Royal chic shock e boh

Oggi, domenica 26 marzo, era il giorno stabilito per il primo viaggio all’estero come sovrani di King Charles III e Queen Camilla, e sicuramente avremmo commentato le mise classicamente eleganti della regina e quelle di sicuro più rock della Première Dame. E invece nulla, in un rigurgito similrivoluzionario Parigi è stata messa a ferro e fuoco, Bordeaux (altra tappa prevista dal royal tour) non ne parliamo, per cui i Windsor per ora restano a casa, e il 30 faranno il loro primo viaggio con destinazione la più tranquilla Germania. Per fortuna la settimana che si chiude ha registrato ben due royal tour a fornirci bel materiale; prima però Lady Violet vorrebbe parlare della Principessa di Galles, recente vittima di qualche nostro giudizio piuttosto severo. Ebbene, Catherine in questi giorni ha messo a segno una doppietta di giacche bianche che l’hanno decisamente riportata sul podio.

(Ph: Daniel Leal/Getty Images)

Martedì 21 ha incontrato influenti rappresentanti del mondo bancario e del business per coinvolgerli nel progetto che sostiene con passione: l’attenzione ai bambini nei primissimi anni della loro vita. La sua mise è composta da blazer Alexander McQueen in crêpe bianco, o avorio, o écru, o crema, (i social dibattono accanitamente sul colore della giacca: se bianco si tratta di un capo già indossato, se écru o avorio sarebbe nuovo), pantaloni neri a sigaretta, probabilmente il modello Frida di LK Bennett (ma si discute pure su questo, perché sembrano leggermente diversi da tale modello, già visto sulla principessa) décolleté in camoscio nero Gianvito Rossi – le classiche Gianvito 5, ormai tutte le royal ladies ne hanno almeno un paio – e orecchini Asprey in oro e piccoli brillanti: piccole foglie di quercia a formare dei cerchi. Chic.

Ieri quasi una replica: la visita ad un supermercato della catena Iceland per incontrare il presidente Richard Walker che con la sua fondazione partecipa al progetto per l’infanzia della principessa. Non ci sono foto a figura intera, ma a noi in fondo può bastare: il blazer questa volta è Zara, in un bel tessuto corposo su una semplice tshirt e un paio di jeans. Tutto già visto ma in questa versione Catherine è praticamente perfetta, come Mary Poppins. Chic. Per vedere meglio la mise, qui trovate un video dell’incontro https://www.youtube.com/watch?v=sJ0Ak9kY1Js

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

Prima di partire per l’Africa facciamo una sosta a Montecarlo, dove venerdì i principi sovrani hanno partecipato all’hotel Hermitage alla soirée dedicata ai Monaco Women Forum Awards. Oltre che a premiare le vincitrici, l’uscita è servita a tacitare le voci su una loro separazione, nate da una insinuazione della rivista francese Royauté e rafforzate da alcune fotografie di Charlène a Milano priva di fede nuziale. Venerdì l’anello era al suo posto all’anulare sinistro, e forse la sua presenza ha distratto un po’ l’attenzione dall’abito di jersey paillettato Akris che trasforma la Princesse in un pilastro piombato. Nemmeno gli importanti orecchini di Graff, a cerchio con cascata di diamanti, risollevano il look, né mi sembra che le donino particolarmente. Peccato, shock.

Lunedì la Regina dei Paesi Bassi è volata in Marocco non come sovrana ma nel ruolo che svolge per l’ONU: promuovere la finanza inclusiva e lo sviluppo economico delle aree in difficoltà. All’arrivo Máxima indossa un abito bicolore in cotone e tiene sul braccio un cappotto di cammello, entrambi Max Mara; completano il look uno sciarpone e un paio di sandali con zeppe di corda. Il bizzarro abbigliamento ha una probabile spiegazione nella differenza di temperatura tra partenza e arrivo, nonché nel fatto che la regina non ha viaggiato con un volo di stato ma con una compagnia low cost (la Transavia) portando da sé parte del bagaglio, ma che confusione! Shock.

Per incontrare banchieri e funzionari la scelta è caduta un completo Etro, blusa e lunga gonna in seta con gli stessi sandali e lo stesso soprabito ammassato sotto il braccio. Il completo non è male ma non valorizza la regina, probabilmente anche a causa dei capelli più spettinati e malconci del solito. Magari legarli? Boh.

Altro giorno, altra serie di incontri, altro look made in Italy, stessa sensazione di confusione. Abito Valentino, in una fantasia piuttosto caotica, classica borsa Chanel (la East West Flap Bag) che nell’insieme scompare, terribili sandaletti open toe; un altro shock.

L’ultima mise è qualcosa di totalmente diverso. Il terzo giorno della visita è quello degli appuntamenti formali: la regina ha incontrato il primo ministro Aziz Akhannouch – uno degli uomini più ricchi dell’intero continente africano – membri del Governo, e poi Lalla Meryem, sorella maggiore del re. Per l’occasione Máxima ha scelto un total look color melanzana: completo pantaloni Claes Iversen con camicia abbinata, clutch in tinta – la Moneypenny di Sophie Habsburg – e le immancabili Gianvito 5 di Gianvito Rossi. A lasciare perplessa Lady Violet questa volta è la scelta dei gioielli: una cascata di diamanti. Spilla orecchini e addirittura il collier che fa il paio con la famosa tiara a bandeau. Non sarà troppo? Boh.

Trasferta africana anche per i sovrani belgi, in visita in Sudafrica, con una selezione delle molte mise cambiate da Mathilde, quasi tutte già viste. Mercoledì 22 l’arrivo a Pretoria; la regina si affida a Natan: gonna dal vago sapore etnico e blusa rosso scuro, come le scarpe – le onnipresenti Gianvito 105 di Gianvito Rossi – e una clutch Armani. Forse la gonna si ispira più al folklore settentrionale, ma per l’occasione mi sembra una scelta adeguata, chic.

Scelta meno comprensibile per la cena di stato – dal dress code piuttosto confuso – ospiti del Presidente Ramaphosa e consorte. I signori sono in abito scuro (il re in doppio petto, classico abito da giorno), la first lady in corto di raso piumato con un cappello che rimanda si copricapi tipici del suo Paese, la regina in abito da sera in tulle ricamato Natan, già indossato a una soirée in Lussemburgo. Dai, almeno mettetevi d’accordo, shock.

I sovrani ricambiano l’ospitalità con un concerto jazz dove si esibisce un quartetto di musicisti belgi e sudafricani. Mathilde arriva con una mise firmata Dries Van Noten, stilista belga abitualmente definito “concettuale”, molto interessante ma non facilissimo. La Reine non è nuova alle sue creazioni, ma secondo me le interpreta in modo troppo diligente, senza quel mix di brio e originalità che sarebbe necessari. Insomma, ci vorrebbe un po’ di Máxima, così boh.

