Royal chic shock e boh – È primavera

Otto giorni fa la soirée che inaugura la primavera monegasca, primo grande evento di gala del mondo royal: il Bal de la Rose. Con la presenza per il secondo anno consecutivo della princesse Charlène, a lungo latitante, che ha accompagnato il marito Albert II, patrono della manifestazione, la princesse Caroline, i suoi quattro figli e le due nuore.

(Ph: Eric Mathon / Palais princier)

Ed è proprio dalla più giovane dei Grimaldi presenti che partiamo, Alexandra, nata dal terzo matrimonio di Caroline con Ernst August von Hannover. Il che rende la fanciulla un’Altezza Reale, la inserisce – un po’ indietro in verità – nella successione al trono britannico, ma la priva dello charme dei fratelli Casiraghi. Lei però è una ragazza volitiva, e ha trovato il modo per mettersi al centro dell’attenzione, scegliendo un abito Haute Couture di Giambattista Valli. Un’orgia di chiffon rosa con gonna amplissima, corpino a vita bassa sottolineato da un tralcio di rose, e come se non bastasse un drappeggio che cade dalle spalle fino ai gomiti e oltre. Mi piace? No, ma amo le ragazze che cercano il proprio stile e sperimentano. E guardando la Famille Princière in gruppo, che sia Alexandra ad attirare l’attenzione, col supporto del bel fidanzato Ben-Sylvester Strautmann – lui in altezza lei in ampiezza – non c’è dubbio. Shock, ma salvo la cascata di diamanti del collier Cartier.

(Ph: Eric Mathon / Palais princier)

Per molti anni Charlène ha evitato il Bal de la Rose, tanto che si dava per certa una divisione dei ruoli tra primedonne: a lei il Gala de la Croix Rouge – di cui è presidente Albert – a Caroline l’evento di marzo, essendo presidente della Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi della serata. Dall’anno scorso partecipa anche la Principessa Consorte; non saprei se ciò sottintenda qualche novità nelle dinamiche familiari, ma devo dire che la sua mise mi ha delusa assai. Charlène ha optato per un total look Dolce e Gabbana: abito monospalla in pizzo Chantilly verde scuro su fourreau di velluto nero, décolletée nere, pure loro in pizzo (modello Bellucci) e orecchini della linea alta gioielleria. Francamente lo trovo tremendo, e mi chiedo la ragione di questa scelta, visto che il tema della serata era Sunset Ball, a evocare i colori di un tramonto ai Caraibi. Shock.

Nemmeno la mise di Caroline è troppo caraibica, ma francamente siamo su un altro pianeta. Abito Chanel Haute Couture della collezione primavera estate 2024, realizzato in un tessuto operato in sbieco. Le mezze maniche e gli inserti del corpino rimandano al tessuto tweed caratteristico della maison, ma il punto focale è lo scollo asimmetrico che scopre una spalla, soluzione furbissima per le signore meno giovani, dato che com’è noto le spalle sono in pratica l’unica parte del corpo a non invecchiare. La linea semplice dell’abito è lo sfondo perfetto per la favolosa spilla Chaumet. Superchic.

Sarà perché lei dai Caraibi viene davvero – è nata a New York da una delle più importanti (e ricche) famiglie colombiane – ma Tatiana, moglie di Andrea Casiraghi, è l’unica ad aver omaggiato il tema della serata. La sua scelta cade su un abito Erdem rosa corallo, in un tessuto jacquard con disegno di garofani, con un grande fiocco sulla spalla sinistra. La spalla e destra e il fianco opposto sono decorati da un ricamo floreale. Confesso, l’abito non mi convince affatto, ma mi piace molto addosso a lei. Trovo che Tatiana abbia uno stile personale sempre più interessante e convincente, affatto banale. Chic.

(Ph: Bruno Bebert/Pool Monaco/Bestimage)

Sono arrivate senza accompagnatori Charlotte e Beatrice. La prima ha una relazione con scrittore Nicolas Mathieu, che a Monaco non si è ancora visto; l’altra è moglie di Pierre Casiraghi, che però non era presente. Entrambe sono legate e due importanti maison francesi, che le hanno vestite anche in questa occasione, senza grande successo, a mio avviso. Chanel per Charlotte, un abito nero con corpino ricamato di cristalli, gonna a balze più corta davanti da cui sporgono le scarpine profilate di strass. Dior per Beatrice, con un capedress rosso scuro sicuramente bello ma invernale. Insomma, più che rispettare il tema dato hanno preferito l’argomento a piacere. Un grande boh per entrambe.

Attenzione a parte merita l’acconciatura di Beatrice. Addobbata con gioielli della collezione disegnata da Jean Schlumberger per Tiffany, indossa una collana col celebre ciondolo Bird on a Rock e gli orecchini abbinati. Non bastando, ha anche piazzato una spilla della collezione sulla treccia posticcia che le incorona il capo; un tentativo di evocare l’indimenticabile Grace? No dai, veramente troppo, shock.

In attesa della visita di stato che i sovrani britannici compiranno in Italia da domani, ci sono un paio di royal ladies questa settimana sono state in trasferta.

(Ph: Kongehuset)

La prima è Mary di Danimarca, che è stata ospite dei Macron col marito Frederik X. All’arrivo nella Ville Lumière la coppia reale è stata ricevuta a Les Invalides; in omaggio al Paese ospitante la regina ha scelto un tailleur color crema Dior, con scarpe bicolori Gianvito Rossi, borsa Mulberry, e in testa una creazione Jane Taylor. La falcata sicura, opposta ai tacchi della Première Dame incastrati nel selciato, sottolinea anche l’opportunità di evitare nelle occasioni pubbliche le gonne troppo corte, anche se firmate Vuitton. Danimarca chic, Francia shock.

(Ph: Kongehuset)

La sera le due coppie si sono riunite all’Eliseo per la cena di gala. Evidentemente non si tratta di uno state banquet, per cui i signori erano in completo (il famoso abito scuro o lounge suit sugli inviti) e le signore in lungo ma con mise non particolarmente importanti. Mary interpreta a perfezione la regola abbinando una gonna a fiori del danese Lasse Spangenberg a una blusa bianca del brand australiano CLEA, clutch Anya Hindmarch e scarpe Gianvito Rossi. Non mi fa impazzire ma non c’è dubbio che sia perfettamente in linea con lo stile della serata e della stessa Mary, chic. Meno adatta la scelta di Brigitte, in Louis Vuitton blu con ricami d’argento, che mi fa pensare a un caftano. Boh.

(Ph: Getty Images)

La sera seguente i sovrani hanno ricambiato l’invito con una cena a Le Grand Hôtel de Paris. Mary ha scelto un abito nero con ricami in oro di Taller Marmo, restando fedele alle scarpe Gianvito Rossi, questa volta in pizzo nero e camoscio. Personalmente non amo troppo l’abbinamento dell’oro col nero; e penso che questo genere di modello si apprezzi di più dal vivo, perché potrebbe avere dei dettagli raffinati che in foto non si colgono, dunque boh.

Altra coppia in viaggio questa settimana i sovrani del Belgio, che sono stati in Vietnam. Mathilde ha alternato modelli occidentali ad alti ispirati al Paese ospite, con fortune alterne anch’esse.

(Ph: Belgium MFA)

Per la cena di stato la scelta è caduta su un abito dll’importante fantasia floreale di Dries Van Noten. Non è male, ma forse ci vorrebbe maggiore grinta per non renderlo un capo troppo démi-monde, troppo bon-ton. Non mi dispiace ma non mi convince, boh.

