Royal chic shock e boh – Red!

Molte royal ladies – e molte di quelle che ho trovato interessanti – questa settimana hanno indossato il rosso, perciò che ne dite di dedicare la nostra rubrica a questo splendido colore? Let’s start!

The Princess of Wales

Un inizio col botto: per il lancio della campagna Shaping Us, che promuove il benessere dei più piccoli, dalla gravidanza ai cinque anni d’età, Catherine arriva nella sede dei premi BAFTA – di cui William è presidente – con un completo clamoroso. Una creazione Alexander McQueen in crêpe di lana con giacca asimmetrica e pantaloni dalla linea leggermente a zampa. Rossi anche gli accessori: décolleté Gianvito Rossi e clutch con inutile fiocco di Miu Miu. Purtroppo Catherine non resiste e sceglie un paio di orecchini di bigiotteria di una bruttezza rara, come ahimé spesso le accade. Anyway, chic.

The Queen Consort

(Ph: Getty Images)

Dallo scorso anno la Camilla è Colonello dei Grenadier Guards (carica onorifica in cui ha sostituito quello scriteriato del cognato Andrew) e martedì 31 gennaio ha compiuto il primo atto in tale veste, visitando Lille Barracks ad Aldershot, nella contea di Hampshire. Probabilmente in onore alla giubba scarlatta dei granatieri ha scelto a sua volta il rosso in una tonalità che le dona particolarmente. Il cappotto di Fiona Clare Couture mi sembra familiare ma non saprei dire se lo abbia già indossato, dato che il modello ormai è diventato il suo segno distintivo e ne ha una collezione. Già vista invece la bella borsa Coco Handle Chanel, nera come gli stivali. Nessuna spilla in questa occasione per la Queen Consort, ma due monili che porta praticamente sempre: il bracciale Vintage Alhambra di Van Cleef & Arpels, con i cinque quadrifogli in agata blu, e collier Apollo di Kiki McDonough, con un topazio blu centrale e cinque piccoli diamanti; è assai probabile che il numero cinque che si ripete sia nel bracciale sia nella collana si riferisca ai suoi cinque nipotini. Nonna e regina, chic.

Olandesi in tour

(Ph: RVD)

La settimana appena trascorsa ha visto il debutto di Catharina-Amalia, futura regina dei Paesi Bassi, al seguito dei genitori in un lungo viaggio ufficiale della durata di ben due settimane. Meta le Antille Olandesi, definizione con cui noi indichiamo genericamente un insieme di territori che nel corso degli anni hanno mutato il loro status, pur rimanendo parte del Regno dei Paesi Bassi. Innumerevoli – e non sempre logiche – le mise indossate dalle due signore, ma loro sono così e noi così le prendiamo. Lunedì 30, quarto giorno del tour, i reali arrivano ad Aruba, e la regina sceglie il rosso. L’abito è Natan, il modello Jenny in crêpe di seta, e rappresenta un po’ l’evoluzione del solito cape dress. Mi piace molto l’abbinamento con accessori bordeaux, soprattutto la classica clutch Jige Hermès; non altrettanto le scarpe con inserti in pvc – queste sono le Plexi di Gianvito Rossi – ma Máxima le adora, e tanto basta, Rosso per il grande cappello Fabienne Delvigne opportunamente riproposto, e rosso anche, soprattutto, per i gioielli, a partire dalla favolosa spilla parte della parure di diamanti e rubini detta Pauwenstaart, a coda di pavone. Chic. Accanto a tale dispiegamento di regale glamour la povera Amalia infilata in un completo in lino Max Mara sembra in pigiama, o peggio nell’uniforme dei deportati alla Cayenna (che sta pure da quelle parti). Shock.

Il giorno seguente la famiglia sbarca a Curaçao, e le due signore coordinano le loro mise scegliendo un rosso/arancio molto caraibico. La regina indossa un completo low cost firmato Massimo Dutti: giacca monopetto e morbidi pantaloni crop che con la sua altezza può mettersi tranquillamente, con sottogiacca nude e accessori nei colori della terra. Amalia osa pantaloni di lino bianco – che indossa spesso in questo viaggio e devo dire quasi sempre impeccabilmente – e blusa rossa. Non mi dispiacciono né mi fanno impazzire, dunque boh per le mise ma chic per il colore perfettamente coordinato e per i bouquet, abbinatissimi pure loro.

(Ph: Curacao Chronicle)

Giovedì 2 è un giorno speciale per i sovrani: il ventunesimo anniversario di matrimonio, e i locali fanno loro dono di un lucchetto da agganciare ad una installazione artistica; dal trono a Moccia è un attimo! Più fortunata la figlia che riceve invece un intero ponte; d’ora in poi porterà il suo nome. Questa è una di quelle occasioni uno di cui non si capisce il dress code: Willem-Alexander senza giacca né cravatta ricorda quei film degli anni ’60 in cui i mariti al lavoro in città nel fine settimana raggiungevano le mogli al mare con la prole. Máxima invece è vestita come se dovesse andare a una prima comunione: cappellino fiorato a calotta Fabiene Delvigne, abito giallo limone con accessori pitone (tutto Natan), perfino i guanti. Molto meno formale Catharina-Amalia in pantaloni di lino rosso, blusa fiorata di Isabel Marant, borsetta Natan dall’armadio materno e scarpine nude Gianvito Rossi. Francamente li trovo tremendi, shock. In questo viaggio abbiamo iniziato a conoscere la giovanissima principessa d’Orange. Le sue mise ci convincono? Non sempre. La fanciulla ha volumi importanti – altissima, forme morbide, un bel viso pieno, chioma abbondante – che secondo Lady Violet dovrebbero essere armonizzati meglio: nell’ultimo caso i pantaloni sono troppo stretti, la blusa troppo striminzita, le scarpine troppo da città. Ma in fondo ha solo ha solo 19 anni e tanto tempo per divertirsi a sperimentare.

Les Girls

(Ph: Instagram @queenrania)

Anche i reali hashemiti sono in viaggio di lavoro, e accompagnati dal principe ereditario sono volati negli USA. La First Lady e la Regina si sono fatte ritrarre insieme, un po’ Millie e Melody, le nipotine di Minnie, un po’ Laverne &Shirley (se siete troppo giovani e non sapete di cosa stia parlando, beati voi e non vi resta che googlare). Innanzi tutto consentitemi una piccola considerazione: tra le due signore ci sono circa vent’anni di differenza, ma Jill regge il confronto senza problemi. Per lei total red: abito Brandon Maxwell e scarpe Marion Parke, Rania sceglie invece il total blue: dress Elie Saab con borsa Sicily Dolce e Gabbana e scarpe Gianvito Rossi, gettonatissimo questa settimana. Un filo stucchevoli ma chic.

La Reine Mathilde

Non è proprio rosso, o meglio non solo rosso, ma capirete che non potevo privarvi di tale spettacolo. Il 31 gennaio i sovrani belgi hanno ricevuto le Autorità del Paese per gli auguri per il nuovo anno, (tassativamente proibiti da febbraio in poi). La Reine ha sfoggiato una mise color block: parte superiore del corpino e maniche rosso scuro, il resto rosa shocking. Nemmeno il leggendario aplomb di Sa Majesté le Roi riesce a camuffare la sua perplessità; quanto a me vi dico una cosa sola; perfino Natan si è affrettato a dichiarare che non è opera sua. Quasi quasi preferisco il completino animalier della cognata Astrid con gonna da ballerina in chiffon Ho detto quasi. Shock+shock, così non litigano.

