Royal chic shock e boh – Special edition

Sabato 10 settembre il Belgio è stato attraversato da un’inedita ventata di allegria per il matrimonio di Maria Laura, figlia della principessa Astrid e nipote di Roi Philippe con William Isvy (Sposa bagnata sposa fortunata). Purtroppo le nozze sono arrivate due soli giorni dopo la morte di Her Majesty, che ha gettato nel lutto la sua famiglia e il Regno Unito, e steso un velo di tristezza un po’ dovunque. Lady Violet sperava di potervi proporre una sosta dalla mestizia con le immagini e le mise di un momento gioioso ma poi gli eventi hanno deciso per noi. Celebriamo dunque l’evento a cinque settimane di distanza, perché vedere un po’ di gente felice, e di mise particolari, non può farci che bene.

(Ph: Photonews)

Il dress code per le nozze civili, celebrate nell’aristocratico hôtel de ville sulla Grand Place immagino fosse: corto! Corto per la sposa, che ha fatto la scelta originale del miniabito, ma corto ahimé pure per lo sposo, che sfoggia un completo dai pantaloni col mitico orlo acqua in casa, e ci aggiunge pure il mocassino con nappine. Nulla mi toglie dalla mente che Maria Laura abbia volto omaggiare la nonna Paola, scegliendo uno stile anni ’60 di cui la allora principessa di Liegi fu impareggiabile musa, e per la scelta della griffe, Gucci, che firma il delizioso abitino avorio così come le scarpe. Anni ’60 anche la pettinatura. Gli orecchini sono un gioiello di famiglia, che indossava al proprio matrimonio la cognata Elisabetta (Auguri alla sposa!). Chic lei, shock lui. Cominciamo bene!

Nel primo pomeriggio gli sposi si sono ritrovati nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule per una cerimonia interreligiosa (lo sposo è di fede ebraica) dove non è mancata una preghiera in memoria di Queen Elizabeth, sovrana ma anche capo della Chiesa d’Inghilterra. Maria Laura, che vive a Londra, per il suo abito da sposa si è rivolta a una stilista inglese, Vivienne Westwood.

L’abito riprende i temi cari alla designer, a partire dal bustino che si apre in un drappeggio che sottolinea la scollatura e copre le spalle. La figura sottile e slanciata della sposa è sottolineata da una una gonna dalla linea semplice, che esplode in uno strascico lunghissimo e larghissimo, in un’interessante contrapposizione di volumi. Mentirei se dicessi che è nella top ten dei miei favoriti, ma trovo che a lei stia bene.

Bellissimo il velo antico della famiglia Ruffo di Calabria, e lo sapevamo, ma in questo caso è stato indossato particolarmente bene, ed è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore. Per fermarlo, la sposa ha scelto la tiara Savoia Aosta, appartenente alla famiglia paterna. Dono di nozze alla principessa Anna d’Orléans, che nel 1927 andò in sposa ad Amedeo d’Aosta, fu poi ereditata dalla figlia Margherita, madre di Lorenz d’Asburgo-Este e dunque nonna di Maria Laura. Chic tiara e velo, ma l’abito, boh.

Anche se nelle foto non si vedono praticamente mai, del corteo della sposa facevano parte cinque bambine e due maschietti, tutti vestiti in giallo senape, ma per manovrare l’abbondantissimo strascico c’erano quattro fanciulle: la sorella Luisa Maria, la cognata Elisabetta, e le cugine Marie-Astrid e Olympia Napoléon. Essendo tutte donne adulte e, ad eccezione di Luisa Maria, sposate (delle nozze di Olympia abbiamo parlato qui: Vive les mariés!) invece che tutte uguali nei soliti improbabili colori pastello, si sono vestite con uno stile simile – abiti midi in diverse fantasie floreali – con in testa un cerchietto. Una scelta che a Lady Violet è piaciuta molto; chic di gruppo, con particolare plauso alla sottilissima ed elegantissima Elisabetta, con un abito meno girlie delle altre.

