December/January chic shock e boh

E venne Natale a Sandringham, il primo senza Her Majesty, il primo con His Majesty, che ha mantenuto la tradizione della messa nella chiesa di St Mary Magdalene con tutta la famiglia.

Ma mentre King Charles si conferma uomo di grande eleganza, stavolta Queen Camilla mi piace meno. Il cappotto (Anna Valentine) è il modello che preferisce, ma non amo particolarmente quella sfumatura di blu e le applicazioni di passamaneria – in effetti sono piccole sfrangiature – mi hanno un po’ stufato. Bella senza guizzi la borsa Chanel, bellissima la spilla di diamanti, probabilmente appartenuta alla Queen Mom, ma appuntata così sembra quasi un badge e non aggiunge nulla. Non mi convince neanche il cappello Philip Treacy, con quelle penne messe in orizzontale; aureola o copricapo precolombiano? Boh.

Il grande Philip Treacy fa meglio, e molto, con la Principessa di Galles, dotata di un bel cappello verde loden a tesa ampia con penna di fagiano; la campagna inglese nella versione più elegante. In nuance il cappotto (riciclato) Alexander McQueen, modello militare e linea slim come piace a lei, ma quelle pieghe danno un volume diverso, e questa volta piace anche a Lady Violet, chic. A patto di dimenticare quegli orecchini vagamente etnici – andati subito sold out – che non c’entrano proprio niente.

I Wales erano accompagnati da tutti e tre i figli, col piccolo Louis simpatico e caciarone come al solito. Non è stato però l’unico bambino ad attirare l’attenzione; ha infatti debuttato sulla scena royal il seienne Wolfie Mapelli Mozzi, figlio di primo letto di Edo e dunque figliastro di Beatrice di York.

La quale sembrava uscita da un film anni ’30 con un cappotto (Shrimps) verde bottiglia bordato di pelliccia rigorosamente finta, già indossato in precedenza, e un vezzoso cappellino nuovo di Somerset Millinery in una nuance leggermente diversa, tendente al blu. In teoria sarebbe la mise perfetta per un natale reale, ma in pratica, boh.

Silhouette opposta per la sorella Eugenie, che incinta o no (sembra, ma non c’è conferma ufficiale) sceglie anche stavolta di avvolgersi in un cappotto e ampio, a pied-de-poule grigio, di Weekend Max Mara. Avrei comunque evitato la cintura. Il bel viso è incorniciato da un bandeau in tinta di Emily London. Un po’ troppo infagottata ma la trovo graziosa, Eugenie sembra immune dall’ansia di prestazione, che me la fa apprezzare sempre. La probabile gravidanza poi mitiga il giudizio, quindi boh.

Anche la sempre piacevole e spesso elegante Sophie Wessex non resiste alla tentazione del cappotto in cashmere double con cintura, e pure color crema (Joseph) che la arrotonda molto. In contrasto le linee rigide del cappello da gaucho (JT Millinery) con corona piatta e tesa rigida – in inglese si chiama pork pie perché ricorderebbe l’omonimo pasticcio di carne, pensate voi – e la grande clutch squadrata Sophie von Haubsburg, in un color cuoio che fa a pugni con gli stivali. Si sarà portata un laptop? Shock. Sceglie una linea più smilza la figlia Lady Louise, in blu. Bellissimo il cappotto Roland Mouret, preso a prestito dall’armadio materno; perfetto per una ragazza così giovane il cappello, un trilby JT Millinery. Farò finta di non vedere i sandaletti nude con calze abbinate, chic.

Difficile pensare a una coppia meglio assortita di Mike e Zara Tindall, sportivi, allegri, molto affiatati, anche i fisici sono simili: atletici e costruiti con generosità. Zara indossa un cappotto di LK Bennet in tessuto spigato bianco e nero che secondo me la ingoffa molto. Il pullover (o l’abito, o quello che è) le accorcia il collo, la cinturina in vita le taglia a metà la figura, in mano la bag Lalage Beaumont brandita come se volesse prendere qualcuno a borsettate, simpatico il cappellino (Juliette Botterill), ma non mi piace particolarmente con quel cappotto. Salviamo le Louboutin, per il resto shock.

