Il caffè del lunedì

Oggi è indubitabilmente lunedì, ma è anche un lunedì stretto tra due giorni festivi, per cui è probabile che molti di voi non lavorino e possano godersi ritmi più lenti; dunque il giorno perfetto per raccontarvi una piccola di novità: il caffè del lunedì. Ogni lunedì mattina Lady Violet vi aspetterà sul sofà per due chiacchiere, il tempo di un caffè.

E se sorseggiando il vostro espresso vi assalisse un dubbio? Portare il cucchiaino alle labbra dopo aver messo lo zucchero e mescolato? Alzare solo la tazzina o anche il piattino? Fate come me, sfogliate Bon Ton Pop A Tavola e risolvete ogni dilemma. Il libro è il fratellino minore di Bon Ton Pop, la bibbia delle buone maniere del nuovo millennio, opere entrambe di Elisa Motterle, che oggi è ciò che Donna Letizia fu per gli anni ’50 e Lina Sotis per gli ’80. Elisa non è una esperta, è LA esperta di etichetta, l’unica persona che io conosca ad avere la certificazione di IEPA London, la International Etiquette & Protocol Academy; non è solo appassionata di buone maniere, ma anche convinta del loro potere di aggiungere garbo e grazia alla vita quotidiana. Sa dirvi sempre quale regola seguire in ogni occasione, ma vi spiega anche perché – perfino quando è lecito evitare – e magari ve ne racconta la storia. Da leggere tutto d’un fiato o da sfogliare per avere lumi su un argomento specifico, godendosi le deliziose illustrazioni di Viola Bartoli. Indispensabile per voi, perfetto come regalo di Natale. Magari per quell’amica convinta di sapere tutto…

Il libro è disponibile ovunque, ma se volete fare felice Lady Violet prendetelo in una libreria indipendente, autentico tesoro culturale del nostro Paese.

E se già non lo fate, andate a seguire Elisa su Instagram, un’autentica miniera di informazioni.

A lunedì!

Breaking News – Riserve

Ieri il New York Times aveva dato la notizia in anteprima e oggi l’editore l’ha confermata: l’autobiografia del principe Harry di cui si parla da mesi è pronta, e uscirà il prossimo 10 gennaio.

Il titolo scelto è secco come una fucilata: Spare, che in italiano potrebbe tradursi come “la riserva”; ovvio riferimento all’espressione “the heir and the spare” con cui si identificano i figli – di solito i primi due – di sovrani e aristocratici: l’erede e quello che subentrerebbe se accadesse qualcosa al primo. Temo dunque che possiamo aspettarci esattamente quello che pensiamo: le memorie di qualcuno che non si sente adeguatamente valutato, adeguatamente stimato, forse nemmeno amato. Qualcuno che pensa di venire sempre per secondo, che è poi il modo migliore per esserlo davvero.

Tutti i dettagli dell’operazione sono rimasti rigorosamente segreti, dal contenuto alla data inizialmente prevista per la pubblicazione; con ogni probabilità questo novembre, per poter approfittare anche del traino natalizio. La morte della nonna Regina potrebbe aver spinto Harry a fare dei cambiamenti, magari alleggerendo qualche giudizio e qualche considerazione, e questo si spiegherebbe il ritardo. La data scelta cade il giorno successivo al compleanno della cognata Catherine; e non si dica che non è un regalo originale!

Le foto del giorno – La bella gioventù

Compie oggi 21 Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura regina dei Belgio, e la Casa reale pubblica in suo onore due fotografie scattate a metà settembre nel castello di Laeken, quando la fanciulla era ancora in patria; oggi festeggia a Oxford, dove segue i corsi di Storia e Politica al Lincoln College.

(Ph: Bas Bogaerts)

Anche i genitori in questi giorni sono all’estero, impegnati in una visita di stato in Lituania (oggi nella capitale Vilnius hanno visitato la chiesa di San Michele, che ospita le tombe di molti membri della famiglia Sapieha, cui apparteneva la nonna materna della Reine).

(Ph: Bas Bogaerts)

Un compleanno festeggiato sul filo della lontananza, la forza degli affetti e l’unità della famiglia: per questi ritratti Elisabeth ha saccheggiato l’armadio materno scegliendo oltre a un paio di orecchini un top firmato Natan che l’allora principessa Matilde aveva indossato nel 2009.

