppo teutonico cognome Saxe Coburgh and Gotha: dal 17 luglio 1917 la casa reale britannica sarà The House of Windsor.
La sposa, Elizabeth Bowes-Lyon, è figlia di Lord Glamis futuro Conte di Strathmore and Glinghorne. Nasce in Scozia il 4 agosto 1900, e come era uso all’epoca viene educata in casa, dividendo infanzia e adolescenza tra la residenza scozzese, la casa di campagna nell’Hertfordshire e quella a Londra a Mayfair, al numero 17 di Bruton Street. Gli sposi si sono conosciuti da bambini, nel 1905, si rincontrano a un ballo londinese durante la season del 1920; lui è stato appena creato dal padre Duke of York e si innamora all’istante. Inizia una corte lunga e serrata, che lei accoglie tiepidamente; preferisce la sua vita semplice e libera agli obblighi e alle complicazioni che l’ingresso nella Royal Family le imporrebbe. Intanto partecipa a un importante evento reale: il 28 febbraio 1922 è una delle damigelle della principessa Mary, che a Westminster Abbey sposa il Visconte Lascelles, poi Conte di Harewood. All’inizio del 1923 Bertie torna alla carica, raggiunge Elizabeth nella casa di campagna di St Paul’s Walden Bury e finalmente lei dice di sì.
Il fidanzamento viene annunciato ufficialmente il 15 gennaio e il giorno dopo in una lettera alla madre lui scrive tutta la sua felicità. Il matrimonio è fissato dopo tre mesi di distanza; Elizabeth inizia a studiare da Duchessa di York, viaggia col fidanzato attraverso il Paese e con lui viene ritratta da John Sargent. Iniziano ad arrivare i doni di nozze; molti sono preziosi gioielli, ma c’è anche altro: i sovrani di Norvegia inviano dodici cucchiaini da tè in argento smaltato completi di colino, mentre The Worshipful Company of Needlemakers fornisce alla sposa mille aghi da cucito con la cruna d’oro.
Il giorno delle nozze lo sposo indossa l’alta uniforme della RAF, con fascia e stella dell’Order of the Garter; indossa anche la stella dell’Order of the Thistle, ricevuto proprio quel giorno in omaggio all’origine scozzese della sposa. Che raggiunge l’abbazia al braccio del padre a bordo di uno State Landeau, rivelando alfine il segreto meglio custodito di ogni matrimonio: il suo abito.
Non sappiamo se (o quante) sopracciglia si siano alzate al suo ingresso a Westminster Abbey: il modello scelto da Elizabeth più che ispirato alla moda degli anni ’20, che pure ricorda, sembra abbia preso spunto da non meglio precisati abiti del Medio Evo italiano. La creatrice, Madame Handley-Seymour, sarta della buona società che firmerà anche l’abito per l’incoronazione del 1937, utilizza una seta color avorio con cui realizza una tunica con scollatura quadrata e maniche corte, il corpino è percorso da una ricca decorazione in lamé argento, perline varie e filo d’oro, che si allunga fino all’orlo.
(Ph: National Portrait Gallery)
L’abito ha un doppio strascico: uno parte dalla vita, l’altro, più leggero, dalle spalle. Il Times lo definisce il più semplice mai visto in un royal wedding, per me anche uno dei meno belli. In testa un velo in pizzo di Fiandra, prestito della Regina, che la sposa decide di fermare con un diadema di mirto e fiori d’arancio intrecciati con le rose bianche di York; nessuna tiara dunque, anche se ne riceve in dono una dal padre e una dalla suocera.
Uscendo dall’abbazia Elizabeth compie un piccolo gesto che entrerà nella storia della Royal Family: lascia il suo bouquet sulla tomba del milite ignoto, in memoria di un fratello Fergus, caduto sul fronte francese; da quel giorno la imiteranno tutte le royal brides.
Dopo una colazione a Buckingham Palace a base di salmone e agnello, e dopo aver tagliato la sontuosa torta realizzata da McVitie’s (quelli dei biscotti digestive), 3 metri per 365 chili, la coppia parte per il viaggio di nozze a Polesden Lacey, ospite di quella Mrs Greville che tanti splendidi gioielli lascerà in eredità alla Royal Family.