Durante questi viaggi non mancano mai visite a istituzioni dedicate all’educazione o impegnate nel sociale. Lasciata Pretoria, raggiunta Johannesburg, i sovrani visitano il sobborgo di Soweto. La Reine a tradimento si presenta con un abbondante abito di Odile Jacobs, stilista belga di origine africana il cui obiettivo è la ricerca di uno stile che sia sintesi tra la tradizione tessile africana e le linee europee. In questo caso non l’ha trovato. Va anche detto che Mathilde ci mette del suo, abbinando scarpette e borsetta da zia della comunicanda e pure in un colore che poco ci azzecca. Stashock. Però il re che sfida il suo equilibrio su uno skateboard è impagabile, quanto il meraviglioso sorriso del bimbo a sinistra, con la maglietta rossa.

Non vi perdete il caffè di domani, che non so a che ora arriverà, ma si occuperà dell’edizione 2023 del Bal de la Rose.

Royal chic shock e boh – Special issue

Oggi è il primo giorno di primavera, ed è anche il compleanno della mia cagnetta, la corgi Purple, per cui lo consideriamo festivo: pronta la rubrica domenicale con le mise della scorsa settimana!

Settimana iniziata con uno degli appuntamenti più importanti del real calendario britannico, il Commonwealth Day, tradizionalmente celebrato il secondo lunedì di marzo. Quest’anno ancora più importante del solito perché è il primo del regno di King Charles III e perché accende l’attenzione su Westminster Abbey, che fra sette settimane ospiterà la solenne incoronazione del Re e di Queen Camilla.

E Camilla va sul sicuro, riciclando la mise royal blue indossata per la prima volta da sovrana alla visita ufficiale di un capo di stato estero (il presidente del Sudafrica, lo scorso novembre): abito e soprabito Fiona Clare Couture, cappello in tinta Philip Treacy, clutch Tosca in pelle nera di Launer, il fornitore preferito della defunta Regina.

Ma attenzione ai dettagli, e qui ce n’è uno notevole: Camilla ha appuntato sulla spalla la spilla con zaffiro e diamanti che abbiamo conosciuto con Queen Elizabeth. Non è la spilla dono di nozze di Albert alla moglie Queen Victoria, ma la Russian Sapphire Cluster acquistata dalla Queen Mary nel 1934, con ogni probabilità appartenuta all’Imperatrice di Russia Maria Feodorovna. La defunta sovrana la indossò relativamente spesso, la prima volta nel 2014, durante la visita a Vaticano di Papa Francesco. Ottima scelta, tutta l’importanza di un bel gioiello di famiglia senza sovrapporsi al ricordo ancora troppo presente della Regina. Chic.

Restando sul tema spilla, il giorno seguente al Commonwealth Day la regina ha visitato la Elmhurst Ballet School a Birmingham. Indossava il cappotto blu che le abbiamo visto spesso quest’anno illuminato dalla Ballerine Bouton d’or di Van Cleef & Arpels, in oro giallo con diamanti turchesi e lapislazzuli; la trovate sul sito della maison a 88500 (ottantottomilacinquecento) euro. Camilla ha una bella collezione di gioielli VC&A – tra cui il bracciale Vintage Alhambra con i quadrifogli in agata blu che indossa sempre al polso destro – studiando i suoi gioielli per un post che vi proporrò prossimamente ho scoperto che questa ballerina non è nemmeno l’unica. Chic.

Prima volta come Princess of Wales per Catherine, che decide di osare. Troppo. La sua scelta cade su un tailleur Erdem, il modello Ottoman, in anteprima dalla prossima collezione autunnale. Giacchina monopetto avvitata con baschina – in inglese questo modello si chiama peplum, anche se è difficile immaginare qualcosa di più diverso dalle eleganti tuniche della Grecia classica – su una gonna midi che a metà coscia si apre in una svasatura. Il tessuto è un crêpe di viscosa e poliestere con lavorazione jacquard, e l’unica cosa che mi è piaciuta è la fantasia al negativo che si intravedeva nella gonna mossa dal vento. In testa un ampio cappello opera di Sean Barrett, che ha disegnato molti copricapi anche per teatro film e serie tv, da Shakespeare in love a Downton Abbey. Nonostante a me piaccia, trovo che c’entri poco col tailleur ed è anche di un altro blu, che più che alla mise di lei si intona alla cravatta di lui. Almeno va d’accordo con qualcosa! Trovo poi che la linea anni ’50 non esalti la figura sottile di Catherine, e il tutto la invecchia un po’. Shock.

(Ph: Mark Cuthbert/UK Press via Getty Images)

Venerdì 17 i Principi di Galles hanno celebrato il giorno di San Patrizio con le Irish Guards, di cui Catherine è da poco divenuta Colonel. Bypassando la tradizione che l’ha vista sempre vestita di verde, colore simbolo d’Irlanda, questa volta ha scelto una tonalità di ottanio chiaro e brillante. L’idea è interessante, la realizzazione meno. Sotto il cappellino molto vezzoso e poco militaresco (Jane Taylor) un cappottino lungo e strettissimo (Catherine Walker) che mi fa pensare al vezzo di Wallis Simpson, la quale non voleva tasche a rovinare la linea filiforme; considerando che il modello mi piace poco e il colore per niente non posso approvare, nonostante la stampa britannica si sia precipitata a sottolineare che il colore non è sbagliato perché sarebbe lo stesso del pennacchio che il reggimento porta sul colbacco di pelo. Shock.

Titolo nuovo anzi nuovissimo per Sophie, divenuta Duchess of Edinburgh solo tre giorni prima, che per il suo debutto ufficiale sceglie l’avorio. Premessa 1: le bionde in bianco stanno sempre bene; premessa 2: non amo i pillbox bianchi, mi fanno pensare alle vecchie cuffiette delle infermiere. In questo caso, contrariamente a Catherine, il cappello (Jane Taylor) è della stessa nuance del bel cappotto Proenza Schouler, che però su di lei non mi convince fino in fondo: un po’ troppo lungo e “rigido”, con le tasche molto grandi. Altra cosa che non amo i dettagli neri – i bottoni in parte nascosti, il fiocco del cappello – sul bianco, a casa mia si diceva effetto listato a lutto. Bella la borsa rigida Valextra, modello Isis. Brutta (e inutile) la spilla moderna appuntata sulla spalla, romantici gli orecchini: sono quelli che indossava alle sue nozze, dono del marito che li aveva disegnati personalmente. In sintesi, molte cose mi piacciono, altre no; dunque boh.

L’unica a non avere un titolo nuovo è anche l’unica ad avere sangue reale nelle vene: Anne, che nel 1987 ha avuto il titolo di Princess Royal e se lo terrà a vita. La adoro. Autentica regina del riciclo, Anne sfodera un cappottino che mischia il grigio al verde, abbinato a un cappello più chiaro modello trilby (che sarebbe tipo un borsalino con la tesa più stretta). Mise già vista in precedenza, sicuramente in qualche scorsa edizione delle corse di Cheltenham e se non ricordo male a una messa di Natale. Semplice, rigorosa, essenziale, sportiva insomma come è lei, col tocco della spilla circolare che ferma il bavero del colletto. L’ho già detto che la adoro? Chic.

