Oggi è il primo lunedì di ottobre, mese dedicato alla lotta ai tumori femminili.
Ce lo ricorda, come ha fatto negli ultimi quindici anni, la Principessa Ereditaria Victoria di Svezia, che ha appuntato il suo bel nastrino rosa su una camicia altrettanto rosa; magari si vede poco, ma il messaggio è forte e chiaro. Come probabilmente molti di voi, anche nella mia mente e nel mio cuore vive il ricordo di alcune amiche che sono morte per un tumore al seno, alcune anche molto giovani. Per fortuna la ricerca procede spedita, penso siamo fortunate a vivere in questo momento, e a poter accedere alle terapie adeguate. A noi è richiesto solo un piccolo impegno, occuparci della prevenzione; se non l’avete ancora fatto, prenotate una mammografia. So che è una scocciatura, avete altro da fare, o magari preferite non pensare alla (remota) possibilità di ammalarvi. Ma fatelo, per voi stesse, per chi amate e vi ama, per chi non ha avuto la stesa fortuna.
Questo post è in memoria di Paki. Non sei stata dimenticata.
Questa settimana iniziamo giocando in casa, con la Duchessa di Edimburgo a Roma, al funerale del Presidente Emerito Napolitano a Montecitorio, in rappresentanza di King Charles. L’abbiamo vista in diretta (La foto del giorno – Il cordoglio del Re, e di Sophie), ne abbiamo apprezzato il garbo e la misura, oggi dedichiamo maggiore attenzione alla sua mise.
Forse in omaggio all’Italia Sophie indossa un abito Valentino senza dubbio perfetto per l’occasione; lunghezza impegnativa ma adeguata, molto bello lo scollo, qualche dubbio sul fitting nell’area vita/addome. Mi sono piaciuti molto i gioielli, che pur essendo piccoli e discreti rimarcano lo stile Royal Family. La duchessa tiene in mano una clutch dell’amata maison Sophie von Haubsburg, che ad onta del nome inequovocabilmente asburgico vive e lavora in Italia, dunque la consideriamo una di noi. Le scarpe invece sono Dior, ma sono belle e noi la perdoniamo. Chic.
La Princess Royal è da lungo tempo il senior member più attivo, con un numero impressionante di impegni annuali in rappresentanza della Firm. La scomparsa della madre ha messo lei e il suo lavoro in maggiore evidenza e ora abbiamo anche noi la possibilità di incontrarla più spesso sul nostro sofà. Venerdì 22 ha inaugurato una nuova area del Porto di Aberdeen, ed eccola in tutto il suo violaceo splendore. Ho scelto questa foto anche se non mostra le scarpe (delle semplici décolleté a tacco basso) per mostrarvi il dettaglio della ciarpa annodata alla borsa, da perfetta it girl degli anni 60/70. Bello il cappotto col collo allegramente fuori moda, informali i guanti di lana, impeccabile la sciarpa – naturalmente scozzese, sempre in Scozia siamo – pronta a scaldare il collo della principessa. La adoro, chic.
Concludiamo le mise della Royal Family con la Principessa di Galles, tornata al lavoro dalle lunghe vacanze estive. Per la visita a una sede dell’associazione Portage, che si occupa dei bimbi con necessità speciali, Catherine ha scelto un blazer di tweed rosso aragosta fintoChanel autenticamente Zara, pantaloni a sigaretta e ballerine del trendissimo brand britannico Boden. Scelte forse perché si tratta un incontro con i bambini, a me piacciono più dei tacchi a oltranza. Non mi convince il begiarello del sottogiacca, ma chic.
(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)
Attraversiamo la Manica, rientriamo sul continente e arriviamo in Lussemburgo, dove la coppia dei sovrani attuali e quella dei futuri hanno offerto una cena ai membri dei Consiglio di Stato. Forse era meglio rimanere dove eravamo. Maria Teresa in total black: in pantaloni come l’abbiamo vista praticamente sempre negli ultimi mesi, con una tuta Parosh caratterizzata dalle maniche arricchite da quello che sembra marabù. Cosa abbia impresso questa svolta al suo stile è un mistero, ma a volte funziona, chic.
(Ph: Maison du Grand-Duc/Sophie Margue)
La nuora Stéphanie invece sceglie un abito bicolore, senza forma, senza logica, senza senso, e pure senza la cintura prevista in originale. Qui i misteri sono due: chi abbia potuto disegnare questo modello – lo sappiamo, il britannico Joseph – e chi abbia potuto pensare di acquistarlo, e sappiamo anche questo; ciò che non sappiamo è perché. Quel horreur, shock.
Una tuta? Perché lei sì e io no? Quasi me la vedo Máxima che prende spunto dalla Granduchessa lussemburghese e per inaugurare il festival UNLimited dell’Associazione delle Università dei Paesi Bassi tira fuori dall’armadio la tuta blu di Natan creata qualche anno fa, quando il capo era tornato assai di moda. Personalmente non sono una fan, ma mi piace l’abbinamento con orecchini, borsa e scarpe rosse (le Gianvito 105 di Gianvito Rossi). Chic.
Il giorno prima la sovrana ha visitato un centro che fornisce assistenza alle persone che vivono sole, per scelta o necessità, nell’ambito delle iniziative per la Settimana contro la solitudine (e quanto ci sarebbe da dire sull’argomento). In particolare il centro visitato si chiama Oma’s Soep (la zuppa di nonna) e prepara pasti, attività che ha coinvolto anche Máxima. Ecco, magari per cucinare il minestrone avrei scelto qualcosa di diverso da una camicia con sciarpa che pende, però la blusa a disegno cravatta (Natan) non è male; la gonna (sempre Natan) è in un materiale stranissimo – una sorta di pelle vegana creata con la fibra di un cactus – che sembra nato per fare difetto, ma direi che il vero problema sono i capelli. Ci si può fare qualcosa? Boh.
Sistemati i capelli, la sera del 28 la regina ha partecipato alla serata in favore del Prinses Máxima Centrum per l’oncologia pediatrica, che festeggiava i cinque anni di attività. Mise scelta per la serata un abito già indossato dell’amato Claes Iversen, della serie principessa del foro, come il trench indossato a Milano qualche mese fa (Royal chic shock e boh – Stile e design). L’abito è talmente paradossale che neanche mi dispiace, ma quello che è veramente ingiustificabile è la sua realizzazione, dall’oblò piazzato in quel punto sul braccio, che sbecca e fa uscire la ciccetta, alle grinze da seduta, che sono francamente le più antiestetiche immaginabili. Shock.
Venerdì 29 il re di Svezia Carl XVI Gustaf, accompagnato dalla sorella Christina e dalla figlia Victoria, ha visitato nella capitale l’Östasiatiska museet, il museo di antichità dell’Estremo Oriente. La principessa ereditaria ha optato per un completo scozzese, nello stile che a casa mia si chiamava Don Felice Sciosciammocca. Non avrei mai detto che Malin Ek Andrén, fondatrice e stilista svedese di origine greca del brand by Malina conoscesse il teatro di Eduardo Scarpetta, ma mai dire mai. Shock.
Oggi si mangia indiano? La coloratissima mise di Mathilde mi fa pensare a uno di quei piatti profumati, con curry e peperoncino. In visita alla scuola Musica Mundi di Waterloo la Reine – complice il solito Natan, autore di soprabito pantaloni e camicia – propone un’armonia di colori autunnali e speziati. La trovo allegramente chic.
(Ph: David Nivière)
A proposito di India, vi ricordate gli Hare Krishna? Ieri, sabato 30, si è sposato Alexander d’Asburgo-Lorena, ultimo ad andare all’altare dei cinque figli – tre maschi e due femmine – di Marie Astrid di Lussemburgo, sorella maggiore del Granduca Henri. La famiglia vive in Belgio, e nelle cittadina di Beloeil sono state celebrate le nozze, alla presenza della Famille grand-ducale. Impossibile comprendere quale fosse il dress code, dato che Marie Astrid era vestita da madre dello sposo, mentre i parenti più come se fossero a un matrimonio di pomeriggio in spiaggia. Stéphanie è arrivata paludata in un caftano in crêpe de chine di Taller Marmo, brand italoargentino che produce in Italia. Divertente, poco adatto all’occasione, indossato senza la necessaria nonchalanche, sarebbe stato meglio alla suocera Granduchessa. Boh.
