La ragazza dell’otto

No, non è un errore, non intendevo lotto, nel senso del gioco, ma proprio il numero 8, che contraddistingue la nascita di Beatrice Elizabeth Mary, figlia maggiore degli allora Duchi di York, quinta degli otto nipoti (e seconda femmina) di Queen Elizabeth e Prince Philip, nata a Londra il giorno 8/8/88 alle 8.18 di sera. La fanciulla, che dunque oggi compie 37 anni, in gioventù era considerata un po’ una vorrei ma non posso tra scelte di stile non sempre azzeccate e problemi di cuore, creati soprattutto da un fidanzato rivelatosi più interessato al suo status che alla sua persona. La maturità, la maternità e un matrimonio che sembra funzionare l’hanno aiutata a trovare il suo posto nel mondo e le hanno donato una nuova sicurezza.

(Ph: Justin Tallis/AFP via Getty Images)

Ed ecco che 10 giorni fa la ragazza che probabilmente pensava di dover essere perfetta (è sempre stata la mia impressione) è scesa in strada e si è mischiata con la folla festante per la vittoria delle Lionesses – cioè la nazionale di calcio femminile che ha trionfato sulla Spagna ai campionati europei – in maniera quanto mai easy: capelli legati alla bell’e meglio e abbigliamento casual. Con lei la sua famigliola: il marito Edo porta nel marsupio la piccola Athena, che nata prematura ha appena superato i sei mesi; poi la biondissima Sienna, che il mese compirà 4 anni, impegnata con la bandiera inglese, e Christopher detto Wolfie, il figlio che Edo ha avuto dalla relazione con l’architetta e arredatrice Dara Huang.

(Ph: Justin Tallis/AFP via Getty Images)

Qualcuno (ad esempio i giornalisti di Hello!) ha persino notato come Beatrice indossi una maglia bianca, forse ispirandosi all’uniforme delle calciatrici; devo dire che senza lanciarmi in voli pindarici di tale spessore a me queste immagini ispirano una certa tenera allegria. Non oso immaginare quanto le quotidiane rivelazioni dal libro di Andrew Lownie (Entitled: the rise and fall of the House of York) in uscita nel Regno Unito il 14 e incentrato sulle prodezze di Andrew, padre di Beatrice e della sorella Eugenie, possano essere penose per le due figlie. Forse l’impressione è minore di quella che fanno a noi, dato che sicuramente le famiglie reali sono abituate alla pubblica esposizione dei fatti privati, ma comunque non è piacevole, e mi sembra che in questo caso lo sciagurato duca esca ancora peggio di come pensavamo che fosse, e già non era granché. A Beatrice l’augurio che la sua famiglia le regali un dolce compleanno, lontano da amarezze e dalle quotidiane miserie, equamente distribuite in ogni ceto sociale.

Il caffè del lunedì – Le ragioni di un amore

Dichiaro la mia passione per la Royal Family.

Non ve l’aspettavate, eh? Ed è un fatto che molti royal watchers – compresi tanti ospiti del sofà di Lady Violet – condividono un particolare interesse per la monarchia britannica. Ciò accade per varie ragioni; nel mio caso si somma all’amore che ho per Londra, l’Inghilterra, la Scozia, e tutta la Gran Bretagna; ne amo la lingua, la letteratura, la cultura, arrivo persino a dire parte della cucina.

Ma è indubbio che quella britannica la sia la più importante, e non solo in Europa: è stata a capo di un vasto impero e regna su un Paese che ha un ruolo centrale nella storia moderna e nella cultura contemporanea del mondo occidentale: dalla rivoluzione industriale alla musica, dai diritti civili (pensate alle suffragette) al cinema, perfino alla moda: considerate tutti i movimenti che in Albione sono nati negli ultimi decenni, e hanno influenzato anche il costume: pop, punk, new romantic, e pure la minigonna! Sono consapevole che non tutti condividono il mio parere, è normale, ma rifletto sul fatto che in fondo anche la trasformazione delle altre monarchie – le scandinave altere, quelle noiosette del BeNeLux, quella spagnola, che dopo la parentesi franchista ha dovuto reinventarsi – si è ispirata allo stile dei Windsor, che oscilla tra la sacralità della Chiesa anglicana e la comunicazione pop. Mi piace tutto? Naturalmente no, apprezzo molti caratteri dell’istituzione, molto meno alcuni personaggi, a partire dello sciaguratissimo, inutile (e anzi dannoso) Duca di York, che in un libro appena uscito: Entitled: The Rise and Fall of the House of York viene dipinto dall’autore Andrew Lownie in modo ancora peggiore di quanto pensassi, scazzottata col nipote Harry compresa.

