Giovedì gnocchi! – Johnny

Lo so, non è un royal, ma chi potremmo scegliere per chiudere il nostro breve menù estivo a base di gnocchi se non lui? Quello che tutti e tutte, con auspicata familiarità, chiamano Johnny, è Jonathan Thompson, recentemente promosso da Maggiore a Tenente Colonnello del 5th Battalion Royal Regiment of Scotland.

Ha abbracciato la vita militare nel 2006 dopo una laurea in economia, e iniziato ad attirare una certa attenzione dal 2018, quando è entrato al servizio di Sua Maestà come ufficiale addetto alla sicurezza (va detto che anche noi lo abbiamo notato presto Le foto del giorno – 6 agosto).

La sua popolarità è esplosa quando è diventato Equerry, e si è trovato presente e a gestire la scomparsa della sovrana e l’ascesa al trono di King Charles, che lo ha confermato nell’incarico. Benché sia molto apprezzato con indosso il kilt, che indossa con virile naturalezza, non è scozzese; è infatti nato a Morpeth, cittadina di neanche 15.000 abitanti nel Northumberland, che con la Scozia confina. Personalmente lo preferisco in uniforme, ma fa la sua figura anche in borghese. E comunque, avercene!

Comprensibilmente, data la delicatezza del suo ruolo, è molto difficile trovare informazioni sulla vita; dovrebbe essere nato nel 1984, per cui l’anno prossimo diventerà a pieno titolo uno splendido quarantenne. Purtroppo non è single, ma sposato da ben 13 anni con Caroline, già esperta di marketing e personal trainer, che oggi offre consulenze personalizzate (se vi incuriosisce, questo è il suo sito https://www.whiteheartcomms.co.uk/). La coppia ha avuto un bambino nel 2018, la cui privacy è custodita rigorosamente, tanto che non ne conosciamo neanche il nome.

Pur essendo uno di quegli uomini che secondo me migliorano con l’età era bellino pure da giovane (qui trentenne coi gradi da capitano).

Il fisico asciutto e muscoloso è naturalmente frutto dell’addestramento militare coniugato con l’attività sportiva, sempre di moda e purtroppo anche benefica.

Si dimostra essere un uomo per tutte le stagioni, eventualmente disponibile anche come portafiori. Mi si è giusto rotto un vaso… Il buon Dio ci conservi a lungo King Charles, e il Re ci conservi – e ci mostri il più possibile – il suo Equerry.

Se poi volete il bel Johnny sempre con voi, potete farlo; una cara amica del sofà di Lady Violet ci segnala questa shopper he contiene un piccolo gioco di parole: kilty per il kilt al posto di guilty; guilty pleasure vuol dire piacere proibito.

E se al posto del kilt mettessimo dei pantaloni? Vi dirò, non mi dispiace per niente, e pure più adatto all’autunno!

Una piccola nota

Vi avevo promesso, una piccola nota? Eccola. L’argomento è tornato d’attualità di recente: signore che a eventi di gran gala si ritrovano vestite con mise simili, se non addirittura uguali. Credo che in futuro di invitate con lo stesso abito ne vedremo in numero crescente, dato che si dà sempre più la preferenza a capi di moda, magari pure prêt-à-porter piuttosto che a creazioni su misura, e che l’acquisto ormai avviene attraverso canali diversi: a partire dalle boutiques sparse in tutto il mondo che vendono tutte le stesse collezioni, per finire al web. Penso ad esempio al recente royal wedding giordano, dove le zie dello sposo si sono trovate in questa situazione, francamente difficile se non impossibile da evitare con un parterre così ampio e internazionale. E si potrebbe fare pure un discorso sulla omologazione del gusto, ma ce lo lasciamo per un’altra volta.

(Ph: Ingemar Lindevall/Kungl. Hovstaterna)

Altro è però se le protagoniste della serata arrivano con abiti esclusivi ma dello stesso colore, tipo Silvia di Svezia e Sonja di Norvegia due settimane fa: su tre regine presenti due erano in giallo. In questo caso un minimo di coordinazione sarebbe auspicabile, sono pure parenti! E vale ancor di più per colori sgargianti: due signore in arancione faranno un effetto diverso da due signore in grigio, anzi, la ricerca di certe armonie potrebbe perfino essere un vantaggio; quanto ci sono piaciute Camilla e Brigitte in un blu praticamente identico?

(Ph: Arthur Edwards/Pool via REUTERS)

Vi sembra una sciocchezza? Certo non è un argomento che influisce sui destini del mondo ma ha un suo perché, come dimostra un famosissimo aneddoto. Che vuole Elizabeth II e il suo Prime Minister di allora, Margaret Thatcher, ritrovarsi a un ricevimento ufficiale vestite nello stesso colore. Il giorno seguente Thatcher fece contattare Buckingham Palace sottolineando l’opportunità di coordinare le proprie mise in futuro, per sentirsi rispondere di non preoccuparsi, perché la Regina non si curava di ciò che indossavano gli altri. Sbam! Da allora siamo stati sempre certi che quella fosse la realtà, vestitevi come vi pare che tanto i sovrani non se ne curano. Fino a una ventina di giorni fa, quando abbiamo scoperto questo.

Il giorno 8 di questo mese tutto il mondo ha ricordato Her Majesty nel primo anniversario della morte. Molti hanno condiviso un ricordo personale, e questo è uno di quelli. Carrie Johnson, moglie dell’ex Prime Minister Boris, ha pubblicato questo biglietto, che aveva trovato sul suo letto durante una di quelle brevi visite che i capi del governo facevano alla sovrana in Scozia durante le vacanze estive. A sorpresa, il biglietto dice: Signora, Sua Maestà indosserà un abito da cocktail color azzurro ghiaccio alla cena di questa sera.

