Spose come mimose

Oggi è l’otto marzo, giornata internazionale dedicata alle donne e ormai anche alle mimose. Vi tranquillizzo subito, non è intenzione di questo post celebrare le donne attraverso il ruolo di spose, la ragione è a un tempo più leggera e banale, e ve la spiego. Lady Violet è innamorata di un abito creato da Norman Hartnell negli anni ’50 per la giovanissima Queen Elizabeth, e lo considera un po’ il simbolo di questa giornata (qui trovate il post che gli avevamo dedicato qualche 8 marzo fa: La foto del giorno – 8 marzo). Poi qualche giorno fa mi sono imbattuta in una foto colorata a mano, che mi ha fatto nascere una curiosità.

La fotografia, di proprietà del Royal Collection Trust, ritrae la principessa Alice, terzogenita e seconda figlia femmina di Queen Victoria, che il 1 luglio 1862 andò sposa a Luigi IV d’Assia. Pochi mesi prima delle nozze era morto il Principe Consorte, Albert, per cui la cerimonia fu celebrata in forma privatissima nella sala da pranzo di Osborne House, amata residenza sull’isola di Wight. Alice morì di difterite sedici anni dopo, appena trentacinquenne, ma fece in tempo ad avere sette figli tra cui Victoria, nonna di Philip Duca di Edimburgo e Alice, ultima zarina di Russia col nome di Alexandra. Ma veramente la principessa si sposò in giallo? In effetti no, le spennellature color mimosa sono una licenza dell’ignoto ritoccatore; Alice adottò l’abito bianco secondo la moda lanciata dalla madre, ma ormai la suggestione era creata. Dunque mi sono chiesta se ci fossero state spose, se non reali almeno famose, andate all’altare in abiti color mimosa. Qualcosa c’è, anche se al contrario un articolo che mi è capitato di leggere di recente sottolineava come le spose reali tendano a scegliere il bianco anche al secondo matrimonio. Così hanno fatto le divorziate Letizia e Meghan, che nonostante il proprio passato – ma in ossequio al protocollo – si sono presentate all’altare aureolate di veli; la Duchessa di Sussex addirittura col velo anche davanti a coprire il viso, cosa che generò qualche commento diciamo sorpreso. In bianco ma corto anche la Princess Royal per le sue nozze con Tim Laurence, e l’attuale Queen Consort, che per la cerimonia civile a Windsor che la unì a Charles indossava abito soprabito e cappello che forse non erano candidi ma nelle fotografie lo sembravano. Per la benedizione del pomeriggio Camilla si cambiò indossando una mise colorata; un insieme grigio con tocchi dorati, non proprio giallo ma quasi (A Royal Calendar – 9 aprile 2005).

Il giallo oro è protagonista dell’abito con cui l’incantevole Jetsun Pema è diventata Regina del Bhutan il 13 ottobre 2011, e a dire il vero è presente anche nel vestito del re. Ciò non stupisce dato l’ovvio legame tra l’oro e la regalità, e in alcune culture orientali il giallo in ogni sua sfumatura è espressamente riservato al sovrano.

Volendo restare in compagnia del giallo oro, il più clamoroso wedding dress è senza dubbio quello di Olga di Grecia, andata sposa il 27 settembre 2008 sull’isola di Patmos a Aimone di Savoia Aosta. Prada creò per lei un abito pieno di rimandi alla cultura ellenica, un meraviglioso inno alla luce color oro pallido con acconciature di spighe come Demetra e bouquet di foglie di ulivo come Atena.

Uscendo dall’ambito reale non possiamo che incrociare la sposa seriale Liz Taylor, dea dagli occhi viola e ostinata dea del matrimonio, essendo andata all’altare per ben otto volte, con sette uomini diversi. Meglio di lei a Hollywood solo Zsa Zsa Gabor, che raggiunse quota nove. Dopo aver impalmato nel 1950 Nicky Hilton (in classico abito bianco, in fondo aveva solo 18 anni), Michael Wilding nel 1952 con un abito da sciura colorato (ma non si sa come, le foto sono solo in bianco e nero) con ampio collo e polsi in organza bianca; Mike Todd nel 1957 (abito a mezze maniche con cappuccio, secondo alcuni azzurro chiaro ma anche qui solo foto in bianco e nero); nel 1959 Eddie Fisher, scippato all’amica Debbie Reynolds (secondo me l’abito più bello, anche lui col cappuccio in chiffon verde oliva); Liz è pronta per la cinquina. Arriva a Roma per interpretare la femme fatale per antonomasia, Cleopatra, e incontra l’amour fou. Lui è un fascinosissimo attore gallese, Richard Burton; nel film è Marco Antonio. L’amore divampato tra la regina egizia e il triumviro romano viene replicato sotto il sole rovente del litorale laziale. Liz e Dick sono entrambi sposati, but who cares? Lui le chiede di sposarlo a gennaio a Toronto, le leggi canadesi pongono una serie di ostacoli ma come si sa omnia vincit amor e finalmente i due riescono a coronare; è il 15 marzo 1964 a Montreal, lei ha ottenuto il divorzio da Fisher solo nove giorni prima.

