Le foto del giorno, l’ultimo dell’anno

Per salutarvi, ringraziarvi, e darvi appuntamento sul suo sofà nell’anno nuovo, Lady Violet ha scelto due immagini.

La prima ritrae Lady Pamela Hicks, la minore delle due figlie di Lord Mountbatten. Lady Pamela, che compirà 92 anni il prossimo 19 aprile, ha ricevuto la prima dose del vaccino anticovid, somministrata da un medico del NHS il servizio sanitario nazionale. La fotografia è stata pubblicata dalla figlia India col permesso della madre, con l’auspicio che possa contribuire a creare un clima di speranza. Madre e figlia, Pamela e India, sono molto unite e accomunate da una singolare circostanza: entrambe hanno avuto il ruolo di damigella al matrimonio di un futuro monarca: Pamela a quello dell’allora Principessa Elizabeth, che il 20 novembre 1947 sposò suo cugino Philip; India a quello dei Principi di Galles, il 29 luglio 1981. E a proposito di matrimoni e di speranza nel futuro, India sposerà a breve David Flint Wood, suo compagno da un quarto di secolo e padre dei suoi cinque figli.

Il secondo protagonista è il piccolo Charles del Lussemburgo, con le sue guanciotte irresistibili la sua allegria e lo sguardo incantato. Rappresenta tutti i bambini che sono nati quest’anno; con loro la speranza è già realtà. Inutile dire che non vediamo l’ora di conoscere quelli che nasceranno nell’anno che arriva, che siano di sangue reale o no.

Nel salutarvi, faccio mia la frase che India Hicks cita come una delle preferite di sua madre: “face the sun and the shadows will fall behind you”, dunque mostriamo il viso al sole (senza dimenticare la protezione 50, mi raccomando) e ci lasceremo le ombre alle spalle.

Buon anno, Purple e io vi aspettiamo sul sofà.

Una novità e un ricordo

Qualche giorno prima di Natale la Maison Chanel ha annunciato di aver scelto la nuova testimonial: Charlotte Casiraghi.

Testimonial che ha l’incarico di passare definitivamente il testimone da Karl Lagerfeld, scomparso ormai quasi due anni fa (Adieu Karl) a Virginie Viard, che ha sostituito Kaiser Karl come direttore creativo Chanel. Charlotte non porta in dote solo la bellezza, ma una lunga consuetudine familiare con la maison, sigillata dalla grande amicizia tra sua madre e lo stilista tedesco.

E tutta vestita Chanel, ormai il suo marchio di fabbrica, declinato nel classico black&white, è comparsa la madre principessa sei settimane fa alla festa nazionale del Principato, un’uscita che ha fatto parlare soprattutto per i capelli, insolitamente grigi.

Poi non l’abbiamo vista più, ma oggi non possiamo fare a meno di dedicarle un pensiero, nel giorno che sarebbe stato il trentasettesimo anniversario del matrimonio con Stefano Casiraghi. Me lo ricordo bene quel giorno, quindici mesi dopo lo shock dell’improvvisa morte di Grace sulla Rocca tornava a splendere il sole; una grande felicità che finì in tragedia pochi anni dopo. Sarà per la giornata grigia e un po’ triste, ma ci penso da stamattina. Se anche voi oggi vi sentite un po’ così, questo è il post A Royal Calendar – 29 dicembre 1983.

Christmas broadcast 2020

Al termine di un anno così complesso, tra pandemia ancora drammaticamente attiva e l’incombente Brexit l’aspettavamo tanto e non ci ha deluso; anche quest’anno il tradizionale Christmas broadcast della Regina è stato perfetto.

Il set

Il discorso è stato registrato (qualche giorno prima com’è tradizione) nella Green Drawing Room a Windsor, spesso usata per eventi importanti o come set fotografico: in tempi recenti l’abbiamo vista in occasione del royal wedding dei Sussex, e del battesimo di Archie.