Dunque alla fine la Regina non era contraria a coordinarsi con le altre signore; come abbiamo sempre sospettato, era proprio Margaret Thatcher a starle sullo stomaco. Realmente.

La foto del giorno – Il cordoglio del Re, e di Sophie

Oggi è il giorno dell’addio al Presidente Emerito Giorgio Napolitano. Sul sofà di Lady Violet si parla poco di politica, ma due cose ho trovato rimarchevoli. O meglio, una una è estremamente interessante: la celebrazione di un funerale laico davanti alle Camere riunite a Montecitorio; mai accaduto prima, dal poco he ho visto organizzato perfettamente con un cerimoniale impeccabile. La seconda è molto meno importante in generale, ma interessante per noi.

Scortata dall’Ambasciatore britannico in Italia, Ed Llewellyn, la Duchessa di Edimburgo partecipa al funerale in rappresentanza di Sua Maestà il Re. Non era affatto scontato, perché i capi di stato presenti, in carica o emeriti, provengono dai Paesi confinanti – Francia, Austria, Slovenia – o con i quali i legami sono tradizionalmente stretti, come l’Albania o il Portogallo. Più il Regno Unito, che ha inviato un a senior royal. I rapporti particolarmente cordiali del defunto presidente con la defunta sovrana sono stai ricordati dal messaggio di cordoglio inviato da King Charles al Presidente Mattarella, e durante la cerimonia funebre dalla stessa nipote Sofia, nel commovente ricordo del nonno.

Un’ultima, piccola nota: Sophie è in nero, ma a capo scoperto: evidentemente si è informata dell’uso del nostro Paese dove ormai in pochissime si coprono il capo ai funerali, e nel caso, a quelli religiosi. È una forma di attenzione e cortesia, due delle caratteristiche che dovrebbero sempre improntare il comportamento dei royals. E magari pure quello di noi commoner.

Napolitano riposerà nel Cimitero Acattolico, posto incantevole e assai caro agli Inglesi.

Il caffè del lunedì – I beg your pardon

I beg your pardon: espressione formale, elegante ma un po’ desueta, per chiedere scusa (senza umiliarsi). Oggi Lady Violet deve porgervi le sue scuse per una imprecisione. Dettata dalla fretta, dall’ansia di raccontare, da un inaccurato controllo delle fonti, ma insomma sempre di imprecisione si tratta.

(Ph: Samir Hussein/WireImage)

La storia è questa: quando sono apparse Camilla e Brigitte pronte per lo State banquet, è partita la corsa a individuare i creatori delle loro mise. Che il cape dress di Camilla fosse Dior è stato rivelato quasi subito da esperti del settore, che hanno attribuito alla stessa maison anche quello di Brigitte. E qui cascò l’asina, cioè Lady Violet, che si è accodata alla massa senza dare retta alle proprie sensazioni che andavano in un altro senso. Per cui se nel post pubblicato immediatamente (Breaking News! Indovinate? Cape dress) non avevo specificato il creatore dell’abito di Brigitte, nel post relativo alla serata (Scene da uno State banquet) l’ho anch’io erroneamente attribuito a Dior, invece di citare correttamente Vuitton. A mia parziale discolpa, a parte le informazioni errate, a trarmi in inganno è stata principalmente la tonalità di blu dei due abiti, talmente simile da pensare che veramente ci fosse stata una programmazione a monte. Questo è quanto, vado a emendare il post, prometto di essere più attenta in futuro, e domani vi racconterò una piccola cosa. Caffè?

Royal chic shock e boh – Black&white e…

La settimana che si chiude è stata ricca di eventi royal tra tour all’estero, l’assemblea generale dell’ONU più le solite attività che comprendono visite, incontri, inaugurazioni. Ho perciò selezionato solo alcune mise, per poi accorgermi che erano unite da un fil rouge, il colore: tanto bianco e un po’ nero, con qualche piccola eccezione.

(Ph: Samir Hussein-Pool/WireImage)

Di Camilla in Francia abbiamo già parlato, qui la vediamo accompagnata da Brigitte Macron in visita alla Bibliothèque Nationale, luogo che avrà riempito la regina, appassionata di libri e lettura, di felicità; nell’occasione le due signore hanno anche annunciato la nascita di un premio letterario francobritannico. In ossequio al titolo che abbiamo dato al post, la Première Dame di nero ha i pantaloni; forse per un eccesso di scrupolo ha pensato di omaggiare la regale ospite vestendosi da Grenadier Guard: black i pantaloni, red la lunga giacca (Chanel); in testa non c’è bisogno del colbacco in pelle d’orso, basta la cofana ipercotonata. Boh. Elegante la sovrana, con una mise che già avevamo visto e già ci era piaciuta (Royal chic shock e boh – Luglio, col bene che vi voglio…): abito in seta bianco&nero con pardessus bianco, tutto Fiona Clare Couture, con accessori Chanel. Appuntata a sinistra la splendida spilla art déco appartenuta alla Queen Mom, in cristallo di rocca con diamanti e dettagli in smalto nero. Très chic, e mi chiedo se l’omaggio si sia limitato alla spilla, o Camilla scegliendo quel soprabito candido abbia voluto ricordare il leggendario white wardrobe della nonna di suo marito durante una storica visita di stato in Francia. Ne parlammo qui, in uno dei primi post del blog A Royal Calendar – 12 giugno 1901

Regina in bianco, dicevamo: eccola! Rania di Giordania questa settimana si è trasferita armi e bagagli negli USA, cogliendo l’occasione dell’assemblea dell’ONU. Candida come un giglio del deserto attraversa le strade di Manhattan in un completo gilet e pantaloni Wardrobe.NYC; se vi piace, il gilet si avvia ad essere uno dei trend di stagione, meglio ancora se sottratto in casa a un armadio maschile. La borsa è una Baguette Selleria di Fendi, le scarpe che si intravvedono appena Dior. Che potrei dire di diverso da chic?

