La notizia l’ho avuta ieri, e non sapevo se darvela. Poi ho deciso di sì, sulla base anche del messaggio diffuso dai Principi di Galles.
Vi ricordate di Liz Hatton, la sedicenne che un paio di mesi fa era stata invitata a Windsor per scattare alcune fotografie – sua grande passione – durante le investiture di quel giorno? (Le foto del giorno – Abbracci di speranza)
Liz è morta ieri mattina.
La morte è sempre un dramma, la morte di una creatura così giovane una tragedia, e non oso nemmeno immaginare lo strazio dei genitori, Vicky e Aaron, e del fratellino Mateo. Non so trovare le parole, e non ne dirò di circostanza, che in questa situazione sarebbero particolarmente odiose.
Non posso però non pensare alle persone che stanno affrontando la malattia, come Catherine. Quali i sentimenti davanti a una notizia del genere; il dolore, la paura, la disperazione. So che anche tra gli amici di Lady Violet c’è qualcuno che sta affrontando la stessa situazione, e qualcuno che pur avendo superato il male se lo ritrova sempre accanto, silenzioso compagno di viaggio. Per quel poco che possa servire, c’è sempre un posto speciale per voi sul nostro sofà, e se riusciamo ad alleggerire per qualche minuto il vostro carico ne siamo felici. Non siete soli.
E siccome oggi è il giorno del ringraziamento, vi ringrazio co le parole di John Donne, poeta avvocato e religioso e astrologo dell’Inghilterra di Elizabeth I e James I.
Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; Ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto.
Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se un promontorio fosse stato al suo posto, o una magione amica o la tua stessa casa.
Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: Essa suona per te.
(No man is an island, Entire of itself; Every man is a piece of the continent, A part of the main. If a clod be washed away by the sea, Europe is the less, As well as if a promontory were: As well as if a manor of thy friend’s Or of thine own were.Any man’s death diminishes me, Because I am involved in mankind. And therefore never send to know for whom the bell tolls; It tolls for thee.)
Vi ricordate qualcuno dei ritratti che la fotografa Annie Leibovitz – prima americana ad aver mai ricevuto tale incarico – fece a Queen Elizabeth II? O forse ricordate l’episodio della Regina infuriata alla richiesta di togliersi la corona? Ebbene, si replica! Oggi sono stati svelati i ritratti di Felipe VI e di Letizia commissionati a Leibovitz dal Banco de España.
Sono frutto di una seduta fotografica di sei ore, dalle 11.00 alle 17.00 del 7 febbraio scorso in cui sono stati realizzati scatti a centinaia; questi sono quelli infine scelti.
L’ambiente usato come sfondo è il Salón Gasparini, dal nome del veneziano Mattia Gasparini, uno degli artisti di corte di Carlo III nella sua doppia veste di Re di Spagna e di Napoli. Trovo che il pesante stile rococò del salone si sposi bene con l’uso drammatico della luce che caratterizza lo stile della fotografa, e secondo me è particolarmente efficace nel ritratto della Reina. D’altronde il rimando alla grande pittura barocca spagnola, da Velàzquez a Zurbaràn, è evidente.
(Ph: Annie Leibovitz)
El Rey appare nell’alta uniforme da Capitano Generale dell’Esercito di terra; la vita è cinta dalla fascia rossa di Capo Supremo degli Eserciti. Al collo l’insegna del Toson d’Oro, il collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III; sul petto, la fascia di seta celeste dell’ordine; tra le altre insegne la Gran Croce al Merito Militare e la Gran Croce al Merito Navale. Siamo informati del fatto che altre foto sono state fatte al sovrano in abiti civili ma formali: tight e frac, ma alla fine è stata preferita questa, nello splendore dell’uniforme; ottima scelta!