Sulla scrivania davanti a lei una sola foto, scelta che ha spiazzato quasi tutti, abituati come siamo a vedere esposte immagini di famiglia, e a cercare di leggere metamessaggi a seconda di chi vi compare. Quest’anno invece una scelta insolita quanto netta: il solo Principe Philip, in un’inedita immagine casual. Evitati così i commenti su chi c’era – e soprattutto su chi non c’era – si è riconosciuto il ruolo dell’uomo che le è accanto da decenni e che tra meno di sei mesi festeggerà il secolo; e al contempo si sono ricordate tutte le persone anziane che, se non sono state falcidiate dal covid, hanno particolarmente sofferto la solitudine da distanziamento, magari trascorrendo in solitudine anche queste feste.

La Regina

Vi lascio immaginare la delizia di Lady Violet – e della sua corgina Purple – allo scoprire la mise di Sua Maestà: un elegante abito in crêpe di lana, creazione della fidata Angela Kelly, in una favolosa sfumatura di viola. Viola tampone, direi – e naturalmente al tampone per l’inchiostro mi riferisco, non a quello così spiacevolmente in voga in questi tempi oscuri – con un scollatura rotonda che dà luce al viso e ospita con grazia i classici tre fili di perle. In molti si sono chiesti se questo viola volesse evocare quello dei paramenti liturgici usati in Quaresima, e dunque evocare più il lutto di quest’anno terribile che la gioia del Natale. Personalmente lo escludo, immagino che la sovrana, che non fa nulla a caso, abbia dato la preferenza ad una tinta più sobria e meno allegra del rosso; ma se proprio vogliamo fare un discorso simbolico – sempre rischioso quando si parla di culture più o meno differenti dalla nostra – bisogna considerare cosa questo colore rappresenta: l’unione tra il rosso della carne e il blu dello spirito, la sintesi tra terra e cielo. Per questo è associato alla regalità, in particolare ai sovrani inglesi che dopo la riforma hanno assunto su di sé il doppio ruolo di monarca e capo della Chiesa d’Inghilterra. E questa bella tonalità, più che il viola tampone della mia definizione, è proprio il royal purple (googlare per credere).

Restando nel campo dei simboli, la spilla a forma di conchiglia ha deliziato anche chi non conosca i gioielli a disposizione di Sua Maestà: simbolo di salvezza e di rinascita, scelta migliore non poteva essere fatta.

Naturalmente è assai probabile che la decisione di appuntarsi proprio questa spilla sia legata a un simbolismo familiare, importante quanto gli altri. Il gioiello, il cui nome completo è Courtauld Thomson Scallop-Shell Brooch, apparteneva alla Queen Mother, che lo ricevette in eredità dall’artista e scrittrice Winifred Hope Thompson in segno di ammirazione e rispetto. La spilla era stata disegnata dal fratello, Lord Courtauld Thomson, e realizzata nel 1919 da The Goldsmiths & Silversmiths Co Ltd. Ha la forma della valva di una capasanta, la conchiglia di Santiago di Compostela, incrostata di diamanti; alla base una singola perla, da cui partono cinque frange di diamanti di diversa lunghezza, che terminano in un diamante a goccia. La Queen Mom l’amava molto e l’ha indossata spesso, in particolare per la cerimonia del suo centesimo compleanno, e questo potrebbe essere un altro rimando al prossimo centenario, il Duca di Edimburgo.

Il discorso

(Ph: un collage di immagini da alcuni dei precedenti Christmas broadcast, dall’account twitter The Royal Family)

Speranza, solidarietà, vicinanza le parole chiave di un discorso fortemente segnato dalla pandemia ancora in atto, con alcune espressioni di rara bellezza, come quel the kindness of strangers (la gentilezza degli estranei) che è l’ultima battuta di Blanche Dubois nel dramma Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams, ed è diventata nel tempo un’espressione comunemente usata nella lingua inglese. Il Buon Samaritano, e i suoi tanti emuli che vanno per il mondo, è uno dei personaggi centrali di questo messaggio di Natale, in singolare corrispondenza con la recente enciclica di Papa Francesco, Fratelli Tutti; l’avrà letta anche Her Majesty? Non ne sarei affatto sorpresa. Per uno strano scherzo del destino, l’OMS aveva dichiarato il 2020 Anno Internazionale dell’Infermiere, e mai come in questi mesi la loro opera è stata preziosa; molti i riferimenti a colei che diede dignità e struttura a questa professione, Florence Nightingale, di cui il 12 maggio ricorreva il bicentenario della nascita (questo il post che le abbiamo dedicato The lady with the lamp). L’evento straordinario che ha segnato l’anno che sta finendo ha consentito a Sua Maestà di glissare elegantemente sulla sua famiglia, presente nei vari filmati a che scorrevano durante il suo discorso; naturalmente assenti transfughi e reietto, e chissà come ci saranno rimasti (soprattutto i primi).