Bene, ieri le pagine social della Royal Family hanno pubblicato un post che sintetizza a perfezione lo stile Windsor: il saluto a un cavallo. Va in pensione il simpatico Tyrone, un Windsor Gray (of course!) che ha lavorato per i reali per ben 14 anni, trainando le carrozze durante il Diamond Jubilee e partecipando a royal weddings, visite di stato, Ascot, e cose così.

Addirittura questo bell’esemplare – alto più di 1,80 al garrese (che sarebbe il punto più alto delle spalle, alla base del collo) – era tra quelli scelti per trainare la carrozza dei sovrani il giorno dell’incoronazione. Ora per Tyrone è arrivato il meritato riposo, e anche un ricongiungimento familiare: vivrà infatti con il padre e la sorella.

Ho trovato quando mai piacevole questa notizia, soprattutto considerando che il 3 agosto nella Roma antica si celebrava un rito feroce detto supplicia canum, nel quale venivano crocifissi (o impiccati) dei cani. La tradizione vuole che con questo orrore si volesse ricordare il rischio corso dall’Urbe nel 390 a.C. quando il tentativo di espugnare e saccheggiare Roma, assediata dai Galli Senoni, fu sventato dalle famose Oche del Campidoglio, che iniziarono a starnazzare mentre i cani continuarono a dormire.

Secondo altre fonti potrebbe trattarsi di un rito per placare il caldo – la canicola – che si riteneva causato dalla costellazione del Cane, allora visibile nel nostro cielo.

Meglio l’arrivederci a Tyrone, dai.

Se poi volete approfondire la vostra conoscenza dell’antica Roma, vi consiglio caldamente Ad Maiora Vertite, progetto di ricerca e divulgazione curato da un giovane e brillante studioso. C’è il sito: https://admaioravertite.com/ ma anche la pagina Facebook e quella Instagram. Anche se non siete in pensione come Tyrone, spero che questa estate abbiate un po’ di tempo per voi, le vostre curiosità e le vostre passioni. E buona settimana.

Catherine in mostra

Per ragioni di opportunità istituzionale e forse anche di interesse personale – è laureata in Storia dell’Arte – la Principessa di Galles ha il patronage del Victoria and Albert Museum che, oltre ad essere uno dei posti del cuore di Lady Violet, è il museo di arti applicate più importante al mondo, e vale ogni visita che gli dedicate.

Quest’anno il museo è protagonista di un’operazione interessantissima: il 31 maggio ha infatti aperto un nuovo spazio, lo V&A East Storehouse, nella zona est di Londra. In pratica diventa visitabile lo sterminato magazzino, ricco di oltre mezzo milione di reperti e oggetti: dall’archeologia alla moda, dal Rinascimento al design contemporaneo, tutto diventa consultabile, conoscibile, ammirabile. Ora dovrei sottolineare che sono operazioni come questa che pongono al vertice una città e la sua vita culturale (piuttosto che l’organizzazione di mostre ed eventi anche prestigiosi) visto che questa cambia proprio il modo di avvicinarsi all’arte, ma stendiamo un pietoso arazzo e andiamo avanti.

(Ph: @thetimes)

Nella sua veste di patronessa Catherine ha visitato in giugno la nuovissima sede espositiva, selezionando alcuni pezzi per un piccolo allestimento attualmente visibile, dal titolo Makers and creators, per il quale la principessa ha scritto anche la breve presentazione.