Gli sposi con la famiglia di lei. In seconda fila i fratelli: Laetitia Maria, cui è toccato occuparsi dei piccoli paggetti, vestita un po’ da paesanella stile Loren dei tempi d’oro, con camicetta bianca gonna fiori e cerchietto verde; ma perché? Boh. Segue Joachim, poi Luisa Maria in bianco e giallo con cerchietto en pendant. Infine Amedeo e la moglie Elisabetta in bordeaux; hanno in braccio i due figli: Anna-Astrid di sei anni e Maximillian, tre, che erano tra i paggetti della sposa. Sfidando il rischio di inciampare sul chilometrico strascico ecco in prima fila, accanto al neogenero la madre della sposa, vestita Gucci dalla testa ai piedi, dalle slingback argento con classica staffa al cappello di asprit verde chartreuse. In mezzo, gonna a pieghe e blusa di pizzo in una tonalità di verde appena più accesa, e giacca color pavone con ricami viola sulle maniche. Piume pizzo ricami plissé damascato metallizzato, qualunque cosa vi venga in mente c’è, perfino un collarino di cristalli (non è un collier ma proprio il colletto della blusa). Magari qualcuno resterà perplesso, ma io l’ho trovata divertente. E fatemi dire una cosa, Astrid, come tutte le figlie normalmente graziose di donne bellissime, per tutti i suoi 60 anni di vita (li ha compiuti a giugno) è stata messa a confronto con la splendida madre Paola. Ed è stata sempre rappresentata come meno bella, meno brillante, meno spigliata, meno divertente, sempre qualcosa in meno. bene, questa volta ha deciso di essere più: più spiritosa, più allegra, più colorata, più pirotecnica, più divertente e divertita. Non sarà chic nel senso stretto del termine, ma io l’ho adorata. Per una volta, more is more. Estrema raffinatezza ed eleganza senza sbavature per il padre della sposa, Lorenz; sublime la camicia a righine lilla con colletto e polsini bianchi en pendant con la cravatta. Chic!

(Ph: Abacapress)

Ecco Paola col marito Albert il figlio Philippe e la di lui moglie Mathilde al termine del matrimonio civile, cui gli uomini hanno partecipato in completo scuro, sostituito dal tight nel pomeriggio, mentre le signore erano senza cappello. Paola ha indossato lo stesso abito – beige a disegni color carbone, firmato Natan – in entrambe le cerimonie; nel pomeriggio ha aggiunto un bandeau in fibra naturale creato appositamente per lei da Fabienne Delvigne.

La mise perfetta per la nonna della sposa, chic.

La Reine Mathilde invece si è cambiata: la mattina ha riciclato un abito rosso Natan, già indossato nel 2018 per la festa nazionale, e già adeguatamente criticato in una delle primissime edizioni di questa rubrica (Royal chic shock e boh); per quale ragione una donna così bella continui a indossare abiti che non la valorizzano per me è un mistero. Forse, semplicemente, le piacciono. Boh (comunque senza cappello è meglio).

Per la cerimonia religiosa la Reine si è buttata sul floreale – un nuovo Natan – e lo ha accessoriato con un enorme cappello a pagoda di Maison Van den Borne; purtroppo il forte vento ha reso il primo simile a una tenda della doccia, e trasformato il secondo – grazie anche alla originale inclinazione – in un disco volante pronto al decollo. Shock. La quattordicenne Eléonore, che ancora per qualche anno sarà la piccola di casa e di conseguenza costretta a indossare le ballerine, è assolutamente deliziosa in verde acqua. Ma sua sorella Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura Regina, è una vera bomba in total red (tranne le scarpe). L’abito modello poncho con frange è Carolina Herrera, le scarpe Jimmy Choo mentre cappello Laurany e la clutch Marguerite sono di Fabienne Delvigne. Chic!

Mathilde aveva indossato la pagoda rosa al loro matrimonio, e sua cognata Claire questa volta non si è risparmiata, scegliendo un’enorme pamela che riprende il verde della fantasia dell’abito. A me è piaciuta molto. Chic. Mi piace lei, mi piacciono i due figli gemelli – chiaramente eterozigoti – i sedicenni Nicolas e Aymeric, e mi piace moltissimo la primogenita Louise, che a diciotto anni può sottoporsi alla valutazione di Lady Violet. Il marito Laurent, fratello minore di Roi Philippe mi piace meno, ma amen. Trovo Louise incantevole nel suo abito fucsia – uno dei colori di punta della prossima stagione, l’ha fatto pure Valentino! – del brand Rotate, del danese Birger Christensen, e cerchietto Eden di Fabienne Delvigne in seta camaïeu. Ladies&Gents, ecco a voi la dimostrazione che i cerchietti infiorati stanno bene solo alle giovanissime. Chic.

