Royal chic shock e boh – Bye bye October

Di recente il re di Norvegia, Harald, si è preso il covid, condizione che ha richiesto un periodo di riposo lontano da tutto e tutti; ora è perfettamente guarito, ha ripreso l’attività ed è ricomparso in pubblico, ma giovedì 26 non ha potuto partecipare alla tradizionale cena in onore dei membri del Parlamento. A fare le sue veci il principe ereditario Haakon che, arrivato al braccio della madre Sonja, ha poi letto il discorso del re.

(Ph: Frederik Ringnes/NTB)

Elegante as usual la sovrana, che ha abbinato il bianco di uno dei suoi classici abiti autenticamente vintage (questo è un Balmain del 1992) alle perle della raffinata tiara della Regina Maud; notevolissimo anche il collier de chien: cinque fili di perle di grandezza diversa, con perlona pendente. Chic. La nuora Mette-Marit riusa una mise già indossata varie volte e in varie versioni; contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta di un abito ma di due pezzi separati, e a dire il vero anche di due brand diversi: gonna grigia con fiori applicati di Lela Rose e blusa in pizzo ricamato di cristalli di Biyan. Lo trovo francamente terribile, shock. Però è una grande gioia trovarla in buona forma così come la zia, la Principessa Astrid, che avevamo visto di recente in sedia a rotelle.

La principessa Claire – moglie del neosessantenne Laurent del Belgio, figlio minore di Paola – non ha un ruolo ufficiale e si vede poco, dunque non ce la facciamo sfuggire. Giovedì 26 ha visitato la comunità di Molenbeek per il progetto Léon dans la classe, che ha ricevuto un riconoscimento anche dal Prix Reine Paola 2022-23. Si tratta di laboratori di danza intergenerazionali, progetto meno scontato di come potrebbe sembrare, tenendo presente che Molenbeek, comune dell’hinterland della capitale, è un’area delle più disagiate, con una forte presenza di immigrati poco integrati e a rischio di radicalizzazione.

Claire non è una donna particolarmente elegante ma è piuttosto signorile di suo, a me è molto simpatica, e trovo che questa volta abbia veramente azzeccato la mise, col lungo gilet di modissima questo autunno. Poi tutto può essere migliorato – forse il monocolore nero, blu, marrone, grigio per blusa e pantaloni avrebbe funzionato meglio – ma si sa che il meglio è nemico del bene. Chic.

Restando in Belgio, un paio di settimane fa il Presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa è stato accolto in visita ufficiale; Mathilde ha indossato mise già viste ed altre nuove tipo questa, metà brigantessa metà quacchera, con mantella (Natan x Alicia & Audrey) su un nuovo abito (sempre Natan) con una fantasia a graffiti che si vede poco, cosa che non posso dire mi dispiaccia; purtroppo la lunga fascia che pende sulla schiena si vede pure troppo.

E tanto per non farci mancare niente un bel cappellone (Dior, come la clutch) piazzato in testa. Ma perché? Capisco le esigenze della formalità, che avrebbero però richiesto un modello più elegante nonché adatto all’interno, meno da passeggiata a cavallo. Non tutto fa brodo – anzi consommé – non è che se mi metto il cappelletto da baseball con la visiera sulla nuca lo consideriamo un abbigliamento formale perché il capo è coperto. Strashock.

(Ph: Miguel Figueiredo Lopes/Presidência da República)

Nuovo anche l’abito indossato per il concerto di musica portoghese offerto dal Presidente ai sovrani per ringraziare dell’ospitalità. La Reine sceglie di nuovo Dries Van Noten, abito blu a macchie rosse, con incomprensibile mantellina. La cosa singolare è che in quasi ogni foto Mathilde ha un’espressione come minimo perplessa, non le piace il fado o si è vista allo specchio? Sorry, lei è bella e avrebbe anche il fisico, ma non ha il temperamento e quel pizzico di eccentricità per questi modelli. Shock.

Chi invece ha il fisico e soprattutto l’eccentricità è Máxima, che il 18 ha accompagnato il marito in visita ufficiale in Sudafrica, per poi proseguire da sola alla volta del Kenia. Impossibile presentare per intero il carosello di mise indossate dalla vulcanica sovrana. In molti casi si tratta di toilettes già indossate, come l’abito bianco con quell’orgia di fiori a mezzo busto, o quello in taffetà color corallo; entrambi Natan, non sono certo al top delle mie preferenze ma almeno non scompaiono davanti ai colori dell’Africa; boh il primo, shock il secondo.

