Breaking News! – Lady Violet non sbaglia

Cosa dicevamo l’altro giorno? Cosa vi aveva anticipato Lady Violet (Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet)? Ebbene, oggi c’è l’annuncio ufficiale.

Jetsun Pena, trentatreenne Regina Consorte del Bhutan, è in attesa del terzo bebè. Che nascerà all’inizio dell’autunno, giusto in tempo per festeggiare il dodicesimo anniversario di matrimonio dei sovrani, sposati dal 13 ottobre 2011. La coppia ha già due figli, due maschi: l’erede al trono Jigme Namgyel Wangchuck, sette anni, e il principe Jigme Ugyen Wangchuck, che di anni ne ha tre. Questa volta sarà una bambina?

A Lady Violet piacerebbe molto una principessa! Non ci resta che aspettare, e inviare buoni auspici come chiedono i futuri genitori.

Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet

Quando ho visto lei…

…ho pensato a lei…

…e mi sono detta che no, di Angelica Sedara ce n’è una e una soltanto. E non solo per la bellezza irripetibile della giovane Claudia, o per quell’abito disegnato da Piero Tosi e realizzato della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. E nemmeno per il sontuoso sfondo di palazzo Valguarnera Gangi, assai più scenografico delle scure geometrie di Amman. È che proprio, semplicemente, a me l’abito non piace. Non mi piace perché sembra una meringa con ciuffi di panna, ma soprattutto non mi piace addosso a Rajwa. Non perché le stia male, anzi, ma perché – almeno per l’idea che mi sono fatta di lei – non la rappresenta, né personalmente né culturalmente, la banalizza. L’abito Dolce & Gabbana Alta Moda nasce con una sorta di cappuccio che copre testa e spalle conferendogli un certo senso; così secondo me non ne ha. Shock.

La madre della sposa è solitamente una delle protagoniste del matrimonio; in questo caso Azza Al Sudairi, madre di Rajwa, ha accolto e gestito con grazia l’inevitabile declassamento, lasciando le luci alla ribalta ovviamente alla figlia e poi a consuocera, sovrane e principesse varie. È anche l’unica che non si è cambiata per il banchetto di gala; lei e il marito hanno mantenuto lo stesso abbigliamento della cerimonia, ma non saprei dire perché. La signora ha dunque sfruttato al massimo la sua mise, una creazione couture di Georges Hobeika, stilista libanese – categoria che sta andando fortissimo, e non solo in questo matrimonio – in doppio crêpe in un’elegante punto di lilla. Ho pescato nel web il bozzetto dell’abito, l’immagine non è granché ma può aiutare a farvi un’idea del modello. Io la trovo elegante, molto. Chic.

Couturier libanese – il celebratissimo Elie Saab, che ha vestito la sposa per il rito nuziale – anche per la Regina Rania. L’abito viene dalla collezione couture primavera estate di quest’anno, che si ispira alla Thailandia e alla sua opulenza; è stato rimaneggiato per adattarlo alla bisogna, ad esempio aggiungendo le maniche assenti nell’originale. Benché mi piaccia lo spirito etnico il risultato non mi convince, il colore non dona particolarmente alla sovrana e il tutto mi sembra un po’ pasticciato, forse anche a causa dei capelli sciolti, che non sono mai una grande scelta per le occasioni formali. Notevole la Arabic Scroll Tiara, che nelle volute contiene una lode ad Allah, ma per il resto boh.

Scommetto che alla Sheikha Moza del Qatar non capita mai di aprire l’armadio e non trovare nulla da mettersi. Forse le è successo, poi il marito le ha comprato direttamente la Maison Valentino e voilà. Per il banchetto di gala, il suo abito in un favoloso color lime – Valentino ça va sans dire – rilegge il modello base aggiungendo lunghe maniche e un elegante cappuccio. Avendo il capo coperto, Moza non ha indossato sopra il diadema come invece ha fatto la sovrana malese (con un risultato non particolarmente apprezzabile). No, lei il diadema se l’è messo in vita: una cintura di diamanti e smeraldi. Considerando l’attuale girovita di Lady Violet, ci vorrebbe l’intera Colombia. Strachic.

Ecco con il marito la Regina Azizah Aminah Maimunah Iskandariah di Malesia. L’abito tradizionale ha il suo fascino, il colore è notevole, ma la tiara messa sul capo velato… vogliamo dire che il mix tra culture non funziona sempre? Shock.

Parliamo di regine? Eccola! Máxima dei Paesi Bassi raramente si perde eventi di alto profilo come questo. Fa una scelta molto interessante optando per il brand indopakistano Mahpara Khan: un abito sbrilluccicosissimo, talmente tanto da oscurare lo splendore della tiara Stuart, la più importante del forziere olandese (più un’altra chilata di diamanti, hai visto mai, più la clutch argento Dior). Secondo me messi insieme così i vari elementi finiscono per annullarsi, boh. Con lei e il marito al banchetto di gala c’è anche la figlia Catharina-Amalia che il raffinato, cerebrale Jan Taminiau ha vestito come una di quelle bambole che si tenevano sul comò, effetto aggravato dalla parure di rubini con la tiara che evoca un pavone. A parte tutto, veramente troppo per una ragazza di neanche vent’anni, shock.

Altra futura regina presente, Elisabeth del Belgio, più disinvolta della collega olandese forse per carattere, ma forse pure per la madre che, almeno in pubblico, dilaga meno. Però devo confessare una piccola delusione: la fanciulla ha sfoggiato un abito Armani Privé che sarebbe stato da mille e una notte, ma qualche notte se l’è persa per strada. Mi spiego: la collezione si ispira ai rombi, compresi quelli dell’abito di Arlecchino; il modello in questione in origine è nero con i rombi di colori diversi (potete vederlo qui, dal minuto 14’35 https://www.youtube.com/watch?v=dPIcV8NN6l4); realizzato in questa tonalità di blu, che imperversa in ogni dove, ed estesa anche alla clutch, sempre Armani, modello La Prima (a Bruxelles evidentemente ne hanno una collezione) perde parecchio fascino.

E forse è troppo importante per una ragazza così giovane. La Duchessa di Brabante al compimento del diciottesimo anno – o forse del ventunesimo, non è chiaro -, ha ricevuto in dono una tiara tutta per sé, appartenuta all’aristocratica famiglia britannica Vestey e acquistata dai genitori per lei. Personalmente non mi piace troppo, ma soprattutto trovo che non le doni. Insomma, nonostante il genio di re Giorgio, boh.

