L’arte di essere secondi

Il mese prossimo porterà con sé due importanti compleanni: gireranno la gloriosa boa dei 18 anni due deliziose fanciulle, che oltre all’età hanno in comune l’essere secondogenite, figlie cadette, insomma due spares. Il 21 aprile è il gran giorno di Isabella di Danimarca mentre otto giorni dopo, il 29, tocca a Sofía di Spagna. E se nulla si sa dei festeggiamenti per la Infanta, la Casa reale danese ha già pubblicato il programma delle celebrazioni per Isabella.

(Ph: Steen Evald, Kongehuset)

Il suo compleanno cade il giorno dopo Pasqua, e forse per questo i festeggiamenti sono stati anticipati. Venerdì 11 aprile alle 14.00 il municipio di Aarhus si aprirà ai giovani creativi: musicisti e danzatori emergenti si esibiranno per gli ospiti, studenti delle scuole professionali prepareranno il rinfresco e non mancherà una sfilata di moda sostenibile realizzata con materiali innovativi curata dai nuovi talenti della moda. Un centinaio gli ospiti provenienti da associazioni giovanili e istituti scolastici della città, cui se ne aggiungeranno altri 50 estratti a sorte.

La sera di martedì 15 aprile la principessa, i sovrani e il resto della famiglia assisteranno a uno spettacolo messo in scena al Det Kngelige Teater, il teatro reale. Anche in questo caso saranno i giovani performer ad animare la scena, davanti ai reali e a un migliaio di giovani connazionali tra i 17 e i 24 anni, che avranno la possibilità di ottenere il loro biglietto tramite lotteria. Insomma una festa di giovani, che è sempre la cosa più giusta e allegra.

(Ph: Casa de S.M. El Rey)

Classico understatement di famiglia invece per l’Infanta Sofía che sta concludendo il ciclo di studi superiori al prestigioso UWC Atlantic College in Galles, i cui progetti per il compleanno restano avvolti nel mistero. A dicembre l’altissima fanciulla ha sostenuto il suo primo impegno ufficiale in solitaria, la consegna dei premi al concorso fotografico Objetivo Patrimonio, il che ci fa pensare a un suo progressivo coinvolgimento nelle attività della Corona, modulato sulle scelte che verranno fatte nel prosieguo della sua formazione. Sofía potrebbe seguire le orme della sorella maggiore e seguire un addestramento militare, o iscriversi all’università, magari all’estero come fece suo padre. O magari ci stupirà con qualcosa di totalmente inatteso, vedremo!

(Ph: RVD/Z.M. de Koning)

In aprile festeggerà i 18 anni anche un’altra principessa, Ariane dei Paesi Bassi. Il suo compleanno è il 10 e non oso immaginare cosa si inventerà Máxima per la piccola di casa. La principessa olandese studia a sua volta all’UWC, United World College, ma ha scelto la sede di Trieste. Diversamente da Isabella e Sofía lei non è esattamente the spare essendo la terzogenita dei sovrani e dunque la terza in linea di successione; e si sa, più il trono si allontana più la libertà di scelta aumenta. Anche nel suo caso, staremo a vedere, ma quello che mi piacerebbe davvero è che queste ragazze interpretassero in modo nuovo il loro ruolo soprattutto, naturalmente, se dovessero avessero parte attiva nelle loro famiglie, a sostegno di fratello e sorelle sul trono. Il modello alla fine c’è, ed è una donna: la sublime Princess Royal, l’incrollabile Anne.

E a proposito di Royal Family, e di spare, alcuni di voi hanno chiesto il mio parere sulla spare’s consort e sul suo programma di lifestyle With love, Meghan, disponibile da qualche giorno su Netflix, per cui oggi ho guardato il primo episodiio. Premessa 1: non mi appassiona la tenzone Kate vs Meghan, che penso, aldilà delle intenzioni delle protagoniste sia costantemente attizzata da certa stampa e rinfocolata da chi è certo che il proprio parere faccia giurisprudenza. Premessa 2: forse anche a causa della notte insonne appena trascorsa ho seriamente rischiato di addormentarmi sul divano. Eviterò di soffermarmi sui dettagli: i gioielli indossati dalla duchessa, le sue mise, o le ricette un po’ così, a partire dalla pasta con pomodorini e buccia di limone cotta direttamente in padella aggiungendo acqua dal bollitore. Si tratta di una ricetta molto simile a quella della britannica Anna Jones ( https://annajones.co.uk/recipes/kale-tomato-and-lemon-zest-one-pot-spaghetti) che peraltro riscuote un certo successo tra chi l’ha provata.

E qui consentitemi un brevissimo discorso serio: ignoro quale sia il target del programma, che immagino dedicato a un pubblico probabilmente statunitense, comunque extraeuropeo. Il lifestyle è inestricabilmente intrecciato alla cultura di provenienza, per cui pensare che uno abbia ragione e sappia “come si fa” mentre tutti gli altri no, non ha francamente alcun senso. Nessun giapponese pensa che nel resto del mondo si debba prendere il tè secondo la tradizionale suggestiva cerimonia nipponica, e naturalmente culture più antiche e complesse tendono a considerare le altre un po’ naif. Quello che invece mi ha colpito davvero è la sostanziale inutilità dell’insieme, tutto visto e stravisto; e da decenni, per quanto mi riguarda. Uso eccessivo dell’enfasi – tutto è incedibile, meraviglioso, stupendo – paragoni azzardati “i piselli come perle verdi” le candele fatte a mano (le fa anche la madre del Presidente del Consiglio, ma almeno lei lei vende nei mercati, e viva la faccia). Mi è tornato in mente che negli anni ’80, quelli dell’edonismo reganiano e della Milano da bere, le riviste femminili pubblicavano inserti dove le signore del gran mondo (o medio, aspiranti a una promozione) illustravano il loro modo di ricevere, le mise en place coi piatti “di famiglia” – magari comprati la settimana prima – le ricette della nonna, di solito di gran qualità su questo la nostra tradizione è praticamente imbattibile. Pubblicazioni piacevoli, che collezionavo prendendo qualche spunto, soprattutto per le tavole. Ma appunto, parliamo di quarant’anni fa. Insomma, mi chiedo perché persone con quella visibilità, quella disponibilità economica, quella (giusta) ambizione non si affidino a qualcuno in grado di inventare qualcosa di nuovo, più interessante, meno scontato. Non sorprende che, pur tra le tante critiche, il programma per ora abbia comunque un suo successo, quello che fa Meghan desta ancora interesse, e di questo beneficiano senz’altro, ad esempio, i prodotti usati. Quanto a me, non credo vedrò il secondo episodio; ma d’altronde non penso avessero in mente Lady Violet come pubblico di riferimento.

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