Peggio la mise del giorno seguente: un modello di Carolina Herrera a fiori sulle tonalità del viola, che ricorda gli anni ’50, con accessori in tinta: scarpine, bolerino (Natan) e bandeau (Fabienne Delvigne, il modello Rueda). Ve lo dico, è troppo viola pure per Lady Violet. Shock.

(Ph: Belgium MFA)

Per la cena offerta dai sovrani per ricambiare l’ospitalità Mathilde ha indossato una mise che ricorda molto l’abito tradizionale vietnamita, l’áo dài. Un gesto incantevole cui purtroppo la realizzazione non rende giustizia. Intanto il colore, un salmone che starebbe male pure all’omonimo pesce, aggravato da un fitting imbarazzante, e considerando che è stato creato su misura (dal sarto della Reine, Saïd Meer di Meer Couture) francamente non è accettabile. Mi dispiace, ma shock.

Alla fine la mise che ho apprezzato di più è quella della partenza: un semplice completo pantaloni giallo (Caroline Biss) e una sciarpa ricevuta in regalo durante il viaggio. Assolutamente chic, la mise e il gesto, che poi è la chiave della vera eleganza.

Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte seconda)

Ci eravamo lasciati con il secondo giorno di festeggiamenti e le mise casual per la crociera tra i fiordi (Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte prima) e ora viene il bello: il pre wedding party, a tema Havana e Caraibi!

Che poi è una di quelle occasioni in cui, tranne gli organizzatori, ognuno si mette quello che trova per casa. Spero riusciate a farvi un’idea poiché, avendo gli sposi venduto l’esclusiva, e benché girino tantissime immagini, non sempre si trovano quelle adatte alla bisogna. Anyway anche il secondo abito di Märtha Louise è una creazione Tina Steffenakk Hermansen, molto stile Carmen Miranda – senza ananas in testa ma con grossi orecchini di cristalli rosa di Caroline Svedbom – monospalla e tutto ruches, nel colore che fa da filo conduttore, il rosa in tutte le sue sfumature.

Francamente mi sembra il migliore dei tre; anche perché peggiorare non era facilissimo. Rosa anche per la camicia con palmizi che lo sposo abbina a un paio di pantaloni color tané; prima o poi qualcuno ci spiegherà la passione di quest’uomo per le più brutte sfumature del marrone. Notevole l’ambientazione dello sfondo, sembra l’hotel/ristorante dove nei gloriosi anni ’70 facevamo la festa del Classico, nel senso del liceo. Boh lei, shock lui, almeno però mi sembra che si siano molto divertiti.

La famiglia della sposa è arrivata sotto una pioggia battente che non ha aiutato l’umore del sovrano, apparso piuttosto infastidito (eufemismo); loro alloggiavano sul panfilo reale, il Norge, e non in albergo come tutti gli altri. L’evento è stato il debutto in pubblico di Amalie Giæver Macleod, girlfriend di Sverre, figlio minore dei principi ereditari. Lei in rosso e bianco, lui con giacca da sera di velluto verde: da quel poco che si vede, mi sembrano chic.

Mi piace molto Mette Marit, e non solo per il colore: abito a fiori Pia Tjelta Studio e soprabito viola Carolina Herrera (che è venezuelana, dunque perfetta per il tema della serata) più borsetta color lime Jimmy Choo, tocco perfetto. Avrei invece evitato il fiore di stoffa tra i capelli, ma evidentemente specchiandosi non si era vista abbastanza caraibica. Chic.

Graziosa Ingrid Alexandra, che ha pescato dall’armadio materno il soprabito color ghiaccio Chloè e la borsetta fuxia Prada, abbinandoli a un abito verde acqua Ba&sh che per una ragazza va benissimo. Chic.

Finalmente il gran giorno! In un orgia di rosa sono giunte le sette damigelle, scortate da altrettanti cavalieri; che vi devo dire, a me già piacciono poco quando sono ragazze impegnate in un matrimonio tra giovani, figuriamoci quando sono più attempate. Non è un problema di età, ma proprio di inutilità; in questo caso apprezzo che ciascuna signora indossi un abito personalizzato, un modello che probabilmente veste ciascuna nel modo giusto, ma non mi piacciono lo stesso, shock.

(Ph: EPA)

Uniche a non vestire di rosa – e mi sembra giusto – le tre figlie della sposa: la ventunenne Maud Angelica, che ha accompagnato la madre all’altare, Leah Isadora (19 anni) e Emma Tallulah (15).

(Ph: Cornelius Poppe)

Per loro tre abiti in una tonalità champagne che dona soprattutto alle due brune; poi un pasticcio di scarpe e borse diverse, ma perché? Boh di incoraggiamento. Con loro una flower girl a me sconosciuta, in tulle bianco.

(Ph: Cornelius Poppe/NTB)

Ospiti reali pochini, ma di qualità: Victoria di Svezia col marito Daniel – abbiamo capito che i signori erano in gran parte in smoking, ce ne faremo una ragione – splendente nell’abito corallo di Christer Lindarw indossato lo scorso anno per i 50 anni di regno del padre (Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte prima) con gli stessi accessori, tra cui la clutch in plexiglass di Gucci. Mi piaceva allora e mi piace ora, però… Però è una mise che non avrei indossato per un matrimonio; abbiamo capito che in questo caso molte regole sono saltate dunque va bene più o meno tutto ma non sono convintissima. Chic, ma anche boh.

Riuso anche per la cognata Sofia, in attesa del quarto bebè: nel suo caso l’abito dégradé della stilista Lilli Jahilo, già indossato per la cena di gala in onore dei premi Nobel nel 2022 (December chic shock e boh (parte prima). In quel caso mi aveva lasciato qualche perplessità, trovandola una mise non troppo adeguata all’occasione né alla stagione; in questo caso mi piace di più, anche se l’abito è tutt’altro che impeccabile e il color mandarino non esalta la carnagione chiarissima della principessa.

Ma le scarpe con quell’osceno plateau, un dettaglio brutto e pure fuori moda, arrivano direttamente da uno show degli ABBA? (purtroppo no, sono Gianvito Rossi, il modello Manila 120). Boh il vestito, shock le scarpe.

Non mi dispiace Laurentien dei Paesi Bassi, anche lei convertita al capedress, e una ragione c’è: l’abito è Missoni, e dunque realizzato in jersey, che dona al modello leggerezza e una certa contemporaneità. Il limite è che il tessuto è piuttosto rivelatore di ciò che c’è sotto, e dunque richiede che l’underwear sia perfetto. La principessa olandese ha scelto un abito lungo non particolarmente da sera, e infatti l’aveva indossato 2015 per l’inaugurazione del Parlamento, occasione di primo piano in cui le signore della famiglia reale vestono abiti lunghi e cappelli. Boh; non mi convince fino in fondo ma è molto meglio di come si veste di solito.

(Ph: Fredrik Solstad/VG Norge)

Per la festa di nozze anche i membri della famiglia reale che per la cerimonia indossavano l’abito tradizionale si sono cambiati; molto graziosa Amalie Giæver Macleod, cui Mette Marit ha prestato un vecchio abito Vera Wang, Purtroppo ora come allora il tessuto è pieno di grinze, ma lei è un delizia e il gesto pure, visto che i ragazzi sono così giovani che potrebbero lasciarsi domani.

