Le foto del giorno – Un quasi royal wedding

Oggi a mezzogiorno il giovane Duca di Westminster, miliardario in sterline (una decina) ha portato all’altare, dopo aver attraversato una passerella di legno che neanche Love Boat, la graziosa – e fortunata – fidanzata Olivia Henson nella cattedrale di Chester, che sorge non lontano da Eaton Hall, residenza di famiglia.

Annunciato lo scorso anno, il matrimonio avrebbe dovuto avere una presenza royal più massiccia, dati gli streettissimi legami tra la Royal Family e lo sposo, padrino dei figli maggiori sia di William sia di Harry. La presenza dei Sussex è stata esclusa da subito per evitare tensioni ma anche, se non soprattutto, per non rubare la scena agli sposi. Poi è arrivata la malattia di King Charles, poi quella di Catherine, e alla fine c’erano solo il Principe di Galles e sua cugina Eugenie di York.

Tra il più maturo William e il più giovane Hugh ci sono otto anni e mezzo, ma naturalmente si conoscono e frequentano da sempre; sarà per questo che il principe ha avuto un ruolo in questa giornata: è stato uno degli usher – che ai miei tempi si chiamavano alla francese garçons d’honneur – amici dello sposo che si occupano di accogliere gli ospiti (in questo caso solo 400, un matrimonio napoletano medio)e intervengono dove c’è bisogno. Se avete visto Quattro matrimoni e un funerale sapete di cosa parlo.

Così, dopo aver presenziato alle cerimonie per il D Day, William ha cambiato veste indossando un elegante tight. E guardando queste immagini Lady Violet non può non commuoversi dinnanzi all’orlo dei pantaloni di questi signori, compreso lo sposo, che evidentemente non si servono dallo stesso sarto di Albert II de Monaco, con l’eccezione dei primi due a sinistra. Quello in grigio accanto al principe è William van Cutsem, altro padrino di George, cognato dello sposo (uno dei suoi fratelli ne ha sposato la sorella Tamara) nonché uno dei quattro figli delko scomparso Hugh van Cutsem, intimo amico di King Charles fin dai tempi di Cambridge.

Mi è piaciuto? Insomma, mi aspettavo qualcosa di meglio, ma di questo – e naturalmente delle mise – parleremo domenica. Anyway, evviva gli sposi.