La memoria dei giusti

Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa al comando del Maresciallo Ivan Konev entrarono ad Auschwitz liberando i sopravvissuti e rivelando al mondo – a chi non sapeva e a chi fingeva di non sapere – il nudo orrore della verità. Nel 2005, in occasione dei sessant’anni da quel giorno, l’Assemblea Generale dell’ONU stabilì che ogni 27 gennaio venisse celebrata la memoria. Memoria delle vittime, innanzi tutto, e memoria dei carnefici, memoria e consapevolezza per tutti, monito che ciò che è stato potrebbe un giorno essere ancora. Memoria da celebrare anche quella dei giusti, di chi non si piegò, di chi, anche a rischio della propria vita, si oppose e cercò di agire.

In questo giorno e in questo luogo mi sarebbe piaciuto ricordare Alice di Battenberg, madre del Duca di Edimburgo e dunque suocera della Regina, personaggio affascinante come pochi, per me, che merita peò di essere studiato con attenzione. Negli anni bui della guerra Alice – madre di un ufficiale della Royal Navy ma anche suocera di uomini vicini a Hitler – prestò senza risparmiarsi aiuto alla popolazione ateniese; tra gli altri, ospitò e protesse una donna ebrea, Rachel Cohen, e i due figli che erano rimasti con lei. Per questo, lo Yad Vashem l’ha inserita tra The Righteous Among the Nations, i Giusti tra le Nazioni. Nel 1994 Philip e la sorella Sophie piantarono un albero in memoria della madre, le cui spoglie riposano a Gerusalemme.

(Ph: Yad Vashem)

Molti, dicevamo, sono stati quelli che cercarono di opporsi, con atti clamorosamente eroici o più in sordina, sempre però con lo straordinario coraggio necessario a opporsi all’orrore. Tra i tanti, qualche anno fa raccontammo la bellissima storia di Sir Nicholas Wilton, lo trovate qui: La foto del giorno – 27 gennaio e se volete potete approfondire questa sera seguendo su Focus (canale 35) il documentario dedicato a lui.

Se volete, potete unirvi al progetto I Remember Wall dello Yad Vashem; inserendo il vostro nome verrete abbinati casualmente a una vittima della Shoah, che verrà ricordata anche attraverso di voi https://iremember.yadvashem.org/

Fin de la historia

C’era una volta un paese baciato dal sole, dove viveva una principessa bionda e bella come quasi tutte le principesse nei libri di favole della nostra infanzia. Probabilmente la sua vita non era tanto diversa da quella di noi altre bambine degli anni 60: un po’ di regole, un po’ di coccole, i giochi con la sorella maggiore, i dispetti del fratello minore, magari il contrario.

Lo studio, gli sport. Lei arriva fino alle Olimpiadi, che per molti moderni reali hanno preso il posto degli antichi tornei.

Forse anche la principessa cercava il suo principe azzurro, o forse no, eppure lo trovò. Su un campo sportivo ovviamente, un campo di pallamano. Un vero príncipe encantador: altissimo, bellissimo, sportivissimo. Gli mancava solo il titolo, ma tanto quello ce lo avrebbe messo lei.

Successe però una cosa strana: in ogni favola che si rispetti il bacio del principe risveglia la fanciulla, in questo caso invece l’addormentò. E da quel momento, come preda di un incantesimo triste ma anche un po’ irritante, lei non vide. O finse di non vedere. O si convinse di non avere visto. E che nessun altro potesse vedere, capire, parlare.

Eppure il loro matrimonio era stato uno dei più belli, tanto erano belli loro, lui in tight sorridente e scanzonato come un divo del cinema, lei emozionata in uno splendido abito che Lorenzo Caprile aveva creato apposta, il capo biondo coronato da uno dei più preziosi diademi di famiglia, dalle eleganti linee floreali.

Il padre di lei, il Re, li fece Duchi di Palma de Mallorca, un titolo che a Lady Violet ha sempre evocato Totò Imperatore di Capri, e forse una ragione c’era.

Nacquero quattro figli, tutti naturalmente bellissimi biondissimi e sportivissimi come i genitori.

