Giornata in grande stile per le vie di Londra, tutte imbandierate per l’arrivo di Presidente e First Lady della Corea del Sud in visita ufficiale nel Regno Unito.
Soddisfatto e stropicciato il Presidente Yoon Suk-yeol (che ho scoperto essere cattolico), graziosamente mummificata la First Lady, evidentemente appassionata sostenitrice della skincare coreana. Diligente e un po’ inarcato – avrà mal di schiena? – il Re, seguito dalla consorte Camilla con cappellino piumato in chiara competizione col tricorno del signore dietro di lei.
Dopo un Principe di Galles particolarmente sornione ecco lei, Catherine, in una inedita, insolita versione Máxima: total red con mantella e cappello a falda larga. Ne avremo da parlare domenica, sappiate che ho già iniziato a scrivere il nostro Royal chic shock e boh! E mentre dall’Argentina giungono i proclami del presidente eletto, quello che sembra un cugino di campagna (nel senso della band) che ha già detto di volere indietro le Falkland, i futuri sovrani svolgono il loro ruolo con impeccabile aplomb.
Ma è proprio l’aplomb, letteralmente “perfetta caduta del tessuto in un abito” a tradire la principessa, che scendendo con grazia ma poca cautela rivela le lunghe gambe in quella che è senza dubbio la foto del giorno, e forse della settimana.
A tal proposito, quando Lady Violet era una ragazza, e Berlino ancora divisa dal Muro, l’argomento scendere dall’auto con eleganza e senza esporre la mercanzia era materia di studio cui mi applicai con scrupolo, scoprendo che la chiave della riuscita risiedeva nell’altezza dell’auto, per cui scendere elegantemente dalla 126 di seconda mano che allora guidavo era praticamente impossibile.
Regina del genere la Princesse Caroline de Monaco – che probabilmente una 126 non l’aveva mai neanche vista – ed eseguiva la tecnica con precisa nonchalance. In seguito imparò a cavarsela con onore anche Diana, che dopo la separazione e l’introduzione nel suo guardaroba di abiti più corti e scollati promosse l’uso di quelle che vennero chiamate cleavage bags, cioè le borse piazzate all’altezza del seno onde evitare l’esposizione del medesimo.
Quando Lady Violet era una ragazzina rimase piuttosto sorpresa leggendo – chissà dove – che novembre è un mese particolarmente caro alla Royal Family, tanto da averlo scelto per ben quattro matrimoni in meno di 40 anni.
(Ph: Chris Jackson/Getty Images)
Il più celebre il 20 novembre 1947, quando la principessa Elizabeth sposò il suo Philip, probabilmente incontrato per la prima volta il 29 novembre 1934, giorno in cui George Duca di Kent, zio di lei (che fu anche deliziosa damigella), impalmò Marina di Grecia, cugina di lui. L’anno seguente un altro zio di Elizabeth si sposò a novembre: il 6 Henry Duca di Gloucester portò all’altare nella cappella privata di Buckingham Palace Lady Alice Montagu Douglas Scott, con la piccola Elizabeth ancora damigella, questa volta con la sorellina Margaret. Nel 1973 fu il turno dell’unica figlia di Elizabeth e Philip, che il 14 si unì in matrimonio con l’allora Capitano dei Dragoni Mark Phillips. Era anche il giorno in cui il fratello maggiore, l’attuale sovrano, compiva 25 anni; il che ci ricorda che tra due giorni King Charles festeggerà il settantacinquesimo compleanno. Oltre alle ricorrenze liete e all’amore per novembre (che condivido senza riserve) parte del mese è comunque dedicato al ricordo di chi non è più, e alla memoria personale e familiare si unisce quella pubblica, soprattutto per la coincidenza con la fine della Grande Guerra.
(Ph: Royal British Legion)
Se noi celebriamo il 4 novembre, ricordando l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti, con cui il giorno precedente – 3 novembre 1918 – l’Impero austro ungarico si arrese all’Italia, nel Regno Unito si celebra l’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, quando divenne effettivo il cessate il fuoco deciso nell’armistizio di Compiègne. Ieri dunque la Royal Family si è riunita nella Royal Albert Hall per il tradizionale Festival of Remembrance, e oggi nel centro di Londra, per l’altrettanto tradizionale e sentita cerimonia al Cenotaph.
Dove hanno deposto le corone di fiori il Re, il Principe di Galles, la Princess Royal, il Duca di Edimburgo (e sì, pure il nostro equerry preferito, presente anche nella fotografia in alto, mica penserete che ci sia capitato per caso!). Un po’ sguarnite rispetto ai bei tempi andati le tre finestre del Foreign office da cui il resto della Royal Family assiste alla cerimonia. Da un lato c’erano i Duchi di Gloucester, unici tra i cugini della defunta Regina a svolgere ancora qualche incarico.