E finalmente eccolo, il famoso abito giallo: corto, di chiffon, con maniche abbondanti (pure troppo) creato dalla costumista di Cleopatra, Irene Sharaff. Inizia la fase che io chiamo trionfale e accompagnerà la diva per il resto della vita: mise ridondanti che spesso esaltano il fiorente décolleté però non valorizzano troppo la sua voluttuosa ma non slanciatissima figura. Come acconciatura un treccione inondato di fiori più adatto ad una sposa più giovane; per fortuna c’è ad attirare l’attenzione il sontuoso dono di nozze dello sposo: una spilla Bulgari con un grosso smeraldo circondato di diamanti. Lui d’altronde una volta disse della moglie: “l’unica cosa che Elizabeth sa dire in italiano è Bulgari”. Nel 1974 il matrimonio è finito – ma per lei quello durato più a lungo – l’anno dopo ci riprovano e il 10 ottobre si risposano in Botswana; lei indossa un leggero caftano multicolore da figlia dei fiori. Questa volta dura solo nove mesi, ma Liz non è donna da restare nubile a lungo e il 4 dicembre 1976 sposa John Warner, avvocato e senatore repubblicano della Virginia. Matrimonio invernale con abito di cachemire viola sotto un cappotto di tweed e pelliccia con turbante abbinato. Nel 1982 il divorzio, cui seguono nove anni di singletudine fino al 6 ottobre 1991, data dell’ultimo, improbabile matrimonio.

A un passo dai 60 anni Liz sposa Larry Fortensky, un operaio edile di vent’anni più giovane conosciuto mentre entrambi combattevano la dipendenza da alcol (più lei) e droga (più lui) ricoverati al Betty Ford Center. Un giovanotto cui si poteva perdonare molto, ma non la pettinatura. Nozze celebrate nel Neverland Ranch di Michael Jackson, grande amico della sposa e maestro di cerimonie. Anche questa volta Liz sceglie il giallo in una tonalità chiarissima, Valentino (sì proprio lui, il perfido) le dona un abito tutto balze da bella del sud, modello zia di Scarlett O’Hara. La coppia divorzia il 31 ottobre 1996. Otto e sto.

Ultimo della serie è uno degli abiti che da bambina mi piacque di più: il 30 giugno 1970 la giovanissima, famosissima, originalissima Caterina Caselli sposa il suo produttore musicale, Piero Sugar. Con lui smetterà di cantare ma scoverà una gran quantità di talenti che hanno deliziato le nostre orecchie negli ultimi cinquant’anni. Per lei un lo stile folk, allora pazzescamente di moda: abito in pizzo giallo su camicia d’organza bianca, più cappello a tesa ampia. Delizioso.

Le foto del giorno – Giorni lieti e ripetuti

Oggi è una giornata strana, dovunque mi giri mi imbatto in qualcuno che compie gli anni (auguri a tutti). E dato che c’è anche un compleanno reale festeggiamolo!

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

The birthday girl è Alexandra di Lussemburgo, nata il 16 febbraio 1991, che di anni, beata lei, ne compie 33. La fanciulla è la quarta figlia – e l’unica femmina – dei Granduchi Henri e Maria Teresa. Vive a Parigi col marito francese Nicolas Bagory, sposato lo scorso aprile; la coppia è in attesa del primo bebè che dovrebbe nascere “in primavera”, oriente temporale piuttosto ampio per cui non resta che aspettare anche a noi. Voi mi direte che nella foto non si vede il pancino, come mai? Semplice, la foto è riciclata, essendo stata usata pari pari per il compleanno di due anni fa, E siccome allora era il 2022 e si era in piena pandemia, probabilmente si trattava già allora di un riciclo, visto che nel precedente ottobre erano stati diffusi i ritratti dei figli dei granduchi con l’eccezione dell’erede, e quella di Alexandra era questa qui (lo trovate ancora sul sito). Non si dica che Lady Violet non fa giornalismo d’inchiesta!