Dopo questo profluvio di colori freddi, tra il blu il bianco e il verde, ci vuole un colpo di colore, e a correre in nostro soccorso è la solitamente austera Reina Letizia, che compiuti i cinquant’anni sta rivelando un’inattesa anima pink.

Giovedì 16 ha partecipato ad un evento dedicato alle malattie rare a Santiago de Compostela, in Galizia indossando un abito chemisier in taffetà di poliestere fucsia di Roberto Verino, in vendita a un prezzo democratico (lo trovate sul sito a 395 euro). Il fatto che il designer sia galiziano è la ciliegina sulla torta. Fucsia anche le scarpe, un paio di slingback stampa cocco di Carolina Herrera. Mi piace moltissimo, chic.

Mi convince meno il look total red sfoggiato il giorno prima con i nuovi ambasciatori del brand Spagna chiamati a diffondere le eccellenze del Paese. La Reina indossa un abito midi rosso, che è il colore nazionale, con il colletto a un fiocco, che si ama o si odia. Lady Violet lo ama, ma in questa occasione non è troppo convinta. Tra l’altro l’abito è stato acquistato nel 2021 da Poète, brand che non esiste più. Per favorire la diffusione della Spagna nel mondo non sarebbe stato meglio scegliere qualcuno ancora in attività? Boh.

Abbiamo detto fucsia? e fucsia sia. Elisabeth del Belgio, accompagnata dalla madre Mathilde ha compiuto un viaggio in Egitto sulle orme della trisavola di cui porta il nome, che appassionata di egittologia nel febbraio 1923 assistette all’apertura della tomba di Thutankhamon. Madre e figlia hanno dato la preferenza ad abiti pratici e semplici, ma per l’inaugurazione della mostra dedicata all’avventura archeologica della defunta sovrana hanno scelto qualcosa di più glam. Per Elisabeth un completo Emporio Armani composto da giacchina e pantaloni in cady tecnico, più grandi orecchini dello stesso colore e dello stesso brand. Il modello della blusa, che riprende l’idea dei cape dress materni mi impensierisce un poco, ma voglio fare un atto di fede. Deliziosa Mathilde con un grazioso abito in sangallo avorio firmato Natan che ogni tanto – piuttosto raramente – indovina la creazione di una mise. Chic+chic.

Per un finale col botto ci vuole Máxima; sorridente come sempre, più spettinata del solito, visita la ROSE Academy all’Aja. Completo pantaloni Joseph in un colore tra l’arancione e il ruggine, stivaletti Gianvito Rossi in un marrone bronzato, orecchini con pietre multicolori, probabilmente un regalo per i 48 anni. E in mano una mini borsa sfrangiata di rafia. A marzo. Con completo di lana. No dai. Shock.

Le foto del giorno – Auguri a tutti

Oggi è il 19 marzo, festa di San Giuseppe e giorno in cui festeggiamo papà. Ma è anche la terza domenica di marzo, che nel Regno Unito vuol dire una cosa: festa della mamma. Per cui percorrendo il web, da una parte è pieno di babbi – spesso giovani ed energici, in foto invecchiate al posto loro – dall’altra di madri, a partire dalla defunta Queen Elizabeth, anche lei in versione giovanile come nell’immagine scelta dal Re (la trovate in fondo al post).

(Ph: Matt Porteous)

In questo momento però impazza una foto di una madre ancora giovane, non ancora madre della nazione (se mai lo diventerà), che tiene tra le braccia e fa roteare il figlio minore. Sono Catherine e Louis in uno scatto tenero e simpatico di Matt Porteous. Naturalmente ce n’è anche una con la neo Princess of Wales circondata dai figli, tutti seduti tra le fronde di un albero. Notate nulla? La blusa di sangallo della principessa vi ricorda qualcosa? Esatto è la stessa seduta fotografica da cui è uscita l’immagine usata dai Wales per gli auguri di Natale, tutti insieme appassionatamente nella campagna del Norfolk (La foto del giorno – Christmas is coming).

(Ph: Matt Porteous)

Ora, sappiamo bene con qualche diligenza i principi – soprattutto lei – si attengano alle direttive del Sovrano, che sta imponendo una certa sobrietà alla Royal Family in ogni sua manifestazione, ma qui veramente si sfiora la perfezione: in una seduta sola si fanno tutte le foto che servono nell’anno, la parola d’ordine è ottimizzare! A questo punto sono curiosa di vedere la foto che il 18 giugno festeggerà William per il giorno del papà, e/o quella per il suo compleanno, tre giorni dopo.

A voi e ai vostri padri, vivi nei vostri giorni o nella vostra memoria, auguri.

Le foto del giorno – Colori reali

Greige

(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)

In una settimana Victoria di Svezia e il marito Daniel festeggiano il compleanno di entrambi i figli. Il 23 febbraio la primogenita (e futura regina) Estelle ha compiuto 11 anni, oggi il piccolo di casa, Oscar, ne compie 7. Come da tradizione, il loro compleanno è stato marcato da un ritratto fotografico.

Estelle ormai preadolescente, capelli lunghi sguardo serio ed espressione enigmatica, pronta ad aprirsi in una di quelle belle risate per cui è famosa. Non vi sfuggirà la gonna pied-de-coq, fantasia di cui abbiamo parlato di recente (Royal chic shok e boh).

(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)

Oscar, capelli impomatati e divisi da una bella riga secondo lo stile paterno, accenna un sorriso sdentato mentre coccola il cane di famiglia, Rio, incrocio tra un Cavalier King e un barboncino.

(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)

Dalla foto che ritrae insieme sorella e fratello è evidente che i ritratti siano stati scattati in un’unica seduta fotografica: ottimizzare evidentemente è la parola d’ordine. Questa scelta mi ha fatto ripensare a mia madre la quale, dato che mio fratello e io festeggiamo il compleanno a due settimana di distanza, aveva preso l’abitudine di fare una festa unica, un anno il giorno del suo compleanno, un anno quello del mio. Per fortuna, nonostante fossero la sua passione, non ha mai osato vestirci nelle tonalità del greige, che è tanto chic nelle mise di Armani, ma un po’ triste per i giovanissimi. Però l’espressione scanzonata di Oscar nella foto con la sorella è tutto un programma: non vi ricorda Danny Zuko di Grease?

Rosso e verde

Il colore non manca a Windsor, dove i principi ereditari (di Norvegia) sono stati ricevuti dai principi ereditari (del Regno Unito),.Al blu degli abiti dei signori fanno da contraltare le tonalità vibranti delle mise delle signore. Rosso scarlatto per Mette Marit, uno dei colori che le sta meglio e che porta più volentieri. Verde per il diligente completo di Catherine, scelto forse perché l’incontro era su tematiche green. Ma perché tutti e quattro in posa così? Sembrano una barriera di calciatori.