Tra gli oggetti selezionati da Catherine un paravento disegnato da John Henry Dearle, assistente William Morris; un costume creato dal celebre scenografo e costumista Oliver Messel per Diana Vere nel balletto The Sleeping Beauty messo in scena dal Royal Ballet nel 1960 e una trapunta gallese realizzata a mano nello stile patchwork.

La notizia della mostra arriva giusta giusta per stemperare le polemiche causate dalle vacanze estive della famiglia Wales, che con i Middleton ha affittato uno yacht superlusso per una piccola crociera nell’area di Cefalonia e dello Ionio meridionale.

Quanto a noi, è l’occasione per studiare il nuovo stile di Catherine, in tailleur blu di Alexander McQueen con scarpe Prada, e soprattutto la nuova pettinatura, con i capelli lunghi e molto più chiari, pettinati a onde. Con la cautela che si deve a chi si è sottoposta di recente alla chemioterapia, e proprio con i capelli potrebbe avere avuto dei problemi, confesso che personalmente questa versione non mi convince. Ma lei sembra stare bene, e questo e l’importante.

Makers and creators resterà visibile fino all’inizio del 2026, un’occasione interessante per chi è a Londra o ha in progetto di andarci nei prossimi mesi. E visto che l’estate è il periodo in cui si ha più tempo da dedicare a esperienze culturali, e magari si organizzano viaggi e visite per il periodo natalizio, vi sto preparando un post con una serie di suggerimenti per mostre ed eventi che potrebbero essere interessanti. Intanto vi preannuncio la grande mostra che verrà allestita a Roma, alle Scuderie del Quirinale, dal 24 ottobre al 3 maggio 2026: Tesori dei Faraoni, che si preannuncia un appuntamento imperdibile per cui potremmo anche organizzare una visita guidata. Stay tuned!

Due gran bei compleanni

Compie oggi 12 anni George del Galles, che l’anno prossimo entrerà dunque ufficialmente nella meravigliosa dannatissima adolescenza.

(Ph: Josh Shinner)

Si è capito che quest’anno vanno le foto bucoliche, e nemmeno George si sottrae; il set è probabilmente il giardino di Anmer Hall, la residenza di famiglia nella campagna del Norfolk, cui il festeggiato aggiunge sguardo sfrontato e ciuffo ribelle. Scatta inevitabile la domanda: a chi somiglia? Secondo molti, occhi scuri a parte, al prozio Charles Spencer; Lady Violet nota la dentatura imperfetta dei Windsor, che alla fine è un segno di famiglia pure quello.

Abbiamo visto il giovanotto in diretta domenica 13 alla finale di Wimbledon, dove secondo alcuni autorevoli commentatori avrebbe commesso l’imperdonabile affronto di tifare per Alcaraz. E quindi? Vi confesso di averne lette di ogni: lui – e sua sorella Charlotte – sarebbe antipatico, sussiegoso, pieno di sé, pigro come il padre e ipocrita (o furbo) come la madre. Per alcuni veste troppo da grande, per altri dato il ruolo non va comunque considerato un bambino. E tutto ciò in appena dodici anni di vita, un vero fenomeno! Mentre lo assimila alla poca simpatia che alcuni nutrono per i Galles, e contrasta l’ammirazione, che in certi casi sfiora la venerazione, di altri. Ladies&Gents, perdonatemi, anche meno dai. Spero che tutti quelli che amano sedersi sul sofà di Lady Violet amino le chiacchiere leggere e fatte con leggerezza; per il resto che è questa fretta? Parleremo di limiti ed errori di George quando inizierà a farli e mostrarli in prima persona, non neghiamogli questo fondamentale aspetto della vita!

C’è anche un video https://x.com/KensingtonRoyal/status/1947604323409518681?t=VnM6fGtsgotF010Ej92-QA&s=19

Lui invece, e direi per sua fortuna, attira sicuramente meno attenzione e meno critiche, essendo figlio cadetto del figlio cadetto.