Guardando gli scatti, a Lady Violet sono tornate in mente immagini simili, i ritratti per il quarantesimo compleanno della madre Mathilde, allora anche lei Duchessa di Brabante, in quanto moglie dell’erede al trono belga; sarebbe divenuta Regina Consorte sei mesi dopo

Somigliano madre e figlia? Nei tratti della deliziosa Elisabeth a me sembra di vedere incrociarsi la dolcezza di Mathilde, la delicatezza della bisnonna Astrid, ma anche il brio di nonna Paola; il risultato è una bellezza moderna, una ragazza che sembra intelligente, brillante, volitiva, e mi piace sempre di più. Ci attendono lunghi anni soddisfatti da royal watcher; è una promessa e anche un po’ una minaccia.

La foto del giorno – Principesse rivoluzionarie

Prendiamoci una pausa dalle vicende politiche italiche; le mise della (anzi del, come preferisce essere chiamata) Presidente del Consiglio e delle altre signore coinvolte hanno scatenato un’accesa discussione cui non ci sottrarremo. Oggi vi propongo invece una fotografia in cui mi sono imbattuta navigando nel web, e mi ha colpita. In queste settimane moltissime donne sono scese in strade per manifestare in favore delle donne iraniane; a Washington c’erano anche loro, che con quel Paese hanno un legame speciale: le discendenti dell’ultimo Shah, quel Mohammad Reza Pahlavi che il 16 gennaio dovette abbandonare il suo Paese per poi morire al Cairo un anno e mezzo dopo.

Lo Shah si sposò tre volte: la prima con Fawzia, Principessa d’Egitto, da cui ebbe solo una figlia femmina, Shahnaz; la seconda fu la sterile e infelice Soraya Esfandiary Bakhtiari, e la loro storia, che fece versare oceani di lacrime alle fanciulle degli anni ’50, l’abbiamo raccontata qui: A Royal Calendar – 12 febbraio 1951 (prima parte). Alla fine arrivò la giovanissima Farah Diba, che gli diede quattro figli – e l’agognato principe ereditario – e fu ringraziata col titolo (e la corona) di Shahbanu, Imperatrice. Il loro primogenito è l’erede al trono e attuale capo della casata, Sua Altezza Imperiale Reza Pahlavi, che vive in esilio addirittura da prima del resto della famiglia, dato che allo scoppio della rivoluzione si trovava all’estero per l’addestramento da pilota militare, e non gli fu permesso di rientrare. Nel 1986 ha sposato Yasmine Etemad-Amini, anche lei iraniana esiliata (nella foto la seconda da sinistra) da cui ha avuto tre figlie: la trentenne Noor (al centro), Iman, 29 anni (la prima a sinistra) e Farah, che ha 18 anni e il nome della nonna, e chiude la fila. Accanto a lei Farahnaz, secondogenita dello Shah e della Shahbanu. Gli altri due figli della coppia, il principe Ali-Reza e la principessa Leila sono morti suicidi a dieci anni di distanza. Lui doveva compiere 45 anni e stava per diventare padre; la figlia Iryana è nata sei mesi dopo. Si dice che non si sia mai ripreso dalla morte della sorella minore Leila, suicida nella sua camera d’albergo a Londra ad appena 31 anni. Testimonianza della sofferenza imposta dall’esilio, che si legge ancora oggi sul viso scavato di Farahnaz. La generazione giovane sembra invece meno tormentata e più equilibrata, ma sempre legata alle origini; le principesse mostrano la bandiera dell’Iran imperiale, col simbolo del leone che brandisce una scimitarra davanti al sole.

Una piccola curiosità: il nome completo della Croce Rossa Internazionale è Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (i paesi islamici leggevano nella croce romana un simbolo del cristianesimo, mentre come sapete è la bandiera svizzera in negativo). All’epoca dello Shah, fu aggiunto anche quel simbolo: Leone e Sole Rosso.

E una piccola riflessione: nell’assai improbabile caso di una restaurazione monarchica, sul trono del Pavone dopo suo padre Reza siederebbe Noor. Che sarebbe un bel segnale per le donne iraniane, e per gli uomini.

Republican chic shock e boh – Giuramento edition

È fatta, l’Italia ha un esecutivo in più – il sessantottesimo della Repubblica – e un soffitto di cristallo in meno, visto che per la prima volta a capo del governo c’è una donna.