Partecipa ormai a tutti gli appuntamenti della famiglia, sia i pubblici sia privati Delphine, figlia naturale e infine riconosciuta di re Albert II. Delphine è un’artista, e in questa occasione ha deciso di farsi anche un po’ di promozione indossando un cappello in seta dalla sua collezione di arte da indossare. Peccato che il cappello sembri più da pioggia che da matrimonio, che l’abito rosso faccia un po’ difetto, che la signora sia fissata con queste brutte scarpe dall’altissimo plateau, per di più bianche. Shock. Molto meglio la figlia, in una interessante tonalità di azzurro. Però gioia, raddrizza i piedini su.

Auguri alla sposa!

Solo a lei, allo sposo no, perché oggi Maria Laura d’Asburgo-Este compie 34 anni; un compleanno speciale, visto che tra quindici giorni, il 10 settembre, sposerà il suo William Isvy. Sarà l’occasione per festeggiare gioiosamente anche nonna Paola, Regina Emerita dei Belgi, che il giorno dopo di anni ne compirà 85 (è nata l’undici settembre 1937 a Forte dei Marmi).

La giornata inizierà con la cerimonia civile che sarà celebrata nella salle des mariages dell’hôtel de Ville, l’elegante municipio di Bruxelles sulla Grand Place. Gli invitati, solo le famiglie degli sposi e pochi intimi, saranno accolti da 24 cadetti della polizia cittadina. Testimoni per lei le due sorelle Luisa Maria e Laetizia Maria, per lui la sorella e il fratello.

Alle 14.30 la cerimonia religiosa alla presenza di circa 500 invitati, celebrata dal cardinal Jozef De Kesel. Sarà un rito con disparità di culto, visto che lo sposo è di religione ebraica.

Il luogo scelto è la Cattedrale dei Santi Michel e Gudule, sede di molti matrimoni della famiglia reale belga. Per limitarsi ai più recenti, si sono sposati qui i nonni della sposa Albert e Paola (il 2 luglio 1959), i prozii Baudouin e Fabiola (15 dicembre 1960) e entrambi gli zii: Philippe con Mathilde il 4 dicembre 1999 e Laurent con Claire il 12 aprile 2003. Mentre i genitori e il fratello maggiore di Maria Laura hanno fatto scelte diverse: Astrid e Lorenz sono convolati a nozze il 22 settembre 1984 sempre a Bruxelles, ma nella chiesa del Grand Sablon, mentre Amedeo ha impalmato l’italianissima Elisabetta (Lili) Rosboch von Wolkenstein a Roma, a Santa Maria in Trastevere, il 5 luglio 2014.

Maria Laura sceglierà di indossare il velo antico della famiglia Ruffo, come già la nonna Paola, la madre Astrid e le zie Mathilde e Claire? E indosserà una tiara? La madre e la nonna fermarono il velo con un’acconciatura floreale, Mathilde e dopo di lei Lili hanno ricevuto in prestito il bandeau della regina Elisabeth, dal raffinato disegno déco

A Claire è toccato un gioiello tutto per lei, una delicata tiara di diamanti dono di suoceri. Fabiola indossava l’imponente Tiara delle Nove Province, ma lei con quelle nozze diventava regina. E naturalmente la sposa ha a disposizione anche la tiara Savoia Aosta, di proprietà della famiglia paterna.

Lady Violet non può nascondere una certa curiosità per l’abito da sposa. Maria Laura non è una bellezza classica ma è molto moderna, e potrebbe davvero sorprenderci. Fatte le debite proporzioni, la vedo fare una scelta simile a quella della prozia Fabiola, che si rivolse al re dei couturier, il suo connazionale Cristobal Balenciaga; il risultato fu un abito che ha un posto di diritto nell’ambito dell’Haute Couture.

Scelta couture anche per la nonna Paola, che optò per la raffinatezza dell’artigianato made in Italy (anche se ancora non si chiamava così); a realizzare il suo sobrio abito in seta fu una famosa sarta napoletana, che memorie familiari mi dicono fosse Concetta Buonanno.

Édouard Vermeulen, con la sua Maison Natan, è l’autore degli abiti delle zie Mathilde e Claire; molto più riuscito il secondo che il primo, a mio avviso, ma troppo classici entrambi per Maura Laura, credo.

La cognata Lili per il suo matrimonio romano è andata sul sicuro scegliendo la sublime eleganza della Maison Valentino, e un leggero velo di point d’ésprit bordato di pizzo Chantilly invece del più pesante velo di famiglia.

Quello che francamente mi sento di escludere è che Maria Laura prenda ispirazione dalla madre. Il suo abito creato dal belga Louis Mies (niente a che vedere con van der Rohe), con quelle maniche così anni ottanta, faceva sembrare minimal anche quello di Diana.

