Mentre qui si aspetta l’arrivo del santo bambino, e noi royal watchers non vediamo l’ora di deliziarci con la rassegna dei biglietti d’auguri che immancabilmente i vari membri delle royal families producono per gli auguri di fine anno, un altro bambino è già per strada.
È notizia di oggi che i sovrani del Bhutan – per cui tutti abbiamo un debole – aspettano il secondo figlio, la cui nascita è genericamente prevista “per la primavera”. All’arrivo della nuova creatura, il delizioso principe ereditario avrà compiuto i quattro anni, e assumerà il primo incarico davvero importante della sua vita, quello di fratello maggiore.
Insomma, la prossima primavera si preannuncia densa di eventi royal, e questa splendida coppia sta per donare al mondo un po’ di quella bellezza di cui c’è tanto bisogno.
Jetsun Pema –
Tennō Heika Banzai! – Guests
Concludendo la settimana che ha visto Naruhito sedersi definitivamente sul Trono del Crisantemo eccoci a uno dei momenti che preferite: il commento alle mise. Grande protagonista, ve lo dico subito, il cape dress, scelto da diverse in signore in versione giorno/sera, e in diversi colori (lo si è visto anche sulla moglie del Primo Ministro della Repubblica Ceca, in bordeaux la mattina, e in bianco con mantella corta al banchetto di gala).
Il modello giusto per una cerimonia del genere, deve aver pensato Mary, futura regina consorte di Danimarca, che lo ha indossato in entrambe le occasioni, declinandolo nella palette grigio/lavanda/mauve. Più chic secondo me per la cerimonia mattutina, in abito Valentino cui ha abbinato un cappello Philip Treacy con grandi rose nelle sfumature del viola, e in contrasto il rosso dei rubini della parure che Napoleone donò a Désirée Clary (in questo caso Mary indossa bracciale più collier e orecchini, l’uno e gli altri senza pendenti). Di grande impatto la versione serale, quando l’abito assume una sfumatura tendente al mauve, scopre le spalle, e il mantello si ricopre di cristalli: una variante meno sofisticata dell’altra, ma comunque perfetta per l’occasione. Avendo Mary un gran gusto e un ottimo senso dello stile, non ha caricato il tutto con una tiara di particolare importanza scegliendo invece il piccolo diadema edoardiano, con rosette di diamanti, piccoli rubini e spinelli, con orecchini in parure, che ha acquistato da sé a un’asta nel 2012.
In un’ideale sfida tra i due brand più prestigiosi del made in Italy, altro cape dress a scatenare il delirio è quello rosa cipria – firmato Armani Privé – indossato con una semplice toque da Mathilde, Regina Consorte dei Belgi. Che per farsi perdonare tanto raffinato splendore, la sera si veste da centrino sottotorta in pizzo dorato, con un fitting la cui bruttezza è seconda solo al modello: spalle strette, scollatura indecisa e pannello a strascico che parte dalla vita, in modo da poter tranquillamente ammazzare qualunque tipo di fianco. La salva dal disastro solo l’eleganza innata e la tiara delle Nove Province, indossata nella forma più semplice, come bandeau.
Siete un po’ deluse dai diademi visti finora? Niente paura, state per rifarvi, grazie a Máxima e al suo stile flamboyante. Per la cerimonia di intronizzazione la regina ricicla la mise del Prinsjesdag 2017: un abito Natan in broccato di seta a grandi rose, in una sfumatura di grigio tendente al blu, e lo completa con un cappello en pendant, stessa nuance di colore e stessa rosa monstre, pericolosamente simile a un cavolfiore. Per la sera abito dégradé dal rosso al nero e ritorno, con ricamo a zigzag nella fascia centrale. L’avrà scelto per abbinarlo alle punte della Mellerio Ruby Tiara? Comunque sia non importa, un diadema del genere va su tutto, e sta bene con tutto.
Se però volete sapere qual è la tiara preferita da Lady Violet, state per scoprirla, non prima di aver bevuto l’amaro calice della mise del mattino. Stiamo parlando della Reina Letizia, che ha partecipato alla cerimonia di intronizzazione con un abito in satin a fiori tapisserie di Matilde Cano. L’abito appartiene alla collezione 2020, ed è in preordine sul sito a euro 339. Ora, io sono certa che su qualche sito/giornale/magazine italico abbiate letto qualcosa del tipo “Letizia incanta con l’abito low cost”, ma fatemi dire una cosa. Indossare in un’occasione del genere un abito low cost è una cafonata unica, una forma di snobismo infantile e ridicolo. Ciò detto, l’abito è discreto ma troppo lungo, per cui nel camminare la Reina continuava a dare calcetti al tessuto perché non finisse sotto le suole. A completare il tutto, i capelli schiacciati da un bandeau senza infamia e senza lode, forse ispirato da quelli resi famosi dalla Duchessa di Cambridge, 10 anni più giovane e 10 centimetri più alta, la quale ha comunque chiaro il concetto che ciò che si mette in testa deve avere sempre un po’ di volume in verticale così da slanciare la figura. L’avete vista Mary, sì? Per fortuna ci pensava il collier di diamanti della regina Victoria Eugenia, dono di nozze del marito Alfonso XIII, a risollevare il tono.