Amo questa donna, Sophie del Liechtenstein, la amo. Adoro il suo abito, un modello quasi sportivo – la maison, Carolina Herrera, lo definisce Floral Trench (in seta pura, basta col polyestere!) – reso da sera aggiungendo volume alla gonna. Poi forse un’occasione del genere avrebbe richiesto qualcosa di più formale, ma a me piace da pazzi, e lo trovo molto adatto a lei. Bellissima anche la tiara, la Kinsky a palmette (o a caprifoglio), uno dei diademi del Liechtenstein che sono molto pochi ma molto buoni. Chic.

Temo che Frederik e Mary di Danimarca si siano avviati a diventare i nuovi eredi di lungo corso, dopo che il decano del gruppo, Charles, si è infine sistemato sul trono. Lei mantiene sempre bellezza ed eleganza, ma mi sembra con un filo di noia. Per il royal wedding giordano non si è sforzata più di tanto: oltre alla mise per la cerimonia ha riutilizzato anche quella per il banchetto di gala; un abito che lo stilista danese Jesper Høvring aveva creato per lei nel 2010, per le nozze di Victoria di Svezia, e già rimaneggiato in precedenza. In questo caso è stato aggiunto del pizzo che copre il corpino e scende dalla spalla. Tra l’altro è l’unica a portare un monospalla, forse sarebbe stato più indicato qualcosa con le maniche, come hanno fatto tutte le altre invitate. A me non piace molto, quindi boh, ma se ha trascurato il dress code sarebbe decisamente shock. La tiara è quella edoardiana con piccoli rubini e spinelli che sembra si sia comprata da sé (e pagata pure poco, meno di diecimila euro).

Della Principessa di Galles abbiamo già notato la coazione a ripetere le mise. Noiosetto l’abito Jenny Packham visto e rivisto, che sta discretamente con la fascia del Royal Victorian Order ma fa a cazzotti con nastro giallo del Royal Family Order. Poi certo, la Lover’s Knot Tiara è un pezzo che ha fatto la storia, e gli orecchini sono se possibile ancora più belli, ma trovo il tutto poco entusiasmante. Boh.

Abbiamo discusso un po’ sulla gaffe sfiorata da Beatrice di York, che al banchetto di gala indossava lo stesso abito della principessa Aisha, zia dello sposo; e più in particolare come mai, avendo già visto il suo abito indossata da un’altra, se lo è messo lo stesso. Probabilmente davvero non aveva portato altro, e penso che avesse scelto quel modello di Reem Acra perché la decorazione evoca la forma della tiara York, diadema nuziale della madre Sarah, che non si vedeva più da molti anni. L’abito non mi fa impazzire, la tiara nemmeno, ed è messa un po’ storta. Boh.

Victoria di Svezia invece si è ritrovata al banchetto di gala con la principessa Zein vestita proprio con lo stesso identico abito – il modello Gingko di Safiyaa – diverso solo per il colore. Ne valeva la pena? Per un abito di polyestere che gira da anni? Boh. (nel caso vi fosse sfuggito, questo è il post, sugli abiti indossati da più royal ladies Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle).

Last but not least, e pure in retrospettiva, la Reina Emerita di Spagna, che ha tirato fuori dall’armadio un abito grigio perla senza infamia e senza lode, completandolo con il set di rubini Van Cleef & Arpels, ricevuto in dono da Niarchos per le nozze con Juan Carlos. Considerando l’infelicità di quel matrimonio, francamente per un ricevimento nuziale avrei scelto altro, e la mise non mi entusiasma, quindi boh, Ma lei, a 84 anni, è uno splendore.

Con Doña Sofía compaiono nella fotografia la regina bhutanese Jetsun Pema con la cognata Ashi Euphelma. Per una volta vedere l’abito tradizionale da dietro è interessante, anche se in un colore che fa un po’ Barbie Bhutan. Però quel rosa baby potrebbe contenere un metamessaggio: non ci sono conferme ufficiali, ma la regina ha colto l’occasione della trasferta giordana per una breve vacanza con i due figli. E in alcune foto, con un abito BA&SH sembra proprio in dolce attesa.

È in arrivo una principessa? Boh!

Va in scena il royal wedding – Gli invitati

Dopo gli sposi e la cerimonia che li ha uniti in questa straordinaria giornata, ecco gli ospiti di particolare importanza, il cui arrivo alle nozze abbiamo potuto apprezzare grazie alla perfetta organizzazione e all’accoglienza che i sovrani hanno riservato ad ognuno. Un affascinante mix di Oriente e Occidente, di favolose toilettes e abiti già visti, di costumi tradizionali e creazioni couture. E pure qualche incidente, per fortuna solo sfiorato: con la Principessa Muna, seconda moglie del defunto Re Hussein e madre dell’attuale sovrano, sono arrivate le figlie gemelle, Aisha e Zein.

Zein, la signora bruna coi capelli corti, indossa un abito verde bosco di Carolina Herrera con borsetta Bulgari mentre la sorella Aisha, la signora bionda, ha scelto un elegante abito beige di Reem Acra. Che oplà, poche ore dopo è comparso uguale uguale addosso a Beatrice di York. Per fortuna che era la cena di gala e Aisha si era cambiata! Va detto che l’abito sta molto bene a entrambe, nonostante tra le due royal ladies ci siano ben vent’anni di differenza, 55 contro 35. La sintesi tra Oriente e Occidente è compiuta.

Della mise serale di Beatrice parleremo prossimamente, per la cerimonia Mrs Mapellli Mozzi aveva scelto un’altra toilette che a me è piaciuta molto: un abito di Needle & Thread, in polyestere riciclato come le paillettes che lo decorano; il riciclo è ormai la nuova frontiera del lusso. Il modello è caratterizzato da una morbida linea ad A che Beatrice ha reso più aderente con una cintura nera, en pendant col fiocco che trattiene i capelli. Rispettato il dress code: abito scuro per gli uomini e lungo da giorno per le signore, senza tiara (ma non temete, più tardi c’è stato spazio anche per loro).

La presenza di Edo e Bea è stata un po’ una sorpresa, data la partecipazione – confermata a poche ore dal matrimonio – dei Principi di Galles in rappresentanza della Corona. Grande attesa per vedere Catherine all’opera sullo scenario internazionale nel suo nuovo ruolo, e soprattutto per vederla abbigliata per l’occasione. Non ha deluso, anzi ha messo a segno pure un bel colpo, scegliendo lo stesso couturier che firmava l’abito della sposa, Elie Saab. Abito rosa antico (molto antico) collo alto, maniche lunghe, linea flou. Il ricamo è molto raffinato, lei è sicuramente bella, gli orecchini sono tanto ma non stonano, non si è messa nemmeno un fiocco in testa, come hanno fatto altre, ma se dovessi dirvi che mi ha conquistata mentirei. Un incanto che non mi ha catturata.