(Ph: Yui Mok/PA Images/Alamy)
Dall’altro Sophie, Duchessa di Edimburgo e il cognato, il Vice Ammiraglio Tim Laurence, consorte della Princess Royal. Sembra che nella cronaca della giornata la BBC abbia omesso di menzionare la povera Sophie, nonostante l’impegno e l’attenzione con cui porta avanti gli incarichi reali. Non si fa!
(Ph: Yui Mok/PA Images/Alamy)
In mezzo Queen Consort e Princess of Wales, presente e futuro della Royal Family. Camilla si è infilata uno dei suoi amati cappottini con zip; questo, di Fiona Clare Couture, lo aveva già indossato, mentre è nuovissimo il clamoroso il cappello, opera del genio di Philip Treacy. Anche Catherine è andata sul sicuro con uno dei pastrani paramilitari che le piacciono tanto; creato da Catherine Walker lo aveva indossato nel 2019 per la stessa cerimonia. Anche il suo cappello è Philip Treacy ma tutt’altro che nuovo: lo sfoggiò la prima volta nel 2006 a Sandhurst, quando William terminò il suo addestramento militare. Se il cappello è stato indossato in diverse occasioni anche royal, questa volta è interessante l’abbinamento con gli orecchini a forma di foglia con grande perla centrale e diamanti, appartenuti a Queen Elizabeth. Come dire, il punto di partenza e quello di arrivo (per ora).
(Ph: Doug Peters/EMPICS/Alamy)
Alla fine si torna sempre a lei, The Queen, lost but not forgotten, perduta ma non dimenticata, ieri ancora più presente del solito, e non solo per il ricordo dei defunti.
Sabato, prima dell’inizio della serata, i sovrani hanno svelato due statue. L’una ritrae Elizabeth in tutto il suo leggendario splendore, l’altra Philip, che si china verso di lei in un gesto consueto e prezioso.
Commosso alle lacrime King Charles. Uno stile che gli è proprio, assai più emotivo di quello impeccabile della madre, che però, va detto, salì al trono giovanissima e dunque probabilmente più capace di controllare le emozioni. Invece devo dire che a me questo anziano re con gli occhi lucidi piace molto.
Riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di due giorni, prima che la scena se la prendesse tutta Frederik di Danimarca, e per un motivo non elegantissimo. Martedì 7, complice il fuso orario, sono andati praticamente in contemporanea due eventi assai significativi per i due protagonisti, che sono anche i due signori più importanti del regno. Il Regno Unito of course.
Prima State Opening of Parliament da sovrano per King Charles III, con tutta la pompa che conosciamo e anche con un (piccolo) occhio alla sostenibilità: sia lui sia la Queen Consort hanno riutilizzato abiti e mantelli indossati per essere incoronati lo scorso 6 maggio. È questa una cerimonia che si ripete alla presenza del monarca dal 1901, con qualche assenza dovuta solitamente a problemi di salute; come avvenne per il nonno di Charles, King George VI, che non fu presente nel 1951, pochi mesi prima della morte. Dopo la lunga era elisabettiana è di nuovo un Re ad inaugurare i lavori parlamentari, come non accadeva dal 1950. Anche The Queen mancò qualche volta: nel 1959 e nel 1963 perché incinta dei due figli minori Andrew e Edward, e poi lo scorso anno, quando il suo discorso fu letto dal figlio ed erede, seduto sul trono del consorte.
Quest’anno Charles ha conquistato il sedile principale, e con quello l’onore e l’onere di leggere il discorso, istituzionalmente il più rilevante dell’anno. Infatti è l’unico che viene scritto dal Prime Minister; stavolta è toccato al mediocre Rishi Sunak, che si prepara alle elezioni politiche del 2024 e dunque ha presentato un programma di governo che è anche un programma elettorale. E possiamo solo immaginare quanto sia costato al Re affermare alcune cose che vanno totalmente contro il suo pensiero e la sua coscienza ecologica, come le nuove trivellazioni previste nel Mare del Nord. All’inizio del discorso non è comunque mancato un pensiero per la defunta regina, nella doppia veste di madre della famiglia e della nazione: “My Lords and Members of the House of Commons. It is mindful of the legacy of service and devotion to this country set by my beloved Mother, The Late Queen, that I deliver this, the first King’s Speech in over 70 years.” (miei Lord e membri della Camera dei Comuni. È consapevole del legato di servizio e devozione a questo Paese lasciato dalla mia amata madre, la defunta regina, che pronuncio il primo discorso del re in più di 70 anni).
(Ph: Getty Images)
La corona che durante la cerimonia è stata posta sul capo del monarca, la Imperial State crown, ha viaggiato per i fatti suoi su una carrozza, la Queen Alexandra’s State Coach; la coppia reale invece ha raggiunto Westminster a bordo della Diamond Jubilee State Coach, carrozza chiusa a sei cavalli che avrebbe dovuto celebrare gli ottant’anni di Queen Elizabeth, ma a causa dei ritardi nella realizzazione (a volte capita anche a loro!) fu riciclata per il giubileo di diamante.