Noi però qui non parliamo di politica e rivendichiamo il nostro diritto alla leggerezza, per cui Lady Violet vi propone oggi una special edition della rubrica domenicale; via con chic shock e boh!

La donna del giorno che finora non ha sbagliato nulla, la Presidente Giorgia Meloni, inciampa per la prima volta sul colore ella sua mise. Nera. Tinta ormai sdoganata per qualunque ora e qualunque occasione (matrimoni a parte), ma coi suoi trascorsi e l’incombente centenario della marcia su Roma io avrei evitato. Per fortuna non è orbace. Qualcuno invero sostiene che il colore non fosse nero ma un blu scurissimo. Amici, quando parliamo di simboli ciò che sembra nero è nero. Il completo pantaloni Armani – con camicia abbinata – è molto bello, e lo sarebbe di più se fosse della sua misura, invece mi sembra che tiri un po’. I pantaloni e la lunghezza della giacca non la slanciano, per cui King Giorgio dovrà inventarsi qualcosa di diverso. Boh.

Maria Elisabetta Alberti maritata Casellati Ministro per le Riforme. Confesso il mio pregiudizio nei confronti di colei che da seconda carica dello stato rappresentò l’Italia all’intronazione dell’Imperatore del Giappone presentandosi in pantaloni al formalissimo gala dinner. Evidentemente si sente più a suo agio in pantaloni, e per questa importante occasione ha riciclato un tailleur già visto, tipico del suo stile e probabile opera della stessa mano. La grande spilla è un’altra costante delle sue mise, data l’ora avrei evitato gli orecchini chandelier. Boh.

Alessandra Locatelli Ministro per la Disabilità. In bianco anche lei, il suo completo riesce ad essere più brutto perfino del nome del ministero che le è stato assegnato. Vince a mani basse il premio per la peggiore mise della giornata: completo stile cugina povera di Mara Venier, giacca doppiopetto su pantalone troppo corto che svela scarpine e calze bianche ormai relegate alla prima comunione. Mi astengo sull’aspetto della sua chioma. Shock. Con lei gli altri ministri della Lega, capitanati da Calderoli in spezzato, ma perché? L’abito di Giorgetti mi spinge a una riflessione: speriamo che il ministero al Made in Italy faccia tornare di moda i sarti. Per tutti una preghiera: toglietevi spilline con Alberto da Giussano, cravatte verdi e elmi con le corna; da ministri non rappresentate più solo una parte, ma l’intera nazione. Shock

Eugenia Maria Roccella Ministro per Famiglia, Natalità e Pari Opportunità. Per lei un completo pantaloni banalotto e nero (ti pareva!) blusa a disegni cravatta con bordi a contrasto, tacco basso, caschetto ultrapratico castano trumeau, sguardo severo un po’ sdegnoso e un po’ scocciato. Direi che l’aspetto è il suo lato migliore. Boh, e mi fermo qui.

Daniela Garnero ex Santanché Ministro per il Turismo. Confesso che mi ha stupito in negativo, perché molto si può dire di lei tranne che non tenga al suo aspetto. Sceglie un completo gessato imparentato alla lontanissima con quelli da manager: pantaloni skinny su décolleté con tacco 12 dorato e giacca troppo grande, più blusa bianca con fiocco lasciato pendere tipo cravatta (a proposito di simboli maschili) e capelli sciolti sul viso come un’adolescente degli anni ’70. Non ho la foto quindi vi dovete fidare: all’arrivo la neoministra portava una di quelle famose borse di quella famosissima maison francese che ama tanto. Attenta, che il ministro del Made in Italy te la sequestra! Shock.

Anna Maria Bernini Ministro per l’Università e la Ricerca. Anche lei come da manuale in completo pantaloni nero e camicia bianca; ma nel suo caso va detto che è fedele al suo stile. Affronta con passo sicuro i sampietrini di piazza del Quirinale, per poi cadere sul post cretino sui social. Che vi devo dire? Da chic a boh è un battito d’ali o una story su Instagram.