In chiusura i canti di Natale eseguiti dal Lewisham and Greenwich NHS Choir, perfetta chiusura di un Christmas broadcast perfetto.

Le foto del giorno – Natale a Monaco

Non è il titolo di un cinepanettone, ma potrebbe. Dal Palais Princier arrivano alcune immagini del Natale in famiglia, in discreta antitesi con l’algida fotografia ufficiale diffusa con parsimonia. Caratterizzata da un’atmosfera piuttosto fredda, sottolineata da una palette di tinte glaciali, ha generato parecchie perplessità, pari solo a quelle suscitate dalla scelta di Charlène, che ha indossato una mise in perfetta corrispondenza con l’albero, rami aghiformi compresi

Se anche voi siete tra i perplessi ho una notizia che vi rallegrerà: le foto di famiglia scattate a Natale intorno all’albero hanno tutto un altro spirito. Intanto sembra che Charléne, acconciati i capelli in una banana che avrebbe fatto l’invidia di Elvis, sotto l’albero abbia trovato un chihuahua, dono impegnativo e prezioso.

Cosa abbia ricevuto Albert non è noto, ma è fuor di dubbio che il più grande regalo che la vita gli abbia fatto sia questa doppia paternità in età matura, sicuramente più consapevole delle due che l’hanno preceduta.

Ecco la foto di gruppo: c’è Stéphanie con classico pullover natalizio, peraltro piuttosto sobrio; la imita Camille, la figlia minore, con una renna che non sfigurerebbe accanto a quella di Mr Darcy (non quello di Jane Austen, quello di Bridget Jones). C’è la nuora Marie, sempre sorridente mai elegante, paludata in una mise difficile da definire: cappotto? robe-manteau? vestaglia? chi può dirlo. Accanto a lei la cognata Pauline, secondogenita della ex principessa ribelle, che sarebbe la it-girl di famiglia: appassionata di moda, la disegna anche, con alterno successo; avrà creato anche questo insieme banalotto e un po’ goffo? Ultimo a destra, dopo la piccola Gabriella – non pervenuto il fratello Jacques – la poco natalizia Charlène, l’altrettanto sobrio Louis Ducruet, il Principe Sovrano. Si sarà vestito da Papa Noël per i suoi bambini? E quando esattamente, parcheggiata la renna in fondo alla stanza, avrà sostituito gli stivaloni foderati di pelliccia con un paio di rosse crocs?

Non me lo dite, ho capito, voleva omaggiare medici e infermieri impegnati nella lotta alla pandemia indossando le loro calzature da lavoro. Comunque sia, citando la scritta sul principesco, natalizio cappello, Joyeux Noël!

Happy Christabel!

No, non ho sbagliato a scrivere. Oggi ho deciso di proporvi un piccolo divertissement natalizio, rimandando a domani l’esame del Christmas broadcast di Sua Maestà, meravigliosamente vestita di viola per la gioia di Lady Violet e della sua corgina Purple.

Restiamo in Albione, ma torniamo indietro fino al 1935. Per Re George V è un anno importante: quello del Silver Jubilee e del settantesimo compleanno. Da tre dei cinque figli che hanno raggiunta l’età adulta (il piccolo John è morto adolescente nel 1919) ha avuto quattro nipotini: George e Gerald Lascelles dalla Princess Royal, Elizabeth e Margaret dal secondogenito Albert, Duca di York. Il 9 ottobre arriva anche Edward, figlio dei bellissimi fascinosissimi elegantissimi Duchi di Kent. Il Principe di Galles e Henry Duca di Gloucester invece non sono ancora sposati, ma il primo è innamorato di Wallis Simpson, e un matrimonio con una bidivorziata per un futuro re è fuori questione (sappiamo poi com’è finita). Da parte sua, Henry ha iniziato anni prima una relazione con Beryl Markham, aviatrice, scrittrice, amica di Karen Blixen e anche sposata; evitare lo scandalo tacitando lei e il marito costerà all’incauto duca un sacco di soldi. La moglie giusta per lui viene individuata in Lady Alice Montague Douglas Scott, figlia del settimo Duca di Buccleuch, il più grande proprietario terriero di Scozia, che accetta la proposta di matrimonio bofonchiata dal non convintissimo Henry durante una passeggiata. Il fidanzamento è annunciato in agosto, le nozze il 6 novembre; private e in tono minore perché il padre della sposa è morto diciotto giorni prima, e quello dello sposo lo seguirà due mesi e mezzo dopo.