Qualche altra mise è nuova per metà, come questo insieme a grosse paillettes svolazzanti color bronzo, sempre opera di Natan. Un mesetto fa la sovrana aveva indossato la sola gonna con una camicia bianca, e mi era piaciuta; devo dire che funziona anche tutto il completo, è un po’ tanto, ma confesso che le paillettes di giorno, se indossate col giusto mood, mi piacciono più che di sera; avrei evitato le scarpe di quel colore (sono le solite Gianvito 105 di Gianvito Rossi, nel colore mango metallic, very impressive) ma per me è chic.

Il pezzo forte del viaggio è senza dubbio questo, una enorme, fantasmagorica caramellona al mirtillo firmata Natan (of course) rispetto alla quale ogni descrizione sarebbe francamente pleonastica. Nuovo di pacca, non avevamo mai visto quest’abito prima, ma qualcosa mi dice che lo vedremo ancora. Posso dire una cosa? Solo lei può portare un cosa del genere; shock, ma assolutamente fantastica.

(Ph: UNSGSA)

Smessi i panni della regina Máxima assume quelli del rappresentante del Segretario Generale dell’ONU per la finanza inclusiva e lo sviluppo, e in tale veste arriva in Kenia. Interessante e appropriata la sua mise, un vecchio completo tunica e pantaloni Max Mara. Il colore, un brillante giallo sole, è sicuramente da lei, lo sono meno le ballerine flat (Giuseppe Zanotti): come tutte le signore abituate ai tacchi alti non ci cammina troppo elegantemente, ma apprezziamo lo sforzo. Probabilmente sarete incuriositi dal suo copricapo: è una sorta di “corona” che naturalmente non fa parte della mise originale, è un esempio dell’artigianato locale che probabilmente le avranno offerto in dono, e la sovrana ha indossato con spirito e come forma di cortesia verso gli ospiti. Ecco, questo è un caso in cui un cappello sbagliato è non solo accettabile, ma addirittura apprezzabile, per cui chic.

(Ph: Max Kneefel)

Il completo pantaloni è anche la scelta per il primo appuntamento una volta rientrata in patria, la visita alla Dutch Design Week a Eindhoven. Questo è di Dries Van Noten; il colore è terribile (considerazione personale), le proporzioni sono oggettivamente strane: la giacca è corta e i pantaloni larghi, e non amo le camicie abbottonate fino al collo. La regina olandese ha aggiunto accessori neri: borsa Bottega Veneta, stivaletti Gianvito Rossi e pure una mantella Natan (il modello è simile, ma non è la stessa indossata in rosso da Mathilde).

Che vi devo dire? Boh.

Royal chic shock e boh – Luglio, col bene che vi voglio…

Prima settimana di luglio ricca di appuntamenti di alto profilo, soprattutto nel Regno Unito, dove il 3 è iniziato a Wimbledon il famosissimo e assai prestigioso torneo di tennis, regno della Principessa di Galles.

(Ph: Getty Images)

Che martedì 4 fa la sua comparsa in un blazer color menta con profili bianchi, che ha pure l’aggravante di essere firmato Balmain. Bianco ottico tutto il resto: la gonna plissé di una lunghezza atroce, le scarpe Gianvito Rossi, la borsa Mulberry (che non si vede ma c’è). Un bicchierone di latte e menta, shock.

Stesso giorno, scarpe simili (queste sono Jimmy Choo) altra mise per un’altra occasione: festeggiare il NHS, il servizio sanitario nazionale, che nel 2023 compie 75 anni come King Charles. I Principi di Galles hanno partecipato alla iniziativa BigTea, decorando cupcakes e prendendo il tea in una struttura del NHS. Catherine, che applica pedissequamente il diplomatic dress, indossa un abito blu chiaro a pois bianchi – colori del NHS – già indossato a Wimbledon l’anno scorso, della solita Alexandra Rich. Cara Alexandra, vieni che facciamo un discorsetto. Perché fai così? Noi tutti amiamo i pois, perché ce li vuoi rendere indigesti? Shock, Però a guardare queste mise mi sembra si stia andando verso un ritorno agli anni ’80, che attendiamo con ansia. Data la brutta fotografia, vi lascio il link a un video https://cdn.jwplayer.com/previews/2flus6md

Il giorno dopo Catherine vola a Edimburgo per partecipare alla cerimonia con cui King Charles viene riconosciuto Re di Scozia. Mentre il resto della famiglia si avvolge nei sontuosi mantelli di velluto verde dell’Order of the Thistle, la principessa sceglie il blu, immagino in omaggio alla bandiera scozzese. Cappottino Catherine Walker già visto, rivisto, sfruttato (È Pasqua) e adeguatamente criticato da Lady Violet, molto bello il nuovissimo cappello di Philip Treacy, incomprensibile, almeno per me, la scelta di non indossare qualcosa di nuovo per un’occasione di questa importanza. Un grande boh.