Se la mise è simile l’effetto è diversissimo. Anche gli eredi al trono giordano sono arrivati a New York per poi spostarsi a Washington, e iniziare a crearsi una rete di relazioni. Ci è scappata anche una visita al piccolo di casa, Hashem – matricola in una prestigiosa università negli States – per la quale la neoprincipessa Rajwa ha scelto a sua volta un completo pantaloni bianco Jacquemus con giacca over, avrà sbagliato taglia? La borsetta è una Gucci GG Marmont, col manico avvolto in un fiocco in seta sempre di Gucci. No dai, shock.

Meglio, molto meglio quando ha accompagnato il marito all’incontro con membri del Congresso nella capitale, optando per uno stile bon ton che sembra ispirato alla suocera, compreso l’amore per Fendi. La borsa è la Baguette Phone Pouch le scarpe il modello Colibrì Lite, l’una e le altre in un vezzoso rosa che vivacizza la blusa bianca Edeline Lee e la gonna nera Dior. Che vogliamo di più? Chic.

Non c’è due senza tre, ed ecco la terza White Queen, Máxima d’Olanda. Che essendo il tipo che è raddoppia scegliendo il bianco non una ma due volte. Mise numero 1: con la suocera Beatrix al ricevimento offerto in onore degli oltre 150 artigiani che hanno contribuito alla realizzazione dei nuovi tendaggi della Sala Cinese del palazzo Huis ten Bosch all’Aja ispirandosi a quelli settecenteschi. La sovrana per una volta sceglie la semplicità e fa bene, così non rischia di sovrapporsi all’opera e ai suoi realizzatori. Il completo top e gonna di Tory Burch li abbiamo già visti (Le foto del giorno – Estate!); a parte le calze fosforescenti questa versione cittadina, abbinata alle classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi, mi convince di più. Chic.

Voilà la mise numero 2: per la a visita a Rotterdam all’HMC, scuola del legno e del mobile, la sovrana si infila un semplice chemisier bianco Massimo Dutti cui aggiunge accessori color cuoio (ai piedi l’ennesimo paio di Gianvito 105). Mi piace molto anche questa, mi devo preoccupare? Chic.

(Ph: SIPA USA/IPA-AGENCY.NET)

Bianco e nero per la Duchessa di Sussex che appena rientrata a Montecito dopo i trionfi degli Invictus Games a Düsseldorf partecipa a un evento benefico promosso da Kevin Costner. Accanto al marito – in total black pure lui, un po’ stile tronista di Maria De Filippi – Meghan indossa una bellissima mantella in tweed chevron di Carolina Herrera, che Lady Violet metterebbe volentieri, però a gennaio. I piedini sono infilati in un paio di Manolo Blahnik il modello Camparinew. L’orologio Tank Française e il bracciale Love, entrambi Cartier, appartenevano a Diana. Chic, e meno male che non si è messa anche una sciarpa.

Total black per Letizia all’inaugurazione della nuova stagione del Teatro Real di Madrid. L’abito di 2nd Skin Co l’avevamo già visto ai premi Princesa de Asturias qualche anno fa, e ci era piaciuto già allora (Royal chic shock e boh – Novembre 2021). Trovo che la Reina indossi molto bene i modelli anni ’50: donano alla sua figura esile e anche i più esagerati, tipo questo, vengono smorzati dal suo rigore, rendendolo in compenso meno austero. Ai piedi anche lei ha infilato un paio di Manolo, le favolose Gotrianc, in mano la classica, amatissima e popolarissima clutch intrecciata di Bottega Veneta. Chic

Ok, non è né bianca né nera, ma potevo evitare di mostrarvi Letizia in questa mise? La Reina a Londra partecipa a un evento dedicato alla ricerca sul cancro. L’abito è Armani, collezione Pre Fall del 2019, in uno di quei blu con una punta di grigio che sa fare solo Re Giorgio. Il modello originale è lungo alla caviglia ma questo è stato accorciato con garbo. Lo trovo bellissimo. La scarpa (Carolina Herrera) sbecca un po’, un po’ tanto, ma non avendo mai provato tale sensazione, quella di Lady Violet e delle sue ampie estremità è pura invidia. Chic e sto.

Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte seconda)

…e venne il gala dinner, con la sontuosità degli abiti e lo splendore dei gioielli. E pure l’inevitabile gaffe, che stavolta avrebbe potuto essere evitata.