Finisce dicembre, arriva gennaio e noi ci trasferiamo in Danimarca, dove il capodanno è salutato con una serie di ricevimenti di gala. Appena rientrata dalla natia Australia, dove ha trascorse le vacanze con marito e figli. la futura regina Mary ha riciclato senza batter ciglio.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

La sera del primo gennaio ha partecipato al tradizionale ricevimento ad Amlienborg, offerto alle Autorità del Paese. La futura regina ha riproposto la mise indossata all’inizio dello scorso anno per le fotografie ufficiali col marito (Mary, fifty&fabulous). Favolosi i pezzi della parure di rubini – a partire dalla tiara, che le sta d’incanto – ma l’abito del danese Lasse Spangenberg è troppo da fata turchina. In fondo il mondo si divide tra chi ha letto Pinocchio e chi no. Boh.

Il 3 gennaio è stata la volta del corpo diplomatico presente a Copenaghen; se Mary ha riciclato anche la sua mise grigia rigorosamente made in Denmark (blusa Birgit Hallstein, gonna Julie Fagerholt) tutta l’attenzione era per la Regina, con indosso il nuovo abito di corte, offerto da Haandv ærkerforeningen, l’Associazione degli Artigiani. Questo vestito sostituisce il precedente, con un modello simile ma realizzato in blu, ricevuto 25 anni fa. Naturalmente Lady Violet non approva collo e polsi in pelliccia, prodotto comunque tipico dei Paesi scandinavi, per il resto la mise, per linea e colore, è splendida. Chic + chic.

Ultimo appuntamento il giorno seguente, dedicato alle Forze Armate. Se Margrethe ha replicato l’abito di corte, Mary ha deciso di rendere felice Lady Violet, presentandosi in total color viola bacca. Pure questo un riciclo, ma volete mettere? I due pezzi, abito e cappa, indossati spesso anche singolarmente, sono un’altra creazione di Lasse Spangenberg. Chic.

Il tour delle feste finisce il 6 gennaio a Madrid, giorno della Pascua Militar. Riciclo anche per la Reina Letizia, che a sua volta opta per un colore in armonia con quello scelto dalle altre royal ladies.

La mantella nera con collo in pelliccia ecologica è Carolina Herrera; l’abito, di Felipe Varela, ha troppo pizzo e troppo inutilmente distribuito; non finisce per sembrare la tenda del salotto di Nonna Speranza solo grazie al fisico asciutto e sottile della Reina. Lo trovo terribile, shock.

E ora pronti a tuffarci nel nuovo anno!

December chic shock e boh (parte seconda)

L’Epifania tutte le feste si porta via, e con esse le mise che hanno infiammato il dicembre reale. Ma udite udite, data l’abbondanza degli eventi vi aspetta anche una terza parte!

Regno Unito

Primo appuntamento natalizio della Royal Family il concerto Together at Christmas, organizzato per il secondo anno consecutivo a Westminster Abbey dalla Principessa di Galles. La serata avrebbe potuto chiamarsi anche “festival del bordeaux”, colore ampiamente preferito in varie sfumature dalle signore presenti.

Compresa l’adorabile Charlotte, en pendant con la madre (e la cravatta del padre). La padrona di casa si infila in un lungo coat dress – quel capo che le nostre madri chiamavano robe-manteau – di Eponine London color burgundy con accessori in tinta e orecchini supercheap (di Accessorize)in tinta pure quelli. Catherine ha un fisico che le permette praticamente tutto, ma questi modelli così stretti e lunghi a me non piacciono. Sono consapevole che l’estetica della nostra cultura prediliga le forme sottili e allungate, ma quando si veste così mi fa pensare a un tubetto di mascara, quindi boh.

(Ph: Getty Images)

Stesso colore per la sorella Pippa Matthews che, meno legata al protocollo, fa spesso scelte più interessanti. Per lei un cappotto di Karen Millen in una tonalità definita fig, fico, ma non chiedetemi perché. Il modello è a doppio petto con baschina in vita e nasce piuttosto aderente ma devo dire che a me piace di più l’indosso oversize di Pippa. Chic.

(Ph: Kirsty O’Connor – Pool/Getty Images)

Stesso brand, Karen Millen, stesso tessuto (italiano, in lana), il cappotto di Zara Tindell è invece definito merlot e francamente non saprei dire se sono davvero nuance diverse o cambiano in nomi per non farci appisolare. Anyway, la sportiva Zara, amazzone e pure un po’ cavallona, ha scelto un doppiopetto semplice e chic. Ci piace.

