Troppo lunga, troppo woke, troppo caotica, troppo poco ritmo; comunque la pensiate sulla cerimonia di inaugurazione le Olimpiadi di Parigi 2024 sono partite, e ora non resta che goderci lo spettacolo e sperare in una pioggia di medaglie. Intanto è arrivata una pioggia di fotografie, quelle che non erano disponibili ieri più molte altre. E se ieri eravate davanti a uno schermo avrete capito che la parola pioggia non è usata a caso…
Anche questa volta partiamo con noi, e se tra di voi ci fosse qualcuno che non l’ ha ancora vista ecco la fantastica immagine di Mattarella, bagnato fradicio nonostante il – o a causa del – poncho impermeabile, spettinato e assai divertito.
(Ph: Collection privée de LL.AA.RR. le Grand-Duc et la Grande-Duchesse)
Bagnato come un pulcino il Granduca del Lussemburgo sfida il maltempo ma perde un po’ del suo proverbiale aplomb (vedi nodo della cravatta) e sembra arrivato direttamente dal Nome della rosa. Accanto la moglie Maria Teresa, che è una donna di mondo e non si scompone certo per due, o duemila, gocce. In ogni caso lo spirito sembra alto.
(Ph: Collection privée de LL.AA.RR. le Grand-Duc et la Grande-Duchesse)
Prima dell’inaugurazione i Granduchi avevano salutato all’Eliseo il Presidente e la Première Dame, poi Maria Teresa, in blazer AlexanderMcQueen e pantaloni Armani ha pubblicato questa deliziosa immagine con due “colleghe”: Letizia regina di Spagna smanicata in Carolina Herrera con la borsa Dior che portava ieri e Mathilde regina dei Belgi (in Natan, ovvio).
( Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)
Sotto l’acqua, ma con un certo stile, anche Los Reyes, che non hanno risparmiato applausi calorosi al loro team. A Parigi sono arrivate anche le due figlie, Leonor e Sofía, per sostenere le stelle del tennis iberico, il divino Rafa Nadal e il giovane brillantissimo Carlos Alcaraz. Ma quanto è bella questa foto?
Piuttosto asciutta – o semplicemente fotografata in un momento migliore – la Reine Mathilde in rosso, uno dei colori della bandiera, la cui grazia non viene scalfita dalla plastica trasparente dell’impermeabile. Impeccabile Roi Philippe, avremmo voluto vederlo a fine serata.
( Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)
All’Eliseo i sovrani belgi si sono incontrati con i danesi; come Mathilde, il cui abito la fa sembrare in attesa, anche Mary onora i colori della bandiera del suo Paese: blusa rossa Jesper Høvring e pantaloni bianchi Andiata.
Curiosamente non ci sono immagini di Frederik e Mary sotto la pioggia, o almeno io non ne ho trovate. Per prudenza comunque Mary si è portata il suo impermeabile, che non si sa mai. E chissà se i due avranno ricordato le Olimpiadi di Sidney, dove si conobbero ventiquattro anni fa.
(Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)
Chi non si è certo preoccupato del diluvio, nonostante no dovrebbe essere abituato, dato che come dice la canzone It never rains in Montecarlo, sono i principi di Monaco, che si sono portati anche i figli gemelli Jacques e Gabriella. La bimba non è sembrata condividere l’entusiasmo dei genitori e ha spesso mostrato un notevole broncio; lui in blazer blu sembra si sia scambiato il ruolo col padre.
( Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)
In tribuna a sostenere la loro squadra anche i sovrani nederlandesi; lui aveva partecipato alla cena al Louvre, lei invece si è vista direttamente all’inaugurazione.
(Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)
Willem-Alexander e Máxima sono accompagnati dalle due figlie maggiori Catharina-Amali e Alexia; la famiglia resterà a Parigi fino al 30 luglio.
E se a questo punto vi state chiedendo dove siano finiti gli altri, confermo di non aver visto né i reali norvegesi né gli svedesi. Quanto al Regno Unito, è arrivato in rappresentanza il neo Prime Minister Sir Keir Starmer. Che dopo aver salutato i Macron all’Eliseo ha raggiunto la tribuna, opportunamente dotato di impermeabile proprio.
Oggi l’inaugurazione dei giochi olimpici di Parigi 2024, con cerimonia au bord de la Seine. La Ville Lumière si è naturalmente riempita non solo di atleti, ma anche di reali e capi si stato che accompagnano le loro delegazioni. Due i momenti ufficiali per loro: ieri sera la cena nella piramide del Louvre ospiti del Presidente del CIO, Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach e della consorte Claudia. Oggi invece sono stati ricevuti all’Eliseo dal Presidente Macron e signora. Iniziamo questa carrellata fotografica partendo da noi, col Presidente Mattarella accompagnato dalla figlia Laura. Che è una donna dotata di notevole signorilità, ma non particolarmente elegante.
(Ph: Ludovic Marin/POOL – ANSA/EPA)
Per la cena della vigilia ha scelto pantaloni bianchi con una blusa/poncho con stampa a farfalle. L’abbiamo vista vestita meglio, ma anche peggio. Fotografie dei Mattarella oggi all’Eliseo non ne ho trovate, ma ho trovato un aneddoto su Macron che al termine del ricevimento offerto alla stampa estera accreditata, conversando con un nostro connazionale, ha sottolineato il legame che sente col nostro Paese e con Napoli, ricordando insieme a Brigitte che il loro incontro fu favorito da una pièce di Eduardo De Filippo. E alla domanda se sapesse qualche parola in napoletano ha risposto caffè sospeso. Molto ben detto, Monsier le Président.
