Royal chic shock e boh – È primavera

Otto giorni fa la soirée che inaugura la primavera monegasca, primo grande evento di gala del mondo royal: il Bal de la Rose. Con la presenza per il secondo anno consecutivo della princesse Charlène, a lungo latitante, che ha accompagnato il marito Albert II, patrono della manifestazione, la princesse Caroline, i suoi quattro figli e le due nuore.

(Ph: Eric Mathon / Palais princier)

Ed è proprio dalla più giovane dei Grimaldi presenti che partiamo, Alexandra, nata dal terzo matrimonio di Caroline con Ernst August von Hannover. Il che rende la fanciulla un’Altezza Reale, la inserisce – un po’ indietro in verità – nella successione al trono britannico, ma la priva dello charme dei fratelli Casiraghi. Lei però è una ragazza volitiva, e ha trovato il modo per mettersi al centro dell’attenzione, scegliendo un abito Haute Couture di Giambattista Valli. Un’orgia di chiffon rosa con gonna amplissima, corpino a vita bassa sottolineato da un tralcio di rose, e come se non bastasse un drappeggio che cade dalle spalle fino ai gomiti e oltre. Mi piace? No, ma amo le ragazze che cercano il proprio stile e sperimentano. E guardando la Famille Princière in gruppo, che sia Alexandra ad attirare l’attenzione, col supporto del bel fidanzato Ben-Sylvester Strautmann – lui in altezza lei in ampiezza – non c’è dubbio. Shock, ma salvo la cascata di diamanti del collier Cartier.

(Ph: Eric Mathon / Palais princier)

Per molti anni Charlène ha evitato il Bal de la Rose, tanto che si dava per certa una divisione dei ruoli tra primedonne: a lei il Gala de la Croix Rouge – di cui è presidente Albert – a Caroline l’evento di marzo, essendo presidente della Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi della serata. Dall’anno scorso partecipa anche la Principessa Consorte; non saprei se ciò sottintenda qualche novità nelle dinamiche familiari, ma devo dire che la sua mise mi ha delusa assai. Charlène ha optato per un total look Dolce e Gabbana: abito monospalla in pizzo Chantilly verde scuro su fourreau di velluto nero, décolletée nere, pure loro in pizzo (modello Bellucci) e orecchini della linea alta gioielleria. Francamente lo trovo tremendo, e mi chiedo la ragione di questa scelta, visto che il tema della serata era Sunset Ball, a evocare i colori di un tramonto ai Caraibi. Shock.

Nemmeno la mise di Caroline è troppo caraibica, ma francamente siamo su un altro pianeta. Abito Chanel Haute Couture della collezione primavera estate 2024, realizzato in un tessuto operato in sbieco. Le mezze maniche e gli inserti del corpino rimandano al tessuto tweed caratteristico della maison, ma il punto focale è lo scollo asimmetrico che scopre una spalla, soluzione furbissima per le signore meno giovani, dato che com’è noto le spalle sono in pratica l’unica parte del corpo a non invecchiare. La linea semplice dell’abito è lo sfondo perfetto per la favolosa spilla Chaumet. Superchic.

Sarà perché lei dai Caraibi viene davvero – è nata a New York da una delle più importanti (e ricche) famiglie colombiane – ma Tatiana, moglie di Andrea Casiraghi, è l’unica ad aver omaggiato il tema della serata. La sua scelta cade su un abito Erdem rosa corallo, in un tessuto jacquard con disegno di garofani, con un grande fiocco sulla spalla sinistra. La spalla e destra e il fianco opposto sono decorati da un ricamo floreale. Confesso, l’abito non mi convince affatto, ma mi piace molto addosso a lei. Trovo che Tatiana abbia uno stile personale sempre più interessante e convincente, affatto banale. Chic.

(Ph: Bruno Bebert/Pool Monaco/Bestimage)

Sono arrivate senza accompagnatori Charlotte e Beatrice. La prima ha una relazione con scrittore Nicolas Mathieu, che a Monaco non si è ancora visto; l’altra è moglie di Pierre Casiraghi, che però non era presente. Entrambe sono legate e due importanti maison francesi, che le hanno vestite anche in questa occasione, senza grande successo, a mio avviso. Chanel per Charlotte, un abito nero con corpino ricamato di cristalli, gonna a balze più corta davanti da cui sporgono le scarpine profilate di strass. Dior per Beatrice, con un capedress rosso scuro sicuramente bello ma invernale. Insomma, più che rispettare il tema dato hanno preferito l’argomento a piacere. Un grande boh per entrambe.

Attenzione a parte merita l’acconciatura di Beatrice. Addobbata con gioielli della collezione disegnata da Jean Schlumberger per Tiffany, indossa una collana col celebre ciondolo Bird on a Rock e gli orecchini abbinati. Non bastando, ha anche piazzato una spilla della collezione sulla treccia posticcia che le incorona il capo; un tentativo di evocare l’indimenticabile Grace? No dai, veramente troppo, shock.

In attesa della visita di stato che i sovrani britannici compiranno in Italia da domani, ci sono un paio di royal ladies questa settimana sono state in trasferta.

(Ph: Kongehuset)

La prima è Mary di Danimarca, che è stata ospite dei Macron col marito Frederik X. All’arrivo nella Ville Lumière la coppia reale è stata ricevuta a Les Invalides; in omaggio al Paese ospitante la regina ha scelto un tailleur color crema Dior, con scarpe bicolori Gianvito Rossi, borsa Mulberry, e in testa una creazione Jane Taylor. La falcata sicura, opposta ai tacchi della Première Dame incastrati nel selciato, sottolinea anche l’opportunità di evitare nelle occasioni pubbliche le gonne troppo corte, anche se firmate Vuitton. Danimarca chic, Francia shock.

(Ph: Kongehuset)

La sera le due coppie si sono riunite all’Eliseo per la cena di gala. Evidentemente non si tratta di uno state banquet, per cui i signori erano in completo (il famoso abito scuro o lounge suit sugli inviti) e le signore in lungo ma con mise non particolarmente importanti. Mary interpreta a perfezione la regola abbinando una gonna a fiori del danese Lasse Spangenberg a una blusa bianca del brand australiano CLEA, clutch Anya Hindmarch e scarpe Gianvito Rossi. Non mi fa impazzire ma non c’è dubbio che sia perfettamente in linea con lo stile della serata e della stessa Mary, chic. Meno adatta la scelta di Brigitte, in Louis Vuitton blu con ricami d’argento, che mi fa pensare a un caftano. Boh.

(Ph: Getty Images)

La sera seguente i sovrani hanno ricambiato l’invito con una cena a Le Grand Hôtel de Paris. Mary ha scelto un abito nero con ricami in oro di Taller Marmo, restando fedele alle scarpe Gianvito Rossi, questa volta in pizzo nero e camoscio. Personalmente non amo troppo l’abbinamento dell’oro col nero; e penso che questo genere di modello si apprezzi di più dal vivo, perché potrebbe avere dei dettagli raffinati che in foto non si colgono, dunque boh.

Altra coppia in viaggio questa settimana i sovrani del Belgio, che sono stati in Vietnam. Mathilde ha alternato modelli occidentali ad alti ispirati al Paese ospite, con fortune alterne anch’esse.

(Ph: Belgium MFA)

Per la cena di stato la scelta è caduta su un abito dll’importante fantasia floreale di Dries Van Noten. Non è male, ma forse ci vorrebbe maggiore grinta per non renderlo un capo troppo démi-monde, troppo bon-ton. Non mi dispiace ma non mi convince, boh.

Peggio la mise del giorno seguente: un modello di Carolina Herrera a fiori sulle tonalità del viola, che ricorda gli anni ’50, con accessori in tinta: scarpine, bolerino (Natan) e bandeau (Fabienne Delvigne, il modello Rueda). Ve lo dico, è troppo viola pure per Lady Violet. Shock.