Molto interessante per me osservare gli ospiti mediorientali: donne in generale molto belle e molto curate (a volte troppo) alcune vestite all’occidentale altre secondo la tradizione, altre ancora mischiando gli stili. Ad esempio, ho trovato elegante la Principessa Basma bint Talal, zia del sovrano. Per noi tanto oro indossato di pomeriggio sarebbe troppo, ma l’abito è molto bello e lei, compagna di studi di Anne The Princess Royal porta assai bene i suoi 72 anni.

Ugualmente interessanti le interazioni, tenendo naturalmente presente che non conosciamo tutti e ignoriamo la profondità dei rapporti; ho notato ad esempio i signori sauditi non baciare la regina, né le signore il re; e colpisce il fatto che praticamente nessuno fa il curtsy ai sovrani. Rimedia Mary di Danimarca, che si produce come sempre in una riverenza profondissima, pure troppo. La principessa danese, accompagnata dal marito con la sua tradizionale andatura caracollante (mi aspetto sempre che affibbi qualche pacca sulle spalla, e raramente resto delusa) ha riproposto un abito Erdem, francamente non il mio preferito, peggiorato dal fiocco azzurro tra i capelli, da attempata adolescente; la salvano le scarpe, che qui non si vedono ma sono le celeberrime Hangisi di Manolo Blahnik, rese immortali dalla Carrie Bradshaw di Sex and the city.

Dalla Scandinavia con furore altri due eredi al trono: il povero Haakon di Norvegia giunto, come annunciato, solo soletto e dunque passato praticamente inosservato. Victoria di Svezia in un maxi dress a fiorellini del brand svedese byMalina all’occorrenza utilizzabile anche come camicia da notte.

Altra coppia di eredi che stiamo vedendo spesso sono Alois e Sophie del Liechtenstein; come i sovrani giordani, stanno per festeggiare i trent’anni di matrimonio (il 3 luglio). Lei mi piace moltissimo anche in questa sobria versione in pizzo blu – l’abito è il modello Julianna di Diane von Furstenberg – arricchita dagli zaffiri di famiglia, E che falcata!

Presente anche qualche erede al trono non ancora accoppiato e dunque in compagnia del genitore sovrano come la duchessa di Brabante scortata dal padre, Roi Philippe. La deliziosa fanciulla sembra aver ereditato la passione per i cape dress della madre, ma il suo, di Essentiel Antwerp, ha il pregio di essere più allegro e leggero, meno matronale. In mano Elisabeth ha una clutch di Armani, modello La Prima, altro must di famiglia.

(Ph: Patrick Van Katwijk/Getty Images)

Nonostante la sua presenza fosse stata annunciata, non s’è vista un’altra giovane erede al trono: Catharina-Amalia farà la sua comparsa solo al ricevimento serale lasciando la cerimonia nuziale ai genitori. Máxima ripropone un abito di Luisa Beccaria, che addosso a lei perde l’eleganza rarefatta e romantica del brand per assumere un’aria quasi flamenca; non mi ha convinta. Non so se fosse successo qualcosa, ma i sovrani mi sembravano piuttosto immusoniti, e c’è stato anche un siparietto al momento di salutare Abdullah II che dal basso del suo metro e 60 (più o meno) si è alzato sulle punte dei piedi ridendo davanti all’altissima e sempre taccatissima Máxima.

Oltre alla coppia olandese, e il già citato Philippe dei Belgi, presenti in ordine sparso altri sovrani, regnanti o emeriti: visto e riconosciuto il sultano malese con la moglie e il sultano del Brunei accompagnato da uno dei figli minori, Abdul Mateen. Non è l’erede al trono – ma mai dire mai – però il giovinotto, invero piuttosto belloccio, è una mezza star di Instagram (che insomma, puoi essere pure un principe ereditario, ma se non regni sui social non sei nessuno).

Accompagnata non dal marito ma da una delle di lui sorelle, la principessa (il titolo è Ashi) Euphelma, ecco Jetsun Pema Regina del Bhutan. E sorpresa! Abbiamo scoperto un colore che non le dona tanto. Siamo innamorati da sempre della love story tra i sovrani, che ha portato il Re a rinunciare alla poligamia dedicandosi solo a lei, ma la tradizione del Paese è diversa. Il Quarto Re Drago, padre dell’attuale monarca, ha sposato quattro donne: Euphelma e il Re hanno in comune il padre ma madre diversa. Però le quattro mogli sono sorelle tra loro, dunque i vari figli nati sono fratelli e cugini. Non bastasse, Euphelma ha sposato un fratello minore della Regina. Anche le signore del Bhutan sono interessate alla moda, e per questo matrimonio hanno abbinato agli abiti tradizionali due clutch firmatissime: Louboutin per la regina, Dior per la principessa.

(Ph: Patrick Van Katwijk/Getty Images)

Entrata super scenografica per la Sheikha Moza bint Nasser, madre dell’emiro del Qatar. Il suo lungo soprabito rosa e nero, ispirato alla secessione viennese – in particolare all’architetto Josef Hoffman – mi ricordava qualcosa, e infatti ecco qui Valentino collezione haute couture autunno inverno 1989 https://www.youtube.com/watch?v=X65UeiSOXlA

Valentino vintage (ne ha una vera collezione) anche per la Reina Emerita Sofía, giunta a rappresentare la Spagna in compagnia dell’acciaccatissimo Juan Carlos, proveniente però da Abu Dhabi, dove ormai risiede. L’abito rosa a balze è stato indossato dalla Reina per i 60 anni di Carl Gustav di Svezia, nel 2006; la spilla invece fu vista la prima volta al battesimo del figlio Felipe, 55 anni fa.

Nessun Grimaldi presente per Monaco, qualcuno ha inviato anche membri di secondo piano; gesto non particolarmente rispettoso, trattandosi del matrimonio di futuri sovrani, ma tant’è. Dal Lussemburgo c’era il minore dei figli dei Granduchi Sébastien; dal Giappone è arrivata Hisako, Principessa Takamado – il marito, scomparso vent’anni fa, era cugino dell’Imperatore Emerito Akihito – con la maggiore delle figlie, Tsuguko. La Principessa Takamado è una donna di grande cultura e dinamismo, sicuramente la più “moderna” delle molte principesse giapponesi. Poi certo, questo damascato blu è un po’ fuori moda, ma non è facile vestire in uno stile così diverso dal proprio. E vi prego di notare la clutch a forma di civetta della figlia.

