Oggi Charlène de Monaco compie 46 anni, ed è stata festeggiata con un gâteau al mercato della Condamine, antico quartiere monegasco ai piedi della rocca su cui sorge il Palais prinicier.
(Ph: Éric Mathon/Palais princier)
Con lei il marito Albert e i figli gemelli Jacques e Gabriella. Lady Violet confessa: non credeva che questo momento sarebbe mai arrivato, ma in questa foto la più allegra – diciamo meglio, sorridente – è lei. Piuttosto perplessi, per non dire pietrificati, i due bambini, e perfino il loro padre, che essendo un uomo di mondo è in grado di assumere un’espressione cordialmente lieta in ogni occasione, anche le più improbabili. A me francamente sorge un dubbio: la torta è vera? Perché è talmente liscia e perfetta da sembrare posticcia; e non aiuta la decorazione a farfalle tristemente monocrome, né la scritta azzurra stile biglietto da visita. Posso dire? Non tutto può o deve essere sobriamente elegante; vale per le torte di compleanno e in fondo pure per le bambine di nove anni vestite di grigio e beige. Per il prossimo anno una bella crostata? Anyway, buon compleanno!
La notizia ce la da la rivista Hola in esclusiva: l’Infanta Cristina e Iñaki Urdangarin hanno divorziato.
Il documento che scioglie ufficialmente il loro matrimonio è stato firmato dagli ex coniugi, assistiti da un avvocato matrimonialista, presso un notaio di Barcellona. Si conferma dunque l’ipotesi che voleva il divorzio sancito una volta che anche la figlia minore Irene avesse raggiunto la maggiore età. È la fine scontata, e attesa da tempo, di una storia con aspetti assolutamente riprovevoli e francamente imperdonabili.
Lady Violet però non può fare a meno di pensare al loro matrimonio, il 4 ottobre 1997; la felicità della sposa bella ed elegantissima, il fascino dello sposo; e il desiderio che ci accomunava tutti, di girare pagina e ricominciare, dopo la tragedia della morte di Diana e lo strazio del suo funerale, solo un mese prima. Promesse non mantenute, forse troppe; restano quattro bei ragazzi, e non è poco.
Il titolo di questo post cita quello di qualche anno fa (Charlène ride!) che a sua volta citava la frase – la Garbo ride! – con cui venne pubblicizzato il film Ninotchka, girato da Ernst Lubitsch alla fine degli anni ’30 con Greta Garbo, abituata ai ruoli drammatici e dotata di un temperamento non particolarmente allegro, per la prima volta messa alla prova in un ruolo brillante. Primo e ultimo, dato che la diva si ritirò dalle scene qualche anno dopo.
Mi fa quasi tenerezza pensare che nel 2019, anno del primo post, pensavamo che la Princesse fosse triste, troppe tristezze ci avrebbe riservato negli anni seguenti! Ora il peggio sembra essere passato, e possiamo postare questa deliziosa fotografia che la vede allegramente abbracciata alla cognata Stéphanie.
(Ph: David NIVIERE/ABACAPRESS.COM)
Il tutto è avvenuto lunedì 22 allo stadio del Principato, dov’è stata disputata la Fight Aids Cup, per celebrare i vent’anni di Fight Aids Monaco, associazione per la lotta all’AIDS fondata e presieduta da Stéphanie. In questi giorni Monaco ospita un’edizione speciale del Festival del circo, ed è una delle manifestazioni per il centenario della nascita di Rainier III, grande appassionato delle arti circensi, che istituì il festival cinquant’anni fa. Si sono affrontate la squadra dei Barbagiuans, capitanata da Louis Ducruet, e quella del Circus Festival, che ha vinto il match 3 a 2.
(Ph: Eric Mathon-Frédéric Nebinger/Palais princier)
Charlène non ha partecipato a tutti gli appuntamenti della kermesse, a volte sostituita non si capisce come mai dal fratello Gareth, che sta sempre in mezzo come il giovedì, ma insomma direi che stia facendo del suo meglio. Ha pure provato a tirare un calcio al pallone, con stile invero un po’ incerto, peggiorato dai tacchi degli stivali.
(Ph: Eric Mathon-Frédéric Nebinger/Palais princier)
Quello che sembra davvero sincero è il rapporto con la cognata più giovane, che con l’età pare essere diventata una donna solida, i piedi per terra e pochi fronzoli. I rumors vogliono invece una relazione più complicata con Caroline – che oggi compie 67 anni – e devo dire che non sarei stupita nell’avere conferma che la principessa sudafricana, che non ha mai mostrato grande passione per le formalità della Corte, si trovi più a suo agio con l’informale Stéphanie.