Ginger

Ed ecco la ragione di questo post! Carnevale è appena passato, e non sono mancate le maschere ispirate al mondo royal. Più che a regine e principesse delle fiabe, molte bimbe si sono vestite come la defunta Queen Elizabeth: colori pastello, cappellino e corgi di peluche, qualcuna perfino scortata da una (o due) grenadier guard. Questo però non l’avevamo mai visto: un piccolo gingerhead per celebrare il World Book Day, la giornata internazionale del libro. Game set match.

Royal chic shok e boh

Mancano tre settimane all’equinozio (quest’anno alle ore 22.24 del 20 marzo) che porta con sé la primavera, ma oggi il tempo è freddo, umido, grigio. Per fortuna possiamo colorare questa domenica con le mise di varie royal ladies, alcune delle quali impegnate in viaggi all’estero.

Mary

(Ph: Hanne Juul)

I Principi ereditari di Danimarca sono in India per una missione ufficiale, che ha causato una strana situazione a Copenaghen. Dato che la regina Margrethe è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico alla schiena, l’erede al trono ha assunto la reggenza. Ora che Frederik è all’estero, la reggenza è stata trasferita alla sorella della sovrana, principessa Benedikte, e naturalmente tutti hanno notato la stranezza di tenere fuori l’altro figlio di Margrethe, Joachim, che a molti sarebbe sembrato la scelta più logica. Insomma, al momento la Danimarca ricorda quelle feste di adolescenti dove a un certo punto si faceva il gioco della sedia. E Joachim è quello che rimane in piedi. Il fratello Frederik invece appena arrivato in India ha visitato insieme con sua moglie la Fortezza di Agra per poi sedersi sulla famosa panchina davanti al Taj Mahal, classica photo opportunity per vip e nip. Mary riesce nel difficile equilibrio di indossare qualcosa dal sapore etnico senza sembrare mascherata. La gonna Etro – già vista qualche anno fa nel corso di un’altra visita, quella volta in Etiopia – fa il suo lavoro, e mi piace l’abbinamento con la semplice camicia bianca. Chic. Guardando il video potrete rendervi conto della bellezza di quella gonna in movimento https://fb.watch/iXq2FTfsm1/

Sophie

I Conti di Wessex hanno trascorso la settimana in tour ai Caraibi, con grande sfoggio di abiti leggeri e lunghetti da parte di Sophie. Naturalmente non mi sono piaciuti tutti, naturalmente non tutti donano alla stessa maniera, ma in generale una scelta corretta per la contessa, sempre graziosa e femminile. All’arrivo a George Town, capitale delle isole Cayman, la mise che preferisco tra quelle che ho visto: maxidress color cobalto intesso in seta e viscosa del brand britannico ME+EM abbinato ad accessori color cognac: scarpe Jimmy Choo e borsa Isabel Marant. Chic.

Simpatico il maxidress (anche questo di ME+EM) in chambray di cotone azzurro cielo. Considerando l’occasione, l’inaugurazione di una fiera agricola, lo trovo anche chic.

Mi piace meno l’abito firmato Etro, che tra fantasia del tessuto e modello mi sembra un po’ pasticciato. Quando Lady Violet era giovane, e Berlino era ancora divisa da un muro, questi più che pomposamente maxidress si chiamavano “camicioni”, nome che rendeva di più, secondo me, la loro natura leggera e comoda. Oggi l’ansia di farne abiti quasi eleganti secondo me li snatura, e non è sempre efficace. Boh.

Letizia

La Reina è rimasta in patria, ma evidentemente è stata colta da una smania di primavera e lunedì 20, a Saragozza per la consegna dei premi nazionali di cultura, ha tirato fuori dall’armadio un vestitino adatto a quella jeune fille en fleur che non è mai stata. Firmato Temperley London e già indossato in precedenza, a quest’abito non manca nulla ma avanza parecchio: balze trasparenze ricami fiori grafismi. Per me un vero shock, non tanto perché l’abito è brutto, categoria squisitamente soggettiva, ma perché non è adatto a lei.

L’unica cosa che mi piace, dato che adoro le asimmetrie, sono gli orecchini: uno nelle tonalità del verde l’altro del rosa. Tre giorni dopo, all’inaugurazione di ARCO, fiera dell’arte contemporanea,la Reina sceglie ancora un paio di orecchini di bigiotteria in colori diversi: in uno il color ametista si accompagna al il peridot, l’altro abbina al topazio giallo quello topazio azzurro.

In vendita a 65 euro sul sito https://cashfana.com/ sono andati rapidamente sold out e sono in riassortimento. Una scelta così rock collide un po’ con la mise firmata dallo spagnolo Moisés Nieto: un abito rosa, colore verso il quale Letizia sta dimostrando una pericolosa predilezione, che sembra un po’ informe, forse troppo grande per lei?

In mano la Toni Mini Ballerina di Furla, un modello che più girlie non si può. Boh.

Catherine

È vero, non c’entra molto con gli abiti leggeri e quasi primaverili di cui abbiamo parlato finora, ma potevamo evitare di commentare il cappottino con cui ieri The Princess of Wales ha assistito all’incontro del torneo Six Nations di Rugby tra l’Inghilterra, di cui ha il patronage, e il Galles, patronage di William? Ovviamente no, e sono certa che molti di voi l’avranno riconosciuto; Catherine lo ha indossato cinque anni fa, incinta di Louis, nel corso di una visita in Svezia. In tessuto bianco e rosso pied-de coq (che sarebbe la versione maxi del pied-de-poule, in inglese houndstooth, dente di segugio) il cappottino, creato da Catherine Walker, interpreta alla lettera il concetto di couture, visto che evidentemente è stato rimesso a modello per la principessa che non ha più il pancione (anche se davanti sembra sbeccare un po’). Non mi fa impazzire l’abbinamento con calze pesanti, stivaletti e collo alto in total black che lo rende meno bon ton e più yeye ma insomma, non mi dispiace e mi sembra adatto a un pomeriggio d’inverno allo stadio, a patto di lasciare a casa quella borsetta candida (la Small Amberley di Mulberry). Non sono convintissima, ma comunque chic. Menzione d’onore per William, con cravatta e sciarpa del Team Wales. Quanto a Catherine, sul bavero si intravvede il luccichio di una piccola spilla, potrebbe essere un riferimento al Team England. Gli orecchini di diamanti, gli Empress di Mappin & Webb, devono essere tra i suoi preferiti perché li porta spesso, anche abbinati al collier en pendant, ma qui mi sembrano francamente eccessivi.

Per la cronaca, ha vinto l’Inghilterra 20 a 10. Noi giocavamo contro l’Irlanda che ci ha sconfitti 34 a 20. Poteva andare peggio!

Le foto del giorno – Il bianco e il nero

Inizia la stagione dei premi cinematografici, e in attesa della serata degli Oscar, che andrà in scena al Dolby Theatre tra tre settimane, questa sera è la volta dei BAFTA, che sta per British Academy of Film and Television Arts. Presidente dell’Academy è il Principe di Galles, che è arrivato accompagnato dalla moglie Catherine; ed è subito black&white.