A Royal Calendar – Philippe e Mathilde, due cuori e un abito

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Alla fine del millennio Philippe, Duca di Brabante ed erede al trono belga, sembra avviato a un eterno celibato – situazione che come potrete immaginare presta il fianco a commenti più o meno discreti sul suo interesse per l’altro sesso – invece il 10 settembre 1999 arriva a sorpresa l’annuncio del fidanzamento. philippe mathilde fiançailles

Lei è Mathilde d’Udekem d’Acoz, il padre è barone (diventerà conte dopo le nozze della figlia), la madre discende da una famiglia principesca polacca. La fanciulla è giovane, bella, aristocratica, beneducata; ha studiato psicologia e lavora come logopedista. È anche belga, sarà la prima regina consorte ad essere nata nel paese e a parlare tutte e tre le lingue nazionali – francese, fiammingo e tedesco – il che è politicamente assai importante. Insomma è perfetta. Dopo il breve fidanzamento celebrato ufficialmente con un gala quindici giorni prima del matrimonio, e impermeabile alle voci che la vogliono agnello sacrificale in un matrimonio necessario ma combinato, la futura principessa affronta con la serenità e la pacatezza che abbiamo imparato a conoscere la lunga giornata nuziale. Per la cerimonia civile all’Hotel de Ville seguita da quella religiosa nella Cattedrale di Bruxelles dedicata ai Saints-Michel-et-Gudule, Mathilde indossa un abito disegnato per lei da Edouard Vermeulen, couturier della belga Maison Natan.

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(Ph: Mossay/EPA/Shutterstock)

Quando si parla delle mise indossate dalle royal ladies del BeNeLux bisogna tenere a mente due nomi: Natan per gli abiti e Fabienne Delvigne per i cappelli (vi ricordate il fagiano in testa a Máxima al matrimonio di Guillaume e Stéphanie del Lussemburgo?). Natan ha già vestito la Regina Paola, è discretamente famoso (e famoso per la sua discrezione), annovera tra le sue clienti altre teste coronate come Silvia di Svezia; però non viene scelto immediatamente: la casa reale si rivolge a diversi couturier che presentano varie proposte. mathilde wedding dress Vermeulen convince con la sua idea: per una futura principessa immagina un abito femminile e regale, moderno ma fuori dal tempo; per intenderci nulla a che vedere con quello di Diana del Galles della sorella dello sposo Astrid, con quelle maniche enormi così tipicamente anni ’80. La linea del modello dipende naturalmente dal tessuto; Mathilde vuole qualcosa di semplice e morbido, vuole la seta, ma è una scelta che presenta due problemi: da una parte il peso – in dicembre a Bruxelles l’inverno è già arrivato, e potrebbe perfino nevicare – dall’altra il fatto che un tessuto così leggero e privo di consistenza camminando tende a scivolare verso il basso aderendo alle gambe, qualcosa che dev’essere assolutamente evitato.

La soluzione è un pardessous – un cappotto di Corte lo definisce il couturier – con un collo montante che incornicia il bel viso della sposa; e coniuga il desiderio di Mathilde, che voleva sembrare uscita da un antico dipinto, con la certezza che sarà il suo volto ad attrarre per primo l’attenzione dei presenti (e dei fotografi). Un taglio sagomato sui fianchi fa sì che il soprabito si apra in uno strascico abbondante ma non pesante. Un insieme così lineare – seppure non privo di sontuosità – è il perfetto complemento dello splendido velo antico in pizzo di Bruxelles che le spose Ruffo di Calabria indossano dal 1877, quando Laure Mosselman du Chenoy, appartenente a un’importante famiglia belga, va in sposa a Fulco Ruffo di Calabria; sono i nonni della Regina Paola, che indossa il velo il giorno del suo matrimonio come prima di lei sua madre e dopo di lei figlia nuore e nipoti varie. Lo hanno indossato anche Mafalda d’Aosta, non a lungo sposa di Alessandro Ruffo e l’assai meno blasonata Melba Vicens Bello, intraprendente reginetta di bellezza da Santo Domingo, moglie (poi divorziata) di Fulco, fratello di Alessandro. 