(Ph: David NIVIERE/ABACAPRESS.COM)
Posso dire? Una volta archiviato – temo per sempre – il glamour dei tempi d’oro, a me i Grimaldi piacciono in fondo più in queste occasioni ludico/beneficheche che in quelle più formali legate al loro ruolo di reali.
Sedetevi e prendete un bel respiro perché ce n’è un’altra. Non c’è dichiarazione ufficiale perché ad onta del fatto che abbia ancora il titolo di Duchessa di York, Sarah Ferguson è una privata cittadina.
(Ph: Stephen Lock / i-Images)
La notizia viene dalla stampa: a Fergie è stato diagnosticato un melanoma, che è un tumore maligno della cute. A quanto si apprende la duchessa si sarebbe sottoposta alla rimozione di alcuni nei in occasione della ricostruzione seguita al trattamento chirurgico per il carcinoma mammario diagnosticato lo scorso anno (Breaking News! – Daje Sarah!); l’esame istologico dei nei avrebbe rivelato la patologia, di cui è stata informata poco dopo Natale, che ha trascorso con le figlie e tutta la Royal Family a Sandringham.
La notizia chiude una settimana nera per la salute dei Windsor; nelle parole di una persona a lei vicina (in questi casi non mancano mai) la sessantaquattrenne Sarah nonostante il pessimo periodo starebbe reagendo con la positività e la forza di carattere che le sono proprie. Ma insomma, non ci voleva proprio.
Vi ricordate che oggi era previsto un evento che possiamo dire sancisca definitivamente il cambio della guardia sul trono danese? Se non lo ricordavate lo faccio io: oggi alle 14.00 i nuovi sovrani accompagnati dalla regina Margrethe, dalla principessa Benedikte e dai quattro figli hanno partecipato ad una cerimonia religiosa nella cattedrale di Aarhus, la città dello Jutland seconda per importanza in Danimarca.
(Ph: Hanne Juul)
Le tre signore sono in viola, un caso? Non credo! E non ci crede neanche il magazine Billed-Bladet anche se non pensa a un omaggio a Lady Violet ma piuttosto a una scelta connessa al viola liturgico, che però non si usa in questo periodo; personalmente ipotizzo sia una scelta legata al colore che è comunque un simbolo di regalità. Interpretazioni e autocelebrazioni a parte, sotto la mantella blu notte Mary replica pari pari, gioielli a parte, la mise indossata per l’incoronazione di Charles e Camilla, tanto per far capire a chi si ispirerà (Royal chic shock e boh – Coronation edition (parte seconda). Tra l’altro il coat dress è opera di Søren Le Schmidt, che ha creato per lei anche l’abito bianco indossato domenica per divenire regina; e il cerchio si chiude.
(Ph: Hanne Juul)
Sotto la pelliccia con colbacco abbinato – in fondo lì nevica, e lei va per gli 84 – la regina Margrethe indossa un abito di un bel color lilla carico; e probabilmente avrete notato che si tratta della stessa mise indossata durante il discorso di fine anno, nel quale annunciò la sua abdicazione (Breaking News! – Un nuovo Re). Magari se lo è messo perché le piace e ci sta comoda, ma come non pensare anche a un significato simbolico?
(Ph: Martin Hoien)
Chic as usual la principessa Benedikte – che risulta avere ancora impegni pubblici per la corona, vediamo se manterrà il suo impegno – con un splendida mantella di un colore a metà tra il viola e il blu inchiostro; decisamente viola (anche se nella foto non sembra) il cappello di velluto.
(Ph: Martin Hoien)
Deliziose le due ragazze: Isabella indossa un cappottino azzurro di Prada, Josephine uno rosa di Andiata, pescati entrambi nel guardaroba materno, che mi sembra un’ottima forma di riciclo. Entrambe hanno la stessa pochette di lana che piacerà a certe amiche mie, una creazione del brand danese Aiayu, realizzata amano in Bolivia con lana d’alpaca.
(Ph: Hanne Juul)
Viola è il colore scelto anche da Jane Stephens, sorella maggiore della regina Mary, di cui era stata annunciata la presenza a Copenaghen per il gran giorno ma senza testimonianze fotografiche (ne abbiam parlato qui Protagonisti e comprimari).