(Ph: Ingemar Lindevall/Kungl. Hovstaterna)

Nella foto ricordo in piedi da sinistra Haakon, principe ereditario di Norvegia, solo soletto (la moglie Mette-Marit, affetta da fibrosi polmonare, ha dovuto fermarsi un paio di settimane per riposare), poi Daniel e Victoria di Svezia, lei principessa ereditaria e lui il suo consorte, il Presidente finlandese Sauli Väinämö Niinistö, Margrethe II di Danimarca, Carl XVI Gustaf di Svezia, Harald V di Norvegia, il presidente islandese Guðni Th. Jóhannesson e la coppia degli eredi al trono di Danimarca, Frederik e Mary; davanti ai signori sono sedute le rispettive consorti, con Silvia di Svezia e Sonja di Norvegia in versione gemelle Kessler, vestite praticamente uguali; che scivolone!

Giallo oro per Silvia, avrà voluto coordinarsi con collare e galloni del consorte? L’abito di Georg et Arend ha una doppia gonna in seta pesante e un corpino tutto tempestato di pietre. La regina ha in mano una minaudière, che potrebbe anche essere la Melone di Bulgari; in quel caso “oro” si riferirebbe non al colore ma proprio al materiale… Sotto quest’aurea mise la regina piazza delle scarpine verdi; verde pure la stola in seta, che probabilmente dovrebbe servire all’occorrenza a scaldare la sovrana, ma mi pare leggerina. Mettendo da parte quest’insieme così pappagalloso, sul capo di Silvia troneggia – letteralmente – la sontuosissima tiara Braganza, con orecchini altrettanto importanti. Favolosi i gioielli, ma il resto per me è shock.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

Giallo pure per Sonja di Norvegia ma in tonalità canarino, che anche lei ha abbinato col verde, nel suo caso le pietre della notevolissima parure di smeraldi che arriva direttamente dallo scrigno di Josephine, imperatrice dei Francesi e prima moglie di Napoleone. La parure è attualmente composta da quattro pezzi: diadema, collier, spilla più gli orecchini che in origine non facevano parte dell’insieme ma sono stati creati in seguito utilizzando pietre della collana. Curiosamente questa tiara e la Braganza indossata da Silvia hanno identica provenienza: arrivano entrambe dalla stessa sovrana: Josefina di Svezia e Norvegia, che aveva ereditato la prima dalla sorella Amélie, seconda moglie di Pedro de Braganza, imperatore del Brasile, mentre questa da Josephine, che era sua nonna. Tolto lo splendore delle gemme che dire dell’abito? Dato il suo aspetto così tipicamente anni ’80, se è vintage passi, altrimenti boh. Però si potevano mettere d’accordo prima.

(Ph: Jesper Sunesen)

Premessa: ho scelto questa foto di Margrethe II perché tra quelle che ho visto è quella che mostra meglio la mise; la regina scende dal vascello reale dove la delegazione danese ha soggiornato. Anche il suo è un abito già indossato, creato dalla stilista danese Birgitte Thaulow. Bella la seta, corposa ma non rigida, grazioso il disegno a ramages stilizzati, interessante la doppia fusciacca rossa e fucsia, che tra l’altro consente alla fascia dell’ordine del Serafino di appoggiarsi con grazia. Chic, anche senza considerare la trionfale parure di perle e diamanti, a corredo della celeberrima Poiré tiara.

Nata principessa reale è diventata regina, anche se consorte, a soli 18 anni. Ora non lo è più, ma in questa occasione è senz’altro regina di eleganza. Anne-Marie di Grecia arriva al braccio del suo bel cavaliere norvegese con un’altra creazione di Celia Kritharioti, un abito dalla linea pulita in crêpe color amarena; quasi una colonna a sorreggere la favolosa Khedive tiara, un gioiello che mischia lo splendore dei diamanti al fascino della storia (ne parliamo approfonditamente qui: A Royal Calendar – A Greek royal wedding). Nel 1905 un giovanotto svedese appassionato di archeologia si trova al Cairo; si chiama Gustaf Adolf, ed è secondo nella linea di successione al trono. Incontra una famiglia di pari lignaggio: i Duchi di Connaught e Strathearn; madre del duca è la regina Victoria, ma a colpire il giovanotto è la figlia Margaret, sua coetanea. Colpo di fulmine, i due si sposano il 15 giugno di quello stesso anno. Per celebrare l’incontro e la nascita di questo amore all’ombra delle Piramidi, il Khedive d’Egitto invia alla sposa un favoloso diadema a volute di diamanti creato da Cartier. Margaret muore nel 1920 per una infezione durante l’ultima gravidanza; il prezioso gioiello viene ereditato dall’unica femmina, Ingrid, che se lo porta a Copenaghen quando sposa l’erede al trono di Danimarca. Le sue discendenti di sangue si sposano tutte con quella tiara: Anne-Marie e sua figlia Alexia; Margrethe; Benedikte e le figlie Alexandra e Nathalie. Ora appartiene ad Anne-Marie e indossarla in questa occasione ha un particolare significato, dato che Margaret è la nonna che ha in comune col festeggiato, re Carl XVI Gustaf di Svezia. Superchic.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

La principessa ereditaria Victoria, cui è toccato anche tenere il discorso per il padre – né poteva essere diversamente – per il suo abito sceglie ancora Christer Lindarw. Quando l’ho vista arrivare al braccio del primo ministro Ulf Kristersson ho pensato alla divina Lollo recentemente scomparsa; la storica e inarrivabile fata turchina dello sceneggiato di Comencini, sarebbe impazzita. Ma Lady Violet non è una fata, non le piacciono gli abiti turchini, e lo trova francamente terribile. Non è che lo stilista è stato influenzato dalle sue attività artistico-teatrali? Per fortuna la tiara è la lineare Baden Fringe tiara, dalle linee sottili ed acuminate che danno un po’ di rigore all’insieme. Però non basta, shock.