(Ph: Samir Hussein/Getty Images)

Non mi dispiace invece l’abitino color fiordaliso (Beulah London) che la Principessa di Galles ha indossato per la Royal Charity Polo Cup 2023, dove giocava il marito. Probabilmente non è una mise che noi utilizzeremmo per un evento sportivo, sono un po’ perplessa dalle slingback per camminare sul prato, ma il tutto fa un po’ Diana dei tempi d’oro, molto romantica donna inglese. Anzi vi dirò, nonostante per ogni cosa che Catherine indossa sbuchi un foto di Diana con indosso qualcosa di simile, anche vagamente, questa è una delle volte in cui gli attuali Principi di Galles mi hanno riportato alla mente quelli che li hanno preceduti, giovani e probabilmente innamorati, all’inizio del loro disastroso matrimonio. Chic.

(Ph: WPA Pool/Getty Images)

La settimana appena trascorsa è quella che tradizionalmente il monarca britannico dedica alla Scozia; questa volta è stata anche l’occasione della consacrazione di King Charles, ma gli eventi sono stati diversi, a partire dal tradizionale garden party nel giardino di Holyroodhouse. In bianco e nero Queen Camilla: abito e soprabito Fiona Clare Couture, un favoloso cappello Philip Treacy e un’altrettanto favolosa spilla, quella a forma di cardo che le aveva donato la suocera (potete vederla meglio qui, nella foto che ritrae l’attuale regina all’inaugurazione del Parlamento scozzese, due anni fa Royal chic shock e boh – Ottobre 2021). Chic.

Il giorno dopo la cerimonia nella cattedrale di St Giles i sovrani hanno visitato un altro santuario della cultura scozzese: Lochcarron of Scotland, che produce celebri tartan. Mi piace molto il tailleur di celeste polvere di Camilla (Bruce Oldfield), e apprezzo soprattutto che non abbia ceduto alla tentazione di mettersi il tartan pure lei. Perfetta la scelta degli accessori, in un color nude chiaro. Nella foto non si vede, completava la mise una bella borsa Bottega Veneta, nella stessa tonalità delle scarpe. Chic.

L’estate è da sempre la stagione del Principato di Monaco, e quest’anno c’è un elemento in più da celebrare: il centenario della nascita del Principe Rainier. Questa settimana al Grimaldi Forum è stato presentato il documentario Rainier III par lui-même. Presente all’anteprima gran parte della Famille Princière: col sovrano Albert II entrambe le sorelle, ciascuna in compagnia di un paio di figli: con Stéphanie i neogenitori Louis e Marie Ducruet e la figlia minore Camille, con Caroline Andrea e Tatiana, e la piccola di casa Alexandra. Che a giorni compirà 24 anni, e sta diventando una giovane donna sempre più interessante. In questa occasione lascia a zia e cugine questi completi pantaloni un po’ informi, a Maman e alla cognata i loro camicioni, e si infila in un abitino midi che si vede poco, ma da quel poco sembra bello. E nonostante sia la meno alta osa un paio di ballerine.

Fa ancora meglio quando torna al Grimaldi Forum con lo zio per la mostra dedicata a Monet. In questo caso il LBD (Little Black Dress) ha un’aria che rimanda a Chanel (ma non so se lo sia) deliziosamente accessoriato con scarpe Jimmy Choo e una di quelle borse a libro create da Olympia le-Tan e rese famose da Olimpia di Grecia. Chic due volte.

Sono quasi dieci anni che la bella Mathilde regna sui Belgi, ancora di più da quando ci delizia con mise Natan, a volte indovinando a volte no. Stavolta no. Per assistere alla tradizionale processione dell’incoronazione di Tongres, che si svolge ogni 7 anni, e immagino anche in concomitanza delle incoronazioni, la Reine ripropone un modello che si chiama Geisha ma non potrebbe essere più lontano dal rigore giapponese,

A partire dall’enorme fibbia in vita, che ricorda le cinture con cui si premiano i pugili. Noiosi gli accessori in un bordeaux piuttosto invernale: la piccola clutch Dior e il pillbox Fabienne Delvigne. Shock.

Mathilde è l’unica sovrana consorte del Benelux a provenire dal Paese su cui regna. Le altre due, Máxima d’Olanda e Maria Teresa del Lussemburgo, sono straniere, e vengono entrambe dall’America Latina; sarà per questo che entrambe amano i colori accesi e una certa eccentricità? Io penso di sì, ma ciò di cui sono certa è che Maria Teresa da un po’ di tempo si è piacevolmente scatenata.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Mariano Bocanegra)

In questi giorni è stata ad Arles per una manifestazione culturale, i Rencontres de la photographie, cui hanno partecipato anche artisti lussemburghesi. Prima mise, pantaloni e canotta bianchi con spolverino/ kimono Etro. Il kimono è uno dei miei capi preferiti, dunque questo è un look che amo. Diciamo che la fantasia non mi fa impazzire, soprattutto abbinata al bianco, ma in generale direi chic.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Mariano Bocanegra)

Seconda mise: abito in raso color cioccolato con scollo all’americana sottolineato da un fiocco di Maison Rabih Kayrouz, ennesima maison fondata dall’ennesimo talentuoso stilista libanese. La trovo stupenda, e non sfigura neanche tra le eleganti fanciulle in costume. Chic.

