Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte seconda)

Ci eravamo lasciati con il secondo giorno di festeggiamenti e le mise casual per la crociera tra i fiordi (Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte prima) e ora viene il bello: il pre wedding party, a tema Havana e Caraibi!

Che poi è una di quelle occasioni in cui, tranne gli organizzatori, ognuno si mette quello che trova per casa. Spero riusciate a farvi un’idea poiché, avendo gli sposi venduto l’esclusiva, e benché girino tantissime immagini, non sempre si trovano quelle adatte alla bisogna. Anyway anche il secondo abito di Märtha Louise è una creazione Tina Steffenakk Hermansen, molto stile Carmen Miranda – senza ananas in testa ma con grossi orecchini di cristalli rosa di Caroline Svedbom – monospalla e tutto ruches, nel colore che fa da filo conduttore, il rosa in tutte le sue sfumature.

Francamente mi sembra il migliore dei tre; anche perché peggiorare non era facilissimo. Rosa anche per la camicia con palmizi che lo sposo abbina a un paio di pantaloni color tané; prima o poi qualcuno ci spiegherà la passione di quest’uomo per le più brutte sfumature del marrone. Notevole l’ambientazione dello sfondo, sembra l’hotel/ristorante dove nei gloriosi anni ’70 facevamo la festa del Classico, nel senso del liceo. Boh lei, shock lui, almeno però mi sembra che si siano molto divertiti.

La famiglia della sposa è arrivata sotto una pioggia battente che non ha aiutato l’umore del sovrano, apparso piuttosto infastidito (eufemismo); loro alloggiavano sul panfilo reale, il Norge, e non in albergo come tutti gli altri. L’evento è stato il debutto in pubblico di Amalie Giæver Macleod, girlfriend di Sverre, figlio minore dei principi ereditari. Lei in rosso e bianco, lui con giacca da sera di velluto verde: da quel poco che si vede, mi sembrano chic.

Mi piace molto Mette Marit, e non solo per il colore: abito a fiori Pia Tjelta Studio e soprabito viola Carolina Herrera (che è venezuelana, dunque perfetta per il tema della serata) più borsetta color lime Jimmy Choo, tocco perfetto. Avrei invece evitato il fiore di stoffa tra i capelli, ma evidentemente specchiandosi non si era vista abbastanza caraibica. Chic.

Graziosa Ingrid Alexandra, che ha pescato dall’armadio materno il soprabito color ghiaccio Chloè e la borsetta fuxia Prada, abbinandoli a un abito verde acqua Ba&sh che per una ragazza va benissimo. Chic.

Finalmente il gran giorno! In un orgia di rosa sono giunte le sette damigelle, scortate da altrettanti cavalieri; che vi devo dire, a me già piacciono poco quando sono ragazze impegnate in un matrimonio tra giovani, figuriamoci quando sono più attempate. Non è un problema di età, ma proprio di inutilità; in questo caso apprezzo che ciascuna signora indossi un abito personalizzato, un modello che probabilmente veste ciascuna nel modo giusto, ma non mi piacciono lo stesso, shock.

(Ph: EPA)

Uniche a non vestire di rosa – e mi sembra giusto – le tre figlie della sposa: la ventunenne Maud Angelica, che ha accompagnato la madre all’altare, Leah Isadora (19 anni) e Emma Tallulah (15).

(Ph: Cornelius Poppe)

Per loro tre abiti in una tonalità champagne che dona soprattutto alle due brune; poi un pasticcio di scarpe e borse diverse, ma perché? Boh di incoraggiamento. Con loro una flower girl a me sconosciuta, in tulle bianco.

(Ph: Cornelius Poppe/NTB)

Ospiti reali pochini, ma di qualità: Victoria di Svezia col marito Daniel – abbiamo capito che i signori erano in gran parte in smoking, ce ne faremo una ragione – splendente nell’abito corallo di Christer Lindarw indossato lo scorso anno per i 50 anni di regno del padre (Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte prima) con gli stessi accessori, tra cui la clutch in plexiglass di Gucci. Mi piaceva allora e mi piace ora, però… Però è una mise che non avrei indossato per un matrimonio; abbiamo capito che in questo caso molte regole sono saltate dunque va bene più o meno tutto ma non sono convintissima. Chic, ma anche boh.

Riuso anche per la cognata Sofia, in attesa del quarto bebè: nel suo caso l’abito dégradé della stilista Lilli Jahilo, già indossato per la cena di gala in onore dei premi Nobel nel 2022 (December chic shock e boh (parte prima). In quel caso mi aveva lasciato qualche perplessità, trovandola una mise non troppo adeguata all’occasione né alla stagione; in questo caso mi piace di più, anche se l’abito è tutt’altro che impeccabile e il color mandarino non esalta la carnagione chiarissima della principessa.

Ma le scarpe con quell’osceno plateau, un dettaglio brutto e pure fuori moda, arrivano direttamente da uno show degli ABBA? (purtroppo no, sono Gianvito Rossi, il modello Manila 120). Boh il vestito, shock le scarpe.

Non mi dispiace Laurentien dei Paesi Bassi, anche lei convertita al capedress, e una ragione c’è: l’abito è Missoni, e dunque realizzato in jersey, che dona al modello leggerezza e una certa contemporaneità. Il limite è che il tessuto è piuttosto rivelatore di ciò che c’è sotto, e dunque richiede che l’underwear sia perfetto. La principessa olandese ha scelto un abito lungo non particolarmente da sera, e infatti l’aveva indossato 2015 per l’inaugurazione del Parlamento, occasione di primo piano in cui le signore della famiglia reale vestono abiti lunghi e cappelli. Boh; non mi convince fino in fondo ma è molto meglio di come si veste di solito.

(Ph: Fredrik Solstad/VG Norge)

Per la festa di nozze anche i membri della famiglia reale che per la cerimonia indossavano l’abito tradizionale si sono cambiati; molto graziosa Amalie Giæver Macleod, cui Mette Marit ha prestato un vecchio abito Vera Wang, Purtroppo ora come allora il tessuto è pieno di grinze, ma lei è un delizia e il gesto pure, visto che i ragazzi sono così giovani che potrebbero lasciarsi domani.

Se volete un consiglio dalla vostra Lady, allargate la foto e guardate bene i gioielli della fanciulla: collier e anello Cartier con pavé di diamanti intorno ad ametista cabochon. Il collier è stato venduto a giugno a Londra, dalla casa d’aste Bonhams, per 17.920 sterline (poco più di ventimila euro); non so se tratti proprio di questo o di uno uguale, però è veramente un bel pezzo. Due, con l’anello. Chic.