(Ph: Getty Images)
King Charles indossava l’uniforme della marina – per essere precisi l’Admiral of the Fleet Royal Naval Number 1 Dress – con cappello e spada, su cui poi è stato appoggiato il Robe of State, il mantello con cui il 6 maggio è entrato a Westminster Abbey per essere incoronato, come aveva fatto suo nonno, con lo stesso mantello, nel 1937.
(Ph: Getty Images)
Al suo fianco la Queen Consort, con indosso l’abito creato da Bruce Oldfield p1er l’incoronazione, corredato a sua volta dal Robe of State di velluto cremisi indossato nella prima fase dell’incoronazione, appartenuta a Queen Elizabeth II. Scommetto però che l’attenzione dei più si sia focalizzata sulla testa di Camilla, dove brillava il George IV State Diadem, molto amato e spesso indossato dalla defunta sovrana.
(Ph: Tolga Akmen/Getty Images)
Scelta fatta da Queen Elizabeth negli ultimi anni, al posto della più pesante e ingombrante Imperial State Crown, di cui lei stessa aveva parlato in pubblico, spiegando che altrimenti non sarebbe riuscita a muovere il capo per leggere il discorso.
Tradizionalmente alla cerimonia non partecipa l’intera Royal Family, ma solo i sovrani e gli eredi. Charles invece ha potuto contare su una presenza solida e leale: la Princess Royal, nel suo ruolo di speciale guardia del corpo del Re (il titolo è Gold Stick in Waiting). Splendida.
(Ph: Getty Images)
Assenti i Principi di Galles, visto che William si trovava a undicimila chilometri di distanza per uno degli appuntamenti cui tiene di più, gli Earthshot Prize: questa edizione si è tenuta a Singapore.
Verde il tappeto, verde il tuxedo, la giacca dello smoking in velluto color bosco, già indossata un paio d’anni fa nella stessa occasione. Con lui Cate, ma non la solita; parliamo di Cate Blanchett, in completo pantaloni così così, in broccato dorato, della collezione primavera 24 di Stella McCartney, la cui attenzione alla sostenibilità è ben nota. mentre l’attrice Hannah Waddingham ha drappeggiato il suo metro e 80 in un abito nero e verde riciclato da una precedente occasione: se dev’essere green, green sia!
(Ph: Getty Images)
Ed ecco i vincitori, con un ringraziamento e la speranza che i loro progetti possano aiutare un po’ questo povero, meraviglioso pianeta.
Giuro, ho visto questa foto e mi sono chiesta se l’impareggiabile Máxima si fosse unita ai bambini a caccia di dolcetto o scherzetto. E invece no, è solo la mise scelta per uno dei suoi tanti impegni, in questo caso i trent’anni di Home-Start Nederland, programma mondiale di supporto per le famiglie, con l’obiettivo principale di assisterle nella crescita dei bambini piccoli. L’abito in tweed bianco e nero di Dolce & Gabbana (ce l’ha uguale Amal Clooney), arricchito da una grande spilla Natan, mi piace e le sta bene; il cappello è Philip Treacy e benché io ami lui e le sue creazioni in questo caso secondo me rende tutto troppo overdressed; lei è bella, anche elegante – calze lucide a parte – ma mi sembra un po’ troppo. Attendo con interesse il vostro parere, per me francamente boh. Però certo non si può dire che quando arriva lei, camminando sulle Gianvito 105 di Gianvito Rossi, non si capisca che è la regina.
Nonostante abbia annunciato da vari mesi il rientro con la famiglia nella madrepatria, la Principessa Madeleine di Svezia vive ancora negli USA, a Miami; e una foto degli O’Neal mascherati per Halloween non manca mai. Quest’anno il figlio si è messo la maschera di Scream, le due bambine non ho capito da cosa sono vestite, i genitori sembrano due cantanti country, o una cosa così. Una breve ricerca ha spiegato l’arcano: Adrienne, la piccola di casa, è Anna, la sorella della bionda Elsa nel cartone Frozen, Nicolas è l’unico che avevo indovinato, la figlia maggiore Leonore è la Barbie dell’omonimo film. I genitori invece dovrebbero essere lei Beth (con un abito Derek Lam 10 Crosby) e lui Rip della serie televisiva Yellowstone (confesso, mai vista). Boh, io invero li trovo terribili, mi assale il dubbio di essere troppo antica.
Tartan Queens
Torniamo su un terreno meno rischioso, squisitamente autunnale, e adorato da Lady Violet: il tartan. E riprendiamo da Máxima, che lo ha scelto per il Prix de Rome (nonostante il nome, è un premio olandese dedicato agli artisti, che immagino ottengano la possibilità di un periodo di studi nell’Accademia del loro Paese a Roma). L’abito è Natan, la borsa il modello Moneypenny di Sophie Habsburg. Non sono una fan di quel cappello, ma nell’insieme (come avrebbe detto mia madre) la trovo chic.