Rossi terziari

(Ph: Instagram @queenrania)

Le ultime due mise di oggi con tutta evidenza non sono rose, ma siccome desidero parlarvene lo stesso potrei sottolineare come i loro colori siano composti anche dal rosso, che è un colore primario (e spero che apprezzerete questa arrampicata sugli specchi per cambiare argomento). La prima mise la indossa Queen Rania in uno degli appuntamenti americani. Mentirei se negassi di essere stata attratta da quel favoloso tocco di ciclamino, ma ciò che mi ha convinta è l’idea che qualcosa di particolare possa trasformare interamente il look, per cui qui una lunga sciarpa accende il classico completo gonna nera/camicia bianca Replicabile sempre e da chiunque, ma attenzione all’effetto cameriera di bar/ristorante/tea room. Indagando meglio ho scoperto che quella non è una sciarpa, ma un drappo variamente cucito alla camicia, per cui francamente non mi piace (oltre alla mia naturale avversione per il raso lucido, soprattutto di giorno, che rischia di farci sembrare un pacco regalo e ingrassa pure). Per cui la camicia è shock, ma l’idea di un accessorio così chiaramente protagonista è chic.

(Ph: PPE/Nieboer)

Nessun dubbio invece per la mise di Máxima, in compagnia di una costernata Amalia, in un lungo punitivo caftano verde menta Essentiel Antwerp che la invecchia un po’ troppo, boh. A movimentare l’ultima sera a Curaçao pensa la regina, che per partecipare al Tumba Festival sceglie questo monospalla a strisce diagonali marroni e rosa con fioccone/tovagliolo. Accessoriato con ciabattoni che neanche al castello delle cerimonie, con l’aggravante che questi sono Gianvito Rossi. L’abito è coraggiosamente firmato Natan, che questa volta ha almeno indovinato il nome del modello, chiamandolo Odia. Vostra Maestà, ricordatevi quello che povero blog sa da tempo: Natan vi odia! Shock.

20 gennaio, un giorno regale

La protagonista della giornata è lei: Mathilde, Regina dei Belgi, che oggi compie cinquant’anni. Come accadde anche per i 40, viene festeggiata con un francobollo dove compare da sola; già disponibile su bpost e da lunedì nei principali uffici postali del Paese.

La Regina ha scelto personalmente uno scatto di Michel Gronemberger che la ritrae davanti a una delle serre reali nel giardino d’inverno del Castello di Laeken. A tal proposito mi stupisce un po’ un ritratto in maniche di camicia nei giorni più freddi dell’inverno, ma tant’è. La mise scelta – blusa bianca e gonna a strisce bianche e nere – è riciclata e naturalmente firmata Natan, così come il completo pantaloni che indossa nell’altro ritratto diffuso per celebrare l’evento.

(Ph: Michel Gronemberger)

Nata a Uccle, Mathilde è la maggiore dei cinque figli del barone Patrick d’Udekem d’Acoz, che viene elevato a conte in seguito al matrimonio della figlia. Sua madre è un’aristocratica polacca, discendente dall’importante famiglia baltica dei Sapieha; al contrario di altre spose reali della sua generazioni dunque non nasce borghese, ma non porta certo un titolo di particolare prestigio. Prima di sposare, abbastanza a sorpresa, Philippe il 4 dicembre 1999 (A Royal Calendar – Philippe e Mathilde, due cuori e un abito) Mathilde lavora come logopedista; si laureerà in psicologia tre anni dopo, quando è già madre dell’erede al trono. A volte penso che tra i sovrani belgi c’è praticamente la stessa differenza d’età che c’era tra Charles e Diana – tredici anni meno qualche mese – ma nonostante questo, e la perplessità con cui il loro matrimonio fu accolto, i sovrani belgi mi sembrano una coppia ben assortita e il loro un matrimonio solido. Soprattutto grazie a lei; la sua delicata e dolce bellezza cela una tempra d’acciaio, il classico guanto di ferro in guanto di velluto. Firmato Natan, ça va sans dire.

Altro compleanno eccellente di oggi, i cinquantotto anni della Contessa di Wessex, festeggiata ieri con una bella torta dagli allievi della Connaught School, dov’è stata in visita. Moglie dell’ultimo figlio della scomparsa Regina, dotata del titolo minore tra i senior members della Royal Family, ha accolto con grazia un suo ruolo di secondo piano, ma con lavoro è impegno è riuscita a diventare indispensabile, nonché amatissima dalla suocera. All’inizio anche lei si è resa protagonista di qualche scivolone, ma ha saputo recuperare ed emendarsi. E se state pensando che stia alludendo a qualcuno e a qualcosa, avete ragione. Vedremo se prima o poi – magari a maggio, in occasione dell’incoronazione di King Charles III – arriverà l’agognato (da noi sicuramente) titolo di Duchessa di Edimburgo, ma non credo cambierà molto nella vita di Sophie.

Questa la cronaca, cui vorrei aggiungere un po’ di storia. È il 20 gennaio 1936 quando, poco prima di mezzanotte, nella residenza di Sandringham nel Norfolk muore Re George V. Il sovrano ha settant’anni e soffre da anni di un’infezione polmonare; nelle ultime settimane le sue condizioni sono peggiorate, e la sua morte certo non arriva inattesa, ma nel 1986 viene pubblicato il diario del medico curante, Lord Bertrand Dawson, che afferma di aver abbreviato l’agonia del sovrano con iniettando morfina e cocaina.

Nello stesso giorno a poche centinaia di metri Ruth Roche, moglie del Barone Firmoy, dà alla luce alla terza figlia della coppia. La bambina nasce a Park House all’interno della tenuta reale di Sandringham, e viene chiamata Frances Ruth. Diciotto anni e tre sovrani dopo – sul trono siede la nipote di George V, Elizabeth II; lo zio Edward VIII diventato re quel 20 gennaio 1936 ha abdicato in favore del fratello undici mesi dopo; il padre George VI è scomparso il 6 febbraio 1952 – la bambina nata nel giorno della morte del re si sposa. È il 1 giugno 1954; lo sposo è il Visconte Althorp, John Spencer. Sono i genitori di Diana, Principessa del Galles.

December chic shock e boh (parte seconda)

L’Epifania tutte le feste si porta via, e con esse le mise che hanno infiammato il dicembre reale. Ma udite udite, data l’abbondanza degli eventi vi aspetta anche una terza parte!

Regno Unito

Primo appuntamento natalizio della Royal Family il concerto Together at Christmas, organizzato per il secondo anno consecutivo a Westminster Abbey dalla Principessa di Galles. La serata avrebbe potuto chiamarsi anche “festival del bordeaux”, colore ampiamente preferito in varie sfumature dalle signore presenti.

Compresa l’adorabile Charlotte, en pendant con la madre (e la cravatta del padre). La padrona di casa si infila in un lungo coat dress – quel capo che le nostre madri chiamavano robe-manteau – di Eponine London color burgundy con accessori in tinta e orecchini supercheap (di Accessorize)in tinta pure quelli. Catherine ha un fisico che le permette praticamente tutto, ma questi modelli così stretti e lunghi a me non piacciono. Sono consapevole che l’estetica della nostra cultura prediliga le forme sottili e allungate, ma quando si veste così mi fa pensare a un tubetto di mascara, quindi boh.

(Ph: Getty Images)

Stesso colore per la sorella Pippa Matthews che, meno legata al protocollo, fa spesso scelte più interessanti. Per lei un cappotto di Karen Millen in una tonalità definita fig, fico, ma non chiedetemi perché. Il modello è a doppio petto con baschina in vita e nasce piuttosto aderente ma devo dire che a me piace di più l’indosso oversize di Pippa. Chic.

(Ph: Kirsty O’Connor – Pool/Getty Images)

Stesso brand, Karen Millen, stesso tessuto (italiano, in lana), il cappotto di Zara Tindell è invece definito merlot e francamente non saprei dire se sono davvero nuance diverse o cambiano in nomi per non farci appisolare. Anyway, la sportiva Zara, amazzone e pure un po’ cavallona, ha scelto un doppiopetto semplice e chic. Ci piace.