Se volete un consiglio dalla vostra Lady, allargate la foto e guardate bene i gioielli della fanciulla: collier e anello Cartier con pavé di diamanti intorno ad ametista cabochon. Il collier è stato venduto a giugno a Londra, dalla casa d’aste Bonhams, per 17.920 sterline (poco più di ventimila euro); non so se tratti proprio di questo o di uno uguale, però è veramente un bel pezzo. Due, con l’anello. Chic.

(Ph: Fredrik Solstad/VG Norge)

Mette Marit sceglie Valentino; l’abito è bello, raffinatissimo, ed è pure forse il più adatto per un matrimonio, però la stola dà alla mise un tocco da profeta biblico di cui non si sentiva la mancanza, e l’orlo così lungo è veramente incomprensibile: non è certo l’altezza di Mette Marit, che supera 1,75, il problema. Peccato, con un po’ di attenzione ai dettagli la mise sarebbe stata perfetta, così boh.

Mi piace molto Ingrid Alexandra, che un giorno siederà sul trono di Norvegia. Altro soprabito color ghiaccio proveniente dall’armadio materno (questo è Max Mara) che copre quasi completamente l’abito blu Galven London, caratterizzato da un incrocio allo scollo: potete vedere il modello nella foto sotto.

Vi dirò, questo mix di giorno e sera su una ragazza coì giovane mi piace assai, come pure la semplice coda di cavallo per un evento importante, Chic.

Alla fine evviva gli sposi! Anche se quei dolcetti messi così sembrano candele votive davanti alla statua di qualche santo. Magari sant’Olav, patrono della Norvegia, Re guerriero che gli sciamani se li faceva girare intorno a un dito.

Royal chic shock e boh – Sayōnara giugno

Settimana ricca di eventi royal quella che si chiude oggi, su cui troneggia (ovvio, sennò che royal sarebbe) la visita ufficiale degli Imperatori del Giappone del Regno Unito. Naruhito e Masako sono arrivati qualche giorno prima per impegni privati, poi martedì sono stati ricevuta in pompa magna da Charles, Camilla e William, che è andato a prenderli all’hotel dove alloggiavano (il Claridge’s a Mayfair).

Signori in thight e signore in bianco. Invero l’imperatrice ha indossato mise candide durante tutto il viaggio; nel suo dress code mi oriento pochino, ma sappiamo che Masako è sottoposta al rigidissimo controllo dell’Agenzia Imperiale che decide tutto, non solo il modello ma anche la lunghezza dei suoi abiti (e non escludo che nell’orlo ci siano i piombini).Lei di suo ci mette la sua grazia, la sua dolcezza, la sua cultura, ma insomma non è che si possano fare miracoli.

In questo caso la meschina indossa un completo composto da soprabito di pizzo bianco stile prima comunione su un tailleur con gonna midi a sirena con dettagli dello stesso pizzo, che decora anche il cappello. Faccio difficoltà a trovare le parole. Shock.

Camilla in robe manteau – questo veramente bello, di Anna Valentine come la borsa – e l’elegante cappello con dettagli neri che avevamo ammirato il mese scorso durante uno dei garden party (Royal chic shock e boh – Special edition (parte seconda) naturalmente opera di Philip Treacy. Mi sembra di vedere qualche imperfezione nell’orlo, ma chic.

Signore in bianco anche la sera, quando però possono godere dello splendore delle pietre preziose che mettono tutto sotto un’altra luce. Camilla, in abito Fiona Clare, inalbera la Burmese Ruby Tiara: pietre che vengono dalla Birmania – dono di nozze del popolo birmano a Elizabeth, che negli anni ’70 commissionò la tiara a Garrard – ma disposte in una foggia che evoca la bandiera nipponica, Ottima mossa, chic. Molto interessante anche la scelta dell’Imperatrice, che sfoggia la tiara imperiale del crisantemo, fiore simbolo del Paese e della Corona, come fece la suocera quando accompagnò il marito in visita ufficiale nel Regno Unito, nel 1998. Anche quest’abito è di pizzo ma l’effetto finale è assai più convincente, chic.

Fermatevi un istante, e ammirate le rivière di diamanti al collo delle due sovrane.

In bianco anche la Duchessa di Gloucester, che ha riproposto l’abito indossato lo scorso anno all’incoronazione (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Ladies) e ha fatto bene: ci era piaciuto allora e ci piace forse ancora di più oggi, quasi un robe manteau impreziosito dai bottoni gioiello (letteralmente, sono spille floreali di brillanti). Sul capo della duchessa un’importante diadema, la Cartier Indian Tiara, eredità della suocera Alice. Brava, chic.

(Ph: Aaron Chown/Getty Images)

L’unica a distinguersi per il colore, un verde bosco piuttosto invernale, la Duchessa di Edimburgo. Per lei un abito in seta della sua maison del cuore, Suzannah London con clutch argento di Anya Hindmarch, e soprattutto la Lotus Flower Tiara direttamente dallo scrigno reale, gentile prestito della cognata Camilla. È la prima volta che Sophie la indossa e devo dire che mi convince, la delicata struttura della tiara si sposa bene con i suoi lineamenti fini. Semplice, chic.

Prima di tornare in patria, venerdì, la coppia imperiale ha visitato Oxford, dove in gioventù hanno studiato entrambi i sovrani. Masako, che ha ricevuto una laurea honoris causa, questa volta mi è piaciuta. Se la gonna dritta ha la solita lunghezza poco donante la giacca ha una bella linea, anche vagamente orientale. Chic, e sayōnara.

(Ph: Éric Mathon/Palais princier)

Di bianco vestita anche Charlène, che giovedì, col marito Albert, ha presentato la squadra olimpica monegasca, composta da cinque atleti. Incolpevolmente vestiti coi colori della bandiera, sembrano usciti da Irma la dolce, rappresentazione naif di una certa idea della Francia. Con l’entusiasta partecipazione del sovrano, che in queste occasioni non si risparmia. Al confronto la sobria Princesse, nel suo completo pantaloni Emporio Armani con slingback Gianvito Rossi, fa un figurone. Chic.

Ancora bianco per la tshirt di Letizia, che giovedì con Felipe ha ricevuto alla Zarzuela Charles H. Rivkin, presidente di Motion Picture Association; i sovrani hanno poi ospitato la riunione della commissione della Fundación Princesa de Girona. Ora, sappiamo che la Reina ha problemi ai piedi per cui indossa scarpe e sandali flat, ma questi, insieme alla tshirt – pure molto di moda e in seta (Adolfo Dominguez) – sono veramente troppo informali, più da caffè al mare che da impegni reali. Molto bella la gonna plissé di Hugo Boss, ma non basta. Boh.

(Ph: SIP/Claude Piscitelli)

Puntano invece sul colore le signore del Granducato di Lussemburgo, che domenica scorso ha celebrato la Fête nationale. La giornata è iniziata con la cerimonia ufficiale seguita dalla parata militare, con la partecipazione della famiglia quasi al completo (manca solo Claire, moglie del principe Félix). Maria Teresa si rivolge a Natan (e come ti bagli…) che la drappeggia in un incubo di mussola mauve: abito e mantello fermato sulla spalla sinistra, come un pallio nella Roma antica. No dai, shock. Natan firma anche l’abito color fiordaliso di Stéphanie, anche questo dotato di inutile drappo, Ma perché? Boh, ma mi piacciono le scarpe.