La Principessa di Galles non si è vista moltissimo nelle ultime settimane, ma il 2 novembre era in Scozia con il marito William (che ora ha raggiunto Singapore per gli Earthshot Prize). Lo scopo, conoscere iniziative dedicate ai più piccoli e alla loro salute fisica e mentale, che è il suo principale campo di interesse e di impegno. William non si è ancora convinto a indossare il kilt – prima o poi lo farà, ne sono certa – Catherine intanto ha sfoggiato una bella giacca imbottita Burberry, con simpatici pantaloni a zampetta (Mother Denim). Trovo orrendi gli scarponcini Ba&Sh, per il resto chic.
Terza royal lady, terza interpretazione del tartan; questa volta è Mary di Danimarca, che si è concessa un bagno di folla nella cittadina di Esbjerg con un giaccone reversibile di Massimo Dutti indossato dal lato scozzese (l’altro è in tinta unita navy) e completato con pantaloni ampi, dolcevita e guanti blu. Chic. Si è capito che mi piace il tartan?
Ma quanto sono carini? E come sta bene Mary col beanie di cashmere, cioè quel modello di cappello/cuffia che sta male praticamente a chiunque abbia superato l’adolescenza?
.
La sera la coppia ha consegnato i premi a loro intitolati, i Kronprinsparrets Priser; la futura regina consorte di Danimarca ha scelto un abito midi di velluto blu, del brand danese Rotate, trapunto di cristalli che lo accendono come il cielo del Nord. Non mi fa impazzire, però è il suo stile ed è adatto all’occasione; ma perché il marito si è presentato con un abito da giorno, per di più marrone? Boh.
Chi si rivede!
(Ph: Fredrik Varfjell/NTB)
Nell’ultimo post (Royal chic shock e boh – Bye bye October) avevamo accennato al fatto che il Re di Norvegia era stato colpito dal covid ma si era già ripreso, ed ecco la prova: il 31 ottobre i sovrani, accompagnati dagli eredi, hanno offerto un pranzo per i 75 anni del Nordic Council, che riunisce i paesi scandinavi – Danimarca Norvegia Svezia, più Islanda e isole – per armonizzarne le politiche. Se Sonja è chic as usual in una mise bordeaux che indossa spesso, Mette-Marit è apparsa un po’ infagottata in un abito a riquadri crema e lime Dior, da cui francamente mi aspetterei qualcosa di meglio. Shock.
In serata, sotto la prima neve di Oslo, i Principi Ereditari sono arrivati all’Opera per consegnare i premi per l’Ambiente assegnati dal Nordic Council. Sotto una cappa di pelliccia su cui non mi pronuncio la principessa indossa un lungo abito a fiori (byTiMo). Mia madre aveva qualcosa del genere, ma lo portava d’estate. Mi sembra un po’ informe, pasticciato.
E visto che Haakon porta un semplice completo blu, non era meglio un abito più semplice, magari midi? Boh, ma complimenti alla signora con gli scarponi fucsia.
Il 3 novembre c’è stato il gemellaggio tra il comune di Monaco e quello ligure di Dolceacqua; dal Palais princier ci informano che la firma “avviene esattamente cinque secoli dopo il giuramento di fedeltà degli amministratori di Dolceacqua, Apricale, Isolabona e Perinaldo, ad Augustin Grimaldi, signore di Monaco e vescovo di Grasse, a Monaco, il 3 novembre 1523”. In effetti nella foto non compare nessuno dei due sindaci, Georges Marsan e Fulvio Gazzola, in compenso si può apprezzare a figura intera Charlène e il suo completo pantaloni misto cachemire firmato Chloe. Tralasciando il colore, che non deve piacere a me (e infatti non mi piace) ma non mi sembra che la valorizzi particolarmente, il taglio così over non mi convince per niente; le fa le spalle ancora più ampie e la testa ancora più piccola. Boh. Segnalo che il primo signore a sinistra, col completo che deve essersi ritirato dopo un passaggio in lavatrice, è S.E. Giulio Alaimo, il nostro ambasciatore nel Principato.
E per continuare a farci del male, ecco una immagine del pomeriggio, quando la scena si è spostata a Dolceacqua; Charlène è rimasta a casa (diamole torto…) mentre ha fatto la sua non particolarmente elegante comparsa il senatore Gasparri, ché alla fine Albert II è sempre un capo di stato straniero, e va ricevuto con una certa formalità. La prossima volta facciamo un piccolo sforzo in più, dai.