Nel 1926, cinque giorni prima di celebrare il terzo anniversario, Elizabeth dà alla luce la prima figlia, cui viene dato il suo stesso nome. È uno di quei momenti in cui le storie personali incrociano la Storia; quella bimba che sembra essere solo la terza nipote di sovrani è destinata a diventare il monarca che resterà più a lungo sul trono di St James.
Vi ricordate che tra soli dieci giorni ci aspetta un bel royal wedding in Lussemburgo? La principessa Alexandra sposerà civilmente il fidanzato Nicolas Bagory nella capitale del Granducato sabato 22, e una settimana dopo la coppia si unirà col rito religioso celebrato in Provenza.
Per ingannare l’attesa oggi festeggiamo i vent’anni di matrimonio di Laurent e Claire. Lui è Principe del Belgio, figlio e fratello di Re; lei, nata Claire Louise Coombs a Bath da padre inglese e madre belga, è una geometra. Si sono conosciuti a una cena a casa di amici comuni, e hanno iniziato a chiacchierare lavando i piatti. Nel pomeriggio del 20 dicembre 2002 i sovrani Albert II e Paola annunciano il fidanzamento poi tutti, fidanzati e rispettive famiglie, presenziano al tradizionale concerto di Natale.
Il matrimonio viene celebrato il 12 aprile 2003: alla cerimonia civile all’hôtel de ville di Bruxelles segue il rito religioso nella cattedrale dei Santi Michele e Gudula. È il primo royal wedding del millennio in terra in belga, e l’ultimo prima di quello della principessa Maria Laura lo scorso settembre (Sposa bagnata sposa fortunata). Lo sposo, 39 anni, indossa l’uniforme da Capitano di Fregata della Marina, con la fascia e la stella dell’Ordine di Leopoldo. La sposa di anni ne ha 29, e indossa un bellissimo abito disegnato per lei da Eduard Vermeulen, stilista della Maison Natan, profondamente amato dalle royal ladies belghe, e di tutto il BeNeLux (amore non sempre corrisposto, visto come spesso le concia). Dieci giorni prima del matrimonio la sposa riceve dal suocero il titolo di Princesse de Belgique, che diventa ufficiale il giorno delle nozze
(Ph: BELGA)
Nel suo gran giorno Claire copre il capo col famoso velo della famiglia Ruffo, fermato da una piccola tiara di diamanti, dono di nozze dei suoceri; alle orecchie ha delle perle donate dalla famiglia Ruffo. Che almeno nella nostra tradizione non andrebbero regalate perché portano lacrime, e di momenti da piangere questa sposa in questi vent’anni ne ha vissuti più d’uno. Laurent è nelle parole della madre il più fragile dei suoi figli, coinvolto in qualche scandalo (economico) di troppo, una salute (anche psichica) non solidissima e i conflitti con la famiglia reale tipici di ogni spare.
Claire però ha sempre condotto con mano ferma la sua famiglia, ha avuto tre bei figli – la diciannovenne Louise e i gemelli diciassettenni Nicolas e Aymeric – sostiene con efficacia il marito e non ha mai perso il sorriso. A me è molto simpatica e mi piace moltissimo.
E poi, come dimenticare la pagoda in testa a Mathilde?
Oggi è Pasqua, e sullo scenario royal questo di solito vuol dire due cose: la messa nella cattedrale di Palma de Mallorca per la famiglia reale spagnola e la funzione nella St George’s Chapel a Windsor per la Royal Family.
Dimenticate la prima: quest’anno i sovrani sono rimasti a Madrid, e ieri sera sono stati visti con le figlie Leonor e Sofía per le vie di Chinchón, nei pressi della capitale, dove da 60 anni si svolge una sacra rappresentazione (di solito preferisco non pubblicare foto con bambini, ma questa è stata postata sull’account Twitter della Casa Real). A inizio della settimana El Rey, da solo, era volato a Palma a visitare la madre, che se n’è andata alle Baleari con la sorella Irene di Grecia. L’infanta Elena invece è volata ad Abu Dhabi per trascorrere la Pasqua col padre, El Rey Emerito Juan Carlos, e il figlio Felipe de Marichalar, che si è trasferito negli Emirati da un paio di mesi. Insomma, tutti separati appassionatamente.