William sceglie uno smoking con giacca doppio petto in velluto (Tom Ford) che Lady Violet approva; un po’ meno invece è il papillon, che sembra uno di quelli che si comprava mio padre ma mia madre non gli faceva mettere mai perché Mario hai il faccione! Il principe invece ha un viso piuttosto lungo, ma il farfallone non mi piace lo stesso. Catherine, in perfetta ortodossia con lo stile promosso dal suocero, si è data diligentemente al riuso e ha tirato fuori una mise già vista, e proprio nella stessa occasione. L’abito bianco da dea greca di Alexander McQueen è lo stesso indossato per i premi BAFTA del 2019 (A Royal Goddess) ma è stato rimaneggiando togliendo i fiori sulla spalla, e aggiungendo un fiocco che prosegue sul dorso creando un bel movimento. A catturare l’attenzione è soprattutto l’abbinamento di tanto bianco con il nero degli accessori: i guanti lunghi – pure troppo, arrivano praticamente all’ascella – e la clutch Jimmy Choo. Mi piace? Non lo so, l’abito mi aveva conquistata nella prima versione e apprezzo anche questa; più raffinata la prima, più scenografica la seconda. Ciò che non mi convince è il rigore quasi calligrafico di quei guanti, che disegnano una linea così netta e pulita, contrapposto al movimento sfrenato dell’abito, dei capelli sciolti, dei grandi orecchini a fiori (Zara, 18 sterline). Insomma, la vecchia antitesi apollineo-dionisiaco se volessimo fare un commento colto. Ma dobbiamo proprio, la domenica sera?

Tutto ciò premesso, insieme mi piacciono molto, sempre di più. Nonostante la sproporzione tra i capelli, troppi lei, troppo pochi lui!

Royal chic shock e boh – Red!

Molte royal ladies – e molte di quelle che ho trovato interessanti – questa settimana hanno indossato il rosso, perciò che ne dite di dedicare la nostra rubrica a questo splendido colore? Let’s start!

The Princess of Wales

Un inizio col botto: per il lancio della campagna Shaping Us, che promuove il benessere dei più piccoli, dalla gravidanza ai cinque anni d’età, Catherine arriva nella sede dei premi BAFTA – di cui William è presidente – con un completo clamoroso. Una creazione Alexander McQueen in crêpe di lana con giacca asimmetrica e pantaloni dalla linea leggermente a zampa. Rossi anche gli accessori: décolleté Gianvito Rossi e clutch con inutile fiocco di Miu Miu. Purtroppo Catherine non resiste e sceglie un paio di orecchini di bigiotteria di una bruttezza rara, come ahimé spesso le accade. Anyway, chic.

The Queen Consort

(Ph: Getty Images)

Dallo scorso anno la Camilla è Colonello dei Grenadier Guards (carica onorifica in cui ha sostituito quello scriteriato del cognato Andrew) e martedì 31 gennaio ha compiuto il primo atto in tale veste, visitando Lille Barracks ad Aldershot, nella contea di Hampshire. Probabilmente in onore alla giubba scarlatta dei granatieri ha scelto a sua volta il rosso in una tonalità che le dona particolarmente. Il cappotto di Fiona Clare Couture mi sembra familiare ma non saprei dire se lo abbia già indossato, dato che il modello ormai è diventato il suo segno distintivo e ne ha una collezione. Già vista invece la bella borsa Coco Handle Chanel, nera come gli stivali. Nessuna spilla in questa occasione per la Queen Consort, ma due monili che porta praticamente sempre: il bracciale Vintage Alhambra di Van Cleef & Arpels, con i cinque quadrifogli in agata blu, e collier Apollo di Kiki McDonough, con un topazio blu centrale e cinque piccoli diamanti; è assai probabile che il numero cinque che si ripete sia nel bracciale sia nella collana si riferisca ai suoi cinque nipotini. Nonna e regina, chic.

Olandesi in tour

(Ph: RVD)

La settimana appena trascorsa ha visto il debutto di Catharina-Amalia, futura regina dei Paesi Bassi, al seguito dei genitori in un lungo viaggio ufficiale della durata di ben due settimane. Meta le Antille Olandesi, definizione con cui noi indichiamo genericamente un insieme di territori che nel corso degli anni hanno mutato il loro status, pur rimanendo parte del Regno dei Paesi Bassi. Innumerevoli – e non sempre logiche – le mise indossate dalle due signore, ma loro sono così e noi così le prendiamo. Lunedì 30, quarto giorno del tour, i reali arrivano ad Aruba, e la regina sceglie il rosso. L’abito è Natan, il modello Jenny in crêpe di seta, e rappresenta un po’ l’evoluzione del solito cape dress. Mi piace molto l’abbinamento con accessori bordeaux, soprattutto la classica clutch Jige Hermès; non altrettanto le scarpe con inserti in pvc – queste sono le Plexi di Gianvito Rossi – ma Máxima le adora, e tanto basta, Rosso per il grande cappello Fabienne Delvigne opportunamente riproposto, e rosso anche, soprattutto, per i gioielli, a partire dalla favolosa spilla parte della parure di diamanti e rubini detta Pauwenstaart, a coda di pavone. Chic. Accanto a tale dispiegamento di regale glamour la povera Amalia infilata in un completo in lino Max Mara sembra in pigiama, o peggio nell’uniforme dei deportati alla Cayenna (che sta pure da quelle parti). Shock.

Il giorno seguente la famiglia sbarca a Curaçao, e le due signore coordinano le loro mise scegliendo un rosso/arancio molto caraibico. La regina indossa un completo low cost firmato Massimo Dutti: giacca monopetto e morbidi pantaloni crop che con la sua altezza può mettersi tranquillamente, con sottogiacca nude e accessori nei colori della terra. Amalia osa pantaloni di lino bianco – che indossa spesso in questo viaggio e devo dire quasi sempre impeccabilmente – e blusa rossa. Non mi dispiacciono né mi fanno impazzire, dunque boh per le mise ma chic per il colore perfettamente coordinato e per i bouquet, abbinatissimi pure loro.

(Ph: Curacao Chronicle)

Giovedì 2 è un giorno speciale per i sovrani: il ventunesimo anniversario di matrimonio, e i locali fanno loro dono di un lucchetto da agganciare ad una installazione artistica; dal trono a Moccia è un attimo! Più fortunata la figlia che riceve invece un intero ponte; d’ora in poi porterà il suo nome. Questa è una di quelle occasioni uno di cui non si capisce il dress code: Willem-Alexander senza giacca né cravatta ricorda quei film degli anni ’60 in cui i mariti al lavoro in città nel fine settimana raggiungevano le mogli al mare con la prole. Máxima invece è vestita come se dovesse andare a una prima comunione: cappellino fiorato a calotta Fabiene Delvigne, abito giallo limone con accessori pitone (tutto Natan), perfino i guanti. Molto meno formale Catharina-Amalia in pantaloni di lino rosso, blusa fiorata di Isabel Marant, borsetta Natan dall’armadio materno e scarpine nude Gianvito Rossi. Francamente li trovo tremendi, shock. In questo viaggio abbiamo iniziato a conoscere la giovanissima principessa d’Orange. Le sue mise ci convincono? Non sempre. La fanciulla ha volumi importanti – altissima, forme morbide, un bel viso pieno, chioma abbondante – che secondo Lady Violet dovrebbero essere armonizzati meglio: nell’ultimo caso i pantaloni sono troppo stretti, la blusa troppo striminzita, le scarpine troppo da città. Ma in fondo ha solo ha solo 19 anni e tanto tempo per divertirsi a sperimentare.