(Ph: Belgium MFA)

Per la cena offerta dai sovrani per ricambiare l’ospitalità Mathilde ha indossato una mise che ricorda molto l’abito tradizionale vietnamita, l’áo dài. Un gesto incantevole cui purtroppo la realizzazione non rende giustizia. Intanto il colore, un salmone che starebbe male pure all’omonimo pesce, aggravato da un fitting imbarazzante, e considerando che è stato creato su misura (dal sarto della Reine, Saïd Meer di Meer Couture) francamente non è accettabile. Mi dispiace, ma shock.

Alla fine la mise che ho apprezzato di più è quella della partenza: un semplice completo pantaloni giallo (Caroline Biss) e una sciarpa ricevuta in regalo durante il viaggio. Assolutamente chic, la mise e il gesto, che poi è la chiave della vera eleganza.

Royal chic shock e boh – Royal November

Tra i royal appuntamenti più importanti di novembre, oltre al compleanno di King Charles, c’è senza dubbio la festa nazionale del Principato di Monaco, e noi da qui partiamo.

Tradizione vorrebbe che il giorno della Fête Nationale combaciasse con l’onomastico del Principe, e per i 55 anni abbondanti del regno di Rainier III la celebrazione è avvenuta il 19 novembre, festa (insieme al 17 giugno) di San Ranieri. Alla morte del vecchio sovrano il successore, Albert, avrebbe dovuto anticipare di qualche giorno, dato che il 15 novembre si celebra Sant’Alberto Magno, ma il nuovo monarca ha mantenuto la vecchia data, come omaggio al padre e al patrono della dinastia, che è appunto Ranieri. Martedì 19 dunque il Principato si è vestito a festa, e le strade imbandierare della rocca hanno accolto la Famille Princière quasi al completo. A partire dalla principessa consorte, la bionda Charlène, in completo pantaloni lilla di Vuitton.

La giacca asimmetrica è interessante, con una bella linea scolpita, ma tira un po’ sul punto vita; i pantaloni mi piacciono meno e mi sembra che l’orlo della gamba destra sia più lungo. Pesante l’abbinamento con gli accessori neri – borsa e scarpe dal tacco spesso, tutto Vuitton – terrificanti le calze nere. Tutto l’insieme non mi convince affatto: inadatto all’occasione e troppo rigido. Lei è piuttosto goffa e poco disinvolta, probabilmente anche perché molto timida, e inguainata in questo genere di mise mi fa pensare a un soldatino di legno, compreso il fascinator con doppia piuma; insomma, qualche amica toscana direbbe che tutto l’insieme è pissero, per me è semplicemente shock. E so che qualcuna salverebbe i gradi orecchini di brillanti; li salverei anch’io, ma mai e poi mai li indosserei di mattina!

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

Deliziosa Gabriella in cappottino azzurro cielo Dior; personalmente non amo i bambini in abiti firmati, ma lei è molto graziosa, e il broncio mostrato in più occasioni durante la giornata le restituisce appieno la natura di bambina, e pure simpatica.

(Ph: Niviere David/ABACAPRESS.COM)

Sceglie Dior anche la zia Stéphanie, con un cappottino che abbina il nero al blu. So che molti inorridiscono alla semplice idea, ma io stavolta la trovo elegante come non si vedeva da tanto; mi piace la semplicità e l’assenza di effetti speciali, limitati al tatuaggio che spunta dalle slingback Prada. Assolutamente chic. Da molto Stéphanie non porta cappelli, e tutto sommato guardando oggi la sorella maggiore Caroline non so darle torto. La primogenita di Grace è in total Chanel ma sarà per il troppo nero, sarà per i capelli acconciati male sotto quel fascinator, che invecchia come poche cose al mondo, ma l’effetto finale non è entusiasmante. Peccato perché l’abito che si intravvede dal cappottino, in pizzo tridimensionale, è bellissimo, lei è sempre chic ma stavolta non mi sembra assai sotto tono. Boh.

(Ph: Stephane Cardinale-Corbis/Getty Images)

Grande attenzione per la mise della figlia minore di Caroline, Alexandra di Hannover, che ha tirato fuori da un’armadio di famiglia un tailleur, probabile creazione del divino Balenciaga, appartenuto a nonna Grace. Elegantissima sia lei sia l’operazione, in una parola meravigliosa; talmente tanto da distogliere l’attenzione sull’orlo dei pantaloni del cugino Louis Ducruet, che fa sembrare un dilettante anche zio Albert. Brava Alexandra, très chic.

La sorella Charlotte Casiraghi è global ambassador Chanel, ed è naturalmente vestita dalla maison. Accompagnata dai due bei figli Raphaël e Balthazar – che pur avendo padri diversi si somigliano molto e hanno lo stesso modello di orecchie – la fanciulla indossa un cappottino di tweed in quella tonalità di azzurro che è uno dei trend di stagione, abbinato ad accessori neri che in questo caso fanno effetto colour block. Lei mi piace praticamente sempre; in particolare in questo caso mi sembra tanto francese, e mi ricorda attrici e cantanti degli anni ’60 e ’70 come Françoise Hardy o Catherine Spaak, sarà per le gambe in mostra o le scarpine Mary Jane Chanel? Chic.

Capitolo cognate: numero 1)Tatiana Santo Domingo, moglie di Andrea Casiraghi; la apprezzo sempre di più, trovo che vada definendo sempre meglio il suo stile. Per l’occasione ha scelto un completo Dolce&Gabbana con giacchina avvitata e gonna midi in tssuto pied-de-coq, che sarebbe il pied-de-poule ma più grande. Attenzione al dettaglio: i capelli legati con un foulard e soprattutto il pullover dolcevita al posto della camicia. Impeccabile, informata. chic.

Cognata numero 2) la nostra Beatrice Borromeo, consorte di Pierre Casiraghi. Come Tatiana, compare quasi sempre semicoperta dai figli, per cui ho scelto questa tenerissima foto col secondogenito Francesco che si gode una carezza del padre (che sotto il tight porta i mocassini, lo sciagurato!). Beatrice è per Dior ciò che Charlotte è per Chanel, per cui la sua mise arriva direttamente, e per intero, dalla maison: tailleur grigio con giacca dal collo alla coreana e gonna midi plissé. Neri gli accessori: dall’adorabile fascinator a forma di goccia con veletta, alle décolleté, alla borsa, la Small Lady Dior Joy. Strachic (lei, lui tra scarpe inadatte barba lunga e cravatta allentata sembra reduce da una notte di bisboccia, come suo fratello).

Questa volta il ruolo delle sorellastre tocca alle figlie di Stéphanie, Camille e Pauline. La prima ha un bel cappotto verde (Tara Jarmon) perfetto per andare in ufficio, l’altra ha scelto Miu Miu: abito stropicciato ad arte in satin color crema sotto il cappotto grigio fumo, veramente troppo over. Anche l’over è un trend di stagione, ma non per un’occasione di questa formalità. Boh+boh, ma molto carine.

(Ph: Eric Mathon/Palais princier)

La giornata si è conclusa con un gala al Grimaldi Forum, dove la Famille Princière ha assistito a una rappresentazione della Bohème di Puccini (di cui quest’anno è il centenario della morte). Partendo da sinistra: Tatiana in abito di velluto verde a balze del suo brand Muzungu Sister; sarà che mi ricorda quello che avevo da bambina, ovviamente corto e con le balze solo accennate, a me piace, chic. Charlène è in blu, ancora Vuitton; non mi fa impazzire, soprattutto con i capelli pettinati così, ma sicuramente chic. Blu anche per Caroline, in un classico Jenny Packham tutto paillettes, e il tocco ultramoderno della clutch Bottega Veneta nera compresa la metalleria, chic anche lei. La figlia minore Alexandra si butta sul colore star della stagione, il bordeaux e sceglie uno scenografico abito di Giambattista Valli col piccolo corpino cosparso di volant. Lo adoro, chic. Chiude il gruppo Beatrice, anche questa volta in Dior, con un sontuoso abito in velluto nero con ricamo al collo. La fotografia non rende, ma è veramente superchic. A questo punto mi sorge una riflessione: per la festa di quest’anno, tranne qualche eccezione, i Grimaldi si sono sicuramente mostrati al loro meglio; perché dunque non li trovo mai convincenti fino in fondo? Secondo me perché hanno perso smalto, e sembrano un po’ dei sopravvissuti. Probabilmente il mio giudizio è condizionato dal ricordare bene il sublime glamour che Grace aveva portato in dote al Principato, ma morta lei è iniziato un lento declino, forse anche perché molte manifestazioni sono rimaste le stesse senza avere la forza della storia né del simbolo, e sono dunque solo anacronistiche. Per tacere del povero Albert, che costretto a indossare la poco marziale uniforme dei Carabiniers non ha l’autorevolezza paterna. Parlavo qualche giorno fa con un’amica di Lady Violet, e convenivamo sul fatto che la vita mondana monegasca ormai oscilli tra il memoriale e la sagra di paese.