Il giorno di Natale la neo Duchessa di Gloucester festeggia il compleanno; è nata il 25 dicembre 1901 e per sottolineare la coincidenza con la festa che è all’origine della Cristianità, le viene imposto come secondo nome Christabel. Raro quanto inconsueto, dall’origine incerta che si fa derivare da Christ, con l’aggiunta di -Belle, a voler ovviamente dare alla fanciulla che lo porta del titolo di bella cristiana; c’è anche una leggenda ad hoc, protagonista una fanciulla cristiana inevitabilmente perseguitata dal padre pagano. Molto più probabilmente si tratta invece di un nome coniato nel Medio Evo, attestato in Inghilterra dal XVI secolo e reso famoso dall’omonimo poemetto di Samuel Taylor Coleridge. È un nome senz’altro di nicchia, amato da persone di classi elevate e acculturate; forse la più famosa a portarlo è Christabel Pankhurst, figlia di Emmeline, fondatrice del movimento suffragista. Questa Christabel non era nata il giorno di Natale, mentre tra i Windsor ce n’è un’altra, e lei festeggia il compleanno proprio oggi: Alexandra Helen Elizabeth Olga Christabel di Kent, The Honourable Lady Ogilvy per matrimonio, cugina di Her Majesty e nipote acquisita della Christabel da cui abbiamo iniziato a raccontare questa storia: l’ormai defunta (anche lei ultracentenaria), Duchessa di Gloucester da cui la Principessa di Kent ha ereditato l’ultimo nome.

A Lady Violet piace molto: è letterario, è inglese, è anche royal, insomma rappresenta tante delle cose che amiamo; mi piacerebbe venisse preso in considerazione per i due royal baby che sono in viaggio, anche se mi sembra improbabile. E poi io spero che almeno uno sia maschio, e venga chiamato Philip. Però ho trovato il modo di attribuirlo a qualcuno. Anzi, qualcuna.

Arriviamo dunque all’epilogo di questa piccola storia natalizia, con una nota spudoratamente personale. In ossequio alle regole e nel timore del contagio quest’anno non ho raggiunto il resto della famiglia nella mia regione d’origine, l’Abruzzo, e ho pensato di fare a fratello e cognata un regalo un po’ fuori dall’ordinario: l’adozione di una pecora per un anno. E immaginate come l’ho chiamata? Indovinato! In fondo l’Abruzzo mica è tanto diverso dall’Inghilterra, entrambi per secoli hanno basato la loro economia proprio sulle pecore.

Buon Natale, e happy Christabel!

Il matrimonio dei Duchi di Gloucester fu costellato di drammi e tragedie, la peggiore sicuramente la morte del primogenito William; qui un breve post con la sua storia A Royal Calendar – 28 agosto 1972

Merry Christmas!

Che Natale sarebbe senza gli auguri dei regnanti e delle loro famiglie? Anche quest’anno la tradizione si è ripetuta e un bel numero di foto ha rallegrato il web; naturalmente avvantaggiati coloro dotati di bambini, che fanno sempre tenerezza e allegria. In pole position c’è senz’altro il paciocconissimo Charles del Lussemburgo, che con la sua nascita il 10 maggio ha portato luce e speranza, come tutti i piccoli nati in quest’anno complicato.

Deliziosi come sempre i Cambridge, down-to-earth il giusto – hanno posato addirittura in una legnaia – ma ben lontani dall’essere (o dal sembrare) dimessi.

