Ladycameron giorno 9 – La rosa Tudor

Quante sono le rose d’Inghilterra? C’è quella di Shakespeare, che anche con un altro nome non cesserebbe d’avere il suo profumo. E Diana, che amava quelle bianche, e se ne andò sul canto che la chiamava England’s rose riprendendo l’uso di definire rosa inglese ogni fanciulla, ogni donna bella e gentile, e con la carnagione rosata. La rosa, emblema d’Inghilterra. diana white rosesLa prima rosa reale è quella dorata, simbolo araldico di Éléonore de Provence, sposa di Re Henry III e madre di Edward I, che la adotta anche per sé. È la dinastia dei Plantageneti, che abbiamo già incontrato ( Ladycameron giorno 4 – La ginestra dei Plantageneti ), il cui ramo principale resterà sul trono inglese ancora circa un secolo. Nel 1377 Richard II succede al nonno Edward III; dapprima apprezzato, diventa sempre più impopolare finché nel 1399 viene deposto e ucciso dal cugino Henry Bolingbroke, figlio di John di Gaunt, Duca di Lancaster e figlio cadetto di Edward III. Bolingbroke sale al trono come Henry IV, e con lui inizia il regno della casa di Lancaster. Loro emblema è la rosa rossa a cinque petali – probabilmente la Rosa gallica officinalis –  che è il fiore della contea di Lancashire. Il nuovo re la inserisce tra i suoi simboli, forse un ideale rimando a quella dorata di Edward I. Gli succede il figlio, Henry V, che rafforza il potere della casata con una serie impressionante di vittorie nella Guerra di Cent’anni contro la Francia, culminate nella battaglia di Azincourt. Il re muore improvvisamente lasciando il trono all’unico figlio, che ha il suo stesso nome. Henry VI ha solo nove mesi e viene affidato a un consiglio di reggenti che escludono la madre, la francese Catherine de Valois. Durante il suo regno l’Inghilterra perde tutti i territori francesi tranne Calais, e il re, mentalmente instabile, non riesce ad esercitare una leadership forte. È in questo scenario che Richard Duca di York – che discende da un altro dei figli di Edward III, Edmund di Langley – avanza le proprie pretese sul trono. Alleato col potente Conte di Warwick marcia su Londra: è l’inizio della guerra civile che in seguito verrà chiamata delle Due Rose.

Il primo Duca di York, Edmund di Langley ha come emblema una rosa bianca, evocazione della Rosa Mistica, la Vergine, che diventa il simbolo della casa di York e dei suoi tre sovrani sul trono nei trent’anni del conflitto, che vede tornare brevemente al potere anche Henry VI Lancaster. Shakespeare ha dedicato tre opere alla complessa figura di Henry VI, e in Part I mette inscena uno scontro tra uomini delle due fazioni: sui loro vessilli la rosa rossa di Lancaster e la rosa bianca di York. La guerra finisce con la battaglia di Bosworth, nel 1485. Re Richard III – quello del suo regno per un cavallo: A horse! A horse! My kingdom for a horse! – viene sconfitto dal pretendente della fazione Lancaster, Henry Tudor. Richard III, anche a causa dell’immagine che ne dà Shakespeare nell’opera omonima, ha sofferto pessima fama per secoli: perfido deforme e vigliacco, così assetato di potere da uccidere cognata e nipoti (il giovanissimo Edward VI e il fratello minore Richard, i “bambini nella torre”.  La storia lo ha riabilitato, e una campagna di scavi condotta dall’università di Leicester ne ha riportato alla luce i resti, originariamente sepolti in un convento di frati poi distrutto. Richard III reburial serviceIl 26 marzo 2015 il corpo del sovrano è stato sepolto nella cattedrale di Leicester, alla presenza della Contessa di Wessex e dei Duchi di Gloucester (il suo titolo prima di diventare re). Benedict Cumberbatch, che del re è un discendente, ha letto un’ode.

henry vii elizabeth york

(Ph. National Trust/Sue James)

La battaglia di Bosworth segna la fine del Medio Evo inglese e la nascita di una nuova dinastia. Henry Tudor sale al trono come Henry VII; per assicurarsi una discendenza sposa Elizabeth di York, figlia di Edward IV. Nasce anche la rosa Tudor, che incarna la trasformazione dei due casati in uno solo. È l’emblema della nuova Inghilterra, un regno di unità e pace dopo la guerra civile; una rosa bicolore: all’esterno la rosa rossa di Lancaster, all’interno quella bianca di York. Tudor rose

Questa rosa unica al mondo caratterizza l’iconografia dei cinque sovrani Tudor e della loro epoca; diffusissima ad Hampton Court, è presente anche in molti ritratti. È il pendente del collare di Thomas More nel ritratto di Holbein oggi alla Frick Collection di New York.thomas more holbeinEcompare nel ritratto di Elizabeth I, attribuito a Nicholas Hilliard, detto Pelican dall’uccello sul dévant de corsage della regina (Walker Art Gallery, Liverpool). Sullo sfondo, dietro alla testa della sovrana, appaiono a sinistra la rosa Tudor e a destra e il giglio di Francia, di cui ella pretendeva il trono. 1575 elizabeth pelican portraitLa rosa è molto popolare e diffusissima ancora oggi: per il suo design particolare, come gadget legato alla royal family, o in veste più ufficiale: la si trova ad esempio sulla giubba degli Yeomen che presidiano la Torre.