(Ph: Annie Leibovitz)
Accanto al re, la sua regina. I due ritratti sono stati pensati per essere esposti sempre insieme, come un moderno dittico, e fatemelo dire, Letizia è veramente sublime. La mise della Reina è un omaggio alla tradizione della couture spagnola attraverso il suo più illustre rappresentate: Cristóbal Balenciaga. Letizia indossa un abito da gran sera senza spalline in tulle di seta nero; il tessuto è drappeggiato sul corpino allungato aprendosi nella gonna, secondo lo stille degli anni ’40, cui il vestito risale. Proviene dalla collezione privata della Fondazione Antoni de Montpalau, e il prestito è stato un’espressa richiesta della sovrana; potete vederlo qui, la seconda foto dall’alto https://antonidemontpalau.com/cristobal-balenciaga/
(Ph: John Cazenave/Fundación Antoni de Montpalau)
L’abito è completato da una grande stola in seta color geranio, una creazione del 1962 indossata da una ospite al matrimonio dei genitori di Felipe, Juan Carlos e Sofía, per cui c’è anche un richiamo simbolico. Completano la mise due delle cosiddette joyas de pasar, che dall’epoca di Victoria Eugenia – bisnonna di Felipe – vengono indossate dalle regine di Spagna: un paio di grandi orecchini di brillanti che Letizia usa spesso, e il favoloso collier composto da grossi diamanti, dono di nozze di Alfonso XIII alla sua sposa, Victoria Eugenia di Battenberg. Perfecto.
Tra i royal appuntamenti più importanti di novembre, oltre al compleanno di King Charles, c’è senza dubbio la festa nazionale del Principato di Monaco, e noi da qui partiamo.
Tradizione vorrebbe che il giorno della Fête Nationale combaciasse con l’onomastico del Principe, e per i 55 anni abbondanti del regno di Rainier III la celebrazione è avvenuta il 19 novembre, festa (insieme al 17 giugno) di San Ranieri. Alla morte del vecchio sovrano il successore, Albert, avrebbe dovuto anticipare di qualche giorno, dato che il 15 novembre si celebra Sant’Alberto Magno, ma il nuovo monarca ha mantenuto la vecchia data, come omaggio al padre e al patrono della dinastia, che è appunto Ranieri. Martedì 19 dunque il Principato si è vestito a festa, e le strade imbandierare della rocca hanno accolto la Famille Princière quasi al completo. A partire dalla principessa consorte, la bionda Charlène, in completo pantaloni lilla di Vuitton.
La giacca asimmetrica è interessante, con una bella linea scolpita, ma tira un po’ sul punto vita; i pantaloni mi piacciono meno e mi sembra che l’orlo della gamba destra sia più lungo. Pesante l’abbinamento con gli accessori neri – borsa e scarpe dal tacco spesso, tutto Vuitton – terrificanti le calze nere. Tutto l’insieme non mi convince affatto: inadatto all’occasione e troppo rigido. Lei è piuttosto goffa e poco disinvolta, probabilmente anche perché molto timida, e inguainata in questo genere di mise mi fa pensare a un soldatino di legno, compreso il fascinator con doppia piuma; insomma, qualche amica toscana direbbe che tutto l’insieme è pissero, per me è semplicemente shock. E so che qualcuna salverebbe i gradi orecchini di brillanti; li salverei anch’io, ma mai e poi mai li indosserei di mattina!
(Ph: Eric Mathon/Palais princier)
Deliziosa Gabriella in cappottino azzurro cielo Dior; personalmente non amo i bambini in abiti firmati, ma lei è molto graziosa, e il broncio mostrato in più occasioni durante la giornata le restituisce appieno la natura di bambina, e pure simpatica.
(Ph: Niviere David/ABACAPRESS.COM)
Sceglie Dior anche la zia Stéphanie, con un cappottino che abbina il nero al blu. So che molti inorridiscono alla semplice idea, ma io stavolta la trovo elegante come non si vedeva da tanto; mi piace la semplicità e l’assenza di effetti speciali, limitati al tatuaggio che spunta dalle slingback Prada. Assolutamente chic. Da molto Stéphanie non porta cappelli, e tutto sommato guardando oggi la sorella maggiore Caroline non so darle torto. La primogenita di Grace è in total Chanel ma sarà per il troppo nero, sarà per i capelli acconciati male sotto quel fascinator, che invecchia come poche cose al mondo, ma l’effetto finale non è entusiasmante. Peccato perché l’abito che si intravvede dal cappottino, in pizzo tridimensionale, è bellissimo, lei è sempre chic ma stavolta non mi sembra assai sotto tono. Boh.