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

Tra due giorni sarà la principessa ereditaria Stéphanie a compiere gli anni, e per lei saranno 40 tondi tondi, le toccherà un ritratto nuovo? Vediamo! Poi se vi devo dire, forse la fotografia di Alexandra che continuo ad amare di più è questa, bambina al mare con suo padre.

(Ph: Collections photographiques de la Maison grand-ducale de Luxembourg)

Alexandra è nata due giorni dopo il decimo anniversario di nozze dei genitori; a me piacciono questi arrivi in concomitanza con altre ricorrenze, mi sembra quasi che i piccoli vogliano festeggiare anche loro. Nella famiglia di Alexandra, ad esempio, il fratello minore Sébastien è nato il 16 aprile 1992, giorno in cui il padre, l’attuale Granduca Henri, compiva 37 anni; data la folla di compleanni lussemburghesi in primavera il suo bebè farà a sua volta qualche bella sorpresa? Sarebbe simpatico, e magari l’ottavo nipotino dei granduchi sarà una nipotina. Speriamo che sia femmina, sarebbe la seconda contro sei maschi! .

Ma quanto erano belli quel giorno i futuri nonni, e quanto fu romantico il loro matrimonio? Se avete voglia di ricordarlo, il post lo lo trovate qui: A Royal Calendar – 14 febbraio 1981

Royal chic shock e boh – Oriental edition

A gentile richiesta, oggi dedichiamo la rubrica domenicale principalmente al royal wedding celebrato in Brunei nella prima metà del mese. La verità è che la rapida e inattesa successione degli avvenimenti nella nostra vecchia Europa – da una parte il passaggio dei poteri sul trono danese, dall’altra le notizie sulla salute di King Charles e della Principessa di Galles – ha catturato tutta la mia attenzione impedendomi di fatto di seguire come avrei voluto il grande evento andato in scena dall’altra parte del mondo, le sontuosissime nozze del principe Abdul Mateen con Anisha Rosnah. Confesso che un po’ ha contribuito anche la lunghezza e la complessità della cerimonia; celebrata in ossequio ai dettami dell’Islam e delle tradizioni locali, arrivavano notizie e fotografie di ogni tipo, e orientarsi non era immediato.

(Ph: German Larkin)

Il rito nuziale vero e proprio è stato celebrato domenica 14, con l’incantevole sposa in Dior Haute Couture; abito sontuoso ma alla fine neanche tanto, in una candida seta pesante intessuta d’oro. Linea elegante e piuttosto semplice, corpino aderente e gonna morbida con un piccolo strascico; indispensabili per la cultura del Paese le maniche lunghe e lo scollo appena accennato, ma tanto lì c’è il preziosissimo collier con diamantone centrale ad attirare l’attenzione. Molto elegante il velo, la cui leggerezza viene un po’ mortificata dal copricapo modellato come il classico tudung delle donne bruneiane, su cui è poggiata una tiara davvero regale tempestata di diamanti.

(Ph: Mohd Rasfan)

È un gioiello di famiglia, 800 e passa pietre per un totale di 132 carati (e un valore stimato in 10 milioni di sterline) indossato in precedenza da una delle sorelle del principe per le sue nozze. Quello che veramente non mi piace è il bouquet di pietre, preziose pure quelle; una tradizione della famiglia reale che ne possiede diversi, utilizzati nei royal wedding da una trentina d’anni. Apprezzo il rispetto per usi e costumi, ma mi ricorda un po’ quelle composizioni di pietre dure presenti in certi salotti d’antan, tipo quello della nonna Speranza di gozzaniana memoria. Comunque devo dire che pur con tutte le limitazioni e gli eccessi di una cultura così diversa dalla nostra, l’effetto finale è piuttosto contemporaneo. Chic la mise, shock il bouquet. Shock pure il collier, ma in un altro senso.

Ancora più moderno, e vicino al gusto delle spose occidentali l’abito indossato per il ricevimento postnuziale. Il libanese Zuhair Murad ha creato per la nuova principessa un modello a sirena in una delicatissima sfumatura di rosa cipria, con ricami di piccole perle che creano disegni floreali. Favoloso anche questo collier, ancor più sontuosa la tiara, prestata dalla moglie numero 1 del sultano, cui si aggiungono anelli orecchini e bracciali tempestati di diamanti. Sicuramente qui non vale il principio less is more; comunque chic.