(Ph: Fredrik Solstad/VG Norge)

Mette Marit sceglie Valentino; l’abito è bello, raffinatissimo, ed è pure forse il più adatto per un matrimonio, però la stola dà alla mise un tocco da profeta biblico di cui non si sentiva la mancanza, e l’orlo così lungo è veramente incomprensibile: non è certo l’altezza di Mette Marit, che supera 1,75, il problema. Peccato, con un po’ di attenzione ai dettagli la mise sarebbe stata perfetta, così boh.

Mi piace molto Ingrid Alexandra, che un giorno siederà sul trono di Norvegia. Altro soprabito color ghiaccio proveniente dall’armadio materno (questo è Max Mara) che copre quasi completamente l’abito blu Galven London, caratterizzato da un incrocio allo scollo: potete vedere il modello nella foto sotto.

Vi dirò, questo mix di giorno e sera su una ragazza coì giovane mi piace assai, come pure la semplice coda di cavallo per un evento importante, Chic.

Alla fine evviva gli sposi! Anche se quei dolcetti messi così sembrano candele votive davanti alla statua di qualche santo. Magari sant’Olav, patrono della Norvegia, Re guerriero che gli sciamani se li faceva girare intorno a un dito.

Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte prima)

L’ultimo weekend di agosto – solitamente segnato dal ricordo di Diana e della sua tragica morte – quest’anno ha goduto di un’aria più leggera, grazie al matrimonio norvegese che ha unito la primogenita dei sovrani, Märtha Louise, al suo fidanzato, il sedicente sciamano Durek Verrett.

(Ph: Maja Moan)

E questo è l’argomento con cui riprendiamo la nostra rubrica dopo la pausa estiva, con un post che alla fine ho diviso in due parti data l’abbondanza di materiale. Con due premesse: la prima è che è sempre difficile commentare gli abiti da sposa, scelti di solito in funzione di come una ragazza (di qualunque età) è, come si vede e come si sente. Avete notato che quelli che ci convincono sono pochissimi? Ecco. La seconda premessa è più personale: lo sposo non mi piace affatto, anzi istintivamente mi repelle proprio. Mi fa una pessima impressione e tra tanti royal consorti, maschi e femmine, visti negli anni mi sembra senz’altro il peggiore. Bene, dopo la mia dichiarazione d’amore iniziamo con la cerimonia, celebrata sabato 31 al culmine di tre giorni di festeggiamenti. La sposa è apparsa aureolata di veli e con lungo strascico come fosse una fanciulla al primo amore, e forse lei si sente davvero così, nonostante il primo matrimonio, le tre figlie, il divorzio e la tragedia del suicidio di lui.

Märtha Louise è bella, la sua è una maturità molto piacevole. Per il vestito si è rivolta ad una stilista norvegese, Tina Steffenakk Hermansen, gettonata soprattutto per gli abiti da sera, amati anche dalle signore della famiglia reale, e quelli da sposa. Ora, partendo dal presupposto che Lady Violet mai avrebbe scelto una cosa del genere – dato che l’età che avanza ha anche i suoi vantaggi, compreso quello di non vestirsi da meringa – proviamo a fare un’analisi. La linea dell’abito non è male, sottolinea i punti forti della sposa (braccia a parte) e ha delle trovate furbe, tipo la scollatura a V che slancia; avrei però evitato quei fiorellini, decoro inutile che trasforma un potenziale chic in sicuro strapaese.

Stendo un pietoso velo sul velo – addirittura dotato di calata anteriore – e sullo strascico, con laccio da polso che sarà più comodo per camminare ma non giova all’aspetto generale. Contrariamente al solito non mi dispiacciono i capelli sciolti, a stento trattenuti dalla tiara, dono del nonno per i suoi 18 anni. Che indossava anche per il primo matrimonio, e non ha portato benissimo; ma siamo certi che il marito sciamano sia in grado di contrastare qualunque superstizione. Märtha Louise ha spiegato che la tiara rappresentava qualcosa di vecchio, l’abito qualcosa di nuovo mentre qualcosa di blu era un particolare simbolo creato da Durek e ricamato all’interno. Non pervenuto il qualcosa di prestato.

Terribile l’orgiastico bouquet rosa, per non parlare dei sandali d’argento con zeppa; forse, data la lunghezza dell’orlo dei pantaloni dello sposo, sarebbero stati più adatti a lui. Shock.

Sembra che il dress code dicesse no gold, e abbiamo capito perché; l’oro è evidentemente riservato a Durek, addobbato con un finto frac con accessori dorati: dalla fusciacca in vita – che col frac non si porta, ci va un panciotto bianco – all’orrenda cravatta plastron tipo fazzolettone, con doppia piega. Un insieme che mi ha evocato il protagonista di una immortale canzone dello Zecchino d’oro del tempo che fu: il Torero Camomillo. Oro anche per il ricamo sulle maniche: il monogramma degli sposi – che compare anche sul velo della sposa – composto dalle loro iniziali più un simbolo egizio, in riferimento all’epoca in cui le loro anime si incontrarono per la prima volta. Addirittura. Shock.

(Ph: EPA)

La famiglia reale – con l’eccezione del re e del principe ereditario, sorprendentemente in smoking, e non è stata una bella sorpresa – ha optato per il bunad, l’abito tradizionale norvegese. Va detto che lo indossano spesso, ma in questo caso mi è piaciuto molto; una dichiarazione di intenti, quasi politica: noi siamo la Norvegia, e chi se ne importa delle eccentricità californiane (quest’ultima è solo la mia interpretazione). Chic.

E se eccentricità dev’essere, ci pensa la zia Astrid, sorella maggiore del re: 92 anni di buon umore. Io non so cosa sia quella cosa in testa, se fa parte del costume tradizionale o un’idea sua, ma la trovo fantastica. Allegramente chic.

Che ne avremmo viste di ogni è stato chiaro fin da giovedì 29, quando la truppa nuziale si è imbarcata alla volta di Ålesund, città nei pressi del fiordo di Geiranger, dove si sarebbe celebrato il matrimonio. Abiti casual per tutti, ma a lasciarci senza fiato è stata Mette Marit, che indossava una giacchetta con annesso bacarozzo del brand norvegese Paula. Shock, e che la festa incominci!

Le danze si sono aperte giovedì sera con un party a tema “sexy & cool”. Sarà per un velato riferimento al talamo nuziale che gli sposi si sono presentati stile pigiama party? Abbinatissimi, con due mise nello stesso tessuto rosa acceso tutto cosparso di H, sigla del brand di abiti Hést che li ha realizzati, di cui la principessa è socia.

Perché insomma, va bene due cuori e un fiordo, ma business is business (e infatti l’esclusiva è stata venduta a Hello/Hola, e credo pure a Netflix, che si sta specializzando nel pararoyal, cosa che sembra abbia fatto imbestialire re Harald). Shock+shock, anche volendo fingere di non vedere le fibbie a forma di cuore che decorano il vestito di lei.