Cosa che non è riuscita appieno ai reali belgi, belli e sorridenti, con la piccola Eléonore assai cresciuta, che hanno scelto un look molto sobrio, quasi impiegatizio. Non è che ci aspettassimo i maglioni con le renne, ma insomma…

Tinte neutre anche per Leonor e Sofía, ma tanto sono loro a splendere, e va bene così. La fotografia è stata scattata qualche mese fa in occasione del Premio Princesa de Asturias 2020; alle due fanciulle il compito di chiudere un anno particolarmente problematico in Spagna, che ha visto la tragedia della pandemia accompagnata dalla farsa dell’esilio volontario di Juan Carlos.

In ottimo spirito e in ottima forma Re Harald di Norvegia: si lascia alle spalle un anno piuttosto pesante per la salute, che ha impensierito non poco. Bella sempre la sua famiglia, la cui unità e solidità traspare anche dalle fotografie. E almeno Mette-Merit si è vestita di rosso!

Buone notizie anche per la salute di Christian di Danimarca che sembra non aver subito conseguenze dalla positività al covid che gli era stata riscontrata qualche settimana fa (Breaking News!).

Poi oggi è arrivata anche lei, la Christmas card dei Duchi di Sussex. Che a rigor di logica neanche era necessaria, avendo loro lasciato il Regno Unito e gli impegni da membri della Royal Family. Ma a onor del vero è cosa che fanno tutti (la Christmas card, non lasciare la Royal Family) perché proprio loro no? Invece di qualcosa di più scontato, Harry&Meghan hanno scelto di rielaborare in chiave vagamente disneyana una fotografia scattata da Doria Ragland, madre della duchessa. Purtroppo così non possiamo bearci della visione del faccino di Archie (Lady Violet pensa sia proprio questa la ragione, ma è Natale, dobbiamo essere più buoni); scopriamo però che a 19 mesi sembra già molto alto, e ha sicuramente preso la zazzera rossa da papà.

Che vi devo dire, motivazione a parte la trovo veramente, ma veramente brutta. E neanche particolarmente “furba” visto che già è scattata la (sciocca) polemica sul costo di quel cottage a misura di bambino, e sull’albero di Natale nel vaso (è stato chiarito che è un albero vero, e verrà ripiantato dopo le feste). Questa immagine però me ne ha riportato un’altra alla memoria, da cui l’avevo prontamente cancellata: il nuovo ritratto dei Granduchi Henri e Maria Teresa.

È stato realizzato dall’artista Jacques Schneider, che ha specificato trattarsi di un’opera costruita sull’evocazione di simboli e valori cari ai sovrani lussemburghesi. Pensare che una volta i regnanti venivano ritratti da Tiziano o da Velázquez, che banalità!

Miei cari lettori, direi che avremo da chiacchierare ancora a lungo sul sofà di Lady Violet. Nell’attesa, buon Natale da noi.

mde

Le foto del giorno – L’ultima Mohicana

Come ogni anno nel Palais Princier i sovrani di Monaco hanno organizzato un Christmas party per bambini del Principato, soprattutto quelli più disagiati — che immagino non moltissimi – o rifugiati.

Il sempre amabile Albert II, addobbato con cravattone natalizio d’ordinanza, ha distribuito doni ai piccoli ospiti, coadiuvato da una perplessa Gabriella, avvolta in un impermeabilino di cirè nero con margheritone scarlatte. Sarà la sua pur deliziosa mise a non convincerla?

In effetti anche il fratello Jacques sembra avere qualcosa che lo perplime, che sarà mai? Uno sguardo più attento alla nuova coiffure di maman potrebbe aiutarci a svelare l’arcano. Charlène, oltre alla giacca in stile giungla barocca e alla mascherina paillettata, sfoggia qualcosa di assolutamente inedito. Un nuovo e piuttosto drastico taglio di capelli.

Confesso, all’inizio ho temuto che la principessa si fosse dovuta sottoporre ad un intervento di neurochirurgia, ma fortunatamente non mi sembra di vedere cicatrice alcuna. Dunque di mera scelta stilistica si tratta.

Magari attraversa un tantino in ritardo una di quelle fasi similpunk tipiche dell’adolescenza, d’altronde si sa, ognuno ha i suoi tempi. Scherzi a parte, Lady Violet spera che sia davvero un’alzata – o piuttosto una pelata – di testa e non qualcosa di più grave, per due ragioni: i bambini non sembrano troppo a loro agio, e non è la prima volta.

