The Princess Royal dalla A alla Z (parte prima)

L’abbiamo ammirata più o meno da sempre, ma iniziato forse ad amarla davvero in occasione della morte della madre, per quell’insieme di dolore pudico, senso del dovere, consapevolezza e discreto supporto ai fratelli in cui penso molte si siano riconosciute.

Oggi Anne, Princess Royal, compie 74 anni e noi proviamo a conoscerla un po’ meglio, mentre cresce in Lady Violet il desiderio di leggere una sua biografia aggiornata che spieghi anche il ruolo – e il peso – che ha assunto dopo la morte dei genitori.

A per Andrew Parker-Bowles: se la Royal Family non è esattamente uno dei vostri interessi (ne dubito, sennò cosa ci fate qui sul sofà?) o non avete visto la terza stagione di The Crown o siete solo distratti, forse la presenza del primo marito di Camilla associato alla di lei attuale cognata vi stupirà. Fatto sta che i due figli maggiori di Queen Elizabeth II attraversarono all’inizio degli anni ’70 una fase Beautiful, una sorta di quadriglia in cui Anne ebbe un flirt (secondo qualcuno anche qualcosa di più) con Andrew Parker-Bowles, che poi sposò Camilla Shand, il grande amore di Charles, fratello di Anne. Questo intreccio sentimentale si risolse rapidamente: Charles fu spedito in una lunga missione con la Royal Navy di cui era ufficiale, Andrew – che era bello biondo affascinante ma pure cattolico, dunque inadatto a entrare nella Royal Family – sposò Camilla il 4 luglio 1973 e quattro mesi più tardi Anne impalmò il capitano Mark Phillips, nel giorno in cui il fratello compiva 25 anni. Insomma, avete capito chi sarebbe rimasto in piedi nel gioco della sedia. Andrew è rimasto un grande amico della principessa, che lo ha voluto tra i padrini al battesimo della figlia Zara.

(Ph: Alpha Press)

B per bull terrier: se anche Anne da piccola ha giocato con i corgi, crescendo la preferenza è andata a un’altra razza, tipicamente British; il bull terrier. Nato come cane da combattimento (orrore!) da un incrocio ottocentesco, è un animale che ha un bel caratterino e richiede un padrone di polso. Che certo alla principessa non manca, anche se a volte non è bastato. Il 1 aprile 2002, a Windsor Great Park, la sua Dorothy, detta Dottie, di tre anni morse due bambini. Anne si dichiarò colpevole davanti al magistrato dell’accusa ai sensi del Dangerous Dogs Act e venne multata per 500 sterline, il che ne fa la prima senior royal ad aver ricevuto una condanna per un reato. Non si ritenne necessario sopprimere il cane, che la sera della viglia di Natale 2003 replicò, attaccando uno degli anziani corgi della Regina, Pharos. Le ferite a una delle zampe posteriori furono così gravi, l’emorragia così abbondate, che il poverino dovette essere soppresso. Proprio un bel regalo di Natale.

C per cavalli: un binomio inscindibile, una passione incontenibile, straordinaria anche per la sua stessa famiglia, tanto che il padre sintetizzò “se non emette aria dal fondoschiena e non mangia fieno non le interessa”. Anne prende parte regolarmente al Horse of the Year Show a Wembley. Medaglia d’oro European Eventing Championship i campionati europei di completo individuale 1971, in groppa all’amatissimo purosangue Doublet, donatole dalla madre. Argento nel concorso a squadre e nell’individuale 1975, ha gareggiato anche ai Giochi Olimpici di Montreal 1976. Tra il 1986 e il 1994 è stata Presidente della Fédération Équestre Internationale (FEI), la massima autorità internazionale per gli sport equestri. Data la sua passione, è parte di molte organizzazioni che a vario livello si occupano di cavalli, è anche Membro Onorario dell’Associazione Nazionale Italiana Di Riabilitazione Equestre

(Ph: William Lovelace)

D per damigella d’onore: un ruolo che l’unica figlia della sovrana ha esercitato spesso in matrimoni di primissimo piano. A partire dal 13 gennaio 1960, quando Lady Pamela Mountbatten sposò David Hicks a Romsay Abbey; la sposa era stata a suo volta damigella alle nozze tra Elizabeth e Philip, e la terza figlia della coppia, India, avrà lo stesso ruolo a quelle tra di Diana e Charles, suo padrino di battesimo. Il royal wedding più importante del 1960 fu però quello del 6 maggio, tra la zia Margaret e Anthony Armstrong-Jones. L’anno seguente, l’otto giugno il Duca di Kent sposò nella cattedrale di York Katherine Worsley, e nel 1963 sua sorella Alexandra andò all’altare a Westminster Abbey con Angus Ogilvy, con Anne come damigella esperta e efficiente

