Scende in campo il Re

Tutto è pronto per i Mondiali di calcio in Qatar cui la nostra Nazionale non partecipa non essendo riuscita a qualificarsi, nonostante la vittoria agli ultimi Europei (festeggiata con qualche petulanza di troppo e improbabili lezioni di protocollo).

Tra le trentadue squadre in gara numerose quelle che rappresentano monarchie: oltre ai padroni di casa, Belgio Danimarca Inghilterra Giappone Marocco Olanda Spagna, e mettiamoci pure il Galles, che non è un regno a parte ma da due mesi ha un nuovo Principe appassionato di sport in generale, e di calcio in particolare.

Mentre dunque aspettiamo di scoprire qualche reale spettatore, a partire dalla bellissima Mozah bint Nasser al-Missned, moglie numero due dello Sceicco del Qatar, dal Belgio arriva l’incoraggiamento (e non solo quello) di Roi Philippe ai Diavoli Rossi. Il sovrano non è solito a queste operazioni simpatia, e mantiene una leggera goffaggine che rende il video delizioso. It’s Devil Time!

Ekecheirìa

Oggi, 4 marzo, si sono aperte a Pechino le Paralimpiadi invernali. Oggi dunque nella Grecia antica (che per ovvie ragioni celebrava solo le Olimpiadi estive) sarebbe stata la giornata dedicata a ‘Εκεχειρία, Ekecheirìa, letteralmente il trattenere le mani. La tregua olimpica.

“Personificazione della pace degli dèi, che veniva proclamata durante la celebrazione delle quattro feste nazionali, subito dopo l’apertura dei giochi, per proteggere i partecipanti. Era rappresentata in atto di incoronare Iphitos nel tempio di Zeus ad Olimpia” si legge nell’Enciclopedia dell’Arte Antica Treccani. Iphitos, in greco ‘Ιϕιτος, italianizzato Ifito è il mitico re di Elea, colui che codificò le gare sportive dedicate a Zeus a Olimpia, città peloponnesiaca nella regione dell’Elide, di cui Elea era capitale. Secondo la tradizione a Olimpia si conservava il documento che istituiva la tregua sacra, stabilita da Ifito e da Licurgo, grande legislatore di Sparta, altra importante città del Peloponneso, capitale della Laconia.

I giochi sono parte integrante parte della cultura e della religiosità greca già nelle epoche minoica e micenea – ricordate l’Iliade, i giochi in onore di Patroclo morto? – un modo per onorare gli dei, i defunti, i sovrani. Pratica antica e diffusa in tutta la Grecia, ma è da Olimpia che viene il primo elenco dei vincitori di cui si abbia notizia, stilato nel 776 a.C.; dunque la nascita dei giochi olimpici viene fatta risalire a quella data, per convenzione il 22 luglio (che per completezza di informazione è anche il compleanno di George di Cambridge).

I giochi si svolgevano a Olimpia ogni quattro anni in occasione delle feste olimpie, le più antiche delle quattro grandi feste della nazione greca; c’erano poi le istmie in onore di Posidone, biennali; le nemee, anch’esse biennali, in onore di Zeus; le pizie, in onore di Apollo Pizio, seconde per importanza solo alle olimpiche e come quelle quadriennali. I giochi olimpici erano dapprima riservati ad atleti (e spettatori) dell’Elide, la partecipazione si estese poi all’intero Peloponneso, alla Grecia continentale, alle colonie orientali e occidentali, e nacque di conseguenza l’idea della tregua olimpica. I giochi duravano cinque giorni: il primo era dedicato ai riti religiosi e all’esame di fanciulli e puledri, che partecipavano il secondo giorno a gare dedicate esclusivamente a loro, cui non partecipavano gli adulti. Che invece gareggiavano terzo e quarto giorno; in origine erano solo gare di corsa – ancora oggi chi visita il sito di Olimpia si fa una corsetta nello stadio, compresa Lady Violet da giovane – si aggiunsero poi la lotta, il pugilato, il pentatlon, la corsa a cavallo e con le quadriga, il pancrazio (un misto di lotta e pugilato) e l’oplitodromia una corsa nella quale gli atleti non erano nudi come nelle altre gare, ma come gli opliti (i soldati di fanteria) indossavano elmo, schinieri e il pesante scudo che dava il nome ai soldati, l’oplon. Il quinto giorno si premiavano i vincitori; incoronati con serti di olivo, rientravano nelle città di provenienza su carri trainati da cavalli bianchi; grandemente onorati pubblicamente e talvolta persino ritratti in statue.