Il secondo giorno è iniziato con l’immancabile crociera tra i fiordi – che comunque vale sempre la pena – lui cioccolatoso con pullover variegato gianduia del brand norvegese Holzweiler e sneakers Gucci, lei stile cow girl, forse in omaggio alle origini statunitensi di lui, con giacca e gonna in pelle sempre di Hést e una camicia multicolor di Bruce Glen, brand specializzato nel trattare i colori con originalità. Posso dire? Terribili ma sorprendenti, perché si sono sempre presentati piuttosto abbinati, e invece in questo caso no. Shock ma attenzione, per una volta i protagonisti non sono loro.

Sul molo prima dell’imbarco compare la famiglia di principi ereditari con i due figli in comune; manca Marius, figlio di primo letto di Mette Marit, che dopo la recente storiaccia di violenza contro la fidanzata è volato in Toscana, ospite di un altro matrimonio. C’è però a sorpresa Amalie Giæver Macleod, la deliziosa ragazza del diciottenne Sverre. Mi piacciono tutti: Mette Marit ha lasciato a casa il bacarozzo, optando per un comodo pullover (Paula) su pantaloni giallo limone di Victoria Beckham, la figlia Ingrid Alexandra ha preso dal guardaroba materno la Garden Party bag Hermès e Amalie ha fatto un ottimo debutto. Chic.

Pronti all’imbarco anche i (pochi) ospiti di altre famiglie reali; ecco Constantijn e Laurentien dei Paesi Bassi. Lei mi fa pensare a Elton John – saranno gli occhiali, ma contribuiscono pure gli orecchini Angelo Moretti – indovina l’abbinamento di sfumature di rosso e bordeaux (i pantaloni sono Twinset) ma poi ci aggiunge una camicetta etnica e pure una sacca fantasia pigiama di Tiger (sì, proprio il negozio super low cost, brava Laurentien) lui sostiene comunque la moglie, che di questi tempi non è poco. Un grande boh.

E voi, siete pronti per imbarcarvi per la seconda parte?

Le foto del giorno – C’è del viola in Danimarca

Vi ricordate che oggi era previsto un evento che possiamo dire sancisca definitivamente il cambio della guardia sul trono danese? Se non lo ricordavate lo faccio io: oggi alle 14.00 i nuovi sovrani accompagnati dalla regina Margrethe, dalla principessa Benedikte e dai quattro figli hanno partecipato ad una cerimonia religiosa nella cattedrale di Aarhus, la città dello Jutland seconda per importanza in Danimarca.

(Ph: Hanne Juul)

Le tre signore sono in viola, un caso? Non credo! E non ci crede neanche il magazine Billed-Bladet anche se non pensa a un omaggio a Lady Violet ma piuttosto a una scelta connessa al viola liturgico, che però non si usa in questo periodo; personalmente ipotizzo sia una scelta legata al colore che è comunque un simbolo di regalità. Interpretazioni e autocelebrazioni a parte, sotto la mantella blu notte Mary replica pari pari, gioielli a parte, la mise indossata per l’incoronazione di Charles e Camilla, tanto per far capire a chi si ispirerà (Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte seconda). Tra l’altro il coat dress è opera di Søren Le Schmidt, che ha creato per lei anche l’abito bianco indossato domenica per divenire regina; e il cerchio si chiude.

(Ph: Hanne Juul)

Sotto la pelliccia con colbacco abbinato – in fondo lì nevica, e lei va per gli 84 – la regina Margrethe indossa un abito di un bel color lilla carico; e probabilmente avrete notato che si tratta della stessa mise indossata durante il discorso di fine anno, nel quale annunciò la sua abdicazione (Breaking News! – Un nuovo Re). Magari se lo è messo perché le piace e ci sta comoda, ma come non pensare anche a un significato simbolico?

(Ph: Martin Hoien)

Chic as usual la principessa Benedikte – che risulta avere ancora impegni pubblici per la corona, vediamo se manterrà il suo impegno – con un splendida mantella di un colore a metà tra il viola e il blu inchiostro; decisamente viola (anche se nella foto non sembra) il cappello di velluto.

(Ph: Martin Hoien)

Deliziose le due ragazze: Isabella indossa un cappottino azzurro di Prada, Josephine uno rosa di Andiata, pescati entrambi nel guardaroba materno, che mi sembra un’ottima forma di riciclo. Entrambe hanno la stessa pochette di lana che piacerà a certe amiche mie, una creazione del brand danese Aiayu, realizzata amano in Bolivia con lana d’alpaca.

(Ph: Hanne Juul)

Viola è il colore scelto anche da Jane Stephens, sorella maggiore della regina Mary, di cui era stata annunciata la presenza a Copenaghen per il gran giorno ma senza testimonianze fotografiche (ne abbiam parlato qui Protagonisti e comprimari).

(Ph: Mads Nissen/Politiken/Ritzau Scanpix)

Sempre il solito Billed-Bladet ha trovato una fotografia scattata all’interno del palazzo di Christiansborg dal fotografo Mads Nissen, che segue la Premier Mette Frederiksen. Jane è la signora alta, seconda da sinistra, tra il principe Joachim e la Premier.

Restiamo in Scandinavia per gli auguri a questa bella fanciulla che oggi compie 20 anni. Ingrid Alexandra, che un giorno siederà sul trono di Norvegia, viene festeggiata con questa fotografia in cui non indossa abiti firmati ma una tuta mimetica. La principessa sta compiendo il proprio addestramento militare, come Leonor di Spagna, come già Elisabeth del Belgio; vediamo quando toccherò a Christian. A Ingrid Alexandra auguro un futuro sereno come il suo sorriso, luminoso come il suo sguardo he si riflette nel cielo del nord.

Vestiti per le feste

Superata la prima – spero ultima – influenza della stagione proviamo a recuperare un po’ del tempo perduto; e abbiamo la fortuna di poterlo davvero in grande stile.

(Ph: Heiko Junge/NTB)

Con una premessa: chiediamo scusa alle due birthday girl di questi giorni – Catharina-Amalia d’Olanda (in nero) compie oggi 20 anni, mente Sofia di Svezia (in rosa) ieri ne ha festeggiati 39 – ma quest’anno a loro tocca solo una veloce citazione, che facciamo con i ritratti pubblicati dalle rispettive Case reali.

Andiamocene a Oslo, dal Principe Sverre Magnus, che domenica 3 ha raggiunto la maggiore età. Figlio minore dei Principi Ereditari, al contrario di quanto avvenne a suo padre, anche lui nato dopo una femmina, non scavalcherà la sorella nell’ordine di successione rimanendo il cadetto – qualcuno direbbe lo spare – condizione in fondo non priva di vantaggi, a saperli cogliere. Come predetto da Lady Violet (non è che ci volesse molto) il simpatico biondissimo pacioccone si sta trasformando in un vero e proprio Prince Charming, un principe azzurro come i suoi occhi, presi da mammà. Il giovanotto è stato festeggiato con la necessaria formalità con un pranzo ufficiale a Palazzo venerdì 1 dicembre.