(Ph: David Nivière)
Granduchessa che non si fa oscurare da nessuna, e incede al braccio dell’elegante marito con un completo turchese Alexander McQueen. A parte gli enormi orecchini, a parte l’abbondante ricamo che termina con quella specie di fragolona sul pancino, basterebbe il segno del reggiseno a fascia che si vede attraverso il tessuto per bocciarlo. Shock.
(Ph: GTRES)
Chi tanto e chi niente. Invitata a un matrimonio in Andalusia – si sposava il figlio del presidente di Madiaset Spagna – si rivede la Infanta Cristina con una mise che più demi-monde non si può: vestitino midi a mezze maniche in una fantasia un po’ triste, scarpa spuntata con mezzotacco e clutch che la stampa spagnola definisce bicolore. Stampa che ricopre di elogi la Infanta e la sua toilette; Cristina non è mai stata elegante, ma dotata di una bellezza interessante e di una certa classe. Le sue vicende personali e matrimoniali, benché ampiamente sua responsabilità, non sono passate invano, né avrebbero potuto. Diciamo che mi fa piacere rivederla in pubblico; quanto alla sua mise ci affidiamo al giudizio dei presenti. Boh.
La cognata Letizia in settimana ha avuto ha avuto due appuntamenti principali, per il primo dei quali ha riutilizzato l’abito optical di Hugo Boss già visto e rivisto. Per il secondo, la consegna dei premi Retina Eco (non c’entrano niente gli occhi come pensavo io, ma l’ecosistema) un abito midi Zara in misto lino verde giada, che nel momento in cui scrivo, è ancora disponibile sul sito: https://www.zara.com/it/it/vestito-arricciato-misto-lino-p09479268.html. A me non piace, e non solo per il colore; non mi sembra un abito da impegno reale. Anche l’idea di renderlo più formale, snaturandolo, e aggiungendo come in questo caso una cinturina e un paio di eleganti Aquazzura secondo me non funziona sempre. In compenso, pur essendo composto di lino, non è spiegazzato. Ci accontentiamo? Boh.
…e venne il gala dinner, con la sontuosità degli abiti e lo splendore dei gioielli. E pure l’inevitabile gaffe, che stavolta avrebbe potuto essere evitata.
(Ph: Ingemar Lindevall/Kungl. Hovstaterna)
Nella foto ricordo in piedi da sinistra Haakon, principe ereditario di Norvegia, solo soletto (la moglie Mette-Marit, affetta da fibrosi polmonare, ha dovuto fermarsi un paio di settimane per riposare), poi Daniel e Victoria di Svezia, lei principessa ereditaria e lui il suo consorte, il Presidente finlandese Sauli Väinämö Niinistö, Margrethe II di Danimarca, Carl XVI Gustaf di Svezia, Harald V di Norvegia, il presidente islandese Guðni Th. Jóhannesson e la coppia degli eredi al trono di Danimarca, Frederik e Mary; davanti ai signori sono sedute le rispettive consorti, con Silvia di Svezia e Sonja di Norvegia in versione gemelle Kessler, vestite praticamente uguali; che scivolone!
Giallo oro per Silvia, avrà voluto coordinarsi con collare e galloni del consorte? L’abito di Georg et Arend ha una doppia gonna in seta pesante e un corpino tutto tempestato di pietre. La regina ha in mano una minaudière, che potrebbe anche essere la Melone di Bulgari; in quel caso “oro” si riferirebbe non al colore ma proprio al materiale… Sotto quest’aurea mise la regina piazza delle scarpine verdi; verde pure la stola in seta, che probabilmente dovrebbe servire all’occorrenza a scaldare la sovrana, ma mi pare leggerina. Mettendo da parte quest’insieme così pappagalloso, sul capo di Silvia troneggia – letteralmente – la sontuosissima tiara Braganza, con orecchini altrettanto importanti. Favolosi i gioielli, ma il resto per me è shock.
(Ph: Michael Campanella/Getty Images)
Giallo pure per Sonja di Norvegia ma in tonalità canarino, che anche lei ha abbinato col verde, nel suo caso le pietre della notevolissima parure di smeraldi che arriva direttamente dallo scrigno di Josephine, imperatrice dei Francesi e prima moglie di Napoleone. La parure è attualmente composta da quattro pezzi: diadema, collier, spilla più gli orecchini che in origine non facevano parte dell’insieme ma sono stati creati in seguito utilizzando pietre della collana. Curiosamente questa tiara e la Braganza indossata da Silvia hanno identica provenienza: arrivano entrambe dalla stessa sovrana: Josefina di Svezia e Norvegia, che aveva ereditato la prima dalla sorella Amélie, seconda moglie di Pedro de Braganza, imperatore del Brasile, mentre questa da Josephine, che era sua nonna. Tolto lo splendore delle gemme che dire dell’abito? Dato il suo aspetto così tipicamente anni ’80, se è vintage passi, altrimenti boh. Però si potevano mettere d’accordo prima.
(Ph: Jesper Sunesen)
Premessa: ho scelto questa foto di Margrethe II perché tra quelle che ho visto è quella che mostra meglio la mise; la regina scende dal vascello reale dove la delegazione danese ha soggiornato. Anche il suo è un abito già indossato, creato dalla stilista danese Birgitte Thaulow. Bella la seta, corposa ma non rigida, grazioso il disegno a ramages stilizzati, interessante la doppia fusciacca rossa e fucsia, che tra l’altro consente alla fascia dell’ordine del Serafino di appoggiarsi con grazia. Chic, anche senza considerare la trionfale parure di perle e diamanti, a corredo della celeberrima Poiré tiara.
Nata principessa reale è diventata regina, anche se consorte, a soli 18 anni. Ora non lo è più, ma in questa occasione è senz’altro regina di eleganza. Anne-Marie di Grecia arriva al braccio del suo bel cavaliere norvegese con un’altra creazione di Celia Kritharioti, un abito dalla linea pulita in crêpe color amarena; quasi una colonna a sorreggere la favolosa Khedive tiara, un gioiello che mischia lo splendore dei diamanti al fascino della storia (ne parliamo approfonditamente qui: A Royal Calendar – A Greek royal wedding). Nel 1905 un giovanotto svedese appassionato di archeologia si trova al Cairo; si chiama Gustaf Adolf, ed è secondo nella linea di successione al trono. Incontra una famiglia di pari lignaggio: i Duchi di Connaught e Strathearn; madre del duca è la regina Victoria, ma a colpire il giovanotto è la figlia Margaret, sua coetanea. Colpo di fulmine, i due si sposano il 15 giugno di quello stesso anno. Per celebrare l’incontro e la nascita di questo amore all’ombra delle Piramidi, il Khedive d’Egitto invia alla sposa un favoloso diadema a volute di diamanti creato da Cartier. Margaret muore nel 1920 per una infezione durante l’ultima gravidanza; il prezioso gioiello viene ereditato dall’unica femmina, Ingrid, che se lo porta a Copenaghen quando sposa l’erede al trono di Danimarca. Le sue discendenti di sangue si sposano tutte con quella tiara: Anne-Marie e sua figlia Alexia; Margrethe; Benedikte e le figlie Alexandra e Nathalie. Ora appartiene ad Anne-Marie e indossarla in questa occasione ha un particolare significato, dato che Margaret è la nonna che ha in comune col festeggiato, re Carl XVI Gustaf di Svezia. Superchic.
(Ph: Michael Campanella/Getty Images)
La principessa ereditaria Victoria, cui è toccato anche tenere il discorso per il padre – né poteva essere diversamente – per il suo abito sceglie ancora Christer Lindarw. Quando l’ho vista arrivare al braccio del primo ministro Ulf Kristersson ho pensato alla divina Lollo recentemente scomparsa; la storica e inarrivabile fata turchina dello sceneggiato di Comencini, sarebbe impazzita. Ma Lady Violet non è una fata, non le piacciono gli abiti turchini, e lo trova francamente terribile. Non è che lo stilista è stato influenzato dalle sue attività artistico-teatrali? Per fortuna la tiara è la lineare Baden Fringe tiara, dalle linee sottili ed acuminate che danno un po’ di rigore all’insieme. Però non basta, shock.