Per la sera, Letizia va sul sicuro con un Carolina Herrera shocking pink, ricamato a fiori che a molti hanno ricordato quelli del manton del Manila, lo scialle sfrangiato importato dalla Cina e diventato popolarissimo in Spagna durante il Settecento. Abito d’impatto, fitting perfettibile (guardate la piega sul pur esilissimo braccio), ma la tiara vince tutto. È la Fleur de Lys, la più importante del forziere spagnolo; anch’essa dono di dono di nozze di Alfonso XII alla moglie Vittoria Eugenia, che la indossò in quell’occasione, è riservata alla regina. I tre grandi gigli di Francia intercalati da volute e tempestati di diamanti di varie dimensioni sono uno dei simboli araldici dei Borbone; è realizzata in platino, il che la rende ragionevolmente leggera. La tiara è chiamata anche Ansorena, dal nome dei gioiellieri madrileni che la realizzarono nel 1906.
Un po’ indecisa invece Victoria di Svezia, arrivata col padre Carl Gustav. Per la cerimonia sceglie un abito Escada blu inchiostro, che completa con un cappello Philip Treacy, in un modello simile a quello di Mary. Al gala invece si presenta con un abito in pizzo beigiarello, che tra colore e modello non le dona particolarmente. La scelta della tiara però mi commuove, è la Laurel Wreath, firmata Boucheron ed ereditata dalla prozia Lilian, protagonista di una meravigliosa storia d’amore che un giorno vi racconterò. Victoria è la sola delle royal ladies – immagino perché sarà il monarca e non la regina consorte – a indossare la fascia blu con bande rosse del Supremo Ordine del Crisantemo (come il Principe di Galles e Frederik di Danimarca). I sovrani indossano tutti il collare dell’Ordine, che è la massima onorificenza nipponica; le regine consorti portano invece la fascia gialla con bande rosse dell’Ordine della Corona Preziosa, riservato alle donne. La povera Mary di Danimarca, che al momento non ha ricevuto alcuna onorificenza giapponese, come da regola indossa quella di più alto rango del suo paese: il danese Ordine dell’Elefante (e immagino abbia scelto il colore dei suoi abiti in modo da valorizzare al massimo questa caratteristica).
I più belli, i più eleganti, i più affascinanti per Lady Violet?
Loro: Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck del Bhutan e la sua Regina, Jetsun Pema. Di giorno o di sera, nello splendore degli abiti tradizionali, lui ha charme e autorevolezza nonostante la giovane età (e i capelli impomatati), lei è di una bellezza imbarazzante, altro che principesse, duchesse e tutte le altre -esse che affollano le cronache.
E poi, per la sera sono in viola!
Con mio sommo dolore non possiamo chiudere in bellezza. Forse vi sarete chiesti se ci fosse qualcuno a rappresentare l’Italia. La risposta è sì, l’incarico è stato svolto dalla seconda carica dello stato, il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. La quale al banchetto di gala il cui dress code prevedeva white tie, abito da sera, decorazioni e diademi, si è presentata in pantaloni. Questo sempre perché gli Italiani sono i più eleganti di tutti, giusto? https://twitter.com/i/status/1187034643712921601
Le foto del giorno – 21 ottobre
Tra poche ore il Giappone vivrà il solenne Sokuirei Seiden no gi, che chiude le cerimonie per l’ascesa al Trono del Crisantemo dell’Imperatore Naruhito. Sperando che le condizioni meteorologiche consentano che tutto si svolga come attentamente programmato, si ricevono le delegazioni dei sovrani stranieri.
Concluso l’emozionante debutto ufficiale della figlia Leonor, che nei giorni scorsi ha per la prima volta partecipato alla consegna dei premi Princesa de Asturias – tenendo anche un paio di discorsi, e dimostrando una maturità sicuramente superiore ai suoi quasi 14 anni – Los Reyes sono atterrati a Tokyo. Letizia osa il total black, arma neanche tanto segreta di chi vuol sembrare un po’ più minuto, e dunque totalmente inutile del suo caso. Lui non resiste, e ripropone il mocassino con nappina. Sospiro di rassegnazione.