(Ph:Maison du Grand-Duc / Kary Barthelmey )

Le celebrazioni si concludono col Te Deum in cattedrale; Félix se l’è squaglita ma restano tutti gli altri, compreso il giovane Sébastien cui tira il bottone della giacca; mon cher, basta che sbottoni e risolvi il problema. Semplice ed elegante la neomama Alexandra con un abito dalla delicata fantasia verde e crema, con accessori in tinta (la clutch è Dior), chic. Per una volta che Stéphanie aveva quasi indovinato la mise, ha pensato bene di cambiarsi ricorrendo di nuovo a Natan, col solito drappo/mantello, che non sarebbe neanche brutto ma è indossato male un po’ troppo corto e con l’orlo sbilenco. Simpatico il cappello, di Sylvia Martinez, tremende le open toe color crema, neanche tanto adatte all’occasione. Shock.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Patricia Pitsch)

I festeggiamenti si sono conclusi con due garden party nello Château de Berg, uno il martedì e uno il giovedì. Per il primo, Maria Teresa opta per Oscar de la Renta scegliendo un maxidress in popeline di cotone a fiori con cardigan abbinato. Non abbiamo foto a figura intera dunque non possiamo apprezzare appieno il modello, ma anche se non dovesse slanciarla particolarmente a me piace, lei porta bene queste cose, e per un pomeriggio in giardino mi sembra adatto. Abbastanza chic. Stéphanie sceglie i volant e Carolina Herrera, ma tra il modello, il colore e la sua acconciatura l’effetto camicia da notte c’è tutto. Boh, ma almeno ha evitato il mollettone di plastica.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Kary Barthelmey)

Ultimo appuntamento giovedì 27; Maria Teresa indovinate? Torna su Natan che la veste di un rosa intenso da vera Barbie di mezz’età, e non resiste alla tentazione dell’ennesima mantellina che stavolta per forma, lunghezza e colore sembra proprio quella del coiffeur. Shock, e attenzione a questi tessuti scivolosi: evidenziano anche i difetti che non ci sono. Sorprendentemente non mi dispiace Stéphanie, in un maxidress arancio con fantasia floreale nei toni del crema e del viola, adatto alla sua età e all’occasione. Non proprio chic ma quasi.

Caro giugno sayōnara, ci si vede l’anno prossimo.

Vi piacciono i rubini? La Burmese Ruby Tiara

Mentre preparavo la rubrica domenicale (abbiate fede, prima o poi arriva) confesso di essermi distratta dietro alla Ruby Burmese Tiara, indossata da Queen Camilla martedì sera allo state banquet in onore del presidente della Corea del Sud in visita ufficiale nel Regno Unito. La ricerca ha rivelato una storia interessante, e ho deciso di proporvela subito.

(Ph: Yui Mok/POOL/AFP via Getty Images)

La passione per le pietre preziose della Queen Mary, bisnonna di King Charles, è ben nota; e unita al fatto che all’epoca i sovrani britannici erano a capo di un vasto e ricchissimo impero ha fatto sì che i forzieri reali si riempissero di gioielli da mille e una notte. Salita al trono, Queen Elizabeth ha potuto dunque sfoggiare degli autentici tesori, e dal canto suo ha contribuito ad ampliare la collezione di famiglia principalmente grazie ai doni ricevuti durante il lunghissimo regno. Questa tiara è proprio una sua aggiunta, ma fatta realizzare su sua richiesta per colmare un’assenza: una tiara con pietre rosse, necessaria quando per ragioni diplomatiche, o più in generale di opportunità, si volesse puntare sul rosso.

In effetti nei forzieri reali una c’era già, e anche molto elegante: l’Indian Circlet, gioiello disegnato dal principe Albert per la moglie Queen Victoria. La tiara però era tra le preferite della Queen Mother, ed Elizabeth decise di lasciarla nella sua disponibilità. Rimasta vedova a soli 51 anni, la Regina Madre aveva comunque davanti a sé vari decenni di servizio alla corona; che poi furono altri cinque, dato che allora ovviamente non si sapeva, ma in effetti aveva perso il marito quando si trovava nel mezzo del cammin di sua vita. All’inizio degli anni ’70 dunque il desiderio di una nuova tiara con rubini prese forma; a realizzarla ci pensò il fidato gioielliere di corte Garrard, utilizzando pietre da due provenienze diverse.

(Ph: PA Images/Alamy)

I diamanti vengono dalla tiara ricevuta come dono di nozze dal Nizam di Hyderabad, principe indiano di impressionante ricchezza e proprietario di una delle più importanti collezioni di gioielli del mondo, che offrì alla sposa un dono a sua scelta disponibile nella collezione della filiale inglese di Cartier. La giovane principessa scelse un set in diamanti realizzato negli anni ’30 composto da tiara e collier. Questo è ancora in uso, prestato a volte anche alla attuale Principessa di Galles.

(Ph: WENN)

La tiara invece, dopo essere stata usata alcune volte da Elizabeth nei primi anni di regno, fu poi messa da parte a causa della sua scomodità. Qualche anno dopo fu smontata, e le pietre riusate insieme ai rubini; che sono 96, anch’essi dono di nozze per la giovane principessa da parte del popolo birmano. Il numero non è casuale, perché nell’antica cultura di quel Paese si crede che i rubini proteggano chi li indossa dalle 96 malattie che possono affliggere il corpo. Un dono prezioso per la buona salute (mi sembra abbia funzionato!) che nel 1973 è diventato parte di un importante gioiello. La tiara è composta da cinque elementi floreali separati da raggi incurvati di diamanti.

(Ph: Tiara Mania)

Se osservate con attenzione gli elementi floreali, vi renderete conto che rappresentano una versione inversa della rosa Tudor, formata dall’unione tra la rosa rossa di Lancaster – il nucleo centrale di rubini montati in oro giallo – e la rosa bianca di York, i cui petali esterni sono composti da diamanti montati su argento. Non è una meraviglia?

Royal chic shock e boh – Black&white e…

La settimana che si chiude è stata ricca di eventi royal tra tour all’estero, l’assemblea generale dell’ONU più le solite attività che comprendono visite, incontri, inaugurazioni. Ho perciò selezionato solo alcune mise, per poi accorgermi che erano unite da un fil rouge, il colore: tanto bianco e un po’ nero, con qualche piccola eccezione.

(Ph: Samir Hussein-Pool/WireImage)

Di Camilla in Francia abbiamo già parlato, qui la vediamo accompagnata da Brigitte Macron in visita alla Bibliothèque Nationale, luogo che avrà riempito la regina, appassionata di libri e lettura, di felicità; nell’occasione le due signore hanno anche annunciato la nascita di un premio letterario francobritannico. In ossequio al titolo che abbiamo dato al post, la Première Dame di nero ha i pantaloni; forse per un eccesso di scrupolo ha pensato di omaggiare la regale ospite vestendosi da Grenadier Guard: black i pantaloni, red la lunga giacca (Chanel); in testa non c’è bisogno del colbacco in pelle d’orso, basta la cofana ipercotonata. Boh. Elegante la sovrana, con una mise che già avevamo visto e già ci era piaciuta (Royal chic shock e boh – Luglio, col bene che vi voglio…): abito in seta bianco&nero con pardessus bianco, tutto Fiona Clare Couture, con accessori Chanel. Appuntata a sinistra la splendida spilla art déco appartenuta alla Queen Mom, in cristallo di rocca con diamanti e dettagli in smalto nero. Très chic, e mi chiedo se l’omaggio si sia limitato alla spilla, o Camilla scegliendo quel soprabito candido abbia voluto ricordare il leggendario white wardrobe della nonna di suo marito durante una storica visita di stato in Francia. Ne parlammo qui, in uno dei primi post del blog A Royal Calendar – 12 giugno 1901

Regina in bianco, dicevamo: eccola! Rania di Giordania questa settimana si è trasferita armi e bagagli negli USA, cogliendo l’occasione dell’assemblea dell’ONU. Candida come un giglio del deserto attraversa le strade di Manhattan in un completo gilet e pantaloni Wardrobe.NYC; se vi piace, il gilet si avvia ad essere uno dei trend di stagione, meglio ancora se sottratto in casa a un armadio maschile. La borsa è una Baguette Selleria di Fendi, le scarpe che si intravvedono appena Dior. Che potrei dire di diverso da chic?