Restando in famiglia, è una novità la tiara di Sofia. Cioè, non è esattamente una novità essendo la solita Palmette tiara ricevuta come dono di nozze dai suoceri, cui però sono state sostituite le pietre apicali, che in questo caso sono quarzi citrini. Dunque finora oltre agli smeraldi nuziali l’abbiamo vista decorata anche da perle, turchesi, topazi blu, e ora citrini. Immagino le pietre ambrate siano state scelte per armonizzarsi con l’abito giallino di Safiyaa, brand al momento molto amato dalle royal ladies, che a mio avviso dovrebbero scegliere meglio i modelli. Trovo questo, il Bellara, con quelle applicazioni plasticose sulle spalle (si intravvedono pure sullo strascico) di rara bruttezza, e tra l’altro, visto in movimento, costringeva la povera Sofia a muoversi anche piuttosto goffamente; forse troppo stretto lui, o troppo alti i tacchi Louboutin. Strashock.
Quella della famiglia che mi è piaciuta di più è senz’altro Madeleine, in una diversa versione del cape dress a firma Jenny Packham: un abito argento ricamato di cristalli con una cappa che essendo leggerissima aggiunge movimento senza appesantire. Nessuna sorpresa per la tiara che adorna il capo della principessa: la cosiddetta Modern Fringe che indossa molto spesso, incluso il suo matrimonio. È un gioiello privato che non fa parte della fondazione Bernadotte; essendo comparso sulla testa di Silvia negli anni ’80 si pensa che sia un regalo del marito per i dieci anni di matrimonio. Dalla frequenza con cui Madeleine la usa, è probabile che la madre l’abbia donata a lei, forse proprio per le sue nozze con Chris O’Neal. Splendidi gli orecchini. Chic.
Arrivano insieme i consorti di due futuri sovrani, Mary di Danimarca e il birthday boy Daniel di Svezia, che proprio il 15 settembre ha compiuto cinquant’anni. Per lei un abito non solo già indossato ma anche rimaneggiato dal creatore, il danese Lasse Spangenberg. Vi dirò, non mi fa impazzire. Anche Mary sceglie di indossare la sua Wedding tiara, ricevuta in dono dai suoceri per le sue nozze con Frederik. Notevoli gli orecchini con acquamarina, che la principessa sfoggia spesso nelle grandi occasioni; notevolissimo il bracciale di Annikat: due ali di diamanti che abbracciano il polso. Chic i gioielli, boh il vestito.
Per par condicio chiudiamo con il terzo principe ereditario presente, Frederik di Danimarca, che ha dato il braccio a questa signora; è la moglie del primo ministro Ulf Kristersson, si chiama Birgitta Ed, e ovviamente è membro del clero. Io trovo magnifico quest’abito, ma la cosa divertente è che mi sono incuriosita, ho fatto una ricerca e trovato il suo profilo Facebook. Dove lei racconta con un certo humour – almeno quello permesso dal traduttore svedese italiano – della difficoltà che ha spesso nel trovare la mise adatta ad accompagnare il marito pur indossando il clergyman (clergywoman?) o almeno il collarino ecclesiastico. La trovo fantastica, chic in terra e in cielo.
Per celebrare degnamente l’equinozio e l’arrivo dell’autunno, stagione preferita di Lady Violet, ho pensato di dedicarvi un intero weekend con la vostra rubrica preferita. Partiamo con il giubileo d’oro di Re Carlo Gustavo di Svezia che ha movimentato la scorsa settimana; e quando si tratta di Scandinavia, si sa, si para di pomp and circumstances. Chi temeva di rimanere deluso probabilmente si sarà ricreduto: abbiamo avuto di tutto, abiti da giorno, da sera e da gran sera, senza dimenticare i diademi (che vedremo domani).
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
Giovedì 14, vigilia dell’anniversario vero e proprio, i festeggiamenti si sono aperti con uno spettacolo nel teatro interno al palazzo reale di Drottningholm, un’autentica meraviglia. In prima fila da sinistra la first lady e il presidente d’Islanda, i sovrani di Norvegia, i padroni di casa, Margrethe di Danimarca, il presidente e la first lady di Finlandia.
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
Le royal ladies svedesi si presentano piuttosto coordinate in tonalità rosate di varie intensità, a partire dalla regina Silvia, che per queste giornate si è affidata in toto alla maison tedesca Georg et Arend, con sede a Monaco di Baviera. Per la prima serata la scelta cade su un abito drappeggiato color cipria con quello che sembra un bolerino ricamato con cristalli e perline, probabilmente ispirato dalla carta dei pacchi di Natale. Le scarpe che si intravvedono sono Jimmy Choo, la clutch Judith Leiber. Lei è sempre splendida, ma boh. ,
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
L’erede al trono Victoria osa un abito di chiffon arancione, che in questa foto sembra albicocca ma il creatore definisce corallo. È opera di Christer Lindarw che è stilista, costumista ma anche artista e drag queen, insomma un fantasista stilé, come diceva Sordi. Ora, io lo so che non vi piace il monospalla, lo so che quel fiore, realizzato espressamente da Tim Mårtenson, è enorme e ha pure i pistilli svolazzanti, lo so che si vede – va bene, diciamo intravvede – il segno del costume, che mi pare quest’anno vada fortissimo; ma a me piace. È molto Victoria, mette allegria e le fa brillare pure il sorriso. Chic.
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
La sorella Madeleine è la bella di famiglia, e a volte gioca a fare la vamp. Come in questo caso, con l’abito asimmetrico Marchesa che spero abbia resistito tutta la sera alla forza di gravità (non è colpa sua ma del modello e della sua costruzione). Accessoriato con scarpe coi fiocchi (Valentino) più clutch con un altro fiocco (sempre Valentino). Troppi fiocchi, troppo bambolona, troppo tutto. Boh.
(Ph: Fredrik Sandberg/TT/Ritzau Scanpix)
A Sofia e al marito Carl Philip, secondogenito, unico figlio maschio, e per qualche mese pure erede al trono – poi retrocesso da una norma costituzionale che riconobbe la primogenitura assoluta – temo che a volte tocchi il tavolo dei bambini, come in questo caso, dove precedono i nipoti Estelle e Oscar (e tra poco li seguiranno, essendo le due creature seconda e terzo nella successione). Penso che Sofia sia molto abile nel relazionarsi con la famiglia acquisita, e penso che in generale stia facendo un buon lavoro. Ciò detto, a me non piace, ha qualcosa che non riesco a definire ma a pelle non me la fa amare (immagino ne sarà devastata!). Il suo stile è penalizzato dall’uso, invero politicamente opportuno, di affidarsi spesso a stilisti svedesi, e nemmeno i più innovativi. Come in questo caso; l’abito di Lars Wallin ha una forma strana, con i volant che partono molto in basso; in più i volant così leggeri dovrebbero volare – sennò si chiamerebbero diversamente – questi più che altro piovono giù. Scontatissimo il rosa barbie, brutte brutte le scarpe che si intravvedono: delle mary jane rosa baby con altissimo plateau, incredibilmente firmate Gianvito Rossi. Shock. Dietro di lei Estelle, 11 anni di delizia, cui è stato adattato un abito di mamma, della H&M Conscious Collection; tra madre nonna e zie vestite in colori chiari o sgargianti l’unico triste e scuro tocca a lei. Non ti preoccupare tesoro, te lo puoi rimettere alla recita di Natale come regina del bosco.
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
Amo Sonja di Norvegia, la trovo una donna interessante, esteticamente molto gradevole e dotata di una classe che la salva anche dai pochi scivoloni che fa lei come tutti. In questo caso è quella che mi piace di più: bello l’abito rosso, lungo ma non troppo da sera, già indossato in precedenza. È di Peter Dundas, stilista norvegese già direttore creativo di Emilio Pucci e Cavalli. Perfetta la misura che sfiora la caviglia, belle le scarpe argento e le calze lattiginose, molto amate dalle signore della sua generazione (esclusa mia madre, che le guardava con una certa perplessità). Bellissima anche la stola con l’alta fascia di pizzo; purtroppo per Sonja la signora sullo sfondo è vestita nello stesso identico colore, e non sarà per lei il solo incidente del genere… chic..
(Ph: Clément Morin/Kungl. Hovstaterna)
Sorelle ma diverse, almeno nell’abbigliamento, la regina di Danimarca Margrethe e Anne-Marie di Grecia. Ha lasciato un po’ perplessi la sovrana in corto, però la stessa scelta è stata fatta dalle consorti dei due presidenti, dunque probabilmente era una delle opzioni. Abito a fiori in un tessuto tappezzeria per la prima, mi fa pensare a quelle paesanelle che lei stessa abbiglia in qualità di costumista in certe pantomime stile Andersen. Quanto alla ex regina, fermo restando che non amo troppo i drappeggi ma spesso hanno la loro utilità, il modello della stilista greca Celia Kritharioti non mi dispiace ma il tessuto laminato bluette è terribile. Boh+boh.