A questo punto nelle favole arriverebbe il cattivo che tenta di distruggere la felicità dei protagonisti, in questo caso invece hanno fatto tutto da soli; scompaginando il racconto, imbrogliando le carte e non solo quelle. Lui con sfacciata disinvoltura gestisce i conti e scambia mail con señoras y chicas, lei fa finta di niente – e in fondo sono fatti suoi – ma probabilmente non usa altrettanto sobrio distacco in altri meno personali e più rischiosi campi.

I giudici si sono pronunciati in favore di lei e tanto a noi deve bastare, anche se le perplessità sul suo operato sono ancora tante. Dubbi sulla colpevolezza di lui invece non ce ne sono, e l’uomo baciato dalla dea fortuna che in vita ha avuto tutto prova anche l’esperienza del carcere. Rischiando di portarsi dietro nel disastro non solo la moglie ma la stessa monarchia, traballante come il vecchio re, che alla fine ritiene più opportuno mollare tutto e andarsene ad Abu Dhabi.

La coppia perde il titolo, lui sposta la sua residenza nelle patrie galere, lei resta all’estero dove a lungo, prudentemente, la famiglia ha vissuto, prima a Washington poi a Ginevra.

Finché un grigio giorno di gennaio il bel campione sportivo, promosso duca e poi declassato a galeotto, viene beccato mano nella mano con un’altra, avvocata quarantenne conosciuta nello studio legale dove lavora mentre termina di scontare la sua pena. E con la (mancanza di) classe che si è ahimé rivelata suo tratto distintivo dice qualcosa tipo: sono cose che capitano.

A lei purtroppo è capitato lui, e le è costato la faccia il titolo e buona parte dei legami familiari.

Infine arriva lo scarno comunicato ufficiale in cui la Infanta Cristina e Iñaki Urdangarin annunciano che hanno deciso di comune accordo di “interrumpir su relación matrimonial”; lui è a Vitoria dove ha ottenuto di scontare pena, lei probabilmente a casa a Ginevra, con la figlia minore Irene. E immaginiamo che la madre Sofía non le farà mancare il suo sostegno ancora una volta.

Irene, la pace, e Sofia, la saggezza, sono ottime compagne sempre, soprattutto in momenti di crisi come questo. E chissà, magari la saggezza ricorderà a Cristina ciò che diceva in situazioni del genere una signora davvero saggia: mia cara, in fondo è sempre uno che hai conosciuto per strada.

Le foto del giorno – Ritorno a Sandringham

Tra due settimane esatte, domenica 6 febbraio, Her Majesty The Queen festeggerà i settant’anni sul trono, unico sovrano britannico a raggiungere lo straordinario traguardo.

Il 6 febbraio 1952 è il giorno che probabilmente più di tutti gli altri le cambiò la vita (qui una breve storia A Royal Calendar – 6 febbraio 1952) ma è anche quello in cui perse l’amatissimo padre. Una data dolce e amara, celebrata di solito nella tenuta di Sandringham, dove George VI si spense, e dove la Regina ama trascorrere il periodo natalizio, prolungando di solito la sua permanenza fino al 6 febbraio.

(Ph: Terry Harris)

Questo però è un anno particolare per molti aspetti: il giubileo, la pandemia, e non ultima la scomparsa del consorte Philip. Sua Maestà ha dunque deciso di rimanere a Windsor per le feste di fine anno, celebrando il Natale con un gruppo ristretto di familiari, e solo oggi si è trasferita nella tenuta del Norfolk. Eccezionalmente ha viaggiato in elicottero, raggiungendo poi in auto la destinazione finale. Che questa volta non è l’edificio principale, ma il più modesto Wood Farm, un cottage all’interno della tenuta spesso usato da vari membri della Royal Family prima che Philip lo eleggesse a sua dimora stabile, trascorrendovi gli ultimi anni di vita, assistito dal suo staff e visitato dalla famiglia e dagli amici.

Il Platinum Jubilee si avvicina a grandi passi, e sicuramente l’attenzione dei più è rivolta a quest’evento straordinario, ma Lady Violet non può fare a meno di notare la grazia ostinata con cui Elizabeth continua in ogni occasione a ricordare Philip, denudando i suoi sentimenti come forse mai nella sua lunga vita.