E soprattutto il ricordo, che non può che andare a un illustre precedente monegasco di qualche decennio fa; quella volta sì che ci si preoccupò davvero.

Un royal wedding di 60 anni fa

Il 15 dicembre di sessant’anni fa Bruxelles è vestita a festa: si sposa il Re.

Baudouin ha 30 anni e siede sul trono dei Belgi dal 16 luglio 1951, quando non ne aveva ancora ventuno. A cinque anni perde la madre, l’amata e giovanissima Regina Astrid, morta in un incidente stradale. Di anni ne ha nove quando scoppia la guerra; pochi mesi dopo i Tedeschi invadono il Belgio violandone la neutralità, e la famiglia reale finisce reclusa nel Castello di Laeken. Quattro anni dura la segregazione, poi finisce internata in campo di concentramento, da dove viene finalmente liberata dalla truppe alleate.

I Belgi però non perdonano a Leopold III il comportamento tenuto durante il conflitto, né il secondo matrimonio con Mary Lilian Baels; scoppia la questione reale, il Re va in esilio in Svizzera e il quindicenne Baudouin lo segue. Finalmente nel 1950 un referendum consente a Leopold III di rientrare, ma il sovrano preferisce lasciare il trono al figlio. Baudouin è un uomo timido, serio, sobrio, riservato. Ed è solo. Il ruolo di sovrano di un paese cattolico, sostenuto tra l’altro da una profonda fede religiosa, richiederebbe al suo fianco una fanciulla di sangue blu appartenente alla Chiesa di Roma, e a un certo punto all’orizzonte ne compare una. L’Infanta Pilar, figlia maggiore di Don Juan, Conte di Barcellona (padre del Rey Emérito Juan Carlos) ha vent’anni, e la sua famiglia cerca con discrezione un marito per lei.

Pilar è una ragazza volitiva, con una solida struttura fisica e il naso aristocratico ma importante dei Borbone. Viaggia spesso accompagnata da Doña Fabiola de Mora y Aragón, nobile fanciulla che ha otto anni più di lei, un aspetto e un comportamento ispirati alla sobrietà e all’understatement. Difficilmente questa potrebbe oscurare quella, ma è proprio ciò che accade: Baudouin le incontra, non resta particolarmente impressionato da Pilar ma con Fabiola è il coup de foudre. Il 22 settembre 1960 l’annuncio del fidanzamento (qui trovate il delizioso servizio della Settimana Incom https://youtu.be/VmBM5nRRYj0).

Fabiola non sembrerà una star hollywoodiana, ma sceglie uno degli abiti più belli ed eleganti di sempre. Lo crea per lei il connazionale Cristóbal Balenciaga, che usa solo tre materiali: seta, tulle per il velo ed ermellino, (sembra che la modesta sposa lo avrebbe evitato, ma la madre la convinse).

Il corpino aderente con maniche 3/4 si apre in una gonna dall’ampiezza contenuta; il punto focale è tutto nel collo, profilato dalla pelliccia che si allunga sulla spalle e borda tutto lo strascico, lungo sette metri ed evoca davvero un manto regale; un tocco di ermellino sottolinea la vita.

L’abbondante velo di tulle è fermato dalla tiara delle Nove Province, che è senz’altro un diadema piuttosto pesante; sicuramente tutto l’insieme abbia una certa pesantezza, ed è proprio questa a renderlo perfetto.

L’abito e il diadema sottolineano la trasformazione di Fabiola, che nel giro di poche ore diventa regina, donano fascino e regalità a una sposa non giovanissima (ha 32 anni, che all’epoca erano tanti) e neanche particolarmente graziosa, esaltando i suoi punti di forza: la dignità, e una signorilità che diventa regale.

Trentadue anni dura il matrimonio, fino alla morte di Baudouin, il 31 luglio 1993. Lontanissima dal fasto caciarone dei rotocalchi, sarà una coppia solidissima, che vivrà in simbiosi col collante di una fede incrollabile; supererà le difficoltà della vita e quelle della corona, il dramma della mancanza di un figlio e la tragedia dei cinque aborti spontanei.

Dimostrando che a volte gli amori da favola si trovano dove meno te li aspetti.