Questa settimana la Spagna è saldamente in testa per numero e livello di eventi, ma dato che venerdì Meghan Duchessa di Sussex ha festeggiato il quarantaduesimo compleanno diamo a lei l’onore e l’onere di aprire la nostra rubrica.

Nata il 4 agosto – data che divide con due regine, la Queen Mom e Maria José – Meghan ha festeggiato con marito e amici a cena la sera prima, giovedì 3, scegliendo un lungo abito di jersey di viscosa senza spalline a fasce bianche e nere. Più che un tubino un tubone. Mi ha ricordato una famosa lampada a sospensione popolarissima negli anni ’70: un lungo tubo di tessuto elastico – credo fosse filanca – con all’interno dei cerchi metallici a dare forma. Intendiamoci, a me il bianco e nero piace, e le righe pure, ma probabilmente l’abito deve essere, se non strutturato meglio – qui la mancanza di struttura è proprio una caratteristica – almeno pensato meglio; ad esempio nella dimensione delle righe.


Per farvi capire cosa intendo ecco un frammento della sfilata Fall 1996 di Armani: naturalmente gli abiti sono realizzati in un tessuto più pesante e corposo, ma c’è grande attenzione sia alla dimensione delle righe sia alla linea del modello. Insomma stessa idea, effetto finale completamente diverso. L’abito di Meghan è firmato Posse, brand australiano che dichiara grande attenzione alla sostenibilità; il modello si chiama Theo ed è naturalmente andato subito sold out, se lo volete è in preordine per ottobre. Per il resto, amo le infradito flat, di solito mi piacciono anche le borse Cult Gaia di legno o bambù ma questa, il modello Nia, è banalotta (e troppo grande). Direi che in questa versione la duchessa, coi capelli casualmente raccolti, sembra appena uscita dalla doccia. Sorry, shock.

Il giorno prima i Sussex erano apparsi in un video dove telefonavano ai vincitori di The Responsible Technology Youth Power Fund, uno dei progetti che sostengono con la loro associazione Archewell. In questo caso la scelta era caduta su una tonalità di beige/cammello, mirabilmente abbinata ai pantaloni di Harry, e persino ai suoi capelli superstiti. Un colore che dona a pochissime, e lei non è tra queste. Il completo in maglia di Bluesalt, altro brand sostenibile questa volta californiano, si compone di pantaloni e top smanicato con un bel collo alto, che mi ha innescato un’intensa sudorazione. Ma che tempo fa a Montecito? Boh.

La settimana era iniziata con la commemorazione di Roi Baudouin a trent’anni dalla morte. Presenti a Motril, a Villa Astrida, luogo della dipartita del sovrano – con la Reina Emerita a fare gli onori di casa – due nipoti dello scomparso: il re Philippe dei Belgi, con la figlia minore Eléonore, deliziosa in bianco, e Margaretha di Liechtenstein. Che è sorella del Granduca Henri di Lussemburgo: sua madre Josephine Charlotte era sorella maggiore di Baudouin. A me Margaretha piace, l’ho incrociata una mattina a Roma in bicicletta con la sorella Astrid, divertite e sorridenti.

Mia madre l’avrebbe definita una vera signora e io sarei stata d’accordo: graziosa, sobria senza eccessi, con un bell’abito in mussola di cotone di Samantha Sung, che realizza le sue creazioni anche su misura in tessuti splendidi, naturali, di qualità (li trovate qui https://samanthasung.com/pages/style-guide-motifs. Scelta perfetta, chic.

Domenica scorsa, arrivata da poche ore a Palma de Mallorca, Letizia presenziava alla serata conclusiva del Atlàntida Mallorca Film Fest. Riproponendo un abito nero in plumetis – tessuto che adoro! – di Uterque (marchio assorbito da Massimo Dutti) con accessori dorati: clutch Malanaba e le inevitabili espadrillas. Anche se il nero non è il suo colore, chic.

Il soggiorno a Palma non è esattamente una vacanza, e non manca mai un ricevimento con le autorità locali; anche quest’anno in stile io mammeta e tu con la Reina Emerita infilata in uno dei suoi pigiami palazzo, stavolta in fantasia zebrata. Che vi devo dire, a quasi 85 anni la trovo uno spettacolo. E sicuramente rifiorita dopo la separazione di fatto. Chic. La Reina in carica invece sorprende con un abito Desigual, brand spagnolo mai usato in precedenza, della collezione disegnata da Stella Jean. Il modello in viscosa evoca il disegno degli azulejos, le tipiche mattonelle portoghesi; è fresco, leggero, estivo, e pur essendo decisamente low cost fa la sua figura. Però quelle espadrillas bianche le affogherei nel Mediterraneo. Comunque chic.

Immancabile a chiudere il soggiorno mallorquino arriva la cena di famiglia. In tutto il suo splendore Felipe, reduce dalla premiazione della Copa del Rey di vela con le sue donne, in questo caso ben cinque: moglie figlie madre più zia Irene. In questo trionfo di camicioni/caftani/vestitoni spicca Letizia in rosso, colore che le sta da dea: abito plissé Mango (già indossato) con scollo all’americana, sandali flat (Magrit) e clutch in tessuto con stampa ikat di Feel Mallorca. Chic. Graziose le ragazze, questa volta non mi piace granché la Reina Emerita: il caftano (Valeria Cotoner) ha una fantasia un po’ camicia da notte, e la borsetta Loewe è troppo da città. Ma il cellulare legato al polso è impagabile. Magari lei e la sorella Irene pensavano di partecipare a un pigiama party? Boh.

Chiusura, letteralmente, col botto: venerdì sera i sovrani di Svezia erano al Festival di Salisburgo, dove hanno incontrato la consuocera Eva O’Neill, madre del genero Paul (marito della figlia minore Madeleine) che non manca mai, anche se non so con esattezza che ruolo abbia. A volte un po’ di fortuna ci vuole, e questa volta è toccata a Silvia. Il suo abito da sera in pizzo laminato blu sarebbe stato considerato shock da Lady Violet, ma davanti a Eva in versione gianduiottone, con capello spettinato, ampio décolleté in bella vista e scarpa fetish, la regina con le sue perle, le scarpette e la pashmina mi sembra se non entusiasmante, certamente rassicurante. Silvia boh e Eva shock, ma viva la faccia e l’autostima!