True love lasts forever.

Le foto del giorno – Il gran giorno di Ingrid Alexandra

Alla fine le salve di cannone sono state sparate dalla fortezza Akershus in suo onore, e Ingrid Alexandra è stata festeggiata al meglio che le condizioni attuali consentissero. Molti gli auguri istituzionali: il Presidente del Parlamento, il Capo del Governo e quello della Suprema Corte; e poi la Chiesa di Norvegia, le Forze Armate, il Corpo Diplomatico, le amministrazioni locali, enti e associazioni varie.

(Ph: Lise Åserud/NTB)

In costume tipico i rappresentanti del Parlamento Sami, la minoranza etnica lappone, che hanno portato in dono alla principessa una borsa in pelle di renna con dettagli in peltro e un set di gioielli artigianali.

So cosa state pensando: una teoria di incontri non divertentissima, ma confidiamo che la fanciulla abbia avuto – o avrà – un party selvaggio anche se privato, come più o meno tutti i coetanei.

(Ph: Kimm Saatvedt, Det kongelige hoff)

Non è mancato, naturalmente, un bel ritratto col nonno e il padre, passato presente e futuro della Corona di Norvegia, ma devo dire che a me è piaciuto particolarmente quello con tutta la famiglia: i nonni paterni Harald e Sonja, dietro di loro il fratello minore Sverre Magnus; i genitori Haakon e Mette-Marit, la nonna materna Marit Tjessem e il fratello maggiore Marius Borg Høiby, nato da una precedente relazione di Mette-Marit e dunque non compreso nella linea di successione. Belli belli.

Re Harald e la signora Tjessem sono stati anche padrino e madrina al battesimo di Ingrid Alexandra, celebrato il 17 aprile 2004, e con loro la zia paterna Märtha Louise, e ben tre principi ereditari: Frederik di Danimarca, Victoria di Svezia, e Felipe che nel frattempo si è seduto sul trono di Spagna. Inviando i suoi auguri, Frederik ha rivelato che il monogramma della neomaggiorenne fu un dono della regina danese Margrethe II, che lo disegnò apposta per la piccola.

Tra le tante le immagini pubblicate per festeggiare la giovanissima principessa, a me sono piaciute davvero molto queste inedite, pubblicate dalla rivista spagnola seguite il link! https://www.hola.com/realeza/casa_noruega/galeria/20220121203261/ingrid-alexandra-de-noruega-imagenes-familiares/1/

Ingrid Alexandra è maggiorenne!

Anche oggi si festeggia un royal compleanno, e questo è un po’ più importante degli altri: compie 18 anni Ingrid Alexandra, seconda nella linea di successione norvegese dopo il padre Haakon.

(Ph: Ida Bjørvik/Det kongelige hoff)

I festeggiamenti previsti – salve di cannone, celebrazioni organizzate dal Governo e naturalmente una cena di gala in cui la fanciulla avrebbe indossato la sua prima tiara – sono stati rinviati a causa del rimontare della pandemia, intanto oggi la fanciulla ha partecipato, come semplice osservatrice in ossequio alla Costituzione, al Consiglio di Stato presieduto dal nonno

Nei giorni scorsi Ingrid Alexandra – che da oggi all’occorrenza può assumere il ruolo di reggente per il sovrano – ha compiuto alcuni passi fondamentali, iniziando così la strada che un giorno la porterà sul trono: ha visitato una base aerea militare e sorvolato buona parte del Paese a bordo di un F-16, e ha soprattutto ricevuto il suo ufficio a Palazzo Reale. Ieri, ricalcando le orme del padre alla stessa età, aveva visitato il Parlamento, il Governo e la Corte Suprema, per conoscere direttamente le tre istituzioni statali che esercitano le tre diverse funzioni: legislativa, esecutiva e giudiziaria. Il Palazzo ha specificato che nei prossimi anni l’occupazione principale della principessa sarà lo studio, cui man mano verranno abbinati impegni ufficiali.