(Ph: Getty Images)

Scelgono il bianco due delle signore più importanti del regno, Her Majesty The Queen Consort e la cognata Contessa di Wessex. Camilla indossa un cappotto color panna della maison preferita, Fiona Clare Couture, con accessori neri, tra cui la clutch Tosca di Launer, brand very British (ma i modelli hanno quasi tutti nomi italiani, di solito legati alla lirica) divenuto famoso per firmare le borse della defunta Regina. Sotto si intravvede un abito maculato, ormai considerato un neutro buono per tutte le stagioni; non la più classica delle mise natalizie, ma chic. Menzione speciale per la splendida spilla déco di topazi brown e diamanti appartenuta alla Queen Mother.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Sophie ricicla un cappotto doppiopetto Max Mara – che è un investimento e quindi va sfruttato – su un abito di maglia (Reiss). Il total white è interrotto dagli accessori: stivali color caramello e la Lunatic clutch firmata Sophie von Habsburg. Quando ero ragazzina mi capitò di leggere su un giornale una fase che suonava più o meno così: una bella donna bionda in bianco vince sempre. Sono ancora assai d’accordo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Le sorelle York si sono date ai quadri (ma non quelli della galleria diretta da Eugenie!). Beatrice è una di quelle creature cui il matrimonio dona: è più bella, più elegante, più consapevole. Bellissimo il cappotto di Temperley London a riquadri bianchi e grigi; nonostante il cappotto sia chiaro e fermato da una cinta – una combinazione ad alto rischio – e Beatrice non sia particolarmente alta, trovo che le stia benissimo. Chic.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Purtroppo non mi suscita lo stesso entusiasmo la sorella Eugenie; anche per lei un modello a vestaglia, in un tessuto plaid compreso di orlo sfrangiato. Nonostante il cappotto sia Max Mara, non fa una gran figura e non le dona affatto. Perché a volte conviene evitare come la peste i riquadri così grandi, peggio se fermati in vita. Va detto poi che a guardare la sua figura arrotondata e la cintura annodata in alto la principessa sembra incinta. Dunque my dear riguardati e non ti raffreddare, che all’eleganza pensiamo un’altra volta. Sorry, shock.

Non mancavano le signore in verde: Carole Middleton ha una bella figura e un certo stile, e il cappotto a redingote (di Hobbs London, più British di così non si può) le sta molto bene, oltre a mantenerla comodamente in quel low profile che si è data qualche mese e qualche gaffe dopo il royal wedding della figlia. Chic.

(Ph: James Whatling)

Last but not least, la Duchessa di Gloucester. Moglie di un cugino della defunta Regina, la signora è di origine danese; a me è simpatica e mi sembra una donna in gamba, ma diciamo che riunisce in sé la summa di quel certo cattivo gusto anglosassone. Il soprabito di velluto è passabile ancorché datato, ma lo stivaletto mozzacaviglia… Mettiamola così: poteva andare peggio, poteva piovere. E lei si sarebbe messa le galosce. Shock.

Madre e figlie

Quanto ci siamo lamentati delle royal Christmas card con fotografie che sprizzano poca atmosfera natalizia? Bene, nei Paesi Bassi ci hanno ascoltato ed ecco a voi gli Orange in tutto il loro festivo splendore, compreso canetto, dall’espressione a dire il vero piuttosto perplessa. Dopo aver notato che William-Alexander si sta imbelloccendo (mai dire mai!) passiamo ad ammirare le signore e il loro amore per il mopnospalla. Lo indossano le due figlie minori: Missoni a pois per la quindicenne Ariane, nero e drammatico (Zara) per la diciassettenne Alexia. Essendo le fanciulle ancora minorenni le guardiamo con simpatia ma non le giudichiamo; Lady Violet però ama sempre osservare le sperimentazioni delle giovanissime. Monospalla anche per la Regina: un Elie Saab in tulle plissé color argento nuovo di zecca. L’abito mi sembra bello, un po’ eccessivo per l’occasione; bizzarri gli accessori: al collo quello che sembra il favoloso bandeau di diamanti grossi come nocciole della regina Emma, trisavola del sovrano, in braccio il delizioso cagnolino, ma fargli un bagnetto pareva brutto? Boh. Aspettiamo un indosso che valorizzi di più quel bell’abito, siamo certi che Máxima non ci deluderà.

Accanto al padre l’erede al trono Catharina-Amalia, che ha dovuto lasciare la residenza universitaria ad Amsterdam a causa di minacce di rapimento e aggressione. La fanciulla mi sembra dotata di carattere e sicuramente saprà affrontare e superare il momento difficile. A diciannove anni sta ancora cercando il suo stile, com’è giusto che sia, coniugando età struttura fisica e titolo. A me l’abito Asos piace, mi piace che sia semplice e in un bel verde bosco di Natale, mi piace come le sta e mi piace che non abbia imitato la scelta frufru di madre e sorelle. Chic di incoraggiamento.

E in Belgio…

Può mancare il rosso a Natale? Che domande, e infatti per il tradizionale concerto natalizio a Palazzo reale la Reine Mathilde sfodera un vestitone scarlatto percorso da un filo di lamé oro, naturalmente firmato Natan. Collo alto, maniche a 3/4, gonna a campana ed ecco la bella sovrana trasformata in una cloche de Noël.

Un giorno qualcuno studierà l’incredibile abilità di Edouard Vermeulen, lo stilista della maison, nel creare abiti così poco valorizzanti. E non è per Mathilde, splendida cinquantenne con quattro figli; se guardate la foto dalla sfilata l’abito è brutto pure su una filiforme modella adolescente. Shock.

Insieme con i sovrani sono il principe Laurent, fratello minore del Re, con la simpatica moglie Claire, che dev’essere la donna più paziente dell’universo. Per lei un completino begiarello senza lode ma con un po’ d’infamia, da segretaria quasi perfetta. Lei mi piace tanto, ma raramente indovina una mise. Shock.

Assente il primo dei figli maschi, Gabriel, ma presenti entrambe le fanciulle: la piccola Eléonore, quattrodici anni, sceglie Diane von Furstenberg ma abbonda un po’ con la stoffa fiorata, però è così carina che le si perdona tutto. E alzi la mano chi non ha pensato alla faccia di Miranda Priestly mentre sussurra: floral? for Christmas? groundbreaking!

Adoro la sorella maggiore ed erede al trono Elisabeth in Diane von Furstenberg pure lei (ma che differenza!) color blue royale – noblesse oblige – collo montante, maniche accennate, e un lungo drappeggio laterale che si apre in un lungo spacco. Non è natalizio, non è classico, non è già visto, non è troppo serio, praticamente perfetto. Chic.

(Ph: RUT/SplashNews.com)

Ma quanto ci piace questa ragazza?

Se vi siete persi la prima parte, o non resistete al desiderio di rileggerla, la trovate qui December chic shock e boh (parte prima)





La foto del giorno – Women

La foto in effetti è di ieri, ma la polemica – molto spiacevole – di oggi. Partiamo dall’inizio: da quando è entrata a far parte della Royal Family, la Queen Consort Camilla si è dedicata con passione al sostegno di tematiche sociali e sanitarie di grande importanza, dall’infanzia in difficoltà all’osteoporosi che uccise sua nonna e sua madre, dalla promozione della lettura agli animali abbandonati. Molto attenta alla condizione femminile, ha colto l’occasione della giornata dedicata dalle Nazioni Unite al contrasto della violenza contro le donne, e riunito a Buckingham Palace un nutrito gruppo di ladies, più o meno royal. A partire dalle colleghe Rania di Giordania e Mathilde dei Belgi, più una principessa ereditaria (Mary di Danimarca) due First Ladies (Fatima Bio della Sierra Leone e l’ucraina Olena Zelenska) e la cognata Sophie di Wessex.