(Ph: Getty Images)

E per Elizabeth è il suo secondo nome, dopo Anne e prima di Alice e Louise. Nomi di famiglia, scelti anche per onorare le due nonne, la materna Elizabeth The Queen Consort e la paterna Alice di Battenberg, entrambe madrine al battesimo della nipotina, celebrato dall’Archbishop of York, Cyril Garbett il 21 ottobre 1950 nella Music Room di Buckingham Palace. La piccola Anne ebbe anche un’altra madrina: la principessa Margarita, sorella del padre, e due padrini: il prozio Lord Mountbatten e Andrew Elphinstone, cugino della madre; nella fotografia, la signora prima a sinistra è Princess Alice, Countess of Athlone, in rappresentanza della sua omonima, nonna paterna della bimba. Anne è nata a Clarence House il 15 agosto 1950 alle ore 11.50; pesava esattamente 6 libbre, cioè kg 2,720. La sua nascita fu salutata da 21 colpi di cannone sparati a Hyde Park poi, una volta registrata, come tutti i bambini britannici nati in quegli anni ancora vicini alla guerra ricevette una tessera annonaria.

(Ph: Sterling Henry Nahum/Royal Collection Trust)

F per fari: secondo quanto ha dichiarato lei stessa, a cinque anni si è innamorata di un faro, cioè di quello che la Treccani definisce “strumento di segnalazione luminosa, posto per lo più su torri, che serve come punto di riferimento nella navigazione marittima o aerea”. Una passione costante nella sua vita, sembra si sia prefissa di visitare e accendere tutti quelli che punteggiano le coste del suo Paese. Ne ha comunque visitati molti nel suo ruolo di Master of the Corporation of Trinity House, l’autorità responsabile dei fari che punteggiano le coste di Inghilterra, Galles, Isole del Canale e Gibilterra. La domanda nasce spontanea: il suo libro del cuore sarà To the lighthouse, la Gita al faro di Virginia Woolf?

G per Gatcombe Park: nel 1976, tre anni dopo il matrimonio, la Regina dona alla figlia la splendida residenza di Gatcombe Park, nel Gloucestershire, a circa 150 chilometri dalla capitale e a una decina da Highgrove, l’amatissima residenza di campagna di King Charles. Nel 1978 la tenuta è stata ampliata acquistando un’azienda agricola, Aston Farm, che contiene anche un laghetto ricco di trote. All’interno della tenuta ci sono due cottage di proprietà dei figli della principessa; i Tindall vi risiedono stabilmente

(Ph: Getty Images)

H per HGV licence: prima della famiglia a prenderla, la HGV licence è l’equivalente della nostra patente C. HGV sta per Heavy Goods Vehicle, cioè veicoli pesanti; la principessa è dunque abilitata alla guida se non proprio dei camion, di grandi furgoni. D’altro canto lei stessa, intervistata dopo la morte della madre, alla domanda su quale lavoro avrebbe scelto al di fuori degli impegni reali, ha risposto che si sarebbe data all’agricoltura, potendo anche assicurare il trasporto dei prodotti, dato che sia lei sia il marito hanno la patente per i mezzi pesanti.

I per istruzione: educata privatamente come si usava all’epoca per le bambine del suo rango, sotto la guida della sua governante Catherine Peebles, nel 1963 la tredicenne principessa chiese di frequentare una scuola, e fu iscritta alla Benenden School in Kent, da cui uscì onorevolmente diplomata nel 1968.

(Ph: Getty Images)

J per Jensen Interceptor: lo sappiamo, sono i cavalli la grande passione della Princess Royal, non solo quelli a quattro zampe, ma anche quelli motore. Nel 1971, su invito dell’amico e pilota Sir Jackie Stewart, condusse un’auto sportiva sul circuito di Formula 1 di Silverstone, e il suo parco macchine negli anni ha ospitato molti esemplari di particolare pregio tra cui una Jensen Interceptor, coupé in tiratura limitata con motore britannico e carrozzeria italiana, oggetto del desiderio di molti ricchi&famosi negli anni ’70.