Parlavamo di storia ed ecco qui, la famiglia reale britannica. Martedì sera, mentre i Grimaldi assistevano alla Bohème, a Buckingham Palace i Windsor ricevevano il Corpo Diplomatico accreditato a Londra per l’annuale ricevimento. C’era il re, nelle sua veste di capo dell’Order of the garter, con giarrettiera d’ordinanza allacciata al polpaccio sinistro, c’era il Principe di Galles in frac, e c’era la regina in una sinfonia di blu. Camilla ha scelto un abito in velluto operato di Fiona Clare come base per la fascia azzurra dell’Order of the garter, il Royal family order del marito (La foto del giorno – L’ordine di Carlo) col ritratto di Charles sostenuto da un fiocco celeste chiaro, e la tiara con le cinque acquamarine vista in precedenza sulla cognata Sophie. Personalmente non amo troppo gli azzurri, men che meno l’acquamarina, ma che le vogliamo dire se non chic?

Finale col botto, perché una mise del genere non può passare sotto silenzio. Il 12 novembre, impegnata in una serie di incontri ad Amman l’associazione delle donne impegnate nelle professioni e nel business, Rania si è presentata nella sua personale versione degli anni ’80: giacca corta Sportmax, leggings (ma all’epoca si chiamavano fuseaux) con la staffa portata sopra le scarpe dal tacco altissimo, e il nuovo secchiello Kalimero di Bottega Veneta. Sarà la nonnitudine che le ha dato un nuovo sprint? Comunque spaziale!

Royal chic shock e boh – Quanti stili!

Ladies in red

(Ph: Marc Piasecki)

Lo scorso weekend il Principato di Monaco ha ospitato il GP di Formula 1, finito in gloria col trionfo dell’eroe locale, il ferrarista monegasco Charles Leclerc, che ha fatto commuovere pure il sovrano. In serata la tradizionale cena di gala, dove Charlène si è presentata in rosso; omaggio alla Ferrari? L’abito Vuitton – come la come la minaudière che ha in mano – mixa un tubino con maniche lunghe che lascia le spalle abbondantemente scoperte da un ampio scollo, da cui parte un inserto pietrificato. L’effetto finale è evidenziare l’ampiezza delle spalle da nuotatrice togliendo un po’ di respiro al collo. Io continuo a pensare che la princesse abbia un problema con i volumi, e solo Armani – autore del suo abito da sposa e poi misteriosamente scomparso – riuscisse a valorizzarne il fisico sportivo. Comunque contenta lei contenti tutti, per me boh.

(Ph: Instagram @camilladeboubon)

Alla serata di gala c’erano anche i Duchi di Castro con le due figlie, che ormai sono grandi e devono socializzare. D’altronde Carlo e Camilla (questi, i Borbone Due Sicilie, non gli omonimi british) nel Principato non solo hanno una residenza, ma ci si sono anche sposati, col principe Albert come testimone. Mentre le due figliuole preferiscono la sicurezza del nero e del cipria la biondissima Camilla, neé Crociani, non rinuncia al rosso.

(Ph: Instagram @camilladeboubon)

Con tanto di spalla scesa, che è proprio il modello dell’abito. Io impazzirei per il fastidio, ma lei non fa un plissé, con l’eccezione dell’intrico di boccoli. Al di là di ogni categoria (e comunque secondo me con la sua barbietudine ci gioca parecchio, e io mi ci diverto assai).

(Ph: Manuele Mangiarotti/IPA-AGENCY.NET)

Non escludo che fosse davvero un sostegno a Leclerc e alla Ferrari la mise di Alexandra von Hannover, figlia minore di Caroline avuta dal terzo marito Ernst August, con un prendisole scarlatto semplice e leggero del brand americano Sandy Liang. Attenzione ai dettagli, dagli occhiali anni ’60 (Celine) alle scarpine The Row (brand fondato dalle gemelle Olsen) praticamente introvabili e oggetto del desiderio di molte comuni mortali, con cui Alexandra ha in comune solo la mortalità. Chic.

Da lunedì 27 a sabato 1 giugno si sono tenute a Bruxelles le finali dedicate al violino nell’ambito del Concours Reine Elisabeth. Alla serata inaugurale hanno partecipato entrambi i sovrani, e la regina Mathilde ha indossato un abito ricoperto di paillettes di Jenny Packham un po’ eccessivo accanto al sobrio completo blu del re. Vi devo dire la verità, questi abiti paillettati iniziano a stancarmi, però questo non è male, bella la linea e bellissimo il colore. Chic.

Altra serata altro vestito; Mathilde non lascia ma raddoppia e sceglie di nuovo il rosso, in questo caso una tonalità corallo. L’abito monospalla di Costarellos è caratterizzato da un’ampia manica a sbuffo. Fotografie a figura intera non ne ho trovate e sono pronta a rivedere il mio pensiero in qualunque momento, ma visto così lo trovo terribile. Shock.

Optical

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Cambiamo decisamente registro ed esaminiamo qualche mise in fantasia optical, che a me piace sempre. Torniamo a Monaco, per la gara Beatrice Borromeo, ha scelto un total look Dior e noi non siamo sorpresi. Molto bello l’abito pied-de-poule la cui dimensione aumenta scendendo verso l’orlo, completato da ballerine, borsa (la Lady D-Joy Micro Bag) e gli indispensabili occhiali da sole. Très chic.

(Ph: Jean-François Ottonello/Monaco-Matin)

Il giorno prima della gara Charlène ha accompagnato il marito per una serie di impegni, tra cui ringraziare il personale di Croce Rossa che presta servizio durante tutto il lungo fine settimana. Per farlo sceglie un completo dell’amato Akris in jersey a righe. L’idea non è male, ma la linea dei pantaloni non mi convince, e pure la cintura mi perplime; avrei scelto anche scarpe più sportive invece di queste, le slingback Ascent 100 di Gianvito Rossi. Un grande boh.

Di lei parlo poco ma mi piace parecchio: Laurentien dei Paesi Bassi – moglie del principe Constantijn, il minore dei tre figli della ex sovrana Beatrix – il 25 maggio ha compiuto 58 anni e la casa reale l’ha festeggiata con questo bel ritratto. Una donna intelligente equilibrata e consapevole, con un tocco di eccentricità a sottolinearne la personalità. La mise è un po’ così, ma in questo caso passa decisamente in secondo piano. Boh, ma tanti auguri.

Geometrie

La frattura al piede ha dato alla Reina Letizia l’alibi per togliersi (definitivamente?) i tacchi, già ridotti rispetto a quelli altissimi che indossava nei primi anni di matrimonio, nel vano tentativo di bilanciare il 1.97 del consorte. Questa settimana per partecipare a Solo de ciencia – certame di monologhi in lingua spagnola con l’obiettivo di migliorare la comunicazione scientifica – sopra gli amati pantaloni bianchi piazza una blusa di Adolfo Dominguez in un color giallo paglierino (anche se in questo caso sarebbe più opportuno definirla giallo Isabella) con svolazzanti pannelli bianchi. Ma perché? Boh.

Sabato 25 la Giordania ha festeggiato i 78 anni di indipendenza; il 25 maggio 1946 diventò infatti uno stato autonomo dal controllo britannico. Per l’importante celebrazione Rania ha scelto un abito color prugna di Solace London, praticamente l’evoluzione del cape dress, dato che qui la mantella copre una spalla sola per poi arrivare fino a terra. Sarà la solennità dell’occasione, sarà l’indubbia classe della signora che lo indossa, ma mi piace moltissimo, e la cintura etnica è il tocco perfetto. L’unica cosa che non mi convince è la borsa, che non si abbina neanche particolarmente alle scarpe color bronzo (Manolo Blahnik). Superchic.