Les Girls

(Ph: Instagram @queenrania)

Anche i reali hashemiti sono in viaggio di lavoro, e accompagnati dal principe ereditario sono volati negli USA. La First Lady e la Regina si sono fatte ritrarre insieme, un po’ Millie e Melody, le nipotine di Minnie, un po’ Laverne &Shirley (se siete troppo giovani e non sapete di cosa stia parlando, beati voi e non vi resta che googlare). Innanzi tutto consentitemi una piccola considerazione: tra le due signore ci sono circa vent’anni di differenza, ma Jill regge il confronto senza problemi. Per lei total red: abito Brandon Maxwell e scarpe Marion Parke, Rania sceglie invece il total blue: dress Elie Saab con borsa Sicily Dolce e Gabbana e scarpe Gianvito Rossi, gettonatissimo questa settimana. Un filo stucchevoli ma chic.

La Reine Mathilde

Non è proprio rosso, o meglio non solo rosso, ma capirete che non potevo privarvi di tale spettacolo. Il 31 gennaio i sovrani belgi hanno ricevuto le Autorità del Paese per gli auguri per il nuovo anno, (tassativamente proibiti da febbraio in poi). La Reine ha sfoggiato una mise color block: parte superiore del corpino e maniche rosso scuro, il resto rosa shocking. Nemmeno il leggendario aplomb di Sa Majesté le Roi riesce a camuffare la sua perplessità; quanto a me vi dico una cosa sola; perfino Natan si è affrettato a dichiarare che non è opera sua. Quasi quasi preferisco il completino animalier della cognata Astrid con gonna da ballerina in chiffon Ho detto quasi. Shock+shock, così non litigano.

Rossi terziari

(Ph: Instagram @queenrania)

Le ultime due mise di oggi con tutta evidenza non sono rose, ma siccome desidero parlarvene lo stesso potrei sottolineare come i loro colori siano composti anche dal rosso, che è un colore primario (e spero che apprezzerete questa arrampicata sugli specchi per cambiare argomento). La prima mise la indossa Queen Rania in uno degli appuntamenti americani. Mentirei se negassi di essere stata attratta da quel favoloso tocco di ciclamino, ma ciò che mi ha convinta è l’idea che qualcosa di particolare possa trasformare interamente il look, per cui qui una lunga sciarpa accende il classico completo gonna nera/camicia bianca Replicabile sempre e da chiunque, ma attenzione all’effetto cameriera di bar/ristorante/tea room. Indagando meglio ho scoperto che quella non è una sciarpa, ma un drappo variamente cucito alla camicia, per cui francamente non mi piace (oltre alla mia naturale avversione per il raso lucido, soprattutto di giorno, che rischia di farci sembrare un pacco regalo e ingrassa pure). Per cui la camicia è shock, ma l’idea di un accessorio così chiaramente protagonista è chic.

(Ph: PPE/Nieboer)

Nessun dubbio invece per la mise di Máxima, in compagnia di una costernata Amalia, in un lungo punitivo caftano verde menta Essentiel Antwerp che la invecchia un po’ troppo, boh. A movimentare l’ultima sera a Curaçao pensa la regina, che per partecipare al Tumba Festival sceglie questo monospalla a strisce diagonali marroni e rosa con fioccone/tovagliolo. Accessoriato con ciabattoni che neanche al castello delle cerimonie, con l’aggravante che questi sono Gianvito Rossi. L’abito è coraggiosamente firmato Natan, che questa volta ha almeno indovinato il nome del modello, chiamandolo Odia. Vostra Maestà, ricordatevi quello che povero blog sa da tempo: Natan vi odia! Shock.

December/January chic shock e boh

E venne Natale a Sandringham, il primo senza Her Majesty, il primo con His Majesty, che ha mantenuto la tradizione della messa nella chiesa di St Mary Magdalene con tutta la famiglia.

Ma mentre King Charles si conferma uomo di grande eleganza, stavolta Queen Camilla mi piace meno. Il cappotto (Anna Valentine) è il modello che preferisce, ma non amo particolarmente quella sfumatura di blu e le applicazioni di passamaneria – in effetti sono piccole sfrangiature – mi hanno un po’ stufato. Bella senza guizzi la borsa Chanel, bellissima la spilla di diamanti, probabilmente appartenuta alla Queen Mom, ma appuntata così sembra quasi un badge e non aggiunge nulla. Non mi convince neanche il cappello Philip Treacy, con quelle penne messe in orizzontale; aureola o copricapo precolombiano? Boh.

Il grande Philip Treacy fa meglio, e molto, con la Principessa di Galles, dotata di un bel cappello verde loden a tesa ampia con penna di fagiano; la campagna inglese nella versione più elegante. In nuance il cappotto (riciclato) Alexander McQueen, modello militare e linea slim come piace a lei, ma quelle pieghe danno un volume diverso, e questa volta piace anche a Lady Violet, chic. A patto di dimenticare quegli orecchini vagamente etnici – andati subito sold out – che non c’entrano proprio niente.

I Wales erano accompagnati da tutti e tre i figli, col piccolo Louis simpatico e caciarone come al solito. Non è stato però l’unico bambino ad attirare l’attenzione; ha infatti debuttato sulla scena royal il seienne Wolfie Mapelli Mozzi, figlio di primo letto di Edo e dunque figliastro di Beatrice di York.

La quale sembrava uscita da un film anni ’30 con un cappotto (Shrimps) verde bottiglia bordato di pelliccia rigorosamente finta, già indossato in precedenza, e un vezzoso cappellino nuovo di Somerset Millinery in una nuance leggermente diversa, tendente al blu. In teoria sarebbe la mise perfetta per un natale reale, ma in pratica, boh.

Silhouette opposta per la sorella Eugenie, che incinta o no (sembra, ma non c’è conferma ufficiale) sceglie anche stavolta di avvolgersi in un cappotto e ampio, a pied-de-poule grigio, di Weekend Max Mara. Avrei comunque evitato la cintura. Il bel viso è incorniciato da un bandeau in tinta di Emily London. Un po’ troppo infagottata ma la trovo graziosa, Eugenie sembra immune dall’ansia di prestazione, che me la fa apprezzare sempre. La probabile gravidanza poi mitiga il giudizio, quindi boh.