Rispettata invece la tradizione oltremanica, considerando che oggi è un giorno veramente speciale: la prima Pasqua del regno di Charles III, che è anche il Capo della Chiesa Anglicana e questa mattina ha partecipato alla funzione pasquale a Windsor. Con lui Queen Camilla, i Wales con tutti e tre i figli, compreso Louis e le sue smorfie irresistibili, e praticamente tutta la Royal Family con l’eccezione di Lady Louise Windsor, figlia dei Duchi di Edimburgo.
Presente la duchessa Sophie, in una mise un po’ troppo pesante per l’occasione: cappotto color lampone Catherine Walker, stivaloni di suède e cappello Philip Treacy. Anche la borsa di Sophie Habsurg, rigida e un po’ troppo grande, contribuisce a creare un’idea di pesantezza.
Non mancano Eugenie col suo delizioso pancione avvolto in un abito Whistles, né la sobrietà quasi monacale di Beatrice (in Emilia Wickstead) in stridente contrasto con l’allegria un po’ caciarona dei Tindall, con Zara accollatissima e scosciatissima in shocking (molto) pink (Jane Atelier).
Le signore più importanti del regno scelgono una nuance simile: la Principessa di Galles tira fuori dall’armadio il cappotto blu – all’epoca definito sapphire, zaffiro – creato per lei da Catherine Walker e già indossato l’anno scorso per il Commonwealth Day; allora manifestai alcune perplessità che mi restano tutte, aggravate dal nuovo pillbox di Lock & Co. piazzato in testa come un tegame.
Con l’aggravante della recidiva: Catherine possiede questo cappello anche in verde e lo ha indossato per la parata di San Patrizio del 2022. Sia il cappotto sia il cappello sono stati oggetto dei nostri commenti nello stesso post, questo: Royal chic shock e boh – Ricominciamo.
Ladies&Gentlemen attenti al dettaglio: per la prima volta da quando Catherine è entrata nella Royal Family dodici anni fa le vediamo le unghie smaltate di rosso invece del solito pallido nude. Senza essere melodrammatici, qualcosa che si avvicina molto a una rivoluzione.
I sovrani ci perdoneranno se di loro parliamo per ultimi, ma meritano particolare attenzione perché per loro questo è un giorno speciale: non solo Pasqua, ma anche anniversario di matrimonio, il diciottesimo.
Sarà per questo che Camilla ha scelto una mise creata da Anna Valentine, che con la socia di allora, Antonia Robinson, creò entrambi gli abiti indossati quel giorno, per la cerimonia civile e la benedizione religiosa (A Royal Calendar – 9 aprile 2005)? In testa, come allora, una creazione di Philip Treacy, che resta il suo modista di fiducia (anche se in questo caso non mi convince). Sulla spalla brilla una spilla di diamanti dal grande valore simbolico: un nodo, evidente allusione a unione, legame, unità. Non solo, questa è la spilla indossata da Camilla esattamente sette mesi fa, il 9 settembre, rientrando a Londra il giorno dopo quello della morte di Queen Elizabeth. La sua prima spilla da regina; ah, la forza dei simboli!
A questo punto forse vi chiederete come mai alle spalle di Charles e Camilla, accanto alla Princess Royal, ci sia non il marito Tim Laurence (lo si vede un po’ più indietro) ma il Duca di York, ormai bandito dalle prime file, e pure dalle seconde. Immagino che la risposta sia nella data: il 9 aprile è anche il giorno in cui due anni fa se ne andò Philip, The Duke of Edinburgh. E Lady Violet pensa non sia un caso che Anne abbia scelto per la sua mise il bianco, il più primaverile dei colori associati al lutto, pur abbinandolo al blu. Piccoli segni, grandi significati.