Lady Violet era pronta a scrivere un post leggero, magari sulle mise e sull’aspetto delle auguste invitate: Sophie scolaretta, Matilde madre della comunicanda, Camilla fornaretta, Rania vamp, Mary “di 3/4, mi si nota di più?” Fatima elegante, mentre Olena dimostra che la lunghezza sbagliata rovina qualunque gamba. Invece dobbiamo dare conto di un episodio spiacevole che riguarda Lady Susan Hussey, per 6 decenni affidabile lady-in-waiting di Queen Elizabeth II, appena riconfermata nello staff di supporto alla Queen Consort – che ha abolito le dame di compagnia – nonché tra le madrine di battesimo di William. Incontrando al ricevimento Ngozi Fulani, fondatrice di Sistah Space, la più importante associazione britannica a sostegno delle donne di origine africana, non avrebbe creduto che la signora è nata in UK e di cittadinanza britannica, insistendo a chiederle da quale parte dell’Africa arrivasse. Considerato un comportamento razzista perché non riconoscerebbe la possibilità che persone non caucasiche siano British, o più in generale europee. Francamente a me non sembra offensivo, ma naturalmente la Royal Family dove allontanare da sé anche la più impercettibile ombra di razzismo, dopo accuse e insinuazioni mosse dai Sussex, e infatti il Principe di Galles si è precipitato a diffondere una dichiarazione in merito. Risultato: Lady Hussey si è scusata in un comunicato e dimessa immediatamente, la signora Fulani in un’intervista esclusiva al quotidiano The Independent dice di non aver ricevuto ancora scuse personali, e parla di razzismo istituzionale mentre sui social infuria la discussione.

Sarà un lungo inverno

Royal chic shock e boh

Il mese appena concluso ha visto alcune visite di stato con corredo di mise, cappelli e tiare; e credetemi, vale veramente la pena di dare un’occhiata.

Martedì 11 Willem-Alexander e Máxima sbarcano a Stoccolma per una visita di tre giorni, La regina olandese scende la scaletta come una dea del Valhalla, paludata in un enorme abito beige rosato (Natan, ovvio) con vezzoso cappellino sulle ventitrè. Sulle spalle, per ripararsi dall’arietta scandinava, una mantella Valentino, che devo dire è l’unica cosa che apprezzo di questa mise. Me lo chiedo tutte le volte, e non trovo mai risposta: perché chi è già altissimo (1,78 nel suo caso) si ostina a indossare i tacchi alti anche quando sa che incontrerà persone sensibilmente più basse?

(Ph: Fredrik Sandberg/TT)

Mistero, però le scarpe flat indossate per la visita al museo del vascello Vasa possono fornire una spiegazione. Tacchi o non tacchi, per me è shock.

Al loro arrivo i sovrani olandesi vengono ricevuti dalla principessa ereditaria Victoria col marito Daniel, che scortano gli ospiti a Palazzo. Victoria è in magenta, uno di quei colori che mi mandano in estasi. Chic. Look bamboletta per la principessa Sofia, in rosso con capelli sciolti e scarpe col laccetto alla caviglia, pronta per essere piazzata sul comò. Shock. La Regina Silvia non delude: per lei un completo verde smeraldo, uno dei colori di stagione, e in testa un bandeau che sembra un pillbox.

(Ph: Pelle T Nilsson/Swedish Press Agency)

Come sempre attenti ai dettagli: bello il fiocco stilizzato che chiude il collo dell’abito, e accessori che sono un manifesto di classica eleganza: guanti Chanel, borsa Hermès. Chic.

(Ph: Fredrik Sandberg/TT)

Viene la sera, e le signore calano gli assi, a partire da Máxima, che per l’occasione sceglie la sontuosa tiara Stuart tiara con gli orecchini in parure. Per sorreggere tale capolavoro la regina ricicla un abito rosa (Jan Taminiau) che evoca un sari, e infatti fu indossato per una visita in India. Il colore non mi fa impazzire, né mi piace particolarmente l’abbinamento con la fascia celeste dell’Ordine dei Serafini, ma confesso che lo splendore dei diamanti mi acceca. Chic. La solitamente elegante Silvia decide di scippare il titolo di bamboletta alla nuora, e sfoggia un incredibile abito fucsia – pure lui colore di stagione, ma con moderazione! – firmato Georg et Arend e dotato di una gonna talmente rigida che sembra dotata di vita propria. E non basta la favolosa tiara Braganza a risollevare l’insieme. Shock.

(Ph: Pelle T Nilsson/SPA)

Bellissima Victoria, che all’abito di un viola freddo della svedese Camilla Thulin (che firma anche l’abito magenta indossato la mattina) abbina il diadema di ametiste della Regina Josephine, in origine una pesante collana che la consorte di Re Oscar, Josephine di Leuchtenberg, aveva probabilmente ereditato da sua nonna, Joséphine Beauharnais, prima moglie di Napoleone. Victoria indossa anche gli orecchini in parure. C’è da dirlo? Chic! La cognata Sofia sta molto bene in verde, che neanche a farlo apposta si abbina perfettamente agli smeraldi della sua tiara nuziale; ma quante persone avranno inciampato sulla sua gonna? Boh.

(Ph: Claudio Bresciani/TT)

Il giorno dopo tavola rotonda sullo sviluppo sostenibile con autorità varie e lunch al municipio di Stoccolma. Máxima ricicla un classico Natan di taffetta color cielo, un po’ eccessivo per un impegno di mattina; con una domanda: quanto faceva freddo lì dentro per tenersi i guanti? Boh. Ignoro se anche Silvia abbia riciclato la sua mise, nel caso, non può che risalire agli anni ’80, quando il raso lucido – molto lucido – impazzava insieme alle spalline e ai drappeggi in vita. Terribile anche il colore, azzurro catarifrangente, ma mai come l’abito indossato dalla signora in centro, che sembra una tuta con la gonna. In ogni caso, shock.

Molto meglio le principesse: Victoria con un lungo abito a fiori e soprabito lilla, resi più rock dalle scarpe verde fluo; Sofia fiorata a sua volta, anche se più delicata. Io non la amo particolarmente, ma devo dire che porta con grazia il suo venire per seconda, a volta sbaglierà abito (ma è solo il mio gusto) ma di solito indovina atteggiamento e comportamento. Chic entrambe.

La sera i sovrani olandesi hanno ricambiato con un concerto: Máxima ha riciclato anche questa volta e indossato l’abito già visto l’anno scorso per un altro concerto, quello con cui aveva festeggiato il mezzo secolo (Royal chic shock e boh). Brava a riusare gli abiti, brava a sostenere i talenti olandesi – in questo caso la giovane Iris van Herpen – ma l’abito non mi convinceva allora e nemmeno oggi, anche se mi sembra interpretato meglio; forse però è troppo concettuale per la sua natura esuberante, boh. Interessante la scelta di Victoria, un abito bianco profilato di piumette; è vero, ricorda una camicia da notte, ma penso che queste linee così semplici in colori puri esaltino la sua bellezza. Lady Violet approva? Boh. Sofia si avvolge in un abitone di lamé, avrà nostalgia anche lei degli anni ’80, benché fosse solo una bambina? Sorry, proprio non mi piace, shock.

Se siete fan di Máxima vi tranquillizzo subito, i sovrani olandesi sono impegnati in un nuovo viaggio ufficiale, questa volta in Grecia, e vi prometto che non resterete delusi. Se invece siete Natan dipendenti, eccolo protagonista – o meglio, comprimario – di un altro royal tour; quello dei sovrani belgi in Lituania per il centenario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

Natan dicevamo; eccolo scelto dalla Reine per la cena di gala che chiudeva il primo giorno della visita. Un cape dress color arancia sanguigna percorso da voluminosi ramages stilizzati nelle tonalità dell’azzurro. Non si può dire che non abbia l’effetto wow, e generalmente preferisco quando la sua bellezza delicata è accesa da mise particolari, soprattutto se arancioni, il colore che le sta meglio in assoluto. D’altra parte, benché lei abbia il fisico e in particolare l’altezza per portarlo, in questo caso mi sembra che sia un po’ l’abito a portare lei. Penso poi ci sia una questione di opportunità; se la padrona di casa deve essere leggermente underdressed così da non soverchiare le ospiti, mi aspetto anche che anche queste dosino un po’ meglio le loro scelte. Avrei visto quest’abito più adatto per una visita magari in un altro Paese monarchico, avvezzo a un certo sfarzo che in una giovane repubblica. Molto divertente ma direi too much. Boh.