Ultime degli ospiti ad arrivare Jill Biden con la figlia Ashley, cui chiederei: se il dress code prevede il lungo, perché midi? La First Lady invece rispetta le regole: Reem Acra anche per lei – la stilista libanese è piuttosto popolare negli USA – un caftano color ostrica non particolarmente donante.

Nell’attesa di parlarvi della cena di gala mi è venuta un’idea: che ne dite di sfruttare le tantissime immagini delle signore giordane, più che per ammirane le mise per cercare di definire le intricate parentele all’interno della famiglia reale? Palesatevi!

Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte seconda)

Dal viola al rosa

(Ph: Jacob King – PA Images/Getty Images)

Abbiamo concluso la prima parte di questo post con l’adorabile Lady Louise Windsor, abbigliata in una sinfonia di tonalità tra l’azzurro pallido e il lilla: Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte prima), riprendiamo la narrazione con un colore che casualmente è anche il preferito di Lady Violet. E partiamo da una signora che spesso si piazza sul podio delle più eleganti: Mary, Principessa Ereditaria di Danimarca. Lei è l’unica ad avere scelto una tonalità così piena e satura, così profonda da sembrare quasi blu, come potete notare dal confronto tra le due fotografie. La prima ha anche il vantaggio di farvi apprezzare gli splendidi gioielli di diamanti e turchesi, spilla e orecchini, appartenuti a Margaret di Connaught – nipote di Queen Victoria e bisnonna del marito di Mary, Frederik – la principessa li ha ricevuti in dono dalla suocera l’anno scorso, per il cinquantesimo compleanno.

(Ph: Stuart C. Wilson/Getty Images)

Come molte royal ladies ha scelto uno stilista del proprio Paese, in questo caso il danese Søren Le Schmidt. Che ha svelato un piccolo gossip: il robe-manteau in crêpe di lana annodato in vita, con collo sciallato, era stato realizzato qualche anno fa per un evento completamente diverso (che non è stato rivelato) poi saltato a causa della pandemia; trattasi dunque di vero e proprio riciclo, ma come si dice in questi casi, fa la sua figura. Per la gioia di Lady Violet sono viola anche gli accessori, a partire dalle amatissime Gianvito 105, di Gianvito Rossi in camoscio, alla clutch Carlend Copenaghen in una sfumatura un po’ così, al copricapo con veletta, di Jane Taylor. Chic.

Jetsun Pema

Possiamo dire qualcosa che non abbiamo già detto? Esistono aggettivi nuovi per descrivere la bellezza, la grazia, l’eleganza dell’incantevole regina del Bhutan? Non capisco nulla di armocromia, ma mi sembra che non esista colore che non doni al suo incarnato; in questo caso questo lilla freddo è sublime. Per aggiungere un brivido di dissenso dirò che non mi piace la borsetta, tutto il resto chic.

Sophie del Liechtenstein

(Ph: Joe Giddens – PA Images/Getty Images)

Sophie è l’unica consorte – del principe ereditario, attuale reggente, del Liechtenstein – di sangue veramente blu, talmente blu da poter aspirare direttamente al trono britannico (è nella linea di successione che discende dagli Stuart, antagonista di quella regnante); oltre a ciò, attraverso una zia materna è anche imparentata con gli Spencer-Churchill. Ad onta di tutto questo blu, sceglie un colore favoloso, che vira dall’orchidea al bouganville a seconda della luce. Non sono riuscita a trovare traccia del creatore di tale perfetta mise – sembra che la signora prediliga sempre il su misura – ma solo quella del cappellaio: Philip Treacy. Boccoletti a parte la trovo perfetta, a partire dalle scarpe nude perfettamente abbinate al suo incarnato. Chic.

Beatrice di York

La maggiore delle figlie di Andrew e Sarah è una di quelle fanciulle che fioriscono appieno dopo le nozze. Da quando è diventata Mrs Mapelli Mozzi è – o sembra – rilassata, soddisfatta, in una parola felice, e anche il suo stile ne ha giovato. Poi arriva il giorno più importante dell’anno, magari pure del decennio, e lei si presenta così, come se andasse a un matrimonio in tono minore. Abito hot pink di Beulah London, il cui merito principale è chiamarsi Sienna, come la bimba di Beatrice; e sì, somiglia molto a quello indossato da Mary di Danimarca al ricevimento del giorno prima (Royal chic shock e boh – Pre Coronation party) e a quello di Salma di Giordania al matrimonio della sorella (Scene da un matrimonio). Accessori color nude graziosi ma non memorabili, e soprattutto un’acconciatura composta da un bandeau di dimensioni veramente eccessive, il modello Graziana di Emily London, con veletta removibile e fortunatamente rimossa. Molto belli gli orecchini di Garrard in rubellite e zaffiri rosa, ma nelle foto non risaltano. Che dirvi, boh.

Lady Gabriella Windsor

(Ph: Getty Images)

Altra royal lady – figlia di Michael, fratello minore del Duca di Kent – altra sfumatura intensa di rosa. Qui facciamo presto: mi piace il robe-manteau (di Catherine Walker) mi piace molto il punto di rosa, mi piace moltissimo il cappello (di Philip Treacy). Avrei evitato le calze rinforzate, molto care anche a sua madre Marie Christine, una delle signore del circuito reale che Lady Violet ama di meno (eufemismo). Interessante notare come Gabriella fosse in compagnia non del marito, ma del fratello, Lord Frederick: la mannaia degli inviti di King Charles si è abbattuta su vari consorti, ritenuti evidentemente non strettamente necessari. Chic.

Letizia di Spagna

Lo so, lo so che stavate aspettando il commento sulla Reina, e potrebbe mai Lady Violet deludervi? Prima di cominciare una premessa in tre punti: 1) Letizia ha un fisico e anche un modo di porsi che difficilmente la rendono inelegante; 2) non le piacciono i cappelli e non li porta quasi mai, se non costretta. Le manca proprio quel mix di autoconvincimento ed ironia che sotto un cappello aiutano molto; 3) ha sviluppato una sorprendente passione per il rosa. Mescolate tutto e avrete la mise di oggi. Rinverdendo i fasti di Alexis, la cattiva di Dynasty, si infila in un tailleurino rosa intenso di Carolina Herrera – disegnato dal giovanissimo direttore creativo Wes Gordon, che firma anche gli accessori – con baschina a pieghe e pure un ampio ricamo ton sur ton, cui si aggiunge una pencil skirt affilata come un rasoio. Il pezzo forte è naturalmente il cappello, una creazione della maison madrilena Balel, creatura di Isabel Terroso che, dopo aver lavorato per un decennio come ingegnere ha deciso di dedicarsi alla sua passione per la modisteria (e se vi fate un giro sul sito https://balel.es/ vi renderete conto che i suoi modelli non sono facilissimi da portare); insomma questa volta, abbastanza stranamente per una donna così forte e volitiva, è la mise che porta lei, ed oscura pure i preziosi orecchini, che fanno parte delle joyas de pasar, i preziosi gioielli di famiglia che solo la regina può indossare (con qualche eccezione) Un grande boh.