(Ph: Jeanne Accorsini)
Non potevano mancare i Principi di Monaco; del loro amore per lo sport abbiamo detto spesso, e ricordiamo che entrambi hanno partecipato come concorrenti a edizioni precedenti. Bella e grintosa la Princesse con top e pantaloni Alexander McQueen; una mise che sottolinea molto le ampie spalle, ma non male.
(Ph: Eliot Blondet)
Albert II e Charlène non hanno mancato l’appuntamento con i Macron; lei in total white con accessori silver, lui con l’uniforme olimpica del Principato; sarà per quello che Brigitte si è messa le mani ai capelli conciandoli così? Io però Albert quando fa queste cose lo amo: non si tira mai indietro, e non è poco.
Ecco i sovrani belgi, reduci dall’emozione della laurea a Oxford della primogenita Elisabeth – che completerà la sua formazione a Harvard – la Reine indossa a sua volta pantaloni bianchi con una blusa/poncho assai scenografica, che in effetti è una tuta ed è firmata Natan. Mathilde irradia luce, la trovo veramente splendida, e stavolta non posso neanche parlare male del suo amato couturier!
Alla cena al Louvre partecipano anche Los Reyes, con Letizia che diplomaticamente omaggia la Francia presentandosi in Dior dalla testa ai piedi. Mi piace molto, e mi piace il fatto che osi qualcosa di diverso; ho scelto questa foto dove l’abito si apprezza meglio. Poi i capelli così tirati la invecchiano un po’, ma non si può avere tutto.
Oggi all’Eliseo Felipe è andato da solo, non chiedetemi perché. La foto ve la metto lo stesso perché insomma, El Rey è sempre un bel vedere, e El Rey a Parigi è sempre una buona idea.
(Ph: Arturo Holmes/POOL/AFP)
Presenti i sovrani più “nuovi”, quelli di Danimarca, che giocano quasi in casa viso che in fondo il re è francese per metà. Anche Mary sceglie una tuta rossa, di Max Mara, con sandali Aquazzura e clutch Prada; insomma Made in Italy al 100%. La regina, che è arrivata dalla Sardegna dove era in vacanza col marito, è apparsa ringiovanita; opera del nuovo colore di capelli con ciocche color caramello vicino al viso (si chiama face framing) e forse qualche ritocco. A 52 anni, con un nuovo lavoro e un marito forse distratto, ci sta.
(Ph: COSL/LUXPRESS)
Per due sovrani che hanno preso servizio da poco eccone due che stanno per lasciare: i Granduchi del Lussemburgo, che hanno annunciato da ottobre il graduale passaggio dei poteri al figlio Guillaume. Maria Teresa ha tirato fuori dall’armadio un abito marrone con scollo all’americana, prudentemente arricchito da una stola, del libanese Rabih Kayrouz. Mi piace anche lei, starò diventando troppo buona?
Royals britannici, svedesi, norvegesi non pervenuti, mentre ieri al Louvre è arrivato – da solo e in anticipo – Willem-Alexander d’Olanda, che oggi era in tribuna con la consorte ad applaudire gli atleti.
Riassumendo, mi sembra che ogni delegazione abbia fatto un po’ come voleva, e le fotografie risentono di questa scelta. Non tutti hanno partecipato agli eventi ufficiali, alcuni hanno inaugurato il villaggio degli atleti del proprio Paese, alcuni oggi si sono fatti un selfie in tribuna. Dunque troverete tante immagini diverse, comunque piacevoli e persino divertenti.
Lady Violet vi saluta con questa bella foto di gruppo dall’Eliseo, e vediamo se riconoscete qualcuno.
Comincio io: la signora in azzurro, quinta da sinistra, è Jill Biden, col completo indossato l’anno scorso all’incoronazione di Charles e Camilla. E chi sarà quella dea in rosso arancio e borsa azzurra al centro della scena? Insomma vinca il migliore, ma ricordiamoci che l’importante è partecipare!
La prima serata dell’anno mette in scena il cambiamento sul trono di Danimarca: per l’ultima volta Margrethe partecipa a una cena di gala come monarca, per l’ultima volta Mary interviene come principessa ereditaria. Questo passaggio, che chiude un’annata e un’epoca e ne apre di nuove, è talmente perfetto che non ho resistito a usarlo per iniziare l’ultimo post della nostra rubrica dedicato al 2023. Una lettura, spero piacevole, che possa accompagnare questi giorni sospesi, nell’attesa di scoprire un anno pieno di nuove mise a scandirne giorni ed eventi. Sulle royal ladies danesi in effetti non c’è troppo da dire, visto che i loro abiti erano quasi tutti già stati indossati, ma facciamolo lo stesso.