La deliziosa Ingrid Alexandra sembra a Lady Violet un riuscito mix tra la delicatezza dei lineamenti materni e i colori caldi del padre; per le sue prime uscite istituzionali ha scelto di puntare sul rigore e la pulizia del bianco e nero, e ci è piaciuta moltissimo. Confesso che con l’età e la zianza (sono innamorata zia di due ragazze poco più grandi) vedere queste giovani donne affacciarsi per le prime volte a una vita adulta che sarà sicuramente impegnativa, divise tra grande determinazione e piccole insicurezze mi intenerisce, e sempre mi sorge una curiosità: come sarà stata Her Majesty The Queen alla loro età?

Happy birthday, joyeux anniversaire!

Compie oggi 57 anni Sophie, Contessa di Wessex, moglie del Principe Edward e dunque nuora della Regina, secondo la vulgata la preferita tra le quattro che i figli hanno portato a Sua Maestà.

Ricorrenza celebrata con un understatement che sfiora l’indifferenza, tant’è che solo l’account twitter della sovrana le ha fatto pubblici auguri con questa deliziosa foto in cui coccola un cucciolo di labrador, che diventerà un cane-guida per non vedenti. Tra persone che sgomitano per stare in prima fila mettersi in mostra e farsi notare – nel mondo intero come nella Royal Family – la grazia, l’eleganza e il pragmatismo con cui Sophie si muove lontano dai riflettori sono incantevoli.

Famiglia middle-class con antenati irlandesi e gallesi non priva di qualche goccia di sangue blu, e una lontanissima parentela col marito grazie alla comune discendenza dal Re Henry IV; il padre Christopher commerciante in pneumatici, la madre Mary segretaria. Anche Sophie, nata a Oxford il 20 gennaio 1965 e cresciuta nel Kent, studia da segretaria, per poi iniziare una carriera nelle pubbliche relazioni, che culmina con la nascita di un’agenzia tutta sua, la RJH, in società con Murray Harkin. Incontra la prima volta Edward nel 1987, lo rivede nel 1993 e poco dopo inizia a frequentarlo. Il fidanzamento viene annunciato il 6 gennaio 1999, il matrimonio il 19 giugno dello stesso anno a Windsor, nella St George’s Chapel. Dopo il matrimonio la neo Contessa di Wessex pensa di continuare a lavorare, ma incappa in uno scivolone: si mormora che il legame con la Royal Family la metta in una condizione privilegiata anche nel lavoro, per cui viene convocata da un sedicente principe arabo con la promessa di un ricchissimo contratto. Senonché il “principe arabo” altri non è che Mazher Mahmood, giornalista del News of the World che la spinge a qualche commento inopportuno, soprattutto sull’allora Prime Minister Tony Blair e la di lui moglie Cherie. Finisce così la carriera nelle PR e inizia quella da membro attivo della RF.

Nel 2001 perde il figlio che stava aspettando, il primo, per una gravidanza extrauterina. Due anni dopo dà prematuramente alla luce Louise con un intervento d’urgenza a causa di un distacco di placenta che mette madre e bimba a rischio di vita; nel 2007 nasce il figlio James. Forsa anche a causa delle dolorose esperienze personali promuove spesso la salute femminile – di recente ha denunciato lo stigma sulla menopausa – ma sempre con pacatezza e pragmatismo, senza effetti speciali e soprattutto senza sfruttare l’occasione per mettersi al centro della scena. Sarà per questo che quando la monarchia incrocia sulla rotta un iceberg – come quello rappresentato dall’ex ufficiale della Royal Navy Duca di York – rischiando di trasformarsi nel Titanic si guardi a lei come scialuppa di salvataggio.

Lady Violet la invidia molto perché ha rappresentato la Regina nella stragrande maggioranza dei royal wedding degli ultimi vent’anni abbondanti, e a tal proposito ci sentiamo di proporre una petizione: date una tiara a questa donna!

Che già le è toccato sposarsi con un orrendo set di perle – disegnato dallo sposo, lo sciagurato, e presto sparito (il set, non lo sposo) – e con un diadema che si ritiene composto dagli elementi di un circlet appartenuto alla Regina Victoria, ma il cui aspetto non è proprio così convincente, e poi gliene hanno prestato qualche altro, di solito con acquamarina. Ora ci sembra arrivato il momento di un upgrade, se l’è guadagnato sul campo.