E per finire…

Col post ci entra poco, ma mi è piaciuta tanto e ve la propongo. Venerdì Queen Camilla ha accompagnato il re alle corse di Epsom; per l’occasione ha indossato un tailleur azzurro di Bruce Oldfield sotto il trench – supertrend di questa stagione e anche delle prossime – il nastro del cappello di Philip Treacy riprende il colore della mise e la borsa di Charlotte Elizabeth, in una tonalità più scura, completa il tutto. Devo dire che nonostante io non ami particolarmente l’azzurro questo abbinamento col beige mi piace molto. Chic.

Royal chic shock e boh – Robes de soirée

Accantoniamo per un attimo la Principessa di Galles e il suo dramma – sicuramente ne parleremo ancora – e concediamoci un po’ di frivolezza con la nostra rubrica domenicale, questa volta dedicata agli abiti da sera. Sì perché ieri a Montecarlo c’è stato il Bal de la Rose, e questo ce lo aspettavamo, cui ha partecipato anche Charlène, e questo non ce lo aspettavamo proprio!

(Ph: SBM)

L’ultima sua presenza risale al 2014, dieci anni tondi tondi, poi è scomparsa, convalidando l’ipotesi che lei e la cognata si fossero divise le serate clou del principato: a Caroline il Bal de la Rose a marzo, a lei il Gala de la Croix Rouge in estate. Invece ieri sera la sorpresa; vedremo col tempo come – e se – la situazione evolverà, intanto ciò conferma l’impressione di un lento ma costante ritiro di Caroline, che forse, magari al compimento dei settant’anni, sceglierà definitivamente la vita privata. Christian Louboutin, che ha sostituito il defunto Lagerfeld come direttore artistico, ha scelto il tema Disco, ispirandosi al mitico Studio 54 di New York. Scelta che avrà deliziato il sovrano Albert, in gioventù appassionato frequentatore del locale. Dove non portava certo il papillon rosso stile zio Artemio al cenone di capodanno. Fantastico Louboutin con parruccone stile Ivano&Silvano dei Cugini di campagna; l’abito color caramello è un’autentica chicca vintage. Meravigliosa la superospite, miss Gloria Gaynor, e i suoi gloriosi ottant’anni.

Divertente e azzeccata la principessa consorte, con una tuta di paillettes dorate di Elie Saab, (come la clutch metallica); il modello prevede anche un leggero mantello nello stesso tessuto, e francamente mi piace molto di più. Charlène non l’ha indossato, completando la sua mise con sandali dorati Jimmy Choo e capelli a caschetto a sottolineare gli orecchini di diamanti Griff. L’avrà consigliata il marito dopo essere stato al festival di Sanremo (Le uscite che non ti aspetti), dove probabilmente ha preso ispirazione da Mahmood con la sua tuta gold? Ve lo dico, la mise è sicuramente molto adatta ma non mi convince, non la valorizza adeguatamente ed è un peccato. Boh.

(Ph: @monacomatin)

Le paillettes sono state anche la scelta di Caroline, che ha tirato fuori dall’armadio un abito Lanvin. Bellissimo, un po’ cupo per l’allegria della serata, il suo tono viene sollevato dai favolosi orecchini JAR – la principessa ne ha almeno un altro paio – che dire, a me lei piace praticamente sempre, anche ingrigita e un po’ perplessa. Chic.

(Ph: SBM)

Assenti suo figlio maggiore Andrea Casiraghi e la moglie Tatiana, c’erano gli altri tre. Charlotte, la cui relazione col giovane scrittore Nicolas Mathieu sta scatenando molte chiacchiere e pure qualche critica, è arrivata da sola e ha goduto della compagnia della sorella Alexandra e del di lei fidanzato Ben. Belli trucco e parrucco anni ’60/70, terribile l’abito Chanel Couture Collection. Capisco che lei sia global ambassador e che indossi sempre i capi della maison, ma questo è veramente brutto brutto. Shock. La piccola di casa, Alexandra von Hannover, è sempre più graziosa ed elegante. Pure troppo con quest’abito nero dal grande fiocco rigido, molto stile sixties, poco stile disco, abbinato a borsina (tutto Celine) e orecchini prestati dalla mamma, dell’antica maison viennese Köchert. Sicuramente chic, anche se non particolarmente adatto al tono della serata. Ma forse semplicemente non aveva voglia di mascherarsi.

(Ph: Pierre Villard/SBM)

Se Charlotte è il volto Chanel, la cognata Beatrice è quello Dior. Scortata dal marito bizzarramente in bianco, Bea era in Dior dalla testa ai piedi, dall’abito a frange – più anni ’30 che ’60, ma va bene – alla clutch ai sandali. La tonalità oro pallido secondo me la spegne, i capelli si sono un po’ ammosciati e lui sembra appena arrivato da una giornata a Ibiza, ma insieme non mi dispiacciono. Però neanche mi piacciono davvero, boh.

(Ph: Kongehuset)

Avendo dedicato questo post agli abiti da sera, ampliamo lo sguardo. È un po’ che non parliamo di Mary, praticamente da quando è diventata regina di Danimarca, dieci settimane fa. Invero sembra che abbia rallentato un po’ le sue attività, e che l’upgrade le stia pesando, sempre che il problema sia quello e non la crisi coniugale di cui si continua a parlare con insistenza. L’occasione per tornare a occuparci di lei ce la dà la cena che i neosovrani hanno offerto lunedì scorso al Consiglio di Stato. Mary ha riciclato alla grandissima, tirando fuori dall’armadio un insieme della danese Malene Birger che ha indossato la prima volta nel 2007. La blusa nera non mi fa impazzire ma funziona, funziona molto bene con la gonna a pasticche svolazzanti; e alcuni pezzi della parure di rubini fanno il resto. I capelli raccolti così la intristiscono un po’ rendendola severa, ma sempre chic.

Qualche giorno – anzi sera – dopo, a Washington dove si sono trasferiti, sono stati i cognati di Mary a partecipare a un gala, alla presenza del presidente Biden. Io trovo Marie sempre piuttosto banalotta, e non si smentisce nemmeno in questo caso, ma immagino che non fosse occasione per particolari eccentricità. Anche lei riusa un abito già visto, del brand USA Haute Hippie; solito nero sbrilluccicoso, ma la linea pulita non è male anche se il bordo, che in foto non si vede, è percorso da piumette svolazzanti. In generale, mi piace l’abbinamento con l’orologio sportivo, in questo caso un Rolex. Mi convince? Boh.

Se i Danesi sembrano rallentare, gli Svedesi hanno messo il turbo. Non hanno fatto in tempo i sovrani a rientrare dalla visita ufficiale in Messico, che l’erede al trono Victoria è partita per il Bangladesh con UNDP, il programma dell’ONU per lo sviluppo. Non ci sono state serate di gala, ma qualche cena sì, e devo dire che il guardaroba della futura regina mi ha davvero convinta; alle tenute da lavoro ha alternato abiti graziosi e leggeri, perfetti per affrontare il caldo umido del Paese affacciato sul golfo del Bengala, tenendo anche presente la religione islamica che vi si professa. Una per tutte, ho scelto la mise indossata la prima sera, per la cena ufficiale con il Primo Ministro, che è una donna, Sheikh Hasina.

Abito in seta del brand svedese By Malina; è il modello Meadow, che Victoria ha in molte fantasie diverse. Questa non è una della mie preferite ma tutto l’insieme, con clutch dorata Anya Hindmarch e le classiche Gianvito Rossi in camoscio beige, mi piace assai. Brava, bella e chic.

Le foto del giorno – Monaco in festa

Il 19 novembre, come ogni anno dal 1949, si celebra la festa del Principato di Monaco, nel giorno dell’onomastico del sovrano. Qualcuno potrebbe obiettare che sant’Alberto Magno si festeggia sì a novembre, ma il 15; la verità è che salito al trono Albert II ha preferito mantenere la tradizione come estremo omaggio al padre, e dunque la fête nationale continua ad essere celebrata il 19, giorno di San Ranieri di Pisa e della dinastia Grimaldi, che lo onora appunto in questa data. Conclusa la premessa dedicata al calendario passiamo alla cronaca. La giornata inizia alle 9.30 con il Te Deum nella cattedrale di Notre-Dame-Immaculée, ed è l’occasione per godersi la famille princière in parata.