(Ph: Heiko Junge/NTB)

La famiglia reale, con la sola eccezione del Re, è apparsa vestita con il bunad, il costume tradizionale del Paese, e proprio un bunad è stato il regalo che i sovrani hanno fatto al nipote. Non è certo la prima volta che li vediamo in abiti tradizionali: li indossano molto spesso – sempre il 17 maggio, giorno della festa nazionale – e c’è ragione precisa, legata alla storia della Norvegia. Dopo essere stata per secoli poco più di una provincia – parte dell’Unione di Kalmar con Danimarca e Svezia dalla fine del quattordicesimo secolo, e del Regno di Danimarca dal 1536 – nel 1814, in conseguenza delle guerre napoleoniche forma un regno con la Svezia, per poi diventare indipendente nel 1905. Da allora diventa fondamentale sottolineare l’identità norvegese, e lo si fa ricorrendo a ogni aspetto della cultura nazionale. Il bunad è parte di questo processo; oggi se ne contano circa 450 modelli diversi, e praticamente ogni villaggio ha un dettaglio unico che lo caratterizza nel ricamo; per fare un esempio quello dell’arcipelago artico delle isole Svalbard è ricamato con i fiori locali e la sagoma degli iceberg.

(Ph: Terje Pedersen/NTB)

Sverre Magnus ha ricevuto un modello dell’antica contea di Telemark risalente al 1870, e durante il suo discorso la nonna Sonja ha raccontato quanto sia stato interessante per lei e Harald seguire le scelte fatte dal ragazzo per far realizzare un abito che lo rappresentasse. La regina ha rivelato anche un piccolo segreto: negli anni scorsi, quando si è trattato di realizzare il bunad per le nipoti, lei ha ricamato per loro una piccola borsa da abbinare; nel dubbio di come poter personalizzare il costume dell’unico nipote maschio, è stato lui ha suggerire l’aggiunta di una taschina interna.

(Ph: Terje Pedersen/NTB)

Sonja è la figlia di quello che all’epoca era il principale commerciante di tessuti e confezioni di Oslo, ha un diploma in sartoria e nel tentativo di allontanarla da Harald all’inizio della loro relazione, considerata non opportuna, fu mandata all’estero a studiare fashion design. La regina ha sottolineato l’amore del nipote per la tecnologia e in particolare la fotografia; qualcun altro invece ha indicato a Lady Violet la somiglianza crescente tra il biondo Sverre Magnus e lo zio Espen Høiby, fratello maggiore della madre Mette-Marit.

Vi dirò, la cosa si fa interessante.

Cambiamo scenario e famiglia reale, ma restiamo nell’ambito dei costumi particolari, se non proprio tradizionali. Una delle iniziative più note e importanti di Charles, nei lunghissimi anni da Principe di Galles, è stata l’istituzione del Prince’s Trust, organizzazione benefica molto ben strutturata deputata alla raccolta di fondi da impiegare principalmente nella formazioni di giovani svantaggiati. Ora che è Re, è stata annunciata la trasformazione in King’s Fund, ma in attesa del cambiamento l’attività non si ferma e l’ultima iniziativa ha un che di sublime. Assecondando l’idea di alcuni studenti, King Charles ha messo a disposizione dei parati che ornavano Buckingham Palace e Windsor, con cui sono stati realizzati dei kimono messi all’asta per raccogliere fondi.

(Ph: Jane Barlow/PA)

Con grande disappunto di Lady Violet i capi così realizzati sono andati immediatamente sold out, ma è ormai incontrovertibile che il kimono sia da considerarsi un must di ogni guardaroba. A questo punto I have a dream, ho un sogno, che qualcuno venga a commentare una mia mise chiedendomi ‘spiritosamente’ se mi sia vestita con una tenda, in modo tale da poter rispondere: sì, ma di Buckigham Palace! Altro che Scarlett O’Hara… Non ci resta che sperare in una seconda edizione, dopo tutto domani è un altro giorno.

Royal chic shock e boh – Birthday gala edition

Archiviati cronaca foto e dettagli, non ci resta da esaminare che le mise delle signore presenti alla cena di gala per il diciottesimo compleanno di Christian di Danimarca; scattati durante la serata anche i ritratti ufficiali del giovanotto, da solo e con la famiglia.

Core de mamma

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

Quasi tutte le royal ladies hanno preferito tirar fuori dall’armadio abiti già visti, e in fondo mi sembra una scelta saggia; così ha fatto Mary, apparsa varie volte molto emozionata nella prima serata tutta in onore del figlio. La futura regina consorte è rimasta in Danimarca con l’abito blu di Jesper Høvring: bella la linea, bello lo scollo, non sono convintissima di come ci si appoggia la fascia dell’Ordine dell’Elefante, ma in linea di massima tutto piacevole e tutto in perfetto equilibrio con la tiara che è quella nuziale, piccola e delicata.

(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)

Lo stesso Høvring ha firmato la mise, un po’ tuta un po’ capedress, della figlia minore Josephine, piuttosto overdressed come del resto la sorella maggiore Isabella, con un abito Safiyaa un po’ eccessivo per i suoi sedici anni. Chic la madre, troppo giovani le figlie per essere valutate.

Le ragazze di ieri

Anche la sovrana ha scelto, direi ovviamente, una creazione danese: un abito rosso corallo di Birgitte Thaulow, indossato altre volte. Il colore secondo me è terribile, ma alla fine è abbastanza allegro per l’occasione; peccato che, a mio avviso, non metta in adeguato risalto quella cascata di perle e diamanti che compongono la tiara Pearl Poiré, abbinata al suo dévant de corsage, a un collier con perle enormi e a importantissimi orecchini.

Ora che sono tutte vedove, le tre sorelle spesso compaiono insieme come quando erano ragazze. Per festeggiare Christian, Anne-Marie ripropone para para la scelta fatta per il giubileo di Carl Gustaf (Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte seconda): abito blu metallico di Celia Kritharioti con la tiara del Khedivé; sulla spalla destra della ex sovrana di Grecia brilla la favolosa spilla di diamanti dono del marito per la nascita dell’erede Pavlos, nel 1967. La solitamente elegante Benedikte arriva con uno di quei modelli stile Burda, del couturier danese Johnny Alexander Wichmann, col corpetto tinta unita e la gonna – con pure un po’ di strascico – in una fantasia geometrica. Diciamo che mi piace lo scollo, perfetto per la fascia dell’ordine. E naturalmente il set collana e orecchini con grandi ametiste che sta bene anche con la Berleburg Fringe tiara. Un grande boh x tre.