(Ph: Stephane Cardinale-Corbis/Getty Images)
Grande attenzione per la mise della figlia minore di Caroline, Alexandra di Hannover, che ha tirato fuori da un’armadio di famiglia un tailleur, probabile creazione del divino Balenciaga, appartenuto a nonna Grace. Elegantissima sia lei sia l’operazione, in una parola meravigliosa; talmente tanto da distogliere l’attenzione sull’orlo dei pantaloni del cugino Louis Ducruet, che fa sembrare un dilettante anche zio Albert. Brava Alexandra, très chic.
La sorella Charlotte Casiraghi è global ambassador Chanel, ed è naturalmente vestita dalla maison. Accompagnata dai due bei figli Raphaël e Balthazar – che pur avendo padri diversi si somigliano molto e hanno lo stesso modello di orecchie – la fanciulla indossa un cappottino di tweed in quella tonalità di azzurro che è uno dei trend di stagione, abbinato ad accessori neri che in questo caso fanno effetto colour block. Lei mi piace praticamente sempre; in particolare in questo caso mi sembra tanto francese, e mi ricorda attrici e cantanti degli anni ’60 e ’70 come Françoise Hardy o Catherine Spaak, sarà per le gambe in mostra o le scarpine Mary Jane Chanel? Chic.
Capitolo cognate: numero 1)Tatiana Santo Domingo, moglie di Andrea Casiraghi; la apprezzo sempre di più, trovo che vada definendo sempre meglio il suo stile. Per l’occasione ha scelto un completo Dolce&Gabbana con giacchina avvitata e gonna midi in tssuto pied-de-coq, che sarebbe il pied-de-poule ma più grande. Attenzione al dettaglio: i capelli legati con un foulard e soprattutto il pullover dolcevita al posto della camicia. Impeccabile, informata. chic.
Cognata numero 2) la nostra Beatrice Borromeo, consorte di Pierre Casiraghi. Come Tatiana, compare quasi sempre semicoperta dai figli, per cui ho scelto questa tenerissima foto col secondogenito Francesco che si gode una carezza del padre (che sotto il tight porta i mocassini, lo sciagurato!). Beatrice è per Dior ciò che Charlotte è per Chanel, per cui la sua mise arriva direttamente, e per intero, dalla maison: tailleur grigio con giacca dal collo alla coreana e gonna midi plissé. Neri gli accessori: dall’adorabile fascinator a forma di goccia con veletta, alle décolleté, alla borsa, la Small Lady Dior Joy. Strachic (lei, lui tra scarpe inadatte barba lunga e cravatta allentata sembra reduce da una notte di bisboccia, come suo fratello).
Questa volta il ruolo delle sorellastre tocca alle figlie di Stéphanie, Camille e Pauline. La prima ha un bel cappotto verde (Tara Jarmon) perfetto per andare in ufficio, l’altra ha scelto Miu Miu: abito stropicciato ad arte in satin color crema sotto il cappotto grigio fumo, veramente troppo over. Anche l’over è un trend di stagione, ma non per un’occasione di questa formalità. Boh+boh, ma molto carine.