Charlène sceglie il total color in un bel rosso quasi-Natale: abito, cappotto a redingote, cappellino Stephen Jones e stivali di camoscio Manolo Blahnik. Che ne penso? Ve lo dico prendendola alla larga. Una volta mi spiegarono che tra gli attori esiste una caratteristica che prescinde da bravura età fascino e persino provenienza geografica, ed è la dote innata di indossare bene i costumi di altre epoche. Esempio: il neozelandese Russel Crowe, almeno ai tempi d’oro, risultava credibile vestito da antico romano (Il Gladiatore) in abiti medioevali (Robin Hood) e pure settecenteschi (Master & Commander). Invece l’europeo, colto e raffinato Hugh Grant in Ragione e sentimento sembrava mascherato. Tutto ciò per dire che ecco, a me Charlène molte volte sembra mascherata. Tipo questa. L’ispirazione sarà il new look Dior degli anni Cinquanta? La suocera, incantevole in pizzo rosso nel Delitto perfetto? Qualunque cosa sia non mi convince. Nonostante la Princesse sia una bella donna dotata un fisico che le permetterebbe modelli e volumi anche importanti mi sembra molto spesso che siano le sue mise a portare lei.

Terribile l’accoppiata con la figlia Gabriella, bimba adorabile di neanche 9 anni combinata come la madre ma in blu, compreso il cappellino piazzato sulla capoccetta; terribilissime le scarpette col tacchetto, con l’aggravante di essere delle Louboutin. A tanta rossa abbondanza rispondono le due cognate in stile mezzo lutto: noiosamente perfetta Caroline in Chanel nero con cappello bianco, chic senza troppi sforzi (e senza grande impegno), mentre la sorella Stéphanie opta per un cappottino damascato grigio, confermando il suo stile ultraminimal: né cappelli né tacchi, e occhialetti da Harry Potter.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Lasciata la cattedrale, la seconda parte della solenne cerimonia si svolge nella corte del palais princier, con nipoti cugini (e pure cognati) del sovrano schierati. Si parte da sinistra con figli e nuora di Stéphanie: la figlia minore Camille Gottlieb, un po’ quadro antico con cappotto grigio e cappellino nero; segue la secondogenita Pauline Ducruet, che lavora nella moda e un po’ si capisce; il cappotto over bianco si vede poco, ma da quel poco non sembra male. Anche lei in bianco, precede il marito Luis, figlio maggiore della principessa, la neomamma Marie, che non lavora nella moda e direi che anche qui si vede. Ma benedetta ragazza dove l’hai rimediato quel coso?

Segue il ramo Caroline; ecco la figlia minore Alexandra von Hannover, in nero Celine con gambe abbondantemente scoperte e inguainate in calze velate, come se andasse a un party e non a una sobria festa nazionale. Dopo di lei Beatrice Borromeo in Casiraghi, in velluto bordeaux (uno dei colori più di tendenza nei prossimi mesi) firmato Dior, tradita dal cappello più tegame che colbacco; dopo il marito Pierre c’è la di lui sorella Charlotte, senza il marito Dimitri Rassam ma con i due figli, e un tailleur Chanel un po’ miserello, soprattutto nella lunghezza. Unica a spiccare in questa uniformità di tinte Tatiana santo Domingo, moglie del primogenito di Caroline Andrea Casiraghi, che chiude la fila. Anche Tatiana lavora nella moda, e nel suo caso si vede bene: il suo completo Emilia Wickstead, composto da abito senza maniche e giacca doppio petto in una tipologia di tartan detto Tattersall è quello che a me è piaciuto di più.

(Ph: Olivier Huitel/IPA-AGENCY.NET)

Pensavo di dedicare alle mise di questa giornata il nostro Royal chic shock e boh, ma alla fine ci ho ripensato, speriamo nell’anno prossimo! Intanto gira voce che Alexandre, il figlio ventenne di Albert nato da una sua relazione con Nicole Coste, vorrebbe lavorare col padre per riportare il principato agli splendori dell’età doro di nonna Grace. Da fare ce n’è. Parecchio.

Il caffè del lunedì – Sacro profano e polar

Sacro

Giovedì 25 la Infanta Sofía ha ricevuto la Cresima. A Madrid, nella parrocchia della Asunción de Nuestra Señora de Aravaca, con i suoi compagni di scuola. Con Sofía c’erano naturalmente i genitori, la sorella Leonor fresca di diploma, e tre nonni su quattro: la Reina Emerita, Paloma Rocasolano e Jesus Ortiz, genitori di Letizia. Assente Juan Carlos, che è rimasto ad Abu Dhabi, c’era però la seconda moglie di Ortiz, a dimostrazione di come le famiglie allargate siano ormai sdoganate dappertutto e ad ogni livello.

Le immagini raccontano una cerimonia gioiosa e sicuramente meno formale dei nostri tempi a partire dagli abiti: con le signore tutte nella paletta del rosa – ormai il colore ufficiale a Palazzo – mi ha fatto una certa sensazione vedere la cresimanda col pancino semiscoperto. Confesso che lì per lì mi era sembrata una di quelle cose da ragazzina, un po’ cheap, invece sono andata a cercare ed è una bella tuta in doppio crêpe di polyester del brand spagnolo Caryo (ecco il link https://cayrowoman.com/mono-petunia/).

Mi ha colpito anche Letizia, in espadrillas – è iniziata la stagione! – pantaloni e blusa. Insomma, dalla mia cresima, con madre e madrina in tailleur e cappello, è passata un’era geologica. Sofía ha avuto come padrino suo padre, ma tutto il gruppetto si è prodotto in grandi abbracci, baci e manifestazioni di affetto varie.

Festeggiata a parte, la foto che mi è piaciuta di più è questo, col nonno che omaggia la nipote.

Profano

Profano, ma non privo di una sua laica sacralità, il GP di Formula 1 a Montecarlo: circuito cittadino, pubblico delle grandi (e medie) occasioni, mondanità a mille. Famille princière ottima e abbondante sparsa per ogni dove sia per le qualificazioni sia per la gara vera e propria.

Avvistati Andrea a Tatiana con tutti e tre i figli, Charlotte con marito e figlio maggiore, Pierre e Beatrice da soli, Alexandra con fidanzato, i neo genitori Louis e Marie Ducruet. Come da manuale, Charlotte griffata Chanel – con un abito indossato l’anno scorso nella vicina Cannes da penelope Cruz – Beatrice griffata Dior, le altre a gusto proprio. Vi segnalo Tatiana, di origine colombiana, con un abito della conterranea Johanna Ortiz, già incontrata di recente, ad esempio indosso a Meghan (Le foto del giorno – Tre principesse e una regina)

Triste come un pomeriggio di pioggia la povera Charlène, cui non bastano le strisce arcobaleno nell’abito Akris per riacquistare il sorriso, che compare sul suo volto solo davanti ai suoi gemelli. La Princesse ha scurito i capelli, una scelta che mi perplime abbastanza; non mi sembra che doni troppo al suo incarnato, e in fotografia viene scurissimo, non particolarmente donante.

Non va meglio al gala serale, in compagnia di reali malesi, in cui sprofonda in un abitone monospalla – che sta diventando per lei come il rosa per Letizia – firmato Valentino. Speriamo sia solo una fase.