(Ph: Getty Images)

Scelgono il bianco due delle signore più importanti del regno, Her Majesty The Queen Consort e la cognata Contessa di Wessex. Camilla indossa un cappotto color panna della maison preferita, Fiona Clare Couture, con accessori neri, tra cui la clutch Tosca di Launer, brand very British (ma i modelli hanno quasi tutti nomi italiani, di solito legati alla lirica) divenuto famoso per firmare le borse della defunta Regina. Sotto si intravvede un abito maculato, ormai considerato un neutro buono per tutte le stagioni; non la più classica delle mise natalizie, ma chic. Menzione speciale per la splendida spilla déco di topazi brown e diamanti appartenuta alla Queen Mother.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Sophie ricicla un cappotto doppiopetto Max Mara – che è un investimento e quindi va sfruttato – su un abito di maglia (Reiss). Il total white è interrotto dagli accessori: stivali color caramello e la Lunatic clutch firmata Sophie von Habsburg. Quando ero ragazzina mi capitò di leggere su un giornale una fase che suonava più o meno così: una bella donna bionda in bianco vince sempre. Sono ancora assai d’accordo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Le sorelle York si sono date ai quadri (ma non quelli della galleria diretta da Eugenie!). Beatrice è una di quelle creature cui il matrimonio dona: è più bella, più elegante, più consapevole. Bellissimo il cappotto di Temperley London a riquadri bianchi e grigi; nonostante il cappotto sia chiaro e fermato da una cinta – una combinazione ad alto rischio – e Beatrice non sia particolarmente alta, trovo che le stia benissimo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Purtroppo non mi suscita lo stesso entusiasmo la sorella Eugenie; anche per lei un modello a vestaglia, in un tessuto plaid compreso di orlo sfrangiato. Nonostante il cappotto sia Max Mara, non fa una gran figura e non le dona affatto. Perché a volte conviene evitare come la peste i riquadri così grandi, peggio se fermati in vita. Va detto poi che a guardare la sua figura arrotondata e la cintura annodata in alto la principessa sembra incinta. Dunque my dear riguardati e non ti raffreddare, che all’eleganza pensiamo un’altra volta. Sorry, shock.

Non mancavano le signore in verde: Carole Middleton ha una bella figura e un certo stile, e il cappotto a redingote (di Hobbs London, più British di così non si può) le sta molto bene, oltre a mantenerla comodamente in quel low profile che si è data qualche mese e qualche gaffe dopo il royal wedding della figlia. Chic.

(Ph: James Whatling)

Last but not least, la Duchessa di Gloucester. Moglie di un cugino della defunta Regina, la signora è di origine danese; a me è simpatica e mi sembra una donna in gamba, ma diciamo che riunisce in sé la summa di quel certo cattivo gusto anglosassone. Il soprabito di velluto è passabile ancorché datato, ma lo stivaletto mozzacaviglia… Mettiamola così: poteva andare peggio, poteva piovere. E lei si sarebbe messa le galosce. Shock.

Madre e figlie

Quanto ci siamo lamentati delle royal Christmas card con fotografie che sprizzano poca atmosfera natalizia? Bene, nei Paesi Bassi ci hanno ascoltato ed ecco a voi gli Orange in tutto il loro festivo splendore, compreso canetto, dall’espressione a dire il vero piuttosto perplessa. Dopo aver notato che William-Alexander si sta imbelloccendo (mai dire mai!) passiamo ad ammirare le signore e il loro amore per il mopnospalla. Lo indossano le due figlie minori: Missoni a pois per la quindicenne Ariane, nero e drammatico (Zara) per la diciassettenne Alexia. Essendo le fanciulle ancora minorenni le guardiamo con simpatia ma non le giudichiamo; Lady Violet però ama sempre osservare le sperimentazioni delle giovanissime. Monospalla anche per la Regina: un Elie Saab in tulle plissé color argento nuovo di zecca. L’abito mi sembra bello, un po’ eccessivo per l’occasione; bizzarri gli accessori: al collo quello che sembra il favoloso bandeau di diamanti grossi come nocciole della regina Emma, trisavola del sovrano, in braccio il delizioso cagnolino, ma fargli un bagnetto pareva brutto? Boh. Aspettiamo un indosso che valorizzi di più quel bell’abito, siamo certi che Máxima non ci deluderà.

