Un anno dopo

Lo so, oggi noi in Italia dovremmo ricordare gli ottant’anni dall’armistizio di Cassibile, che impresse una svolta alla guerra e di fatto, tanto per rimanere in ambito royal, diede inizio a quella fase che avrebbe portato alla morte del Regno d’Italia e alla nascita della Repubblica italiana. Ma scommetto che gli amici di questo blog stiano pensando a un’altra morte, e quella celebriamo. L’anno scorso in questi giorni era a Londra un’amica carissima, a sua volta nei suoi ultimi mesi, che mi aggiornava sull’aria che si respirava in città. Ora anche lei cammina nel vento, e oggi pensieri e ricordi si affollano, ma onoriamo la giornata con la sobrietà e un tocco di leggerezza che sarebbero piaciute a entrambe.

La Royal Family ha pubblicato questa bella foto, con Her Majesty in violet, ma nessuna cerimonia pubblica è prevista. Cosa che a noi può sembrare strana, ma in effetti è l’essenza della monarchia: la Regina è morta, evviva il Re. In questi mesi spesso mi sono chiesta cosa abbia reso The Queen un personaggio così rilevante, al di là dell’oggettiva importanza, sua e del suo Paese, e ho provato a darmi una prima risposta. Praticamente coetanea di mia madre – più giovane di meno di un anno – quando ero un’adolescente la Regina in qualche modo incarnava il vecchio: i cappellini, la formalità, l’etichetta, e in fondo anche l’istituzione che all’epoca mi sembrava obsoleta; ora penso invece che lei abbia incarnato la prima generazione di donne contemporanee, pienamente attive nella società ma insieme e non singolarmente, come era accaduto fino ad allora. Quando la guardo penso a quelle ragazze che – tanto per tornare all’incipit di questo post – durante la guerra hanno sostituito gli uomini nelle attività produttive, li hanno affiancati in alcune operazioni belliche, in veste di ausiliarie come lei, o in ruoli anche più rischiosi, come le nostre staffette partigiane. Penso alle nostre madri costituenti, primo esempio di elettorato attivo e passivo che finalmente avevamo conquistato. La seconda guerra mondiale ha cambiato il mondo, e secondo me Queen Elizabeth è stata l’icona di questo cambiamento: la più famosa, la più popolare, la più visibile; moglie e madre ma anche donna in carriera, amata e rispettata. E dunque appartiene anche a noi, che britannici non siamo, per sempre.

In suo, in loro onore, e nonostante il caldo afoso, oggi a casa Violet si riprende ufficialmente la stagione dell’afternoon tea, per ora leggerissimo e pieno di limone – lo so, in UK rabbrividiscono, ma pure loro stanno fronteggiando un caldo anomalo – e accompagnato solo da un po’ di frutta, ma verranno tempi migliori e soprattutto più freschi.

Inauguriamo pure questa bella tazza, realizzata da Buckingham Palace in sua memoria; e perdonate le pieghe della tovaglietta, ma fa troppo caldo per stirare.

E a proposito di tovagliette – magari stirate – e di pasti informali, adoro questa foto di Sua Maestà con la cugina e amica Margaret Rhodes; nel 2011 le due signore fanno uno spuntino nella tenuta di Balmoral. Non proprio una di noi, ma quasi.

Last but least, Sarah di York, che col marito on-off Andrew si prende cura di Sandy e Muick, i due corgi sopravvissuti a Her Majesty, ci informa che un anno dopo le creature stanno bene, il che riempie di gioia Lady Violet, e in fondo pure la sua Purple.

Still in our hearts. Qui tutto bene, Ma’am, davvero.

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