(Ph; Hanne Juul)
La protagonista indiscussa è lei, col suo meraviglioso abito di velluto color rubino (Birgit Hallstein) che debuttò a capodanno del 2007, quando Mary era incinta della secondogenita Isabella; nel tempo il modello che nasceva con una linea impero è stato modificato, la vita risistemata al suo posto e segnata da un cinturino spesso arricchito da una spilla, come in questo caso. La scollatura invece si è alzata assumendo la forma ideale per sorreggere il collare dell’Ordine dell’elefante; la linea della gonna è perfetta (e lei manovra lo strascico con aggraziata sapienza). Aggiungiamoci la parure di rubini che appartenne a Désirée Bernadotte e il gioco è fatto. Chic.
(Ph: Hanne Juul)
I principi cadetti Joachim e consorte sono apparsi di ottimo umore, forse persino sollevati. Come la cognata futura regina, anche Marie ha indossato di nuovo un abito già visto, della stilista danese Rikke Gudnitz, in pizzo bluette (che noia sto colore!). Un tessuto poco adatto alla pioggia invernale, con lo strascico appesantito dall’acqua che intralciava il passo. Purtroppo a me la principessa non piace particolarmente, non la trovo quasi mai elegante, molte volte banale. Questa è una di quelle volte. Boh.
(Ph: Hanne Juul)
Su Margrethe non torniamo, dato che pelliccia a parte era vestita come al compleanno del nipote Christian, prossimo Principe Ereditario (Royal chic shock e boh – Birthday gala edition). Dedichiamo invece la nostra attenzione alla sorella Benedikte. Non posso negare la mia ammirazione per il suo stile regalmente chic, vagamente androgino, a volte persino sorprendente. Ieri è arrivata inguainata in un abito di paillettes color melanzana, con scarpette ugualmente sbrilluccicose. Potremmo dire che la borsetta dorata fa un po’ troppo bamboletta, che il collare dell’Ordine dell’elefante andrebbe messo meglio, che l’altro collier c’entra poco o niente ed era meglio lasciarlo a casa. Ma la ragazza ad aprile compirà i suoi primi 80 anni, per cui è arrivato il momento di infrangere ogni regola. Chic, la adoro.
Esaurito l’argomento Danimarca (il 2 c’è stato anche il ricevimento del corpo diplomatico, ma ve lo risparmio) che ne dite se salutiamo l’anno appena trascorso con una rassegna delle robe de soirée indossate dalle royal ladies nell’ultimo mesetto? Considero la mozione approvata, e vado a incominciare. Con chi? Ovviamente con Lei. Vi immaginate che vita sarebbe senza Máxima? Se Willem-Alexander avesse sposato una simpatica connazionale, che so una Saskia fiammingamente elegante, magari con un tocco di luterana austerità? E invece… E invece no, Dio ce l’ha data e noi ce la teniamo! Martedì 28 novembre a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs, la regina e la Première Dame inauguravano la mostra Iris van Herpen: Sculpting the Senses dedicata alla geniale stilista olandese e visibile fino al 28 aprile. Bene, se Brigitte Macron ha optato per una mise total white semplice e lineare, molto nel suo stile, la regina dei Paesi Bassi ha deciso di omaggiare la protagonista della serata e si è presentata così.
Monumentale. Devo dire che io trovo le creazioni di Iris van Herpen molto interessanti, forse più come oggetti che come abiti; sicuramente non sono semplici da indossare. Questo vestito è caratterizzato da ramages ricamati a mano che si intrecciano su un corpetto di tulle trasparente, in tonalità che vanno dal bianco al beige. La gonna è composta di pannelli allungati di crêpe de chine delicatamente plissettati. E siccome parliamo di Máxima, non ci stupisce che per slanciare il suo 1,78 piazzi sotto l’abito dei sandali Aquazzurra con altissimo plateau.
Molto bella anche l’acconciatura, sottolineata dai favolosi orecchini con enormi diamanti. E fatemi spezzare una lancia in favore della povera Brigitte, ridotta al ruolo di ancella, che tuttavia riesce a svolgere con onore. Siccome nessuna delle categorie che usiamo di solito basta a definire lo spettacolo offerto dalle due signore, direi favolosa una, decorosa l’altra.
Due sere dopo a Londra andava in scena l’annuale Royal Variety Performance, alla presenza dei Principi di Galles. Ora diciamoci la verità, dopo l’exploit della regina olandese chiunque avrebbe fatto un po’ effetto Cenerentola, però Catherine, dai… La sua scelta è caduta su Safiyaa, brand di recente molto apprezzato dalle royal ladies che amano in particolare (pure troppo) i suoi cape dress (Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle). Il modello indossato dalla principessa è il Destiny, caratterizzato dalle spalline aguzze e dalle maniche che si allungano fino a terra. Lo trovo terribile, non so se mi piace meno il modello o il colore, un blu pavone che la stilista definisce Poseidon, immagino memore dell’omonimo transatlantico che finisce affondato in ben due film catastrofici. Banalissima la decorazione pietrificata allo scollo, si è capito che non mi piace? Shock.
