Otto giorni fa la soirée che inaugura la primavera monegasca, primo grande evento di gala del mondo royal: il Bal de la Rose. Con la presenza per il secondo anno consecutivo della princesse Charlène, a lungo latitante, che ha accompagnato il marito Albert II, patrono della manifestazione, la princesse Caroline, i suoi quattro figli e le due nuore.

Ed è proprio dalla più giovane dei Grimaldi presenti che partiamo, Alexandra, nata dal terzo matrimonio di Caroline con Ernst August von Hannover. Il che rende la fanciulla un’Altezza Reale, la inserisce – un po’ indietro in verità – nella successione al trono britannico, ma la priva dello charme dei fratelli Casiraghi. Lei però è una ragazza volitiva, e ha trovato il modo per mettersi al centro dell’attenzione, scegliendo un abito Haute Couture di Giambattista Valli. Un’orgia di chiffon rosa con gonna amplissima, corpino a vita bassa sottolineato da un tralcio di rose, e come se non bastasse un drappeggio che cade dalle spalle fino ai gomiti e oltre. Mi piace? No, ma amo le ragazze che cercano il proprio stile e sperimentano. E guardando la Famille Princière in gruppo, che sia Alexandra ad attirare l’attenzione, col supporto del bel fidanzato Ben-Sylvester Strautmann – lui in altezza lei in ampiezza – non c’è dubbio. Shock, ma salvo la cascata di diamanti del collier Cartier.

Per molti anni Charlène ha evitato il Bal de la Rose, tanto che si dava per certa una divisione dei ruoli tra primedonne: a lei il Gala de la Croix Rouge – di cui è presidente Albert – a Caroline l’evento di marzo, essendo presidente della Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi della serata. Dall’anno scorso partecipa anche la Principessa Consorte; non saprei se ciò sottintenda qualche novità nelle dinamiche familiari, ma devo dire che la sua mise mi ha delusa assai. Charlène ha optato per un total look Dolce e Gabbana: abito monospalla in pizzo Chantilly verde scuro su fourreau di velluto nero, décolletée nere, pure loro in pizzo (modello Bellucci) e orecchini della linea alta gioielleria. Francamente lo trovo tremendo, e mi chiedo la ragione di questa scelta, visto che il tema della serata era Sunset Ball, a evocare i colori di un tramonto ai Caraibi. Shock.

Nemmeno la mise di Caroline è troppo caraibica, ma francamente siamo su un altro pianeta. Abito Chanel Haute Couture della collezione primavera estate 2024, realizzato in un tessuto operato in sbieco. Le mezze maniche e gli inserti del corpino rimandano al tessuto tweed caratteristico della maison, ma il punto focale è lo scollo asimmetrico che scopre una spalla, soluzione furbissima per le signore meno giovani, dato che com’è noto le spalle sono in pratica l’unica parte del corpo a non invecchiare. La linea semplice dell’abito è lo sfondo perfetto per la favolosa spilla Chaumet. Superchic.

Sarà perché lei dai Caraibi viene davvero – è nata a New York da una delle più importanti (e ricche) famiglie colombiane – ma Tatiana, moglie di Andrea Casiraghi, è l’unica ad aver omaggiato il tema della serata. La sua scelta cade su un abito Erdem rosa corallo, in un tessuto jacquard con disegno di garofani, con un grande fiocco sulla spalla sinistra. La spalla e destra e il fianco opposto sono decorati da un ricamo floreale. Confesso, l’abito non mi convince affatto, ma mi piace molto addosso a lei. Trovo che Tatiana abbia uno stile personale sempre più interessante e convincente, affatto banale. Chic.

Sono arrivate senza accompagnatori Charlotte e Beatrice. La prima ha una relazione con scrittore Nicolas Mathieu, che a Monaco non si è ancora visto; l’altra è moglie di Pierre Casiraghi, che però non era presente. Entrambe sono legate e due importanti maison francesi, che le hanno vestite anche in questa occasione, senza grande successo, a mio avviso. Chanel per Charlotte, un abito nero con corpino ricamato di cristalli, gonna a balze più corta davanti da cui sporgono le scarpine profilate di strass. Dior per Beatrice, con un capedress rosso scuro sicuramente bello ma invernale. Insomma, più che rispettare il tema dato hanno preferito l’argomento a piacere. Un grande boh per entrambe.