Polar

(Ph: Christine Olsson/TT)

Prima o poi bisognerà andarci a questo Polarpriset, che assegna premi in campo musicale, con una messa inscena che Sanremo sembra una recita all’oratorio. Ci andrei anche solo per vedere Victoria, che memore di un incredibile abito di tulle rosa indossato prepandemia (Le foto del giorno – 12 giugno) quest’anno ha raddoppiato con un monospalla (pure lei!) giallo limone di H&M veramente notevole. Ed è stata pure fortunata con l’abbinamento del bouquet!

e per finire un piccolo gossip

Finiamo con un piccolo gossip, dedicato ai quei tre di voi che se lo fossero perso. Dopo aver imèerversato al festival di Cannes, le principessine di Borbone Due Sicilie si sono spostate a Monaco per la F1. Maria Carolina (al centro, in grigio) ha pubblicato su Instagram questo scatto che la mostra in compagnia della sorella Maria Chiara (a destra, in azzurro) e alcuni amici, tra cui Christian di Danimarca (tra le due, in giacca beige e capelli a carciofo). Love story in vista? Lady Violet non ha dubbi che la madre della fanciulle, la Duchessa di Castro Camilla nata Crociani, metterà in campo qualunque cosa per sistemare le sue creature al meglio, ma va detto che il padre Carlo fu tra i padrini della sorellina di Christian, Josephine. I semi sono stati già piantati, se poi fioriranno noi saremo qui a goderci lo spettacolo.

Le foto del giorno – Tre principesse e una regina

Oggi partiamo con un post leggero, sperando di alleviare un po’ – per quello che può Lady Violet, cioè poco e male – la preoccupazione per la situazione tragica in cui versa metà del Pase. Dunque, la regina è una regina vera, Máxima dei Paesi Bassi, che oggi compie 52 anni. La data è ricordata dalla casa reale con questa bella e semplice fotografia, magari non tanto Máxima-style, ma che permette di apprezzarne la bellezza, se non il brio travolgente.

(Ph: MMP/Mischa Schoemaker)

Le tre principesse invece non sono proprio tali, ma le ho riunite sotto questo titolo unico per amor di brevità. La prima è sposata con un principe e ha il titolo di Duchessa di Sussex: Meghan, che ieri accompagnata da Harry e da mammà ha ricevuto a New York il premio Women of Vision della Ms Foundation for Women, creatura della celebre Gloria Steinem, che ha personalmente premiato la duchessa. La quale, probabilmente presa dall’entusiasmo e memore della precedente carriera nella decima arte, s’è vestita direttamente da Oscar (nel senso della statuetta), con un abito tutto d’oro della stilista colombiana Johanna Ortiz.

(Ph: Kevin Mazur)

Abito bruttarello, in un tessuto rigido (uno jacquard che mischia acrilico, cellulosa acetato e polyestere) che non le dona particolarmente; bellissimo sorriso, sguardo adorante un po’ forzato, terribili il segno del costume evidente dalla scollatura e, perdonatemi, anche i piedi. Insomma, come nel film di Troisi, quando c’è l’amore c’è tutto.

Le altre due fanciulle protagoniste del nostro post più che essere principesse vengono da un Principato; una è figlia di una principessa ma non ha titoli, l’altra, nata contessa, ha sposato un fratello della prima; insomma principesse per estensione. Charlotte Casiraghi e Beatrice Borromeo ieri hanno partecipato alla proiezione del film Jeanne du Barry (con Johnny Depp nel ruolo di Louis XV) che ha inaugurato il Festival di Cannes.

(Ph:BestImage)

Accompagnate da Dimitri Rassam, marito di Charlotte e produttore cinematografico, le due fanciulle hanno indossato creazioni delle maison di cui sono global ambassador. Chanel per la Casiraghi, un abito della collezione couture Autunno Inverno 2020: linea ad A, in seta blu, con una ricca decorazione di camelie tridimensionali. Bello ma non bellissimo. Beatrice invece indossa un abito Dior dalla profonda scollatura in pizzo beige e nero, che la fa sembrare la protagonista di uno di quei film tanto popolari negli anni ’70, tipo La sepolta viva. Incomprensibile la borsetta rigida, d’altra parte con questo coso che cosa si può abbinare? Le due insieme fanno un po’ quadro antico, come avrebbe detto mia madre. Personalmente mantengo le mie perplessità sul farsi trasformare in un manichino deambulante; per me scegliere delle testimonial di così alto profilo non ha un grande senso se le si veste esclusivamente con capi e accessori della maison, senza alcuna personalizzazione, alcuna interpretazione. Mah, probabilmente sono io che non capisco e non so, e penso che resterò in questa lieta ignoranza.

Bal-lywood de la Rose

A una settimana di distanza, facciamo finalmente due chiacchiere sulla soirée che apre gli eventi monegaschi di primavera – ma si interrompono mai gli eventi nel Principato? credo di no – il Bal de la Rose, profumatissimo rito laico celebrato quest’anno nella serata di sabato 25 marzo nella Salle des Étoiles dello Sporting Monte-Carlo. Il direttore artistico Christian Louboutin ha seguito l’indicazione della principessa Caroline scegliendo il tema Bollywood, sulla base della comune passione per l’India. Invero, per come era vestita la famille princière, avrebbe potuto essere anche la festa del carciofo romanesco che in questi giorni anima il Ghetto della nostra capitale. Chiedo venia per l’irriguardosa iperbole, non intendo certo suggerire che la scicchissima Caroline, i suoi 4 figli e rispettivi partner fossero vestiti da carciofari, jamais! Ma balza agli occhi che le loro eleganti mise poco o niente avevano a che fare col pirotecnico stile della Hollywood sul Gange, e lo stesso Louboutin sembrava più un figurante dell’operetta Cin Ci Là.

Assente come da copione Charlène, cui spetta il ballo della Croix Rouge in estate, assente anche Dimitri Rassam – consorte di Charlotte – che evita tutte le volte che può, schierato quasi al completo il ramo Casiraghi-Hannover. Raffinata al limite dell’ascetismo la Princesse Caroline, madrina della serata, in abito midi di paillettes che in movimento sembra una cascata di platino liquido; una creazione Chanel Haute Couture della collezione Autunno Inverno 2012/2013. Evoca l’India? Direi di no – quella collezione si ispirava a modelli vintage – però evoca Karl Lagerfeld, a lungo direttore creativo del Bal de la Rose, grande amico della principessa e creatore di quest’abito. Che forse ha qualcosa che rimanda all’India: i dettagli in un rosa intenso che possiamo fingere di considerare un rose indien, sorta di magenta amatissimo da Hermès.

(Ph: Pascal Le Segretain/Pool/ABACAPRESS.COM)

Se la mise ha una sua eleganza, l’acconciatura non rende un buon servizio a Caroline; tutte quelle ciocche grigie piuttosto che addolcirle i lineamenti la intristiscono rendendola quasi trasandata; però, la meraviglia degli orecchini! Questi quadrifogli multicolori sono opera di Joel A. Rosenthal, noto come JAR, gioielliere americano trapiantato a Parigi, di raffinatezza ed esclusività uniche. Il suo atelier al numero 7 di Place Vendôme non è neanche contrassegnato da una targa, la sua clientela non ne ha bisogno; ogni suo pezzo di gioielleria è unico, perciò in un anno vengono realizzati una settantina di pezzi, non di più .

(Ph: Daniel Cole/POOL/AFP via Getty Images)

Se il tema della serata era Bollywood, figlie e nuore di Caroline hanno portato l’argomento a piacere. Chanel per Charlotte Casiraghi coniugata con l’assente Rassam: abito bianco e rosa chiaro della collezione prêt-à-porter attualmente nelle boutique: su un fourreau corto una tunica in pizzo glitter con bordo di piume, sorretto da spalline sottilissime e quasi sempre scese. Completato da lunghi guanti e borsetta da giorno. Aiutatemi a dire brutto, e pure banalotto, cosa che un abito Chanel, ancorché ready to wear come questo, non dovrebbe essere. Affinità con l’India: boh.

Da Tatiana Santo Domingo, moglie di un Andrea Casiraghi più stropicciato del solito, ci aspettavamo qualcosa di meglio, visto che la sua passione per la moda di ispirazione etnica è tale da essere diventata un lavoro. Invece no, ha scelto Jenny Packham: tunica a mezze maniche con gradi paillettes, alla moda degli anni’70, quando l’India era meta di giovani e artisti. Non proprio Bollywood ma ci dobbiamo accontentare. La piccola di casa, Alexandra di Hannover, accompagnata dall’aitante fidanzato Ben Sylvester Strautmann, è in chiffon nero Giambattista Valli. L’abito è bello e le sta bene, peccato che in India il nero sia il colore del male, dell’oscurità e della negatività. Però la trovo graziosa ed elegante.