Mathilde dei Belgi

(Ph: Getty Images)

Se Letizia è Alexis, Mathilde è Krystle, alta e bionda, bella e buona. E noiosa. Eppure neanche la seconda signora Carrington avrebbe replicato l’ennesimo cape dress, per di più rosa confetto. Esca con le mani in alto chi ha convinto la Reine che questo è un modello passe-partout, da indossare in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Questa volta sembra non sia Natan, e qualcuno ha avanzato l’ipotesi che possa essere un Armani Privé. Non ci credo neanche se il signor Giorgio me lo cuce davanti, anche perché il fitting è veramente, veramente terribile. Sicuramente Armani è invece la borsetta, il modello La Prima. Non mi piace neanche il cappello a disco volante (Philip Treacy). Shock.

Brigitte Macron

(Ph: Ben Stansall/Getty Images)

Tenero color cipria per la première Dame, in total look Vuitton, la maison che la veste quasi sempre in questi anni all’Eliseo. Abito più cappottino in stile militare, con accompagnamento di borsetta pendula e stiletti con punte sadomaso. La mise è bella, ma lei è veramente inelegante, ha sempre un atteggiamento poco chic, spesso abbarbicata al marito – qui in nero con cravattone, mi sa che s’è confuso col funerale di Lilibet buonanima – sempre col muso. Terribile il colore dell’incarnato, che risalta negativamente con la delicatezza del rosa cipria. L’abbronzatura così invecchia molto, non solo perché rovina la pelle ma perché assai di moda vari decenni fa. Peccato, perché il completo mi piace. Boh.

Vediamoci chiaro

(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)

Siamo in dirittura d’arrivo, econcludiamo con le signore che hanno scelto tonalità chiare, chiarissime, fino al bianco. A partire da Mette Marit di Norvegia, in una mise che quanto a chiarezza fa a gara con il suo diafano incarnato. La sua salute, si sa, non è perfetta, per cui vederla ci dà sempre un brivido di gioia. In più, a quasi 50 anni, mantiene l’aspetto delicato della principessa di una saga nordica. Mi piace sempre con me si veste? No, questa volta ad esempio l’abito dello stilista di origine norvegese Peter Dundas, appena vivacizzato dal delicato ramages che sale sulla gonna la ingoffa un po’. Jane Taylor, che le ha creato un cappellino molto simile a quello realizzato per Mary non si è sforzata troppo; insomma, boh.

Charlène de Monaco

(Ph: Karwai Tang/Getty Images)

Ma perché? Quale forma di perversione può spingere qualcuno – rimasto rigorosamente anonimo – a conciare così una povera donna? Troppo lungo, troppo chiaro, troppo vecchio stile – a partire da quei bottoncini di perline a formare un fiorellino, che non si vedevano più dagli anni ’70 – per niente donante, inutilmente arricchito da quella stola appesa, metà profeta Elia metà caposala. E neanche il cappellino di Philip Treacy fa il suo lavoro. Strashock.

Máxima dei Paesi Bassi

Bianco latte per la regina olandese, che questa volta ha veramente indovinato: per lei un abito Jan Taminiau di linea semplice che ha il suo punto di forza nella raffinata lavorazione a intaglio che incornicia il collo e definisce le spalle. Magari avrei preferito per lei qualcosa di più strutturato, ma a me è piaciuta. Molto bello il cappello Philip Treacy, corrette le scarpe nude: le solite Gianvito 105 ormai avete capito che le hanno tutte. Da notare la clutch: è di un brand assai esclusivo: VBHLuxury, produzione italianissima e distribuzione internazionale. Dove VBH non sono che lei iniziali del fondatore, quel Vernon Bruce Hoeksema, semplicemente Bruce, ex modello americano, da anni discreto compagno dell’imperatore Valentino. Chic.

Rania di Giordania

Solitamente elegante, questa volta non so cosa le sia successo. Inguainata (troppo) in un abito couture color canarino morente della designer australiana Tamara Ralph con un fiocco-mantellina sulle spalle, e soprattutto un cappellino (Noel Stewart)piazzato in testa nella più ridicola delle posizioni, per di più coi capelli sciolti. Tremendi gli accessori bianchi (clutch Knot Bottega Veneta, altro oggetto ad alto gradimento royal, scarpe Jimmy Choo). Non approvo nemmeno suo marito il Re in abito blu (perfino Mattarella portava il tight). Shock, però magari al matrimonio del figlio recupera!

Royal chic shock e boh – Pre Coronation party

È venerdì 5 maggio, ed è pomeriggio. Mancano poche ore all’incoronazione, reali e capi di stato sono arrivati da ogni parte della terra e King Charles li accoglie a Buckingham Palace per un ricevimento di benvenuto. Camilla non c’è, si prepara al grande giorno; anche Charles si ritirerà al termine del party mentre vari membri della Royal Family e altri reali ceneranno insieme da Oswald’s, club chic di Mayfair, .

Assente la prima dama del regno, è presente la seconda a farne le veci: la Principessa di Galles è ritratta con due signore di particolare rilievo. Alla sua sinistra la First Lady ucraina Olena Zelens’ka, in nero, con un modello francamente impossibile da decifrare, mentre Jill Biden indossa un abito a giacca Tom Ford come fosse una vestaglietta da casa. Da ciò che vedo, boh.

Catherine ha scelto per l’occasione un colore che ama tanto da averlo indossato anche il giorno in cui fu annunciato il fidanzamento con William. Un abito in crêpe di poliestere di Self Portrait in royal blue, caratterizzato da un grosso nodo ritorto sul petto, che insieme con le maniche dà a tutta la mise un’aria irrimediabilmente anni ’80. I dettagli in strass su spalle e polsini sono leziosamente ripresi sul cinturino delle slingback Aquazzurra in tinta. Il modello originale dell’abito presenta uno spacco aperto fino a mezza coscia, lo avrà mantenuto così anche lei? Boh.