Con i futuri sovrani britannici c’erano i futuri sovrani di Svezia in missione lodinese. Uno degli impegni di Victoria più diligentemente portati avanti è la promozione dello stile e del design svedesi; questa volta indossa un total look TOTEME: mise – composta da abito più stola triangolare – e gioielli. A un primo sguardo non nego una grande perplessità: mi sono chiesta se si fosse vestita da orsetta di peluche. Poi ho capito che il tessuto, di cui continuo a non essere convinta fino in fondo, dovrebbe essere composto da una sorta di sfrangiatura che lo rende così fluffy, per cui immagino che visto dal vivo l’effetto fosse decisamente migliore. Non ho trovato la composizione, ma facendo un giro sul sito (https://toteme-studio.com/) ho notato con piacere l’utilizzo di fibre nobili; mentre l’abito di Catherine, per dire, è in crêpe di puro polyestere. Mi piace molto la linea, che trovo molto moderna, così come i gioielli. Insomma, non mi convince fino in fondo ma mi piaciucchia. Boh.
Restiamo nel Regno Unito per un altro classico appuntamento di fine anno: il ricevimento del corpo diplomatico, organizzato a Buckingham Palace martedì 5 dicembre. Dopo sei mesi esatti la Principessa di Galles replica pari pari la mise indossata al ricevimento di nozze di Hussein e Rajwa: abito di paillettes rosa Jenny Packman con la Cambridge Lover’s Knit Tiara e i favolosi orecchini di diamanti di nonna Lilibet (Royal chic shock e boh – Royal wedding banquet). Boh era e boh resta. Più complicato parlare di Queen Camilla, di cui esiste solo la foto che vedete sopra, più un’altra dove si intravvede a malapena. L’abito di Fiona Clare è nel suo classico stile; questo ha un collo montante che non credo di aver visto prima ma più di tanto è impossibile dire. Anche perché l’attenzione di tutti è stata attratta dall’importante gioiello sfoggiato: un notevolissimo devant de corsage che nessuno conosceva, peraltro bizzarramente appuntato. Buckingham Palace ha reso noto che apparteneva alla Queen Mother, tuttavia nessuno ricorda di averglielo mai visto indosso. Potrebbe essere parte dell’importante eredità di Margaret Greville, che morì senza discendenza nel 1942 lasciando le proprie preziosissime gioie all’allora Queen Consort, la madre Elizabeth. L’abito sembra bello, i gioielli da sogno, ma l’insieme boh.
Lo stesso giorno i sovrani belgi atterrano a Berlino per una visita di stato, e la sera partecipano al banchetto di gala in loro onore. Qui assistiamo a una di quelle magie che a volte accadono, perché la Reine Mathilde e Frau Steinmeier (si chiama Elke Büdenbender ed è una giurista) si sono ritrovate meravigliosamente abbinate. La sovrana ha replicato un abito di velluto bordeaux (uno dei colori di stagione, che andrà fortissimo per tutto il 2024) di Armani Privé, e si vede, indossato cinque anni prima per un’altra visita di stato, questa volta in Francia (Royal chic shock e boh – Novembre 2018). La tiara è la stessa, quella delle Nove Province, di cui ora come allora ha scelto di mettere il solo bandeau; mossa assai opportuna in presenza di una controparte repubblicana. Al posto della fascia della Legion d’onore indossata a Parigi qui c’è una stola, che mi piace molto, e gioca di rimando con la mise arancio bruciato della first lady. Chic+chic. Ora so che vi aspettate una parola sull’orrendo smoking di Herr President, ma considerando che ha donato un rene alla moglie salvandole la vita mi asterrò, certi gesti sono molto più eleganti di qualunque abito ben tagliato.
La sera seguente come sempre sono gli ospiti a invitare i padroni di casa; di solito si tratta di un concerto, e anche questa volta la tradizione è stata rispettata. Devo dire che in questa foto mi piace molto l’armonia cromatica, data non solo dal rispetto del diplomatic dress, che prevede di omaggiare i colori della bandiera dell’altro Paese, ma anche dalla similarità delle due bandiere: tricolore a bande verticali nero-giallo-rosso la belga, tricolore a bande orizzontali nero-rosso-giallo la tedesca. La Reine sceglie il rosso; l’abito Natan, già indossato in precedenza, in chiffon laminato. Ha ottenuto molti commenti positivi cui Lady Violet non può aggiungere il suo: trovo che il modello non valorizzi la silhouette di Mathilde, boh. Mi piace molto invece la mise della first lady tedesca, in nero con tocchi di paillettes. Qualche foto evidenza la necessità di rivedere drasticamente l’underwear, ma facciamo finta di niente, chic.
Dicembre in Svezia vuol dire innanzi tutto una cosa: Nobel, con ben due eventi di gala. Per la consegna del premio, la sera di domenica 10 dicembre, la Principessa Ereditaria Victoria sfoggia una sinfonia di viola che ha deliziato Lady Violet: abito monospalla – lo so che molte di voi non lo amano, ma fate uno sforzo – della svedese Camilla Thulin abbinato alla parure di ametiste, che indovinate? Lady Violet adora. Una mise già indossata para para, fatta eccezione per la fascia dell’ordine, per la visita di stato dei sovrani olandesi a ottobre 2022. Repetita iuvant, chic!
(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)
Profondendoci in scuse per citarla dopo la figlia ecco Sua Maestà la Regina, con un abito dell’amata maison tedesca George et Arend. Anche in questo caso era stato già indossato, anch’esso lo scorso anno ma al galà in onore dei cinquant’anni di regno di Margrethe II, passato praticamente inosservato visto che, rinviato a causa della pandemia, alla fine si tenne domenica 11 settembre, col resto del mondo distratto dalla scomparsa di Queen Elizabeth II avvenuta tre giorni prima. In quel caso Silvia aveva abbinato all’abito tra il rosa e il lilla la parure di ametiste che questa volta ha prestato alla figlia, preferendo la tiara della Regina Sofia, che somiglia un po’ a una tela di ragno. Leggermente affaticata ma chic.