(Ph: Eric Mathon/Palais princier)
La giornata si è conclusa con un gala al Grimaldi Forum, dove la Famille Princière ha assistito a una rappresentazione della Bohème di Puccini (di cui quest’anno è il centenario della morte). Partendo da sinistra: Tatiana in abito di velluto verde a balze del suo brand Muzungu Sister; sarà che mi ricorda quello che avevo da bambina, ovviamente corto e con le balze solo accennate, a me piace, chic. Charlène è in blu, ancora Vuitton; non mi fa impazzire, soprattutto con i capelli pettinati così, ma sicuramente chic. Blu anche per Caroline, in un classico Jenny Packham tutto paillettes, e il tocco ultramoderno della clutch Bottega Veneta nera compresa la metalleria, chic anche lei. La figlia minore Alexandra si butta sul colore star della stagione, il bordeaux e sceglie uno scenografico abito di Giambattista Valli col piccolo corpino cosparso di volant. Lo adoro, chic. Chiude il gruppo Beatrice, anche questa volta in Dior, con un sontuoso abito in velluto nero con ricamo al collo. La fotografia non rende, ma è veramente superchic. A questo punto mi sorge una riflessione: per la festa di quest’anno, tranne qualche eccezione, i Grimaldi si sono sicuramente mostrati al loro meglio; perché dunque non li trovo mai convincenti fino in fondo? Secondo me perché hanno perso smalto, e sembrano un po’ dei sopravvissuti. Probabilmente il mio giudizio è condizionato dal ricordare bene il sublime glamour che Grace aveva portato in dote al Principato, ma morta lei è iniziato un lento declino, forse anche perché molte manifestazioni sono rimaste le stesse senza avere la forza della storia né del simbolo, e sono dunque solo anacronistiche. Per tacere del povero Albert, che costretto a indossare la poco marziale uniforme dei Carabiniers non ha l’autorevolezza paterna. Parlavo qualche giorno fa con un’amica di Lady Violet, e convenivamo sul fatto che la vita mondana monegasca ormai oscilli tra il memoriale e la sagra di paese.
Parlavamo di storia ed ecco qui, la famiglia reale britannica. Martedì sera, mentre i Grimaldi assistevano alla Bohème, a Buckingham Palace i Windsor ricevevano il Corpo Diplomatico accreditato a Londra per l’annuale ricevimento. C’era il re, nelle sua veste di capo dell’Order of the garter, con giarrettiera d’ordinanza allacciata al polpaccio sinistro, c’era il Principe di Galles in frac, e c’era la regina in una sinfonia di blu. Camilla ha scelto un abito in velluto operato di Fiona Clare come base per la fascia azzurra dell’Order of the garter, il Royal family order del marito (La foto del giorno – L’ordine di Carlo) col ritratto di Charles sostenuto da un fiocco celeste chiaro, e la tiara con le cinque acquamarine vista in precedenza sulla cognata Sophie. Personalmente non amo troppo gli azzurri, men che meno l’acquamarina, ma che le vogliamo dire se non chic?
Finale col botto, perché una mise del genere non può passare sotto silenzio. Il 12 novembre, impegnata in una serie di incontri ad Amman l’associazione delle donne impegnate nelle professioni e nel business, Rania si è presentata nella sua personale versione degli anni ’80: giacca corta Sportmax, leggings (ma all’epoca si chiamavano fuseaux) con la staffa portata sopra le scarpe dal tacco altissimo, e il nuovo secchiello Kalimero di Bottega Veneta. Sarà la nonnitudine che le ha dato un nuovo sprint? Comunque spaziale!
Oggi ho visto in tv un servizio sulle prove che fervono al Teatro alla Scala in vista della soirée di inaugurazione il prossimo 7 dicembre, festa di Sant’Ambroeus (il santo, non l’omonimo ristorante), patrono della città. Quest’anno i fortunati spettatori ammessi al tempio della lirica – e alla presenza del Presidente Mattarella – si godranno Verdi al suo massimo, con La forza del destino.
Se l’inaugurazione della Scala è uno degli eventi clou, e non solo della società meneghina, la fine dell’anno si caratterizza per l’abbondanza di concerti e spettacoli musicali.
(Ph: Toby Melville)
Una delle serate più interessanti per noi royal watcher sarà quella del 6 dicembre, quando Westminster Abbey ospiterà il concerto di canti natalizi Together at Christmas, organizzato dalla Principessa di Galles, che sta lentamente tornando ai suoi impegni pubblici. Sappiamo già che Catherine quest’anno ha invitato i sopravvissuti alla tragedia di Southport, dove a luglio tre bambini sono stati accoltellati a morte, e una decina feriti, dal diciassettenne Axel Rudakubana. Proprio una visita nel teatro della strage è stato uno dei primi impegni affrontati dalla principessa nel suo percorso di recupero dalla malattia (Breaking News – Getting better).