(Ph: SC Pool – Corbis/Getty Images)

Last but not least, Beatrice Borromeo. In una mise Dior della collezione Cruise, ispirata all’Andalusia e a suo tempo presentata con una sfilata a Siviglia. L’abito mischia lo chiffon nero a pizzi e ricami d’oro – un’accoppiata talvolta raffinata, più spesso funerea – non c’entra niente col contesto e non le dona neanche particolarmente. Come se non bastasse, la signora Casiraghi si è pure messa una coroncina in testa, sempre Dior, sempre aliena dal contesto. Consentitemi due osservazioni, la prima è che va bene essere testimonial (più o meno) di una maison, e pure così prestigiosa, ma indossarne gli abiti non dovrebbe trasformarsi in un obbligo da osservare sempre e comunque. La seconda riguarda proprio Beatrice: la mia impressione è che sia così concentrata nel giocare alla nuova Grace che a volte esagera, come questa volta. Pure lo strascico no, dai.

Insomma, alla fine mi sento di poter dire che il tema della serata, più che le mise degli ospiti, riguardasse spettacolo, allestimento e mise en place. Dopo lo show in stile Bollywood, gli ospiti si sono scatenati con la musica di Mika (grande amico di Louboutin) che iniziò la sua sfolgorante carriera con un brano intitolato Grace Kelly e ora posa accanto alla figlia di Grace.

Vi segnalo il primo signore a sinistra: è Stéphane Bern, giornalista franco-lussemburghese, uno dei massimi esperti al mondo di famiglie reali e aristocratiche, insignito dell’Ordre des Arts e des Lettres in Francia, dell’Ordre de Grimaldi a Monaco e dell’Order of the British Empire nel Regno Unito. Da tenere sott’occhio, assolutamente.

Royal chic shock e boh

È domenica, ed è anche l’ultimo giorno di luglio; quale occasione migliore per una puntata della nostra rubrica sui royal look del mese?

Regno Unito

(Ph: David Ramos/Getty Images)

Partiamo dall’evento più recente, i Giochi del Commonwealth, inaugurati il 28 a Birmingham dal Principe di Galles e da sua moglie la Duchessa di Cornovaglia in rappresentanza di Sua Maestà, che se ne è andata a Balmoral iniziando le meritate vacanze. Charles e Camilla sono arrivati a bordo della celebre Aston Martin dell’erede al trono (ricordate? La usarono anche William e Catherine il giorno del matrimonio), ora alimentata da un carburante ottenuto da sottoprodotti di vino e formaggio. Caro Charles, diffondiamo questo motore così noi e la Francia diventiamo i nuovi Arabi, altro che petrolio!

(Ph: Karwai Tang/WireImage)

Quando Camilla è scesa, ha rivelato una mise veramente inattesa: ladies&gentlemen the jumpsuit, la tuta! Una creazione della fida Anna Valentine che la duchessa ha già indossato a uno degli innumerevoli eventi nel weekend del Platinum Jubilee, ma dato che le foto la ritraevano seduta non avevamo notato. Ora diciamolo, il fitting non è perfetto, il modello non mi convince del tutto, avrei evitato le scarpine décolletée in favore di un paio di stringate (anche se dopo una certa età evitiamo di criticare le scarpe, scelte magari guardando più alla comodità che all’estetica), ma questa settantacinquenne in tuta mi ha conquistato. In fondo cosa c’è di più elegante del non prendersi troppo sul serio? Chic.

Belgio

Il 21 luglio i Belgi celebrano la loro Fête Nationale nonché l’ascesa al trono di Philippe, che divenne Re in questo stesso giorno del 2013 in conseguenza dell’abdicazione del padre Albert. La giornata è iniziata col tradizionale Te Deum nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule, alla presenza della famiglia reale al completo. Il colpo d’occhio è stato assai piacevole, con la regina e l’erede al trono vestite di due dei colori della bandiera nazionale (un tricolore a bande verticali nero giallo e rosso).

(Ph: Royalportraits Europe)

Mathilde in questa occasione sfoggia quasi sempre dei grandi cappelli di paglia e fa bene: col suo bel viso e la sua altezza le stanno un incanto (anche se questo ha una decorazione che avvolgendosi intorno alla cupola pare un serpente). E di solito, come in questo caso, sono firmati dalla belga Fabienne Delvigne. Anche per la mise si è affidata alle sua maison preferita, Natan, che ha creato per lei un abito in crêpe color giallo bouton d’or, che dovrebbe essere il ranuncolo, ma in francese fa un altro effetto. L’abito è “un modèle cape drapé de façon asymétrique” caratterizzato da un dettaglio un po’ drappeggio e un po’ mantella. L’effetto è un po’ pasticciato, né va meglio col fitting.

Sulla spalla sinistra a sottolineare il drappeggio c’è una grande spilla composta di foglie dorate, en pendant con gli orecchini, entrambi firmati Natan. Data l’importanza dell’occasione, non sarebbe stato meglio sfoggiare qualche gioia de famille? Boh.

(Ph: Utrecht Robin)

La Duchessa di Brabante ha fatto una scelta più moderna, adatta ai suoi vent’anni, e ha optato per un abito rosso in viscosa di Victoria Beckham. Sarà perché non ho più vent’anni da vari decenni, ma non mi fa impazzire, ha una lunghezza strana che le allunga un po’ troppo il busto; e mi sembra che anche il cerchietto sia fuori scala, rendendo tutto un po’ disarmonico. Lei è graziosa come sempre, ma in questo caso boh.

La giornata è proseguita con l’inevitabile parata militare, ottima occasione per ammirare le altre royal ladies. La principessa Astrid assiste alla parata indossando l’uniforme di Colonnello della Composante Médicale dell’Esercito e non compare in questa foto, ma penso (spero) che avrà evitato di parlare al cellulare come il fratello minore Laurent, cui potremmo presentare la nostra Presidente del Senato, ormai decadente, che alla parata del 2 giugno leggeva l’ipad masticando la gomma americana. Torniamo alle mise, che è meglio. La moglie di Laurent, quella santa donna della principessa Claire, è una bella signora non particolarmente elegante anche se questa volta è vestita meglio del solito, o almeno meno peggio. Non brutto ma un po’ moscetto l’abito grigio a ramages viola, abbinato a un cerchietto dello stesso colore che sembra fatto con la fascia dell’Ordine di Leopoldo. Ma che senso ha quella clutch arancione? Boh.

(Ph; Dirk Alexander)

Occhi puntati anche quest’anno sulla neocognata, Delphine Boël divenuta Principessa Delphine del Belgio dopo essere stata riconosciuta dal padre naturale, il Re Emerito Albert II. Delphine è un’artista e, forse anche per il suo complicato vissuto, usa queste occasioni per lanciare messaggi su ciò che le sta cuore. Se l’anno scorso era la cultura africana (Le foto del giorno – Principessa di ruolo), quest’anno il tema scelto è, inevitabilmente, la pace. Il suo robemanteau è una creazione del giovane stilista belga Pol Vogels. L’idea non è particolarmente originale (già me la vedo Miranda Priestly dire: una colomba? per la pace? avanguardia pura!), il modello ha dettagli interessanti, come la cintura a pieghe, ma spalle e maniche sono terribili. Come le scarpe col plateau e taccone che sembrano proprio la versione bianca delle Mary Jane Morobé indossate l’anno scorso. Shock.

Le celebrazioni per la festa nazionale erano iniziate la sera prima con un concerto dell’orchestra nazionale con la violinista Stella Chen. Presenti i sovrani e la principessa Astrid accompagnata dal marito Lorenz d’Austria-Este, che nonostante non sia un adone direi che appare come il migliore dei quattro. Tolto il re, che sembra una versione vecchia di Mattarella (nonostante abbia vent’anni di meno) neanche le signore brillano. La Reine Mathilde indossa un monospalla del belga Dries van Noten, stilista cerebralmente innovativo, che però la rende matronale, ed è banalizzato dalle scarpine dorate; insomma più che un rock una quadriglia. Astrid sfoggia un kimono firmato Essentiel Antwerp. Ora, il kimono è un capo che può essere di uno chic unico, col vantaggio di essere no size no age, cioè sta bene a qualunque età e a qualunque taglia, più stile di vita che capo di abbigliamento, e anche follemente di moda. L’unico rischio è che sbagliando modello, o materiale, o taglia, può sembrare una vestaglia. Appunto. Shock.