Madri e figlie
Se la notizia della settimana è senz’altro il diciottesimo compleanno della Princesa de Asturias con conseguente giuramento sulla Costituzione che ne sancisce l’assunzione ufficiale del ruolo di principessa ereditaria, quella di stile potrebbe tranquillamente essere l’abito della sorella Sofía. Che per il gran día di Leonor ha scelto un leggero capedress Erdem leggero romantico e svolazzante, ma invece che comprarlo l’ha noleggiato sulla piattaforma spagnola Borow, dimostrando così che la scelta consapevole l’attenzione allo spreco e alla sostenibilità si confermano centrali per le nuove generazioni, anche royal.
(Ph: EFE/ Jesús Diges)
Tre giorni dopo la loro madre Letizia ha partecipato al Festival cinematografico Ópera Prima a Tudela, in Navarra, dove ha consegnato alla vedova una targa in memoria di Carlos Saura. per l’occasione ha scelto il grigio, un abito Cortana con stivali alti sopra al ginocchio di Nina Ricci. A seconda delle foto, l’abito sembra a volte brutto a volte bello, quindi facciamo la media: boh.
(Ph: The Temple Church)
Chiudiamo con lei, la Princess Royal, che nei giorni scorsi ha partecipato alla Choral Evensong a Temple Church, incantevole chiesa londinese da visitare assolutamente la prossima volta che andrete a Londra, nel caso non la conosceste. Nel corso del servizio religioso, celebrato il 2 novembre, la principessa ha letto un brano della lettera ai Corinzi, lo stesso letto al funerale della defunta Regina. E lo ha fatto indossando un mantello che abbiamo spesso visto indossato da sua madre. In panno di lana nero, chiuso da un alamaro e quattro bottoni dorati, creato dalla manifattura Admiral.
Bene, in casa Middleton devono averci letto, e hanno deciso di svelare l’arcano. George Charlotte e Louis hanno un nuovo cuginetto: gli zii James e Alizée hanno avuto un maschietto.
(Ph: Instagram @jmidy)
Cui è stato imposto un nome di particolare importanza e raffinatezza, Inigo, come Inigo Jones, l’architetto paesaggista e scenografo che per primo portò in Albione il Rinascimento. Jones morì nel 1652, quattordici anni prima del terribile incendio che distrusse gran parte di Londra, dunque di sue opere non ce ne sono tante, ma la sua impronta c’è ancora: la chiesa di St. Paul a Covent Garden, ad esempio, è sua. Poi insomma, Inigo Middleton è un po’ pomposo, ma ci abitueremo.
(Ph: Instagram @jmidy)
Non abbiamo dubbi che anche Baby Inigo farà cose magnifiche; intanto ha già svolto con successo il suo primo compito, portare una grande felicità in famiglia. Non sappiamo se il piccolo abbia già conosciuto gli augusti cugini, sicuramente ha già incontrato i cani di famiglia, e il padre gli ha già parlato di Ella, l’adorata cagnetta morta alcuni mesi fa, la cui vicinanza forte e serena aiutò James a superare la depressione, meraviglioso esempio di pet therapy.
Sono giorni in cui una bella notizia non può che far piacere, e oggi ce n’è una piccola ma adorabile. Qualche mese fa James Middleton aveva annunciato che la moglie Alizee era in attesa del primo bebè, ed ecco arrivare la lieta novella: il Daily Mail ieri ha mostrato in esclusiva le foto dei neogenitori a passeggio per Londra, a Westbourne Grove, nella scicchissima Notting Hill: https://www.dailymail.co.uk/femail/article-12675009/James-Middleton-Alizee-Thevenet-welcome-baby.html
(Ph: Instagram @jmidy)
Fedeli allo stile sobrio e defilato scelto dai giovani signori Middleton, nessun dettaglio sulla nascita è stato reso noto, né la data, né il luogo, né il nome del bebè e nemmeno il suo sesso, ma come si dice in questi casi, l’importante è che stia bene.
Le ultime foto della coppia risalgono a settembre, pubblicate da lui sul suo account Instagram per celebrare i due anni di matrimonio. James non ha mai fatto mistero delle sue fragilità né della sua depressione, e l’anno per lui era iniziato nel peggiore dei modi, con la morte di Ella, il più amato dei suoi cani. Per fortuna a volte le cose migliorano da sole; quanto a noi, nel pieno rispetto delle loro scelte, speriamo di poter vedere prima o poi il pupo o la pupa giocare con i cani di famiglia, oltre che ovviamente con i cugini George Charlotte e Louis (e Arthur, Grace e Rose, che sono i tre figli della terza Middleton, Pippa).
P.S. oggi è venerdì ma se volete, causa la debolezza che Lady Violet ha per lui, James è stato uno dei nostri gnocchi (Giovedì gnocchi! James)
Ieri sera la Mansion House, nella the City of London, è stata il teatro di una cena di gala per celebrare la recente incoronazione.