Accanto al padre l’erede al trono Catharina-Amalia, che ha dovuto lasciare la residenza universitaria ad Amsterdam a causa di minacce di rapimento e aggressione. La fanciulla mi sembra dotata di carattere e sicuramente saprà affrontare e superare il momento difficile. A diciannove anni sta ancora cercando il suo stile, com’è giusto che sia, coniugando età struttura fisica e titolo. A me l’abito Asos piace, mi piace che sia semplice e in un bel verde bosco di Natale, mi piace come le sta e mi piace che non abbia imitato la scelta frufru di madre e sorelle. Chic di incoraggiamento.

E in Belgio…

Può mancare il rosso a Natale? Che domande, e infatti per il tradizionale concerto natalizio a Palazzo reale la Reine Mathilde sfodera un vestitone scarlatto percorso da un filo di lamé oro, naturalmente firmato Natan. Collo alto, maniche a 3/4, gonna a campana ed ecco la bella sovrana trasformata in una cloche de Noël.

Un giorno qualcuno studierà l’incredibile abilità di Edouard Vermeulen, lo stilista della maison, nel creare abiti così poco valorizzanti. E non è per Mathilde, splendida cinquantenne con quattro figli; se guardate la foto dalla sfilata l’abito è brutto pure su una filiforme modella adolescente. Shock.

Insieme con i sovrani sono il principe Laurent, fratello minore del Re, con la simpatica moglie Claire, che dev’essere la donna più paziente dell’universo. Per lei un completino begiarello senza lode ma con un po’ d’infamia, da segretaria quasi perfetta. Lei mi piace tanto, ma raramente indovina una mise. Shock.

Assente il primo dei figli maschi, Gabriel, ma presenti entrambe le fanciulle: la piccola Eléonore, quattrodici anni, sceglie Diane von Furstenberg ma abbonda un po’ con la stoffa fiorata, però è così carina che le si perdona tutto. E alzi la mano chi non ha pensato alla faccia di Miranda Priestly mentre sussurra: floral? for Christmas? groundbreaking!

Adoro la sorella maggiore ed erede al trono Elisabeth in Diane von Furstenberg pure lei (ma che differenza!) color blue royale – noblesse oblige – collo montante, maniche accennate, e un lungo drappeggio laterale che si apre in un lungo spacco. Non è natalizio, non è classico, non è già visto, non è troppo serio, praticamente perfetto. Chic.

(Ph: RUT/SplashNews.com)

Ma quanto ci piace questa ragazza?

Se vi siete persi la prima parte, o non resistete al desiderio di rileggerla, la trovate qui December chic shock e boh (parte prima)





Il caffè del lunedì – Natale nella nuova era

Francamente ignoro se King Charles beva caffè, e nel caso se preferisca l’espresso o quella sbobba tremenda che noi definiamo caffè americano, la cui principale funzione, I presume, è quella di sturalavandini; in ognuno caso il caffè di oggi è dedicato a lui.

Che ieri ha finalmente tenuto il suo primo discorso di Natale, rivolto alla nazione per la prima volta novant’anni fa dal bisnonno George V e diventato tradizione. Prima solo radiofonico poi, dal 1957, via televisione per decisione della defunta Regina la cui presenza ancora aleggia sulla Royal Family. E Charles bene ha fatto a dedicare a lei il suo primo Christmas broadcast, scegliendo addirittura di registrarlo nella St. George’s Chapel, dove lei è sepolta con marito genitori e sorella. Un discorso anche interessantemente politico, non solo per la citazione del personale sanitario – impegnato in una battaglia per contratti e salari – ma soprattutto nella sua veste di capo della Chiesa d’Inghilterra, un aspetto che noi forse tendiamo a trascurare un po’ ma che penso avrà un ruolo importante nel suo regno. Che Charles sia particolarmente attento ai discorso interreligioso è noto da tempo, in questo caso ho trovato notevole, e non scontato, il riferimento anche agli atei.

Citazioni anche per i working royals, dai principi di Galles alla sorella Princess Royal a fratello e cognata Conti di Wessex. Non pervenuti l’impresentabile Andrew di York – recentemente anche bandito da Buckingham Palace, dove non potrà avere più il proprio ufficio, né ricevere ospiti – e i californiani Duchi di Sussex&Montecito.