Le ragazze di oggi

(Ph: Hanne Juul)

Il gala in onore di Christian è stato anche l’occasione per vedere riunite un po’ di future sovrane. La Svezia ne ha inviate addirittura due: Victoria, una delle madrine di battesimo del festeggiato, e la figlia Estelle. A parte l’errore nel posizionamento della placca (I 18 anni di Christian – Dettagli quisquilie e pinzillacchere) la prossima sovrana svedese non mi fa impazzire: non è tanto il modello dell’abito Elie Saab, già indossato precedentemente, ma il colore: quella sfumatura cappuccino è terribile; ulteriormente peggiorato dal celeste chiaro della fascia dell’ordine. La tiara Boucheron a foglie di alloro è quella ereditata dalla defunta prozia Lilian – protagonista di una delle più romantiche love story reali (Bertil e Lilian, omnia vincit amor) – che spesso la indossava insieme all’importante collana di diamanti appartenuta alla regina Josephina. Boh. Adorabile Estelle, che crescendo ci sommergerà di soddisfazioni. La principessina undicenne indossa un abito creato proprio per lei da Christer Lindarw, autore dell’abito arancio della madre che tanto ci era piaciuto (Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte prima) ottima scelta!

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

Se non ricordo male sia Haakon sia Mette-Marit furono tra i padrini al battesimo di Christian, e la coppia è arrivata in pompa magna con la figlia Ingrid Alexandra, cui è stato riservato l’onore di sedere alla tavola con Margrethe e Christian. Ferma restando la gioia di vedere Mette-Marit sorridente e attiva, la sua mise è francamente terrificante. Creazione del norvegese Peter Dundas, che pure vanta un curriculum importante, l’abito in seta pesante azzurro cielo sembra proprio uno di quelli che nei decenni scorsi si portavano nei grandi ricevimenti reali, e nessuno di noi aveva mai visto nella vita reale, né mai avrebbe indossato. Non capisco a cosa serva quella decorazione che circonda le spalle – Lady Violet è della vecchia scuola, per cui anche nel design le cose devono avere un senso – unico aspetto passabile: il colore a lei così, chiara, non sta male. Shock.

Il discorso del colore non è secondario: guardate l’abito di Ingrid Alexandra: è una creazione Emilio Pucci che la madre indossò al ricevimento per le nozze tra Albert e Charlène, a luglio 2011. A parte il fitting che sulla giovane principessa non mi convince, penso che non doni troppo neanche ai suoi capelli castani. Singolare che la figlia indossi una tiara, la Boucheron a cerchi con perle che le è stata assegnata quando ha raggiunto la maggiore età, più importante di quella materna, il piccolo bandeau di margherite. Boh.

(Ph: Keld Navntoft, Kongehuset)

Le mie preferite, senza alcun dubbio; se il buon giorno si vede dal mattino, ci aspettano tempi gloriosi. A sinistra Catharina-Amalia, Principessa d’Orange, erede al trono olandese, 20 anni il prossimo 7 dicembre. Indossa un capedress di Essentiel Antwerp – il modello Batermelon – in una tonalità di blu inchiostro, che varia un pochino sotto le luci; perfetta la scelta dei gioielli: un collier a rete con diamanti e zaffiri a completare quelli della tiara della Regina Emma, realizzata nel 2009 utilizzando parti della parure di zaffiri della stessa sovrana e parti di un dono di nozze ricevuto da Wilhelmina. Ai piedi le Hangisi di Manolo Blanhik, e proprio nel colore reso indimenticabile dalla Carrie di Sex and the City. Chic. A destra Elisabeth, Duchessa di Brabante ed erede al trono belga, 22 anni il 25 ottobre. A lei è toccato Natan ma questa volta ci possiamo accontentare: abito color champagne che (forse) sarebbe piaciuto anche a Audrey Hepburn; non amo troppo quelle pieghe che partono dalla vita ma adoro i guanti, e trovo che la piccola tiara Wolfers doni ai suoi lineamenti delicati più di quella torreggiante che le abbiamo visto altre volte. Chic più chic. Se poi siete curiosi di vedere un punto di incontro tra l’abito di Catharina-Amalia e Elisabeth, andate a guardare la mise che la principessa belga indossava al royal wedding giordano: Va in scena il royal wedding – Gli invitati.

Le zie

Ci si chiedeva se Joachim e la sua famiglia sarebbero tornati da Washington per festeggiare il nipote, e la risposta è sì. Assente solo il primogenito Nikolai, al momento in Australia, abbiamo potuto apprezzare la delizia di Athena in abitino luccicante di paillette oro rosa (Grace Karin) e ballerine dorate di Zara. Tanto mi è piaciuta la figlia tanto poco la madre. Io raramente trovo Marie elegante, ma questa mise (Elie Saab) ha qualcosa, perdonatemi il termine, di disturbante, non vorrei dire che mi evoca quasi una certa nudità, forse a causa del terribile punto di rosa, ma insomma non mi piace per niente. Splendida la tiara floreale della principessa Dagmar, che Marie indossa quasi sempre a partire dal giorno delle nozze, ma il resto per me è shock, compresi i sandali dorati col plateau.

(Ph: Hanne Juul)

Pavlos di Grecia, oltre ad essere cugino di Frederik, è un altro dei padrini di battesimo di Christian. La moglie, la solitamente elegante Marie-Chantal, questa volta mi ha sorpresa: non solo per l’errore nell’indosso della fascia dell’ordine di Santa Olga e Sofia, ma anche per altro. Da qualche tempo sta incrementando l’uso di abiti di stilisti greci: questo rosa cipria, di Mary Katrantzou non sarebbe male, a parte le maniche tremenderrime. Ma la sontuosa tiara della Regina Sophia è troppo importante per l’occasione, e incomprensibile la clutch di cocco – o peggio ancora stampa cocco – che non c’entra nulla né con l’abito né soprattutto con l’occasione (i rettili, ove fossero indispensabili, sono da indossare di giorno, e per impegni non particolarmente formali). Boh.

Lui è Gustav von Sayn-Wittgenstein-Berleburg, unico figlio maschio della principessa Benedikte, dunque altro cugino di Frederik, lei è sua moglie Carina. Abbiamo parlato di loro di recente, in occasione del battesimo del loro bambino (E vissero tutti felici e contenti); in questo caso è Christian ad essere stato padrino del cuginetto. Da Carina, con un passato da modella, mi sarei aspettata qualcosa di meglio: difficile immaginare un modello meno donante di questo, firmato Birgit Hallstein, stilista che spesso crea mise per le reali danesi. Anche Carina porta le Hangisi di Manolo Blahnik, nel suo caso bordeaux, e la tiara indossata al suo matrimonio. Gioiello splendido, ma shock.