Marina Elvira Calderone Ministro per il Lavoro e le Politiche Sociali. Difficilissimo trovare una sua immagine, ma l’ho vista giurare e mi è piaciuta. Anche per lei completo pantalone nero con blusa in tinta e caschetto biondo: semplice, essenziale. A cercare il pelo nell’uovo una giacca monopetto le avrebbe donato di più, e i collier girocollo non slanciano particolarmente, ma mi sembra uno di quei casi in cui la mise descrive perfettamente chi la indossa. Chic d’incoraggiamento.

E i signori? Tolta la sublime ieraticità del Presidente Mattarella, tolti i ministri di cui già abbiamo detto, , tolti anche quelli – il Ministro dell’Interno Piantedosi, quello della Giustizia Nordio – la cui autorevolezza sopperisce anche a qualche peccato di stile, gli altri dimostrano plasticamente che una cravatta sbagliata rovina qualunque vestito, un fitting sbagliato qualunque uomo.

Menzione a parte per Andrea Abodi Ministro per lo Sport, che indovina la cravatta ma ci piazza un abito grigio chiaro. Colore senz’altro adatto alla mattina, ma lo eviterei per un giuramento al Quirinale; perfetto invece per le riunioni all’Aniene. I Romani sanno di cosa parlo, per tutti gli altri: esclusivo circolo sportivo, ancora precluso alle donne (è in atto una furiosa discussione), dove lo sport è un pretesto per meeting tra i rappresentanti dell’upper class nostrana. Sull’Aniene sospendo il giudizio, ma il ministro è shock, senza pietà.

Le foto del giorno – Dieci anni dopo

Era un sabato di sole quel 20 ottobre di dieci anni fa, quando l’erede al trono lussemburghese, Guillaume, portava all’altare la contessa belga Stéphanie de Lannoy.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

L’allegria di quel giorno era venata da una leggera malinconia per l’assenza della madre della sposa, scomparsa solo otto settimane prima. E una certa malinconia sembrava avvolgere questa coppia, spesso un po’ a disagio negli eventi pubblici, lui goffo, lei trascurata (come dimenticare i capelli fermati coi mollettoni di plastica, o i tristi completini sintetici?). E la domanda sempre sussurrata: perché non hanno figli?

Poi è arrivato il piccolo Charles a riempire di felicità i genitori e di allegria tutti quelli che si imbattono in loro. Sono passati dieci anni da quello che fu l’ultimo matrimonio di un principe ereditario – il prossimo si svolgerà in Giordania – e la gioia sembra essere diventata la cifra di questa coppia, che oggi festeggia le nozze d’alluminio aspettando il secondo figlio. Nelle fotografie diffuse dalla Corte Guillaume e Stéphanie sono ripresi nelle strade del Lussemburgo, lui con le tempie ingrigite, lei col pancino arrotondato per l’incipiente gravidanza (il bebè è atteso per aprile), mostrando una gloriosa normalità non priva di fascino.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)

E poi, come dimenticare che le loro nozze sono passate alla storia come il royal wedding col fagiano? Correte a riguardare le immagini (e le mise) di quel giorno: A Royal Calendar – 20 ottobre 2012

La foto del giorno – Regina dei libri

Abbiamo spesso parlato del grande amore di Camilla per i libri, passione ereditata dal padre Bruce Shand. Dal 2013 partecipa alla consegna del Booker Prize, il premio letterario più importante al mondo, conferito annualmente a un romanzo pubblicato nel Regno Unito, e dona al suo autore fama planetaria. Tanto per fare un nome, Hilary Mantel, recentemente scomparsa, ha vinto il premio due volte per due dei libri che compongono la trilogia dedicata a Thomas Cromwell, nell’Inghilterra Tudor.

Ieri, per la prima volta, è intervenuta come Regina Consorte e ha consegnato il premio al vincitore di quest’anno, Shehan Karunatilaka, per il romanzo The Seven Moons of Maali Almeida.

Camilla è arrivata in compagnia della sorella minore Annabelle Elliot (la signora con giacca nera a camicia bianca alle due spalle), il cui nome ha a sua volta un sapore letterario; a me evoca Anne Elliot, protagonista di Persuasion, romanzo della maturità di Miss Jane Austen.

La Queen Consort ha riciclato l’abito in pizzo nero indossato nella prima foto ufficiale col marito Re e i Principi di Galles: Ritratti (parte prima), ma era difficile staccare gli occhi dagli orecchini di diamanti della linea Alhambra di Van Cleef & Arpels. E veniamo alla ragione vera di questo post: che ne direste se iniziassimo a indagare meglio tra i suoi gioielli? I diamanti di Her Majesty mancano troppo ..