Poi certo, a noi è mancata un po’ l’attesa per scoprire la spilla che avrebbe scelto la Regina, e la ricerca per scoprirne i significati nascosti, ma se sapremo riconoscere a King Charles il suo spazio e riconoscere il suo valore, non ci deluderà.

Oggi si festeggia santo Stefano, dunque permettetemi di rivolgere gli auguri di Lady Violet a tutte le Stefania e gli Stefano che vengono a sedersi sul sofà. Passando dal sacro al profano, vi ricordo che oggi nel Regno Unito è Boxing Day, per tradizione il giorno in cui iniziano i grandi saldi invernali; se dunque siete in Albione, o più semplicemente fate i vostri acquisti online, datevi una mossa, che le occasioni migliori spariscono presto!

Buon Natale!

Entro in punta di piedi nel vostro Natale per degli auguri speciali.

Il disegno con la renna non è opera mia – che non so disegnare – ma di un piccolo uomo che un giorno sarà Re. Il giovane George sembra davvero aver ereditato il talento artistico di nonno Charles e del bisnonno Philip, e gli orgogliosi genitori hanno scelto questa creazione del primogenito per fare gli auguri (ottima mossa, va detto).

Aspettando il primo Christmas speech di King Charles, merry Christmas!

This Christmas

Il suo discorso di Natale lo ascolteremo il pomeriggio del 25, ma se volete sapere in anteprima chi ne sarà il protagonista, la risposta è in questa immagine, presa durante la registrazione dello speech.

Dimagrita ma splendida in rosso fuoco, seduta nella White Drawing Room a Windsor, dove quest’anno trascorrerà le feste di fine anno, accanto a lei una fotografia che parla da sola.

È quella che riprende lei e Philip in occasione del sessantesimo anniversario di matrimonio, nella stessa posa e nello stesso luogo – Broadlands, l’elegante villa palladiana nello Hampshire di proprietà dello zio di lui, Lord Mount batten – della loro luna di miele.

E ha naturalmente sulla sua spalla brilla la stessa spilla indossata allora: la Sapphire Chrysanthemum Brooch.

Sarà un discorso molto personale, forse il più personale del suo lunghissimo regno; è magari non consolerà, ma forse farà sentire un po’ meno soli quelli che vivono la stessa assenza. Che poi sarebbe il senso del Natale: amore, vicinanza, solidarietà, sostegno.

Come in un vecchio film con Jimmy Stewart, certi amori durano per sempre, e anche oltre.

Buon Natale.

La vera magia del Natale

Pur essendo piuttosto recente, è una delle tradizioni natalizie della Royal Family che preferisco.

La Helen & Douglas House si occupa di fornire assistenza medica e psicologica a bambini malati terminali e alle loro famiglie. La Roald Dahl’s Marvellous Children’s Charity, fondata dalla moglie del famoso scrittore in sua memoria, ha un’ottantina di infermieri specializzati che assistono a loro volta bambini gravemente malati.

La Duchessa di Cornovaglia ha il patronage delle due associazioni, e nei giorni che precedono il Natale ospita nella residenza di Clarence House i piccoli assistiti e le loro famiglie per un pomeriggio di giochi e una merenda nella bella sala da pranzo della residenza reale.

Il momento clou è l’allestimento di un grande albero: i piccoli ospiti possono scegliere la decorazione che preferiscono, e approfittare dell’aiuto di una Welsh Guard – in questo caso lo scudiero di Camilla, l’Equerry Ed Andersen, perfetto anche nel nome – a sistemarli.

L’Equerry è a disposizione dei piccoli ospiti, e dei loro desideri, e chi resiste alla tentazione di provare il famoso colbacco? Una volta era di pelo d’orso, ora di solito è sintetico (un po’ come le penne del copricapo dei Bersaglieri, che da tempo non sono più davvero di gallo cedrone) ma fa sempre un figurone.

L’anno scorso, con la pandemia in fase acuta, l’evento fu organizzato virtualmente; quest’anno – benché la situazione continui ad essere complicata – i bambini sono tornati, accolti dalla banda delle Welsh Guards che ha suonato canzoni natalizie.

La duchessa, con un bell’abito bianco e mascherina natalizia al polso, ha di nuovo messo in scena questa piccola magia di Natale che non manca di commuovere Lady Violet. Che spera per tutti i piccoli malati il più prezioso dei doni.

Le foto del giorno – Felix Navidad!

Arrivano gli auguri di Natale dal Reame di Spagna!