(Ph: Hanne Juul)

Chiudiamo con Jane, sorella maggiore della principessa Mary, accompagnata dal marito Craig Stephens (che vi dirò, col frac fa una gran bella figura). Jane, a sua volta madrina di battesimo del nipote Christian, ha scelto un semplice abito di velluto blu, senza infamia e senza lode, decorandolo con una favolosa spilla di cristalli ton-sur-ton. Nulla sappiamo di cotanto pezzo, ma sembra proprio una spilla vintage, simile a quelle tanto di moda negli anni ’50. Poi gli orecchini in oro giallo con la perla nulla ‘c’entrano, ma accontentiamoci. Abito boh, spilla wow!

Royal chic shock e boh – L’estate sta finendo

L’estate sta finendo, potremmo dire che per le royal ladies è proprio finita. E mentre Lady Violet attende con ansiosa fiducia il definitivo addio dell’afa che ancora regna su Roma, ecco una carrellata con i momenti salienti e le mise più interessanti dell’ultimo periodo. Si parte naturalmente dalla festa dell’estate, quella per i 50 anni di Haakon di Norvegia e della moglie Mette-Marit, compiuti a un mese di distanza (il 20 luglio lui, il 19 agosto lei) e celebrati con un party la sera del 25 agosto, ventiduesimo anniversario delle loro nozze.

Mette-Marit ha fatto il suo ingresso al braccio del figlio minore, l’aitante Sverre Magnus con un lungo vestito in pizzo dévoré avorio di The Vampire’s Diary, brand amato da varie royal ladies, a partire dall’attuale Principessa di Galles. Il modello si chiama The Night Sparrow ed è composto da un fourreau in seta color carne da indossare sotto all’abito in tulle con fiori applicati. Al momento sul sito è disponibile in blu o nero, e la versione dark mi diverte e mi convince di più, ma penso conveniate con me su quanto sia stile Mette-Marit, tanto nel colore quanto nella linea che la ingoffa un po’, cosa che spesso fanno le sue mise. Però c’è un dettaglio che mi ha fatto impazzire: la borsa. Perché la futura regina poteva scegliere qualunque clutch di qualunque maison blasonatissima, e invece si è presentata con una borsa di vimini a forma di tucano, del brand brasiliano Serpui. La trovo geniale, la mise non mi fa impazzire ma siccome adoro chi non si prende troppo sul serio, per me è chic.

Accompagnata dai pronipoti Ingrid Alexandra e Sverre Magnus – che si avvia a candidarsi come uno gnocco del giovedì – la principessa Astrid, sorella maggiore di re Harald, è una di quelle royal di secondo piano che Lady Violet adora. Non credo di aver mai visto una sua foto in cui non sorrida, quando non si fa proprio una bella risata. Porta con grazia e leggerezza i suoi 91 anni e gli acciacchi dell’età, e questa è una forma di grande eleganza (e pure un grande dono). Per festeggiare i nipoti ha scelto un caftano color prugna con decori in oro, con un paio di scarpine dorate tipo mocassino, che ci entrano come l’aringa sulla torta di compleanno ma che c’importa, la trovo meravigliosa e assolutamente chic.

Ingrid Alexandra, 19 anni e mezzo di puro splendore, ha aggiunto il tocco rock alla serata: abito blu Reformation con spacco quasi inguinale, sandali nude, e la borsa di cui vi ho già parlato (Tra favole e realtà).

(Ph: Instagram @detnorskekongehus)

La fanciulla compare vestita allo stesso modo in una delle foto pubblicate dall’account IG della Casa reale norvegese per il compleanno del padre, il 20 luglio scorso, replicare per la serata è un gesto delizioso. Non sarà particolarmente chic ma la trovo adorabile. .

La regina Sonja, madre e suocera dei festeggiati, è donna di grande classe e dunque fa sempre la sua figura. Qui mi sembra si sia adattata con qualche difficoltà al dress code, scegliendo un abito a pennellate multicolori dallo splendido tessuto ma incerto modello. E cosa ci fanno quelle scarpe pesanti sotto una mise così leggera? Boh.

Bellissima, vagamente distratta e un po’ sottotono mi è sembrata Märtha Louise, forse perché invece del braccio del suo sciamano le è toccato quello della suocera di suo fratello? Bello ma un po’ scontato il vestitone del brand californiano Hale Bob; questa volta è toccato a lei trovarsi con lo stesso abito di un’invitata. Chic ma noiosetta. Mozione d’onore per la signora Marit Tjessem, madre di Mette-Marit, e alle sue sneakers bianche; noterete che il partito dei tacchi a spillo sta perdendo parecchi colpi!

In Giordania

(Ph: Instagram @queenrania)

Le principesse figlie crescono, c’è appena stato un ingresso in famiglia che ci accompagnerà nei prossimi decenni dandoci tante soddisfazioni, ma la regina è e resta una. E non solo perché è la moglie del re, Rania è sempre una delle regine dell’estate per bellezza, stile, carisma. Dopo le fatiche, fisiche ed emotive, del doppio matrimonio i sovrani giordani si sono concessi una vacanza godendosi i due figli minori Salma e Hashem, mentre i maggiori trascorrevano con i rispettivi coniugi la prima estate da sposati. Il 21 agosto Rania ha postato sul suo account Instagram questa foto, che la ritrae in total black, in una mise al solito firmatissima – il giubbotto è Vuitton e secondo me pure la gonna, che mi sembra dello stesso tessuto – con sandali in pelle e nylon di Prada. Da cui emergono due cose: il re non è troppo più basso, sono i tacchi che lei porta spesso a fare la differenza. E alla fine i ciabattoni, ancorché griffatissimi, sempre ciabattoni sono. Boh.

(Ph: Instagram @queenrania)

Tornata al lavoro, Sua Maestà ha visitato un villaggio e incontrato alcune donne della comunità che cucinano insieme. Gli abiti tradizionali di Rania sono sempre di una raffinatezza unica; in questo caso le maniche sono ricamate con il fiore tipico del Paese, l’iris nero. Che però viene sempre reso in viola, per la gioia di Lady Violet. Superchic.

(Ph: Instagram @queenrania)

Giovedì 31 la sovrana ha compiuto 53 anni, e ha festeggiato in famiglia. Jeans borchiati e giubbotto crop (cioè corto sopra il punto vita) bianco, abbracciata alla nuora Rajwa in una gara di bellezza e giovinezza. Capisco il desiderio di comunicare informalità, ma devo dire un’insieme un po’ troppo girlie: Rania si infila un paio di jeans fintocasual (Khaite) li abbina diligentemente a una tracolla dello stesso identico colore (3.1 Phillip Lim) ma poi non resiste alla tentazione di piazzarci orecchini di perle e diamanti (nella foto non si vedono, ma ci sono). Boh. Quanto a Rajwa, indossa una tuta Zara cui ha abbinato una cintura alta (Dior), così si evita domande su una eventuale gravidanza in corso. Brava, e pur non amando il beige la trovo chic.