(Ph: H.K.H. Prinsesse Marie)

Il secondo compleanno di oggi è di un altro royal giovanotto, Felix di Danimarca, che compie 23 anni. È il minore dei due figli che il principe Joachim ha avuto dalla prima moglie Alexandra. Il ritratto è opera della principessa Marie, attuale consorte di Joachim e dunque matrigna del festeggiato. Dalla foto possiamo capire alcune cose (oltre alla buone relazioni familiari): dallo sfondo, più francese che danese, si può immaginare che Felix sia nel castello di Cayx, nel sud della Francia, dove la famiglia reale trascorre parte delle vacanze estive. Dal taglio di capelli ipotizzo che il giovanotto soffra molto il caldo mediterraneo (o sta per arruolarsi nei marines, chissà), mentre direi certo che ormai le camicie casual non si stirano più neanche a corte. Contrariamente a quanto accade con altre famiglie reali, mi fa molto piacere che si festeggino i compleanni dei membri meno importanti; a Felix (ai suoi fratelli e alla sorella) la nonna qualche anno fa ha tolto i titoli reali – ora è Sua Eccellenza il Conte di Monpezat – però gli auguri sulle pagine social rimangono!

La mia impressione è che fare la graduatoria delle ipocrisie, regali o plebee, sia un vaste programme, come avrebbe detto De Gaulle. Restiamo fermamente e comodamente seduti sul nostro sofà, e auguriamo a questi due ragazzi che la vita ricambi il loro bel sorriso.

Gossip del giorno dopo

Disclaimer: questo post tratta di puro pettegolezzo estivo. Se cercate qualcosa di dotto, profondo, complesso, sorry non lo troverete qui.

(Ph: Instagram @edomapellimozzi)

Gossip 1) Ieri è stato il quinto anniversario delle nozze tra Beatrice di York ed Edoardo Mapelli Mozzi, tenera coppia vicina al cuore di molti. E però… E però lui ha una ex, che è anche la madre del suo primo figlio (e unico maschio) Wolfie. La signora si chiama Dara Huang ed è una architetta americana di origine taiwanese, che vive a Londra. Molto attiva sui social – soprattutto Instagram, che Lady Violet distrattamente frequenta – dove posta spesso e volentieri, mettendo in evidenza, a dire il vero, più sé stessa e la propria beltade che il frutto del suo lavoro da interior designer. Fin qui tutto nella norma, una presenza un po’ ingombrante con la speranza che questo matrimonio non diventi un po’ troppo affollato, come ebbe a dire zia Diana. Senonché qualche giorno fa una cara amica del sofà mi fa notare che Edo sul suo profilo – dove invece abbondano le immagini degli appartamenti che propone, tutti inevitabilmente sontuosi e ancor più inevitabilmente beige – pubblica una story con quel tono poetico/romantico/nostalgico da cui di solito si capisce che un legame sta perdendo solidità. Consapevoli che la stampa britannica insinua da mesi una crisi tra i signori Mapelli Mozzi (cui noi NON crediamo), abbiamo atteso con ansia che Edo facesse gli auguri alla moglie, come è stato per tutti gli anniversari precedenti, e alla fine il messaggio è arrivato, accompagnato da questa foto, apprezzabile in tutta la sua delicata semplicità. Prossimo appuntamento venerdì 8 agosto, quando Bea compirà 37 anni. Fingers crossed!

(Ph: Instagram @meghan)

Gossip 2) Ieri The Queen Consort ha festeggiato il compleanno; una tranquilla festa English style con l’aggiunta di un bizarro dono, il titolo da Vice Admiral of the United Kingdom, prima donna a ricevere tale onore (A Royal Calendar – Compleanno!). Qualche ora dopo, compatibilmente col fuso orario, la seminuora fuggente Meghan ha a sua volta pubblicato una story nella quale impacchettava una cassetta di vino rosé, altro prodotto venduto con le insegne del suo brand As ever. Vi fornisco un fermo immagine da cui si può apprezzare il messaggio che dice: Inviare affettuosi auguri (vicino e lontano) per il compleanno delle mie signore. L’ambiguo messaggio ha fermato i pacemaker e sgonfiato le cotonature – non è mia ma è un’espressione che adoro – in molte redazioni e tra molti royalwatcher che si sono chiesti se fosse iniziato il riavvicinamento dei Sussex con un grazioso gesto rivolto a Camilla.