Royal chic shock e boh – Special edition

Sabato 10 settembre il Belgio è stato attraversato da un’inedita ventata di allegria per il matrimonio di Maria Laura, figlia della principessa Astrid e nipote di Roi Philippe con William Isvy (Sposa bagnata sposa fortunata). Purtroppo le nozze sono arrivate due soli giorni dopo la morte di Her Majesty, che ha gettato nel lutto la sua famiglia e il Regno Unito, e steso un velo di tristezza un po’ dovunque. Lady Violet sperava di potervi proporre una sosta dalla mestizia con le immagini e le mise di un momento gioioso ma poi gli eventi hanno deciso per noi. Celebriamo dunque l’evento a cinque settimane di distanza, perché vedere un po’ di gente felice, e di mise particolari, non può farci che bene.

(Ph: Photonews)

Il dress code per le nozze civili, celebrate nell’aristocratico hôtel de ville sulla Grand Place immagino fosse: corto! Corto per la sposa, che ha fatto la scelta originale del miniabito, ma corto ahimé pure per lo sposo, che sfoggia un completo dai pantaloni col mitico orlo acqua in casa, e ci aggiunge pure il mocassino con nappine. Nulla mi toglie dalla mente che Maria Laura abbia volto omaggiare la nonna Paola, scegliendo uno stile anni ’60 di cui la allora principessa di Liegi fu impareggiabile musa, e per la scelta della griffe, Gucci, che firma il delizioso abitino avorio così come le scarpe. Anni ’60 anche la pettinatura. Gli orecchini sono un gioiello di famiglia, che indossava al proprio matrimonio la cognata Elisabetta (Auguri alla sposa!). Chic lei, shock lui. Cominciamo bene!

Nel primo pomeriggio gli sposi si sono ritrovati nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule per una cerimonia interreligiosa (lo sposo è di fede ebraica) dove non è mancata una preghiera in memoria di Queen Elizabeth, sovrana ma anche capo della Chiesa d’Inghilterra. Maria Laura, che vive a Londra, per il suo abito da sposa si è rivolta a una stilista inglese, Vivienne Westwood.

L’abito riprende i temi cari alla designer, a partire dal bustino che si apre in un drappeggio che sottolinea la scollatura e copre le spalle. La figura sottile e slanciata della sposa è sottolineata da una una gonna dalla linea semplice, che esplode in uno strascico lunghissimo e larghissimo, in un’interessante contrapposizione di volumi. Mentirei se dicessi che è nella top ten dei miei favoriti, ma trovo che a lei stia bene.

Bellissimo il velo antico della famiglia Ruffo di Calabria, e lo sapevamo, ma in questo caso è stato indossato particolarmente bene, ed è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore. Per fermarlo, la sposa ha scelto la tiara Savoia Aosta, appartenente alla famiglia paterna. Dono di nozze alla principessa Anna d’Orléans, che nel 1927 andò in sposa ad Amedeo d’Aosta, fu poi ereditata dalla figlia Margherita, madre di Lorenz d’Asburgo-Este e dunque nonna di Maria Laura. Chic tiara e velo, ma l’abito, boh.

Anche se nelle foto non si vedono praticamente mai, del corteo della sposa facevano parte cinque bambine e due maschietti, tutti vestiti in giallo senape, ma per manovrare l’abbondantissimo strascico c’erano quattro fanciulle: la sorella Luisa Maria, la cognata Elisabetta, e le cugine Marie-Astrid e Olympia Napoléon. Essendo tutte donne adulte e, ad eccezione di Luisa Maria, sposate (delle nozze di Olympia abbiamo parlato qui: Vive les mariés!) invece che tutte uguali nei soliti improbabili colori pastello, si sono vestite con uno stile simile – abiti midi in diverse fantasie floreali – con in testa un cerchietto. Una scelta che a Lady Violet è piaciuta molto; chic di gruppo, con particolare plauso alla sottilissima ed elegantissima Elisabetta, con un abito meno girlie delle altre.