Anche la sempre piacevole e spesso elegante Sophie Wessex non resiste alla tentazione del cappotto in cashmere double con cintura, e pure color crema (Joseph) che la arrotonda molto. In contrasto le linee rigide del cappello da gaucho (JT Millinery) con corona piatta e tesa rigida – in inglese si chiama pork pie perché ricorderebbe l’omonimo pasticcio di carne, pensate voi – e la grande clutch squadrata Sophie von Haubsburg, in un color cuoio che fa a pugni con gli stivali. Si sarà portata un laptop? Shock. Sceglie una linea più smilza la figlia Lady Louise, in blu. Bellissimo il cappotto Roland Mouret, preso a prestito dall’armadio materno; perfetto per una ragazza così giovane il cappello, un trilby JT Millinery. Farò finta di non vedere i sandaletti nude con calze abbinate, chic.

Difficile pensare a una coppia meglio assortita di Mike e Zara Tindall, sportivi, allegri, molto affiatati, anche i fisici sono simili: atletici e costruiti con generosità. Zara indossa un cappotto di LK Bennet in tessuto spigato bianco e nero che secondo me la ingoffa molto. Il pullover (o l’abito, o quello che è) le accorcia il collo, la cinturina in vita le taglia a metà la figura, in mano la bag Lalage Beaumont brandita come se volesse prendere qualcuno a borsettate, simpatico il cappellino (Juliette Botterill), ma non mi piace particolarmente con quel cappotto. Salviamo le Louboutin, per il resto shock.

Finisce dicembre, arriva gennaio e noi ci trasferiamo in Danimarca, dove il capodanno è salutato con una serie di ricevimenti di gala. Appena rientrata dalla natia Australia, dove ha trascorse le vacanze con marito e figli. la futura regina Mary ha riciclato senza batter ciglio.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

La sera del primo gennaio ha partecipato al tradizionale ricevimento ad Amlienborg, offerto alle Autorità del Paese. La futura regina ha riproposto la mise indossata all’inizio dello scorso anno per le fotografie ufficiali col marito (Mary, fifty&fabulous). Favolosi i pezzi della parure di rubini – a partire dalla tiara, che le sta d’incanto – ma l’abito del danese Lasse Spangenberg è troppo da fata turchina. In fondo il mondo si divide tra chi ha letto Pinocchio e chi no. Boh.

Il 3 gennaio è stata la volta del corpo diplomatico presente a Copenaghen; se Mary ha riciclato anche la sua mise grigia rigorosamente made in Denmark (blusa Birgit Hallstein, gonna Julie Fagerholt) tutta l’attenzione era per la Regina, con indosso il nuovo abito di corte, offerto da Haandv ærkerforeningen, l’Associazione degli Artigiani. Questo vestito sostituisce il precedente, con un modello simile ma realizzato in blu, ricevuto 25 anni fa. Naturalmente Lady Violet non approva collo e polsi in pelliccia, prodotto comunque tipico dei Paesi scandinavi, per il resto la mise, per linea e colore, è splendida. Chic + chic.

Ultimo appuntamento il giorno seguente, dedicato alle Forze Armate. Se Margrethe ha replicato l’abito di corte, Mary ha deciso di rendere felice Lady Violet, presentandosi in total color viola bacca. Pure questo un riciclo, ma volete mettere? I due pezzi, abito e cappa, indossati spesso anche singolarmente, sono un’altra creazione di Lasse Spangenberg. Chic.

Il tour delle feste finisce il 6 gennaio a Madrid, giorno della Pascua Militar. Riciclo anche per la Reina Letizia, che a sua volta opta per un colore in armonia con quello scelto dalle altre royal ladies.

La mantella nera con collo in pelliccia ecologica è Carolina Herrera; l’abito, di Felipe Varela, ha troppo pizzo e troppo inutilmente distribuito; non finisce per sembrare la tenda del salotto di Nonna Speranza solo grazie al fisico asciutto e sottile della Reina. Lo trovo terribile, shock.

E ora pronti a tuffarci nel nuovo anno!

Il caffè del lunedì – De-Spare-to

Cari lettori, al momento questo blog è deSPAREto. Sicuramente non acquisterò il libro autobiografico (per procura) del Duca di Sussex, quindi probabilmente non lo leggerò. E dunque non lo commenterò, men che meno sulla base degli stralci pubblicati dai vari giornali che hanno già, naturalmente, una posizione precostituita e dunque li usano per sostenere le proprie tesi. Per tacere della versione spagnola uscita per errore nel paese iberico, e in qualche caso perfino ritradotta in inglese. Non temano gli appassionati alla vicenda, immagino che della materia parleremo ancora a lungo, per ora dedico al protagonista della vicenda una frase di Flaiano, mio illustre conterraneo e nume tutelare: afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.

Cogliamo l’occasione per fare gli auguri a Catherine, nel suo primo compleanno come Principessa di Galles. La ricorrenza giunge in un momento diciamo così turbolento, e non è nemmeno il primo; se ricordate tre anni fa il gran rifiuto dei Sussex con l’annuncio a sorpresa del loro passo indietro avvenne negli stessi giorni, esattamente l’otto gennaio. Evidentemente questi sono giorni propizi per loro, e pazienza se si oscurerà qualche compleanno, in fondo l’annuncio della prima gravidanza della duchessa non fu annunciata al matrimonio della cugina Eugenie di York? In fondo, prendendo a prestito altre parole da Flaiano, certi vizi sono più noiosi della stessa virtù. Soltanto per questo la virtù spesso trionfa.

Buona giornata, è l’ora del caffè.

December chic shock e boh (parte seconda)

L’Epifania tutte le feste si porta via, e con esse le mise che hanno infiammato il dicembre reale. Ma udite udite, data l’abbondanza degli eventi vi aspetta anche una terza parte!

Regno Unito

Primo appuntamento natalizio della Royal Family il concerto Together at Christmas, organizzato per il secondo anno consecutivo a Westminster Abbey dalla Principessa di Galles. La serata avrebbe potuto chiamarsi anche “festival del bordeaux”, colore ampiamente preferito in varie sfumature dalle signore presenti.

Compresa l’adorabile Charlotte, en pendant con la madre (e la cravatta del padre). La padrona di casa si infila in un lungo coat dress – quel capo che le nostre madri chiamavano robe-manteau – di Eponine London color burgundy con accessori in tinta e orecchini supercheap (di Accessorize)in tinta pure quelli. Catherine ha un fisico che le permette praticamente tutto, ma questi modelli così stretti e lunghi a me non piacciono. Sono consapevole che l’estetica della nostra cultura prediliga le forme sottili e allungate, ma quando si veste così mi fa pensare a un tubetto di mascara, quindi boh.

(Ph: Getty Images)

Stesso colore per la sorella Pippa Matthews che, meno legata al protocollo, fa spesso scelte più interessanti. Per lei un cappotto di Karen Millen in una tonalità definita fig, fico, ma non chiedetemi perché. Il modello è a doppio petto con baschina in vita e nasce piuttosto aderente ma devo dire che a me piace di più l’indosso oversize di Pippa. Chic.

(Ph: Kirsty O’Connor – Pool/Getty Images)

Stesso brand, Karen Millen, stesso tessuto (italiano, in lana), il cappotto di Zara Tindell è invece definito merlot e francamente non saprei dire se sono davvero nuance diverse o cambiano in nomi per non farci appisolare. Anyway, la sportiva Zara, amazzone e pure un po’ cavallona, ha scelto un doppiopetto semplice e chic. Ci piace.