Mathilde ferma il suo voile de mariage con la Diamond Bandeau Tiara, prestito della suocera Paola. L’elegante diadema déco è composto da una serie di E stilizzate; fu realizzato per la regina Elisabeth, moglie di Albert I, che la offrì in dono alla nuora Astrid per la nascita del terzogenito Albert, il padre dello sposo e marito di Paola. La regina italiana ha indossato spesso questa tiara, anche come collier de chien. belgium royal wedding tiara

Ciò che Lady Violet proprio non apprezzò di quel bel matrimonio fu il bouquet della sposa: rose bianche piccoli gigli e amaryllis affogati in una massa di fogliame verde che finiva per somigliare pericolosamente ad un cespuglio. Sicuramente sontuoso – o piuttosto abbondante – ma in contrasto con la ricercata morbidezza dell’abito. E a ventun’anni di distanza quella impressione resta immutata.belgium royal wedding bouquet

Entrambe le madri degli sposi scelgono le tradizionali tinte neutre, declinate in tonalità piuttosto scure; con la Reine Paola in un tailleur indeciso tra il grigio e il marrone, corredato di stola di astrakan per affrontare il rigore dell’esterno. Mi pare di ricordare che all’epoca si parlò di Armani come creatore, ma francamente non ci giurerei, non avendo trovato conferme. Osservando la mise, la giacca sembrerebbe avallare l’ipotesi, così come gli accessori, un po’ meno la gonna con quella lunghezza ibrida; in ogni caso elegante, e splendida.belgium royal wedding parents

Tra le altre signore presenti, molto chic – e non accade spesso – la sorella dello sposo Astrid con una mise che evoca gli anni ’40; pazzesca Margrethe di Danimarca in viola con un vortice di piume nere in testa; sempre bella ma un po’ troppo chiara Silvia di Svezia, perché alla fine pure il color ostrica finisce per sembrare bianco in foto ed è sempre, sempre, meglio di no.

(Ph: Getty, ove non diversamente specificato)

Royal chic shock e boh

Con o senza mascherina, le royal ladies stanno intensificando le loro attività, per la gioia dei loro sudditi e dei nostri occhi. Si riparte!

La Reina Letizia

Riprendiamo da dove ieri avevamo lasciato, Los Reyes a Santiago di Compostela per la festa del Santo. Abbiamo già detto che i sovrani stanno attraversando la Spagna in lungo e in largo, e sempre li abbiamo visti indossare la mascherina (la più semplice, quella chirurgica) togliendola solo in momenti particolari; nessuna eccezione nemmeno in questo caso. Letizia ha scelto un fresco chemisier, quest’anno di gran moda, in beige chiaro con fantasia di foglie e palmizi, dello spagnolo Pedro del Hierro. Lo ha accessoriato con un paio di slingback nude Carolina Herrera e una clutch di rettile verde bosco che – nell’improbabile caso ne avessi una – avrei lasciato nell’armadio. A me non piace particolarmente, ma non si può negare che sia una mise adeguata. Banalmente chic.

The Duchess of Cambridge

Niente mascherina, ma abito chemisier anche per Caterine – ve l’ho detto che va di moda – impegnata con il marito in un incontro all’aperto della Royal Foundation, che durante la pandemia ha finanziato per 1.8 milioni di sterline le dieci principali organizzazioni che si occupano di salute mentale. L’abito bianco a piccoli disegni, di Suzannah, dà davvero l’idea delle freschezza indispensabile per luglio, e come sempre la classe è nel dettaglio, in questo caso la bella linea della gonna e la manica al gomito. I piedini della duchessa non si vedono, ma sono calzati in un paio di quelle espadrillas con zeppe e laccetti alla caviglie molto amati da varie royal ladies, e perfetti per l’occasione. Senza dubbio chic.

Beatrice Borromeo Casiraghi

Nessuna mascherina, e neanche il minimo distanziamento sociale per la bionda Bea e il marito Pierre, che sabato 18 hanno partecipato a un charity dinner a Cannes in favore della Naked Hert Foundation, creata per i piccoli in difficoltà dalla ex supermodel Natal’ja Vodjanova dopo la tragedia di Beslan. Beatrice si ispira spesso alla nonna mai conosciuta del marito, la divina Grace, e nemmeno questa volta fa eccezione: scollo all’americana, infradito flat, capelli raccolti in una treccia.

L’abito è Dior, e fa il suo dovere. Chic.