Anche lui in total black ma in costume tipico di rara eleganza: il giovane e aitante Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, sovrano del Bhutan, si è portato anche la sua bella regina e il piccolo (invero cresciutissimo) erede al trono, il Gyalsey, in total black come papà.
Blazer blu con bottoni dorati e pantaloni grigio scuro per il Re dei Belgi, accompagnato dalla moglie Mathilde in blusa di raso dorata pure quella, en pendant col marito; blazer blu monopetto, aggravato dai pantaloni color crema a vita pericolosamente bassa per il Principe di Monaco, che non ha i bottoni dorati, e manco la moglie al seguito, che sorpresa!
Dal Regno Unito è in arrivo il Principe di Galles, mentre la sovrana, che ormai non lascia più il suolo patrio, ieri s’è vestita di uno splendido lilla e se n’è andata al QIPCO British Champions Day 2019, a godersi una giornata tra gli amati cavalli. Privilegi dell’età.
Festa Nazionale in Bhutan
Mentre noi siamo sempre più affaccendati con il Natale incombente, ieri il Regno del Bhutan ha celebrato la sua festa nazionale, che coincide con la data in cui salì al trono il primo re della Dinastia Wangchuck che attualmente guida il paese. Il 17 dicembre 1907 Sir Ugyen Wangchuck, scelto come sovrano dal popolo, fu incoronato; dopo di lui altri quattro sovrani, chiamati Re Drago, lo hanno seguito sul trono.
Il quarto re, Jigme Singye Wangchuck è famoso per aver improntato il suo regno all’idea che la felicità interna l’orda è più importante del prodotto interno lordo. A cinquant’anni ha abdicato, e dal 2006 sul trono c’è il figlio e quinto Re Drago: Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, un giovanotto simpatico e molto romantico; nel 2011 ha sposato la bellissima giovanissima e borghesissima Jetsun Pema, dichiarando di rinunciare alla tradizione che concede al re fino a quattro mogli: lei è e rimarrà l’unica.
Hanno un delizioso bambino di quasi tre anni, il principe ereditario Jigme Namgyel, che compare spessissimo con i genitori sia in occasioni ufficiali come questa, sia in momenti più privati, accuratamente documentati sui social e nelle migliaia di fotografie esposte in tutto il paese.
La cerimonia di ieri ha celebrato la ricchezza culturale e le tradizioni del piccolo regno himalayano, compreso tra India e Tibet, che conta meno di un milione di abitanti e ha il buddhismo come religione di stato. Momento clou la processione detta Chipdrel, che ha scortato il sovrano alle celebrazioni, tenute in uno stadio.
Splendidi i costumi tipici dei partecipanti
e favolosi pure gli stivali!
La bandiera nazionale è arrivata dal cielo
mentre a terra si svolgevano le danze rituali.
La stampa occidentale, con spericolata originalità, ha definito la coppia reale i William e Kate d’Oriente, ma quando i principi inglesi hanno visitato il Bhutan, nell’aprile del 2016, il confronto si è risolto, a mio parere, a favore dei padroni di casa, con William un po’ schiacciato dal carisma dell’altro (per tacere dei capelli) e Catherine graziosa ma impacciata nel costume locale. 
(Ph. @KingJigmeKhesar)
Royal chic shock e boh
Oggi iniziamo la nostra rassegna con un grande boh. Ricordate tutti questa foto, immagino (e spero): era stata uno degli chic della scorsa settimana.

L’accoppiata delle due regine – Elizabeth in abito floreale pervinca e Mathilde con una mise in chiffon del solito Natan – creava un’immagine di serena eleganza, in contrasto piuttosto evidente tra i sovrani europei e i Trump, recentemente ritratti in identiche sala e posa.
Poi la Casa Reale belga diffonde le immagini per il quinto anniversario dell’ascesa al trono di re Philippe. E Mathilde cosa indossa? Lo stesso abito! Anzi no, sembra lo stesso, ma non lo è. Questo ha la gonna meno ricca e lo scollo a camicia. Ma allora ne ha presi due? Boh.
Alla fine arriva lei, Máxima d’Olanda, altra affezionata cliente Natan. E cosa sfoggia la regina sotto il vasto cappello?