C’è Máxima!

(Ph: Instagram @unsgsa)

Come sapete Máxima è Special Advocate dell’ONU per finanza inclusiva e sviluppo, e in tale veste il 29 ha presentato al Segretario Generale António Guterres il rapporto annuale dell’attività. L’abito scelto è Natan – il modello, in origine scollato sulla schiena, è stato adattato per lei – e ve lo dico, mi piace molto. Sarà che amo le tonalità verde acido, ma trovo che le stia benissimo (le foto in circolazione non permettono una visione accurata ma fidiamoci) ed è adatto all’occasione. Il colore incarna l’estrosità di Máxima ma senza esagerazioni. Chic.

(Ph: Robin Utrecht/Shutterstock)

Il giorno dopo la regina era già in patria, impegnata in una visita a Rotterdam nell’ambito del programma Herstel Near – Insieme per la salute mentale. La scelta è una mise semplice ma non banale, pantaloni arancio polveroso (Natan) e blusa a scatoletta in fantasia geometrica. Non mi dispiace affatto, però… però capisco la stanchezza, il jet lag, la fine delle vacanze, ma una pettinata pare brutto? Boh.

Ultimo appuntamento, in coppia col re, la visita alla provincia di Gheldria; la regina, i capelli stavolta elegantemente acconciati sotto una calottina di Fabienne Delvigne, ripropone una creazione dell’ineffabile Natan già indossata in aprile per il Koningsdag, il giorno del re (Le foto del giorno – Compleanni e anniversari). Un completo composto da un top in maglina di seta più gonna a portafoglio in shantung di seta con grande fusciacca fermata da un fiocco altrettanto grande, in una tonalità di verde quasi fluo, praticamente un prato dopo un bombardamento atomico. La sovrana replica anche le scarpe, pure queste Natan, che devono piacerle molto perché le ha in diversi colori (anche arancio, si intravvedono sotto i pantaloni nella mise precedente). A me piacciono meno, dalla frequenza con cui le indossa penso siano anche comode, ma quel fascione che abbraccia tutto il piede non slancia (eufemismo). Detto questo, i sandali spuntati con le calze no dai.

E siccome non era abbastanza, dato che a un certo punto è arrivata la pioggia, la regina ci ha piazzato sopra un trench 7/8 (che tra l’altro mette ancora più in evidenza tutte le grinze del gonnellone), e ha cambiato le scarpe, indossando delle ballerine flat, però metallizzate sennò sono troppo sobrie. Shock.

Tra favole e realtà

Oggi mi sono imbattuta in due notizie sul mondo royal, totalmente diverse: la prima è il comunicato (in tre lingue, trovate la versione italiana in fondo al post) che Maria Chiara di Borbone Due Sicilie ha diffuso sui social per smentire i rumors sull’amore con Christian di Danimarca. Inevitabili i commenti, ottimi e abbondanti. Si va da excusatio non petita, accusatio manifesta a “non sarà stata invitata alla festa dei 18 anni di lui a Copenaghen” a “l’avrà scritto la madre” Ah, le mamme! A me invece è venuta in mente la famosa frase di Andreotti: una smentita è una notizia data due volte. E chi vivrà (speriamo tutti) vedrà.

(Ph: Liv Anette Luane, Det kongelege hoffet)

Mi ha francamente colpito di più un’altra notizia, che riguarda Mette-Marit e i festeggiamenti per i cinquant’anni: oggi è andata al Rikshospitalet, l’ospedale universitario di Oslo, per un party con i bambini ricoverati nel reparto di oncologia pediatrica. I piccoli pazienti e le loro famiglie hanno tra l’altro potuto assaggiare le stesse torte offerte venerdì sera al ricevimento ufficiale, realizzate espressamente per loro dai cuochi di Palazzo.

(Ph: Liv Anette Luane, Det kongelege hoffet)

E se il comunicato di Maria Chiara si chiude con la frase “Tutti amiamo le favole, ma ciò che conta è la realtà”, tutti pensiamo che non potrebbe esserci favola più bella se la guarigione di questi bambini diventasse realtà.

Ma una piccola favola divenuta realtà posso raccontarvela. Oggi la futura regina di Norvegia ha scelto una mise semplice, adatta all’occasione: blusa rosa e pantaloni bordeaux (più o meno). In mano una borsetta in tinta, che ha già indossato in precedenza, ed è di un brand italiano con una bella storia: quella di una ragazza siciliana che si trasferisce a Milano e un giorno si imbatte in un telaio. Nascono delle piccole creazioni artigianali, tutte fatte a mano con filati italiani, che affascinano e conquistano appassionati e professionisti della moda. Il brand ha il nome della sua fondatrice, Maria La Rosa, cui oggi si sono affiancate le figlie Alice e Lisa.

(Ph: Hanna Johre/NTB)

In questa storia di madri e figlie non può mancare Ingrid Alexandra, figlia di Mette-Marit, che venerdì sera, per festeggiare il compleanno dei genitori, ha a sua volta scelto una clutch Maria La Rosa, il modello Game Crochet.

Alla povera Maria Chiara, che mi sembra un po’ schiacciata tra i desideri propri e quelli altrui, consiglio l’acquisto di una bella borsa, perché si sa, gli uomini passano le borse restano. A voi, anche senza l’urgenza dell’acquisto, raccomando di fare un giro sul sito https://www.marialarosa.it/ per conoscere meglio loro e le loro deliziose creazioni. Lady Violet è indecisa tra due, urge iniziare a risparmiare!

Cinquanta+cinquanta di questi giorni

Alla fine anche questi neo cinquantenni hanno avuto la loro bella festa di compleanno, e visto che compiono gli anni a distanza di un mese circa ne hanno organizzata una sola, in un giorno speciale per entrambi: quello che ventidue anni fa ha unito le loro vite.

(Ph: Hanna Johre/NTB/PISCINA)

Festa bella e abbastanza insolita per le monarchie scandinave, che spesso celebrano queste occasioni con grande sfarzo. Loro, Haakon e Mette-Marit, hanno voluto invece qualcosa di diverso, una festa per celebrare gli eroi di tutti i giorni che rendono bella la Norvegia, come hanno ricordato nel loro discorso a due voci.

(Ph: Stian Lysberg Solum/NTB)

I principi hanno voluto con sé tante delle persone incontrate durante le visite alle diverse regioni del Paese, persone preziose per il loro lavoro e il loro impegno nella comunità. “Ci sentiamo fortunati. Grazie per aver voluto venire a festeggiare con noi. Festeggiamo la Norvegia. Festeggiamo ciò che abbiamo creato insieme. Festeggiamo ciò che possiamo essere gli uni per gli altri e per il nostro Paese” ha detto Mette-Marit secondo quanto riferisce la stampa norvegese (perdonate la traduzione automatica).