Mathilde ha scelto anche per il giorno un riciclo firmato Natan (Royal chic shock e boh): completo rosso intenso con bandeau (Fabienne Delvigne) en pendant: gonna troppo lunga, fitting così così; lei è naturalmente elegante, perché mortificarsi così? Shock. Solo Natan? Assolutamente no, la Reine si è affidata a King Giorgio, il nostro Armani.

E mal gliene incolse, mi verrebbe da dire, perché la prima mise Armani Privé è deludente (eufemismo). Un cappottino bon chic bon genre a bande di colore, un modello che snatura la linea dell’originale (che vedete nella foto abbinata) peggiorato da un cappellino a forma di disco volante piazzato a sfidare la forza di gravità. E c’è qualcosa di peggio delle calze velate grigie? Shock.

Seconda serata del tour reale, classico concerto offerto dagli ospiti ai padroni di casa, Mathilde sceglie ancora Armani. Alla Reine non dona il beige, che contrariamente a quanto si pensa non sta bene a tutte; compresa Lady Violet. La gonna ha forma e lunghezza strane, un portafoglio che in alcune foto la sovrana trattiene con la mano, come se temesse un’improvvisa apertura. Il modello della blusa non si capisce. Però la giacca…

La trovo francamente sublime, così come mi piace molto la pettinatura più rock e meno bon ton. Chic.

Ultimo giorno ultima mise, un abito grigio con fiori color croco (però non sono crochi) di Dries Van Noten, stilista innovativo che Mathilde, istituzionalizzandolo, finisce per banalizzare un po’. Questa mise indossata così, perde ogni mordente, e il pillbox di Fabienne Delvigne rende un po’ la Reine la versione belga di Miss Marple. Ma il belga non era Poirot? Shock.

Last but not least. Non c’entra nulla con ciò di cui abbiamo parlato finora, ma il 18 ottobre i sovrani svedesi hanno consegnato il premio Birgit Nilsson al grande violoncellista di origine cinese Yo Yo Ma. La Regina Silvia indossava un favoloso abito viola che la trasforma in una delle donne di Erté. E ci dimostra che in Svezia il viola non portasfortuna, nemmeno a teatro. Chic.

Le foto del giorno – La bella gioventù

Compie oggi 21 Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura regina dei Belgio, e la Casa reale pubblica in suo onore due fotografie scattate a metà settembre nel castello di Laeken, quando la fanciulla era ancora in patria; oggi festeggia a Oxford, dove segue i corsi di Storia e Politica al Lincoln College.

(Ph: Bas Bogaerts)

Anche i genitori in questi giorni sono all’estero, impegnati in una visita di stato in Lituania (oggi nella capitale Vilnius hanno visitato la chiesa di San Michele, che ospita le tombe di molti membri della famiglia Sapieha, cui apparteneva la nonna materna della Reine).

(Ph: Bas Bogaerts)

Un compleanno festeggiato sul filo della lontananza, la forza degli affetti e l’unità della famiglia: per questi ritratti Elisabeth ha saccheggiato l’armadio materno scegliendo oltre a un paio di orecchini un top firmato Natan che l’allora principessa Matilde aveva indossato nel 2009.

Guardando gli scatti, a Lady Violet sono tornate in mente immagini simili, i ritratti per il quarantesimo compleanno della madre Mathilde, allora anche lei Duchessa di Brabante, in quanto moglie dell’erede al trono belga; sarebbe divenuta Regina Consorte sei mesi dopo

Somigliano madre e figlia? Nei tratti della deliziosa Elisabeth a me sembra di vedere incrociarsi la dolcezza di Mathilde, la delicatezza della bisnonna Astrid, ma anche il brio di nonna Paola; il risultato è una bellezza moderna, una ragazza che sembra intelligente, brillante, volitiva, e mi piace sempre di più. Ci attendono lunghi anni soddisfatti da royal watcher; è una promessa e anche un po’ una minaccia.

Royal chic shock e boh – Special edition

Sabato 10 settembre il Belgio è stato attraversato da un’inedita ventata di allegria per il matrimonio di Maria Laura, figlia della principessa Astrid e nipote di Roi Philippe con William Isvy. Purtroppo le nozze sono arrivate due soli giorni dopo la morte di Her Majesty, che ha gettato nel lutto la sua famiglia e il Regno Unito, e steso un velo di tristezza un po’ dovunque. Lady Violet sperava di potervi proporre una sosta dalla mestizia con le immagini e le mise di un momento gioioso ma poi gli eventi hanno deciso per noi. Celebriamo dunque l’evento a cinque settimane di distanza, perché vedere un po’ di gente felice, e di mise particolari, non può farci che bene.

(Ph: Photonews)

Il dress code per le nozze civili, celebrate nell’aristocratico hôtel de ville sulla Grand Place immagino fosse: corto! Corto per la sposa, che ha fatto la scelta originale del miniabito, ma corto ahimé pure per lo sposo, che sfoggia un completo dai pantaloni col mitico orlo acqua in casa, e ci aggiunge pure il mocassino con nappine. Nulla mi toglie dalla mente che Maria Laura abbia volto omaggiare la nonna Paola, scegliendo uno stile anni ’60 di cui la allora principessa di Liegi fu impareggiabile musa, e per la scelta della griffe, Gucci, che firma il delizioso abitino avorio così come le scarpe. Anni ’60 anche la pettinatura. Gli orecchini sono un gioiello di famiglia, che indossava al proprio matrimonio la cognata Elisabetta (Auguri alla sposa!). Chic lei, shock lui. Cominciamo bene!

Nel primo pomeriggio gli sposi si sono ritrovati nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule per una cerimonia interreligiosa (lo sposo è di fede ebraica) dove non è mancata una preghiera in memoria di Queen Elizabeth, sovrana ma anche capo della Chiesa d’Inghilterra. Maria Laura, che vive a Londra, per il suo abito da sposa si è rivolta a una stilista inglese, Vivienne Westwood.

L’abito riprende i temi cari alla designer, a partire dal bustino che si apre in un drappeggio che sottolinea la scollatura e copre le spalle. La figura sottile e slanciata della sposa è sottolineata da una una gonna dalla linea semplice, che esplode in uno strascico lunghissimo e larghissimo, in un’interessante contrapposizione di volumi. Mentirei se dicessi che è nella top ten dei miei favoriti, ma trovo che a lei stia bene.

Bellissimo il velo antico della famiglia Ruffo di Calabria, e lo sapevamo, ma in questo caso è stato indossato particolarmente bene, ed è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore. Per fermarlo, la sposa ha scelto la tiara Savoia Aosta, appartenente alla famiglia paterna. Dono di nozze alla principessa Anna d’Orléans, che nel 1927 andò in sposa ad Amedeo d’Aosta, fu poi ereditata dalla figlia Margherita, madre di Lorenz d’Asburgo-Este e dunque nonna di Maria Laura. Chic tiara e velo, ma l’abito, boh.

