Un addio

Mentre la corte di Svezia si prepara a festeggiare i40 anni della principessa Sofia, moglie dell’unico figlio maschio dei sovrani, e la prossima nascita del quarto bebé della coppia, una brutta notizia giunge da Mallorca. È morta oggi a 87 anni la principessa Brigitta, una delle quattro sorelle del re, che alle Baleari risiedeva da decenni.

(Ph: Charles Hammarsten / IBL)

Prima di Carl Gustaf, che sarebbe salito al trono nel 1973 alla morte del nonno, il principe ereditario Gustaf Adolf e sua moglie Sibylla avevano avuto ben quattro figlie: Margaretha, Birgitta, Désirée e Christina, chiamate le “Hagasesse”, cioè le principesse Haga (in svedese Hagasessorna) dal nome del palazzo in cui tutte erano nate. Nove mesi dopo la nascita del piccolo il padre morì in un incidente aereo a Copenaghen; e mentre il bambino cresceva educato ai doveri del trono le quattro ragazze erano un poco più libere, studiando materie di vario genere, tra cui cucito e sartoria.

La secondogenita Birgitta è la prima a sposarsi, nel 1961. Il fortunato è il principe tedesco Johann Georg von Hohenzollern-Sigmaringen; la coppia ha avuto tre figli, nel 1990 è arrivata la separazione cui non è mai seguito il divorzio, forse anche in omaggio alla religione cattolica di lui. Birgitta è stata una bellissima sposa, con un abito di duchesse di seta dotato di un lungo strascico, poi riciclato per il matrimonio di Silvia e Carl Gustaf (mentre l’intero abito fu indossato tre anni dopo dalla sorelle Désirée per il matrimonio col barone Niclas Silfvershiold). A reggere il velo di tulle durante la cerimonia civile il 25 maggio 1961 a Stoccolma la favolosa tiara di cammei, mentre per quella cattolica il 30 in Germania ne fu scelta una della madre dello sposo. Tra le mani di Birgitta un bouquet di rose bianche e gialle, suo colore preferito e che secondo me ben la rappresenta.

(Ph: Getty Images)

Vivace, aperta, sportiva, ha rischiato di andare alle olimpiadi, ha fatto la fotomodella e gestito una boutique di moda; mi sempre dato l’idea della ragazzaccia, il che me l’ha sempre resa molto simpatica. La vecchiaia non è stata gentile con lei – forse troppo sole per la sua pelle scandinava – ma ho sempre avuto l’impressione che non le interessasse più di tanto.

(Ph: Gianni Ferrari/Getty Images)

Immagino che il suo non sarà un funerale di stato e, se dovessi scegliere io per accompagnarla sceglierei la canzone di Édith Piaf Non, je ne regrette rien.