Restando in famiglia, è una novità la tiara di Sofia. Cioè, non è esattamente una novità essendo la solita Palmette tiara ricevuta come dono di nozze dai suoceri, cui però sono state sostituite le pietre apicali, che in questo caso sono quarzi citrini. Dunque finora oltre agli smeraldi nuziali l’abbiamo vista decorata anche da perle, turchesi, topazi blu, e ora citrini. Immagino le pietre ambrate siano state scelte per armonizzarsi con l’abito giallino di Safiyaa, brand al momento molto amato dalle royal ladies, che a mio avviso dovrebbero scegliere meglio i modelli. Trovo questo, il Bellara, con quelle applicazioni plasticose sulle spalle (si intravvedono pure sullo strascico) di rara bruttezza, e tra l’altro, visto in movimento, costringeva la povera Sofia a muoversi anche piuttosto goffamente; forse troppo stretto lui, o troppo alti i tacchi Louboutin. Strashock.

Quella della famiglia che mi è piaciuta di più è senz’altro Madeleine, in una diversa versione del cape dress a firma Jenny Packham: un abito argento ricamato di cristalli con una cappa che essendo leggerissima aggiunge movimento senza appesantire. Nessuna sorpresa per la tiara che adorna il capo della principessa: la cosiddetta Modern Fringe che indossa molto spesso, incluso il suo matrimonio. È un gioiello privato che non fa parte della fondazione Bernadotte; essendo comparso sulla testa di Silvia negli anni ’80 si pensa che sia un regalo del marito per i dieci anni di matrimonio. Dalla frequenza con cui Madeleine la usa, è probabile che la madre l’abbia donata a lei, forse proprio per le sue nozze con Chris O’Neal. Splendidi gli orecchini. Chic.

Arrivano insieme i consorti di due futuri sovrani, Mary di Danimarca e il birthday boy Daniel di Svezia, che proprio il 15 settembre ha compiuto cinquant’anni. Per lei un abito non solo già indossato ma anche rimaneggiato dal creatore, il danese Lasse Spangenberg. Vi dirò, non mi fa impazzire. Anche Mary sceglie di indossare la sua Wedding tiara, ricevuta in dono dai suoceri per le sue nozze con Frederik. Notevoli gli orecchini con acquamarina, che la principessa sfoggia spesso nelle grandi occasioni; notevolissimo il bracciale di Annikat: due ali di diamanti che abbracciano il polso. Chic i gioielli, boh il vestito.

Per par condicio chiudiamo con il terzo principe ereditario presente, Frederik di Danimarca, che ha dato il braccio a questa signora; è la moglie del primo ministro Ulf Kristersson, si chiama Birgitta Ed, e ovviamente è membro del clero. Io trovo magnifico quest’abito, ma la cosa divertente è che mi sono incuriosita, ho fatto una ricerca e trovato il suo profilo Facebook. Dove lei racconta con un certo humour – almeno quello permesso dal traduttore svedese italiano – della difficoltà che ha spesso nel trovare la mise adatta ad accompagnare il marito pur indossando il clergyman (clergywoman?) o almeno il collarino ecclesiastico. La trovo fantastica, chic in terra e in cielo.

Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte prima)

Per celebrare degnamente l’equinozio e l’arrivo dell’autunno, stagione preferita di Lady Violet, ho pensato di dedicarvi un intero weekend con la vostra rubrica preferita. Partiamo con il giubileo d’oro di Re Carlo Gustavo di Svezia che ha movimentato la scorsa settimana; e quando si tratta di Scandinavia, si sa, si para di pomp and circumstances. Chi temeva di rimanere deluso probabilmente si sarà ricreduto: abbiamo avuto di tutto, abiti da giorno, da sera e da gran sera, senza dimenticare i diademi (che vedremo domani).

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Giovedì 14, vigilia dell’anniversario vero e proprio, i festeggiamenti si sono aperti con uno spettacolo nel teatro interno al palazzo reale di Drottningholm, un’autentica meraviglia. In prima fila da sinistra la first lady e il presidente d’Islanda, i sovrani di Norvegia, i padroni di casa, Margrethe di Danimarca, il presidente e la first lady di Finlandia.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Le royal ladies svedesi si presentano piuttosto coordinate in tonalità rosate di varie intensità, a partire dalla regina Silvia, che per queste giornate si è affidata in toto alla maison tedesca Georg et Arend, con sede a Monaco di Baviera. Per la prima serata la scelta cade su un abito drappeggiato color cipria con quello che sembra un bolerino ricamato con cristalli e perline, probabilmente ispirato dalla carta dei pacchi di Natale. Le scarpe che si intravvedono sono Jimmy Choo, la clutch Judith Leiber. Lei è sempre splendida, ma boh. ,

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

L’erede al trono Victoria osa un abito di chiffon arancione, che in questa foto sembra albicocca ma il creatore definisce corallo. È opera di Christer Lindarw che è stilista, costumista ma anche artista e drag queen, insomma un fantasista stilé, come diceva Sordi. Ora, io lo so che non vi piace il monospalla, lo so che quel fiore, realizzato espressamente da Tim Mårtenson, è enorme e ha pure i pistilli svolazzanti, lo so che si vede – va bene, diciamo intravvede – il segno del costume, che mi pare quest’anno vada fortissimo; ma a me piace. È molto Victoria, mette allegria e le fa brillare pure il sorriso. Chic.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

La sorella Madeleine è la bella di famiglia, e a volte gioca a fare la vamp. Come in questo caso, con l’abito asimmetrico Marchesa che spero abbia resistito tutta la sera alla forza di gravità (non è colpa sua ma del modello e della sua costruzione). Accessoriato con scarpe coi fiocchi (Valentino) più clutch con un altro fiocco (sempre Valentino). Troppi fiocchi, troppo bambolona, troppo tutto. Boh.