Anche se nelle foto non si vedono praticamente mai, del corteo della sposa facevano parte cinque bambine e due maschietti, tutti vestiti in giallo senape, ma per manovrare l’abbondantissimo strascico c’erano quattro fanciulle: la sorella Luisa Maria, la cognata Elisabetta, e le cugine Marie-Astrid e Olympia Napoléon. Essendo tutte donne adulte e, ad eccezione di Luisa Maria, sposate (delle nozze di Olympia abbiamo parlato qui: Vive les mariés!) invece che tutte uguali nei soliti improbabili colori pastello, si sono vestite con uno stile simile – abiti midi in diverse fantasie floreali – con in testa un cerchietto. Una scelta che a Lady Violet è piaciuta molto; chic di gruppo, con particolare plauso alla sottilissima ed elegantissima Elisabetta, con un abito meno girlie delle altre.

Gli sposi con la famiglia di lei. In seconda fila i fratelli: Laetitia Maria, cui è toccato occuparsi dei piccoli paggetti, vestita un po’ da paesanella stile Loren dei tempi d’oro, con camicetta bianca gonna fiori e cerchietto verde; ma perché? Boh. Segue Joachim, poi Luisa Maria in bianco e giallo con cerchietto en pendant. Infine Amedeo e la moglie Elisabetta in bordeaux; hanno in braccio i due figli: Anna-Astrid di sei anni e Maximillian, tre, che erano tra i paggetti della sposa. Sfidando il rischio di inciampare sul chilometrico strascico ecco in prima fila, accanto al neogenero la madre della sposa, vestita Gucci dalla testa ai piedi, dalle slingback argento con classica staffa al cappello di asprit verde chartreuse. In mezzo, gonna a pieghe e blusa di pizzo in una tonalità di verde appena più accesa, e giacca color pavone con ricami viola sulle maniche. Piume pizzo ricami plissé damascato metallizzato, qualunque cosa vi venga in mente c’è, perfino un collarino di cristalli (non è un collier ma proprio il colletto della blusa). Magari qualcuno resterà perplesso, ma io l’ho trovata divertente. E fatemi dire una cosa, Astrid, come tutte le figlie normalmente graziose di donne bellissime, per tutti i suoi 60 anni di vita (li ha compiuti a giugno) è stata messa a confronto con la splendida madre Paola. Ed è stata sempre rappresentata come meno bella, meno brillante, meno spigliata, meno divertente, sempre qualcosa in meno. bene, questa volta ha deciso di essere più: più spiritosa, più allegra, più colorata, più pirotecnica, più divertente e divertita. Non sarà chic nel senso stretto del termine, ma io l’ho adorata. Per una volta, more is more. Estrema raffinatezza ed eleganza senza sbavature per il padre della sposa, Lorenz; sublime la camicia a righine lilla con colletto e polsini bianchi en pendant con la cravatta. Chic!

(Ph: Abacapress)

Ecco Paola col marito Albert il figlio Philippe e la di lui moglie Mathilde al termine del matrimonio civile, cui gli uomini hanno partecipato in completo scuro, sostituito dal tight nel pomeriggio, mentre le signore erano senza cappello. Paola ha indossato lo stesso abito – beige a disegni color carbone, firmato Natan – in entrambe le cerimonie; nel pomeriggio ha aggiunto un bandeau in fibra naturale creato appositamente per lei da Fabienne Delvigne.

La mise perfetta per la nonna della sposa, chic.

La Reine Mathilde invece si è cambiata: la mattina ha riciclato un abito rosso Natan, già indossato nel 2018 per la festa nazionale, e già adeguatamente criticato in una delle primissime edizioni di questa rubrica (Royal chic shock e boh); per quale ragione una donna così bella continui a indossare abiti che non la valorizzano per me è un mistero. Forse, semplicemente, le piacciono. Boh (comunque senza cappello è meglio).

Per la cerimonia religiosa la Reine si è buttata sul floreale – un nuovo Natan – e lo ha accessoriato con un enorme cappello a pagoda di Maison Van den Borne; purtroppo il forte vento ha reso il primo simile a una tenda della doccia, e trasformato il secondo – grazie anche alla originale inclinazione – in un disco volante pronto al decollo. Shock. La quattordicenne Eléonore, che ancora per qualche anno sarà la piccola di casa e di conseguenza costretta a indossare le ballerine, è assolutamente deliziosa in verde acqua. Ma sua sorella Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura Regina, è una vera bomba in total red (tranne le scarpe). L’abito modello poncho con frange è Carolina Herrera, le scarpe Jimmy Choo mentre cappello Laurany e la clutch Marguerite sono di Fabienne Delvigne. Chic!

Mathilde aveva indossato la pagoda rosa al loro matrimonio, e sua cognata Claire questa volta non si è risparmiata, scegliendo un’enorme pamela che riprende il verde della fantasia dell’abito. A me è piaciuta molto. Chic. Mi piace lei, mi piacciono i due figli gemelli – chiaramente eterozigoti – i sedicenni Nicolas e Aymeric, e mi piace moltissimo la primogenita Louise, che a diciotto anni può sottoporsi alla valutazione di Lady Violet. Il marito Laurent, fratello minore di Roi Philippe mi piace meno, ma amen. Trovo Louise incantevole nel suo abito fucsia – uno dei colori di punta della prossima stagione, l’ha fatto pure Valentino! – del brand Rotate, del danese Birger Christensen, e cerchietto Eden di Fabienne Delvigne in seta camaïeu. Ladies&Gents, ecco a voi la dimostrazione che i cerchietti infiorati stanno bene solo alle giovanissime. Chic.

Partecipa ormai a tutti gli appuntamenti della famiglia, sia i pubblici sia privati Delphine, figlia naturale e infine riconosciuta di re Albert II. Delphine è un’artista, e in questa occasione ha deciso di farsi anche un po’ di promozione indossando un cappello in seta dalla sua collezione di arte da indossare. Peccato che il cappello sembri più da pioggia che da matrimonio, che l’abito rosso faccia un po’ difetto, che la signora sia fissata con queste brutte scarpe dall’altissimo plateau, per di più bianche. Shock. Molto meglio la figlia, in una interessante tonalità di azzurro. Però gioia, raddrizza i piedini su.

Auguri alla sposa!

Solo a lei, allo sposo no, perché oggi Maria Laura d’Asburgo-Este compie 34 anni; un compleanno speciale, visto che tra quindici giorni, il 10 settembre, sposerà il suo William Isvy. Sarà l’occasione per festeggiare gioiosamente anche nonna Paola, Regina Emerita dei Belgi, che il giorno dopo di anni ne compirà 85 (è nata l’undici settembre 1937 a Forte dei Marmi).

La giornata inizierà con la cerimonia civile che sarà celebrata nella salle des mariages dell’hôtel de Ville, l’elegante municipio di Bruxelles sulla Grand Place. Gli invitati, solo le famiglie degli sposi e pochi intimi, saranno accolti da 24 cadetti della polizia cittadina. Testimoni per lei le due sorelle Luisa Maria e Laetizia Maria, per lui la sorella e il fratello.

Alle 14.30 la cerimonia religiosa alla presenza di circa 500 invitati, celebrata dal cardinal Jozef De Kesel. Sarà un rito con disparità di culto, visto che lo sposo è di religione ebraica.

Il luogo scelto è la Cattedrale dei Santi Michel e Gudule, sede di molti matrimoni della famiglia reale belga. Per limitarsi ai più recenti, si sono sposati qui i nonni della sposa Albert e Paola (il 2 luglio 1959), i prozii Baudouin e Fabiola (15 dicembre 1960) e entrambi gli zii: Philippe con Mathilde il 4 dicembre 1999 e Laurent con Claire il 12 aprile 2003. Mentre i genitori e il fratello maggiore di Maria Laura hanno fatto scelte diverse: Astrid e Lorenz sono convolati a nozze il 22 settembre 1984 sempre a Bruxelles, ma nella chiesa del Grand Sablon, mentre Amedeo ha impalmato l’italianissima Elisabetta (Lili) Rosboch von Wolkenstein a Roma, a Santa Maria in Trastevere, il 5 luglio 2014.