(Ph: Mads Nissen/Politiken/Ritzau Scanpix)
Sempre il solito Billed-Bladet ha trovato una fotografia scattata all’interno del palazzo di Christiansborg dal fotografo Mads Nissen, che segue la Premier Mette Frederiksen. Jane è la signora alta, seconda da sinistra, tra il principe Joachim e la Premier.
Restiamo in Scandinavia per gli auguri a questa bella fanciulla che oggi compie 20 anni. Ingrid Alexandra, che un giorno siederà sul trono di Norvegia, viene festeggiata con questa fotografia in cui non indossa abiti firmati ma una tuta mimetica. La principessa sta compiendo il proprio addestramento militare, come Leonor di Spagna, come già Elisabeth del Belgio; vediamo quando toccherò a Christian. A Ingrid Alexandra auguro un futuro sereno come il suo sorriso, luminoso come il suo sguardo he si riflette nel cielo del nord.
Oggi pomeriggio avevo la televisione accesa mentre veniva trasmesso quel piccolo gioiello che è Il discorso del Re. Guardando la scena della morte di King George V, che avrebbe innescato un notevole cambiamento nella storia recente della Royal Family, mi è venuto in mente che oggi è l’ottantottesimo anniversario di quel giorno; il vecchio re morì infatti a Sandringham poco prima di mezzanotte del 20 gennaio 1936; gli successe il primogenito Edward VIII, e sapete come andò a finire. Oggi invece i Windsor possono celebrare anche un evento lieto, il compleanno della Duchessa di Edimburgo, che compie 59 anni; e non è mancata una bella fotografia pubblicata sui social della Royal Family.
Sophie divide il suo gran giorno con una regina: Mathilde dei Belgi ne compie oggi 51; anche per lei sono state pubblicate due fotografie, scattate espressamente. Ve ne posto una, se posso dire con un’ambientazione un po’ così; soprattutto non si capisce che cosa sia la costruzione alle sue spalle: una pagoda in mattoni? Una torre orientaleggiante? Per fortuna il sorriso della Reine illumina qualunque scenario.
(Ph: Vlad Vanderkelen)
Ora chiedo venia alle due signore se la associo a un’altra notizia, ma mi è capitata sfogliando le pagine di vari royal editor (come potete immaginare in questi giorni si monitora la situazione con particolare attenzione) e anche se la composizione del post risulterà bizzarra, ve la do lo stesso. La società britannica dedicata al carcinoma prostatico annuncia che in due giorni, da mercoledì 17 – quando King Charles ha rivelato il suo problema – a ieri, le visite al sito, in particolare alla alla pagina dedicata al controllo del rischio, sono aumentate addirittura del 97 %.
Il nostro Charles rischia di diventare un influencer; finiremo per chiamarlo Charlez?
Dopo le notizie, invero piuttosto scioccanti, arrivate da Londra, si riflette sul fatto che lo snellimento della Royal Family, con la conseguente riduzione dei membri attivi, al momento ponga alcuni problemi dato che col Re prossimamente assente per il trattamento alla prostata – anche se intende tornare rapidamente al lavoro – la principessa di Galles in ospedale e poi in una lunga convalescenza col marito al suo fianco, restano in pista la Regina Consorte, l’instancabile Princess Royal, i Duchi di Edimburgo e tutt’al più quelli di Gloucester; comunque tutti over70 tranne Edward e Sophie.
(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)
C’è da dire che in Danimarca stanno pure peggio; se la Regina Emerita non avrà un’agenda pubblica tutto il lavoro graverà sulle spalle dei nuovi sovrani, con l’eventuale sporadico supporto del figlio Christian – che però deve dedicarsi alla sua formazione – e forse talvolta della zia Benedikte (ma ci credo poco).
(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)
Vedremo, intanto la Casa reale ha pubblicato nuove fotografie di Frederik e Mary, con l’erede e gli altri tre figli, nella sala del trono di Christiansborg. Cogliamo l’occasione per una piccola analisi dei protagonisti (e dei comprimari) dell’abdicazione/proclamazione di Copenaghen e poi via, verso nuove meravigliose avventure!
Sorelle e Fratello
(Ph: (Thomas Traasdahl/Ritzau Scanpix)
Lunedì mattina, durante la visita del nuovo re al Parlamento, della delegazione reale faceva parte la principessa Benedikte, sorella minore di Margrethe, che a dire il vero partecipa spesso a questo genere di eventi; si pensava dunque di vederla anche il giorno del passaggio delle consegne ma benché direi certo che fosse a Copenaghen non si è vista; pensavo fosse la signora che accompagnava in auto la ex sovrana subito dopo l’abdicazione, ma chiaramente non era lei. Sicuramente assente invece l’altra sorella, Anne-Marie, che qualche giorno prima era ad Atene per il primo anniversario della morte del marito. Presenza silenziosa.