Altro classico appuntamento di fine anno ieri sera alla Royal Albert Hall, dov’è andata in scena la tradizionale Royal Variety Performance, una serata ricca di artisti che raccoglie fondi per attività solidali. Con i Principi di Galles ancora a mezzo servizio, gli altri membri della Royal Family evidentemente non disponibili, la Queen Consort che ha dato forfait all’ultimo momento – immagino che non fosse il caso di affrontare i rigori della tempesta Bert che sta flagellando le Isole Britanniche – è toccato a King Charles.
Che si è infilato nel suo smoking, ha calzato le scarpe di vernice ed è arrivato solo soletto a presenziare alla serata. Anche se in qualche fotografia sembrava un po’ affaticato una volta dentro si è ripreso alla grande, ha salutato con entusiasmo Elton John e il suo parrucchino, e si è goduto lo spettacolo.
(Ph: ITV/Shutterstock)
Il sovrano si è particolarmente divertito alla battuta di Matt Forde, comico dedito in satira politica, che ha imitato Trump nel celebre momento dell’accusa agli immigrati di mangiare cani e gatti. Your Majesty – ha aggiunto – lei si chiama come un cocker spaniel (il Cavalier King Charles) stia attento che se la mangiano vivo!
(Ph: Daily Mail)
Quando poi i due si sono incontrati, l’attore ha chiesto se ritenesse esagerato lo sketch. Charles lo ha tranquillizzato: è stata una battuta fantastica, e ci sono voluti 300 anni per poterla pronunciare. Non si può dire che il monarca manchi di classe e di autoironia.
Il 22 novembre 1963 è una di quelle date incise nella mente di molti, di tutti. Chi c’era se la ricorderà sempre, chi non c’era ancora, o era troppo piccolo, a imparato a conoscere, e a ricordare. È uno di quei giorni che io chiamo “la fine dell’innocenza” la fine di una favola, di un’età dell’oro, una fase che nasce come un sogno e finisce in un incubo.
(Ph: Cinema Publishers Collection/imago images)
All’una del pomeriggio del 22 novembre 1963 il presidente John Fitzgerald Kennedy viene dichiarato deceduto dai sanitari del Parkland Memorial Hospital, dove era giunto in condizioni disperate – forse già morto – dopo l’attentato avvenuto mezz’ora prima.
Jack faceva la storia, Jackie la raccontava. Fu lei, colta e amante della cultura più del marito, a definire Camelot l’era kennediana e quando Jack se ne andò, il mondo si aspettava che Jackie, vedova a 34 anni con due bambini piccoli (più altri due morti alla nascita) diventasse la vestale del mito, un mito che come nella tragedia greca si nutriva della propria distruzione. Non ci riuscì, non come si voleva da lei. Ma quel giorno alla fine ce lo ricordiamo forse più per Jackie che per Jack. Lady Violet di sicuro, forse anche per quell’istintivo pudore che si ha nel guardare qualcuno che sta morendo senza poter fare nulla. Quel giorno per me è Jackie, che arriva nella città texana con la sua grazia leggiadra, e ne riparte sempre graziosa, ma pietrificata. Quel giorno per me è quella mise rosa, la cui storia abbiamo raccontato in questo post: Quel tailleur rosa.
Tre giorni dopo il figlio John compiva tre anni, e l’immagine che racconta quella giornata è un bimbo col cappottino azzurro che fa il saluto alla salma del padre; l’abbiamo ricordato qui: Jackie, la donna che visse tre volte (parte seconda)
La polizia norvegese ha rilasciato un comunicato per informare che ieri sera Marius Borg Høiby, figlio di primo letto della principessa ereditaria Mette-Marit, è stato arrestato e si trova al momento in prigione a Oslo.