Maria Laura sceglierà di indossare il velo antico della famiglia Ruffo, come già la nonna Paola, la madre Astrid e le zie Mathilde e Claire? E indosserà una tiara? La madre e la nonna fermarono il velo con un’acconciatura floreale, Mathilde e dopo di lei Lili hanno ricevuto in prestito il bandeau della regina Elisabeth, dal raffinato disegno déco

A Claire è toccato un gioiello tutto per lei, una delicata tiara di diamanti dono di suoceri. Fabiola indossava l’imponente Tiara delle Nove Province, ma lei con quelle nozze diventava regina. E naturalmente la sposa ha a disposizione anche la tiara Savoia Aosta, di proprietà della famiglia paterna.

Lady Violet non può nascondere una certa curiosità per l’abito da sposa. Maria Laura non è una bellezza classica ma è molto moderna, e potrebbe davvero sorprenderci. Fatte le debite proporzioni, la vedo fare una scelta simile a quella della prozia Fabiola, che si rivolse al re dei couturier, il suo connazionale Cristobal Balenciaga; il risultato fu un abito che ha un posto di diritto nell’ambito dell’Haute Couture.

Scelta couture anche per la nonna Paola, che optò per la raffinatezza dell’artigianato made in Italy (anche se ancora non si chiamava così); a realizzare il suo sobrio abito in seta fu una famosa sarta napoletana, che memorie familiari mi dicono fosse Concetta Buonanno.

Édouard Vermeulen, con la sua Maison Natan, è l’autore degli abiti delle zie Mathilde e Claire; molto più riuscito il secondo che il primo, a mio avviso, ma troppo classici entrambi per Maura Laura, credo.

La cognata Lili per il suo matrimonio romano è andata sul sicuro scegliendo la sublime eleganza della Maison Valentino, e un leggero velo di point d’ésprit bordato di pizzo Chantilly invece del più pesante velo di famiglia.

Quello che francamente mi sento di escludere è che Maria Laura prenda ispirazione dalla madre. Il suo abito creato dal belga Louis Mies (niente a che vedere con van der Rohe), con quelle maniche così anni ottanta, faceva sembrare minimal anche quello di Diana.

Royal chic shock e boh

È domenica, ed è anche l’ultimo giorno di luglio; quale occasione migliore per una puntata della nostra rubrica sui royal look del mese?

Regno Unito

(Ph: David Ramos/Getty Images)

Partiamo dall’evento più recente, i Giochi del Commonwealth, inaugurati il 28 a Birmingham dal Principe di Galles e da sua moglie la Duchessa di Cornovaglia in rappresentanza di Sua Maestà, che se ne è andata a Balmoral iniziando le meritate vacanze. Charles e Camilla sono arrivati a bordo della celebre Aston Martin dell’erede al trono (ricordate? La usarono anche William e Catherine il giorno del matrimonio), ora alimentata da un carburante ottenuto da sottoprodotti di vino e formaggio. Caro Charles, diffondiamo questo motore così noi e la Francia diventiamo i nuovi Arabi, altro che petrolio!

(Ph: Karwai Tang/WireImage)

Quando Camilla è scesa, ha rivelato una mise veramente inattesa: ladies&gentlemen the jumpsuit, la tuta! Una creazione della fida Anna Valentine che la duchessa ha già indossato a uno degli innumerevoli eventi nel weekend del Platinum Jubilee, ma dato che le foto la ritraevano seduta non avevamo notato. Ora diciamolo, il fitting non è perfetto, il modello non mi convince del tutto, avrei evitato le scarpine décolletée in favore di un paio di stringate (anche se dopo una certa età evitiamo di criticare le scarpe, scelte magari guardando più alla comodità che all’estetica), ma questa settantacinquenne in tuta mi ha conquistato. In fondo cosa c’è di più elegante del non prendersi troppo sul serio? Chic.

Belgio

Il 21 luglio i Belgi celebrano la loro Fête Nationale nonché l’ascesa al trono di Philippe, che divenne Re in questo stesso giorno del 2013 in conseguenza dell’abdicazione del padre Albert. La giornata è iniziata col tradizionale Te Deum nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule, alla presenza della famiglia reale al completo. Il colpo d’occhio è stato assai piacevole, con la regina e l’erede al trono vestite di due dei colori della bandiera nazionale (un tricolore a bande verticali nero giallo e rosso).

(Ph: Royalportraits Europe)

Mathilde in questa occasione sfoggia quasi sempre dei grandi cappelli di paglia e fa bene: col suo bel viso e la sua altezza le stanno un incanto (anche se questo ha una decorazione che avvolgendosi intorno alla cupola pare un serpente). E di solito, come in questo caso, sono firmati dalla belga Fabienne Delvigne. Anche per la mise si è affidata alle sua maison preferita, Natan, che ha creato per lei un abito in crêpe color giallo bouton d’or, che dovrebbe essere il ranuncolo, ma in francese fa un altro effetto. L’abito è “un modèle cape drapé de façon asymétrique” caratterizzato da un dettaglio un po’ drappeggio e un po’ mantella. L’effetto è un po’ pasticciato, né va meglio col fitting.

Sulla spalla sinistra a sottolineare il drappeggio c’è una grande spilla composta di foglie dorate, en pendant con gli orecchini, entrambi firmati Natan. Data l’importanza dell’occasione, non sarebbe stato meglio sfoggiare qualche gioia de famille? Boh.

(Ph: Utrecht Robin)

La Duchessa di Brabante ha fatto una scelta più moderna, adatta ai suoi vent’anni, e ha optato per un abito rosso in viscosa di Victoria Beckham. Sarà perché non ho più vent’anni da vari decenni, ma non mi fa impazzire, ha una lunghezza strana che le allunga un po’ troppo il busto; e mi sembra che anche il cerchietto sia fuori scala, rendendo tutto un po’ disarmonico. Lei è graziosa come sempre, ma in questo caso boh.

La giornata è proseguita con l’inevitabile parata militare, ottima occasione per ammirare le altre royal ladies. La principessa Astrid assiste alla parata indossando l’uniforme di Colonnello della Composante Médicale dell’Esercito e non compare in questa foto, ma penso (spero) che avrà evitato di parlare al cellulare come il fratello minore Laurent, cui potremmo presentare la nostra Presidente del Senato, ormai decadente, che alla parata del 2 giugno leggeva l’ipad masticando la gomma americana. Torniamo alle mise, che è meglio. La moglie di Laurent, quella santa donna della principessa Claire, è una bella signora non particolarmente elegante anche se questa volta è vestita meglio del solito, o almeno meno peggio. Non brutto ma un po’ moscetto l’abito grigio a ramages viola, abbinato a un cerchietto dello stesso colore che sembra fatto con la fascia dell’Ordine di Leopoldo. Ma che senso ha quella clutch arancione? Boh.

(Ph; Dirk Alexander)

Occhi puntati anche quest’anno sulla neocognata, Delphine Boël divenuta Principessa Delphine del Belgio dopo essere stata riconosciuta dal padre naturale, il Re Emerito Albert II. Delphine è un’artista e, forse anche per il suo complicato vissuto, usa queste occasioni per lanciare messaggi su ciò che le sta cuore. Se l’anno scorso era la cultura africana (Le foto del giorno – Principessa di ruolo), quest’anno il tema scelto è, inevitabilmente, la pace. Il suo robemanteau è una creazione del giovane stilista belga Pol Vogels. L’idea non è particolarmente originale (già me la vedo Miranda Priestly dire: una colomba? per la pace? avanguardia pura!), il modello ha dettagli interessanti, come la cintura a pieghe, ma spalle e maniche sono terribili. Come le scarpe col plateau e taccone che sembrano proprio la versione bianca delle Mary Jane Morobé indossate l’anno scorso. Shock.