È anche sulla royal coat of arms: sotto le zampe del leone e dell’unicorno, rappresenta l’Inghilterra col cardo di Scozia e il trifoglio d’Irlanda. royal coat of arms uk

Ladycameron giorno 4 – La ginestra dei Plantageneti

Ricordate Riccardo Cuor di Leone (Richard The Lionheart, o Cœur de Lion, in francese), il re aitante e coraggioso col più bel soprannome che si possa immaginare? E suo fratello Giovanni Senzaterra (John Lackland) – chiamato così perché da figlio minore non aveva nessun possedimento – che tramava alle sue spalle mentre lui era in Terra Santa per le Crociate? Sono due dei re Plantageneti, dinastia che regnò sull’Inghilterra per più di tre secoli. Il nome deriva dal nomignolo di Geoffroy le Bel, conte d’Anjou, che aveva per stemma un ramo di ginestra (genêt in francese), ma è stato esteso a identificare la sua discendenza solo in epoca moderna. Geoffroy V PlantagenetHenry II, figlio di Geoffroy e di Matilde (figlia ed erede di Henry I d’Inghilterra) divenne re nel 1134 e la sua discendenza regnò di padre in figlio (o in fratello, come nel caso di Riccardo e Giovanni) fino al 1399 quando Richard II fu deposto e ucciso dal cugino Henry Bolingbroke. Con lui, salito al trono come Henry IV, iniziò il regno del ramo Lancaster, sostituito nel 1461 dal ramo York. Entrambi, Lancaster e York, appartenevano alla dinastia dei Plantageneti, e tra loro scoppiò quella celebre Guerra delle due Rose che portò sul trono i Tudor.

Durante i tre secoli e mezzo del loro dominio furono poste le basi dell’Inghilterra moderna: i sovrani Plantageneti riunirono le Isole Britanniche conquistando il Galles e parte dell’Irlanda, e affermarono con alterne fortune la sovranità sulla Scozia e su quelle aree della Francia ereditate da Geoffroy e da Éléonore d’Aquitaine, madre di Richard e John. The-Lion-in-Winter-1968-001L’opera teatrale The Lion in Winter racconta il matrimonio di Éléonore con Henry II; da questa fu tratto un famoso film con Katherine Hepburn, premiata con l’Oscar (e un remake con Glenn Close).

Lo stretto, anche se conflittuale, rapporto con la Francia impresse un notevole sviluppo al sistema politico e amministrativo, insuperato nell’Europa medioevale, da cui deriva l’assetto dello stato come lo conosciamo oggi e molte delle sue istituzioni, compreso il parlamento. Ed è ancora durante il regno dei Plantageneti che si affermò l’epoca d’oro delle cattedrali, e furono edificati Windsor Castle e Westminster Abbey.

Le ragioni che spinsero Geoffroy a scegliere la ginestra come fiore simbolico so avvolte nel mistero, masi sa che dove non arriva la storia arriva la leggenda, due in questo caso. Secondo la prima il giovane, cavalcando in una brughiera vicino a Le Mans, vide un unicorno con testa di donna avvolto in un mantello dorato in un campo di ginestra; tanto forte fu l’impressione che ne ebbe da voler adottare il fiore come suo emblema. Un’altra invece racconta di un giovanissimo Geoffroy che durante una cavalcata fu disarcionato e scaraventato in un burrone dal suo destriero spaventato da un tuono. La provvidenziale presenza di un arbusto di ginestra gli consentì di aggrapparsi evitando di precipitare per cui egli la volle sul suo stemma. ginestraIl giallo splendente di di questa pianta ne fa un simbolo del sole, e del suo corrispettivo minerale, l’oro, contenuto secondo Plinio nelle cenere della ginestra. Nel medio Evo la sua bellezza semplice ne fece l’incarnazione di Modestia e Umiltà, che ispirò san Luigi, Re di Francia, cui si fa risalire la fondazione dell’Ordre de la Cosse du Genêt.

Ordre de la Cosse du Genêt

Copyright: Norbert Pousseur

I cavalieri indossavano un mantello bianco con cappuccio viola e un collare su cui si alternavano ilfiore di ginestra e il giglio. Dal collare pendeva una croce piena di fiordalisi con la scritta Exaltat humiles (esalta gli umili). Cento cavalieri di quest’ordine proteggevano il sovrano.

Secondo una leggenda siciliana invece la ginestra sarebbe stata maledetta da Cristo, che mentre pregava nell’orto del Getsemani  fu scoperto dai soldati a causa del crepitio della pianta, condannata a crepitare in eterno quando venisse bruciata. È una storia che trova un’eco sinistra nel tragico episodio di Portella della Ginestra: il primo maggio 1947 gli uomini della banda di Salvatore Giuliano aprirono il fuoco contro i contadini che celebravano la festa del lavoro, uccidendone undici.

La Ginestra, o Fiore del Deserto, celebrata da Leopardi nel Canto XXIV, i cui primi versi recitano:

Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor nè fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.