(Ph: Jonathan Nackstrand/Getty Images)
Svolta semidark per Sofia, in abito Andiata e cascata di Swarovski al collo. In nero mi piace molto, esalta i suoi colori; la gonna in tulle non mi fa impazzire ma tutto sommato la combinazione con il corpino opaco non è male. Divertenti gli strass dei due collier abbinati alla tiara nuziale nella prima versione, con diamanti e smeraldi; avrei evitato i due bracciali, sempre Swarovski, così pedantemente abbinati. La maison (finlandese) che ha creato l’abito cita delle rose fatte a mano sulla vita, e credo che ce ne siano anche dietro.
E fin qui poteva andare, finché non ho visto altre rose nere, inutili e pure un po’ funeree, adornare la testa della principessa. Ma perché? Boh.
Oggi si può dire davvero che il regno di King Charles III (e Queen Camilla) è iniziato: i sovrani hanno varcato la Manica per la loro prima visita ufficiale all’estero e sono andati a incontrare gli amici/nemici francesi.
Le prime foto raccontano di una grande cordialità tra i due capi di stato, della grandeur della prima tappa all’Arc de Triomphe, e dell’inevitabile bruttezza del cuscino di fiori nei colori delle bandiere, che poi sono gli stessi: blu bianco e rosso (la verità è che certa di farvi cosa gradita ho scelto questa foto per la presenza dello scudiero di Sua Maestà, il Tenente Colonnello Johnny Thompson).
Naturalmente seguiremo questa due giorni in terra gallica – oltre a Parigi gli ospiti visiteranno anche Bordeaux – naturalmente la cena di questa sera a Versailles si annuncia come uno degli eventi dell’anno; e ovviamente dedicheremo la dovuta attenzione alle differenti mise. Intanto ecco a voi les quatre mousquetaires, con Camilla tutta in rosa in stile Barbie zia d’Albione e la rigorosa Madame Macron in uno dei suoi asciutti completini da vendeuse delle Galeries Lafayette.
È il 14 luglio, data che evoca presa della Bastiglia, rivoluzione, reali decapitati, festa nazionale della Francia e del suo orgoglio repubblicano. Per una di quelle coincidenze con cui la Storia si diverte, oggi non è solo la grande festa della repubblica, ma anche il compleanno di Victoria di Svezia; per ora solo erede al trono, un giorno sarà regina. Che poi il suo casato – Bernadotte – discenda da un generale napoleonico che raggiunse fama fortuna e trono proprio in conseguenza della rivoluzione è un’altra di quelle burle della Storia cui accennavamo. Questa mattina dunque apro la pagina della Casa Reale svedese e trovo l’immancabile post di auguri alla festeggiata, con una foto in cui Victoria indossa un abito rosa di adeguata bruttezza (del brand svedese By Malina). La foto mi ricorda qualcosa; una breve ricerca, et voila! È la stessa usata lo scorso anno nella stessa occasione, allora con la povera Vic tagliata a mezza coscia, chissà perché. Agli abiti riciclati ci stavamo abituando, ma mo pure le foto…
(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)
In materia di sense of humour però i Britannici non li batte nessuno, ed ecco che loro, storici antagonisti dei Francesi, reali imperiali o repubblicani, scelgono proprio questo giorno per celebrare la presa della… Bastiglia? no della Corona! Apre oggi al pubblico per 10 settimane Buckingham Palace, con una mostra d’eccezione, che espone gli abiti usati nella recente incoronazione da King Charles III e Queen Camilla (fino al 24 settembre). Quando si dice l’evento giusto al momento giusto.
Non temete però, al di qua della Manica la giornata è stata festeggiata comme il faut, anche se in tono minore data la situazione complicata seguita all’uccisione di un giovane da parte di un gendarme. Guest star della tradizionale sfilata sugli Champs-Élysées quest’anno è l’India: sul palco il premier Narendra Modi ha osservato sfilare anche soldati indiani, che probabilmente hanno sopportato meglio dei locali il clima afoso. Brigitte Macron questa volta ha scelto un colore tra il giallo chiaro e il crema. Un modello che la Première Dame indossa spesso: tubino aderente al ginocchio (meno male!) e bolerino, in questo caso a maniche lunghe. Una mise che Lady Violet, nell’assai improbabile caso riuscisse a entrarci, indosserebbe a novembre.
Il 14 luglio 1789 è una delle date più celebri della storia, e la presa della Bastiglia l’episodio simbolo della Rivoluzione Francese. I più festeggiano, qualcuno rimpiange e qualcuno celebra pure la morte di Lady Oscar (Lady Violet si astiene, dato che quando il celebre personaggio arrivò in Italia era già all’università).