Giornata in famiglia per Albert II de Monaco che compie oggi 65 anni. A mezzogiorno, al momento del cambio della guardia davanti al Palais princier, i Carabiniers hanno fatto gli auguri in musica al sovrano, affacciato al balcone con i figli ma senza la moglie.
Il sovrano, che un tempo avrebbe festeggiato con una serie di party selvaggi (e non vado oltre) è apparso come sempre divertito e di buon umore, equipaggiato di una notevole cravatta.
Dopo un pranzo in famiglia, Jacques e Gabriella hanno invitato i genitori a teatro, al Théâtre des Muses, nei pressi del Jardin Exotique, dove Anthéa Sogno, attrice e proprietaria del teatro, ha messo in scena per loro, con la sua compagnia, La sorcière du placard aux balais (la strega dell’armadio delle scope). Un regalo delizioso.
Nuova cravatta originale per Monsieur Le Prince, solito sorriso fragilmente forzato di Charlene – a me sembra sempre che stia per rompersi – mentre i gemelli fanno del loro meglio, più aperta e disinvolta lei, più riservato lui.
Una piccola confessione: io guardo questa famiglia sempre con un misto di simpatia e apprensione; il matrimonio dei sovrani mi è sembrato sempre un po’ improbabile, lui è un papà affettuoso ma francamente troppo agé e i bambini non appaiono sempre a loro agio. Però Albert è stato il Principe Azzurro dei miei tempi, bello, biondo, sportivo e pure timido, perciò per lui avrò sempre un debole. Nonostante la stempiatura, la pancetta e quell’orlo ai pantaloni ormai diventato un suo marchio di fabbrica. E tanti auguri.
In una settimana Victoria di Svezia e il marito Daniel festeggiano il compleanno di entrambi i figli. Il 23 febbraio la primogenita (e futura regina) Estelle ha compiuto 11 anni, oggi il piccolo di casa, Oscar, ne compie 7. Come da tradizione, il loro compleanno è stato marcato da un ritratto fotografico.
Estelle ormai preadolescente, capelli lunghi sguardo serio ed espressione enigmatica, pronta ad aprirsi in una di quelle belle risate per cui è famosa. Non vi sfuggirà la gonna pied-de-coq, fantasia di cui abbiamo parlato di recente (Royal chic shok e boh).
(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)
Oscar, capelli impomatati e divisi da una bella riga secondo lo stile paterno, accenna un sorriso sdentato mentre coccola il cane di famiglia, Rio, incrocio tra un Cavalier King e un barboncino.
(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)
Dalla foto che ritrae insieme sorella e fratello è evidente che i ritratti siano stati scattati in un’unica seduta fotografica: ottimizzare evidentemente è la parola d’ordine. Questa scelta mi ha fatto ripensare a mia madre la quale, dato che mio fratello e io festeggiamo il compleanno a due settimana di distanza, aveva preso l’abitudine di fare una festa unica, un anno il giorno del suo compleanno, un anno quello del mio. Per fortuna, nonostante fossero la sua passione, non ha mai osato vestirci nelle tonalità del greige, che è tanto chic nelle mise di Armani, ma un po’ triste per i giovanissimi. Però l’espressione scanzonata di Oscar nella foto con la sorella è tutto un programma: non vi ricorda Danny Zuko di Grease?
Rosso e verde
Il colore non manca a Windsor, dove i principi ereditari (di Norvegia) sono stati ricevuti dai principi ereditari (del Regno Unito),.Al blu degli abiti dei signori fanno da contraltare le tonalità vibranti delle mise delle signore. Rosso scarlatto per Mette Marit, uno dei colori che le sta meglio e che porta più volentieri. Verde per il diligente completo di Catherine, scelto forse perché l’incontro era su tematiche green. Ma perché tutti e quattro in posa così? Sembrano una barriera di calciatori.