Chiudono questa prima rassegna i principi ereditari di Danimarca; anche Mary riusa un abito già visto (News – visita di stato francese in Danimarca), in mikado di seta, dello stilista danese Lasse Spangenberg. Rispetto alle mise delle altre signore Mary, come Victoria, esagera un po’ ma in questo caso il bicolore e la fantasia a grandi fiori rende il tutto, seppur molto scenografico, un po’ meno formale. Chic.
Venerdì 15 le celebrazioni si aprono con il Te Deum nella cattedrale di Stoccolma.
Senza sorprese e senza pecche la mise scelta dalla regina: abito e giacca azzurro ghiaccio, altra creazione Georg et Arend; sui capelli un bandeau in tinta, con accessori in un beige chiarissimo e freddo. Impeccabile. Se posso fare un appunto, portando già sulla spalla sinistra il reale ordine familiare e la medaglia del giubileo avrei evitato di appuntare una spilla anche a destra, proprio per una questione di equilibrio visivo. Comunque chic.
Stesso stile e stesso colore, anche se in una tonalità più intensa (sì, proprio una di quelle che lady Violet non ama) la figlia minore Madeleine, in abito turchese di Emilia Wickstead già visto lo scorso anno, in giallo pallido, addosso a Catherine, allora ancora Duchessa di Cambridge, al Te Deum per il Platinum jubilee di Her Majesty. L’abito è il modello Elta, ma andrebbe ribattezzato almeno Jubilee, se non addirittura Te Deum! Perfetta per colore linee e proporzioni la creazione di Philip Treacy che Madeleine ha posto sul capo. Chic.
Accomunate dallo stile delle mise anche le due principesse ereditarie, una titolare e l’altra consorte: Victoria di Svezia e Mary di Danimarca, in abiti leggeri e floreali. La prima resta in patria scegliendo byMalina per un abito nato lungo e reso midi – che non è mai una grande idea – in testa un pillbox grande come un’aureola, royal blue come le scarpe Gianvito Rossi. Lei è una donna troppo sportiva ed energica per questi abiti così frufru, non chiedetemi perché mi fa pensare a un granatiere. Boh.
Più delicata Mary in Erdem, già indossato di recente: un’orgia di fiori ton-sur-ton sull’abito e sul fascinator con veletta. Ecco, se l’una mi ricorda un bersagliere l’altra mi fa pensare ai fiori in cornice dell’amica di nonna Speranza di gozzaniana memoria. Una domanda, ma Frederik non è grande abbastanza da meritarsi un vestito della sua misura? Boh.
Segue il gruppo varie ed eventuali capitanato da Sonja di Norvegia, senza sbavature e senza voli pindarici in un tailleurino color cipria con cloche in feltro un po’ troppo sportiva e un po’ troppo pesante. Ma su una mise così rigorosa non sarebbe stato più simpatico un cappellino più vezzoso? Noiosetta ma chic.
(Ph: Hanne Juul)
Suona la sveglia la pirotecnica Margrethe di Danimarca con un abito in seta a pieghe sciolte bianco e lilla completato da un giacchino in taffettà color ciclamino. Su tale deliziosa mise plana dallo spazio un cappello di paglia dalle incerte proporzioni che lo rendono simile a un disco volante. La giacca con un solo alamaro in quel punto farebbe difetto a chiunque, soprattutto se questo chiunque per camminare si appoggia a una stampella, con conseguente irrigidimento delle spalle. Come potete immaginare la adoro. Anche lei, come abbiamo visto su Silvia e come Anne-Marie al suo fianco, indossa una spilla anche sulla spalla destra; ci sarà una ragione che ci sfugge. Nel suo caso è la spilla Daisy che compare in tutti gli eventi più importanti, a partire dal suo stesso matrimonio. Boh. Total blue per la sempre bella Anne-Marie, elegante e sobria il giusto, dato che è vedova da pochi mesi. Anche lei come molte signore ha una stola, che nel suo caso ha il vantaggio di coprire il punto critico del robe-manteau, il taglio sui fianchi, per cui questa volta mi sembra più chic della precedente, in cui ha indossato la stessa identica mise, ve la ricordate? Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte prima)
No dai, ma che è questa roba? La graziosa Sofia riesce a imbruttirsi piazzandosi sulle ventitré un cappello davvero a forma di disco volante che data la posizione direi che sta per ripartire, e speriamo non torni. Abito giallino piuttosto informe e troppo lungo, in crêpe di lana, della stilista estone Lilli Jahilo su décolleté gialle Louboutin che non le regalano un’andatura elegante e una clutch rigida in pelle grigia che mi ricorda la cassetta salvadanaio di ferro che mio padre mi regalò perché non la rompessi subito, e io cercavo di scassinare con l’apriscatole. Shock.
Wimbledon è l’ultimo dei grandi riti pubblici dell’estate britannica con un’ampia eco all’estero, e anche quest’anno, caratterizzato dall’incoronazione dei nuovi sovrani, è stato particolarmente ricco di presenze reali. A partire dalla Principessa di Galles; da qualche stagione il torneo è il suo regno, avendone ereditato il patronage dagli anziani Duchi di Kent.
(Ph: PA)
Bene, cosa differenzia, più di ogni altra cosa, il campo di Wimbledon dagli altri? La superficie, non in terra battuta ma in classica erba. Di che colore è l’erba? E che colore ha scelto quest’anno Catherine per le sue presenze principali? Esatto, il verde! Tonalità smeraldo oggi, per il tubino Roland Mouret in cady stretch. Evidentemente non tanto stretch, vista la quantità di grinze con cui si è presentata la futura regina; e questa sì che potrebbe essere una citazione della defunta suocera Diana e del suo abito da sposa, il più spiegazzato della storia. La furba Catherine ha però sviato l’attenzione dei presenti alla finale maschile del torneo facendosi accompagnare dalla famigliola quasi al completo: lasciato a casa Louis – che sembra non abbia gradito – con lei sono arrivati William, George, già presente l’anno scorso, e Charlotte, al suo debutto. Applausi, ma la mise per me resta boh. E per favore, la borsetta con catenella (di Emmy London) portata così appesa alla mano, no dai!
Ieri la finale del torneo femminile: Catherine è comparsa con una mise che sembra un completo gonna e giacchina e invece è un abito intero, di Self Portrait. Un po’ vecchio stile ma graziosa, anche se con col piatto-trofeo in mano sembra pronta per partecipare ad un programma tv sulle virtù di frutta e verdura. Il colore – verde lime secondo il produttore, verde mela secondo Lady Violet – è piacevole e fresco, il modello… quanti dei miei lettori lo hanno riconosciuto? (Il caffè del lunedì – Dress a Princess) e quante altre volte lo dobbiamo vedere? Boh.
(Ph: ChrysleneCaillaud/Panoramic)
Mantiene sempre un profilo basso, anche quando partecipa a eventi legati alla Royal Family. So che piace a molti, a partire da me, e dunque dedichiamo un piccolo spazio anche a lei, Lady Sarah Chatto, figlia della defunta principessa Margaret cui, alle soglie dei 60 anni (li compirà il prossimo 1 maggio) somiglia in maniera impressionante. Qualche giorno fa, accompagnata dal marito Daniel, ha fatto la sua comparsa nel Royal Box di Wimbledon; fedele al suo stile ha indossato uno chemisier in rasatello di cotone a righe color cioccolato, il modello Blythe del suo stilista preferito: Jasper Conran.
Permettetemi di dire, una mise che metterei anch’io, convinta come sono che agli eventi sportivi – soprattutto se non è la finale – sono preferibili abiti sportivi. Avrei evitato la t-shirt che fa capolino dall’abbottonatura, ma assai chic.
(Ph: Getty Images)
Altro giorno, stesso luogo, stesso stile ma brand diverso (questo è ME+EM) per Zara Tindall, grande sportiva e appassionata di eventi sportivi. Deliziosa la borsetta in pelle e rafia di Aspinal, personalmente non amo gli zatteroni e questi (Yves Saint Laurent) sono veramente altissimi, ma chic anche lei.
