Indovinate? Un royal wedding! Da uno dei Paesi che ci affascina di più, il Bhutan, arrivano le immagini di un nuovo matrimonio reale: lunedì 25 il principe Jigyel Ugyen Wangchuck, fratello del sovrano, ha sposato la graziosa Ugen Choden Namgyel.
Se poco sappiamo della sposa, se non i nomi dei genitori – informazione per noi non necessaria né sufficiente – dello sposo abbiamo qualche notizia in più: si è laureato al St Peter’s College, a Oxford, e ha un master in business administration. È presidente del Comitato Olimpico bhutanese, vice presidente del Comitato asiatico e membro di quello internazionale. E dato che ieri discutevamo sull’età apparente di alcuni royal, lui ha 41 anni, e direi che se li porta piuttosto bene.
Il principe è figlio del precedente sovrano, il Quarto Re Drago (grande favorito di Lady Violet, e non solo per questioni anagrafiche) e di una delle sue quattro mogli. Ricordate? Nel 1979 il re sposò in un’unica cerimonia privata quattro sorelle (il che testimonia indubbiamente una certa sicurezza di sé). Contrariamente a quanto accade in altre culture, tutte e quattro hanno la stessa dignità e lo stesso titolo: Sua Maestà la Regina Consorte. Da questi matrimoni sono nati undici figli; lo sposo è figlio della maggiore delle sorelle; l’attuale sovrano è figlio della terza, ma è stato il primo maschio a nascere, perciò la corona è toccata a lui. Quando è stato il suo momento di andare all’altare, ha deciso di rendere la vita più semplice a sé stesso e a noi rifiutando la poligamia e impalmando l’incantevole Jetsun Pema.
Sul web ho trovato un breve video con alcune fasi della cerimonia; devo dire che lo sposo non dimostra un particolare trasporto, sarà la proverbiale impassibilità orientale? https://www.youtube.com/watch?v=28goXicySWo
Se a questo punto avete voglia di un po’ di romanticismo European style, festeggia oggi l’anniversario di matrimonio una delle coppie reali più amate, di recente assurta ai disonori della cronaca per colpa altrui. Harald e Sonja di Norvegia si sono sposati nella cattedrale di Oslo il 29 agosto 1968. Una bellissima storia d’amore che abbiamo raccontato qui Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte prima) e qui Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte seconda).
La visita di stato (di ben cinque giorni) dei sovrani del Bhutan in Vietnam ci offre l’interessante occasione di vedere un re sotto la statua di uno dei più celebri rivoluzionari del secolo scorso, Hồ Chí Minh, bardato con una sontuosa composizione floreale che somiglia un po’ a un enorme bavaglino.
Incantevoli le due signore: Jetsun Pema, Regina Consorte del Bhutan, la conosciamo e ammiriamo da anni, mentre è una bella sorpresa la First Lady vietnamita, Nguyễn Thị Minh Nguyệt, consorte del presidente Lương Cường (ma che fascino hanno questi nomi?) col suo scicchissimo abito color malva. Ispirato alla tradizione, abbastanza sobrio per un Paese socialista e tuttavia perfetto nella sua raffinatezza per comparire accanto a una regina.
Stesso sfondo – il salone principale della palazzo presidenziale di Hanoi – per la firma degli accordi di cooperazione tra i due Paesi, che hanno relazioni diplomatiche dal 2012. Le future collaborazioni spazieranno dalla ricerca scientifica, all’istruzione, dall’agricoltura all’arte e alla cultura.
Il regno di Jigme Khesar Namgyel Wangchuck si caratterizza sempre più per l’apertura verso l’esterno, con gli altri Paesi asiatici (e non solo) con cui intreccia costantemente rapporti sempre più stretti. Una modernizzazione costante vissuta in prima persona dai sovrani, che in questa visita hanno portato con sé i tre figli; iniziata non solo con gli studi compiuti all’estero, ma anche con la scelta del Re di rinunciare alla poligamia per la sua regina, per lui l’unica,the one and only.