È stata la prima visita formale del nuovo Re alla City – un’area della capitale che gode di uno statuto amministrativo speciale – e l’occasione per celebrare una cerimonia tradizionale, la “presentation of the Pearl Sword”, che risale al diciassettesimo secolo. Alla serata dedicheremo un post a parte, perché come spesso accade nella cultura britannica gli aspetti rituali e cerimoniali sono particolarmente affascinanti, oggi ci concentriamo su Her Majesty The Queen Consort, che ha compiuto una scelta che a suo modo fa la storia.
Per l’importante formalissima occasione, con il sovrano in frac decorazioni e fascia azzurra dell’Order of the garter, Camilla ha tirato fuori dall’armadio un bell’abito di Bruce Oldfield già indossato in precedenza, ricamato a ramages d’argento. Ma il pezzo forte è sulla testa: per la prima volta la regina indossa la Girls of Great Britain and Ireland Tiara, vista spessissimo su Queen Elizabeth, che la amava particolarmente.
Realizzata da Garrard nel 1893 fu un dono di nozze per Mary di Teck, la futura Queen Mary, acquistata col denaro raccolto tra le ragazze del regno (da qui il nome) in un comitato presieduto da Lady Eva Greville. Dalla somma avanzarono 3000 sterline che la sposa decise di destinare a un fondo di sostegno per le vedove e gli orfani dei marinai della HMS Victoria affondata quell’anno. In origine la tiara presentava alla sommità delle perle, che nel 1914 furono sostituite dai diamanti provenienti da un altro dono di nozze; le perle furono riutilizzate per un’altra celebre tiara, la Cambridge Lover’s Knot, vista spesso su Diana e ora su Catherine (se non ve la ricordate potete trovarla qui Style file: Diana Principessa di Galles (seconda parte).
Nel 1947 l’anziana regina donò la tiara alla nipote Elizabeth che andava sposa a Philip; da allora l’abbiamo vista spessissimo sul capo della principessa, poi monarca, tanto da comparire su ritratti ufficiali, monete, francobolli, e tutta l’iconografia regale di Elizabeth II.
Ladies&Gents il passaggio è concluso, abbiamo una regina.
Al collo di Camilla brilla un altro gioiello reale. Sempre nel 1947, ma in occasione del ventunesimo compleanno, la principessa Elizabeth in viaggio ufficiale in Sudafrica con i genitori e la sorella ricevette dal governo di quel Paese un regalo da mille e una notte: una collana composta da 21 diamanti di misura digradante – il maggiore è una sciocchezza da 10 carati – separati da elementi composti da una baguette e due brillanti più piccoli. Cinque anni dopo, ormai sul trono, Elizabeth fece ridurre il collier togliendo sei diamanti con cui fu creato un bracciale aggiungendo un settima pietra di misura maggiore. Anche se non è chiarissimo, dalla fotografia a figura intera mi sembra che Camilla porti anche il bracciale, al polso sinistro.
(Ph: The Royal Collection)
Alle orecchie della Queen Consort brillano degli orecchini a cascata, parte di una demiparure personale, ricevuta probabilmente per le nozze con l’allora Principe di Galles nel 2005. Con l’eccezione degli orecchini, Lady Violet ha avuto la fortuna di vedere tutti questi diamanti dal vivo nella mostra Diamonds: A Jubilee Celebration, organizzata a Buckigham Palace per il Diamond Jubilee della sovrana, nel 2012.
Alla fine i diamanti sono sempre i migliori amici di una ragazza, anche se visti attraverso una verina blindata.
Aspettando di goderci le immagini del gala che sancisce l’ingresso tra gli adulti di Christian di Danimarca, con contorno di ospiti speriamo eleganti e gioielli sicuramente splendenti (ma senza Maria Chiara di Borbone) ecco di tutto un po’ tra le mise sfoggiate negli ultimi giorni.
Cominciamo proprio con la madre del festeggiato, la raffinata Mary, che il 3 ottobre ha partecipato con il marito, la suocera regina e la di lei sorella Benedikte alla riapertura del Folketing, il Parlamento, che secondo la costituzione danese riprende i lavori il primo martedì di ottobre.
(Ph: Hanne Juul)
Per me, una delle sue più convincenti apparizioni dell’anno, anche grazie a un cappello a fungo (Susanne Juul) che da solo fa quasi tutto il look. Mary punta sulla combinazione che funziona sempre, il bianco e nero; l’abito avorio del brand danese MKDT Studio è stato indossato varie volte, ma non con la stessa efficacia; qui è completato da una cinturina nera, più clutch (DVF) e scarpe nere con dettagli bianchi. Perle alle orecchie e al polso e basta, niente di più, e niente sarebbe stato necessario. Perfetta, chic.
A festeggiare Christian c’è Ingrid Alexandra di Norvegia insieme al padre Haakon e alla madre Mette-Marit, la cui presenza era in forse a causa del periodo riposo che la principessa si è presa dopo gli impegni estivi.
