Christmas broadcast 2020

Al termine di un anno così complesso, tra pandemia ancora drammaticamente attiva e l’incombente Brexit l’aspettavamo tanto e non ci ha deluso; anche quest’anno il tradizionale Christmas broadcast della Regina è stato perfetto.

Il set

Il discorso è stato registrato (qualche giorno prima com’è tradizione) nella Green Drawing Room a Windsor, spesso usata per eventi importanti o come set fotografico: in tempi recenti l’abbiamo vista in occasione del royal wedding dei Sussex, e del battesimo di Archie.

Sulla scrivania davanti a lei una sola foto, scelta che ha spiazzato quasi tutti, abituati come siamo a vedere esposte immagini di famiglia, e a cercare di leggere metamessaggi a seconda di chi vi compare. Quest’anno invece una scelta insolita quanto netta: il solo Principe Philip, in un’inedita immagine casual. Evitati così i commenti su chi c’era – e soprattutto su chi non c’era – si è riconosciuto il ruolo dell’uomo che le è accanto da decenni e che tra meno di sei mesi festeggerà il secolo; e al contempo si sono ricordate tutte le persone anziane che, se non sono state falcidiate dal covid, hanno particolarmente sofferto la solitudine da distanziamento, magari trascorrendo in solitudine anche queste feste.

La Regina

Vi lascio immaginare la delizia di Lady Violet – e della sua corgina Purple – allo scoprire la mise di Sua Maestà: un elegante abito in crêpe di lana, creazione della fidata Angela Kelly, in una favolosa sfumatura di viola. Viola tampone, direi – e naturalmente al tampone per l’inchiostro mi riferisco, non a quello così spiacevolmente in voga in questi tempi oscuri – con un scollatura rotonda che dà luce al viso e ospita con grazia i classici tre fili di perle. In molti si sono chiesti se questo viola volesse evocare quello dei paramenti liturgici usati in Quaresima, e dunque evocare più il lutto di quest’anno terribile che la gioia del Natale. Personalmente lo escludo, immagino che la sovrana, che non fa nulla a caso, abbia dato la preferenza ad una tinta più sobria e meno allegra del rosso; ma se proprio vogliamo fare un discorso simbolico – sempre rischioso quando si parla di culture più o meno differenti dalla nostra – bisogna considerare cosa questo colore rappresenta: l’unione tra il rosso della carne e il blu dello spirito, la sintesi tra terra e cielo. Per questo è associato alla regalità, in particolare ai sovrani inglesi che dopo la riforma hanno assunto su di sé il doppio ruolo di monarca e capo della Chiesa d’Inghilterra. E questa bella tonalità, più che il viola tampone della mia definizione, è proprio il royal purple (googlare per credere).

Restando nel campo dei simboli, la spilla a forma di conchiglia ha deliziato anche chi non conosca i gioielli a disposizione di Sua Maestà: simbolo di salvezza e di rinascita, scelta migliore non poteva essere fatta.

Naturalmente è assai probabile che la decisione di appuntarsi proprio questa spilla sia legata a un simbolismo familiare, importante quanto gli altri. Il gioiello, il cui nome completo è Courtauld Thomson Scallop-Shell Brooch, apparteneva alla Queen Mother, che lo ricevette in eredità dall’artista e scrittrice Winifred Hope Thompson in segno di ammirazione e rispetto. La spilla era stata disegnata dal fratello, Lord Courtauld Thomson, e realizzata nel 1919 da The Goldsmiths & Silversmiths Co Ltd. Ha la forma della valva di una capasanta, la conchiglia di Santiago di Compostela, incrostata di diamanti; alla base una singola perla, da cui partono cinque frange di diamanti di diversa lunghezza, che terminano in un diamante a goccia. La Queen Mom l’amava molto e l’ha indossata spesso, in particolare per la cerimonia del suo centesimo compleanno, e questo potrebbe essere un altro rimando al prossimo centenario, il Duca di Edimburgo.