(Ph: Instagram @tehfirdaus)

La lunga teoria di riti e cerimonie che ha preceduto la cerimonia nuziale vera e propria era iniziata una decina di giorni prima con la Khatam Quran, la lettura del Corano insieme alla famiglia. Anisha indossava un elegante baju kurung, l’abito tradizionale, realizzato su misura da Teh Firdaus, il principale stilista del Paese, in un tessuto bianco perla realizzato usando tecniche antiche che creano un ricco motivo. Il pizzo floreale che definisce bordo e maniche della tunica è il tocco finale. Chic.

(Ph: Instagram @tehfirdaus)

Sempre bianco, sempre opera di Teh Firdaus, l’abito indossato dalla sposa durante la cerimonia detta Berbedak Mandi, che se non ho capito male dovrebbe essere una sorta di benedizione degli sposi da parte dei genitori. La mise indossata in questa occasione si ispira al modello del tradizionale baju kurung però è realizzato tutto in pizzo, il che da un’aria più internazionale, forse anche grazie al velo senz’altro più donante, almeno ai nostri occhi, del copricapo tradizionale. Lei è bellissima e le sta bene tutto, questa mise mi sembra un po’ troppo, boh.

(Ph: Instagram @germanlarkin)

Tutti questi abiti più o meno bianchi vi hanno stancato? Ho qualcosa per voi. Uno dei momenti più particolari di questo abbondantissimo matrimonio è stata la powdering ceremony, un rito per invocare sugli sposi fecondità e ricchezza (anche se non è che ce ne sia troppo bisogno…). in questo caso il colore è il rosso, elemento di una mise che vede il suo culmine in un’altissima corona.

(Ph: German Larkin)

Trovo alcuni aspetti di questo abito davvero affascinanti, e altri, come dire, sorprendenti. Come il fatto che con quel copricapo, i favolosi orecchini in oro e diamanti, i bracciali d’oro ai polsi, la sposa si sia appuntata anche una spilla, forse temeva di essere considerata troppo semplice, quasi francescana. Impossibile da inserire in una delle nostre categorie, ma wow!

Ma almeno un’ospite la ce la vogliamo mettere? Ne scelgo una a caso: Jetsun Pema, consorte del Re del Bhutan, seduto alla sua destra. Per lei l’abito tradizionale del suo Paese, questa volta in blu con tocchi di azzurro. Incantevole come sempre, spicca anche adeguatamente sullo sfondo giallo della sala (il giallo è il colore del Sultano, perciò lo vedete dappertutto ma non lo indossa nessuno). Sublimemente chic, as usual.

(Ph: Instagram @support.anishaik)

Ecco gli sposi, finalmente moglie e marito dopo la maratona nuziale. E per la prima uscita da principessa in abiti occidentali cosa sceglie la bella Anisha? Dior per le slingback color crema (modello J’adior) e borsa, la Lady Dior in coccodrillo blu, abbinate a un abito di Self Portrait che noi conosciamo bene, pure troppo… ve lo ricordate? (Il caffè del lunedì – Dress a Princess). Ne usciremo mai? Boh, ma quanto a scelte principesche direi che ci siamo.

Restiamo in zona per seguire un’altra giovane coppia sposata da poco: Hussein e Rajwa di Giordania in visita a Singapore. In occasione del Jordan-Singapore Tech Alliance Forum la principessa, capelli sciolti e spettinati à la Máxima, indossa un abito midi in viscosa di Karen Millen, in una fantasia dai colori muffosi che ammazzerebbero quasi tutte, lei sicuro. Va bene la sobrietà, ma qui si esagera! Mi dispiace, la trovo terribile, shock.

Il giorno seguente incontro con il Primo Ministro Lee Hsien Loong e consorte. Look un po’ monacale con l’abito bianco Roskanda caratterizzato da maniche inutilmente bouffant con nastro appeso, modello che mi permetto di sconsigliare per una colazione, dato che se nel menù fosse compreso un consommé il rischio inzuppo sarebbe altissimo. Mi piace molto la cintura che sembra una lamina metallica; gliel’abbiamo già vista, e sappiamo pure chi gliel’ha data (Festeggiare con stile) abbinata alle scarpine slingback Gianvito Rossi. Per ora Rajwa non si schioda dal mezzo tacco, per non sovrastare il coniuge, vediamo se più in là prenderà ispirazione dalla suocera, che porta tranquillamente i tacchi alti anche quand’è col marito. Se intanto la fanciulla si facesse dare qualche suggerimento per i capelli, evitando la (s)pettinatura a salice piangente non farebbe un grammo di danno. Scopriamo che anche lei ha la clutch Knot di Bottega Veneta, in una tonalità soberrima definita “travertino”. Boh. Fatemi spezzare una lancia in favore della signora Ho Ching, consorte del premier, con tunica ispirata alla tradizione e ciabattoni. La signora è laureata in ingegneria elettronica e ha avuto una brillantissima carriera da manager, che sicuramente ha nutrito la sua autostima. Shock, ma brava.