(Ph: Shad/Se og Hør)
L’accusa è gravissima: stupro, ai sensi dell’articolo 291 paragrafo b, che riguarda il rapporto sessuale con qualcuno che è incosciente o che per altri motivi non è in grado di resistere all’atto. La polizia ha precisato che lo stupro sarebbe avvenuto senza rapporto sessuale, ma poco cambia. Il fattaccio sarebbe avvenuto il 6 novembre, quindi quando il giovanotto era già ampiamente nell’occhio del ciclone. Istintivamente mi verrebbe da commentare: oltre che delinquente pure stupido, ma volendo concedere il necessario beneficio del dubbio, mi sembra che Marius sia in una spirale distruttiva con esiti potenzialmente tragici. Quello di cui invece sono sicura è che sia necessario prendere provvedimenti immediatamente, e uscire dal riserbo in cui si è chiusa al momento la famiglia reale; il popolo norvegese ha bisogno – e si merita – di un po’ di chiarezza.
Care lettrici e cari lettori, come avete trascorso le serate di questo weekend? Teatro, cinema, cenetta oppure divano e plaid? Lady Violet la seconda, e tanto per non smentirsi si è vista la miniserie The Virgin Queen sulla prima delle due Elisabette che hanno regnato in Albione.
Felipe e Letizia sono andati a vedere Gladiator 2 – in versione originale sottotitolata – non credo che li imiterò perché è uno dei film che mi interessa di meno, ma è senz’altro la pellicola più vista in questi giorni, e infatti anche il cinema scelto da loro era pieno. I sovrani hanno fatto la fila per lo spettacolo delle 20.00 come tutti gli altri spettatori; ma credo che Felipe, col suo metro e 97, abbia smesso da quel dì di sperare di passare inosservato. Dopo gli eventi di Valencia il fatto di farsi vedere tra la gente non è banale e neanche scontato, ne parleremo ancora.
(Ph: Shad Madian/FOTOMAD/Se og Hør)
Venerdì sera invece è stata la regina Sonja di Norvegia a regalarsi una serata a teatro con un paio di amiche; per lei un concerto jazz all’Amerikalinjen di Oslo dedicato a Nina Simone. L’amore per le arti e la cultura della sovrana, così come la raffinatezza delle sue scelte, sono cosa nota e nemmeno in questo caso si è smentita. Amo vedere i reali in questi momenti di normalità, e va detto che quelli di cui parliamo oggi hanno in comune anche il fatto di trovarsi in un momento difficile. Se i sovrani spagnoli hanno dovuto affrontare la tragedia dell’alluvione, neanche alla corte norvegesi le acque sono tranquille. Superato il matrimonio della primogenita Märtha Louise con lo sciamano, che resta una possibile fonte di problemi se non si comporterà a modino, ora i veri guai vengono da Marius Borg Høiby, figlio di primo letto della principessa ereditaria Mette-Marit. Il giovanotto, accusato qualche mese dalla fidanzata di violenze fisiche e psicologiche (La foto del giorno – Prove di maturità) sta rivelando una natura molto più oscura di quanto il suo aspetto angelico farebbe supporre: almeno un’altra ragazza si è aggiunta nelle accusa di violenze, e vengono fuori storiacce di tossicodipendenza e non solo. E i norvegesi non risparmiano critiche alla madre del ragazzo (neanche tanto, ha 27 anni) che lo avrebbe coperto oltre l’opportuno, supportata in questo dal marito Haakon. Il che è non solo gravissimo, ma potenzialmente disastroso per l’immagine dei futuri sovrani.
Bene ha fatto Sonja a prendersi qualche ora di distrazione, lei che passa con solida grazia attraverso comportamenti inadatti e problemi familiari. Piccola riflessione: a parte che la regina, che potrebbe essere mia madre, dimostra di avere una vita sociale più intensa della mia, ma quanto sono chic queste signore?
Compie oggi 76 anni Sua Maestà King Charles III; il Palazzo lo festeggia con una foto very British, e più lui invecchia più Lady Violet trova che somigli al padre. Compleanno di lavoro per il re, che oggi ha festeggiato un anno del Coronation Food Project, nato contro lo spreco alimentare, inaugurando il primo hub per la distribuzione di cibo.