(Ph: Fredrik Sandberg/TT/Ritzau Scanpix)

A Sofia e al marito Carl Philip, secondogenito, unico figlio maschio, e per qualche mese pure erede al trono – poi retrocesso da una norma costituzionale che riconobbe la primogenitura assoluta – temo che a volte tocchi il tavolo dei bambini, come in questo caso, dove precedono i nipoti Estelle e Oscar (e tra poco li seguiranno, essendo le due creature seconda e terzo nella successione). Penso che Sofia sia molto abile nel relazionarsi con la famiglia acquisita, e penso che in generale stia facendo un buon lavoro. Ciò detto, a me non piace, ha qualcosa che non riesco a definire ma a pelle non me la fa amare (immagino ne sarà devastata!). Il suo stile è penalizzato dall’uso, invero politicamente opportuno, di affidarsi spesso a stilisti svedesi, e nemmeno i più innovativi. Come in questo caso; l’abito di Lars Wallin ha una forma strana, con i volant che partono molto in basso; in più i volant così leggeri dovrebbero volare – sennò si chiamerebbero diversamente – questi più che altro piovono giù. Scontatissimo il rosa barbie, brutte brutte le scarpe che si intravvedono: delle mary jane rosa baby con altissimo plateau, incredibilmente firmate Gianvito Rossi. Shock. Dietro di lei Estelle, 11 anni di delizia, cui è stato adattato un abito di mamma, della H&M Conscious Collection; tra madre nonna e zie vestite in colori chiari o sgargianti l’unico triste e scuro tocca a lei. Non ti preoccupare tesoro, te lo puoi rimettere alla recita di Natale come regina del bosco.

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Amo Sonja di Norvegia, la trovo una donna interessante, esteticamente molto gradevole e dotata di una classe che la salva anche dai pochi scivoloni che fa lei come tutti. In questo caso è quella che mi piace di più: bello l’abito rosso, lungo ma non troppo da sera, già indossato in precedenza. È di Peter Dundas, stilista norvegese già direttore creativo di Emilio Pucci e Cavalli. Perfetta la misura che sfiora la caviglia, belle le scarpe argento e le calze lattiginose, molto amate dalle signore della sua generazione (esclusa mia madre, che le guardava con una certa perplessità). Bellissima anche la stola con l’alta fascia di pizzo; purtroppo per Sonja la signora sullo sfondo è vestita nello stesso identico colore, e non sarà per lei il solo incidente del genere… chic..

(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)

Sorelle ma diverse, almeno nell’abbigliamento, la regina di Danimarca Margrethe e Anne-Marie di Grecia. Ha lasciato un po’ perplessi la sovrana in corto, però la stessa scelta è stata fatta dalle consorti dei due presidenti, dunque probabilmente era una delle opzioni. Abito a fiori in un tessuto tappezzeria per la prima, mi fa pensare a quelle paesanelle che lei stessa abbiglia in qualità di costumista in certe pantomime stile Andersen. Quanto alla ex regina, fermo restando che non amo troppo i drappeggi ma spesso hanno la loro utilità, il modello della stilista greca Celia Kritharioti non mi dispiace ma il tessuto laminato bluette è terribile. Boh+boh.

Chiudono questa prima rassegna i principi ereditari di Danimarca; anche Mary riusa un abito già visto (News – visita di stato francese in Danimarca), in mikado di seta, dello stilista danese Lasse Spangenberg. Rispetto alle mise delle altre signore Mary, come Victoria, esagera un po’ ma in questo caso il bicolore e la fantasia a grandi fiori rende il tutto, seppur molto scenografico, un po’ meno formale. Chic.

Venerdì 15 le celebrazioni si aprono con il Te Deum nella cattedrale di Stoccolma.

Senza sorprese e senza pecche la mise scelta dalla regina: abito e giacca azzurro ghiaccio, altra creazione Georg et Arend; sui capelli un bandeau in tinta, con accessori in un beige chiarissimo e freddo. Impeccabile. Se posso fare un appunto, portando già sulla spalla sinistra il reale ordine familiare e la medaglia del giubileo avrei evitato di appuntare una spilla anche a destra, proprio per una questione di equilibrio visivo. Comunque chic.

Stesso stile e stesso colore, anche se in una tonalità più intensa (sì, proprio una di quelle che lady Violet non ama) la figlia minore Madeleine, in abito turchese di Emilia Wickstead già visto lo scorso anno, in giallo pallido, addosso a Catherine, allora ancora Duchessa di Cambridge, al Te Deum per il Platinum jubilee di Her Majesty. L’abito è il modello Elta, ma andrebbe ribattezzato almeno Jubilee, se non addirittura Te Deum! Perfetta per colore linee e proporzioni la creazione di Philip Treacy che Madeleine ha posto sul capo. Chic.