Altro appuntamento, altra mise; in questo caso Rajwa sceglie un completo pantaloni a vita alta + giacca doppiopetto di Gabriela Hearst in un rosa cipria che le scalda l’incarnato pallido. Borsa in tinta: una Fendi Pikaboo, modello amatissimo dalla suocera Rania. In generale mi piace, ma la giacca tira un po’, andrebbero spostati leggermente i bottoni. A meno che la coppia non stia per darci una lieta novella, nel qual caso mi tacerei all’istante. Chic di incoraggiamento.

Unica principessa di sangue di questa rassegna, l’avevamo vista scendere la scaletta dell’aereo con le borse in mano nel primo viaggio all’estero del 2024 per un membro della Royal Family (Arrivi e partenze). Anne non avrà la bellezza del padre, cui somiglia molto, né il carisma della madre, ma ha un gran carattere e uno stile tutto suo. Nella visita in Sri Lanka l’abbiamo vista con diverse mise nessuna delle quali memorabili, che avevano però il vantaggio di mettere in luce l’essenza di chi le indossava. Ho scelto questa foto perché mi piace molto: lei semplicissima in pantaloni bianchi e camicia ecrù – forse inavvertitamente ha beccato uno dei trend di stagione, che vuole abbinate tonalità diverse di bianchi – ma circondata da persone che sorridono incantate. Chic a prescindere.

Breaking News – Cristina la soltera

La notizia ce la da la rivista Hola in esclusiva: l’Infanta Cristina e Iñaki Urdangarin hanno divorziato.

Il documento che scioglie ufficialmente il loro matrimonio è stato firmato dagli ex coniugi, assistiti da un avvocato matrimonialista, presso un notaio di Barcellona. Si conferma dunque l’ipotesi che voleva il divorzio sancito una volta che anche la figlia minore Irene avesse raggiunto la maggiore età. È la fine scontata, e attesa da tempo, di una storia con aspetti assolutamente riprovevoli e francamente imperdonabili.

Lady Violet però non può fare a meno di pensare al loro matrimonio, il 4 ottobre 1997; la felicità della sposa bella ed elegantissima, il fascino dello sposo; e il desiderio che ci accomunava tutti, di girare pagina e ricominciare, dopo la tragedia della morte di Diana e lo strazio del suo funerale, solo un mese prima. Promesse non mantenute, forse troppe; restano quattro bei ragazzi, e non è poco.

Le foto del giorno – Le notizie, quelle belle

Il cambio della guardia sul trono di Danimarca ha sparigliato le royal carte, piazzandosi al vertice dell’attenzione, almeno in Europa. Tuttavia nel mondo (e anche nel nostro vecchio continente) succede anche altro. Vi ricordate che in questi giorni in Brunei c’è un matrimonio? (Happy New Year!) L’aitante principe Mateen sposa la bella fidanzata Anisha, che viene da una importante famiglia del Paese. Mateen è figlio della seconda moglie del sultano Hassanal Bolkiah (i genitori sono divorziati), e ha 32 anni.Non è il principe ereditario, ma è molto popolare sui social.

(Ph: Anisha Isa Kalebic)

Le celebrazioni per il matrimonio dureranno 10 giorni, e spero che qualcuno ci spieghi cosa accade, perché orientarsi mi sembra piuttosto complicato. Intanto abbiamo la prime immagini della sposa, incantevole nel tipico abito che si chiama baju kunung, realizzato in una stoffa preziosa tessuta appositamente. Le fotografie si riferiscono al rito detto Khatam Quran, la lettura dei versetti del corano insieme con la famiglia, per prepararsi al matrimonio.

Oggi è stato il giorno della consegna della dote, cerimonia presieduta da uno dei fratelli maggiori dello sposo nel palazzo Istana Nurul Iman, residenza del Sultano e sede del suo governo.

Lo so, vi state chiedendo cosa ci sia in quei contenitori ricoperti da drappi dorati… purtroppo lo ignoro anch’io, ma considerando che il Sultano è tra gli uomini più ricchi dl mondo, non credo si tratti di strofinacci per la cucina.

Abbandoniamo gli splendori orientali e dedichiamoci a un altro tipo di evento, meno sontuoso ma certo non meno prezioso.