Indubbiamente la Révolution ha cambiato il mondo – almeno il nostro, l’Europa e in generale l’Occidente – ha trasformato la Francia in una repubblica e per un gioco del destino ha avuto anche conseguenze royal. Sono infatti seduti sul trono di Svezia i Bernadotte, discendenti di quel Jean Baptiste Jules che, maresciallo di Francia con Napoleone, divennne nel 1818 Re di Svezia e Norvegia (allora unificate) col nome di Karl XIV Johan.
(Ph. Pelle T Nilsson/SPA)
Se oggi la Francia celebra la Fête Nationale, la Svezia festeggia principessa ereditaria Victoria, che proprio in questa emblematica data compie 45 anni. Come da tradizione per il suo compleanno, la futura regina e la famiglia reale hanno incontrato i cittadini nella residenza estiva di Solliden, nei pressi della capitale. Victoria sembra sempre godersi molto la giornata, e in suo onore passeremo sopra alla giacca color albicocca del padre, ai mocassini con nappina ma senza calze del marito, e al vestito un po’ abbondante (ai miei tempi si diceva in crescenza) del piccolo Oscar, comprensibilmente perplesso. Occhi a cuoricino invece per Estelle, che a dieci anni è delizia pura.
(Ph. Mikael Fritzon/TT)
Poteva mancare il giro in carrozza, da vera principessa? Certo che no!
(Ph. Jonas Ekströmer/TT)
I festeggiamenti sono continuati sull’isola di Öland dove si è tenuto un concerto in onore di Victoria, che sembra goderselo assai. Leggermente meno entusiasta la sorella Madeleine, fresca quarantenne, per tacere della cognata Sofia, il cui bel faccino mostra una certa noia vestita da educato sorriso. Anche i reali a volte si stufano.
(Ph. Jonas Ekströmer/TT)
Atmosfera ugualmente festosa – meno allegra e più marziale, come si conviene all’occasione e alla grandeur – a Parigi, con la tradizionale parata sugli Champs-Élysées.
(Ph. Capture d’écran TF1)
Occhi puntati sulla première dame Brigitte, che ha sorpreso con tutti con una insolita mise. Questa volta Madame Macron ha lasciato nell’armadio i suoi vestitini corti e ha coperto le ginocchia con un abito Vuitton in una seta stampata su cui si inseguono chiavi e catenelle, con maniche lunghe e colletto chiuso da una lavallière. Lady Violet approva. Con lei e Monsieur le Président in tribuna d’onore c’era anche la divina Naomi Campbell, che da dea delle passerelle si sta trasformando in una sorta di madonna pellegrina che fa il giro degli eventi mondiali di alto profilo (venerdì era a Roma per la sfilata dedicata a Valentino, e già aveva più senso).
La Venere nera era griffata anche lei Vuitton, sarà stata invitata come testimonial della Maison, in supporto a Brigitte? O ha iniziato una nuova carriera di ospite prestigiosa a pagamento, secondo lo stile inaugurato da Michael e Marie Christine di Kent, noti nel jet set come Rent-a-Kent? Je ne sais pas.
Allons Vuitton de la patrie Le jour de gloire est arrivé
Il 14 luglio si celebrano principalmente due cose: sul versante repubblicano la festa nazionale francese nel giorno della presa della Bastiglia, 232 anni fa; su quello monarchico il compleanno di Victoria, erede al trono di Svezia, che oggi compie 44 anni. So che c’è anche chi ricorda la morte di Lady Oscar, ma avendo avuto in gioventù un fidanzato a nome Oscar, Lady Violet apotropaicamente evita.
Per i Macron questo potrebbe essere l’ultimo 14 juillet all’Eliseo; vedremo cosa succederà alle elezioni presidenziali dell’aprile prossimo. Se l’anno scorso la pandemia al suo apice aveva imposto festeggiamenti particolarmente sobri, e dedicati principalmente ai professionisti della sanità, quest’anno si è compiuto un piccolo passo verso la normalità: in venticinquemila coloro che hanno potuto assistere alla parata sugli Champs-Élysées: 4400 i militari che hanno sfilato, 73 aerei, 24 elicotteri, 221 tra veicoli e mezzi cingolati, 200 i cavalieri della Garde républicaine in groppa ai loro destrieri. Più qualche simpatica mascotte come Turco, la capra nera con la sua elegante uniforme, simbolo delle armate del Nord Africa.
La Première Dame è apparsa con una mise insolita per lei: un abito midi in una pallidissima tonalità di celeste, maniche lunghe e vita bassa da cui parte la gonna apieghe piatte, il cui effetto è francamente migliore in movimento che in foto. Semicoperte le gambe che Brigitte Macron considera il suo punto forte, madame non ha rinunciato a calzare décolléte dai tacchi altissimi, in nuance con l’abito.
Purtroppo non della sua mise sono piene le cronache, ma del suo comportamento, in quanto la moglie del Presidente, in barba a ogni protocollo covid, ha dispensato ai presenti abbracci e baci, con e anche senza mascherina. Quel dommage!
Per fortuna qualcuno ha rubato la scena a tutti: in attesa di partecipare alla parata, un giovane soldato dell’Armée de Terre si è inginocchiato – un po’ rigido, va detto – davanti alla sua ragazza e le ha chiesto di sposarlo. E lei ha detto sì!