Dall’Australia a dare man forte a Mary è arrivata la sorella maggiore Jane Stephens con il marito Craig. Non avendo ruolo alcuno ovviamente nessuno si aspettava di vederla e infatti la sua presenza è passata praticamente inosservata; in effetti nella marea di immagini che ha invaso il web me ne sono capitate anche un paio di lei sorridente a godersi lo spettacolo dei fuochi artificiali che hanno illuminato la notte di Copenaghen, ma credetemi: riconoscerla era praticamente impossibile. L’importante è che ci fosse, abbiamo imparato quanto sia importante per un o una commoner che diventa royal avere una famiglia solida alle spalle, e quanto questo finisca col rappresentare un valore aggiunto. D’altronde dopo la crisi generata dalle fotografie di Frederik con la Genoveva dove se n’è andata Mary? In Australia, a casa. La famiglia.
(Ph: Martin Sylvest Andersen/Getty Images)
Discorso a parte per il principe Joachim, fratello del re. Da lui ci aspettavamo di tutto, ma in fondo è un soldato e ha fatto il suo dovere. L’ho visto arrivare a Christiansborg, da solo, in alta uniforme, e mi ha fatto una vaga tristezza. Quello che fu the spare era in una delle auto reali, che sono contrassegnate da targhe speciali. La sua era la numero 10 (per capirci, i figli dei sovrani erano nella 1) per cui ho pensato che se ci fosse stato un pranzo a lui sarebbe toccato il tavolo dei bambini, e magari il menu cotoletta e patatine. Vederlo il giorno dopo durante la visita al parlamento mi ha un po’ rincuorata, speriamo bene. Poteva andare peggio.
I figli
(Ph: AFP)
Diventato a diciotto anni e tre mesi il nuovo Principe Ereditario, l’imponente Christian se l’è cavata tutto sommato con onore; un po’ incerto sul da farsi durante la seduta col Consiglio di Stato in cui la nonna ha firmato l’abdicazione, ma non è stato il solo. Mi viene da pensare che in assenza di una liturgia precisa finisce sempre così, che non si sa bene cosa fare (a me è capitato partecipando a qualche funerale laico). Molti di voi hanno trovato il tutto un po’ freddo, perfino raffazzonato, altri hanno ammirato la sobrietà scandinava; Lady Violet confessa di aver guardato il giovanottone immaginandosi la reazione di una certa bionda principessina borbonica e, soprattutto, della di lei madre. Ne vedremo delle belle.
(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)
I fratelli minori di Christian hanno avuto, com’era giusto, il loro momento di gloria al balcone con i genitori. La tredicenne Josephine, che mi sembra la più umorale dei quattro, evidentemente ha risentito dello stress: graziosissima in un cappottino Prada che fu della madre è apparsa immusonita al limite del maleducato sul balcone di Christiansborg; quando la famiglia ha replicato a Amalienborg è uscita abbracciata al padre. Più serafico il gemello Vincent, che da bravo figlio minore mi sembra uno già in grado di cavarsela da sé (e bellino com’è sarà uno spasso seguirlo). Ho adorato Isabella, deliziosa in un cappottino rosso Carolina Herrera, che è apparsa sinceramente felice. Carucci.
La Regina
(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)
È stato senza dubbio il trionfo di Mary, e il riconoscimento per tutto l’impegno profuso in questi vent’anni. Il suo unico vero limite può essere la ricerca della perfezione, ma spesso per questo l’età aiuta, per non parlare di quattro figli adolescenti. Ci chiedevamo come si sarebbe vestita, e va detto che ha fatto tutto per bene. Non è una sorpresa che abbia scelto uno stilista danese, Søren Le Schmidt, per l’abito candido che è stato realizzato da un’altra fedelissima, Birgit Hallstein, titolare di una nota sartoria che all’epoca cucì anche il suo abito da sposa (disegnato da Ulle Frank). Un modello midi, caratterizzato da un drappeggio che partiva dalla cintura, saliva sul lato sinistro del corpino, girava intorno al collo e finiva svolazzante dietro la spalla sinistra; una sorta di peplo moderno, che avesse tutta la regalità del mondo classico. Immagino che l’obiettivo fosse una mise con qualche caratteristica che lo rendesse abbastanza sontuoso per l’occasione, non proprio l’abito di un’incoronazione ma quello che ci si avvicinasse di più.