(Ph: S.A.R. la Grand – Duchesse de Luxembourg)

Domenica i Granduchi di Lussemburgo sono diventati nonni per la settima volta; la principessa Claire, moglie del secondogenito Félix, ha dato alla luce il terzo figlio. Il piccolo – 50 cm x 3 chili e 220 – si chiama Balthazar, nome che scopriamo piuttosto gradito ai reali di secondo piano, essendo quello del figlio minore di Charlotte Casiraghi. In casa granducale sembra che nascano tutti maschi: l’unica femmina è Amalia, sorella maggiore del neonato.

(Ph: S.A.R. la Grand – Duchesse de Luxembourg)

Ora non ci resta che aspettare la prossima nascita: l’unica figlia dei Granduchi, Alexandra, che ha sposato lo scorso aprile Nicolas Bagory, ha di recente annunciato la propria gravidanza; il bebé è atteso per la primavera. E noi attendiamo lieti sul sofà.

Happy New Year!

Vi distraggo solo un attimo dai preparativi questa sera, e vi confesso che per oggi nessun post era previso; ma poi è arrivata questa foto e ho pensato che non potevo non proporvela.

Dal Bhutan la famiglia reale più incantevole che si possa immaginare ci fa gli auguri per l’anno nuovo. E io mi permetto di unirmi a loro nell’augurare a tutti noi un anno di pace, di serenità, di gioia, con un pizzico di bellezza, che secondo me ci vuole.

In bellezza inizierà l’anno royal, con le nozze del principe Mateen del Brunei, che tra pochi giorni sposerà la fidanzata Anisha, figlia di un ministro del suo Paese.

(Ph: Instagram @tmski)

Posso solo immaginare lo sfarzo del matrimonio, ma sulla bellezza direi che non ci sono dubbi. Ci aspettano ben 10 giorni di festeggiamenti, davanti ai quali le nozze infinite di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo saranno una cosetta. Le danze si apriranno domenica 7, la cerimonia islamica a quanto ho letto è prevista per giovedì 11 mentre domenica 14 è il giorno del ricevimento nuziale e della parata per le vie della capitale. E mentre vi preparate mentalmente buttate un’occhiata al favoloso diamante che la sposa con nonchalance espone a favore di camera.

Passate una splendida serata con chi amate, iniziate il nuovo anno in allegria.

Lady Violet e Purple vi aspettano sul sofà, per un 2024 realmente royal. Happy new year!

Un amore di quarant’anni fa

Mi è appena venuto in mente che oggi cade un anniversario tondo tondo: quarant’anni fa Caroline de Monaco sposava il comasco Stefano Casiraghi.

(Ph: Bettmann/Getty Images)

Matrimonio inatteso, per certi aspetti sorprendente, che raccontò al mondo che il grande amore esisteva. Sembravano invincibili, Caroline e Stefano, illuminati da una felicità talmente radiosa da farti pensare potesse un giorno toccare anche a te. Com’è finita lo sapete, non riuscirono neanche a rischiare la crisi del settimo anno. Un giorno all’improvviso cambia tutto: lui morto, lei vedova, noi scioccati dalla notizia, e dalla necessità di renderci conto che le favole forse esistono, non per tutti, ma finiscono, e quello sì per tutti. Chi tra i miei lettori all’epoca era adulto, ricorderà la tragedia, l’incredulità, il dolore che, forse perché lui era italiano, un po’ sentivamo anche nostro. E poi la sofferenza incisa sul volto di quella giovane donna, che la urlava coi lineamenti stravolti come aveva gridato la sua felicità. La malattia che la lascia calva, il lento recupero, nuovi amori, un nuovo marito, un’altra figlia. Tanti anni dopo lei è una signora agée dalla testa serenamente grigia, che sembra aver trovato pace e tranquillità nella famiglia, i quattro figli e i sette nipotini. Non so a cosa pensi oggi, ma spero che siano rimasti solo i pensieri di gioia.

(Ph: Michel Dufour/Getty Images)

Nella mia vita ci sono stati dei momenti che io chiamo “la perdita dell’innocenza” cioè quell’ingenuità infantile che si protrae nel tempo, fino a quando non interviene qualcosa a darti la sveglia. Ecco, per me la fine della storia di Caroline è Stefano è stata uno di quei momenti.