Nello stesso giorno dei Tindall, mercoledì 12 – presente anche Albert de Monaco con la cugina Mélanie-Antoinette de Massy – è arrivata a Wimbledon Queen Camilla. In bianco, che mi sembra un bell’omaggio all’unico colore ammesso sui campi. L’abito, nuovo, è della fida Fiona Clare Couture: il modello è il preferito della sovrana, in questo caso movimentato da dettagli blu che lo rendono molto fresco ed estivo. Mi piacerebbe anche con accessori blu, ma in questo caso il colore neutro rende la mise anche più adatta a un’occasione di giorno e non particolarmente formale. Molto bella la borsetta in pelle intrecciata Bottega Veneta, già vista la scorsa settimana in Scozia. Chic,
Dopo le righe che ne direste dei pois? Ne abbiamo visti molti di recente, soprattutto addosso alla principessa di Galles, ma questi di Letizia sono piuttosto diversi. Per la consegna delle borse di studio della fondazione La Caixa la Reina ripropone un abito in broccato della spagnola Laura Bernal, già indossato lo scorso anno. Benché non ami il beige mi piace questa sfumatura fredda, mi piace come si combina col bianco dei pois e mi piace sulla pelle ambrata di Letizia. E in questo caso la sovrana ha lasciato a casa le espadrillas in favore di un paio di slingback Isabel Abdo, cosa volere di più? Chic.
I Granduchi del Lussemburgo si preparano a diventare nonni per la settima volta, accogliendo il nuovo bebé del secondogenito Félix e della moglie Claire, la cui terza gravidanza è appena stata annunciata. Intanto hanno accolto il Presidente della Repubblica di Germania e la moglie, in visita ufficiale. La scorsa settimana avevamo grandemente elogiato la Granduchessa, questa settimana meno. Per accogliere gli ospiti Maria Teresa sceglie Carolina Herrera, un modello interessante ma non adatto a lei: il colore è bello ma il tessuto – taffetà – troppo rigido, e la cintura in vita lo fa “sparare” lateralmente. Tra l’altro, nel modello originale l’abito è lungo alla caviglia, accorciarlo ne rovina la linea, e come se non bastasse altro volume orizzontale è aggiunto dalle ruches sulle maniche. La pietra tombale poi ce la mette l’underwear. Risultato: un disastro. Shock.
Per la cena di gala la Granduchessa si affida a Natan: mi piace l’idea dell’abito con poncho in chiffon che copre le braccia e verticalizza la linea però questo rosa inizia a stufare. Anzi, ha già stufato. Al collo la tiara déco con grande zaffiro indossata come collier; belle le scarpe Prada, ma tutto l’insieme non mi seduce. Boh.
(Ph: Pelle T Nilsson/SPA)
Chiudiamo in bellezza: foto di gruppo per la famiglia reale svedese, riunita venerdì nel parco del castello di Borgholms per festeggiare il compleanno dell’erede al trono Victoria col tradizionale concerto. La festeggiata indossa un abito di H&M creato apposta per lei, usando tessuto d’archivio della Conscious Collection del 2016. Il brand svedese si impegna molto, anche grazie a Victoria, per mostrarsi diverso da quello che è, cioè fast fashion non particolarmente (eufemismo) sostenibile. Ciò detto, anche se mi restano parecchie perplessità, l’abito a me piace. Sostenibilità al primo posto anche per byTiMo, brand norvegese responsabile del maxidress rosa di Sofia, che devo dire non ha nulla né di banale né di sdolcinato, e il rischio c’era. Fiori e pizzo per Madeleine e il suo abito di Alexis, brand USA molto popolare tra le signore WASP; non mi fa impazzire ma come avrebbe detto mia madre nell’insieme fa figura. La mia preferita è la mise di Victoria, ma devo dire che tutte e le signore sono ben vestite e adeguate all’occasione. dunque uno chic collettivo. Per il resto: deliziosa Estelle che sta per fiorire in una splendida ragazza; il re mantiene quella sua aria vaga che lo contraddistingue da parecchi anni; al contrario l’elegante regina tiene tutto sotto controllo. Presente (suo malgrado) Chris O’Neal, sempre più il Santi Bailor di Svezia
È il 14 luglio, data che evoca presa della Bastiglia, rivoluzione, reali decapitati, festa nazionale della Francia e del suo orgoglio repubblicano. Per una di quelle coincidenze con cui la Storia si diverte, oggi non è solo la grande festa della repubblica, ma anche il compleanno di Victoria di Svezia; per ora solo erede al trono, un giorno sarà regina. Che poi il suo casato – Bernadotte – discenda da un generale napoleonico che raggiunse fama fortuna e trono proprio in conseguenza della rivoluzione è un’altra di quelle burle della Storia cui accennavamo. Questa mattina dunque apro la pagina della Casa Reale svedese e trovo l’immancabile post di auguri alla festeggiata, con una foto in cui Victoria indossa un abito rosa di adeguata bruttezza (del brand svedese By Malina). La foto mi ricorda qualcosa; una breve ricerca, et voila! È la stessa usata lo scorso anno nella stessa occasione, allora con la povera Vic tagliata a mezza coscia, chissà perché. Agli abiti riciclati ci stavamo abituando, ma mo pure le foto…
(Ph: Linda Broström/Kungl. Hovstaterna)
In materia di sense of humour però i Britannici non li batte nessuno, ed ecco che loro, storici antagonisti dei Francesi, reali imperiali o repubblicani, scelgono proprio questo giorno per celebrare la presa della… Bastiglia? no della Corona! Apre oggi al pubblico per 10 settimane Buckingham Palace, con una mostra d’eccezione, che espone gli abiti usati nella recente incoronazione da King Charles III e Queen Camilla (fino al 24 settembre). Quando si dice l’evento giusto al momento giusto.
Non temete però, al di qua della Manica la giornata è stata festeggiata comme il faut, anche se in tono minore data la situazione complicata seguita all’uccisione di un giovane da parte di un gendarme. Guest star della tradizionale sfilata sugli Champs-Élysées quest’anno è l’India: sul palco il premier Narendra Modi ha osservato sfilare anche soldati indiani, che probabilmente hanno sopportato meglio dei locali il clima afoso. Brigitte Macron questa volta ha scelto un colore tra il giallo chiaro e il crema. Un modello che la Première Dame indossa spesso: tubino aderente al ginocchio (meno male!) e bolerino, in questo caso a maniche lunghe. Una mise che Lady Violet, nell’assai improbabile caso riuscisse a entrarci, indosserebbe a novembre.
…e mi sono detta che no, di Angelica Sedara ce n’è una e una soltanto. E non solo per la bellezza irripetibile della giovane Claudia, o per quell’abito disegnato da Piero Tosi e realizzato della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. E nemmeno per il sontuoso sfondo di palazzo Valguarnera Gangi, assai più scenografico delle scure geometrie di Amman. È che proprio, semplicemente, a me l’abito non piace. Non mi piace perché sembra una meringa con ciuffi di panna, ma soprattutto non mi piace addosso a Rajwa. Non perché le stia male, anzi, ma perché – almeno per l’idea che mi sono fatta di lei – non la rappresenta, né personalmente né culturalmente, la banalizza. L’abito Dolce & Gabbana Alta Moda nasce con una sorta di cappuccio che copre testa e spalle conferendogli un certo senso; così secondo me non ne ha. Shock.
La madre della sposa è solitamente una delle protagoniste del matrimonio; in questo caso Azza Al Sudairi, madre di Rajwa, ha accolto e gestito con grazia l’inevitabile declassamento, lasciando le luci alla ribalta ovviamente alla figlia e poi a consuocera, sovrane e principesse varie. È anche l’unica che non si è cambiata per il banchetto di gala; lei e il marito hanno mantenuto lo stesso abbigliamento della cerimonia, ma non saprei dire perché. La signora ha dunque sfruttato al massimo la sua mise, una creazione couture di Georges Hobeika, stilista libanese – categoria che sta andando fortissimo, e non solo in questo matrimonio – in doppio crêpe in un’elegante punto di lilla. Ho pescato nel web il bozzetto dell’abito, l’immagine non è granché ma può aiutare a farvi un’idea del modello. Io la trovo elegante, molto. Chic.
Couturier libanese – il celebratissimo Elie Saab, che ha vestito la sposa per il rito nuziale – anche per la Regina Rania. L’abito viene dalla collezione couture primavera estate di quest’anno, che si ispira alla Thailandia e alla sua opulenza; è stato rimaneggiato per adattarlo alla bisogna, ad esempio aggiungendo le maniche assenti nell’originale. Benché mi piaccia lo spirito etnico il risultato non mi convince, il colore non dona particolarmente alla sovrana e il tutto mi sembra un po’ pasticciato, forse anche a causa dei capelli sciolti, che non sono mai una grande scelta per le occasioni formali. Notevole la Arabic Scroll Tiara, che nelle volute contiene una lode ad Allah, ma per il resto boh.