(Ph: Dennis Stenild, Kongehuset)
Mi è piaciuto? Non particolarmente, ma penso che in fondo abbia le caratteristiche giuste per passare, nel suo piccolo, alla storia. Perfetti i gioielli; oltre al ritratto di Margrethe dell’ordine reale familiare, alcuni pezzi della celebre parure di rubini: orecchini, spilla appuntata sulla cintura e due fermagli tra i capelli. La parure è stata indossata spessissimo da Ingrid, nonna di Frederik e ultima Regina Consorte prima di Mary, e in aggiunta presenta i colori della Danimarca, bianco e rosso. Lo stesso schema è stato adottato nella scelta degli abiti delle figlie: rosso per isabella, che con la madre compone la bandiera nazionale, con l’aggiunta del blu di Josephine, che cita il terzo colore presente nella bandiera delle isole Fær Øer, che fanno parte del regno di Danimarca (e pure la bandiera australiana, in onore della sovrana). Praticamente perfetta sotto ogni aspetto.
Il Re
Dalle stalle alle stelle in un paio di mesi, Frederik è passato da marito forse fedifrago a padre della patria. E tanto per rispondere a chi lo ha sempre considerato un po’ farfallone, più attratto da divertimenti e sport che dalle cose serie, ha immediatamente scodellato un libro – diciamolo, se non scrivi almeno un libro ormai non sei nessuno – che nel Paese sta andando a ruba. Il volumetto di un centinaio di pagine si intitola Kongeord (La parola del re) e naturalmente non lo ha scritto proprio lui in persona, ma il giornalista Jens Andersen, autore già nel 2017 di una biografia dell’allora principe ereditario. Come il titolo lascia intendere, nel libro il neosovrano parla di sé, della famiglia, di ciò che desidera per la Danimarca. Confesso che sono molto curiosa di vedere l’evoluzione di questo regno; al momento impossibile non notare come la presunta amante di Frederik si chiami Casanova, e lo scrittore Andersen; che fantasia! Io speriamo che me la cavo.
Margrethe II
Si discuterà per anni se (o meglio quando) avesse deciso di abdicare, se il declassamento dei figli di Joachim rientrasse nel progetto, se lo scandaletto di Frederik abbia solo accelerato la decisione, se non volesse rischiare di perdere Mary, considerata fondamentale dopo vent’anni di impegno indefesso. Lei ha dato le carte e condotto il gioco come ha voluto, compiendo un gesto inconsueto che le assegna un posto particolare nella storia del suo Paese. Ha esercitato le prerogative reali e anche quella di capofamiglia dando forse la sveglia a quei due bambacioni (parere personale) dei suoi pargoli. Con la sua abdicazione, che segue a breve distanza di tempo la morte di Queen Elizabeth, non c’è più trono su cui sieda una donna; ma si preparano tempi in cui molte donne regneranno, su Norvegia Svezia Paesi Bassi Belgio Spagna; donne cui non sarà più chiesto di comportarsi come se fossero uomini. Vi ricordate quella scena di Shakespeare in love in cui un’altra Queen Elizabeth, la prima, dice: “I know something of a woman in a man’s profession”, so qualcosa di una donna che fa un lavoro da uomo. Ecco Margrethe chiude un’epoca, e dimostrando il suo potere, il suo senso dello stato, ne prepara un’altra. Una nota di costume: mi chiedevo se la regina avrebbe indossato la spilla a forma di margherita che l’ha accompagnata in tante tappe importanti. Non lo ha fatto, e giustamente, visto che la spilla è legata a sua madre e alla famiglia materna. Invece ha indossato una piccola spilla a forma di ferro di cavallo, con 11 piccoli rubini e due diamanti (di nuovo rosso e bianco, i colori della Danimarca).
(Ph: Aage Sørensen/Scanpix Denmark)
La ricevette in regalo dal padre il 5 giugno 1953, quando un referendum popolare approvò il cambio nelle regole di successione trasformandola nell’erede apparente al trono, e la indossava quel giorno di 52 anni fa quando ad essere proclamata sul balcone di Christiansborg fu lei. Il cerchio si chiude.