Gli sposi con la famiglia di lei. In seconda fila i fratelli: Laetitia Maria, cui è toccato occuparsi dei piccoli paggetti, vestita un po’ da paesanella stile Loren dei tempi d’oro, con camicetta bianca gonna fiori e cerchietto verde; ma perché? Boh. Segue Joachim, poi Luisa Maria in bianco e giallo con cerchietto en pendant. Infine Amedeo e la moglie Elisabetta in bordeaux; hanno in braccio i due figli: Anna-Astrid di sei anni e Maximillian, tre, che erano tra i paggetti della sposa. Sfidando il rischio di inciampare sul chilometrico strascico ecco in prima fila, accanto al neogenero la madre della sposa, vestita Gucci dalla testa ai piedi, dalle slingback argento con classica staffa al cappello di asprit verde chartreuse. In mezzo, gonna a pieghe e blusa di pizzo in una tonalità di verde appena più accesa, e giacca color pavone con ricami viola sulle maniche. Piume pizzo ricami plissé damascato metallizzato, qualunque cosa vi venga in mente c’è, perfino un collarino di cristalli (non è un collier ma proprio il colletto della blusa). Magari qualcuno resterà perplesso, ma io l’ho trovata divertente. E fatemi dire una cosa, Astrid, come tutte le figlie normalmente graziose di donne bellissime, per tutti i suoi 60 anni di vita (li ha compiuti a giugno) è stata messa a confronto con la splendida madre Paola. Ed è stata sempre rappresentata come meno bella, meno brillante, meno spigliata, meno divertente, sempre qualcosa in meno. bene, questa volta ha deciso di essere più: più spiritosa, più allegra, più colorata, più pirotecnica, più divertente e divertita. Non sarà chic nel senso stretto del termine, ma io l’ho adorata. Per una volta, more is more. Estrema raffinatezza ed eleganza senza sbavature per il padre della sposa, Lorenz; sublime la camicia a righine lilla con colletto e polsini bianchi en pendant con la cravatta. Chic!

(Ph: Abacapress)

Ecco Paola col marito Albert il figlio Philippe e la di lui moglie Mathilde al termine del matrimonio civile, cui gli uomini hanno partecipato in completo scuro, sostituito dal tight nel pomeriggio, mentre le signore erano senza cappello. Paola ha indossato lo stesso abito – beige a disegni color carbone, firmato Natan – in entrambe le cerimonie; nel pomeriggio ha aggiunto un bandeau in fibra naturale creato appositamente per lei da Fabienne Delvigne.

La mise perfetta per la nonna della sposa, chic.

La Reine Mathilde invece si è cambiata: la mattina ha riciclato un abito rosso Natan, già indossato nel 2018 per la festa nazionale, e già adeguatamente criticato in una delle primissime edizioni di questa rubrica (Royal chic shock e boh); per quale ragione una donna così bella continui a indossare abiti che non la valorizzano per me è un mistero. Forse, semplicemente, le piacciono. Boh (comunque senza cappello è meglio).

Per la cerimonia religiosa la Reine si è buttata sul floreale – un nuovo Natan – e lo ha accessoriato con un enorme cappello a pagoda di Maison Van den Borne; purtroppo il forte vento ha reso il primo simile a una tenda della doccia, e trasformato il secondo – grazie anche alla originale inclinazione – in un disco volante pronto al decollo. Shock. La quattordicenne Eléonore, che ancora per qualche anno sarà la piccola di casa e di conseguenza costretta a indossare le ballerine, è assolutamente deliziosa in verde acqua. Ma sua sorella Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura Regina, è una vera bomba in total red (tranne le scarpe). L’abito modello poncho con frange è Carolina Herrera, le scarpe Jimmy Choo mentre cappello Laurany e la clutch Marguerite sono di Fabienne Delvigne. Chic!

Mathilde aveva indossato la pagoda rosa al loro matrimonio, e sua cognata Claire questa volta non si è risparmiata, scegliendo un’enorme pamela che riprende il verde della fantasia dell’abito. A me è piaciuta molto. Chic. Mi piace lei, mi piacciono i due figli gemelli – chiaramente eterozigoti – i sedicenni Nicolas e Aymeric, e mi piace moltissimo la primogenita Louise, che a diciotto anni può sottoporsi alla valutazione di Lady Violet. Il marito Laurent, fratello minore di Roi Philippe mi piace meno, ma amen. Trovo Louise incantevole nel suo abito fucsia – uno dei colori di punta della prossima stagione, l’ha fatto pure Valentino! – del brand Rotate, del danese Birger Christensen, e cerchietto Eden di Fabienne Delvigne in seta camaïeu. Ladies&Gents, ecco a voi la dimostrazione che i cerchietti infiorati stanno bene solo alle giovanissime. Chic.