Il low profile va bene per la vita, non per i gioielli reali!

Divide con la Contessa di Wessex il giorno del compleanno Sua Maestà Mathilde, Regina Consorte dei Belgi.

Per la Reine oggi sono 49; l’anno prossimo sarà festa grande ma per oggi, e solo per oggi, al secondo posto mettiamo lei.

Le foto del giorno – Margrethe&friend

Confesso, il dettaglio mi era sfuggito, ma rimedio subito, chiudendo così, almeno per ora, i cinquant’anni di Margrethe sul trono di Danimarca.

La pandemia ha spinto la sovrana a rimandare a tempi migliori – sanitari e meteorologici – le celebrazioni del Giubileo d’oro; sappiamo che è stata adeguatamente festeggiata in famiglia con una cena a sorpresa, e pur se ridotti al minimo non sono mancati momenti pubblici, a partire dalla cerimonia tenuta al Parlamento danese. C’è stata anche una seduta speciale del Consiglio di Stato, e poi la sovrana ha ricevuto una delegazione di membri civili e militari della sua corte.

E qui il delizioso dettaglio che Lady Violet ha notato in ritardo. Che non è la medaglia commemorativa del Giubileo che hanno tutti appuntata sul petto, né l’eleganza della Regina tutta in grigio, né il fatto che indossi la spilla a forma di margherita, il gioiello che più la rappresenta e che l’ha accompagnata in tutti i momenti importanti della vita.

Ma lei, la sua adorata cagnolina, comodamente seduta sulle gambe della sua padrona. Cagnolina che non è di razza danese, come qualcuno potrebbe con logica ironia pensare, ma un più maneggevole bassotto. Anzi, una bassottina, di nome Tilia. Che compare spesso insieme a Margrethe e alla famiglia reale, ma che io sappia mai in un’occasione di tale importanza.

Va bene i diamanti, ma la verità è che dogs are a queen’s best friends!

Le foto del giorno – Smile! And (royal) style

L’inverno vi rattrista? La fine delle vacanze natalizie con inevitabile smontaggio di albero presepe e decorazioni varie vi deprime? Avete già verificato con disappunto che per le prossime vacanze degne di questo nome bisognerà aspettare tre mesi (la Pasqua quest’anno cade il 17 aprile)? Odiate il buio e il freddo tipici di questo periodo dell’anno? Per questo Lady Violet non può aiutarvi, visto che per lei questa è la stagione ideale, ma forse potrà alleggerire un poco il vostro umore grazie a Sua Maestà La Regina Margrethe di Danimarca festeggiata ieri in famiglia, nel giorno che segna il suo Giubileo d’oro sul trono.

(Ph: Steen Brogaard, Kongehuset)

Eccola, la famiglia reale danese riunita per l’occasione: sorridente la Regina, felice soddisfatta e pure vestita di viola, che è uno dei colori simbolo della regalità. Bellissimi i nipoti, con Christian che ormai torreggia su tutti; i giornali si sono scatenati, calcolando che siccome il padre, alla sua destra è alto 1,83 e lo zio Joachim alla sua sinistra 1,88 il sedicenne giovanotto ormai sfiora il metro e 90. Molto graziosa la (quasi) quindicenne Isabella, seconda da sinistra, con l’espressione un po’ imbronciata tipica di chi è in piena adolescenza. Prima di lei la Principessa Benedikte, che è sempre una delle royal ladies più chic in circolazione, splendida in verde. Mancava l’ultima delle tre sorelle, Anne-Marie, ma suo marito – l’ex Re di Grecia Costantino – è appena stato dimesso dall’ospedale dov’era ricoverato, colpito anche lui dal covid.

(Ph: Kongehuset)

Tutti indossano la medaglia commemorativa del Giubileo d’oro della regina, sorretta da un nastro azzurro, lo stesso dell’ordine dell’Elefante, il principale ordine cavalleresco danese.