(Ph: Stian Lysberg Solum/NTB/POOL)

E si è commossa a sentire le parole del primo ministro Jonas Gahr Støre (che a sua volta festeggiava il compleanno, per lui sono 63) “Vediamo che buona squadra siete l’uno per l’altra e per il nostro Paese, quanto siete felici l’uno per l’altra, quanto date priorità alla famiglia, alla famiglia allargata e quanto siete aperti e onesti, quando la vita non scorre senza intoppi” (per la versione italiana vale quanto sopra).

Una bella festa popolare – dunque intelligentemente politica, alla fine sempre di un futuro capo di stato di tratta – con circa 400 invitati divisi in 48 tavoli, ognuno con la sua torta di compleanno.

(Ph: Hanna Johre/NTB/POOL)

E siccome lo stile – come varie altre cose – è nei dettagli, vi prego di notare il grembiule personalizzato con le iniziali dei festeggiati sotto cui campeggia il numero 50.

(Ph: Stian Lysberg Solum/NTB)

Notate anche i plaid, uno per ogni sedia, en pendant con le tovaglie. Molti ospiti li hanno usati per difendersi dall’aria frizzante della sera, e chissà se hanno potuto portarli a casa come ricordo o hanno dovuto mollarli.

Delle mise parleremo meglio nel prossimo Royal chic shock e boh, lo stile che ha ispirato la famiglia – gli ospiti erano vestiti un po’ a caso – lo definirei Ischia sul fiordo: vestitoni di sapore più o meno etnico per le signore, e molti signori senza cravatta (ma il re la portava, c’è un limite a tutto!).

(Ph: Hanna Johre/NTB/PISCINA)

Non pervenuto il sedicente sciamano Durek Verrett, fidanzato della principessa Märtha Louise, che è entrata dando il braccio alla signora Marit Tjessem, madre di Mette-Marit (il padre è morto da molti anni). Non credo ci fosse Marius, il figlio che la futura regina aveva avuto prima del matrimonio, ma si sa che i giovai tendono a evitare le feste dei genitori. Spero di tornare a vederlo, perché secondo me è un valore aggiunto.

(Ph: Ritzau Scanpix)

Insomma, a Lady Violet è piaciuto tutto. Soprattutto i festeggiati.

Le foto del giorno – Un’estate in Scandinavia

Avete voglia di qualche fotografia “estiva” senza effetti speciali né invenzioni originali, semplicemente gente bella, rilassata, e pure un po’ abbronzata? Siete nel posto giusto.

I principi ereditari di Norvegia augurano buone vacanze mentre, a bordo dello yacht reale Kongeskipet Norge, sono in navigazione nella contea più settentrionale del Paese. È l’estate dei 50 anni – lui li compie il 20 luglio, lei il 19 agosto – e mentre i figli crescono Haakon e Mette-Marit accolgono il tempo che passa con la semplice grazia e la simpatia che li contraddistingue. Come molti genitori in questa fase della vita probabilmente pensano che sono le ultime estati da passare tutti insieme come quando i bambini erano piccoli, un tempo prezioso da godere appieno. E naturalmente, prima o poi – penso più prima – saliranno al trono, e le cose cambieranno ancora di più.

La diciannovenne Ingrid Alexandra continua la sua formazione, e nei prossimi mesi inizierà a dare il suo contributo come assistente scolastica e operatrice ambientale. Sverre Magnus – per cui Lady Violet confessa di avere un debole – fa parte del nutrito gruppo di giovani royal che quest’anno diventa maggiorenne: compirà 18 anni il 3 dicembre, e sta per iniziare l’ultimo anno di scuola superiore.

Per l’angolino della frivolezza che piace a noi, entrambe le principesse indossano pantaloni bianchi, cui Mette-Marit ha abbinato un pull marinière con piccoli volant sulle spalle (di ME+EM) mentre la figlia un top bianco e blu dal sapore provenzale, che è invece del brand californiano Reformation. Madre e figlia dividono anche l’amore per lo stesso modello di orecchini, e a Ingrid Alexandra devono piacere davvero molto, perché li indossa anche nel ritratto che compare sul sito della famiglia reale!

Dite la verità, non vi sentite un po’ più freschi e rilassati anche voi?

Le foto del giorno – Il gran giorno di Ingrid Alexandra

Alla fine le salve di cannone sono state sparate dalla fortezza Akershus in suo onore, e Ingrid Alexandra è stata festeggiata al meglio che le condizioni attuali consentissero. Molti gli auguri istituzionali: il Presidente del Parlamento, il Capo del Governo e quello della Suprema Corte; e poi la Chiesa di Norvegia, le Forze Armate, il Corpo Diplomatico, le amministrazioni locali, enti e associazioni varie.

(Ph: Lise Åserud/NTB)

In costume tipico i rappresentanti del Parlamento Sami, la minoranza etnica lappone, che hanno portato in dono alla principessa una borsa in pelle di renna con dettagli in peltro e un set di gioielli artigianali.

So cosa state pensando: una teoria di incontri non divertentissima, ma confidiamo che la fanciulla abbia avuto – o avrà – un party selvaggio anche se privato, come più o meno tutti i coetanei.

(Ph: Kimm Saatvedt, Det kongelige hoff)

Non è mancato, naturalmente, un bel ritratto col nonno e il padre, passato presente e futuro della Corona di Norvegia, ma devo dire che a me è piaciuto particolarmente quello con tutta la famiglia: i nonni paterni Harald e Sonja, dietro di loro il fratello minore Sverre Magnus; i genitori Haakon e Mette-Marit, la nonna materna Marit Tjessem e il fratello maggiore Marius Borg Høiby, nato da una precedente relazione di Mette-Marit e dunque non compreso nella linea di successione. Belli belli.

Re Harald e la signora Tjessem sono stati anche padrino e madrina al battesimo di Ingrid Alexandra, celebrato il 17 aprile 2004, e con loro la zia paterna Märtha Louise, e ben tre principi ereditari: Frederik di Danimarca, Victoria di Svezia, e Felipe che nel frattempo si è seduto sul trono di Spagna. Inviando i suoi auguri, Frederik ha rivelato che il monogramma della neomaggiorenne fu un dono della regina danese Margrethe II, che lo disegnò apposta per la piccola.

Tra le tante le immagini pubblicate per festeggiare la giovanissima principessa, a me sono piaciute davvero molto queste inedite, pubblicate dalla rivista spagnola seguite il link! https://www.hola.com/realeza/casa_noruega/galeria/20220121203261/ingrid-alexandra-de-noruega-imagenes-familiares/1/