Partecipa ormai a tutti gli appuntamenti della famiglia, sia i pubblici sia privati Delphine, figlia naturale e infine riconosciuta di re Albert II. Delphine è un’artista, e in questa occasione ha deciso di farsi anche un po’ di promozione indossando un cappello in seta dalla sua collezione di arte da indossare. Peccato che il cappello sembri più da pioggia che da matrimonio, che l’abito rosso faccia un po’ difetto, che la signora sia fissata con queste brutte scarpe dall’altissimo plateau, per di più bianche. Shock. Molto meglio la figlia, in una interessante tonalità di azzurro. Però gioia, raddrizza i piedini su.

La foto del giorno – 1000 Paddington

Riuscite a immaginare qualcosa di più simpatico e dolce di questa fotografia?

Queen Camilla è ritratta dal fido Chris Jackson con alcuni dei circa mille Paddington che sono stati lasciati davanti alle residenze reali nei giorni del commiato alla Regina.

I peluche sono stati raccolti lavati e igienizzati e ora sono pronti per essere donati ad altrettanti bambini in difficoltà grazie a Barnardo’s, charity che si occupa dei più vulnerabili.

La fotografia è stata scattata a Clarence House – dove i nuovi sovrani continueranno a risiedere – lo scorso 13 ottobre: lo stesso giorno in cui fu pubblicato il primo libro con le avventure dell’orsetto, sessantaquattro anni fa.

Il video con Queen Elizabeth e Paddington che a Buckingham Palace prendono tea & marmalade sandwich durante il Platinum Jubilee resterà nella memoria. E dimostra ancora una volta il sense of humour della defunta sovrana, e la capacità di parlare attraverso i simboli in cui i Britannici sono maestri.

Se volete rivedere il video, lo trovate qui https://youtu.be/7UfiCa244XE

Le foto del giorno – Compleanni

Compie oggi 63 anni Sarah Duchessa di York, e di verde vestita – il suo colore feticcio – posta sui suoi social delle foto furbette che la ritraggono con Sandy e Muick, i corgi appartenuti alla regina che ha adottato insieme all’ex marito Andrew. Così, tanto per ricordarci che lei, anche se di sguincio, ha sempre un ruolo nella Royal Family.

Le foto sono corredate da una didascalia altrettanto furbetta: “the presents that keep giving…” i regali che sono un dono continuo.

Va detto che queste foto, oltre a tranquillizzare noi corgi lovers sulla sorte degli amati quadrupedi, hanno il pregio di diversificare la comunicazione della rossa duchessa, al momento concentrata nella promozione del suo nuovo libro A most intriguing Lady che dovrebbe uscire nei primi mesi dell’anno prossimo. Ambientato nell’età vittoriana, racconta le vicende di Lady Mary Montague Douglas Scott, figlia dei Duchi di Buccleuch e, se non erro, sorella di quella Lady Margaret che era protagonista del romanzo precedente (ne avevamo parlato qui I Viceré). Entrambe antenate di Sarah, e prozie di Alice, che divenne Duchessa di Gloucester sposando il principe Henry, fratello di Edward VIII e George VI e zio della regina appena scomparsa. Insomma, sono sempre affari di famiglia.

Compleanno oggi anche per Christian di Danimarca – per lui sono 17 – e probabilmente anche nel suo caso hanno pesato un po’ gli affari di famiglia.

Almeno per la celebrazione pubblica del suo gran giorno, festeggiato con una sola foto per di più scattata da un amico e non dalla madre Mary, altra appassionata di fotografia come la Principessa di Galles. Foto in bianco e nero, a suggerire un certo understatement; considerate le recenti polemiche tutto sommato meglio tenere un profilo basso. Uno dei pochi casi in cui si possa usare l’aggettivo “basso” per il giovane principe, che ha raggiunto il metro e 90. L’anno prossimo Christian diventerà maggiorenne, chissà cosa si inventeranno a corte per lui!