Ieri invece giornata dedicata al cinema e allo spettacolo, con un ricevimento a Buckingham Palace con molti rappresentanti dello showbiz, in compagnia di diversi membri della Royal Family, a partire dalla regina. In serata il sovrano ha partecipato alla prima mondiale del film Gladiator 2: devo dire che mi è sembrato in ottima forma (e non sapevo che nel cast del film ci fosse anche Denzel Washington). Qui trovate il video: https://www.youtube.com/watch?v=Zp717Kme5nA
(Ph: Getty Images)
Considerando l’anno appena trascorso, i problemi, la malattia che ha colpito lui e Catherine, il fatto che Charles abbia portato avanti alcuni impegni di riposarsi è un ottimo segnale, spero davvero che il peggio sia alle spalle.
(Ph: The Royal Family)
Immancabile in questo caso chi si chiede se Harry&Meghan gli avranno fatto gli auguri; personalmente non ho dubbi che si saranno sentiti in privato. Auguri pubblici, com’è giusto che sia, quelli di William&Catherine, che hanno scelto una foto scattata a Charles durante il recente viaggio a Samoa. Ma un bel regalo per il sovrano (e per noi) arriva dalla Principessa di Galles, che ieri ha annunciato il prossimo concerto di Natale, Together At Christmas Carol Service: si terrà a Westminster Abbey venerdì 6 dicembre. Magari anche lei il 9 gennaio potrà festeggiare un compleanno più lieto del precedente. Una rinascita, per tutti coloro che ne hanno bisogno.
È ricomparsa in pubblico la Queen Consort, che non ha potuto partecipare agli eventi per il Remembrance Day a causa di un’infezione toracica. Nel calduccio di casa oggi Camilla ha ricevuto la sestina dei candidati al prestigiosissimo Brooker Prize 2024, che viene assegnato questa sera.
(Ph: Getty Images)
In lista ben cinque donne e un solo uomo per un incontro che avrà fatto la gioia della regina, notoriamente grandemente appassionata di lettura e letteratura. Camilla ha dichiarato di stare molto meglio; l’unico sintomo che le resta è un po’ di tosse. La sua salute, sebbene in miglioramento, non le consentirà di partecipare domani alla prima del film Gladiator 2; dovrebbe però essere presente al ricevimento offerto sempre domani a rappresentanti dell’industria cinematografica e televisiva, anche se probabilmente non si tratterrà fino alla fine. Giovedì King Charles compirà 76 anni, e sono previsti un paio di appuntamenti che però affronterà da solo. Insomma non benissimo ma bene.
(Ph: James Chapelard)
Chi non molla è la Princess Royal, che questa mattina è arrivata in Scozia dove si tratterrà una settimana. Eccola a Glasgow per il primo di molti impegni: è allo Scottish Event Campus per il congresso sulle terapie contro l’HIV. L’aereo su cui viaggiava Anne ha avuto dei problemi a causa del brutto tempo ma nonostante il disagio e il ritardo lei non ha fatto un plissé. La amo.
Last ma assolutamente not least: facciamo un salto a Windsor Castle, dove il Principe di Galles nella odierna sessione di investiture ha creato MBE – Member of the British Empire – nientepopodimenoche Simon LeBon, leader dei Duran Duran, storica band degli anni ’80, amatissima dalla mamma di William, Diana. Nella foto si riconosce la moglie di Simon, la bellissima Yasmin Parvaneh (in tailleur di broccato), una che top model lo è stata veramente, e ha calcato le più importanti passerelle Haute Couture. Con lei le tre figlie; un matrimonio che funziona da quasi quarant’anni.
E grazie all’amica di Lady Violet e di questo blog per la segnalazione.
E vennero i giorni dei ricordi, quelli dedicati all’armistizio della Grande Guerra e alla memoria di quanti sacrificarono la loro vita per il loro Paese. Nel Regno Unito (e in Canada, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda) il momento clou, onorato con due minuti di silenzio, cade all’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, perché è quello in cui nel 1918 l’armistizio divenne effettivo.
La più importante cerimonia pubblica si svolge ogni anno al Cenotaph – il monumento a Whitehall, nel cuore della Londra istituzionale – la domenica più vicina all’undici novembre ed preceduta il sabato sera dall’appuntamento alla Royal Albert Hall.