Mi scuso per la qualità dell’immagine, ma i pochi scatti a figura intera di Catherine sono tutti così; in compenso la foto ci fa sbirciare la toilette di altre due signore presenti. Della Duchessa di Brabante parleremo a breve, ma sullo sfondo a sinistra si vede la sempre discreta Sophie del Liechtenstein, con un completo stampato a grandi ortensie bianche, un po’ anni ’50 un po’ Baviera, regione che in fondo le ha dato i natali. Che vi devo dire, boh.

(Ph: Chris Jackson/Getty Images)

Concludiamo il breve giro delle First ladies con la nostra, Laura Mattarella. Nell’unica fotografia disponibile, pubblicata dall’accout twitter del Quirinale, compare a sua volta a mezzobusto, il che non rende possibile un’attenta analisi della sua mise.

In linea di massima, ormai sapete che Lady Violet non ama (eufemismo) certe sfumature turchesi, celestine, acquamarina su signore che abbiano superato l’adolescenza, e si tiene a distanza da quei tessuti lucidi e rigidi, che tendono a raddoppiare i volumi (Laura se lo può permettere, io no). Inoltre eviterei accessori inutili tipo la stola messa in diagonale, che fa un po’ madre dello sposo. Molto bello il biondo dei capelli, il resto boh.

Sterziamo ora decisamente verso le monarchie; Rania è regina di Giordania da ben ventiquattro anni, ne aveva solo ventotto quando è salita sul trono col marito. Da allora ci delizia con le sue toilettes, ma questa volta non sono convinta. L’abito, che porta una firma importante nella storia della moda – Schiaparelli – non so perché mi fa pensare a don Abbondio. Saranno tutti quei bottoni? L’arricciatura così bassa, benché Rania non abbia un filo di pancetta, squilibra il baricentro dell’abito, forse per ripristinare l’equilibrio ci sarebbe voluta una signora più alta, sebbene la regina non sia certo bassa. Insomma, boh.

Di anni ne aveva solo 21 Jetsun Pema, quando ha sposato il re del Bhutan diventando la sua regina. Oggi ne ha quasi 33 (li compie il 4 giugno, compleanno che divide con la piccola Lilibet Diana), è ancora la più giovane regina regnante, ed è sempre dotata di una bellezza incantevole, di una grazia particolare e di uno stile unico, grazie anche alla raffinata eleganza degli abiti tradizionali che indossa di solito. In questo caso il color zafferano si abbina al fucsia e al lilla. Bellissima, abbinatissima al marito, sta bene perfino col tappeto. Superchic.

La Reina Letizia sceglie abilmente una maison britannica, e un colore insolito, una tonalità di verde che una volta si chiamava chartreuse, come il liquore dolciastro e appiccicaticcio che preparavamo i monaci certosini nella Grande Chartreuse. Letizia non è né dolciastra né appiccicaticcia, e l’abito – creato da Victoria Beckham evidentemente avendo in mente la stessa sottilissima silhouette che le due signore hanno in comune – le sta bene, soprattutto quel drappeggio piazzato in quel punto, ma non mi entusiasma. Certo è il manifesto di come sia cambiata la forma anche in ambienti superformali: abitino da party a bordo piscina, niente calze. Ma alla fine, boh. Con una postilla: se anche Felipe col suo metro e 97 inizia a girare con gli orli così lunghi stiamo freschi.

LONDON, ENGLAND – MAY 05: Grand Duchess Maria Teresa and Grand Duke Henri of Luxembourg attend the Coronation Reception for overseas guests at Buckingham Palace on May 05, 2023 in London, England. (Photo by Chris Jackson/Getty Images)

Menzione d’onore per Maria Teresa di Lussemburgo, che pure per un invito meno formale segna il territorio e adorna il collo con un importante gioiello Van Cleef & Arpels in diamanti e smeraldi, appartenuto alla suocera Josephine-Charlotte: è una tiara convertibile, e infatti spesso è stata usata come collier, come in questa occasione. La granduchessa per ragioni imperscrutabili è in una fase-pantaloni, tanto da indossarli anche al recente matrimonio della figlia. Anche lei, che è donna di mondo, sceglie la moda British, nel suo caso Alexander McQueen, e indossa la rivisitazione di uno smoking maschile (insomma, quasi) caratterizzato da tagli arricchiti di pizzo. Bello e fresco il viso, meravigliosa la collana, ma non mi convince, forse semplicemente non è adatto all’occasione, all’orario. O forse ci voleva un indosso più rock. Anche qui, boh.

(Ph: Samir Hussein/WireImage)

Charlène de Monaco si attovaglia – verbo non scelto a caso – con un completo pantalone azzurro pervinca, caratterizzato da un top monospalla con un lungo drappo ricamato ton sur ton, pronta per un pigiama party. Non solo non mi piace, ma non è una cosa da portare in città, figuriamoci a Buckingham Palace. Se proprio non se ne può fare a meno, va bene su una terrazza dell’Hotel De Paris, per una di quelle pubblicità patinate che mi fanno sempre convinta ad andare altrove. Shock.

Passate in rassegna le sovrane, è la volta delle principesse ereditarie, magari andrà meglio.

Uhm, forse no. Mette Marit, consorte del principe Ereditario di Norvegia, probabilmente intenzionata a mostrare il proprio supporto a King Charles, si mette addosso una cosa che sembra un pezzo di bandiera inglese. E forse è proprio quella l’ispirazione, trattandosi di un capetto Alexander McQueen, una giacca color block di una collezione 2016, che evoca il tanto amato stile militare. Noi mettiamo dei fiori nei nostri cannoni, shock.

Coppia di rosa per due principesse ereditarie: tonalità bubble gum per Victoria, futura regina di Svezia. L’abito di Roland Mouret è caratterizzato da alcuni drappeggi che non esaltano la sua linea. Molto divertenti gli accessori – scarpe Gianvito Rossi e borsa Louboutin – in pelle metallica fucsia. In fondo questa mise la rappresenta, imperfetta ma simpatica. Chic di incoraggiamento. Al contrario, Mary, futura regina consorte di Danimarca, è spesso talmente perfetta da risultare noiosetta. Rosa corallo intenso per un abito che i più attenti di voi forse avranno riconosciuto: lo indossava l’anno scorso alla cresima della figlia Isabella (Le foto del giorno – Scene di famiglia), ed è molto simile a quello indossato da Salma di Giordania al matrimonio della sorella Iman, il 12 marzo scorso (Scene da un matrimonio). Una creazione Andrew Gn, chic.