«Come l’acqua è il più prezioso di tutti gli elementi, come l’oro ha più valore di ogni altro bene, come il sole splende più brillante di ogni altra stella, così splende Olimpia, mettendo in ombra tutti gli altri giochi» (Pindaro, Olimpica I, 1)I giochi olimpici furono celebrati per più di mille anni fino a quando Teodosio li vietò, nel 393 d.C. In epoca classica l’importanza di Olimpia era tale che fu dotata di un nuovo grande tempio, arricchito da una delle sette meraviglie del mondo antico: una statua crisoelefantina (cioè di avorio e oro) alta dodici metri, opera del più grande scultore dell’epoca, Fidia, che ad Atene aveva appena ultimato il Partenone. Statua oggi scomparsa, come del resto quello spirito olimpico che avrebbe imposto la tregua, la pace.

In questi giorni bui ho pensato a lungo se questo blog potesse avere un significato e una funzione, oltre ad aggiornarvi sulle vicende reali, sicuramente ridotte e necessariamente sobrie. Oggi avrei potuto parlare dei reali olimpionici, che abbondano e a volte si sono anche distinti, come Costantino di Grecia, oro nella vela a Roma 1960. O degli amori reali nati alle olimpiadi, da Carl Gustav e Silvia di Svezia a Frederik e Mary di Danimarca. Ho fatto una scelta diversa, e questo vorrei fare nei prossimi giorni, parlare un po’ di arte e di cultura; un po’ di bellezza in tanto orrore. Aspetto la vostra opinione.

La foto del giorno – San Valentino, ma senza esagerare

Breve post per la vigilia di San Valentino, perché la foto di oggi un po’ ci riguarda.

Se i figli della Regina e del Principe Philip hanno avuto fortune alterne in campo matrimoniale (quattro figli, tre divorzi, sei matrimoni totali) sembra che per i nipoti vada meglio: finora si sono sposati in sei – mancano solo i figli dei Conti di Wessex, ancora troppo giovani: Louise ha 18 anni e James appena 14 – e ha divorziato solo Peter Phillips, che è il primogenito della Princess Royal, e anche il maggiore dei nipoti della sovrana. Dopo la fine del suo matrimonio con la bella canadese Autumn Kelly, da cui sono nate Savannah e Isla, la nuova girlfriend di Peter è Ms Lindsay Wallace, che frequenta già la famiglia: a novembre era tra gli invitati al doppio battesimo di August Brooksbank e Lucas Tindall, e a gennaio è stata presentata alla nonna, che sembra l’abbia approvata, nonostante il trascurabile dettaglio che la signora sia ancora legalmente sposata, in attesa di divorzio.

(Ph: Instagram)

La sorella di Peter, Zara, è invece assai felicemente accasata con Mike Tindall, ex capitano della Nazionale di rugby, con cui forma una coppia solida, unita e anche molto simpatica. Proprio i Tindall hanno passato la vigilia di San Valentino a Roma, e la Città Eterna ha offerto loro la dolcezza di un sole tiepido che fa già pensare alla primavera. Tecnicamente non si è trattato esattamente di una fuga romantica: Zara ha colto l’occasione e accompagnato il marito, arrivato per commentare l’incontro tra Italia e Inghilterra nell’ambito del Torneo Sei Nazioni di rugby (è ambassador di Green Room, società che si occupa della gestione di molti rugbisti). E sono costretta a informarvi che la nostra nazionale ha perso clamorosamente, con un umiliante 33 a zero.

Se questa sera volete – sobriamente – prepararvi a San Valentino, qui raccontiamo di un matrimonio celebrato proprio il 14 febbraio: A Royal Calendar – 14 febbraio 1981

Se invece volete sapere qual è la love story reale che Lady Violet ama di più la trovate qui: Bertil e Lilian, omnia vincit amor

Le foto del giorno – Grandi signore

Per la seconda volta in meno di una settimana Her Majesty ha indossato una splendida tonalità di blu: il Royal blue, e se non lo mette lei… Si è trattato di un’uscita sostanzialmente privata e improntata a un certo understatement, dato che il Paese è profondamente scosso dall’assassinio di Sir David Amess, parlamentare conservatore ucciso ieri a coltellate, tragedia che ha riportato alla memoria la morte di Jo Cox, giovane parlamentare, ma laburista, accoltellata a sua volta cinque anni fa.