Il discorso

(Ph: un collage di immagini da alcuni dei precedenti Christmas broadcast, dall’account twitter The Royal Family)

Speranza, solidarietà, vicinanza le parole chiave di un discorso fortemente segnato dalla pandemia ancora in atto, con alcune espressioni di rara bellezza, come quel the kindness of strangers (la gentilezza degli estranei) che è l’ultima battuta di Blanche Dubois nel dramma Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams, ed è diventata nel tempo un’espressione comunemente usata nella lingua inglese. Il Buon Samaritano, e i suoi tanti emuli che vanno per il mondo, è uno dei personaggi centrali di questo messaggio di Natale, in singolare corrispondenza con la recente enciclica di Papa Francesco, Fratelli Tutti; l’avrà letta anche Her Majesty? Non ne sarei affatto sorpresa. Per uno strano scherzo del destino, l’OMS aveva dichiarato il 2020 Anno Internazionale dell’Infermiere, e mai come in questi mesi la loro opera è stata preziosa; molti i riferimenti a colei che diede dignità e struttura a questa professione, Florence Nightingale, di cui il 12 maggio ricorreva il bicentenario della nascita (questo il post che le abbiamo dedicato The lady with the lamp). L’evento straordinario che ha segnato l’anno che sta finendo ha consentito a Sua Maestà di glissare elegantemente sulla sua famiglia, presente nei vari filmati a che scorrevano durante il suo discorso; naturalmente assenti transfughi e reietto, e chissà come ci saranno rimasti (soprattutto i primi).

In chiusura i canti di Natale eseguiti dal Lewisham and Greenwich NHS Choir, perfetta chiusura di un Christmas broadcast perfetto.

6 pensieri su “Christmas broadcast 2020

  1. Riassunto accurato. Quello della regina è sempre un discorso che ascolto volentieri, anche se il mio inglese è pressoché inesistente e poi mi tocca andare a cercare puntualmente la traduzione scritta. Mi è piaciuto in particolare proprio il mix tra le sue parole e i vari pezzi del video di accompagnamento, dove le persone cosiddette comuni hanno avuto davvero parecchio spazio, tra un’immagine royal e l’altra. 😍 Qualcosa di simile era stata fatta in un programma TV del Belgio nel cui tratto finale è stato inserito il discorso del re. Fantastico il coro alla fine ma anche la banda a cavallo dei primissimi minuti, con gli animali così composti, nonostante il suono degli strumenti, da lasciare stupiti (a parte il cavallo del direttore che dirigeva pure lui muovendo sempre il muso…😆)

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    • Anche a me la fanfara a cavallo è piaciuta particolarmente! Queste cose le sanno fare molto bene, non c’è che dire; la Regina, anche per età e storia personale, rappresenta bene il suo popolo, riesce a essere simile ma non uguale, che è esattamente il suo ruolo.

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  2. Perfetta come sempre, più di sempre. Ho letto che the Queen scrive personalmente il suo discorso di Natale, se è così penso che sia veramente empatica , al contrario di quanto ne dica Netflix, e sappia creare un contatto profondo con l’ascoltatore. Io mi sono sentita toccata.

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    • Sì, la Regina scrive da sé tutti i suoi dscorsi tranne quello per l’apertura del Parlamento, che scrive il Prime Minister in quanto contiene la linea del Governo. E penso anch’io che lei sia molto empatica, e che conosca bene il suo popolo. Buon anno cara Nicoletta!

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  3. Mi permetto di precisare che il viola è anche il colore dei paramenti liturgici del tempo di Avvento, che si conclude con il Natale.
    Per i cristiani il tempo di Avvento è un periodo di revisione di vita, di riflessione sulle proprie scelte, di pentimento per azioni non esattamente conformi al messaggio evangelico, di penitenza per prepararsi al meglio all’arrivo del Signore che nasce, ma anche di speranza della rinascita a nuova vita, quindi io credo che sua Maestà, oltre che Regina anche Capo della Chiesa di Inghilterra, abbia scelto il colore viola esattamente per questo, in perfetta armonia con le sue parole.
    Come dopo l’austerità dell’Avvento esplode la letizia del Natale, così, al termine di questo lungo periodo di mestizia e di sofferenza tornerà la gioia del ritrovarsi e di riprendere finalmente la serenità perduta, anche se intorno ai tavoli delle feste ci sarà una sedia vuota, ed in tanti casi anche più di una.

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    • Hai ragione Maria Teresa, infatti le allusioni alla Quaresima lette da più parti indicano una certa ignoranza dell’anno liturgico, ma tant’è. Francamente non so se lei abbia fatto espressamente riferimento al viola dell’Avvento, ma penso che comunque abbia fatto una sintesi, e l’abbia fatto nel migliore dei modi, dato che conosce profondamente il significato dei simboli, e non solo perché ne incarna lei stessa uno. Ti auguro serenità e gioia per il prossimo anno, e spero di poter continuare a conversare con te.

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