Ieri il New York Times aveva dato la notizia in anteprima e oggi l’editore l’ha confermata: l’autobiografia del principe Harry di cui si parla da mesi è pronta, e uscirà il prossimo 10 gennaio.

Il titolo scelto è secco come una fucilata: Spare, che in italiano potrebbe tradursi come “la riserva”; ovvio riferimento all’espressione “the heir and the spare” con cui si identificano i figli – di solito i primi due – di sovrani e aristocratici: l’erede e quello che subentrerebbe se accadesse qualcosa al primo. Temo dunque che possiamo aspettarci esattamente quello che pensiamo: le memorie di qualcuno che non si sente adeguatamente valutato, adeguatamente stimato, forse nemmeno amato. Qualcuno che pensa di venire sempre per secondo, che è poi il modo migliore per esserlo davvero.
Tutti i dettagli dell’operazione sono rimasti rigorosamente segreti, dal contenuto alla data inizialmente prevista per la pubblicazione; con ogni probabilità questo novembre, per poter approfittare anche del traino natalizio. La morte della nonna Regina potrebbe aver spinto Harry a fare dei cambiamenti, magari alleggerendo qualche giudizio e qualche considerazione, e questo si spiegherebbe il ritardo. La data scelta cade il giorno successivo al compleanno della cognata Catherine; e non si dica che non è un regalo originale!
Credo che chi comprerà il libro, lo farà per leggere un po’ di buon gossip velenoso sulla famiglia reale, quindi se troverà solo pacati e moderati giudizi, resterà male. Ma non dovevano essere indipendenti? Il libro lo firma come “prince” e non certo con nome e cognome. A me pare che questi siano attaccati con le unghie e con i denti ai loro titoli e non abbiano poi tutta questa voglia di normalità e riservatezza, anzi il tema è proprio il più classico “Lei non sa chi sono io!”
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Condivido ogni parola. Ho da tempo la stessa impressione. Ma cambierei la frase in “Lei non sa chi VORREI essere io” . Stanno andando avanti per imitazione. Vorrebbero l’impatto mediatico degli Obama, quello dei grandi nomi di Hollywood, i riconoscimenti in ogni campo e tutto questo senza rinunciare ai titoli dei reali inglesi. Senza faticare troppo, magari. Nel frattempo si può sempre andare avanti a lamentele.
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