Sua Maestà ha lasciato Windsor e ha raggiunto la vicina Ascot per il British Champions Day, e contrariamente alle ultime due uscite non ha usato il bastone da passeggio, prudentemente affidato alle mani della lady-in-waiting che la accompagnava È stata anche l’occasione per ricevere da Sir Francis Brooke la notifica del suo inserimento nella British Champions Series Hall of Fame, in riconoscimento del lungo impegno nel mondo dell’ippica britannica.

Un riconoscimento cui brindare, e invece no, perché un appassionato (e insospettabile) amico del sofà di Lady Violet mi ha ricordato che nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che i medici hanno drasticamente ridotto la razione alcolica quotidianamente concessa alla sovrana, per farla arrivare in perfetta forma al Platinum Jubilee che il prossimo anno celebrerà i suoi incredibili 70 anni sul trono. Her Majesty è nota per non essere né una gran mangiatrice né una gran bevitrice, ma insomma, un bicchierino di gin ogni tanto ci vuole! Tanto più che ora lo produce direttamente: sia Buckingham Palace sia Sandringham offrono in vendita il loro gin esclusivo, ma mi duole dirvi che se volete assaggiarlo dovete andare in loco, perché lo shop di Buckingham Palace non spedisce alcoolici in Europa, e Sandringham non ha proprio l’e.shop.

Peccato, perché oggi è proprio il caso di levare i calici e brindare alla salute di un’altra gran signora, Dame Angela Lansbury che, nata a Londra sei mesi prima della Regina, compie oggi 96 splendidi anni. Lady Violet ebbe l’occasione di vederla a teatro nel 2015: una forza della natura con un talento straordinario, una gioia per occhi orecchie e cuori.

Le foto del giorno – Una domenica di passione

Ci aspetta una domenica caldissima, non solo per le temperature torride ma per gli importanti appuntamenti sportivi in terra d’Albione. Il piatto forte è naturalmente la finale degli Europei tra i nostri Azzurri e i padroni di casa, ma c’è anche l’aperitivo: la finale maschile del torneo di Wimbledon, dove il romano Matteo Berrettini – primo italiano in 144 anni – cercherà di strappare a Djokovic una vittoria che sarebbe davvero storica.

Mentre si annuncia la presenza sugli spalti di Wembley del Presidente Mattarella, che vedrà la partita accanto al Duca di Cambridge, il coach dei Three Lions Gareth Southgate ha ricevuto una lettera. L’ha scritta Her Majesty The Queen, che l’incontro se lo vedrà – forse – dal televisore di casa, ma ha voluto far giungere alla squadra i suoi auguri e l’auspicio che vengano ricordati “spirito, impegno e coraggio” mostrati dai giocatori.

La Regina ha ricordato quel giorno di 55 anni fa quando consegnò la Coppa del Mondo a Bobby Moore, capitano della squadra inglese che aveva sconfitto per 4 a 2 la Germania Ovest (era il 1966, l’Europa e la Germania erano divise in due) nei Mondiali organizzati proprio in Inghilterra.

Molti degli antagonisti naturali dei Three Lions, Scozzesi e Irlandesi in testa, domani tiferanno per noi, per cui se sentirete qualche highlander suonare O Sole Mio con la sua cornamusa non vi stupite troppo!

(Ph: Getty Images)

Oggi intanto la Duchessa di Cambridge è emersa dal suo auto imposto isolamento e bella come il sole è apparsa accanto al marito a Wimbledon, dove ha assistito alla finale femminile e premiato la vincitrice Ashleigh Barty, rivelando un grazioso abito verde di Emilia Wickstead, accessoriato con décolleté bianche di rara bruttezza.

Catherine replicherà domani, ma senza William, che invece assisterà alla finale degli Europei; in compenso oggi era con loro, ospite del royal box, anche Lady Violet. Non la vostra blogger (magari!) ma la vera unica e sola Contessa Vedova di Grantham, la meravigliosa Dame Maggie Smith, in alto a destra rispetto alla duchessa, con una giacca color corallo.

Le foto del giorno – Two lovely berries

Fine settimana intenso nel Principato di Monaco per i gemellini Jacques e Gabriella, two lovely berries avrebbe detto Shakespeare. Accompagnati da papà e mamma – che li ha fotografati – sono stati al Grimaldi Forum per uno spettacolo di Les Ballet de Monte-Carlo.