(Ph: Kongehuset)

E dato che molti di voi hanno ammirato la mise en place, ecco qualche dettaglio, protagonista il favoloso servizio di porcellana Flora danica.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

Questo è un posto a tavola. La cena a sorpresa è stata allestita nella Table Hall del Palazzo di Christian VII, uno degli edifici del complesso reale di Amalienborg, a Copenaghen.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

La serata è stata organizzata dai Principi Ereditari Frederik e Mary, e su quello che immagino sia il menù a sinistra del piatto è contrassegnato dal loro monogramma, che intreccia la F di Frederik con la M di Mary.

Sono sempre i dettagli a fare la differenza!

Dite la verità, tanta bellezza vi ha un po’ sollevato il morale?

La foto del giorno – Margrethe, festa in famiglia

Oggi, esattamente alle ore 19:50 – l’ora della morte del padre Frederik IX, il 14 gennaio 1972 – Margrethe II ha girato la boa dei cinquant’anni come Regina dei Danesi.

Le numerose iniziative previste per onorare l’importante anniversario sono state rimandate all’estate, quando si spera che il sole e il caldo abbiano avuto la meglio sulla pandemia, e oggi il Giubileo d’oro è stato celebrato in tono minore con le autorità del Paese. Non è mancato l’omaggio alla tomba del Re defunto – e di sua moglie, la Regina Ingrid – a Roskilde, dove riposano i sovrani danesi.

In serata la regina è stata festeggiata con una cena in famiglia: presenti il Principe Ereditario Frederik con la moglie Mary e i quattro figli Christian, Isabella, e i gemelli Vincent e Josephine; il figlio minore Joachim con la moglie Marie, i loro due figli Henrik e Athena, e Nikolai e Felix, nati dal primo matrimonio di Joachim. Tra i commensali anche la Principessa Benedikte, una delle due sorelle minori della sovrana (la cui provvidenziale presenza ha evitato che si ritrovassero in 13 a tavola).

Splendida la mise en place: per l’occasione è stata utilizzata parte del servizio Flora danica, il più importante e lussuoso, usato l’ultima volta nel 1990 per celebrare gli 80 anni della Regina Madre Ingrid.

Il servizio fu realizzato alla fine del Settecento da The Kongelige Porcelainfabrik, la reale fabbrica di porcellane che oggi si chiama semplicemente Royal Copenaghen. I pezzi sono decorati con piante e fiori della flora danese, come erano stati rappresentati nell’enciclopedia botanica settecentesca intitolata appunto Flora danica.

Nato forse per essere donato all’Imperatrice Caterina II di Russia, il servizio rimase invece in Danimarca; comprendeva in origine circa 1800 pezzi, oggi “ridotti” a 1500, custoditi ed esposti al Castello di Rosenborg.

Nel 1862 la Royal Copenaghen riprese la produzione del servizio; se volete conoscerlo meglio, date un’occhiata al sito (in inglese) https://floradanica.royalcopenhagen.com/the-collection/

Lunga vita alla Regina!

Bye bye Andy

Era nell’aria e ora è ufficiale: il Duca di York ha rimesso nelle mani di Sua Maestà La Regina ogni incarico militare e ogni patronage che ancora deteneva.

La decisione è stata comunicata urbi et orbi attraverso uno scarno comunicato diffuso anche attraverso i canali social della Royal Family.

Una scelta obbligata dopo che il giudice Kaplan di New York ha respinto il ricorso del duca, che dovrà dunque affrontare in tribunale le accuse di Virginia Giuffre, ancora minorenne quando avrebbe avuto rapporti sessuali con Andrew.

Una decisione giunta tempestivamente per cercare di evitare ombre troppo consistenti sulle celebrazioni del Platinum Jubilee di Her Majesty.

Lady Violet ripensa agli anni ’80, quando il terzogenito di Elizabeth e Philip non era solo il bello di famiglia – e bello era davvero – ma aveva anche il fascino dell’eroe, avendo partecipato alla vittoriosa guerra lampo (aprile/giugno 1982) delle isole Falkland, la cui proprietà era contesa tra il Regno Unito e l’Argentina.

Ora invece un nutrito gruppo di veterani ne ha chiesta la rimozione dai ruoli militari.

Mai come oggi è vero, sic transit gloria mundi.