Scommetto che alla Sheikha Moza del Qatar non capita mai di aprire l’armadio e non trovare nulla da mettersi. Forse le è successo, poi il marito le ha comprato direttamente la Maison Valentino e voilà. Per il banchetto di gala, il suo abito in un favoloso color lime – Valentino ça va sans dire – rilegge il modello base aggiungendo lunghe maniche e un elegante cappuccio. Avendo il capo coperto, Moza non ha indossato sopra il diadema come invece ha fatto la sovrana malese (con un risultato non particolarmente apprezzabile). No, lei il diadema se l’è messo in vita: una cintura di diamanti e smeraldi. Considerando l’attuale girovita di Lady Violet, ci vorrebbe l’intera Colombia. Strachic.
Ecco con il marito la Regina Azizah Aminah Maimunah Iskandariah di Malesia. L’abito tradizionale ha il suo fascino, il colore è notevole, ma la tiara messa sul capo velato… vogliamo dire che il mix tra culture non funziona sempre? Shock.
Parliamo di regine? Eccola! Máxima dei Paesi Bassi raramente si perde eventi di alto profilo come questo. Fa una scelta molto interessante optando per il brand indopakistano Mahpara Khan: un abito sbrilluccicosissimo, talmente tanto da oscurare lo splendore della tiara Stuart, la più importante del forziere olandese (più un’altra chilata di diamanti, hai visto mai, più la clutch argento Dior). Secondo me messi insieme così i vari elementi finiscono per annullarsi, boh. Con lei e il marito al banchetto di gala c’è anche la figlia Catharina-Amalia che il raffinato, cerebrale Jan Taminiau ha vestito come una di quelle bambole che si tenevano sul comò, effetto aggravato dalla parure di rubini con la tiara che evoca un pavone. A parte tutto, veramente troppo per una ragazza di neanche vent’anni, shock.
Altra futura regina presente, Elisabeth del Belgio, più disinvolta della collega olandese forse per carattere, ma forse pure per la madre che, almeno in pubblico, dilaga meno. Però devo confessare una piccola delusione: la fanciulla ha sfoggiato un abito Armani Privé che sarebbe stato da mille e una notte, ma qualche notte se l’è persa per strada. Mi spiego: la collezione si ispira ai rombi, compresi quelli dell’abito di Arlecchino; il modello in questione in origine è nero con i rombi di colori diversi (potete vederlo qui, dal minuto 14’35 https://www.youtube.com/watch?v=dPIcV8NN6l4); realizzato in questa tonalità di blu, che imperversa in ogni dove, ed estesa anche alla clutch, sempre Armani, modello La Prima (a Bruxelles evidentemente ne hanno una collezione) perde parecchio fascino.
E forse è troppo importante per una ragazza così giovane. La Duchessa di Brabante al compimento del diciottesimo anno – o forse del ventunesimo, non è chiaro -, ha ricevuto in dono una tiara tutta per sé, appartenuta all’aristocratica famiglia britannica Vestey e acquistata dai genitori per lei. Personalmente non mi piace troppo, ma soprattutto trovo che non le doni. Insomma, nonostante il genio di re Giorgio, boh.
Amo questa donna, Sophie del Liechtenstein, la amo. Adoro il suo abito, un modello quasi sportivo – la maison, Carolina Herrera, lo definisce Floral Trench (in seta pura, basta col polyestere!) – reso da sera aggiungendo volume alla gonna. Poi forse un’occasione del genere avrebbe richiesto qualcosa di più formale, ma a me piace da pazzi, e lo trovo molto adatto a lei. Bellissima anche la tiara, la Kinsky a palmette (o a caprifoglio), uno dei diademi del Liechtenstein che sono molto pochi ma molto buoni. Chic.
Temo che Frederik e Mary di Danimarca si siano avviati a diventare i nuovi eredi di lungo corso, dopo che il decano del gruppo, Charles, si è infine sistemato sul trono. Lei mantiene sempre bellezza ed eleganza, ma mi sembra con un filo di noia. Per il royal wedding giordano non si è sforzata più di tanto: oltre alla mise per la cerimonia ha riutilizzato anche quella per il banchetto di gala; un abito che lo stilista danese Jesper Høvring aveva creato per lei nel 2010, per le nozze di Victoria di Svezia, e già rimaneggiato in precedenza. In questo caso è stato aggiunto del pizzo che copre il corpino e scende dalla spalla. Tra l’altro è l’unica a portare un monospalla, forse sarebbe stato più indicato qualcosa con le maniche, come hanno fatto tutte le altre invitate. A me non piace molto, quindi boh, ma se ha trascurato il dress code sarebbe decisamente shock. La tiara è quella edoardiana con piccoli rubini e spinelli che sembra si sia comprata da sé (e pagata pure poco, meno di diecimila euro).
Della Principessa di Galles abbiamo già notato la coazione a ripetere le mise. Noiosetto l’abito Jenny Packham visto e rivisto, che sta discretamente con la fascia del Royal Victorian Order ma fa a cazzotti con nastro giallo del Royal Family Order. Poi certo, la Lover’s Knot Tiara è un pezzo che ha fatto la storia, e gli orecchini sono se possibile ancora più belli, ma trovo il tutto poco entusiasmante. Boh.
Abbiamo discusso un po’ sulla gaffe sfiorata da Beatrice di York, che al banchetto di gala indossava lo stesso abito della principessa Aisha, zia dello sposo; e più in particolare come mai, avendo già visto il suo abito indossata da un’altra, se lo è messo lo stesso. Probabilmente davvero non aveva portato altro, e penso che avesse scelto quel modello di Reem Acra perché la decorazione evoca la forma della tiara York, diadema nuziale della madre Sarah, che non si vedeva più da molti anni. L’abito non mi fa impazzire, la tiara nemmeno, ed è messa un po’ storta. Boh.
Victoria di Svezia invece si è ritrovata al banchetto di gala con la principessa Zein vestita proprio con lo stesso identico abito – il modello Gingko di Safiyaa – diverso solo per il colore. Ne valeva la pena? Per un abito di polyestere che gira da anni? Boh. (nel caso vi fosse sfuggito, questo è il post, sugli abiti indossati da più royal ladies Il caffè del lunedì (di martedì) – Gemelle).
Last but not least, e pure in retrospettiva, la Reina Emerita di Spagna, che ha tirato fuori dall’armadio un abito grigio perla senza infamia e senza lode, completandolo con il set di rubini Van Cleef & Arpels, ricevuto in dono da Niarchos per le nozze con Juan Carlos. Considerando l’infelicità di quel matrimonio, francamente per un ricevimento nuziale avrei scelto altro, e la mise non mi entusiasma, quindi boh, Ma lei, a 84 anni, è uno splendore.
Con Doña Sofía compaiono nella fotografia la regina bhutanese Jetsun Pema con la cognata Ashi Euphelma. Per una volta vedere l’abito tradizionale da dietro è interessante, anche se in un colore che fa un po’ Barbie Bhutan. Però quel rosa baby potrebbe contenere un metamessaggio: non ci sono conferme ufficiali, ma la regina ha colto l’occasione della trasferta giordana per una breve vacanza con i due figli. E in alcune foto, con un abito BA&SH sembra proprio in dolce attesa.
Siamo ancora immersi nelle atmosfere del royal wedding giordano, e ancora tutto dobbiamo raccontare sul ricevimento di gala offerto la sera delle nozze. Ho deciso intanto di dedicare questo caffè a un aspetto particolare, che sintetizzeremo con una parola: gemelle. Perché le sorelle gemelle di Re Abdullah II – Aisha e Zein – ne sono involontarie protagoniste, ma anche per qualcosa che state per scoprire.
Ora ditemi: cos’è che assolutamente ogni signora vuole evitare partecipando a un evento, un party, una soirée, soprattutto se di questa importanza? Esatto, il rischio di ritrovarsi con lo stesso abito di qualche altra invitata. Non solo per il fastidio, ma soprattutto perché la psicologia femminile innescherebbe immediatamente un meccanismo diabolico: sta meglio a lei o a me? lei è più bella, più giovane, più alta, e (soprattutto) più magra. Ecco, ad Amman l’altro giorno è successo proprio questo, e neanche una volta sola. Abbiamo già raccontato dell’abito di Reem Acra, indossato per la cerimonia dalla principessa Aisha, e al gala da Beatrice di York Va in scena il royal wedding – Gli invitati). Ebbene, non è finita.