Per la loro Christmas card Felipe e Letizia hanno scelto una foto en plein air con le due figlie Leonor e Sofía. Ed è la piccola di famiglia a spiccare particolarmente, sia per il pullover stile norvegese del brand spagnolo – anzi, catalano – Yerse (se proprio non ne potete fare a meno lo trovate in vendita sul sito), sia soprattutto perché scopriamo quanto sia cresciuta, e non solo in altezza. Lady Violet si è resa conto di quanto la mascherina abbia celato i lineamenti della quattordicenne fanciulla, che ormai è gloriosamente entrata in una delle più infami fasi della vita, l’adolescenza.

Detto questo tutta la foto ha un che di innaturale, nonostante le due ragazze belle e sorridenti in primo piano. In particolare la Reina sembra pietrificata; più comunicativo el Rey, anche se avrei evitato l’accoppiata di giacche grigie che fa un po’ collegio.

Insomma, come si dice in questi casi ci sono ampi margini di miglioramento.

Però le firme sono sempre interessanti: quella di Letizia sottile e puntuta come lei; quella di Leonor somiglia un po’ a quella della madre – soprattutto nella L – ma se ne allontana grazie alle lettere più “morbide” e rotonde che la compongono, e quella di Sofía, simpatica e ancora un po’ infantile; interessante la F di Felipe che sembra tanto una P.

Dunque Felix Navidad y buenos deseos, e avanti i prossimi!

Christmas broadcast 2020

Al termine di un anno così complesso, tra pandemia ancora drammaticamente attiva e l’incombente Brexit l’aspettavamo tanto e non ci ha deluso; anche quest’anno il tradizionale Christmas broadcast della Regina è stato perfetto.

Il set

Il discorso è stato registrato (qualche giorno prima com’è tradizione) nella Green Drawing Room a Windsor, spesso usata per eventi importanti o come set fotografico: in tempi recenti l’abbiamo vista in occasione del royal wedding dei Sussex, e del battesimo di Archie.

Sulla scrivania davanti a lei una sola foto, scelta che ha spiazzato quasi tutti, abituati come siamo a vedere esposte immagini di famiglia, e a cercare di leggere metamessaggi a seconda di chi vi compare. Quest’anno invece una scelta insolita quanto netta: il solo Principe Philip, in un’inedita immagine casual. Evitati così i commenti su chi c’era – e soprattutto su chi non c’era – si è riconosciuto il ruolo dell’uomo che le è accanto da decenni e che tra meno di sei mesi festeggerà il secolo; e al contempo si sono ricordate tutte le persone anziane che, se non sono state falcidiate dal covid, hanno particolarmente sofferto la solitudine da distanziamento, magari trascorrendo in solitudine anche queste feste.

La Regina

Vi lascio immaginare la delizia di Lady Violet – e della sua corgina Purple – allo scoprire la mise di Sua Maestà: un elegante abito in crêpe di lana, creazione della fidata Angela Kelly, in una favolosa sfumatura di viola. Viola tampone, direi – e naturalmente al tampone per l’inchiostro mi riferisco, non a quello così spiacevolmente in voga in questi tempi oscuri – con un scollatura rotonda che dà luce al viso e ospita con grazia i classici tre fili di perle. In molti si sono chiesti se questo viola volesse evocare quello dei paramenti liturgici usati in Quaresima, e dunque evocare più il lutto di quest’anno terribile che la gioia del Natale. Personalmente lo escludo, immagino che la sovrana, che non fa nulla a caso, abbia dato la preferenza ad una tinta più sobria e meno allegra del rosso; ma se proprio vogliamo fare un discorso simbolico – sempre rischioso quando si parla di culture più o meno differenti dalla nostra – bisogna considerare cosa questo colore rappresenta: l’unione tra il rosso della carne e il blu dello spirito, la sintesi tra terra e cielo. Per questo è associato alla regalità, in particolare ai sovrani inglesi che dopo la riforma hanno assunto su di sé il doppio ruolo di monarca e capo della Chiesa d’Inghilterra. E questa bella tonalità, più che il viola tampone della mia definizione, è proprio il royal purple (googlare per credere).

Restando nel campo dei simboli, la spilla a forma di conchiglia ha deliziato anche chi non conosca i gioielli a disposizione di Sua Maestà: simbolo di salvezza e di rinascita, scelta migliore non poteva essere fatta.