Lui in abito scuro, un po’ capoccione ma sempre adorabilmente protettivo con la sorella; lei deliziosa in pizzo color cipria, con boa di pelo (spero ecologico) e cerchietto di velluto tra i capelli: una vera ballerina. L’amore tra le principesse monegasche e il balletto dura del resto da decenni: Caroline è stata una danzatrice appassionata sin da bambina, e forse avrebbe davvero voluto farne la sua professione. Sua madre fondò nel 1975 l’Académie che ora porta il suo nome, inglobata dieci anni più tardi ne Les Ballet de Monte-Carlo, la compagnia nazionale del Principato istituita da Caroline per onorare memoria e desiderio della scomparsa Grace. Il balletto è forse la più importante manifestazione artistica originale di Monaco, le cui radici risalgono al 1909, quando sulla Rocca arrivarono Sergej Diaghilev e i suoi Ballets Rousses.

Un’arte divenuta tradizione, che connota fortemente il Principato almeno quanto la pétanque, tradizione diventata arte, caratterizza la Provenza.

E che c’entrano ora le bocce? Vi starete chiedendo. C’entrano, perché domenica Jacques e Gabrielle, lasciata mamma a casa, sono andati con papà al 2e International de Monaco dedicato a questo sport. E dato che si trattava del Challenge Prince Héréditaire Jacques, è stato proprio il piccolo principe a lanciare il but, che sarebbe il boccino. In tribuna Gabriella ha partecipato con educato interesse.

C’è da dire che i pantaloni del principino ereditario hanno una linea, e soprattutto un orlo, assai migliore di quelli dell’augusto genitore; così come la frangetta lunga di Gabriella è meglio di quella cortissima recentemente sfoggiata da mamma Charlène. Questione di misure, e di misura.

Le foto del giorno – Mary Jackie

Come ogni anno, il primo martedì di ottobre a mezzogiorno in punto si riapre il Folketing, il Parlamento danese. Alla prima seduta assistono di solito il monarca con membri della famiglia reale, e anche quest’anno la tradizione è stata rispettata, benché il drappello reale fosse più ridotto del solito: assenti il principe Joachim e sua moglie Marie che al momento vivono a Parigi, dove lui ha assunto il ruolo di addetto militare all’ambasciata danese.

Al suo arrivo dunque Margrethe II ha trovato solo sua sorella Benedikte e i Principi Ereditari che l’hanno salutata col solito affetto, pur nel pieno rispetto delle norme imposte dal covid. Semplicemente elegante la sovrana, che ha riciclato un completo già visto in altre occasioni: giacca e cappello in lana carta da zucchero scuro, blusa con fiocco nella stessa tonalità, gonna grigia. Perfetto per una ottantenne ancora in piena attività.

La sorella minore Benedikte, vedova del principe tedesco Richard zu Sayn-Wittgenstein-Berleburg, è secondo Lady Violet una delle donne più chic in circolazione, ed è anche molto bella. Incidentalmente ama anche il viola, e anche questa volta non ha voluto deluderci: soprabito in tweed e un feltro deep purple impeccabilmente inclinato. Splendida.

Non saprei dire se si fosse accordata con la suocera, ma anche la futura regina ha riciclato allegramente. La scelta di Mary è caduta su una gonna plissé rosa metallizzato che si era già fatta notare lo scorso anno ai CSR Awards, più giacchino avvitato (un po’ stretto al giromanica, invero), décolletées pitonate Gianvito Rossi, e soprattutto un pillbox di velluto.

Ora diciamocelo, qualunque donna indossi un cappellino di tale iconica foggia viene immediatamente accostata alla First Lady più chic della storia, la divina Jackie, anche quando l’accostamento risulti francamente improbabile. In questo caso invece, l’idea che la bella Mary – che mi ha sempre dato l’impressione di una che studia molto, e da fanciulla frequentò una scuola di portamento – tragga ispirazione proprio da Mrs. Kennedy non è peregrina. E altre foto pubblicate in questi giorni potrebbero essere considerate una conferma, con Mary che partecipa a un concorso di dressage allo Heslegård Sportsrideklub.

Appassionata amazzone come Jackie? O magari come Lilibet? Cascherebbe bene comunque, ottima mossa.

Le foto del giorno – Vive le Tour!

Ieri è partito il Tour de France, che si concluderà il 20 settembre, come da tradizione, sui parigino Champs Élysées.

L’edizione 2020 ha preso l’avvio da Nizza, avendo come padrini i Principi di Monaco, mascherati come d’ordinanza. Lui rassicurante, in blazer blu e pantaloni di gabardine beige – un must negli anni ’70 – lei aggressiva, una Barbie Tour in jeans bianchi, tshirt monospalla decollante, stiletto assassino e chiodo in pelle Philipp Plain. Giallo, ça va sans dire.