Accomunate dallo stile delle mise anche le due principesse ereditarie, una titolare e l’altra consorte: Victoria di Svezia e Mary di Danimarca, in abiti leggeri e floreali. La prima resta in patria scegliendo byMalina per un abito nato lungo e reso midi – che non è mai una grande idea – in testa un pillbox grande come un’aureola, royal blue come le scarpe Gianvito Rossi. Lei è una donna troppo sportiva ed energica per questi abiti così frufru, non chiedetemi perché mi fa pensare a un granatiere. Boh.

Più delicata Mary in Erdem, già indossato di recente: un’orgia di fiori ton-sur-ton sull’abito e sul fascinator con veletta. Ecco, se l’una mi ricorda un bersagliere l’altra mi fa pensare ai fiori in cornice dell’amica di nonna Speranza di gozzaniana memoria. Una domanda, ma Frederik non è grande abbastanza da meritarsi un vestito della sua misura? Boh.

Segue il gruppo varie ed eventuali capitanato da Sonja di Norvegia, senza sbavature e senza voli pindarici in un tailleurino color cipria con cloche in feltro un po’ troppo sportiva e un po’ troppo pesante. Ma su una mise così rigorosa non sarebbe stato più simpatico un cappellino più vezzoso? Noiosetta ma chic.

(Ph: Hanne Juul)

Suona la sveglia la pirotecnica Margrethe di Danimarca con un abito in seta a pieghe sciolte bianco e lilla completato da un giacchino in taffettà color ciclamino. Su tale deliziosa mise plana dallo spazio un cappello di paglia dalle incerte proporzioni che lo rendono simile a un disco volante. La giacca con un solo alamaro in quel punto farebbe difetto a chiunque, soprattutto se questo chiunque per camminare si appoggia a una stampella, con conseguente irrigidimento delle spalle. Come potete immaginare la adoro. Anche lei, come abbiamo visto su Silvia e come Anne-Marie al suo fianco, indossa una spilla anche sulla spalla destra; ci sarà una ragione che ci sfugge. Nel suo caso è la spilla Daisy che compare in tutti gli eventi più importanti, a partire dal suo stesso matrimonio. Boh. Total blue per la sempre bella Anne-Marie, elegante e sobria il giusto, dato che è vedova da pochi mesi. Anche lei come molte signore ha una stola, che nel suo caso ha il vantaggio di coprire il punto critico del robe-manteau, il taglio sui fianchi, per cui questa volta mi sembra più chic della precedente, in cui ha indossato la stessa identica mise, ve la ricordate? Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte prima)

No dai, ma che è questa roba? La graziosa Sofia riesce a imbruttirsi piazzandosi sulle ventitré un cappello davvero a forma di disco volante che data la posizione direi che sta per ripartire, e speriamo non torni. Abito giallino piuttosto informe e troppo lungo, in crêpe di lana, della stilista estone Lilli Jahilo su décolleté gialle Louboutin che non le regalano un’andatura elegante e una clutch rigida in pelle grigia che mi ricorda la cassetta salvadanaio di ferro che mio padre mi regalò perché non la rompessi subito, e io cercavo di scassinare con l’apriscatole. Shock.

Non perdetevi la seconda parte!

Scene da uno State banquet

Se i primi momenti della visita possono aver suscitato qualche perplessità – Charles troppo stazzonato, Emmanuel troppo galletto, Camilla troppo pastellosa, Brigitte troppo rigida – lo state banquet è stato un trionfo. Le signore splendide, in blu notte Dior, splendidamente coordinate.

Anzi, Camilla e Brigitte erano così in armonia che nell’entrata a Versailles la Première Dame ha aiutato la Queen Consort ad aggiustarsi il mantello, agitato dal vento. Vento che ha segnato molti ingressi dei 160 ospiti, scelti tra coloro – artisti, sportivi, uomini e donne d’affari – la cui attività ha favorito le relazioni tra i due Paesi.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Arriva a passo di carica Charlotte Gainsbourg, che figlia del francese Serge e dell’inglese Jane Birkin, è l’incarnazione dell’entente cordiale francobritannica. L’attrice era in abito lungo, ma il vento giocando con i profondi spacchi lo ha trasformato in una mini, uno stile irriverente che sarebbe piaciuto ai suoi genitori.

Rischia di volare via l’immarcescibile e magrissimo Mick Jagger, in smoking e sneakers con sciarpa svolazzante ancora più della zazzera, in un improbabile color marron glacé. Molto bella (e giovane) la compagna Melanie Hamrick, madre del suo ottavo figlio.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Monumentale Carole Bouquet, in camicia bianca e ampia gonna nera, per la gioia di Lady Violet, che con le camicie – maschili, eredità paterna – ci dorme pure. Carole è suocera di Charlotte Casiraghi, dunque consuocera di Caroline. Lo chic che incanta, ovviamente Chanel.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Al momento mi sfuggono le ragioni della presenza di Hugh Grant, ma ci saranno senz’altro. Lo scapolo d’oro del cinema British, dopo aver passato una vita da bello e impossibile, compiuti i cinquant’anni ha avuto la classica crisi della mezza età, in 15 mesi ha avuto tre figli da due donne diverse, poi una l’ha anche sposata (e sono nate altre due bimbe). La moglie, la produttrice televisiva e imprenditrice svedese Anna Elisabet Eberstein lo ha accompagnato a Versailles: lei bellina un po’ banale, lui sulla via della mummificazione. Quel dommage.

(Ph: Benoît Tessier/Reuters)

Forse ricorderete Jack Lang, a lungo ministro della cultura con Mitterand; con lui la moglie Monique Buczynski, due cuori e una tintura per capelli (madame, quelles chaussures!).