Del loro matrimonio scrissi quando il sofà di Lady Violet era aperto da poco; se volete, il post lo trovate qui: A Royal Calendar – 29 dicembre 1983

Le foto del giorno – Ti ho sposato per allegria

Nonostante ieri io abbia pubblicato il post sul Día de La Hispanidad, che cade indubbiamente il 12 ottobre, non so perché mi sono alzata convinta che il 12 fosse oggi, una specie del giorno della marmotta, per cui il ricordo dei cinque anni dalle nozze tra Eugenie di York e Jack Brooksbank arriva la sera del 13 (e molti lo leggeranno direttamente il 14). Per fortuna i signori Brooksbank non hanno aspettato Lady Violet e hanno fatto da soli, autoricordandosi con un reel sul profilo Instagram di lei.

Da cui ho tratto tre deliziose foto, a partire da quella che ritrae l’allegra famigliola: mamma, papà, August e Ernest al mare, forse in Portogallo dove trascorrono parte dell’anno a causa del lavoro di lui. Una coppia consolidata, che ha dato sempre l’idea di solidità e armonia. Il loro matrimonio, il 12 ottobre 2018, arrivava cinque mesi dopo quello dei Duchi di Sussex e fu celebrato nello stesso luogo, la St. George’s Chapel a Windsor, dove ora riposano i nonni paterni di lei. Matrimonio che non risultò schiacciato né messo in ombra da quello dei più importanti cugini, ma anzi si è ritagliato un suo piccolo posto nella storia dei royal wedding innanzi tutto per l’assenza di velo della sposa, che vi aveva rinunciato perché rimanesse visibile la cicatrice degli interventi per la scoliosi subiti da bambina, testimonianza di difficoltà affrontate e superate.

Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo gli abiti degli sposi, quelli delle damigelle, e la favolosa tiara di smeraldi e diamanti, e la creazione di Peter Pilotto si conferma in vetta alle mie preferenze, superato forse solo dall’abito che Valentino creò per Máxima. Splendido anche il vestito color cipria con cui Zac Posen vestì Eugenie per il ricevimento serale.

Dopo esservi beati della bellezza di questa coppia e della loro famiglia, se volete iniziate il weekend ricordando quel giorno, magari proprio attraverso i reportage sugli abiti di Lady Violet, che trovate qui: A Royal Wedding Exhibition: Eugenie&Jack – la sposa! e qui A Royal Wedding Exhibition: Eugenie&Jack – tutto tranne la sposa.

Il reel pubblicato da Eugenie lo trovate qui https://www.instagram.com/p/CyTmCq1oUn1/

Breaking News! – Wedding bells

Din don din don din don sentite le campane? Se non le sentite oggi le sentirete tra poco meno di un anno, quando Märtha Louise di Norvegia sposerà il suo fidanzato, lo sciamano Durek Verrett. Le nozze saranno celebrate sabato 31 agosto 2024 all’Hotel Union sull’incantevole fiordo di Geiranger, che è patrimonio dell’UNESCO.

(Ph: Daryl Henderson/NTB)

La coppia aveva annunciato il fidanzamento (proprio con questa foto) il 7 giugno 2022; ora sappiamo che facevano sul serio. Lady Violet non nasconde qualche perplessità, soprattutto per alcuni aspetti dello sposo, autore di qualche uscita complottista di troppo e inseguito dal sospetto di essere un truffatore. Diciamo che finché lo insegue il sospetto e non direttamente la polizia va ancora bene. D’altronde lei sta per compiere 52 anni, lui ne compirà 49 a novembre, sono grandi abbastanza per decidere per sé, e speriamo per il meglio. Auguro alla sposa di trovare serenità oltre alla felicità, perché il precedente matrimonio con Ari Behn, finito in un divorzio e suggellato dal suicidio di lui, deve avergliene data poca, di serenità. Comunque andrà, un aspetto positivo c’è già: la dimostrazione che nella vita si può sempre ricominciare.

Parte il countdown, perché come diciamo noi, i royal wedding non finiscono mai!

Le coppie dell’estate

Grande classico dell’estate, con l’insalata di riso il burraco e il morto a galla, è mettere il naso nelle relazioni altrui e Lady Violet non si tira certo indietro.