Monaco

Come annunciato, venerdì 8 luglio la Salle des Étoils dello Sporting-Montecarlo ha ospitato il Bal de la Rose, previsto per marzo e rinviato causa pandemia. E come previsto, Charlène brillava per la sua assenza. Dieci giorni dopo, lunedì 18, è stata la volta del Gala de la Croix Rouge che, smessi i fasti (fastosissimi) del passato è ridotto a un concerto sulla piazza del Casino, preceduto da un cocktail dînatoire – che mi sa tanto di aperitivo cenato – in terrazza.

L’incertezza nel tono della soirée si è drammaticamente ripetuta nell’abbigliamento dei padroni di casa: la rediviva Charlène era in un abito gran sera Prada, in un bellissimo color azzurro/glicine, con un pannello a fare da strascico. Mentre Albert II, che nell’occasione celebrava i suoi primi quarant’anni da Presidente della Croce Rossa monegasca, ha scelto un look tricolore, metà marinaretto alla Querelle de Brest (chi di voi ricorda il film di Fassbinder con Brad Davis?) metà atleta – va bene, diciamo tecnico – alle olimpiadi, vestito coi colori della bandiera. Che peraltro non è la sua, ma forse tutto in bianco e rosso sarebbe stato troppo pure per lui. Lei chic, lui buontempone.

Con loro la nipotina Camille Gottlieb, figlia minore della principessa Stéphanie, responsabile della sezione giovanile della Croix Rouge. La fanciulla, ventiquattro anni compiuti qualche giorno prima, sta evidentemente ancora cercando il proprio stile, ma mi sento di poter dire che l’abito Red Valentino non le rende un buon servizio, a meno che Camille non pensasse di andare a un ballo mascherato, per cui ha puntato tutto sull’Egyptian Revival e si è vestita da Joan Collins ne La regina delle Piramidi. Che però non aveva la cofana à la Moira. Sorry, shock.

Letteralmente tutta un’altra musica venerdì 8 luglio per il Bal de la Rose.

Qui la padrona di casa da quarant’anni è Caroline (dopo la morte di Grace, il 14 settembre 1982, ai due figli maggiori furono conferiti i più importanti incarichi della madre, per cui a Albert toccò la Croce Rossa e a Caroline la Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi del ballo).

Tema della serata i ruggenti anni Venti, maestro di cerimonie Christian Louboutin, abbigliato con un bizzarro completo percorso da nastri e coccarde, e in testa un fez en pendant. Shock (ma divertente)

(Ph: Pierre Villard / SBM)

In Chanel, ça va sans dire, Caroline, con un abito dalla gonna che si arriccia in un palloncino, per poi scendere alla caviglia. Una mise un po’ scura, un po’ cupa, rattristata dall’acconciatura – mia madre l’avrebbe definita “un quadro antico” – ma per me sempre chic, con menzione speciale per gli splendidi gioielli déco, a partire dalla spilla.

Presenti tutti e quattro i suoi figli con relativi partner, è stata la piccola Alexandra ad attirare su di sé tutti gli sguardi grazie al ricchissimo abito in tulle di Giambattista Valli, declinato nei colori del Principato, bianco e rosso. Con i suoi 23 anni Alexandra è comunque una delizia, ma che c’entra questa meringa fragola e panna con gli anni Venti? Boh. In compenso, se il ricamo sulla scarpa del suo boyfriend Ben-Sylvester Strautmann rappresenta un corgi, Lady Violet approva deliziata

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Scelta opposta per la sorella Charlotte, che ha sublimato la propria magrezza in un abito Chanel, bianco e leggero, che avrebbe potuto essere creato direttamente da Mademoiselle Coco con le sue sapienti manine. Frange, fiocco nero, scarpine bicolore, non manca niente. Per me la più chic.

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Chanel sta a Charlotte come Dior a Beatrice Borromeo, e infatti la bionda moglie di Pierre Casiraghi ha scelto una mise della celebre maison: un abito grigio a ramages ton sur ton con un piccolo strascico. Guardando l’insieme gli anni ’20 non sono la prima cosa che mi viene in mente – tra l’altro Christian Dior aprì la sua maison solo nel 1946 – però è sicuramente chic.

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Last but not least Tatiana Santo Domingo, che aspetta il quarto figlio dal marito Andrea Casiraghi. Per accogliere il pancino ha scelto un abito Temperley London in paillettes color cipria, che sicuramente rimanda agli anni folli più della cascata di capelli sciolti, più stile Veronica Lake. A me è piaciuta, chic.

(Ph: Pierre Villard / SBM)

Al contrario dei pantaloni di marito e cognato, la cui lunghezza ormai surclassa quella dei pantaloni di zio Albert. Che pazienza…

Monaco Fête Nationale 2021 

Come pensavamo (e temevamo) la festa nazionale monegasca è stato un evento improntato a massima sobrietà – per non dire mestizia – culminato con i gemelli affacciati col padre al balcone di palazzo, che mostrano i loro messaggi per la madre: we miss you (ci manchi) quello di Gabriella e we love you quello di Jacques.

La giornata era iniziata prestissimo e in maniera inattesa: alle tre del mattino sull’account Instagram di Charlène è comparso un post con bandiere del Principato sventolanti sulle note dell’inno nazionale, e questa è stata la partecipazione della principessa, che prosegue la convalescenza in un luogo non lontano da Monaco, che non è stato reso noto.

Alle nove e trenta è iniziata la cerimonia ufficiale con il Te Dum in cattedrale, presenziato da Albert II accompagnato dalle due sorelle: Caroline in tailleur Chanel nero, guanti bianchi e cerchietto con piccola veletta, e Stéphanie con un ampio, e un po’ informe, cappotto grigio chiaro.

Le due principesse si sono prese grande cura dei nipotini che sono sembrati un po’ disorientati; in particolare Jacques, nella sua piccola uniforme da carabinier.

Una cosa che mi ha dato da pensare è la presenza di entrambi i fratelli di Charlène; non solo Gareth, che vive e lavora nel Principato e spesso appare in occasioni formali insieme con la famille princière, ma anche il minore, Sean, che invece risiede in Sudafrica, e a Monaco si vede meno.

Per fortuna ci hanno pensato i giovani Grimaldi ad alleggerire un po’ l’atmosfera, soprattutto i più piccoli: i tre bimbi di Andrea e Tatiana, Max India e Sasha; Raphaël, il figlio maggiore di Charlotte nato dall’amore con l’attore Gad Elmaleh; poi Francesco e Stefano, i due biondissimi e bellissimi bambini di Pierre e Beatrice Borromeo.

Beatrice, vestita Dior dalla testa ai piedi in uno stile che evoca il new look inventato dal couturier nel 1947, è senza dubbio la più chic delle signore presenti. Va sul sicuro la cognata Alexandra di Hannover con un cappottino Chanel adatto all’occasione, alla stagione e alla sua giovanissima età. Non mi piace invece Tatiana con la gonna di pizzo sotto la giacca piuttosto pesante, l’acconciatura da casalinga americana degli anni ’50 e le scarpe col laccetto che taglia la caviglia.

L’unico tocco di allegria lo porta lei, Charlotte, che sceglie Chanel come la madre e la sorella: un cappottino nel classico matelassé della maison in un’inedita tonalità oro, maxiorecchini e capelli al vento. Anche lei indossa scarpe con laccetto alla caviglia, ma essendo posto sotto il malleolo non taglia la linea della gamba (e questa è una lezione di mia madre).

Al termine della giornata, l’impressione di Lady Violet può sintetizzati con: anche questo impegno ce lo siamo tolto; ora non possiamo che restare in attesa di migliori notizie dal Principato. Speriamo.