Naturalmente è assai probabile che la decisione di appuntarsi proprio questa spilla sia legata a un simbolismo familiare, importante quanto gli altri. Il gioiello, il cui nome completo è Courtauld Thomson Scallop-Shell Brooch, apparteneva alla Queen Mother, che lo ricevette in eredità dall’artista e scrittrice Winifred Hope Thompson in segno di ammirazione e rispetto. La spilla era stata disegnata dal fratello, Lord Courtauld Thomson, e realizzata nel 1919 da The Goldsmiths & Silversmiths Co Ltd. Ha la forma della valva di una capasanta, la conchiglia di Santiago di Compostela, incrostata di diamanti; alla base una singola perla, da cui partono cinque frange di diamanti di diversa lunghezza, che terminano in un diamante a goccia. La Queen Mom l’amava molto e l’ha indossata spesso, in particolare per la cerimonia del suo centesimo compleanno, e questo potrebbe essere un altro rimando al prossimo centenario, il Duca di Edimburgo.

Il discorso

(Ph: un collage di immagini da alcuni dei precedenti Christmas broadcast, dall’account twitter The Royal Family)

Speranza, solidarietà, vicinanza le parole chiave di un discorso fortemente segnato dalla pandemia ancora in atto, con alcune espressioni di rara bellezza, come quel the kindness of strangers (la gentilezza degli estranei) che è l’ultima battuta di Blanche Dubois nel dramma Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams, ed è diventata nel tempo un’espressione comunemente usata nella lingua inglese. Il Buon Samaritano, e i suoi tanti emuli che vanno per il mondo, è uno dei personaggi centrali di questo messaggio di Natale, in singolare corrispondenza con la recente enciclica di Papa Francesco, Fratelli Tutti; l’avrà letta anche Her Majesty? Non ne sarei affatto sorpresa. Per uno strano scherzo del destino, l’OMS aveva dichiarato il 2020 Anno Internazionale dell’Infermiere, e mai come in questi mesi la loro opera è stata preziosa; molti i riferimenti a colei che diede dignità e struttura a questa professione, Florence Nightingale, di cui il 12 maggio ricorreva il bicentenario della nascita (questo il post che le abbiamo dedicato The lady with the lamp). L’evento straordinario che ha segnato l’anno che sta finendo ha consentito a Sua Maestà di glissare elegantemente sulla sua famiglia, presente nei vari filmati a che scorrevano durante il suo discorso; naturalmente assenti transfughi e reietto, e chissà come ci saranno rimasti (soprattutto i primi).

In chiusura i canti di Natale eseguiti dal Lewisham and Greenwich NHS Choir, perfetta chiusura di un Christmas broadcast perfetto.

Le foto del giorno – Natale a Monaco

Non è il titolo di un cinepanettone, ma potrebbe. Dal Palais Princier arrivano alcune immagini del Natale in famiglia, in discreta antitesi con l’algida fotografia ufficiale diffusa con parsimonia. Caratterizzata da un’atmosfera piuttosto fredda, sottolineata da una palette di tinte glaciali, ha generato parecchie perplessità, pari solo a quelle suscitate dalla scelta di Charlène, che ha indossato una mise in perfetta corrispondenza con l’albero, rami aghiformi compresi

Se anche voi siete tra i perplessi ho una notizia che vi rallegrerà: le foto di famiglia scattate a Natale intorno all’albero hanno tutto un altro spirito. Intanto sembra che Charléne, acconciati i capelli in una banana che avrebbe fatto l’invidia di Elvis, sotto l’albero abbia trovato un chihuahua, dono impegnativo e prezioso.

Cosa abbia ricevuto Albert non è noto, ma è fuor di dubbio che il più grande regalo che la vita gli abbia fatto sia questa doppia paternità in età matura, sicuramente più consapevole delle due che l’hanno preceduta.