Scelgono curiosamente il nero entrambe le più giovani future regine; la ventunenne Elisabeth del Belgio indossa un abito un po’ punitivo Armani. Il modello originale è lungo alla caviglia, in questo caso è stato accorciato, e l’effetto finale ricorda una tonaca. Peccato, boh. Invece Catharina-Amalia dei Paesi Bassi, 19 anni, ha trovato una mise che le piace e le sta bene – in questo caso un tailleur pantaloni di Marina Rinaldi – e la ripropone in vari colori: fucsia una settimana prima per il Koningsdag, (Le foto del giorno – Compleanni e anniversari),nero in questa occasione. Nonostante l’accoppiata con la nonna Beatrix, anch’essa in nero, rischia di essere un po’ pesante, lei risulta perfetta per la serata, chic.

In rappresentanza dei reali senza trono loro ci sono quasi sempre, anche in virtù dell’abbondante parentela e dei legami personali. Anne Marie, nata principessa di Danimarca e diventata Regina di Grecia, è quel che si direbbe una vera signora: divide con la cognata Sophia la caratteristica di essere figlia di re e moglie di re, e si vede. Molto semplice in un completo Max Mara verde scuro, che tutto sommato rispetta il suo lutto – è rimasta vedova a gennaio – senza imporlo in società. Chic. Col figlio maggiore, il Diadoco Pavlos, e la di lui moglie Marie Chantal hanno inaugurato la modalità io mammmeta e tu, che penso vedremo spesso. Marie Chantal dal canto suo sta rafforzando il legame col mondo greco, indossando come già in altre occasioni una creazione di Mary Katrantzou, stilista ateniese che vive e lavora a Londra. Abito couture écru con maniche a campana, semplicissimo, impreziosito da una collana di grosse perle. Non sono una fan della signora, ma è indubbiamente chic.

Pronti per l’incoronazione?

A Royal Calendar – Coppia di Re

Venghino signore e signori venghino, a una delle giornate più regali dell’anno! Oggi festeggiamo due compleanni, ma mica di due royal qualunque, addirittura di due Re. E non è neanche il primo caso; negli anni passati il 5 gennaio si festeggiava il compleanno di due sovrani, el Rey Juan Carlos e Jean di Lussemburgo, che però era solo un Granduca.

Ecco dunque alla vostra sinistra Harald V Re di Norvegia, nato il 21 febbraio 1937 a Skogum, nei pressi di Oslo. Alla vostra destra Jigme Khesar Namgyel Wangchuck Re del Bhutan, nato a Katmandu il 21 febbraio 1980. Il primo compie oggi 86 anni, l’altro esattamente la metà, 43.

Ultimo di tre figli, e unico maschio, i genitori di Harald erano il principe ereditario Olav – poi Re Olav V – e sua moglie Märtha, nata principessa di Svezia e morta quando il figlio aveva appena 17 anni.

Jigme Kaesar è figlio di Jigme Singye Wangchuck e di una delle sue quattro mogli, quattro sorelle che hanno sposato l’allora Quarto Re Drago del Bhutan in una cerimonia unica, prendendo tutte e quattro contemporaneamente il titolo di Regina Consorte. In questa foto di famiglia vedete al centro i due sovrani, il regnante e l’emerito; a fianco di questo la regina e ai due lati le sue quattro spose.

Harald ha sposato il 29 agosto 1968 il suo grande amore Sonja Haraldsen, donna di notevole intelligenza e graziosa eleganza; coetanea del marito, Sonja al momento è la più anziana tra le regine consorti. Hanno due figli: Märtha Louise e il principe ereditario Haakon, e cinque nipoti naturali + 1, avendo accolto in famiglia anche Marius, figlio di primo letto della nuora Mette Marit.

Jigme Kaesar ha sposato il ottobre 2011 Jetsun Pema, cui ha giurato eterno ed esclusivo amore rinunciando per lei alla poligamia. Lei, nata nel 1990, è invece la più giovane delle regine consorti, e per me la più bella. Anche i sovrani bhutanesi hanno avuto due figli, due maschi. Potrei dire the heir and the spare ma forse è meglio di no; data la loro giovane età non è detto che non allarghino la famiglia.

Harald è salito al trono alla morte del padre, il 17 gennaio 1991 (Il giubileo di Harald e Sonja), Jigme Kaesar è diventato Re il 9 dicembre 2006 a seguito dell’abdicazione del padre, che all’epoca aveva appena 51 anni. Oggi ne ha 67, è in ottima forma (e non privo di fascino) ed è ancora sposato con tutte e quattro le consorti.

Il Re di Norvegia ama la vita all’aria aperto e gli sport; ne pratica diversi, dallo sci alla vela, e come velista partecipò alle Olimpiadi di Tokyo 1964, dove fu portabandiera per il suo Paese.

Non lo sapevo e non l’avrei mai detto, ma facendo ricerche per questo post ho scoperto che il Re del Bhutan gioca a calcio.

Per il suo compleanno Harald ha ricevuto un bellissimo regalo: la motocicletta che suo padre gli aveva donato settant’anni fa, per il sedicesimo compleanno. Mesi fa, visitando una mostra sulle automobili reali, il sovrano aveva chiesto se qualcuno sapeva che fine avesse fatto; il personale di Palazzo l’ha recuperata restaurata e consegnata, completa della targa originale.

(Ph: Sua Maestà la Regina)

Speriamo che il Re del Bhutan abbia a sua volta ricevuto un bel regalo, perché sui suoi account social gli hanno fatto gli auguri con questo ritratto digitale, opera di tal Chimi R Namgyal, che in altri tempi sarebbe finito sul patibolo.

Va bene dai, andrà meglio l’anno prossimo.

Le foto del giorno – Regina di compassione

Sono giorni un po’ strani, tra l’immarcescibile Festival di Sanremo – che non ho seguito, dunque i commenti sulle mise li rinviamo alla prossima edizione – e la tragedia del terremoto in Turchia e Siria, che ha visto oggi superare la soglia delle venticinquemila vittime.

In sintesi: non avevo particolare voglia di frizzi e lazzi, ma nemmeno di rattristarvi troppo. La cifra perfetta l’ha trovata per me Jetsun Pema, Regina Consorte del Bhutan, che ha dalla sua due grandi atout. Da una parte la saggezza buddhista, incentrata sulla compassione e sulla capacità di distacco dalle cose terrene, dall’altra la grazia incantevole e i gesti misurati della sovrana la rendono l’interprete perfetta per i sentimenti di questi giorni. Ieri la regina ha guidato una cerimonia con Primo Ministro e autorità del suo Paese insieme con gli ambasciatori presenti in Bhutan. Sono state accese mille lampade a burro nel Palazzo di Tashichho Dzong, antica fortezza religiosa che ora ospita le istituzioni a capo del Paese.