Data la serietà della patologia di cui soffre, la fibrosi polmonare, ogni sua assenza preoccupa non poco, ma per fortuna venerdì sera l’abbiamo rivista: con marito e suoceri ha partecipato all’inaugurazione della Ridehuset, una grande sala di 800 metri quadri fatta edificare all’inizio del Novecento dai sovrani Haakon e Maud come maneggio. Utilizzata variamente nel corso dei decenni, anche come deposito, è stata ora ristrutturata e ha iniziato una nuova vita come spazio per spettacoli collegato al Dronning Sonja KunstStall, il complesso culturale voluto dalla regina.
Che col solito brio ha inaugurato il nuovo spazio, cui è seguito uno spettacolo del Balletto Nazionale. Mi sono piaciute entrambe le signore, la sovrana in pantaloni con giacca ricamata e una sciarpa di chiffon (viola!) che giocava col tessuto sottostante, la principessa con giacca nera Dior su maxigonna crema, ballerine flat e clutch Prada. Chic+chic.
Al gala partecipa la Duchessa di Brabante tutta sola, senza genitori; la madre Mathilde ha avuto giornate ricche di impegni e dunque di mise; tra le tante scelgo questa, e chi mi conosce sa perché (tutti gli altri stanno per scoprirlo).
Nel suo ruolo di Difensore degli Obiettivi di Sviluppo Durevole dell’ONU, la Reine ha ricevuto a Palazzo reale una delegazione della federazione internazionale delle lavoratrici domestiche (FITD). Non mi piacciono troppo quei pantaloni, soprattutto se con quelle scarpe, ma la giacca… Lei è un mio oggetto del desiderio, me ne sono innamorata l’anno scorso quando l’ho vista addosso a Lilli Gruber (la foto allo schermo è mia), e che vi devo dire, se è destino prima o poi arriverà nel mio armadio.
Armani, of course, giacca monopetto in jacquard chevron, ha pure un profilo viola! E Mathilde è strachic.
Anche Catarina-Amalia al gala di Christian ci va da sola, la madre Máxima è comparsa poche volte in pochi giorni, ma una sua mise mi è molto piaciuta, e ve la propongo.
Il 3 ottobre la regina ha partecipato alla conferenza Future of Finance indossando un abito in seta di Valentino con una interessante fantasia geometrica a squame, ognuna delle quali contiene una lettera del nome del Maestro. Il nastrino dovrebbe essere legato al collo, ma messo così come fosse una collana è molto divertente e molto da lei. Poi magari gli orecchini sono un po’ troppo importanti per l’occasione, ma alla fine sempre di Máxima stiamo parlando. Chic.
Grandi assenti al gala di Copenaghen le principesse spagnole, che si preparano a festeggiare il diciottesimo di Leonor, tra un paio di settimane; non ci resta che commentare le ultime scelte della madre Letizia.
La quale, dopo aver eletto il rosa a colore feticcio molto prima del successo di Barbie (il film) nelle ultime uscite ha virato decisamente verso l’azzuro. Abito a balze a micropois per il giuramento alla bandiera della figlia Leonor (e dei cadetti del suo corso, naturalmente) il 7 ottobre, grazioso, un po’ da bambolina – ma lei non lo è per niente, dunque nessun problema – del brand spagnolo & Me; bella la borsa Carolina Herrera ma troppo rigida per il modello, un po’ troppo informale per l’occasione. Boh, ma se la mise è stata scelta in funzione della temperatura, tutta la mia solidarietà alla Reina.
(Ph: Gtresonline)
Per il Día de la Hispanidad il 12 ottobre la scelta cade su un abito di Juan Vidal, praticamente una vestaglietta a fiori. Non solo non mi piace – va bene volare basso per non rubare la scena alla figlia, ma senza esagerare – in più quest’abito mi ha ricordato quello, modello e fantasia simili, indossato tanti anni fa da una carissima amica costumista a un battesimo. Era autenticamente vintage e realizzato in tessuto autarchico, una fibra a base di carta. Per cui passammo il pomeriggio temendo che le cadesse addosso qualche liquido e sciogliesse l’abito. Che shock!
I fratelli single Louis (divorziato) e Sébastien (scapolo) di Lussemburgo sono diventati presenza fissa ad ogni evento royal – matrimoni, balli, cerimonie varie – forse alla ricerca dell’amore.
A Copenaghen non sono andati, d’altronde non sono gli eredi al trono. Assente anche Guillaume, e immagino che nel caso la moglie Stéphanie pur di rimanere casa si sarebbe giocata la carta dei pupi. Però la Granduchessa ereditaria non si risparmia, e qualche giorno fa ha partecipato a Scienteens Lab, di cui ha il patronage. Completo pantalone con gilet (tutto Joseph, con accessori Sergio Rossi) in un ruggine che fa subito anni ’70. Lo trovo terribile, i modelli over e senza forma non donano a tutte, ma ha finalmente un sorriso che illumina il suo viso e pure un po’ i nostri. Shock, ma va bene così.