Se la mise è simile l’effetto è diversissimo. Anche gli eredi al trono giordano sono arrivati a New York per poi spostarsi a Washington, e iniziare a crearsi una rete di relazioni. Ci è scappata anche una visita al piccolo di casa, Hashem – matricola in una prestigiosa università negli States – per la quale la neoprincipessa Rajwa ha scelto a sua volta un completo pantaloni bianco Jacquemus con giacca over, avrà sbagliato taglia? La borsetta è una Gucci GG Marmont, col manico avvolto in un fiocco in seta sempre di Gucci. No dai, shock.

Meglio, molto meglio quando ha accompagnato il marito all’incontro con membri del Congresso nella capitale, optando per uno stile bon ton che sembra ispirato alla suocera, compreso l’amore per Fendi. La borsa è la Baguette Phone Pouch le scarpe il modello Colibrì Lite, l’una e le altre in un vezzoso rosa che vivacizza la blusa bianca Edeline Lee e la gonna nera Dior. Che vogliamo di più? Chic.

Non c’è due senza tre, ed ecco la terza White Queen, Máxima d’Olanda. Che essendo il tipo che è raddoppia scegliendo il bianco non una ma due volte. Mise numero 1: con la suocera Beatrix al ricevimento offerto in onore degli oltre 150 artigiani che hanno contribuito alla realizzazione dei nuovi tendaggi della Sala Cinese del palazzo Huis ten Bosch all’Aja ispirandosi a quelli settecenteschi. La sovrana per una volta sceglie la semplicità e fa bene, così non rischia di sovrapporsi all’opera e ai suoi realizzatori. Il completo top e gonna di Tory Burch li abbiamo già visti (Le foto del giorno – Estate!); a parte le calze fosforescenti questa versione cittadina, abbinata alle classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi, mi convince di più. Chic.

Voilà la mise numero 2: per la a visita a Rotterdam all’HMC, scuola del legno e del mobile, la sovrana si infila un semplice chemisier bianco Massimo Dutti cui aggiunge accessori color cuoio (ai piedi l’ennesimo paio di Gianvito 105). Mi piace molto anche questa, mi devo preoccupare? Chic.

(Ph: SIPA USA/IPA-AGENCY.NET)

Bianco e nero per la Duchessa di Sussex che appena rientrata a Montecito dopo i trionfi degli Invictus Games a Düsseldorf partecipa a un evento benefico promosso da Kevin Costner. Accanto al marito – in total black pure lui, un po’ stile tronista di Maria De Filippi – Meghan indossa una bellissima mantella in tweed chevron di Carolina Herrera, che Lady Violet metterebbe volentieri, però a gennaio. I piedini sono infilati in un paio di Manolo Blahnik il modello Camparinew. L’orologio Tank Française e il bracciale Love, entrambi Cartier, appartenevano a Diana. Chic, e meno male che non si è messa anche una sciarpa.

Total black per Letizia all’inaugurazione della nuova stagione del Teatro Real di Madrid. L’abito di 2nd Skin Co l’avevamo già visto ai premi Princesa de Asturias qualche anno fa, e ci era piaciuto già allora (Royal chic shock e boh – Novembre 2021). Trovo che la Reina indossi molto bene i modelli anni ’50: donano alla sua figura esile e anche i più esagerati, tipo questo, vengono smorzati dal suo rigore, rendendolo in compenso meno austero. Ai piedi anche lei ha infilato un paio di Manolo, le favolose Gotrianc, in mano la classica, amatissima e popolarissima clutch intrecciata di Bottega Veneta. Chic

Ok, non è né bianca né nera, ma potevo evitare di mostrarvi Letizia in questa mise? La Reina a Londra partecipa a un evento dedicato alla ricerca sul cancro. L’abito è Armani, collezione Pre Fall del 2019, in uno di quei blu con una punta di grigio che sa fare solo Re Giorgio. Il modello originale è lungo alla caviglia ma questo è stato accorciato con garbo. Lo trovo bellissimo. La scarpa (Carolina Herrera) sbecca un po’, un po’ tanto, ma non avendo mai provato tale sensazione, quella di Lady Violet e delle sue ampie estremità è pura invidia. Chic e sto.

Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte seconda)

…e venne il gala dinner, con la sontuosità degli abiti e lo splendore dei gioielli. E pure l’inevitabile gaffe, che stavolta avrebbe potuto essere evitata.

(Ph: Ingemar Lindevall/Kungl. Hovstaterna)

Nella foto ricordo in piedi da sinistra Haakon, principe ereditario di Norvegia, solo soletto (la moglie Mette-Marit, affetta da fibrosi polmonare, ha dovuto fermarsi un paio di settimane per riposare), poi Daniel e Victoria di Svezia, lei principessa ereditaria e lui il suo consorte, il Presidente finlandese Sauli Väinämö Niinistö, Margrethe II di Danimarca, Carl XVI Gustaf di Svezia, Harald V di Norvegia, il presidente islandese Guðni Th. Jóhannesson e la coppia degli eredi al trono di Danimarca, Frederik e Mary; davanti ai signori sono sedute le rispettive consorti, con Silvia di Svezia e Sonja di Norvegia in versione gemelle Kessler, vestite praticamente uguali; che scivolone!

Giallo oro per Silvia, avrà voluto coordinarsi con collare e galloni del consorte? L’abito di Georg et Arend ha una doppia gonna in seta pesante e un corpino tutto tempestato di pietre. La regina ha in mano una minaudière, che potrebbe anche essere la Melone di Bulgari; in quel caso “oro” si riferirebbe non al colore ma proprio al materiale… Sotto quest’aurea mise la regina piazza delle scarpine verdi; verde pure la stola in seta, che probabilmente dovrebbe servire all’occorrenza a scaldare la sovrana, ma mi pare leggerina. Mettendo da parte quest’insieme così pappagalloso, sul capo di Silvia troneggia – letteralmente – la sontuosissima tiara Braganza, con orecchini altrettanto importanti. Favolosi i gioielli, ma il resto per me è shock.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

Giallo pure per Sonja di Norvegia ma in tonalità canarino, che anche lei ha abbinato col verde, nel suo caso le pietre della notevolissima parure di smeraldi che arriva direttamente dallo scrigno di Josephine, imperatrice dei Francesi e prima moglie di Napoleone. La parure è attualmente composta da quattro pezzi: diadema, collier, spilla più gli orecchini che in origine non facevano parte dell’insieme ma sono stati creati in seguito utilizzando pietre della collana. Curiosamente questa tiara e la Braganza indossata da Silvia hanno identica provenienza: arrivano entrambe dalla stessa sovrana: Josefina di Svezia e Norvegia, che aveva ereditato la prima dalla sorella Amélie, seconda moglie di Pedro de Braganza, imperatore del Brasile, mentre questa da Josephine, che era sua nonna. Tolto lo splendore delle gemme che dire dell’abito? Dato il suo aspetto così tipicamente anni ’80, se è vintage passi, altrimenti boh. Però si potevano mettere d’accordo prima.