Le lampade a burro utilizzano solitamente come combustibile il burro di yak e sono sempre presenti nei templi e nelle cerimonie del Buddhismo tibetano da cui quello bhutanese deriva. Secondo la tradizione, la fiamma delle lampade aiuta la concentrazione e la pratica della meditazione, consente la dissoluzione delle afflizioni e favorisce il raggiungimento dell’illuminazione. In questo caso l’intenzione è accompagnare i defunti e consolare coloro che stanno soffrendo. Alla fine, nulla di troppo diverso dalle nostre candele.

Sono sempre colpita dal tempo e dall’energia che gli uomini spendono nel disegnare confini, e dalla facilità con cui la loro intima essenza li superi.

Le foto del giorno – I più belli

Ogni tanto abbiamo bisogno di bellezza, e allora pensiamo a loro, i sovrani del Bhutan. Che oggi – accompagnati dal figlio maggiore, il Principe Ereditario – hanno visitato The Paro Ka Ja Throm, un mercato realizzato su ordine del Re come luogo per la vendita di prodotti agricoli e ritrovo per la comunità, inaugurato questa mattina stessa.

La regina Jetsun Pema, sempre splendida, oggi mi delude un po’ dato il monocolore che ha deciso di indossare (per di più in una delle tinte che mi piacciono di meno, me ne farò la famosa ragione); mi chiedo se la semplicità della mise sia direttamente proporzionale all’informalità dell’occasione, con tanti bambini e contadini, e pure due in tenuta animalier sullo sfondo.

Anche l’ultima volta che l’abbiamo vista la sovrana era in monocolore, più esattamente in total black, e con lei il re suo marito: entrambi vestiti rigorosamente a lutto – e chic come pochi altri – per i solenni funerali di stato di Queen Elizabeth; davanti a loro si intravvede l’Imperatrice del Giappone, dietro i principi ereditari del Liechtenstein.

Per la coppia reale più bella del mondo oggi non è un giorno come gli altri; era il 13 ottobre 2011, undici anni fa, quando si sposarono con una cerimonia festosa e coloratissima. Il loro fu il terzo royal wedding di quell’anno, dopo i nuovi Principi del Galles William e Catherine (29 aprile), e i Principi Sovrani di Monaco Albert II e Charlène (1-2 luglio).

Auguri, e continuate a riempire i nostri occhi di bellezza e di grazia.

Le foto del giorno – Rifiorire dal dolore

Guardando le fotografie dei reali in questi giorni riflettevo su come domini la sobrietà dall’omaggio ai caduti, essendosi saldate in questo periodo dell’anno la tradizione religiosa che celebra il ricordo degli amati scomparsi con la fine della Grande Guerra, che per molti Paesi fu un momento significativo dell’epos nazionale nella definizione degli Stati contemporanei. Molte dunque immagini di omaggi ai sacrari militari, e non va meglio in Oriente: le pagine dei giornali giapponesi offrono il racconto di un funerale, quello del padre della principessa ereditaria Kiko, che è anche la prima uscita semipubblica dei neosposi Mako, nipote del defunto, e di suo marito Kei Komuro.

Per fortuna in Bhutan regnano loro, e con loro la grazia, la bellezza, la delicatezza.

Nei giorni scorsi la regina Jetsun Pema ha inaugurato il Pema Center, istituzione sanitaria dedicata alla salute mentale, La giovane sovrana ha molto a cuore la materia, e durante i periodi di lockdown imposti dalla pandemia si è impegnata in prima persona per tutelare la serenità dei bambini e delle loro famiglie, e per contrastare la violenza domestica, che si è intensificata anche il piccolo regno himalayano.

Davanti alle più alte autorità religiose il luogo è stato santificato dalla regina secondo la regola del buddhismo Mahāyāna, religione di stato in Bhutan, con una cerimonia suggestiva e piena di colori. Erano presenti il Primo Ministro e alti ufficiali, e con loro l’ambasciatore indiano; una presenza la sua estremamente importante se si considera che il Bhutan non ha relazioni diplomatiche con la maggioranza dei paesi (compreso il nostro) e viene rappresentato dall’India. India che fino al 2007 ha mantenuto il diritto di supervisionarne la politica estera con la facoltà di decidere su alcune operazioni, compreso l’acquisto di armi da Stati esteri.

Simbolo del Pema Center è il loto sacro, emblema di divinità, forza e purezza, che ha la capacità di fiorire splendido da acque torbide. Nei desideri della sovrana, il centro incarna la sua aspirazione ad assicurare il benessere e la felicità della vita di tutti i suoi sudditi, tutte considerate ugualmente preziose.

Vasto programma, direbbe qualcuno, cui non si può non augurare la riuscita.

Le foto del giorno – 10 anni dopo

il 2011 fu un anno eccezionale per i royal wedding, che vide andare all’altare due sovrani già regnanti e un principe che in futuro siederà a sua volta sul trono. Per l’importante anniversario speravamo di vedere feste e balli, diademi e diamanti, invece il 29 aprile i Duchi di Cambridge hanno celebrato in sordina causa pandemia annessi e connessi; i Principi di Monaco non hanno celebrato proprio a causa dell’assenza della sposa (ancora in Sudafrica e recentemente operata di nuovo, ma in probabile recupero, come tutti speriamo e le auguriamo).

Oggi tocca a loro: il 13 ottobre di dieci anni fa il giovane brillante e aitante Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, Druk Gyalpo – cioè Re Drago – del Bhutan da sposava la bellissima Jetsun Pema, e gli ottocentomila Bhutanesi conoscevano la loro incantevole sovrana, che a soli 21 anni diventava la regina più giovane al mondo, primato che mantiene ancora. Le nozze, annunciate dal Re il 20 maggio di quell’anno all’apertura della settima del parlamento, ha fatto veramente la storia, dato che il sovrano ha dichiarato di rifiutare la poligamia che pure sarebbe suo diritto. Jetsun è e sarà the one and only. Difficile allora non restare incantati dalla bellezza, la grazia, la delicatezza della sposa, il suo favoloso abito tradizionale, e lo sposo così chiaramente è appassionatamente innamorato.

(Ph: Triston Yeo/Getty Images)

Dieci anni dopo i due sono diventati genitori di due bambini, sono amatissimi dal loro popolo e si sono costruiti una solida reputazione di serietà, capacità e dedizione.

Lui ha cominciato a ingrigire, il che non fa che aumentarne il fascino. Lei mantiene intatta la sua sfolgorante bellezza, che il tempo che passa e la maternità hanno reso appena più dolce, noi li amiamo sempre di più, e accogliamo con gioia ogni foto che ci regalano.