L’intrepido giovanotto, un allievo ufficiale di nome Maximilien, ha dichiarato che aveva in mente un gesto un pochino più discreto, ma per fortuna non c’è riuscito, altrimenti come avrebbe potuto deliziare tutte le ragazze di oggi, di ieri e pure dell’altro ieri? Oggi possiamo proprio dirlo: fate l’amore e non fate la guerra!
Emozioni decisamente più controllate e vagamente soporifere a Solliden, residenza estiva della famiglia reale svedese, per il quarantaquattresimo compleanno della futura regina Victoria. Ieri sera un concerto all’aperto cui hanno partecipato la festeggiata col marito Daniel e la figlia Estelle, i sovrani, i principi Carl Philip e Sofia con l’ultimogenito Julian nel carrozzino. Oggi foto di rito, con Estelle già molto alta e il piccolo Oskar, che ha ripreso il suo classico, delizioso broncio, e porta i capelli con la riga proprio come papà.
Il 10 giugno 1940, ottant’anni fa, l’Italia dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna (ricordate? un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria!).
Il 14 giugno 1940, ottant’anni fa, la Francia invasa è costretta ad assistere allo spettacolo dall’esercito tedesco che marcia sugli Champs-Élysées.
Il 18 giugno 1940, ottant’anni fa, il Generale de Gaulle – è lui il primo Charles del titolo – è a Londra, dov’è arrivato il pomeriggio precedente. Entra in un grande edificio nei pressi dello Strand: Bush House, allora sede della BBC. Da lì pronuncia un discorso che verrà considerato il testo fondante e il simbolo stesso della Resistenza francese: l’Appel du 18 juin. Il messaggio è la risposta a quello diffuso il giorno prima dal Maresciallo Pétain che annuncia l’armistizio con l’invasore e la nascita del Governo collaborazionista; de Gaulle chiama a raccolta i soldati francesi che si trovano – o stanno per arrivare – sul suolo britannico, perché si uniscano a lui nella lotta alla Germania nazista. L’uno è un ufficiale piuttosto giovane, relativamente sconosciuto, nominato generale in via provvisoria 12 giorni prima; l’altro è le vainqueur de Verdun, l’eroe della Prima Guerra Mondiale: è praticamenteun monumento nazionale, ed è popolarissimo. Quella sera il messaggio di de Gaulle lo sentono in pochi, il giorno dopo compare su qualche giornale, su entrambi i lati della Manica. Ma è in quella sera di giugno, dall’alleanza con Churchill che nasce France Libre e la Storia cambia il suo corso.
Oggi, a ottant’anni di distanza, il Presidente francese Macron è a Londra per celebrare quel messaggio. Prima dell’incontro bilaterale col Prime Minister Boris Johnson a Downing Street, Monsieur le Président – senza la Première Dame, rimasta a Parigi per un piccolo intervento agli occhi – è stato ricevuto dal Principe di Galles e consorte, appena rientrati dalla Scozia dove hanno trascorso una lunga quarantena. Sempre rispettando la distanza di sicurezza, of course.Tra le numerose decorazioni sfoggiate, spiccava al collo di Charles l’insegna da Commandeur de l’Ordre du mérite agricole, un onore che divide con poche selezionatissime personalità, tra cui Caroline de Monaco.
Dopo l’incontro a Clarence House, residenza londinese dei futuri sovrani, il gruppetto si è spostato sul Mall, dove Macron ha deposto una corona tricolore alle statue di George VI e della consorte Elizabeth, sul trono durante la Seconda Guerra Mondiale; poco lontano, a Carlton Gardens, lo stesso omaggio è stato presentato alla statua di de Gaulle. La visita è stata l’occasione per consegnare la Legion d’Honneur alla città di Londra, rappresentata dal sindaco Sadiq Khan. Un tocco particolarmente scenografico è stato offerto dal volo combinato delle pattuglie acrobatiche dei due Paesi – si chiamano Red Arrows e Patrouilles de France – che hanno sorvolato insieme i cieli delle due capitali, insomma, una sorta di A Tale of Two Cities in versione aeronautica.
Una volta raggiunta la residenza del Prime Minister, Boris Johnson ha mostrato a Macron un reperto d’epoca: un grosso gallo Lalique, donato da de Gaulle a Lady Clementine Churchill proprio in quegli anni difficili. Non saprei dire se i capelli di BoJo abbiano preso quell’aspetto al cospetto dell’impegnativo omaggio, certo le espressioni dei due rivelano la verità: prima o poi, un pennuto di cristallo in regalo tocca a tutti.