(Ph: Instagram @pierrehermeofficial)

Accompagnati dalle note del giovanissimo violinista svedese Daniel Lozakovich gli ospiti si sono accomodati nella Galerie des glaces, la galleria degli specchi, dove la tavola è apparecchiata con le porcellane di Sèvres dell’Eliseo. Trovo elegantissimo il colore della tovaglia e molto raffinata la decorazione floreale, scenografica ma semplice (e soprattutto bassa!).

(Ph: Instagram @annesophiepic)

Ecco un dettaglio della mise en place: l’apparecchiatura alla francese vuole le forchette con il dorso in alto e i rebbi verso la tavola, e immagino avrete notato il tovagliolo a destra. Nonostante ciò che si sostiene diffusamente, il tovagliolo a sinistra non è un diktat; lo si può sistemare da uno dei due lati del piatto, o sopra (però piegato semplicemente, non trasformato in un origami) e ci sono alcune importanti case dove lo trovereste immancabilmente a destra. Diciamo che può essere giocato per armonizzare il posto a tavola: in questo caso, ad esempio, a sinistra c’è il menu. Tutto bello direte voi, ma alla fine cos’hanno mangiato?

(Ph: Instagram @annesophiepic)

Coordinato da Fabrice Desvignes, chef del presidente, è sceso in cucina un vero dream team. Anne Sophie Pic, tre stelle Michelin, ha preparato l’entrée: aragosta blu e granchio (ne ignoro il colore) con mandorle e gélée di menta e cocco. Yannik Alléno ha proposto pollo di Bresse marinato allo champagne con porcini. Bernard Antony, Maestro Affinatore, ha sorpreso abbinando al Comté – il primo formaggio francese a fregiarsi del marchio AOC, ossia dell’Appellation d’origine contrôlée, ricevuto addirittura nel 1958 – l’inglese Stichelton, un particolare arborinato fatto con latte crudo.

(Ph: Instagram @pierrehermeofficial)

Chiusura in bellezza con una creazione del sublime Pierre Hermé, che ha riletto il suo celebre macaron Ispahan trasformandolo in un dolce al cucchiaio: composta di lamponi cotti e crudi, litchi, sorbetto di litchi e rosa, sorbetto al lampone e biscotto macaroon. Date retta a Lady Violet, se capitate in Francia (Parigi ma non solo) a Londra, a Baden Baden, a Montecarlo o in vari paesi del Medio ed Estremo Oriente entrate e assaggiate, poi mi direte (tutti gli indirizzi sul sito https://www.pierreherme.com/)

(Ph: Instagram @pierrehermeofficial)

E lui, avrà gradito?

Edit: solo The Queen Consort indossa Dior, l’abito della Première Dame è firmato Vuitton.

Le foto del giorno – Ils ont fait l’histoire

A volte capita anche a uno spazio frivolo come il sofà di Lady Violet di assistere al momento in cui si fa la storia, ed è quello che è accaduto questa mattina.

Nel secondo giorno della visita ufficiale in Francia King Charles III ha tenuto un discorso in Senato davanti ai parlamentari delle due Camere riuniti nell’emiciclo e ai loro presidenti. È la prima volta per l’erede dei Re d’Inghilterra, nel Paese che il suo lo mandò al patibolo.

E alla fine del discorso, quei parlamentari hanno riservato al re una standing ovation, chi glielo avrebbe detto a Robespierre? Ma forse, se lo sapesse, l’Incorruptible sarebbe felice di aver contribuito a disegnare un mondo nuovo. Lady Violet confessa: queste cose colpiscono, e quasi commuovono. Non perdetevi questo momento davvero storico https://twitter.com/i/status/1704836324555940214

Nel suo discorso Charles ha ricordato la madre, cosa che sta facendo spesso; ieri sera al banchetto di stato il sovrano ha raccontato che i genitori visitarono la Francia nel 1948, pochi mesi dopo il matrimonio, con Elizabeth già incinta; i giovani sposi ballarono cullati dalla voce unica di Edith Piaf, e Charles ha confessato che La vie en rose è ancora una delle sue canzoni preferite; sarà per questo che ieri Camilla ha scelto quella rosea mise? Anyway, sempre in ricordo di The Queen, ieri il re e il presidente hanno piantato un albero, offerto da Macron, nel giardino dell’ambasciata britannica, tradizione iniziata dalla defunta sovrana. In fondo, come si dice: una società progredisce quando i vecchi piantano alberi della cui ombra sanno che non godranno mai.

Breaking News! Indovinate? Cape dress

E venne il giorno – anzi la sera – in cui anche la Queen Consort Camilla si arrese al cape dress.

Per la cena di gala a Versailles, di cui parleremo diffusamente domani, la regina arriva senza tiara (peccato!) ma con una mise blu notte firmata Dior, in accordo perfetto con l’abito della Première Dame, molto più smilzo ma praticamente dello stesso colore. Devo dire che la scelta mi convince, il cape dress dona a Camilla un’allure regale che in qualche modo riequilibra l’assenza di diadema, e il movimento donato dal vento è veramente scenografico. E poi il capo sarà anche scoperto, ma collo orecchie e polsi sfavillano grazie alla sontuosa parure di zaffiri ereditata dalla suocera e indossata – con tiara – per la prima visita ufficiale ricevuta da sovrana. Vi ricordo inoltre che il blu è il colore dei Re di Francia, una scelta voluta? Nel caso sarebbe un omaggio notevole, altrimenti va bene lo stesso. Buona serata nella vostra personale Versailles.