Atto Primo
Ieri la memoria di coloro che hanno servito e si sono sacrificati per il loro Paese è stata celebrata dal tradizionale Festival of Remembrances. Uno spettacolo unico, che onora i caduti e celebra l’orgoglio nazionale, alla presenza della Royal Family. Nel palco reale c’era King Charles senza Camilla, che evidentemente non si è ancora ripresa dall’infezione toracica resa nota qualche giorno fa (S’è ammalata anche Camilla). A tal proposito vi dirò che non sono particolarmente sorpresa, la regina va per gli ottanta, il clima di novembre è quello che è, e comunque immagino che un po’ impegnative queste manifestazioni lo siano. Al suo posto l’inossidabile Princess Royal accompagnata dal marito Tim Laurence (alle sue spalle) accanto al Duca di Kent, che a 89 anni quanto a inossidabilità se la batte con la cugina Anne.
Naturalmente gran parte dell’attenzione si è concentrata sulla Principessa di Galles: ogni suo passo, grande o piccolo, verso il ritorno alla vita pubblica è accolto con gioia e speranza. Catherine non ha deluso, con una redingote di Alexander McQueen; bellissima e nuovissima, e anche questo è un buon segnale. Accanto a lei il marito William – con un abito veramente troppo chiaro per l’occasione – che non ha lesinato gesti affettuosi nei confronti della moglie. Al cui anulare sinistro brillava di nuovo l’anello di fidanzamento, segno che magari ha ripreso un po’ di peso.
Dietro di loro si intravvedono i Duchi di Gloucester; non compaiono nelle foto del palco, ma c’erano anche i Duchi di Edimburgo.
Il momento più emozionante della serata è quello in cui nel silenzio assoluto cadono nella sala migliaia di petali di papavero, se non l’avete mai visto, merita (e Catherine e apparsa commossa) https://www.youtube.com/watch?v=_B41Ytor90c
Atto secondo
Questa mattina il centro di Londra si è fermato per ricordare i caduti di tutte le guerre. Ora diciamolo, quanto a spettacolarità delle cerimonie, bellezza delle uniformi militari, capacità di interpretare l’aspetto simbolico, i britannici di rivali ne hanno pochini.
A me è piaciuta tanto questa immagine col re, il figlio e i fratelli; e ho pensato a quello sciagurato di Andrew. E ci aggiungo che io per questi pastrani vado pazza. Mi è piaciuto anche il saluto di William ai veterani.
Al posto d’onore sul balcone del Foreign Office, e ancor più in vista data l’assenza della regina, la Principessa di Galles e la Duchessa di Edimburgo. Nei momenti di maggior concentrazione Catherine è apparsa con un viso assai segnato; però a dire il vero questo è accaduto anche negli anni precedenti. Probabilmente l’associazione tra la mise da lutto, la luce grigia di novembre e l’espressione di circostanza gioca brutti scherzi; per fortuna nelle immagini sorridenti il suo aspetto cambia completamente.
La principessa ha riusato un cappotto di Catherine Walker già indossato in precedenza: (Remembrance Sunday 2020) e rinnovato liberando le spalline dalle frange, cambiando i bottoni e aggiungendo il fiocco di velluto al collo, è nuovo invece, e assai vezzoso, il cappellino di Juliette Botterill.
Anche Sophie, accanto a lei, ha usato di nuovo una mise già vista: l’abito Valentino che indossava a Roma il 26 settembre dell’anno scorso, per il funerale di Giorgio Napolitano (La foto del giorno – Il cordoglio del Re, e di Sophie). Che a me sembrava troppo pesante allora e sembra troppo leggero oggi, ma che vi devo dire, va bene così. Divertente il cappello di Jane Taylor, anche se capisco che “divertente” non sarebbe l’aggettivo più adatto all’occasione.
Al termine della cerimonia, non è sfuggito il tenero gesto con cui Sophie ha accompagnato Catherine.
E speriamo che il compleanno del re, giovedì, sia più sereno dei mesi trascorsi.