Ecco la foto di gruppo: c’è Stéphanie con classico pullover natalizio, peraltro piuttosto sobrio; la imita Camille, la figlia minore, con una renna che non sfigurerebbe accanto a quella di Mr Darcy (non quello di Jane Austen, quello di Bridget Jones). C’è la nuora Marie, sempre sorridente mai elegante, paludata in una mise difficile da definire: cappotto? robe-manteau? vestaglia? chi può dirlo. Accanto a lei la cognata Pauline, secondogenita della ex principessa ribelle, che sarebbe la it-girl di famiglia: appassionata di moda, la disegna anche, con alterno successo; avrà creato anche questo insieme banalotto e un po’ goffo? Ultimo a destra, dopo la piccola Gabriella – non pervenuto il fratello Jacques – la poco natalizia Charlène, l’altrettanto sobrio Louis Ducruet, il Principe Sovrano. Si sarà vestito da Papa Noël per i suoi bambini? E quando esattamente, parcheggiata la renna in fondo alla stanza, avrà sostituito gli stivaloni foderati di pelliccia con un paio di rosse crocs?

Non me lo dite, ho capito, voleva omaggiare medici e infermieri impegnati nella lotta alla pandemia indossando le loro calzature da lavoro. Comunque sia, citando la scritta sul principesco, natalizio cappello, Joyeux Noël!

Merry Christmas!

Che Natale sarebbe senza gli auguri dei regnanti e delle loro famiglie? Anche quest’anno la tradizione si è ripetuta e un bel numero di foto ha rallegrato il web; naturalmente avvantaggiati coloro dotati di bambini, che fanno sempre tenerezza e allegria. In pole position c’è senz’altro il paciocconissimo Charles del Lussemburgo, che con la sua nascita il 10 maggio ha portato luce e speranza, come tutti i piccoli nati in quest’anno complicato.

Deliziosi come sempre i Cambridge, down-to-earth il giusto – hanno posato addirittura in una legnaia – ma ben lontani dall’essere (o dal sembrare) dimessi.

Cosa che non è riuscita appieno ai reali belgi, belli e sorridenti, con la piccola Eléonore assai cresciuta, che hanno scelto un look molto sobrio, quasi impiegatizio. Non è che ci aspettassimo i maglioni con le renne, ma insomma…

Tinte neutre anche per Leonor e Sofía, ma tanto sono loro a splendere, e va bene così. La fotografia è stata scattata qualche mese fa in occasione del Premio Princesa de Asturias 2020; alle due fanciulle il compito di chiudere un anno particolarmente problematico in Spagna, che ha visto la tragedia della pandemia accompagnata dalla farsa dell’esilio volontario di Juan Carlos.

In ottimo spirito e in ottima forma Re Harald di Norvegia: si lascia alle spalle un anno piuttosto pesante per la salute, che ha impensierito non poco. Bella sempre la sua famiglia, la cui unità e solidità traspare anche dalle fotografie. E almeno Mette-Merit si è vestita di rosso!

Buone notizie anche per la salute di Christian di Danimarca che sembra non aver subito conseguenze dalla positività al covid che gli era stata riscontrata qualche settimana fa (Breaking News!).

Poi oggi è arrivata anche lei, la Christmas card dei Duchi di Sussex. Che a rigor di logica neanche era necessaria, avendo loro lasciato il Regno Unito e gli impegni da membri della Royal Family. Ma a onor del vero è cosa che fanno tutti (la Christmas card, non lasciare la Royal Family) perché proprio loro no? Invece di qualcosa di più scontato, Harry&Meghan hanno scelto di rielaborare in chiave vagamente disneyana una fotografia scattata da Doria Ragland, madre della duchessa. Purtroppo così non possiamo bearci della visione del faccino di Archie (Lady Violet pensa sia proprio questa la ragione, ma è Natale, dobbiamo essere più buoni); scopriamo però che a 19 mesi sembra già molto alto, e ha sicuramente preso la zazzera rossa da papà.

Che vi devo dire, motivazione a parte la trovo veramente, ma veramente brutta. E neanche particolarmente “furba” visto che già è scattata la (sciocca) polemica sul costo di quel cottage a misura di bambino, e sull’albero di Natale nel vaso (è stato chiarito che è un albero vero, e verrà ripiantato dopo le feste). Questa immagine però me ne ha riportato un’altra alla memoria, da cui l’avevo prontamente cancellata: il nuovo ritratto dei Granduchi Henri e Maria Teresa.

È stato realizzato dall’artista Jacques Schneider, che ha specificato trattarsi di un’opera costruita sull’evocazione di simboli e valori cari ai sovrani lussemburghesi. Pensare che una volta i regnanti venivano ritratti da Tiziano o da Velázquez, che banalità!

Miei cari lettori, direi che avremo da chiacchierare ancora a lungo sul sofà di Lady Violet. Nell’attesa, buon Natale da noi.

mde