(Ph: Jesper Sunesen)

Premessa: ho scelto questa foto di Margrethe II perché tra quelle che ho visto è quella che mostra meglio la mise; la regina scende dal vascello reale dove la delegazione danese ha soggiornato. Anche il suo è un abito già indossato, creato dalla stilista danese Birgitte Thaulow. Bella la seta, corposa ma non rigida, grazioso il disegno a ramages stilizzati, interessante la doppia fusciacca rossa e fucsia, che tra l’altro consente alla fascia dell’ordine del Serafino di appoggiarsi con grazia. Chic, anche senza considerare la trionfale parure di perle e diamanti, a corredo della celeberrima Poiré tiara.

Nata principessa reale è diventata regina, anche se consorte, a soli 18 anni. Ora non lo è più, ma in questa occasione è senz’altro regina di eleganza. Anne-Marie di Grecia arriva al braccio del suo bel cavaliere norvegese con un’altra creazione di Celia Kritharioti, un abito dalla linea pulita in crêpe color amarena; quasi una colonna a sorreggere la favolosa Khedive tiara, un gioiello che mischia lo splendore dei diamanti al fascino della storia (ne parliamo approfonditamente qui: A Royal Calendar – A Greek royal wedding). Nel 1905 un giovanotto svedese appassionato di archeologia si trova al Cairo; si chiama Gustaf Adolf, ed è secondo nella linea di successione al trono. Incontra una famiglia di pari lignaggio: i Duchi di Connaught e Strathearn; madre del duca è la regina Victoria, ma a colpire il giovanotto è la figlia Margaret, sua coetanea. Colpo di fulmine, i due si sposano il 15 giugno di quello stesso anno. Per celebrare l’incontro e la nascita di questo amore all’ombra delle Piramidi, il Khedive d’Egitto invia alla sposa un favoloso diadema a volute di diamanti creato da Cartier. Margaret muore nel 1920 per una infezione durante l’ultima gravidanza; il prezioso gioiello viene ereditato dall’unica femmina, Ingrid, che se lo porta a Copenaghen quando sposa l’erede al trono di Danimarca. Le sue discendenti di sangue si sposano tutte con quella tiara: Anne-Marie e sua figlia Alexia; Margrethe; Benedikte e le figlie Alexandra e Nathalie. Ora appartiene ad Anne-Marie e indossarla in questa occasione ha un particolare significato, dato che Margaret è la nonna che ha in comune col festeggiato, re Carl XVI Gustaf di Svezia. Superchic.

(Ph: Michael Campanella/Getty Images)

La principessa ereditaria Victoria, cui è toccato anche tenere il discorso per il padre – né poteva essere diversamente – per il suo abito sceglie ancora Christer Lindarw. Quando l’ho vista arrivare al braccio del primo ministro Ulf Kristersson ho pensato alla divina Lollo recentemente scomparsa; la storica e inarrivabile fata turchina dello sceneggiato di Comencini, sarebbe impazzita. Ma Lady Violet non è una fata, non le piacciono gli abiti turchini, e lo trova francamente terribile. Non è che lo stilista è stato influenzato dalle sue attività artistico-teatrali? Per fortuna la tiara è la lineare Baden Fringe tiara, dalle linee sottili ed acuminate che danno un po’ di rigore all’insieme. Però non basta, shock.

Restando in famiglia, è una novità la tiara di Sofia. Cioè, non è esattamente una novità essendo la solita Palmette tiara ricevuta come dono di nozze dai suoceri, cui però sono state sostituite le pietre apicali, che in questo caso sono quarzi citrini. Dunque finora oltre agli smeraldi nuziali l’abbiamo vista decorata anche da perle, turchesi, topazi blu, e ora citrini. Immagino le pietre ambrate siano state scelte per armonizzarsi con l’abito giallino di Safiyaa, brand al momento molto amato dalle royal ladies, che a mio avviso dovrebbero scegliere meglio i modelli. Trovo questo, il Bellara, con quelle applicazioni plasticose sulle spalle (si intravvedono pure sullo strascico) di rara bruttezza, e tra l’altro, visto in movimento, costringeva la povera Sofia a muoversi anche piuttosto goffamente; forse troppo stretto lui, o troppo alti i tacchi Louboutin. Strashock.

Quella della famiglia che mi è piaciuta di più è senz’altro Madeleine, in una diversa versione del cape dress a firma Jenny Packham: un abito argento ricamato di cristalli con una cappa che essendo leggerissima aggiunge movimento senza appesantire. Nessuna sorpresa per la tiara che adorna il capo della principessa: la cosiddetta Modern Fringe che indossa molto spesso, incluso il suo matrimonio. È un gioiello privato che non fa parte della fondazione Bernadotte; essendo comparso sulla testa di Silvia negli anni ’80 si pensa che sia un regalo del marito per i dieci anni di matrimonio. Dalla frequenza con cui Madeleine la usa, è probabile che la madre l’abbia donata a lei, forse proprio per le sue nozze con Chris O’Neal. Splendidi gli orecchini. Chic.

Arrivano insieme i consorti di due futuri sovrani, Mary di Danimarca e il birthday boy Daniel di Svezia, che proprio il 15 settembre ha compiuto cinquant’anni. Per lei un abito non solo già indossato ma anche rimaneggiato dal creatore, il danese Lasse Spangenberg. Vi dirò, non mi fa impazzire. Anche Mary sceglie di indossare la sua Wedding tiara, ricevuta in dono dai suoceri per le sue nozze con Frederik. Notevoli gli orecchini con acquamarina, che la principessa sfoggia spesso nelle grandi occasioni; notevolissimo il bracciale di Annikat: due ali di diamanti che abbracciano il polso. Chic i gioielli, boh il vestito.

Per par condicio chiudiamo con il terzo principe ereditario presente, Frederik di Danimarca, che ha dato il braccio a questa signora; è la moglie del primo ministro Ulf Kristersson, si chiama Birgitta Ed, e ovviamente è membro del clero. Io trovo magnifico quest’abito, ma la cosa divertente è che mi sono incuriosita, ho fatto una ricerca e trovato il suo profilo Facebook. Dove lei racconta con un certo humour – almeno quello permesso dal traduttore svedese italiano – della difficoltà che ha spesso nel trovare la mise adatta ad accompagnare il marito pur indossando il clergyman (clergywoman?) o almeno il collarino ecclesiastico. La trovo fantastica, chic in terra e in cielo.

Royal chic shock e boh – Trooping the Colour (and more)

Trooping the Colour

Non possiamo che iniziare così, col Trooping the Colour che si è svolto ieri, il primo in onore di King Charles. Subito una premessa: lo snellimento della Royal Family per noi è un mezzo disastro, perché in effetti da commentare ci rimane ben poco. Voi mi direte che riorganizzando la struttura della sua famiglia il re non ha pensato al sofà di Lady Violet, e io protesto!

Anyway, la giornata ci ha riservato un paio di sorprese niente male, a partire da Her Majesty The Queen. Che ha sfoggiato una incredibile mise ispirata al suo ruolo di Colonnello del reggimento Grenadier Guards.