Neanche venti giorni fa il parigino Hôtel des Invalides ospitava la mesta cerimonia funebre per l’ex presidente Chirac, ma oggi la Cathédrale de Saint-Louis, all’interno del complesso, è teatro di un matrimonio ad altissimo tasso de sang bleu, che ha unito i rampolli di due famiglie che senza esagerare hanno fatto la storia d’Europa: Jean-Christophe Napoléon Bonaparte (Son Altesse Impériale sul faire part mariage ) e la contessa Olympia von und zu Arco-Zinneberg. Come illustra lo schema opportunamente pubblicato dal Times, lui discende da Girolamo, il più giovane dei fratelli di Napoleone (entrambi sepolti proprio qui), lei da Ferdinando I d’Austria, fratello della Maria Luigia seconda moglie di Napoleone e madre del suo unico figlio, lo sfortunato Aiglon. In pratica, un déjà–vu. E per non farci mancare proprio nulla, la madre dello sposo è Beatrice di Borbone-Due Sicilie, con interessanti connessioni familiari (e mondane) che vedremo tra poco. La sposa era in Oscar de la Renta: un abito avorio in con un motivo di grandi felci cut-out, un gioiello di sartorialità, raffinato e insolito, (tra l’altro la felce, una delle piante di San Giovanni, è più legata a mistero e magia che a amore e matrimonio). Personalmente lo trovo molto interessante, molto adatto alla bellezza poco classica della sposa, ma sono certa non piacerà a tanti di voi. Curiosamente per un matrimonio di questo tono non è la prima a indossare questo modello (come testimonia l’account IG della Maison), però è probabilmente la prima ad avere abbinato un coprispalle, e francamente con l’aggiunta del velo bordato il felceto diventa un po’ eccessivo. Mi piace l’idea del bandeau al posto della classica tiara mentre gli orecchini, così importanti, non mi sembrano adattissimi al resto della mise. Impeccabile – e pure assai prestante – lo sposo (con l’eccezione della boutonnière infilata nel taschino e non all’occhiello); laureato a Harvard, lavora nella City a Londra, e dunque non sarà una sorpresa la presenza tra gli ospiti della coppia che l’anno prossimo ci farà vivere di nuovo l’eccitazione di un royal wedding. Non al suo meglio Beatrice; abito a fiori con balza sotto trench azzurro chiaro sulle spalle, più cappello da gaucho argentino. Viso stanco per Edo, sarà la preoccupazione per i prossimi impegni? Omonima della sposa, Olympia di Grecia arriva scortata dal padre, il diadoco Pavlos. Insolitamente sobria – anzi quasi dimessa – con pardessous che la invecchia un po’ e il bel viso quasi nature, piuttosto diversa dalla it-girl che abbiamo imparato a conoscere.
Se finora ha imperato una quasi noiosa sobrietà niente paura, ci pensano loro a mettere le cose a posto. Il beato tra le donne è Carlo di Borbone-Due Sicilie, fratello della madre dello sposo; dopo alcuni amori più o meno celebri (Enrica Bonaccorti, tra le altre) mise finalmente la testa a partito sposando lei, Camilla Crociani, figlia del presidente di Finmare e Finmeccanica coinvolto nello scandalo Lockheed e morto prematuramente a Città del Messico. I Borbone, sposati a Monaco con Albert come testimone, hanno avuto due biondissime figlie. L’una (in rosa shocking) chiamata Maria Carolina come l’antenata regina consorte di Napoli, passata infaustamente alla storia più per aver sostenuto la sanguinosa reazione contro la Rivoluzione Napoletana del 1799 nella seconda parte della sua vita, che per aver abbracciato l’Illuminismo e sostenuto le arti e le scienze nella prima. L’altra (in azzurro), Maria Chiara, dotata dal padre di titolo di Duchessa di Capri che fa tanto film di Totò. Con loro la matriarca Edoarda; non fatevi trarre in inganno dall’aspetto pirotecnico, sia lei sia la figlia Camilla sono due manager di tutto rispetto.
Tra le molte teste coronate, una folta delegazione dal Belgio (Lorenz, marito di Astrid, è zio della sposa) e dal Lussemburgo.
Sempre chic il Granduca, sempre improvvisati gli eredi al trono, che sembrano trovarsi lì per caso, as usual. In questo caso Stéphanie abbina a una fascia fermacapelli fiorata un tailleur ghiaccio. Cioè bianco. A un matrimonio. Cala la tela.
I Principi Ereditari di Danimarca, Frederik e Mary, hanno appena concluso una visita ufficiale di tre giorni a Parigi (e delle mise della principessa parleremo presto) ma capirete che questa immagine non può passare sotto silenzio.
(Ph. L’Elysée)
Tra i vari impegni della coppia, lunedì c’è stata una cena con – tra gli altri – il Presidente Macron e la Première Dame, e questa ne è la foto ricordo: novelli Arcibaldo e Petronilla, i Macron si piazzano davanti agli ospiti. Lui in posizione calciatore alla barriera, lei che lo arpiona e lo trattiene col braccetto, il disastro è evitato solo grazie all’altezza (reale e fisica) dei due ospiti, ma considerando lo sguardo che Mary riserva a Monsieur le President, non ho dubbi che la cervicale lo tormenterà per i prossimi mesi. E ancora bene gli è andata. Ma si può?
Rientrati in patria, oggi i futuri sovrani hanno annunciato che all’inizio del 2020 i loro quattro figli – Christian, Isabella e i gemelli Vincent e Josephine – frequenteranno per 12 settimane la scuola internazionale Lemania-Verbier, in Svizzera, per poi riprendere gli studi nell’istituto che frequentano in Danimarca. Un’esperienza di studio all’estero è sempre cosa buona, e fatta insieme con i fratelli è anche meglio.
Ma la vera notizia che arriva dalla Corte di Margrete II è un’altra, e piuttosto importante: la sovrana ha inserito la nuora tra i membri della Famiglia Reale che possono esercitare le funzioni di Reggente in caso di sua assenza o bisogno. Per una ragazza nata in Tasmania e diventata principessa quasi per caso (e per amore) mi sembra un gran bel risultato.