Le celebrazioni per la festa nazionale erano iniziate la sera prima con un concerto dell’orchestra nazionale con la violinista Stella Chen. Presenti i sovrani e la principessa Astrid accompagnata dal marito Lorenz d’Austria-Este, che nonostante non sia un adone direi che appare come il migliore dei quattro. Tolto il re, che sembra una versione vecchia di Mattarella (nonostante abbia vent’anni di meno) neanche le signore brillano. La Reine Mathilde indossa un monospalla del belga Dries van Noten, stilista cerebralmente innovativo, che però la rende matronale, ed è banalizzato dalle scarpine dorate; insomma più che un rock una quadriglia. Astrid sfoggia un kimono firmato Essentiel Antwerp. Ora, il kimono è un capo che può essere di uno chic unico, col vantaggio di essere no size no age, cioè sta bene a qualunque età e a qualunque taglia, più stile di vita che capo di abbigliamento, e anche follemente di moda. L’unico rischio è che sbagliando modello, o materiale, o taglia, può sembrare una vestaglia. Appunto. Shock.

Monaco

Come annunciato, venerdì 8 luglio la Salle des Étoils dello Sporting-Montecarlo ha ospitato il Bal de la Rose, previsto per marzo e rinviato causa pandemia. E come previsto, Charlène brillava per la sua assenza. Dieci giorni dopo, lunedì 18, è stata la volta del Gala de la Croix Rouge che, smessi i fasti (fastosissimi) del passato è ridotto a un concerto sulla piazza del Casino, preceduto da un cocktail dînatoire – che mi sa tanto di aperitivo cenato – in terrazza.

L’incertezza nel tono della soirée si è drammaticamente ripetuta nell’abbigliamento dei padroni di casa: la rediviva Charlène era in un abito gran sera Prada, in un bellissimo color azzurro/glicine, con un pannello a fare da strascico. Mentre Albert II, che nell’occasione celebrava i suoi primi quarant’anni da Presidente della Croce Rossa monegasca, ha scelto un look tricolore, metà marinaretto alla Querelle de Brest (chi di voi ricorda il film di Fassbinder con Brad Davis?) metà atleta – va bene, diciamo tecnico – alle olimpiadi, vestito coi colori della bandiera. Che peraltro non è la sua, ma forse tutto in bianco e rosso sarebbe stato troppo pure per lui. Lei chic, lui buontempone.

Con loro la nipotina Camille Gottlieb, figlia minore della principessa Stéphanie, responsabile della sezione giovanile della Croix Rouge. La fanciulla, ventiquattro anni compiuti qualche giorno prima, sta evidentemente ancora cercando il proprio stile, ma mi sento di poter dire che l’abito Red Valentino non le rende un buon servizio, a meno che Camille non pensasse di andare a un ballo mascherato, per cui ha puntato tutto sull’Egyptian Revival e si è vestita da Joan Collins ne La regina delle Piramidi. Che però non aveva la cofana à la Moira. Sorry, shock.

Letteralmente tutta un’altra musica venerdì 8 luglio per il Bal de la Rose.

Qui la padrona di casa da quarant’anni è Caroline (dopo la morte di Grace, il 14 settembre 1982, ai due figli maggiori furono conferiti i più importanti incarichi della madre, per cui a Albert toccò la Croce Rossa e a Caroline la Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi del ballo).

Tema della serata i ruggenti anni Venti, maestro di cerimonie Christian Louboutin, abbigliato con un bizzarro completo percorso da nastri e coccarde, e in testa un fez en pendant. Shock (ma divertente)

(Ph: Pierre Villard / SBM)

In Chanel, ça va sans dire, Caroline, con un abito dalla gonna che si arriccia in un palloncino, per poi scendere alla caviglia. Una mise un po’ scura, un po’ cupa, rattristata dall’acconciatura – mia madre l’avrebbe definita “un quadro antico” – ma per me sempre chic, con menzione speciale per gli splendidi gioielli déco, a partire dalla spilla.

Presenti tutti e quattro i suoi figli con relativi partner, è stata la piccola Alexandra ad attirare su di sé tutti gli sguardi grazie al ricchissimo abito in tulle di Giambattista Valli, declinato nei colori del Principato, bianco e rosso. Con i suoi 23 anni Alexandra è comunque una delizia, ma che c’entra questa meringa fragola e panna con gli anni Venti? Boh. In compenso, se il ricamo sulla scarpa del suo boyfriend Ben-Sylvester Strautmann rappresenta un corgi, Lady Violet approva deliziata

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Scelta opposta per la sorella Charlotte, che ha sublimato la propria magrezza in un abito Chanel, bianco e leggero, che avrebbe potuto essere creato direttamente da Mademoiselle Coco con le sue sapienti manine. Frange, fiocco nero, scarpine bicolore, non manca niente. Per me la più chic.

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Chanel sta a Charlotte come Dior a Beatrice Borromeo, e infatti la bionda moglie di Pierre Casiraghi ha scelto una mise della celebre maison: un abito grigio a ramages ton sur ton con un piccolo strascico. Guardando l’insieme gli anni ’20 non sono la prima cosa che mi viene in mente – tra l’altro Christian Dior aprì la sua maison solo nel 1946 – però è sicuramente chic.

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Last but not least Tatiana Santo Domingo, che aspetta il quarto figlio dal marito Andrea Casiraghi. Per accogliere il pancino ha scelto un abito Temperley London in paillettes color cipria, che sicuramente rimanda agli anni folli più della cascata di capelli sciolti, più stile Veronica Lake. A me è piaciuta, chic.

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Al contrario dei pantaloni di marito e cognato, la cui lunghezza ormai surclassa quella dei pantaloni di zio Albert. Che pazienza…

Le foto del giorno – Scene di famiglia

A due settimane dalla foto pasquale che ne certificava il rientro in famiglia e nel Principato, Charlène è ricomparsa in pubblico in compagnia di marito e figli.

L’occasione: la tappa monegasca del campionato mondiale di Formula E, che vede competere auto con motore elettrico. Capelli cortissimi color platino, infagottata in un tailleur pantalone grigio fumo con giacca troppo grande e pantaloni inutilmente “originali” la principessa – definita pensierosa da qualche giornale – ha persino sorriso, e premiato Mitch Evans, arrivato secondo.

La Famille princière di questi tempi dà raramente una sensazione di gioiosa allegria (soprattutto, e purtroppo, i gemelli sembrano sempre piuttosto tesi) ma insomma, i prossimi mesi ci diranno se il recente passato verrà archiviato come un brutto ricordo, o se le Loro Altezze Serenissime ci riserveranno altre sorprese.

O magari qualche conferma.

Atmosfera decisamente più lieta in Danimarca, dove oggi la secondogenita dei futuri sovrani, la quindicenne Isabella, ha ricevuto la Cresima.

(Ph: Franne Voigt)

La fanciulla è apparsa raggiante, con quella allegra sicurezza leggermente ventata di goffagine che rende così preziosi gli adolescenti.

Isabella ha scelto una mise particolare: il completo pantalone bianco firmato Max Mara che sua madre Mary indossava nel 2017 durante una visita a Stoccolma. Lady Violet approva entusiasticamente! La scelta di riusare un abito di famiglia è elegante, significativa e pure ecologica.

(Ph: Franne Voigt)

Mary, semiaffogata in un vestito color corallo intenso (Andrew Gn) convince di meno, dimostrando che il ruolo della madre di è sempre il più complicato.

(Ph: Franne Voigt)

Presenti alla cerimonia anche padrini e madrine, che tenero a battesimo Isabella il 1 luglio 2007; tra loro la Principessa Alexia di Grecia e Danimarca, e la Regina dei Belgi, Mathilde.

E a proposito di battesimi: foto non ce ne sono, dunque dovete fidarvi. Venerdì 29, in una cerimonia strettamente privata nella Royal Chapel a St. James’s Palace, è stata battezzata Sienna Mapelli Mozzi. Nulla si sa di padrini e madrine, ma è certa la presenza di nonna Sarah e zia Eugenie.