Non è un’uniforme, non pensate alla Regina che partecipava ai suoi Trooping the Colour cavalcando all’amazzone, con la gonna al posto dei pantaloni; questo è proprio un abito: in seta, creazione di Fiona Clare Couture, indossato con calze color carne e scarpe décolletée nere. In qualche scatto si intravvede la sovrana tenere in mano una clutch nera, che potrebbe essere quella Launer, brand preferito da Queen Elizabeth, Il cappello, nonostante l’aggiunta di fermaglio e pennacchio, riesce a mantenere una certa dignità alla mise; è di Philip Treacy, ed è praticamente lo stesso modello indossato da Máxima proprio durante una visita ufficiale nel Regno Unito (Royal chic shock e boh – Ottobre 2018). Glielo avrà lasciato in eredità? Se l’è scordato e l’hanno riciclato? Boh, vi confesso che questa uscita mi ha lasciata speechless, senza parole.

La Principessa di Galles sceglie il verde per quella che si avvia ad essere una delle sue mise più discusse di sempre. Si è vestita così per ricordare la defunta Regina, in verde anche lei per l’ultimo affaccio al balcone di Buckingham Palace(The people’s Queen)? Può essere. Voleva ricordare la suocera mai conosciuta, Diana, adottando uno stile molto anni ’80 oltre che indossandone gli orecchini di zaffiri? Non lo posso escludere. Voleva mandare un messaggio alla cognata Meghan, a sua volta in verde per l’ultima apparizione pubblica (Royal chic shock e boh – Sfida tra Duchesse)? Ecco, questo invece mi sento di escluderlo. Catherine ha indossato un finto robe-manteau verde smeraldo di Andrew Gn, stilista in vorticosa ascesa in ambito royal, la cui scelta ha innescato altre ipotesi. Essendo egli cresciuto a Singapore – dove quest’anno si svolgerà l’Earthshot Prize, fondato dal Principe di Galles per premiare annualmente le soluzioni più efficaci a salvaguardia del pianeta – sarà una velata citazione all’impegno di William? Direi che l’ipotesi più probabile sia un richiamo al reggimento di cui è Colonnello: Irish Guards, come indica anche la spilla trifoglio (Cartier). Però insomma, vi devo dire che queste scelte simboliche criptiche o eccessive le trovo stucchevoli. Quanto era meglio The Queen vestita da sé stessa col badge di diamanti a rendere omaggio ai militari? Ci siamo capiti.

Quanto a Catherine, ho l’impressione che soffra il nuovo ruolo, e stia perdendo quel po’ di stile che aveva prima. In questo caso mi piace molto il cappello (Philip Treacy), inutilmente addobbato con uno dei bottoni dell’abito, che invece non mi fa impazzire. Per il resto: il colore e la spilla citano il reggimento, il colore da solo la nonna, la decorazione del cappello rimanda al vestito, il modello e gli orecchini alla suocera, lo stilista celebra il marito; più che una mise un gioco di società. Un grande, enorme boh.

In questo puzzle di citazioni e rimandi, la Duchessa di Edimburgo dichiara la sua neutralità. Il marito cavalcava col Re, i figli sono rimasti a casa, e lei si è accomodata in carrozza col cognato Sir Tim Laurence. Classica – e già vista – la sua mise: abito crema di Beulah London e cappello Jane Taylor. Non ho capito perché il cappello si rialza sul lato opposto al grande fiore, ma tutto è molto classico, very English, piuttosto chic.

(Ph: Mark Cuthbert/UK Press via Getty Images)

Io me la vedo la Duchessa di Gloucester che mentre sceglie cosa indossare pensa tra sé e sé: ma sai che c’è, io mi rimetto quella vestaglietta: è fresca, è di seta, è pure firmata (Max Mara), andrà bene. Adoro Birgitte, unica working royals non britannica (è danese), ma le sue scelte in fatto di abiti sono sempre un po’ così. In questo caso è vestita carina, se andasse al saggio di fine anno dei nipoti. Ma per una delle più importanti eventi royal dell’anno, sorry, shock.

And more

Con l’arrivo dell’estate l’Italia diventa uno degli scenari più gettonati della mondanità internazionale. Dopo il weekend romantico sul Lago di Garda dove i sovrani di Giordania hanno festeggiato i trent’anni di matrimonio è la volta della famiglia reale olandese in vacanza a Panarea. Lo scoop è sulla pagina Facebook del Notiziario delle Isole Eolie online (https://www.facebook.com/Notiziarioeolie.it)

Willem- Alexander, Máxima e le tre figlie sono arrivati a bordo dello storico yacht Marala, per poi raggiungere la villa di alcuni amici. A passeggio per l’isola, la regina è comparsa drappeggiata in un bisht, il tradizionale mantello saudita, in un bel colore fiordaliso. Sarà la bomboniera delle nozze giordane? Lady Violet, amante dello stile etnico e portatrice sana di kimono, approva. Chic.

Non bastavano i cape dress, ora sbuca un altro modello: cape shirt, davanti camicia dietro mantello. Questo – che è il primo che vedo ma temo non sarà l’ultimo – è una creazione di Giambattista Valli, indossato da Mary di Danimarca nel corso della visita dei sovrani norvegesi al suo Paese.

Una sola domanda: perché? Boh.

Questa settimana finiamo col botto. Albert II e Charlène, col figlio Jacques, hanno ricevuto il Roca Team, la squadra di basket del Principato che giovedì a Parigi ha vinto per la prima volta il titolo di Campione di Francia.

Benché semicoperta da pargolo possiamo apprezzare la principessa che sembra tornare agli albori indossando blusa smanicata e pantaloni Armani. Speriamo che questa scelta segni un deciso ritorno alle origini: appena fidanzata era King Giorgio a vestirla, e il risultato era assai migliore di quanto abbiamo visto in seguito. Chic, e incrociamo le dita!

Ladies in black

Mentre continua l’omaggio dei sudditi, che restano in fila per molte ore pur di porgere l’ultimo saluto alla sovrana, ci si prepara ai solenni funerali di stato di lunedì. Nell’attesa torniamo indietro di qualche giorno, a quello della processione che ha portato il corpo della Regina da Buckingham Palace a Westminster Hall, per esaminare brevemente le mise delle royal ladies; potrebbero essere un anticipo di ciò che vedremo. Come sapete, la tradizione britannica vuole che siano gli uomini a seguire il corteo funebre, e così è stato anche questa volta, con l’eccezione della Princess Royal, che ha accompagnato sua madre accanto a fratelli e nipoti.

Il resto della Royal Family, schierata e in gramaglie, ha accolto il feretro.

La Regina Consorte

Camilla indossava uno dei vari abiti realizzati su misura per lei da Fiona Clare; semplice, elegante, accessoriato con scarpe scollate – abbastanza comode da accogliere il dito che la neoregina si è fratturato nei giorni scorsi – e un cappello nero che non le avevo mai visto. Ad attirare l’attenzione è però la spilla appuntata sul vestito, particolare per soggetto e dimensioni.

(Ph: Getty Images)

Non è di provenienza reale ma un dono che il defunto padre Bruce Shand le fece prima ancora che lei entrasse a far parte della Royal Family. Rappresenta un insetto stecco, molto comune alle nostre latitudini; contrariamente a quanto accade per altri – farfalle, api, libellule – non ha per noi una particolare valenza simbolica, ma per Camilla deve avere un significato particolare, probabilmente legato all’idea di vita dopo la morte o di rinascita. Infatti ha spesso indossato questa spilla in altre occasioni legate al ricordo (di suo padre ma non solo), o funebri, come il funerale di Lady Soames, la più giovane dei cinque figli di Winston Churchill morta nel 2014.