Restiamo nell’ambito della Royal Family: Catherine indossa un abito tutto di paillettes oro rosa di Jenny Packham con decorazione di cristalli che deve piacerle molto, visto che, in verde smeraldo, l’aveva già indossato (Le foto del giorno – Royal Variety Performance). E la versione oro rosa? Sì, avevamo già visto anche questa, addosso ad un’altra royal lady particolarmente chic (Mary, fifty&fabulous). Non c’è che dire, un modello molto apprezzato! Ora voi mi direte che però la Principessa di Galles è l’unica con questa mise per le nozze giordane. Infatti non è lei la nostra protagonista, l’ho citata solo perché resto sempre piuttosto stupita da come il gusto si stia uniformando ( e per alzare un po’ la suspense).
Arriva Victoria di Svezia, la scelta della tiara mi commuove: l’ha ereditata dalla zia Lilian, protagonista di una delle più belle royal love story dello scorso secolo: sceglierla per un matrimonio è un pensiero molto delicato. La futura regina è una delle poche signore che può fregiarsi del Gran Cordone dell’Ordine Supremo del Rinascimento, alta onorificenza giordana, di cui porta la fascia su un abito rosa, più esattamente color wild strowberry, che sarebbe la fragolina di bosco. Un cape dress, tanto per cambiare, il modello Ginkgo del brand inglese Safiyaa.
Ci giriamo e pof!
Ecco la principessa Zein, sorella di Re Abdullah II in rosso. E cosa indossa la principessa? Esatto! Una creazione Safiyaa, il modello Ginkgo, nel suo caso color azalea red. La foto è brutta – è un fermo immagine – ma inequivocabile. Povere gemelle, ci sono cascate entrambe! Ora dite a Lady Violet, questo vestito vi ricorda qualcosa? L’avete già visto? Ve lo dico io, anzi ve lo indico, andate a guardare questo post Royal chic shock e boh – Ottobre
Anche alla cerimonia religiosa avevamo visto qualcosa di molto molto simile, indossato questa volta da Zaina, campionessa di tennis tavolo e moglie di un cugino del Re. Stessa maison, stesso stile, qualche differenza: il mantello si riduce a una striscia di tessuto che cade sulla schiena, mentre una mantellina sostituisce le maniche (tra l’altro, a quanto visto, Zaina è l’unica signora che si è presentata sbracciata alla cerimonia). Questo modello, in colore bluette, si chiama Kalika. Ma non è che abbiamo già visto anche questo? domanda retorica, il link vi svelerà l’arcano Royal chic shock e boh – Sfida tra Duchesse. E complimenti a Daniela Karnuts, creatrice e mente del brand Safiyaa, per aver creato un abito così realmente popolare.
Dopo gli sposi e la cerimonia che li ha uniti in questa straordinaria giornata, ecco gli ospiti di particolare importanza, il cui arrivo alle nozze abbiamo potuto apprezzare grazie alla perfetta organizzazione e all’accoglienza che i sovrani hanno riservato ad ognuno. Un affascinante mix di Oriente e Occidente, di favolose toilettes e abiti già visti, di costumi tradizionali e creazioni couture. E pure qualche incidente, per fortuna solo sfiorato: con la Principessa Muna, seconda moglie del defunto Re Hussein e madre dell’attuale sovrano, sono arrivate le figlie gemelle, Aisha e Zein.
Zein, la signora bruna coi capelli corti, indossa un abito verde bosco di Carolina Herrera con borsetta Bulgari mentre la sorella Aisha, la signora bionda, ha scelto un elegante abito beige di Reem Acra. Che oplà, poche ore dopo è comparso uguale uguale addosso a Beatrice di York. Per fortuna che era la cena di gala e Aisha si era cambiata! Va detto che l’abito sta molto bene a entrambe, nonostante tra le due royal ladies ci siano ben vent’anni di differenza, 55 contro 35. La sintesi tra Oriente e Occidente è compiuta.
Della mise serale di Beatrice parleremo prossimamente, per la cerimonia Mrs Mapellli Mozzi aveva scelto un’altra toilette che a me è piaciuta molto: un abito di Needle & Thread, in polyestere riciclato come le paillettes che lo decorano; il riciclo è ormai la nuova frontiera del lusso. Il modello è caratterizzato da una morbida linea ad A che Beatrice ha reso più aderente con una cintura nera, en pendant col fiocco che trattiene i capelli. Rispettato il dress code: abito scuro per gli uomini e lungo da giorno per le signore, senza tiara (ma non temete, più tardi c’è stato spazio anche per loro).
La presenza di Edo e Bea è stata un po’ una sorpresa, data la partecipazione – confermata a poche ore dal matrimonio – dei Principi di Galles in rappresentanza della Corona. Grande attesa per vedere Catherine all’opera sullo scenario internazionale nel suo nuovo ruolo, e soprattutto per vederla abbigliata per l’occasione. Non ha deluso, anzi ha messo a segno pure un bel colpo, scegliendo lo stesso couturier che firmava l’abito della sposa, Elie Saab. Abito rosa antico (molto antico) collo alto, maniche lunghe, linea flou. Il ricamo è molto raffinato, lei è sicuramente bella, gli orecchini sono tanto ma non stonano, non si è messa nemmeno un fiocco in testa, come hanno fatto altre, ma se dovessi dirvi che mi ha conquistata mentirei. Un incanto che non mi ha catturata.
Molto interessante per me osservare gli ospiti mediorientali: donne in generale molto belle e molto curate (a volte troppo) alcune vestite all’occidentale altre secondo la tradizione, altre ancora mischiando gli stili. Ad esempio, ho trovato elegante la Principessa Basma bint Talal, zia del sovrano. Per noi tanto oro indossato di pomeriggio sarebbe troppo, ma l’abito è molto bello e lei, compagna di studi di Anne The Princess Royal porta assai bene i suoi 72 anni.
Ugualmente interessanti le interazioni, tenendo naturalmente presente che non conosciamo tutti e ignoriamo la profondità dei rapporti; ho notato ad esempio i signori sauditi non baciare la regina, né le signore il re; e colpisce il fatto che praticamente nessuno fa il curtsy ai sovrani. Rimedia Mary di Danimarca, che si produce come sempre in una riverenza profondissima, pure troppo. La principessa danese, accompagnata dal marito con la sua tradizionale andatura caracollante (mi aspetto sempre che affibbi qualche pacca sulle spalla, e raramente resto delusa) ha riproposto un abito Erdem, francamente non il mio preferito, peggiorato dal fiocco azzurro tra i capelli, da attempata adolescente; la salvano le scarpe, che qui non si vedono ma sono le celeberrime Hangisi di Manolo Blahnik, rese immortali dalla Carrie Bradshaw di Sex and the city.
Dalla Scandinavia con furore altri due eredi al trono: il povero Haakon di Norvegia giunto, come annunciato, solo soletto e dunque passato praticamente inosservato. Victoria di Svezia in un maxi dress a fiorellini del brand svedese byMalina all’occorrenza utilizzabile anche come camicia da notte.
Altra coppia di eredi che stiamo vedendo spesso sono Alois e Sophie del Liechtenstein; come i sovrani giordani, stanno per festeggiare i trent’anni di matrimonio (il 3 luglio). Lei mi piace moltissimo anche in questa sobria versione in pizzo blu – l’abito è il modello Julianna di Diane von Furstenberg – arricchita dagli zaffiri di famiglia, E che falcata!
Presente anche qualche erede al trono non ancora accoppiato e dunque in compagnia del genitore sovrano come la duchessa di Brabante scortata dal padre, Roi Philippe. La deliziosa fanciulla sembra aver ereditato la passione per i cape dress della madre, ma il suo, di Essentiel Antwerp, ha il pregio di essere più allegro e leggero, meno matronale. In mano Elisabeth ha una clutch di Armani, modello La Prima, altro must di famiglia.
(Ph: Patrick Van Katwijk/Getty Images)
Nonostante la sua presenza fosse stata annunciata, non s’è vista un’altra giovane erede al trono: Catharina-Amalia farà la sua comparsa solo al ricevimento serale lasciando la cerimonia nuziale ai genitori. Máxima ripropone un abito di Luisa Beccaria, che addosso a lei perde l’eleganza rarefatta e romantica del brand per assumere un’aria quasi flamenca; non mi ha convinta. Non so se fosse successo qualcosa, ma i sovrani mi sembravano piuttosto immusoniti, e c’è stato anche un siparietto al momento di salutare Abdullah II che dal basso del suo metro e 60 (più o meno) si è alzato sulle punte dei piedi ridendo davanti all’altissima e sempre taccatissima Máxima.