(Ph: Collection Privée)

In entrambi i casi la Granduchessa porta borse di Sophie von Haubsburg, brand da tenere d’occhio, per imitare il royal style, soprattutto finché i prezzi restano abbordabili. Prendete nota!

A Royal Calendar – 14 febbraio 1981

Non ho alcun dubbio che la mitica Miranda Priestly, direttora grigiocrinita del mitico diavolo che veste Prada, commenterebbe amori e matrimoni a San Valentino? avanguardia pura! Ma vi sembra che possiamo esimerci dal parlare di un matrimonio che dura da ben 38 anni? E dell’abito della sposa? Proprio no! E infatti non lo facciamo. È il 14 febbraio, un sabato, quando in Lussemburgo Henri, erede al trono del Granducato, sposa la fanciulla di cui è innamorato: Maria Teresa Mestre y Batista-Falla. henri mt engagementSi sono conosciuti durante gli studi all’università di Ginevra dove entrambi si sono laureati in Scienze Politiche, ma le somiglianze finiscono qua. Lui è altro, biondo e nelle sue vene scorre il sangue più blu d’Europa; lei è piccolina, bruna ed è nata a Cuba. La sua famiglia ha lasciato l’isola all’arrivo di Castro trasferendosi negli Stati Uniti e poi in Svizzera, dove il padre si è costruito una solida posizione da banchiere, ma mancano titoli nobiliari e quel cognome fa temere legami (inesistenti) col passato regime di Fulgencio Batista. Ad opporsi alle nozze è soprattutto la madre di Henri, Josephine-Charlotte, sorella del re dei Belgi; sembra che anche in questo caso il giovanotto riesca a strappare il consenso ai genitori con la minaccia di rinunciare al trono, ma i rapporti tra suocera e nuora saranno sempre difficili. Il 7 novembre 1980 viene annunciato il fidanzamento ufficiale; per le nozze si parla della primavera seguente, ma poi si decide per il 14 febbraio. henri mt weddingAnni dopo Maria Teresa dichiarò che all’epoca la festa di San Valentino non era così popolare, né celebrata in Lussemburgo, per cui la data non fu scelta con intenti romantici, ma più prosaicamente in funzione dell’agenda dei Granduchi.

Per la sua robe de mariée la sposa sceglie la Maison Balmain, che realizza per lei un abito molto semplice, con corpino aderente, gonna a campana, maniche gigot (più ampie all’altezza della spalla si restringono a imbuto sull’avambraccio) e le bordure di pelliccia tipiche delle spose invernali di qualche anno fa. Lo strascico è praticamente perfetto: parte dalle spalle ed è abbastanza lungo per una sposa reale ma non così tanto da far scomparire la piccola Maria Teresa. Il velo, della stessa lunghezza dello strascico, è fermato dalla Diamond Congo Tiara, la stessa indossata dalla suocera alle sue nozze. lux wedding henri mtCome sempre la couture è nei dettagli, non tutti facilmente apprezzabili in fotografia, come l’intricata lavorazione della pesante seta dell’abito; la pulizia della linea è uno dei suoi meriti e lo rende ancora moderno, soprattutto se paragonato a quelli inondati di fiocchi e rouches di altre spose anni ’80, anche famosissime. notre dame des affligeesO meglio, lo renderebbe ancora moderno, se l’abito esistesse ancora. Ma non esiste più, è stato usato per vestire la veneratissima Notre Dame de Luxembourg Consolatrice des Affligés, esposta nella cattedrale dl Granducato.

Concludiamo con un gossip vintage; all’epoca si parlava insistentemente della sorella maggiore di Henri, Marie Astrid, come possibile moglie del Principe di Galles. Nonostante fosse cattolica e nonostante fosse uscito qualche spiffero (e qualche foto) su Diana. Sul royal wedding del Lussemburgo c’era una certa attesa anche per questo, perché se la Royal Family fosse stata rappresentata da Charles, o magari addirittura dalla regina, sarebbe stato un segnale che le cose evolvevano in quel senso. Si presentò il Duca di Edimburgo. Allora non sapevamo ancora che Charles e Diana erano già fidanzati, ma all’annuncio ufficiale mancava poco, solo cinque giorni. Henri_Maria-Teresa_wedding-guests