Oggi sono 67 anni che la prima ragazzina a sinistra nuota tra i perigliosi flutti del trono. All’inizio del 1952 la salute di re George VI, che ha solo 56 anni, declina rapidamente a causa di un tumore polmonare. La figlia Elizabeth lo sostituisce in una serie di occasioni, tra cui l’impegnativo tour in Australia e Nuova Zelanda per cui è in partenza. Il 31 gennaio, nonostante il parere contrario dei medici, il re accompagna la figlia all’aeroporto; è l’ultima volta che i due si vedranno (in fondo al post trovate il video di quella mattina).
Prima tappa del viaggio è il Kenya e i principi, dopo la tappa nella capitale Nairobi, raggiungono l’Aberdare National Park; alloggeranno al Treetops Lodge, in una sorta di casetta su un albero, ideale per godere appieno dei meravigliosi panorami del parco e di tutti gli animali che lo popolano. È il 5 febbraio, in mattinata la coppia incontra la stampa, ma il resto della giornata è dedicato ad esplorare questo luogo magico. La giovane principessa è deliziata dagli elefanti, affascinata dalla natura selvaggia, filma tutto con una piccola telecamera.
Il re, dopo aver salutato figlia e genero a Heatrow, è rientrato a Sandringham, e quel giorno partecipa a una battuta di caccia nella tenuta reale, poi va a dormire; la mattina del 6 non si riesce a svegliarlo, la regina consorte accorre e comprende immediatamente cos’è accaduto. Il re è morto, viva la regina! Viene avvisato il Primo Ministro, Winston Churchill; John Colville, suo segretario privato, lo trova nella sua camera da letto che fissa davanti a sé, con le lacrime agli occhi. E la nuova sovrana? “non la conosco” risponde Churchill “ed è solo una bambina”.
Elizabeth è regina, ma non lo sa ancora. Si gode la breve vacanza, e la mattina si è svegliata presto per vedere l’alba. Più tardi, il maggiore Norman Jarman, manager del resort, sta bevendo uno sherry con Martin Charteris, segretario privato di Elizabeth, quando riceve la telefonata del direttore del Nairobi che ha appena ricevuto la notizia. Arrivano altri giornalisti allertati dalle news da Londra, ma incredibilmente le fonti ufficiali tacciono. Il maggiore Jarman telefona a Buckingham Palace, e qualcuno, dall’altra parte del filo, resta pietrificato nell’apprendere che Elizabeth non è stata ancora avvertita. Sarà Philip, ora principe consorte, a dare la notizia alla moglie. Quando Martin Charteris raggiunge la nuova sovrana, la trova seduta eretta, consapevole del suo destino. Le chiede quale nome intende assumere “my own, of course” risponde Elizabeth II.
Il 7 febbraio la regina atterra a Londra; ad attenderla ai piedi della scaletta ci sono Churchill, Attlee, Eden. È l’inizio del regno più lungo della storia britannica.
Sir Harold Nicolson, politico e diplomatico, scrisse nel suo diario “la Principessa Elizabeth sta rientrando dal Kenya. È diventata Regina mentre, appollaiata su un albero in Africa, guardava i rinoceronti avvicinarsi allo stagno per bere.”
(Ph. dal web)