Don’t worry, nulla di tutto ciò; le destinatarie hanno pubblicamente ringraziato (e io ringrazio l’amica che mi ha fornito la testimonianza). Resta l’abilità della duchessa a cogliere l’attimo. A Roma la si definirebbe con un aggettivo che inizia con para- io devo dire che questa volta l’ho quasi ammirata e sicuramente mi ha divertita.

Dopodiché io, da abruzzese, nel caso debba bere vino rosé sceglierei il Cerasuolo; magari della cantina apprezzata anche da Albert de Monaco, che l’ha visitata di recente.

A Royal Calendar – Compleanno!

Compie oggi 78 anni The Queen Consort, festeggiata dalla Royal Family con una bella foto scattata nel giardino della sua residenza privata di Raymill, nel Wiltshire.

(Ph: Chris Jackson)

Una donna che porta la sua età con grazia e sicurezza, con un bel sorriso, i capelli biondi che scivolano nel bianco. Uno chemisier colorato, i gioielli che porta sempre: la fede, il bellissimo anello di fidanzamento – un gioiello Déco appartenuto alla Queen Mother – i due braccialetti Van Cleef & Arpels, orecchini d’oro (devo dire che non mi fanno impazzire). Più una novità: da qualche mese Camilla indossa un anello al mignolo composto da sette piccole placche circolari, ciascuna incisa con un antico simbolo, creato dal Royal Collection Trust in occasione dell’incoronazione del 2023.

(Ph: Jamie Hawkesworth)

Il Trust celebra lei e il suo amore per la lettura con questa foto, parte del servizio che Vogue le dedicò tre anni fa per il settantacinquesimo compleanno. La foto è esposta alla King’s Gallery di Edimburgo per la mostra Royal Portraits, visibile fino al 7 settembre. Noterete che l’abito è lo stesso della nuova fotografia, il che dice molto della donna. (Edit: un’attenta lettrice mi fa notare che l’abito in effetti somiglia ma non è lo stesso. La ringrazio, e l’osservazione sulla natura di Camilla direi che vale lo stesso).

(Ph: Chris Jackson)

Una gentildonna di campagna con uno stile sempre più simile a quello della defunta Queen Elizabeth, e come lei amante degli animali, in particolare cavalli e cani. Se l’una amava i corgi, Camilla adora i Jack Russel, come Moley, cagnetta adottata di recente dal canile di Battersea, di cui The Queen Consort ha il patronage.

Cani, libri e bei gioielli, praticamente tutto quello che ama Lady Violet, insieme a quel sense of humour che serve sempre, soprattutto a chi ha una vita complicata come la sua.

E se vi chiedete che regali ha ricevuto, uno è veramente singolare e glielo ha fatto la Royal Navy: la nomina a Vice Admiral of the United Kingdom, titolo prestigiosissimo creato il 25 aprile 1513 da Henry VIII e finora mai assunto da una donna. Una donna destinata, forse suo malgrado, a fare comunque la storia.

Macron, che pasticcion!

Va bene, non è colpa di lui, Emmanuel, che anzi povero non c’entra nulla, ma altrimenti non mi riusciva la rima…

(Ph; Jonathan Brady/PA Wire)

Dunque, oggi è il primo giorno della visita ufficiale dei Macron nel Regno Unito.La coppia presidenziale è stata ricevuta a Windsor, dato che Buckingham Palace è impraticabile causa lavori di restauro e ristrutturazione. Emmanuel e Brigitte sono stati accolti da William e Catherine e poi accompagnati dai sovrani. Naturalmente ne parleremo in dettaglio, ma questa sera vi segnalo un grottesco siparietto: non saprei dire perché, ma l’autista del van che portava il bagaglio degli ospiti francesi è partito a tutta birra ma con gli sportelli aperti, perdendo nello sprint varie valigie.