K per kidnap: la sera del 20 marzo 1974 la principessa è vittima di un tentativo di rapimento. Lei e il marito Mark, sposati da cinque mesi, stanno rientrando a Buckingham Palace dopo un evento di beneficenza quando sul Mall la loro auto viene bloccata da una Ford Escort guidata da tale Ian Ball. L’ispettore James Wallace Beaton, unico ufficiale a sicurezza di Anne esce dall’auto, facendole scudo e tirando furi la pistola d’ordinanza, che però s’inceppa. Viene ferito dall’aggressore, come pure l’autista. Interviene un giornalista che si trova nei paraggi: ferito pure lui. Ball raggiunge la principessa, le dice che vuole rapirla per ottenere un riscatto di 2/3 milioni di sterline da donare al NHS, il servizio sanitario nazionale. Le ingiunge di scendere e lei risponde con una frase che a modo suo fa la storia: Not bloody likely! (“neanche per sogno!” o meglio “manco per il cavolo!”) e scende dall’auto dall’altro sportello, insieme con la dama di compagnia che era con lei. Finalmente arrivano i nostri, nella persona di Ron Russell, che è un semplice cittadino ma con un passato da pugile; da un pugno all’aggressore e porta via la principessa. Interviene un altro poliziotto, viene ferito a sua volta ma riesce a chiamare i soccorsi, che finalmente arrivano, disarmano e catturano Ball, che dopo il processo viene affidato al servizio psichiatrico. Sembra si trovi ancora ricoverato al Broadmoor Hospital, con una diagnosi di schizofrenia. Concluso per fortuna senza grandi conseguenze, l’accaduto ha indotto una riflessione sulla protezione dei reali, che da allora è cambiata notevolmente, sia nel numero sia nell’addestramento.

(Ph: Hulton Archive/Getty Images)

L per lettere d’amore: questo è uno degli argomenti che preferisco, dato che suggerisce un aspetto diverso nel carattere della volitiva e forte Anne: anche lei ha probabilmente scritto, e sicuramente ricevuto, lettere d’amore. Il problema è che lo scambio epistolare è avvenuto quando era ancora formalmente sposata con Mark Phillips. Protagonista della vicenda Tim Laurence, ufficiale della Royal Navy che Anne conosce a bordo dello yacht reale Britannia. Nel 1986 il giovanotto diventa equerry della regina, e immaginiamo che le occasioni per i due di incontrarsi aumentano. Inizia il più romantico dei corteggiamenti, affidato alla parola scritta, una cosa che ho sempre adorato. Nel 1989 il tabloid Sun mette le mani su alcune delle lettere di Tim, e scoppia lo scandalo. Piccolo, a dire il vero dato che il matrimonio tra Anne e Mark è finito da quel dì, e a dirla tutta lui ha avuto un’altra figlia, Felicity, nata nel 1985 in Nuova Zelanda da Heather Tonkin, un’insegnante. La coppia si separa ma manifesta l’intenzione di non divorziare; avviene tutto con un clamore contenuto, probabilmente perché l’attenzione globale è tutta concentrata su un’altra coppia in crisi, quella dei Principi di Galles. Quando arriva la prova inconfutabile della paternità adulterina di Mark, si spiana la strada del divorzio, pronunciato il 23 aprile 1992.

(Ph: EPA)

M per Matrimoni: Anne e Tim si sposano il 12 dicembre 1992 a Crathie Kirk, una piccola chiesa nei pressi di Balmoral. È una parrocchia che appartiene alla Chiesa di Scozia, che consente il matrimonio ai divorziati in particolari circostanze. Tim Laurence non riceve un titolo nobiliare, lui ed Anne non avranno figli insieme, ma è un matrimonio solido che dura da 32 anni; alla fine, è lui l’uomo della vita.

Il 14 novembre 1973 la storia sembrava diversa; 500 milioni di persone nel mondo, tra cui una Lady Violet ancora bambina, assistono al fiabesco matrimonio a Westminster Abbey. Lo sposo è il biondo Mark Phillips, aitante (allora) nella giubba rossa del suo reggimento, le Queen’s Dragoon Guards. La sposa è l’unica figlia della Regina, ha solo 23 anni e quel giorno è bellissima. Per il suo abito ha scelto Maureen Baker, stilista principale del brand di prêt-à-porter Susan Small, che crea un elegante modello ispirato allo stile Tudor. Sul capo della principessa brilla la stessa tiara che 26 anni prima ha indossato la madre, allora principessa Elizabeth.

Quando arriva al braccio del padre Philip, l’effetto è senz’altro notevole. Un vero matrimonio da principessa, che fece sognare. E come dimenticare la pelle d’orso stesa sotto i piedi degli sposi in una delle foto ufficiali?

(Ph: Norman Parkinson/Sygma/Corbis)

Non si può, così come non potete perdere la seconda parte di questo post. Stay tuned!

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