Con l’arrivo della bella stagione – che dovrebbe anche allentare la morsa della pandemia – diventano sempre più numerosi gli impegni delle nostre royal ladies. Naturalmente c’è anche una guerra pericolosamente vicina, ma i reali continuano con la loro vita come sempre, più di sempre. Vi ricordate le immagine della Queen Mother, allora Queen Consort, nella Londra bombardata? In queste occasioni più che mai è importante mostrare fermezza ed equilibrio. E anche noi, nel nostro piccolo, torniamo anche noi alle nostre abitudini.
Commonwealth Day Service

Il secondo lunedì di marzo nel Regno Unito si celebra la comunità del Commonwealth, e il momento clou è sempre la cerimonia a Westminster Abbey. Come sapete quest’anno Her Majesty non ha partecipato, ed è rimasta a recuperare le forze a Windsor; in sua rappresentanza il Principe di Galles e la Duchessa di Cornovaglia. Con loro i Duchi di Cambridge e la Principessa Alexandra di Kent, ovviamente non c’era il Duca di York, e neppure i Wessex, lei a New York e lui in partenza per il Kenia, entrambi in missione per il Platinum Jubilee.

Alexandra è l’unica delle tre signore di sangue reale, nipote di George V e dunque prima cugina della regina. Ha ereditato buona parte dell’eleganza della madre Marina di Grecia ma le manca il brio, che mai ne mina l’autorevolezza, della sovrana. Per lei un completo di crêpe carta da zucchero con cappello in tinta e accessori neri. Sicuramente troppo lunga la gonna e un po’ tristi le calze grigie (che a me fanno tenerezza, riportando alla memoria quelle che indossava la mia adorata nonna Giulia) ma una signora della sua classe e della sua età – ne ha compiuti 85 il giorno di Natale – può permettersi questo e altro. Chic.

Camilla in purple: cappello riciclato Philip Treacy su soprabito – anch’esso già visto – Fiona Clare Couture, borsa Chanel nera come guanti e stivali. Il colore le dona molto e naturalmente io lo adoro ma vi stupirò: l’insieme non mi convince. Forse è troppo scuro, forse il cappello è troppo calcato in testa, insomma boh.

Catherine ha scelto una particolare tonalità di blu – che la stampa inglese definisce sapphire, zaffiro, mentre a me sembra più royal blue – per il cappotto Catherine Walker in crêpe di lana, con collo in velluto come il pillbox (Sean Barrett). Non mi piace il colore. Non mi piace il modello. Non mi piace troppo nemmeno il cappello. In generale, non mi piacciono i volumi di questa mise: il cappotto è troppo lungo e assolutamente troppo stretto tant’è che l’allacciatura va in tensione e si apre troppo camminando. Potrei dire a questo punto che i cappotti della duchessa non mi piacciono quasi mai; ho l’impressione che nonostante sia così alta e sottile insegua spesso modelli che la slancino ulteriormente, che finiscono invece col togliere armonia alla sua figura. Non lo boccio completamente perché il colore comunque le dona e lei è sempre molto piacevole, ma boh. Fatemi aggiungere una cosa: su molti giornali, anche italiani, si è voluto leggere in questa mise un gesto di sostegno all’Ukraina. Ora, a parte che va bene il blu ma il giallo della bandiera di quello sventurato Paese manca completamente. A parte che gli zaffiri alle orecchie e al collo li avrà pure indossati incontrando Zelensky e signora qualche anno fa, ma Catherine li indossa spessissimo. Il punto è che un commento del genere rivela una certa superficialità (se non ignoranza): in una occasione istituzionale di questa importanza non si fanno omaggi a un altro Paese, che peraltro non c’entra niente. Come se ci si presentasse alla parata del 2 giugno con un abito che cita la Union Jack, semplicemente non si fa.
La crisi ucraina


Chi ha cercato, con scarso successo, di evocare la loro bandiera incontrando rifugiati ucraini è Máxima d’Olanda, spesso attiva anche in questi mesi ma necessariamente meno flamboyante del solito. In questa occasione ha abbinato un completo pantalone in un poco donante giallo croco con un cappotto azzurro cielo. Io trovo l’insieme terribile, ma immagino che alle persone incontrate interessi poco. Shock. Un po’ meglio qualche giorno dopo, al lancio del sito web Refugee Help; anche qui un completo pantalone ma in un rosso scuro che le dona assai di più, anche se il taglio dei pantaloni mi lascia perplessa. Stavolta la mise è boh, ma l’impegno superchic, ed è quello che conta.
St Patrick’s Day

Mercoledì 17 è il giorno di San Patrizio, ed è tradizione che membri della Royal Family assistano alla parata delle Irish Guards. Da alcuni anni l’incombenza tocca ai Duchi di Cambridge, dato che William è colonnello del reggimento, e per il loro matrimonio ne indossava la bella uniforme con la giubba rossa. È sempre una manifestazione allegra, cui i duchi partecipano con entusiasmo. Il verde che evoca il colore dell’isola e i trifogli che ne sono il simbolo è anche il colore abitualmente scelto da Catherine per la sua mise, e anche quest’anno non fa eccezione. E qui arrivano i guai, perché la scelta è caduta su un pastrano (l’Emilia Coat di Laura Green London) in una tonalità fredda, quasi grigia, di verde scuro; colletto con punte iperboliche che neanche nei favolosi anni ’70, corpetto in stile militare e gonna godet. Abbinato a un cappello di feltro sempre verde scuro ma in una tonalità più satura (Lock and Co.), che evoca sempre i berretti militari. In questo caso l’effetto finale è un po’ ausiliaria un po’ Esercito della Salvezza. Shock.
Il Carribbean Tour

E non è finita, perché dopo gli impegni in patria i Cambridge sono in volati ai Caraibi per una visita – piuttosto contestata – in occasione del Platinum Jubilee. Prima tappa il Belize, dove Catherine è sbarcata con un completino di pizzo sempre in quella tonalità di blu che sta diventando il suo trademark; anche l’abito indossato il giorno dell’annuncio del fidanzamento con William era in una tonalità simile, un po’ più scura In questo caso la suddetta tinta – scelta assai probabilmente come omaggio alla bandiera del Paese ospite – è declinata in un total color: completino di pizzo, scarpette e una pochette rifida come un’agenda. Un’insieme che le regala almeno dieci anni e che mia madre, poco più giovane di Her Majesty, non si sarebbe messa neanche sotto tortura. Shock.

Seconda tappa, visita a una fabbrica di cioccolato, che sembra destato l’invidia dei tre golosi principini rimasti a casa. Tanto per non sbagliare il colore resto le stesso, sia come sfondo all’abitino a fiori stilizzati Tory Burch sia sugli orecchini ricoperti di cordoncino (Sézane) visti, stravisti e già dimenticati. Completano la mise le solite terribili zeppe altissime, che hanno l’aggravante di essere Stuart Weitzman, e una leziosa pochette a forma di ventaglio. Lei è deliziosa, in altre foto si vede meglio il viso radioso, ma per me francamente è shock.
La giornata per le malattie rare


Ve lo dico, a volte meno male che Letizia c’è. Martedì 15 ha partecipato a un evento in occasione del giorno dedicato alle malattie rare: pull e scarpe rosa cipria, che lei riesce perfino a crudelizzare e gonna plissé bicolore (Reiss). Capelli sciolti con qualche filo grigio e come gioiello un semplice paio di orecchini a cerchio. Chic!