Oltre alla coppia olandese, e il già citato Philippe dei Belgi, presenti in ordine sparso altri sovrani, regnanti o emeriti: visto e riconosciuto il sultano malese con la moglie e il sultano del Brunei accompagnato da uno dei figli minori, Abdul Mateen. Non è l’erede al trono – ma mai dire mai – però il giovinotto, invero piuttosto belloccio, è una mezza star di Instagram (che insomma, puoi essere pure un principe ereditario, ma se non regni sui social non sei nessuno).
Accompagnata non dal marito ma da una delle di lui sorelle, la principessa (il titolo è Ashi) Euphelma, ecco Jetsun Pema Regina del Bhutan. E sorpresa! Abbiamo scoperto un colore che non le dona tanto. Siamo innamorati da sempre della love story tra i sovrani, che ha portato il Re a rinunciare alla poligamia dedicandosi solo a lei, ma la tradizione del Paese è diversa. Il Quarto Re Drago, padre dell’attuale monarca, ha sposato quattro donne: Euphelma e il Re hanno in comune il padre ma madre diversa. Però le quattro mogli sono sorelle tra loro, dunque i vari figli nati sono fratelli e cugini. Non bastasse, Euphelma ha sposato un fratello minore della Regina. Anche le signore del Bhutan sono interessate alla moda, e per questo matrimonio hanno abbinato agli abiti tradizionali due clutch firmatissime: Louboutin per la regina, Dior per la principessa.
(Ph: Patrick Van Katwijk/Getty Images)
Entrata super scenografica per la Sheikha Moza bint Nasser, madre dell’emiro del Qatar. Il suo lungo soprabito rosa e nero, ispirato alla secessione viennese – in particolare all’architetto Josef Hoffman – mi ricordava qualcosa, e infatti ecco qui Valentino collezione haute couture autunno inverno 1989 https://www.youtube.com/watch?v=X65UeiSOXlA
Valentino vintage (ne ha una vera collezione) anche per la Reina Emerita Sofía, giunta a rappresentare la Spagna in compagnia dell’acciaccatissimo Juan Carlos, proveniente però da Abu Dhabi, dove ormai risiede. L’abito rosa a balze è stato indossato dalla Reina per i 60 anni di Carl Gustav di Svezia, nel 2006; la spilla invece fu vista la prima volta al battesimo del figlio Felipe, 55 anni fa.
Nessun Grimaldi presente per Monaco, qualcuno ha inviato anche membri di secondo piano; gesto non particolarmente rispettoso, trattandosi del matrimonio di futuri sovrani, ma tant’è. Dal Lussemburgo c’era il minore dei figli dei Granduchi Sébastien; dal Giappone è arrivata Hisako, Principessa Takamado – il marito, scomparso vent’anni fa, era cugino dell’Imperatore Emerito Akihito – con la maggiore delle figlie, Tsuguko. La Principessa Takamado è una donna di grande cultura e dinamismo, sicuramente la più “moderna” delle molte principesse giapponesi. Poi certo, questo damascato blu è un po’ fuori moda, ma non è facile vestire in uno stile così diverso dal proprio. E vi prego di notare la clutch a forma di civetta della figlia.
Ultime degli ospiti ad arrivare Jill Biden con la figlia Ashley, cui chiederei: se il dress code prevede il lungo, perché midi? La First Lady invece rispetta le regole: Reem Acra anche per lei – la stilista libanese è piuttosto popolare negli USA – un caftano color ostrica non particolarmente donante.
Nell’attesa di parlarvi della cena di gala mi è venuta un’idea: che ne dite di sfruttare le tantissime immagini delle signore giordane, più che per ammirane le mise per cercare di definire le intricate parentele all’interno della famiglia reale? Palesatevi!
Giovedì 25 la Infanta Sofía ha ricevuto la Cresima. A Madrid, nella parrocchia della Asunción de Nuestra Señora de Aravaca, con i suoi compagni di scuola. Con Sofía c’erano naturalmente i genitori, la sorella Leonor fresca di diploma, e tre nonni su quattro: la Reina Emerita, Paloma Rocasolano e Jesus Ortiz, genitori di Letizia. Assente Juan Carlos, che è rimasto ad Abu Dhabi, c’era però la seconda moglie di Ortiz, a dimostrazione di come le famiglie allargate siano ormai sdoganate dappertutto e ad ogni livello.
Le immagini raccontano una cerimonia gioiosa e sicuramente meno formale dei nostri tempi a partire dagli abiti: con le signore tutte nella paletta del rosa – ormai il colore ufficiale a Palazzo – mi ha fatto una certa sensazione vedere la cresimanda col pancino semiscoperto. Confesso che lì per lì mi era sembrata una di quelle cose da ragazzina, un po’ cheap, invece sono andata a cercare ed è una bella tuta in doppio crêpe di polyester del brand spagnolo Caryo (ecco il link https://cayrowoman.com/mono-petunia/).
Mi ha colpito anche Letizia, in espadrillas – è iniziata la stagione! – pantaloni e blusa. Insomma, dalla mia cresima, con madre e madrina in tailleur e cappello, è passata un’era geologica. Sofía ha avuto come padrino suo padre, ma tutto il gruppetto si è prodotto in grandi abbracci, baci e manifestazioni di affetto varie.
Festeggiata a parte, la foto che mi è piaciuta di più è questo, col nonno che omaggia la nipote.
Profano
Profano, ma non privo di una sua laica sacralità, il GP di Formula 1 a Montecarlo: circuito cittadino, pubblico delle grandi (e medie) occasioni, mondanità a mille. Famille princière ottima e abbondante sparsa per ogni dove sia per le qualificazioni sia per la gara vera e propria.
Avvistati Andrea a Tatiana con tutti e tre i figli, Charlotte con marito e figlio maggiore, Pierre e Beatrice da soli, Alexandra con fidanzato, i neo genitori Louis e Marie Ducruet. Come da manuale, Charlotte griffata Chanel – con un abito indossato l’anno scorso nella vicina Cannes da penelope Cruz – Beatrice griffata Dior, le altre a gusto proprio. Vi segnalo Tatiana, di origine colombiana, con un abito della conterranea Johanna Ortiz, già incontrata di recente, ad esempio indosso a Meghan (Le foto del giorno – Tre principesse e una regina)
Triste come un pomeriggio di pioggia la povera Charlène, cui non bastano le strisce arcobaleno nell’abito Akris per riacquistare il sorriso, che compare sul suo volto solo davanti ai suoi gemelli. La Princesse ha scurito i capelli, una scelta che mi perplime abbastanza; non mi sembra che doni troppo al suo incarnato, e in fotografia viene scurissimo, non particolarmente donante.
Non va meglio al gala serale, in compagnia di reali malesi, in cui sprofonda in un abitone monospalla – che sta diventando per lei come il rosa per Letizia – firmato Valentino. Speriamo sia solo una fase.
Polar
(Ph: Christine Olsson/TT)
Prima o poi bisognerà andarci a questo Polarpriset, che assegna premi in campo musicale, con una messa inscena che Sanremo sembra una recita all’oratorio. Ci andrei anche solo per vedere Victoria, che memore di un incredibile abito di tulle rosa indossato prepandemia (Le foto del giorno – 12 giugno) quest’anno ha raddoppiato con un monospalla (pure lei!) giallo limone di H&M veramente notevole. Ed è stata pure fortunata con l’abbinamento del bouquet!
e per finire un piccolo gossip
Finiamo con un piccolo gossip, dedicato ai quei tre di voi che se lo fossero perso. Dopo aver imèerversato al festival di Cannes, le principessine di Borbone Due Sicilie si sono spostate a Monaco per la F1. Maria Carolina (al centro, in grigio) ha pubblicato su Instagram questo scatto che la mostra in compagnia della sorella Maria Chiara (a destra, in azzurro) e alcuni amici, tra cui Christian di Danimarca (tra le due, in giacca beige e capelli a carciofo). Love story in vista? Lady Violet non ha dubbi che la madre della fanciulle, la Duchessa di Castro Camilla nata Crociani, metterà in campo qualunque cosa per sistemare le sue creature al meglio, ma va detto che il padre Carlo fu tra i padrini della sorellina di Christian, Josephine. I semi sono stati già piantati, se poi fioriranno noi saremo qui a goderci lo spettacolo.