La famiglia reale olandese

Battendo sul tempo tutte le altre royal families i sovrani olandesi si sono sottoposti ben dieci giorni fa alla tradizionale seduta fotografica che precede le vacanze estive. In questo caso si tratta ovviamente di congiunti in un ampio spazio aperto, ma c’è da dire che – in accordo con le indicazioni governative – la mascherina l’hanno comunque indossata di rado. Ecco i sovrani con le tre belle ed altissime figlie, tutte e tre in abito camicia: azzurro con dettagli in pizzo (Self-Portrait) e un cinturone che non la valorizza la futura regina Catharina-Amalia; il più bello dei tre, firmato Tommy Hilfinger, a righine bianco/azzurre di per la diva famiglia Alexia; bianco e campagnolo (Maje) per la piccola Ariane. A questo punto sorgono alcune domande: come mai Máxima, solitamente abbinatissima, indossa un completo bianco da working girl? Com’è possibile che nonostante Willem-Alexander sia alto 1,93 i pantaloni gli si ‘siedono’ sulle scarpe? È un caso che i colori scelti siano il bianco e l’azzurro, i colori della bandiera argentina, Paese d’origine di Máxima, invece che il blu/bianco/rosso di quella olandese, o l’arancione degli Orange? Un grande boh.

La Reine Mathilde e la Princesse Astrid

Finora è andata piuttosto bene, che la pandemia abbia influenzato positivamente sul royal style? Poi arriva il 21 luglio, Festa Nazionale belga. Si comincia la sera prima con il Concerto di gala. Mathilde, star delle regine mascherate, spesso è tutta en pendant, viso e abito. E infatti il fido, sciagurato Natan le realizza un vestito con mantella fucsia e mascherina abbinata; peccato non abbia abbinato anche gli elastici, smaccatamente bianchi. Un pipistrellone shocking pink. Shock.

Le mascherine scompaiono per la foto di gruppo con i fratelli del re: il Principe Laurent, informale in completo spezzato, e accompagnata dal marito Lorenz d’Asburgo-Este la Principessa Astrid in completo pantaloni modello acqua in casa, con l’aggravante che è pure firmato Gucci. Che shock!

Martedì 21 è il gran giorno, e si inizia col solenne Te Deum in Cattedrale. L’abito blu a disegni beige, anche questo un Natan, invecchia alquanto la bella Mathilde e le allarga il girofianchi in maniera impressionante, né l’aiuta il cappello di paglia (è il modello Louisa di Fabienne Delvigne). Come sapete sono deliziata dalla presenza dei guanti, ma per il resto boh.

Segue la festa vera e propria con la parata militare e le autorità del Paese. E qui avviene il prodigio della trasformazione in camicione informe di un abito di Dries van Noten, stilista colto, rigoroso e concettuale come pochi. Sono i colori che adoro, ma l’insieme col turbante viola (sempre Delvigne) e la mascherina nello tessuto dell’abito è veramente too much. Shock.

E la Principessa Astrid? Lei riesce a ingarbugliare e sporcare anche il pattern più pulito che c’è: le righe. Divertenti gli accessori gialli, che non riescono a sollevare il tono della mise, peggiorata dal cappello con grande fiocco lezioso. Altezza, scelga un tema e segua quello, che va più sul sicuro. Sorry, shock.

Le foto del giorno – 27 maggio

Prima o poi farò una ricerca accurata per trovare la risposta alla domanda che ogni tanto mi pongo: i royal votano? Her Majesty sono sicura di no, perché deve assicurare la propria imparzialità e non può parteggiare per alcuno, neanche nel segreto dell’urna. Secondo logica, tale principio dovrebbe valere per ogni sovrano in carica, ma probabilmente non vale per il resto della famiglia reale. Immagino che la Costituzione di ciascun paese definisca questo aspetto, ma in attesa di chiarire i miei dubbi ho trovato alcune immagini di royal elettori, che ieri hanno scelto i propri rappresentanti al Parlamento Europeo. paola votoDal Belgio ecco i sovrani emeriti Albert e Paola uscire dal loro seggio con la tessera elettorale in mano, ed è un vero piacere vedere la regina d’origine italiana in ottima forma, e senza bastone, dopo l’episodio ischemico della scorsa estate. astrid votoLa loro secondogenita, la principessa Astrid, ha esercitato il diritto di voto insieme con il marito Lorenz d’Asburgo-Este e i tre figli minori Joachim, Luisa Maria e Laetizia Maria. Quest’ultima però, la ragazza al centro nella foto, ha appena compiuto sedici anni e dunque non ha solo accompagnato il resto della famiglia. infantapilar votoQuesta è l’Infanta Pilar, sorella maggiore del Rey Emerito Juan Carlos di Spagna, all’uscita dal suo seggio a Madrid, anche lei in buona forma nonostante il recente intervento chirurgico. Che votare faccia bene alla salute?