Avete indovinato, quest’abito ha un’aria familiare. Ma come, e noi che ci siamo sempre preoccupate di trovarci faccia a faccia con una signora con la nostra stessa mise (e il segreto timore che all’altra stia meglio)! Cosa dobbiamo pensare, che la vecchia regola non valga più? Per ora Lady Violet pensa che il signor Natan (cioè Monsieur Edouard Vermeulen) sia un furbacchione, in grado di vendere tre versioni dello stesso vestito a due regine diverse. E non è neanche la prima volta, ma mai era accaduto che nel giro di pochi giorni la stessa creazione fosse stata così abbondantementeesibita. Ma proprio boh.
Continuiamo a parlare di Mathilde, particolarmente sotto i riflettori questa settimana. Oltre a festeggiare l’ascesa al trono del marito, ieri il Belgio tutto celebrava la sua Fête Nationale. E la regina si è presentata al Te Deum con un altro Natan, questa volta rosso, corredato di un cappello della fida Fabienne Delvigne, che sembrava un fresbee che nel suo volo avesse sfiorato per caso il real capino.

Desolée Madame, mais non. Né per il vestito traforato, né per le scarpe col pvc, né men che meno per il cappello, troppo shock.

Promossa invece la figlia maggiore di Mathilde, la principessa Elizabeth. Non è semplice coniugare un’età giovanissima (nemmeno diciassette anni), l’ingombrante titolo di Duchessa di Brabante, il ruolo pesante di erede al trono, e un’occasione formale ma all’aperto, in mezzo alla gente. Con questo abito a fiori di Maje Elizabeth ci è riuscita, evitando abilmente sia l’effetto piccola fiammiferaia sia quello starlette televisiva in cui incappa qualche altra principessa ereditaria. Io la trovo graziosa, fresca e chic.
Doppio voto questa settimana per la Reina Letizia, in visita col marito a Bailén in occasione del 210° anniversario della battaglia che fu la prima sonora sconfitta dell’esercito napoleonico. Bello l’abito bianco a pois neri, è di Carolina Herrera e si vede. Il modello anni ’50 con gonna a ruota e scollo all’americana dona veramente molto alla sottile Letizia, e le regala un’allure quasi hollywoodiana. Bella la borsa – anche questa Carolina Herrera – benché la stilista abbia un po’ scopiazzato il fermaglio Ferragamo. Decisamente chic.
Decisamente meno entusiasmo Lady Violet nutre per le scarpe. Innanzi tutto una sovrana non dovrebbe girare col tallone en plein air nelle uscite ufficiali, quindi ci permettiamo un consiglio: le mule le lasci nell’armadio e se le riservi ad occasioni più easy. Ma poi che è questa insana passione per il pvc col quale spesso Vostra Maestà imballa i piedini? Boh.
Avesse sbagliato solo le scarpe sarebbe andata di lusso, invece la principessa Claire, simpatica, amabile e paziente (molto, molto paziente) moglie di Laurent del Belgio, fratello minore di re Philippe, è un disastro dalla testa ai piedi. Anzi, forse la testa è l’unica cosa che si salva, perché il cappello è originale e piuttosto interessante.
Purtroppo Claire ha orchestrato la sua mise intorno a un soprabitino bianco e rosso, che ha pensato bene di completare con un pantalone bianco sportivo – che se non è un jeans poco ci manca – e termina giusto giusto a evidenziare la caviglia tutt’altro che nervosa. Amiche, andateci piano coi pantaloni bianchi, che l’effetto gamba ingessata è sempre in agguato. Shock.

La palma dell’eleganza questa settimana va a Jetsun Pema, giovanissima Regina Consorte del Bhutan che ha ricevuto nel costume tradizionale il primo ministro tailandese e signora. L’una in viola con tocchi di colore a contrasto, l’altra in una sinfonia di lilla, le due signore sono un inno alla grazia, allo charme, allo chic.
Concludiamo la nostra carrellata con Maria Teresa di Lussemburgo, che insieme col marito Granduca Henry ha assistito a Buckingham Palace al cambio della Guardia, dove il figlio minore Sébastien ha avuto il ruolo di portabandiera delle Irish Guards (il giovanotto, come i suoi fratelli e molti giovani royals di varie generazioni ha studiato all’Accademia Militare di Sandhurst).

Sarà l’effetto vestaglietta, sarà il contrasto stridente tra la leggerezza della mise e la pesantezza del contorno: la tappezzeria, la moquette, il colbacco dell’uniforme del giovane ufficiale, perfino il cane (e la borsetta sul tavolo, per tacere del cestino per rifiuti sullo sfondo) ma Lady Violet è incerta se la Granduchessa si meriti solo un boh o sia decisamente shock. Voi che ne pensate? Votate!