Ginger
Ed ecco la ragione di questo post! Carnevale è appena passato, e non sono mancate le maschere ispirate al mondo royal. Più che a regine e principesse delle fiabe, molte bimbe si sono vestite come la defunta Queen Elizabeth: colori pastello, cappellino e corgi di peluche, qualcuna perfino scortata da una (o due) grenadier guard. Questo però non l’avevamo mai visto: un piccolo gingerhead per celebrare il World Book Day, la giornata internazionale del libro. Game set match.
Venghino signore e signori venghino, a una delle giornate più regali dell’anno! Oggi festeggiamo due compleanni, ma mica di due royal qualunque, addirittura di due Re. E non è neanche il primo caso; negli anni passati il 5 gennaio si festeggiava il compleanno di due sovrani, el Rey Juan Carlos e Jean di Lussemburgo, che però era solo un Granduca.
Ecco dunque alla vostra sinistra Harald V Re di Norvegia, nato il 21 febbraio 1937 a Skogum, nei pressi di Oslo. Alla vostra destra Jigme Khesar Namgyel Wangchuck Re del Bhutan, nato a Katmandu il 21 febbraio 1980. Il primo compie oggi 86 anni, l’altro esattamente la metà, 43.
Ultimo di tre figli, e unico maschio, i genitori di Harald erano il principe ereditario Olav – poi Re Olav V – e sua moglie Märtha, nata principessa di Svezia e morta quando il figlio aveva appena 17 anni.
Jigme Kaesar è figlio di Jigme Singye Wangchuck e di una delle sue quattro mogli, quattro sorelle che hanno sposato l’allora Quarto Re Drago del Bhutan in una cerimonia unica, prendendo tutte e quattro contemporaneamente il titolo di Regina Consorte. In questa foto di famiglia vedete al centro i due sovrani, il regnante e l’emerito; a fianco di questo la regina e ai due lati le sue quattro spose.
Harald ha sposato il 29 agosto 1968 il suo grande amore Sonja Haraldsen, donna di notevole intelligenza e graziosa eleganza; coetanea del marito, Sonja al momento è la più anziana tra le regine consorti. Hanno due figli: Märtha Louise e il principe ereditario Haakon, e cinque nipoti naturali + 1, avendo accolto in famiglia anche Marius, figlio di primo letto della nuora Mette Marit.
Jigme Kaesar ha sposato il ottobre 2011 Jetsun Pema, cui ha giurato eterno ed esclusivo amore rinunciando per lei alla poligamia. Lei, nata nel 1990, è invece la più giovane delle regine consorti, e per me la più bella. Anche i sovrani bhutanesi hanno avuto due figli, due maschi. Potrei dire the heir and the spare ma forse è meglio di no; data la loro giovane età non è detto che non allarghino la famiglia.
Harald è salito al trono alla morte del padre, il 17 gennaio 1991 (Il giubileo di Harald e Sonja), Jigme Kaesar è diventato Re il 9 dicembre 2006 a seguito dell’abdicazione del padre, che all’epoca aveva appena 51 anni. Oggi ne ha 67, è in ottima forma (e non privo di fascino) ed è ancora sposato con tutte e quattro le consorti.
Il Re di Norvegia ama la vita all’aria aperto e gli sport; ne pratica diversi, dallo sci alla vela, e come velista partecipò alle Olimpiadi di Tokyo 1964, dove fu portabandiera per il suo Paese.
Non lo sapevo e non l’avrei mai detto, ma facendo ricerche per questo post ho scoperto che il Re del Bhutan gioca a calcio.
Per il suo compleanno Harald ha ricevuto un bellissimo regalo: la motocicletta che suo padre gli aveva donato settant’anni fa, per il sedicesimo compleanno. Mesi fa, visitando una mostra sulle automobili reali, il sovrano aveva chiesto se qualcuno sapeva che fine avesse fatto; il personale di Palazzo l’ha recuperata restaurata e consegnata, completa della targa originale.
(Ph: Sua Maestà la Regina)
Speriamo che il Re del Bhutan abbia a sua volta ricevuto un bel regalo, perché sui suoi account social gli hanno fatto gli auguri con questo ritratto digitale, opera di tal Chimi R Namgyal, che in altri tempi sarebbe finito sul patibolo.