Eccesso della famosa (e calda) birra britannica? Omaggio tardivo alla Révolution, che fece perdere la testa a reali e nobili e aprì la strada ai presidenti (dunque anche a Macron)? Complotto da parte di qualche stilista trascurato dalla Première Dame? Je ne sais pas, ma mi sembra un debutto niente male.

Quando si dice un inizio col botto.

Il Daily Mail ci fornisce il video. Bonne soirée: https://www.dailymail.co.uk/video/news/video-3472445/Video-Luggage-flies-Macrons-delegation-speeds-away.html

Le foto del giorno – La pietra del ricordo

Fra poco più di due mesi saranno tre gli anni trascorsi dalla morte di Her Majesty. Non so se accade anche a voi, ma a me da una parte sembra sia passato molto tempo, dall’altra la sua presenza si fa sentire ancora. E la sua famiglia continua a ricordare la regina, la donna, la madre, zia, nonna, com’è giusto che sia.

Il suo successore, King Charles III, ha mantenuto molti degli usi materni, tra cui la settimana in Scozia tra giugno e luglio. I sovrani sono infatti a Edimburgo, e tra i vari appuntamenti ieri ce n’è stato uno speciale. Nella cattedrale di St Giles è stata scoperta una pietra che ricorda il luogo dell’ultima sosta della defunta regina nel paese delle Highlands, l’ultimo incontro col suo popolo. Deceduta a Balmoral l’otto settembre, Elizabeth fu esposta nella cattedrale per l’omaggio dei sudditi il 12 e il 13 (Le foto del giorno – The long goodbye). Da ieri, proprio nel punto dov’era il catafalco, c’è una pietra a ricordarlo.

Noterete che il monogramma reca solo le due iniziali ER (Elizabeth Regina, in latino). Manca il numero ordinale, II, che la identifica come seconda Elizabeth a regnare, dopo la grande Elizabeth Tudor, la figlia di Henry VIII e Anne Boleyn. La ragione ce la spiega la storia: quella Elizabeth non regnò mai sulla Scozia, il cui monarca all’epoca era Mary Stuard (e sappiamo tutti come finì); questa, la nostra Elizabeth, è stata la prima sovrana scozzese con quel nome; e nelle sue vene scorreva abbondante l’impetuoso sangue scozzese della madre, Elizabeth pure lei, figlia del Conte di Strathmore.

Sic transit gloria mundi.

In loving memory

Conoscete Londra? Venite con me a Trafalgar Square.

(Ph: Hulton Archive/Getty Images)

È uno dei luoghi che celebra il trionfo su Napoleone, con la colonna coronata dalla statua di Nelson che a Trafalgar, al comando della flotta britannica, sconfisse quella franco spagnola ma perse la vita. La piazza gode dello splendido sfondo della National Gallery, alla cui sinistra sorge St Martin in the Fields, chiesa realizzata nel settecento da James Gibbs, nota anche per essere la parrocchia cui appartiene Buckingham Palace.

(Ph: Foster+Partners)

Lo spazio è arricchito da fontane e statue; tre delle quali – dedicate a King George IV, al generale Napier, comandante in capo dell’esercito britannico in India e a Sir Henry Havelock, altro militare che si distinse nel subcontinente indiano – sorgono su tre plinti, cioè basamenti a forma di parallelepipedo. Poi c’è il quarto plinto, Fourth Plinth, che è vuoto e negli anni è stato utilizzato per esporre opere contemporanee (indimenticabile il galletto blu, opera di Katharina Fritsch).

(Ph: Getty Images)

Bene, si è spesso ritenuto che il Fourth Plinth sarebbe infine servito come base per una statua della nostra amata Queen Elizabeth; personalmente ho sempre pensato che sarebbe stata opportuna una soluzione di maggior prestigio, e ho avuto ragione: è stato infatti rivelato il progetto per il national memorial. A vincere il concorso indetto da The Queen Elizabeth Memorial Committee lo studio Foster + Partners, fondato nel 1967 dal grande architetto Norman Foster, neonovantenne, che un quarto di secolo fa la Regina rese Lord Foster of Thames Bank. Autore di molte opere nella capitale inglese (e nel mondo) tra cui la cupola del British Museum, il grattacielo a forma di missile detto The Gherkin (il cetriolo) che ha cambiato lo skyline della City, o il Millenium Bridge: oltre tutto, anche uno dei posti che preferisco al mondo.