I Danesi
Simpatici, entusiasti, felici come delle pasque hanno sfidato il gelo e affollato le vie di Copenaghen, avvolti nei loro piumini, in molti – e non solo bambini – con le corone in testa. Hanno bevuto champagne, ma pure birra, magari la Carlsberg nelle bottiglie create apposta per l’occasione. Hanno agitato senza stancarsi le bandierine, urlato hurrà per il nuovo re e fatto ciao alle telecamere come se avessero vinto i mondiali. Stile hygge.
Oggi, poco dopo mezzogiorno, il Principe di Galles è stato visto alla guida di un’Audi lasciare la London Clinic dov’è ricoverata la moglie. Nei prossimi giorni anche George Charlotte e Louis dovrebbero andare a trovare la madre, ed eccoci alla ragione di questo post.
(Ph: Max Mumby)
Nel caso uscissero foto dei bambini Wales Lady Violet non le pubblicherà, a meno che non siano diffuse direttamente da Kensington Palace. I bambini, che sono comunque in un momento di crisi, li lasciamo tranquilli; e se Catherine ha chiesto espressamente il riserbo sulla sua salute, noi rispetteremo il suo desiderio.
Il colpo ieri è stato forte, inutile negarcelo, anche perché totalmente inatteso. Ora la situazione è un pochino più chiara, l’aver specificato che non si tratta di un problema oncologico va secondo me anche nel senso di tranquillizzare sulla prognosi. Per il resto, la London Clinic è un centro ad altissima specializzazione nel trattamento delle problematiche gastrointestinali, e probabilmente di quello si tratta; ora evitiamo altre speculazioni, mandiamo pensieri positivi e aspettiamo le notizie ufficiali, quando vorranno darcele.
Purtroppo i social stanno ancora una volta dando il peggio del peggio, e accanto a tante persone sinceramente preoccupate ce n’è una marea che sfoga volgarmente e violentemente le proprie frustrazioni. Io vorrei che il nostro sofà fosse un luogo di serenità, educazione e leggerezza, dunque vi aspetto qui per parlare di cose piacevoli; con un pensiero sempre rivolto a Londra e in attesa di buone notizie, ma senza speculazioni. D’altronde qual è il mantra nazionale britannico? Keep calm and carry on, stiamo calmi e andiamo avanti, perché nei momenti difficili ognuno deve fare il suo dovere. E quello di Lady Violet è osservare e chiacchierare del mondo royal con garbo e rispetto, e un tocco di umorismo.
(Ph: PA)
Un po’ come la Queen Consort che questa mattina, in visita alla Aberdeen Art Gallery nella città scozzese, ha tranquillizzato i presenti sulle condizioni del Re, che verrà ricoverato a sua volta la prossima settima per il trattamento di un problema prostatico. Nelle parole di Camilla, sorridente come sempre, il sovrano sta bene e non vede l’ora di tornare al lavoro perfettamente ristabilito. Gran donna, sul cui equilibrio si farà molto affidamento nelle prossime settimane.
Appena diffusa una dichiarazione da Buckingham Palace sulla salute del Re.
Come molti uomini della sua età, King Charles ha un problema che ha causato l’ingrossamento della prostata; nel suo caso fortunatamente si tratta di una condizione assolutamente benigna.
La settimana prossima il sovrano si sottoporrà ad un trattamento correttivo nel corso di un breve ricovero, ogni impegno è rimandato alla fine di un periodo di convalescenza, che nel suo caso si prevede piuttosto breve. Speriamo bene, e auguri di rapida e completa guarigione anche a lui.
Kensington Palace ha appena diffuso un comunicato per rendere noto che la Principessa di Galles è stata sottoposta a un intervento di chirurgia addominale programmato. L’intervento è già stato effettuato con successo presso la London Clinic, dove Catherine rimarrà ricoverata per 10/14 giorni.
Si prevede che la principessa non potrà riprendere l’attività pubblica almeno fino a dopo Pasqua; parliamo dunque di circa tre mesi. Il desiderio è che sia tutelata la privacy e i dettagli delle sue condizioni restino privati; saranno comunque fornite informazioni sul decorso.
La notizia è arrivata a sorpresa un po’ per tutti, soprattutto per noi che aspettavamo a breve una visita dei Principi di Galles in Italia. Il Daily Mail usa l’espressione “It is understood not to be cancerous” cioè sembra di capire che non si tratti di cancro, ma certo un decorso così lungo lascia intendere che non si tratti proprio di una sciocchezza. A lei e alla sua famiglia pensieri di guarigione e tanta energia positiva, noi restiamo in attesa di altre notizie, speriamo ottime e rapide.