(Ph: Getty Images)

Scelgono il bianco due delle signore più importanti del regno, Her Majesty The Queen Consort e la cognata Contessa di Wessex. Camilla indossa un cappotto color panna della maison preferita, Fiona Clare Couture, con accessori neri, tra cui la clutch Tosca di Launer, brand very British (ma i modelli hanno quasi tutti nomi italiani, di solito legati alla lirica) divenuto famoso per firmare le borse della defunta Regina. Sotto si intravvede un abito maculato, ormai considerato un neutro buono per tutte le stagioni; non la più classica delle mise natalizie, ma chic. Menzione speciale per la splendida spilla déco di topazi brown e diamanti appartenuta alla Queen Mother.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Sophie ricicla un cappotto doppiopetto Max Mara – che è un investimento e quindi va sfruttato – su un abito di maglia (Reiss). Il total white è interrotto dagli accessori: stivali color caramello e la Lunatic clutch firmata Sophie von Habsburg. Quando ero ragazzina mi capitò di leggere su un giornale una fase che suonava più o meno così: una bella donna bionda in bianco vince sempre. Sono ancora assai d’accordo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Le sorelle York si sono date ai quadri (ma non quelli della galleria diretta da Eugenie!). Beatrice è una di quelle creature cui il matrimonio dona: è più bella, più elegante, più consapevole. Bellissimo il cappotto di Temperley London a riquadri bianchi e grigi; nonostante il cappotto sia chiaro e fermato da una cinta – una combinazione ad alto rischio – e Beatrice non sia particolarmente alta, trovo che le stia benissimo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Purtroppo non mi suscita lo stesso entusiasmo la sorella Eugenie; anche per lei un modello a vestaglia, in un tessuto plaid compreso di orlo sfrangiato. Nonostante il cappotto sia Max Mara, non fa una gran figura e non le dona affatto. Perché a volte conviene evitare come la peste i riquadri così grandi, peggio se fermati in vita. Va detto poi che a guardare la sua figura arrotondata e la cintura annodata in alto la principessa sembra incinta. Dunque my dear riguardati e non ti raffreddare, che all’eleganza pensiamo un’altra volta. Sorry, shock.

Non mancavano le signore in verde: Carole Middleton ha una bella figura e un certo stile, e il cappotto a redingote (di Hobbs London, più British di così non si può) le sta molto bene, oltre a mantenerla comodamente in quel low profile che si è data qualche mese e qualche gaffe dopo il royal wedding della figlia. Chic.

(Ph: James Whatling)

Last but not least, la Duchessa di Gloucester. Moglie di un cugino della defunta Regina, la signora è di origine danese; a me è simpatica e mi sembra una donna in gamba, ma diciamo che riunisce in sé la summa di quel certo cattivo gusto anglosassone. Il soprabito di velluto è passabile ancorché datato, ma lo stivaletto mozzacaviglia… Mettiamola così: poteva andare peggio, poteva piovere. E lei si sarebbe messa le galosce. Shock.

Madre e figlie

Quanto ci siamo lamentati delle royal Christmas card con fotografie che sprizzano poca atmosfera natalizia? Bene, nei Paesi Bassi ci hanno ascoltato ed ecco a voi gli Orange in tutto il loro festivo splendore, compreso canetto, dall’espressione a dire il vero piuttosto perplessa. Dopo aver notato che William-Alexander si sta imbelloccendo (mai dire mai!) passiamo ad ammirare le signore e il loro amore per il mopnospalla. Lo indossano le due figlie minori: Missoni a pois per la quindicenne Ariane, nero e drammatico (Zara) per la diciassettenne Alexia. Essendo le fanciulle ancora minorenni le guardiamo con simpatia ma non le giudichiamo; Lady Violet però ama sempre osservare le sperimentazioni delle giovanissime. Monospalla anche per la Regina: un Elie Saab in tulle plissé color argento nuovo di zecca. L’abito mi sembra bello, un po’ eccessivo per l’occasione; bizzarri gli accessori: al collo quello che sembra il favoloso bandeau di diamanti grossi come nocciole della regina Emma, trisavola del sovrano, in braccio il delizioso cagnolino, ma fargli un bagnetto pareva brutto? Boh. Aspettiamo un indosso che valorizzi di più quel bell’abito, siamo certi che Máxima non ci deluderà.

Accanto al padre l’erede al trono Catharina-Amalia, che ha dovuto lasciare la residenza universitaria ad Amsterdam a causa di minacce di rapimento e aggressione. La fanciulla mi sembra dotata di carattere e sicuramente saprà affrontare e superare il momento difficile. A diciannove anni sta ancora cercando il suo stile, com’è giusto che sia, coniugando età struttura fisica e titolo. A me l’abito Asos piace, mi piace che sia semplice e in un bel verde bosco di Natale, mi piace come le sta e mi piace che non abbia imitato la scelta frufru di madre e sorelle. Chic di incoraggiamento.

E in Belgio…

Può mancare il rosso a Natale? Che domande, e infatti per il tradizionale concerto natalizio a Palazzo reale la Reine Mathilde sfodera un vestitone scarlatto percorso da un filo di lamé oro, naturalmente firmato Natan. Collo alto, maniche a 3/4, gonna a campana ed ecco la bella sovrana trasformata in una cloche de Noël.

Un giorno qualcuno studierà l’incredibile abilità di Edouard Vermeulen, lo stilista della maison, nel creare abiti così poco valorizzanti. E non è per Mathilde, splendida cinquantenne con quattro figli; se guardate la foto dalla sfilata l’abito è brutto pure su una filiforme modella adolescente. Shock.

Insieme con i sovrani sono il principe Laurent, fratello minore del Re, con la simpatica moglie Claire, che dev’essere la donna più paziente dell’universo. Per lei un completino begiarello senza lode ma con un po’ d’infamia, da segretaria quasi perfetta. Lei mi piace tanto, ma raramente indovina una mise. Shock.

Assente il primo dei figli maschi, Gabriel, ma presenti entrambe le fanciulle: la piccola Eléonore, quattrodici anni, sceglie Diane von Furstenberg ma abbonda un po’ con la stoffa fiorata, però è così carina che le si perdona tutto. E alzi la mano chi non ha pensato alla faccia di Miranda Priestly mentre sussurra: floral? for Christmas? groundbreaking!

Adoro la sorella maggiore ed erede al trono Elisabeth in Diane von Furstenberg pure lei (ma che differenza!) color blue royale – noblesse oblige – collo montante, maniche accennate, e un lungo drappeggio laterale che si apre in un lungo spacco. Non è natalizio, non è classico, non è già visto, non è troppo serio, praticamente perfetto. Chic.

(Ph: RUT/SplashNews.com)

Ma quanto ci piace questa ragazza?

Se vi siete persi la prima parte, o non resistete al desiderio di rileggerla, la trovate qui December chic shock e boh (parte prima)