Più il coup de théâtre di un nuovo taglio di capelli: un bob con frangetta corta, simpatico ma non particolarmente adatto alla non abbondantissima capigliatura della Princesse, che finisce col sembrare un po’ uno di quei tagli d’emergenza dopo che il pupo ti ha impiastricciato i capelli col pongo.

L’effetto straniante è aumentato dalla mascherina illustrata, recante la scritta why so serious? Cara, cosa vuoi che ti dica?

In compenso le Loro Altezze Serenissime sono apparse sorridenti, affiatate e anche divertite; sicuramente lo sport è una passione che hanno in comune, e insieme all’amore per i figli credo sia il loro legame più forte. E in fondo va bene così.

Un tea con Lady Violet – Benvenuto giugno!

Soffrite ancora di pigrizia da quarantena? Passate dal divano alla poltrona? Usate la cyclette come attaccapanni? Questo post è per voi. Per salutare maggio e dare il benvenuto a giugno, che porta con sé anche il novantanovesimo compleanno dell’augusto consorte Philip, Sua Maestà si fa una bella passeggiata a cavallo. queen elizabeth ridingLa Regina si è ritirata a Windsor il 19 marzo scorso insieme al marito, assistiti da uno staff ridotto al minimo: ventiquattro persone che si alternano in turni di tre settimane, dodici lavorano e dodici riposano. La notizia che Her Majesty occupasse il ritiro forzato con lunghe passeggiate a cavallo nel parco era già nota, e ora c’è la prova fotografica che la ritrae, nel weekend appena trascorso, in sella a Fern, un Fell pony di 14 anni, nel Windsor Home Park. La sovrana era accompagnata as usual dal fidato Terry Pendry, il capo staliere, che ha osservato rigorosamente il distanziamento sociale e dunque non compare negli scatti. 29048244-8374629-image-m-25_1590955763379Giacca da equitazione di tweed, pantaloni jodhpurs color avorio indossati sopra gli stivali (o stivaletti, e nel caso si chiamano jodhpurs pure quelli), guanti di filo e al posto del cap – che Her Majesty non porta più da quel dì – un favoloso foulard shoking pink con bordo rosa chiaro. Per cui, sentite a Lady Violet, lascite stare pantone, quest’anno il colore dell’estate è il rosa! E un po’ di vie en rose a questo punto ci vuole. Quanto al foulard, sembra proprio un Hermès di cui notoriamente la Regina ha una notevole collezione; non sono riuscita a riconoscere il decoro (se lo conoscete palesatevi!), ma se lo guardate con attenzione nella prima fotografia, riconoscerete delle casacche da fantino. Quando si dice che l’eleganza è nei dettagli…

La scelta della tazza di oggi è semplice, la June della serie Flower of the month prodotta dalla Roya Albert a partire dal 1970; la tipica tazza modello Montrose contiene un classico matcha. Per domani Un tea con Lady Violet ha in serbo per voi una sorpresa, non mancate!

Le foto del giorno – 22 febbraio

Mentre preparavo un post sulla surreale dichiarazione pubblicata dai Sussex sul loro sito mi è capitata questa immagine di Mike e Zara Tindall sulla neve, e ho deciso di proporla insieme con due notizie. La prima è che la figlia della Princess Royal e il marito rugbista non divorziano, però… tindalls in bormio…però stanno considerando l’ipotesi di trasferirsi in Australia, magari quando Zara concluderà la carriera da amazzone. Ora parliamoci chiaro, questa fuga dal Regno Unito sta prendendo i connotati di una nuova colonizzazione. Altro che Commonwealth, continuando così questi rifanno l’impero!

La seconda notizia un po’ ci riguarda, perché le nevi assolate contro cui si staglia la coppia felice sono quelle delle Valtellina, e in particolare di Bormio, dove questa settimana si è tenuto l’English Alpine Championships 2020. bormio's limoncelloPoteva mancare qualcosa di tipicamente italiano – ancorché non esattamente lombardo – a questa scappata sulle nevi del Bel Paese? Certo ce no, quindi via col limoncello!

P.S. adoro il nerboruto Mike che affronta la montagna in maglietta. Questa sera il centro di Roma era invaso da tifosi scozzesi, arrivati per il match del Torneo Six Nations (abbiamo perso 17-0, meglio che col Galles, lì abbiamo perso 42-0); bene anche loro tutti a maniche corte. Sarà l’abitudine ad alte temperature, la passione per il rugby o quella per la birra (e il limoncello)?

(entrambe le immagini dall’account IG di Mike Tindall)