(Ph: Stephen Yang
Last but not least i Duchi di Sussex; loro altro che Copenaghen, se ne sono andati qualche giorno in vacanza nell’esclusiva isola di Canouan nell’arcipelago delle Grenadine, dopo aver partecipato ad alcune manifestazioni dedicate alla salute mentale. In una di queste, promossa dalla loro fondazione Archewell, Meghan si è presentata in total white, tutta un blocco con lo sfondo; pantaloni troppo ampi e top con fascia troppo alta (Altuzarra). Effetto finale: Scaramacai. Una piccola nota: il bianco ottico richiede un po’ di cautela anche col make up. Shock.
Nonostante ieri io abbia pubblicato il post sul Día de La Hispanidad, che cade indubbiamente il 12 ottobre, non so perché mi sono alzata convinta che il 12 fosse oggi, una specie del giorno della marmotta, per cui il ricordo dei cinque anni dalle nozze tra Eugenie di York e Jack Brooksbank arriva la sera del 13 (e molti lo leggeranno direttamente il 14). Per fortuna i signori Brooksbank non hanno aspettato Lady Violet e hanno fatto da soli, autoricordandosi con un reel sul profilo Instagram di lei.
Da cui ho tratto tre deliziose foto, a partire da quella che ritrae l’allegra famigliola: mamma, papà, August e Ernest al mare, forse in Portogallo dove trascorrono parte dell’anno a causa del lavoro di lui. Una coppia consolidata, che ha dato sempre l’idea di solidità e armonia. Il loro matrimonio, il 12 ottobre 2018, arrivava cinque mesi dopo quello dei Duchi di Sussex e fu celebrato nello stesso luogo, la St. George’s Chapel a Windsor, dove ora riposano i nonni paterni di lei. Matrimonio che non risultò schiacciato né messo in ombra da quello dei più importanti cugini, ma anzi si è ritagliato un suo piccolo posto nella storia dei royal wedding innanzi tutto per l’assenza di velo della sposa, che vi aveva rinunciato perché rimanesse visibile la cicatrice degli interventi per la scoliosi subiti da bambina, testimonianza di difficoltà affrontate e superate.
Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo gli abiti degli sposi, quelli delle damigelle, e la favolosa tiara di smeraldi e diamanti, e la creazione di Peter Pilotto si conferma in vetta alle mie preferenze, superato forse solo dall’abito che Valentino creò per Máxima. Splendido anche il vestito color cipria con cui Zac Posen vestì Eugenie per il ricevimento serale.
Confesso che nel fine settimana le tragiche notizie internazionali mi hanno un po’ sopraffatta, e non vi nego che in questi casi – è già successo, purtroppo – il dubbio se continuare a parlare di frivolezze davanti a tanto orrore si fa molto forte. Poi mi sono imbattuta in questa foto, che francamente non conoscevo, e forse per la serena fermezza della mai troppo rimpianta Queen, forse per l’abito modello caftano che mi ha fatto stabilire un legame ideale con l’area della tragedia, ma ho deciso di proporvela, cogliendo l’occasione per una piccola informazione.
(Ph: Getty Images)
La foto è del 12 maggio 2006, ed è stata scattata alla cena del Royal Windsor Hore Show, uno dei concorsi ippici che amava di più. Notevole il caftano, in un tessuto che sembra ciniglia, o velluto. Un modello insolito che lei, fresca ottantenne, indossa con la solita grazia. Interessante la demi-parure di zaffiri, che non conoscevo.
(Ph: Getty Images)
Secondo l’informatissimo blog The Royal Watcher dovrebbe trattarsi di un dono proveniente dal Medio Oriente, indossato a partire dal 2002 – anno del Golden Jubilee – per varie occasioni importanti tra cui il banchetto di stato col sovrano saudita Abdullah nel 2007. Scelta che rafforzerebbe le ipotesi sulla sua provenienza, dato che non mi sembra esattamente il suo stile.
(Ph: Reuters)
Il set comprende un collier a tre fili di diamanti fermato da un nodo centrale con zaffiro e tre elementi pendenti che terminano a loro volta con uno zaffiro. Piuttosto moderni – e non particolarmente abbinati come stile – gli orecchini, chissà che non li rivedremo su qualche royal lady. Mi permetto di dire un insieme non particolarmente entusiasmante, ma mai come stavolta vale l’espressione a caval donato…
La piccola notizia che volevo darvi invece riguarda la serie The Crown, arrivata alla sesta serie che per ora è anche l’ultima. Sarà disponibile su Netflix in due fasi: i primi quattro episodi il 16 novembre, i restanti sei il 14 dicembre. La narrazione spazierà dall’ultima fase della vita di Diana alla nascita dell’amore tra William e Catherine. Parte il conto alla rovescia!