La prima coppia è quella che incuriosisce di più sia perché coinvolge un futuro re, sia perché è la prima che riguarda la nuova generazione, sia infine perché la fanciulla ha sangue e titolo italiani, italianissimi. Lui è Christian di Danimarca, 18 anni da compiere il 15 ottobre, secondo nella successione dopo il padre Frederik. Lei è Maria Chiara di Borbone Due Sicilie, e 18 anni li ha compiuti a capodanno. Nata a Roma, è la minore delle due figlie dei Duchi di Castro, Carlo di Borbone Due Sicilie e Camilla Crociani, uno di quei matrimoni – invero piuttosto frequenti – in cui lei diventa nobile e lui diventa ricco. La fanciulla ha studiato privatamente, parla ben sei lingue, ma sulla pagina che la riguarda sul sito di famiglia non si parla di progetti universitari. Su questa coppia non ci sono certezze ma solo indizi. Il primo: i due sono stati visti insieme a Montecarlo nei giorni del Grand Prix; il secondo: in coda alle vacanze di famiglia a Ibiza lui si è fermato a St Tropez dove lei è in villeggiatura; il terzo: l’articolo che ha dedicato loro la rivista ¡Hola!, pubblicazione regina della prensa del corazón. Nulla di certo dunque, ma come sanno i fan della divina Agatha (e gli appassionati di letteratura gialla in generale) un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Per sapere qualcosa in più non dobbiamo aspettare tanto, solo due mesi; vedremo cosa succederà per il compleanno di lui, che sarà celebrato col fasto che merita. Però a me la bionda Camilla – che qualcuno chiama Princess Barbie, di modissima in questi giorni – consuocera di sovrani mi piacerebbe assai, e l’accoppiata con la bruna Mary sarebbe piuttosto stimolante.

(Ph: splashniews.com)

Seconda coppia, altra mancanza di certezza ma voci che sulla stampa anglosassone si susseguono da vari mesi. Lui, Constantine Alexios di Grecia, è il secondogenito e primo maschio dei cinque figli di Pavlos e Marie-Chantal; anche lui compirà gli anni a ottobre, nel suo caso 25. Tenuto a battesimo dall’attuale Principe di Galles, nel Regno Unito è considerato il miglior partito in circolazione, dopo che anche il giovane simpatico e ricchissimo Duca di Westminster ha annunciato le proprie nozze (a giugno dell’anno prossimo). Lei è Poppy Delevingne, della famosa famiglia di imprenditori e modelle. Ha dodici anni di più, un paio di pupi, e risulta ufficialmente sposata, ma si pensa sia separata di fatto da un annetto. Un amore che noi comuni mortali possiamo seguire soprattutto grazie a Instagram: lui posta immagini bucoliche di lei, lei mette i cuoricini ai post di lui. Sembra uno di quegli amori “leggeri” e a questo stadio non ci sono elementi per dire che evolverà in altro, ma è proprio il caso di dire che… se son papaveri fioriranno (per i non anglofoni, poppy è il papavero). E vi assicuro che di lui parleremo ancora.

La terza coppia è l’unica che possiamo dare per certa, dato che ha appena annunciato le nozze. In questo caso diamo la precedenza a lei, la deliziosa Iman Pahlavi; trent’anni a settembre, seconda delle tre belle figlie di Reza, principe ereditario dell’Iran, e dunque nipote della leggendaria Farah Diba. Come sapete, la famiglia reale iraniana fu costretta all’esilio a seguito della rivoluzione islamica; quando il 16 gennaio 1979 lo Shah e la Shabanou abbandonarono il Paese, Reza era all’estero per ragioni di studio, e non ha mai più rimesso piede in patria. Dalla morte del padre, nel 1980, è il capo della famiglia e pretendente al trono; vive negli Stati Uniti con l’occhio sempre fisso al suo Paese e a ciò che vi accade. Negli USA ha conosciuto e sposato Yasmine Etemad-Amini, anche lei iraniana rifugiata all’estero, avvocata e attivista; hanno avuto tre figlie: Noor, Iman e Farah. Lo sposo si chiama Bradley Sherman, ha 33 anni e lavora nella finanza; la coppia si frequenta da tre anni, dopo il fidanzamento alle Bahamas con tutta la famiglia non ha ancora resa nota la data del matrimonio ma si sa che poi Iman e Bradley vivranno a New York, dove lei lavora per American Express. Sono molto curiosa di vedere queste nozze, che penso avranno uno stile più americano che persiano, certo molto lontano dai matrimoni dei nonni della sposa (o quello del nonno con Soraya); sono anche lieta della felicità che spero porterà alla famiglia, negli anni straziata dalla morte dei due figli più giovani dei sovrani, Leila e Ali Reza, entrambi suicidi a dieci anni di distanza. Francamente, più di quello che chiunque possa sopportare.

Se volete, in attesa di bearci delle immagini nuziali, su Netflix trovate il film Drottningen och jag, documento che una regista iraniana naturalizzata svedese (in lingua originale con sottotitoli) ha girato nel 2008 con la Shabanou.

Se poi volete combattere il caldo con un matrimonio veramente da favola, seguite i link: A Royal Calendar – 12 febbraio 1951 (prima parte) e A Royal Calendar – 12 febbraio 1951 (seconda parte)