Attenzione a parte merita l’acconciatura di Beatrice. Addobbata con gioielli della collezione disegnata da Jean Schlumberger per Tiffany, indossa una collana col celebre ciondolo Bird on a Rock e gli orecchini abbinati. Non bastando, ha anche piazzato una spilla della collezione sulla treccia posticcia che le incorona il capo; un tentativo di evocare l’indimenticabile Grace? No dai, veramente troppo, shock.
In attesa della visita di stato che i sovrani britannici compiranno in Italia da domani, ci sono un paio di royal ladies questa settimana sono state in trasferta.

La prima è Mary di Danimarca, che è stata ospite dei Macron col marito Frederik X. All’arrivo nella Ville Lumière la coppia reale è stata ricevuta a Les Invalides; in omaggio al Paese ospitante la regina ha scelto un tailleur color crema Dior, con scarpe bicolori Gianvito Rossi, borsa Mulberry, e in testa una creazione Jane Taylor. La falcata sicura, opposta ai tacchi della Première Dame incastrati nel selciato, sottolinea anche l’opportunità di evitare nelle occasioni pubbliche le gonne troppo corte, anche se firmate Vuitton. Danimarca chic, Francia shock.

La sera le due coppie si sono riunite all’Eliseo per la cena di gala. Evidentemente non si tratta di uno state banquet, per cui i signori erano in completo (il famoso abito scuro o lounge suit sugli inviti) e le signore in lungo ma con mise non particolarmente importanti. Mary interpreta a perfezione la regola abbinando una gonna a fiori del danese Lasse Spangenberg a una blusa bianca del brand australiano CLEA, clutch Anya Hindmarch e scarpe Gianvito Rossi. Non mi fa impazzire ma non c’è dubbio che sia perfettamente in linea con lo stile della serata e della stessa Mary, chic. Meno adatta la scelta di Brigitte, in Louis Vuitton blu con ricami d’argento, che mi fa pensare a un caftano. Boh.

La sera seguente i sovrani hanno ricambiato l’invito con una cena a Le Grand Hôtel de Paris. Mary ha scelto un abito nero con ricami in oro di Taller Marmo, restando fedele alle scarpe Gianvito Rossi, questa volta in pizzo nero e camoscio. Personalmente non amo troppo l’abbinamento dell’oro col nero; e penso che questo genere di modello si apprezzi di più dal vivo, perché potrebbe avere dei dettagli raffinati che in foto non si colgono, dunque boh.
Altra coppia in viaggio questa settimana i sovrani del Belgio, che sono stati in Vietnam. Mathilde ha alternato modelli occidentali ad alti ispirati al Paese ospite, con fortune alterne anch’esse.

Per la cena di stato la scelta è caduta su un abito dll’importante fantasia floreale di Dries Van Noten. Non è male, ma forse ci vorrebbe maggiore grinta per non renderlo un capo troppo démi-monde, troppo bon-ton. Non mi dispiace ma non mi convince, boh.

Peggio la mise del giorno seguente: un modello di Carolina Herrera a fiori sulle tonalità del viola, che ricorda gli anni ’50, con accessori in tinta: scarpine, bolerino (Natan) e bandeau (Fabienne Delvigne, il modello Rueda). Ve lo dico, è troppo viola pure per Lady Violet. Shock.

Per la cena offerta dai sovrani per ricambiare l’ospitalità Mathilde ha indossato una mise che ricorda molto l’abito tradizionale vietnamita, l’áo dài. Un gesto incantevole cui purtroppo la realizzazione non rende giustizia. Intanto il colore, un salmone che starebbe male pure all’omonimo pesce, aggravato da un fitting imbarazzante, e considerando che è stato creato su misura (dal sarto della Reine, Saïd Meer di Meer Couture) francamente non è accettabile. Mi dispiace, ma shock.

Alla fine la mise che ho apprezzato di più è quella della partenza: un semplice completo pantaloni giallo (Caroline Biss) e una sciarpa ricevuta in regalo durante il viaggio. Assolutamente chic, la mise e il gesto, che poi è la chiave della vera eleganza.
















































