(Ph: Historic England/Heritage Images via Getty Images)

Volete saperne di più? Venite con me, lasciamo la piazza, seguiamo la carrozza della Regina nel giorno della sua incoronazione e con una passeggiata di pochi minuti attraversiamo l’Admiralty Arch e arriviamo sul Mall, il viale alberato che porta a Buckingham Palace.

(Ph: Max Mumby/Indigo/Getty Images)

Andando verso il palazzo sulla destra si incontra la statua della Queen Mother, eretta nel 2009 a breve distanza da quella dedicata al marito George VI, che risale al 1955. Su questo lato del viale sorgono edifici centrali nella storia e per le funzioni della monarchia britannica, come St James’s Palace e Clarence House, tuttora residenza di Charles e Camilla. Sul lato opposto c’è un parco, il St James’s Park, e sarà questo lo scenario del national memorial dedicato a Queen Elizabeth.

Una statua equestre – di cui questa è un’ipotesi – sarà eretta all’altezza di Marlborough Road e St James’s Palace. Da qui partirà un itinerario all’interno del parco, che unirà il lato verso il Mall con quello verso Bird Cage Walk. Le due aree saranno connesse da un nuovo ponte che andrà a sostituire quello che c’è ora, il Blue Bridge; sarà contraddistinto da balaustre in vetro ispirate alla tiara indossata da Elizabeth nel giorno delle sue nozze con Philip. La coppia sarà ricordata da un’altra statua, magari simile a questa, che già so ci piacerà da impazzire.

A guidare il progetto di Foster + Partners per onorare la scomparsa sovrana il concetto di dualità: la vita pubblica e la privata, il ruolo istituzionale e la fede personale, il Regno Unito e il Commonwealth. Due, come il numero ordinale che ha accompagnato il suo nome. Due, come lei e Philip. E ciò che l’ha consegnata alla storia: l’abilità di essere ponte tra due mondi, la tradizione e la modernità. Un ponte trasparente e luminoso.

Il progetto definitivo, con l’aspetto finale delle opere, sarà presentato ad aprile 2026, quando the Queen avrebbe compiuto cento anni. Io non vedo l’ora, e scommetto neanche voi.

Il birthday boy del solstizio

Compie 43 anni il Principe di Galles, William Arthur Philip Louis, nato alle 21.03 del 21 giugno 1982 nel londinese St Mary’s Hospital, lo stesso dove nasceranno i suoi tre figli. Segno zodiacale cancro (e non gemelli) essendo nato in serata, e proprio per l’ora di nascita la notizia, almeno in Italia, arrivò la mattina seguente.

Festeggiato dalla sua famigliola con foto bucolica, abbigliamento casual/neutro/mesto che sembra lo stile scelto quest’anno dai Wales e il messaggio “Happy birthday! Love C, G, C, L, Orla and the puppies!”. Come sapete le iniziali (Catherine, George, Charlotte, Louis) indicano che il post è opera loro e non dello staff, mentre Orla è il cane di famiglia – un cocker spaniel nero dono di James Middleton, fratello della principessa e noto allevatore – che di recente ha avuto questa delizia di cuccioli.

Auguri anche dai social account della Royal Family, cioè di Sua Maestà il Re. Stesso scenario bucolico ma immagine più luminosa, sia per la camicia azzurra, sia per lo sguardo rivolto verso il sol dell’avvenire. Posso dire? Un po’ tristi entrambe, io avrei scelto qualcosa di più allegro; o magari di più, come dire, charming tipo la foto che questa settimana mi è piaciuta di più, scattata ad Ascot.

Hats off Vostra Altezza, buon compleanno, e come dite voi many happy returns!