La contessa di Wessex

(Ph: Getty Images)

Sophie era particolarmente legata alla Regina, un legame probabilmente divenuto più stretto dopo la morte di sua madre, e il suo dolore in questi giorni è composto ma palpabile. Mercoledì ha indossato un vestito midi Chloé che sembra quasi un abito talare, impressione rafforzata dalla sobria calottina in crêpe di JT Millinery, e soprattutto dalla piccola croce al collo che dal giorno della morte della sovrana non si è mei tolta. Una scelta imitata il giorno dopo a Sandringham dalla nipote acquisita Catherine, quando col marito Wiliam ha incontrato le persone radunate fuori dalla residenza reale del Norfolk.

La principessa di Galles

(Ph: Mark Stewart/Avalon)

Molto compresa nel suo dolore e nel suo nuovo ruolo, Catherine ha optato per un cappotto nero Catherine Walker, un modello che ha già indossato più corto e color crema (Le foto del giorno – 7 giugno). Alle orecchie gli orecchini di perle che il gioielliere Collingwood donò in occasione delle sue nozze a Diana, cui apparteneva anche il braccialetto di perle che si intravvedeva al suo polso destro. Sulla spalla un gioiello di dimensioni importanti, la spilla a forma di foglia con tre grandi perle che risaltano sul pavé di diamanti. Un prestito della Regina, che l’ha indossata poche volte, una delle quali la visita nella Corea del Sud, nel 1999. Un giusto equilibrio tra l’omaggio alla sovrana e quello alla precedente Princess of Wales.

(Ph: Fiona Hanson/PA Images/Getty Images)

Interessante la scelta del cappello, un, pillbox di JT Millinery con veletta. Sembra che le royal ladies al funerale di stato copriranno il viso con un velo, come accadde settant’anni fa per la cerimonia di addio a George VI. Allora si trattava del classico velo da lutto, vedremo lunedì se la tradizione sarà rispettata, o se verrà interpretata in modo più moderno e, passatemi il termine, vezzoso.

La Duchessa di Sussex

(Ph: Tim Rooke/Shutterstock)

Veletta anche per Meghan, che indossa un berretto di Stephen Jones, decano dei modisti inglesi chic – suoi molti di cappelli di Diana – cui la duchessa si è rivolta per le ultime uscite inglesi, scelta che ha tutta la approvazione di Lady Violet, per quello che vale. Il cappotto invece è Givenchy Couture riciclato; lo ha indossato la prima volta al Remembrance Sunday del 2018.

(Ph: Ray Tang/Getty Images)

Alle orecchie piccoli orecchini di diamanti e perle, che la Regina le donò nel giugno 2018, qualche settimana dopo le nozze. Molto brava a non aggiungere altro (unica eccezione, probabilmente l’orologio e/o il bracciale, entrambi Cartier, appartenuti a Diana) e a portare i guanti.

Diamond and pearl, best friend for a girl.

Ora è agosto e godetevi le vacanze, o almeno un po’ di riposo, ma se a settembre vorreste darvi allo shopping ho una proposta per voi.

Se amate i gioielli con una storia – meglio se royal – o le perle, o lo stile déco, o Cartier, o magari tutte queste cose insieme, il 14 settembre potreste partecipare all’asta di gioielli che si terrà a Londra da Dix Noonan Webb.

Con un valore stimato tra le 30.000 e le 40.000 sterline, uno degli oggetti proposti è questo bracciale: un doppio filo di perle intervallato da piccoli diamanti taglio brillante, chiuso da un notevole fermaglio di platino tempestato di diamanti con due grandi perle. La linea ad un tempo geometrica e opulenta del fermaglio ne rivela l’origine Déco; si tratta infatti di una classica creazione Cartier che risale al 1925.

Oltre al valore, alla raffinatezza della manifattura e al pregio storico artistico, il bracciale ha una dote in più: viene dalla collezione privata di un importante membro della Royal Family. La principessa Margaret, sua proprietaria, lo indossava nel ritratto che le fece Cecil Beaton per il suo diciannovesimo compleanno, nel 1949.

In questo famoso ritratto, in cui il bracciale brilla al suo polso sinistro, Margaret indossa un romantico abito rosa pallido cosparso di farfalle, che la rende una vera jeune fille en fleur, con lo sguardo malinconico e il vitino di vespa (secondo le cronache dell’epoca era di soli 45 centimetri) perfetta interprete di quell’estetica romantica che, al di là degli anni della guerra, contrraddistingue il regno del padre, con Beaton e il couturier Norman Hartnell incaricati di far rivivere lo stile della regina Victoria com’era nei ritatti di Franz Xaver Winterhalter.

L’immagine, l’abito, il bracciale e il collier di perle hanno ispitato i costumisti di The Crown, che hanno vestito Vanessa Kirby di un abito vagamente simile, ma molto più contemporaneo e sensuale, ben lontano dallo spirito virginale incarnato dalla giovanissima Margaret.

Dunque save the date: martedì 14 settembre, che è pure il compleanno di un’amica mia.

Dulcis in fundo…

…arriva Lei, a illuminare di grazia regale l’ultima giornata delle corse di Ascot, che quest’anno hanno riaperto i cancelli al pubblico (nel 2020 le gare si erano tenute a porte chiuse) resistendo strenuamente alle limitazioni imposte dal covid, e pure alla pioggia che è caduta inclemente.

L’appuntamento del sabato è il meno mondano dei cinque giorni, ed è frequentato soprattutto dagli appassionati come Sua Maestà, che anche quest’anno aveva alcuni cavalli in gara.

Questa volta non è andata benissimo per la sua scuderia, ma siamo certi che la sovrana si sarà goduta appieno la giornata, lontana dagli affari di Stato, da quelli di famiglia (presente alle corse oggi solo il maggiore dei suoi nipoti, Peter Phillips) e immersa in un mondo che ama tanto, in compagnia dal fido John Warren, il suo racing manager.

Anche Her Majesty si è adattata al dress code proposto quest’anno: mise vintage o second hand, comunque non nuove. Lei ha riciclato un completo color acquamarina: soprabito e cappello, con decorazione a contrasto formata quattro rose in diverse tonalità su un abito con una delicata fantasia floreale. Come sempre, una scelta tutt’altro che casuale: ricordate dove l’abbiamo già vista così abbigliata? No? Ve lo dice Lady Violet. Era il 17 luglio scorso, e l’adorata nipote Beatrice di York sposava in una cerimonia privata il fidanzato Edo (Breaking News – Mr. & Mrs. Mapelli Mozzi). Quel giorno è stata l’ultima volta in cui è apparsi in pubblico col marito Philip.

Molto significativa anche la spilla che oggi brilla sulla spalla sinistra: è la Palm Leaf Brooch, creata nel 1938 da Cartier per sua madre. Elegantissima, ripete il disegno del boteh, l’elemento vegetale di origine persiana della fantasia paisley (che da noi si chiama anche disegno cashmere). La Queen Mother amava molto questa spilla e la portava spessissimo; la indossò anche il giorno del funerale del marito George VI.

Lo diciamo sempre e lo ripetiamo: la capacità della Regina di mischiare simboli e quotidiano, eventi ufficiali e affetti familiari lascia sempre stupefatti; ma Lady Violet ormai si ritrova a leggere mise e gioielli della sovrana come sfogliasse un libro di storia.

PS nella terza immagine la sovrana chiacchiera con uno dei suoi fantini che indossa i colori reali: rosso e viola. Of course.