Del Re del Bhutan abbiamo parlato giusto ieri, in occasione del compleanno della Regina Consorte (La foto del giorno – Compleanno in bellezza) ed eccolo al Palazzo Reale di Stoccolma, in compagnia del sovrano svedese Carl XVI Gustaf.
(Ph: Sara Friberg/Kungl. Slottet)
Jigme Khesar Namgyel Wangchuck è l’ospite d’onore di Brilliant Minds, piattaforma globale che promuove creatività e il confronto tra nuove idee, i cui membri si incontrano annualmente nella capitale scandinava.
A parte la simpatia personale – e l’indubbio fascino, lasciatemelo dire – il sovrano bhutanese politicamente si sta muovendo in modo molto interessante, liberando il suo Paese dal tradizionale isolamento e promuovendo un’apertura costante verso il resto del mondo. Sempre nel rispetto dei valori della cultura buddista: compassione, rispetto, salvaguardia della natura e di tutte le sue creature.
(Ph: Sara Friberg/Kungl. Slottet)
Fondamentale la capacità di interagire con gli altri leader, e il fatto che si sia laureato a Oxford lo aiuta senz’altro. Personalmente trovo il fatto che molti dei giovani reali fre questino le più prestigiose scuole del monde, anche fuori del proprio Paese, un’ottima cosa; poi c’è la povera Elisabeth, erede al trono belga, che frequenta un corso post laurea ad Harvard ma non sa se potrà ultimarlo, a causa della recente decisione del Presidente Trump contro gli studenti stranieri. Limitare lo studio, la circolazione della cultura e delle idee è la cosa più stupida e miope che si possa fare, e se foste stato ammesso a Harvard lo saprebbe pure lui.
Iniziamo la giornata in bellezza, grazie alla famiglia reale più bella che c’è.
Compie oggi 35 anni Jetsun Pema, incantevole Regina Consorte del Bhutan, e i social della Casa reale la festeggiano con questa deliziosa fotografia. È il nuovo ritratto dei sovrani con i tre figli Jigme Ugyen, 5 anni, Sonam Yangden, un anno e mezzo, e l’erede al trono Jigme Namgyel, che di anni ne ha nove.
La foto è stata scattata dal celebre fotografo francese Stéphan Gladieu – invidiatissimo da Lady Violet – nel complesso di Tashichho Dzong, antico monastero-fortezza che sorge in un’area periferica della capitale Thimphu e oggi ospita il Governo, la sala del trono e gli uffici del sovrano.
La regina divide il giorno del compleanno con una piccola principessa, Lilibet Diana di Sussex, nata in California il 4 giugno 2021. Foto della bambina, come di suo fratello maggiore Archie, sono rarissime e i bambini non appaiono mai in primo piano, per cui immagino che anche la piccola Lilibet sia incantevole, pur non avendola mai vista. Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che durante l’ultimo viaggio nel Regno Unito il padre della bambina, il principe Harry, avrebbe discusso con lo zio materno la possibilità di adottare il cognome Spencer, ma ne sarebbe stato sconsigliato. Quale sia la realtà non sappiamo, e come sempre parlando dei Sussex vi invito a prendere ogni notizia, o presunta tale, con le molle.
Auguri dunque alle birthday girls di oggi, e che la grazia, la serenità e l’armonia che vengono dal Bhutan si diffondano ovunque nel mondo, nelle nostre vite e nei nostri pensieri.
Iniziamo in bellezza questo weekend di fine estate? Se siamo tutti d’accordo, non possiamo che andare in quello che della bellezza è il regno, il Bhutan.
Dove oggi il sovrano, accompagnato dal padre, il Quarto Re Drago, l’incantevole moglie Jetsun Pema, i tre figli – the heir and the spare più la piccolina – e membri sparsi della famiglia reale ha inaugurato un nuovo parco nella capitale Thimphu.
Un progetto voluto dal re in persona e sviluppato in 18 mesi, con l’obiettivo di ampliare l’offerta di spazi verdi nella capitale incrementando al contempo lo sviluppo sostenibile.
Io resto sempre incantata non solo dalla oggettiva bellezza dei sovrani, dei loro figli e dei bhutanesi in generale, ma anche dalla grazia co cui riescono a mescolare elementi ricchi con altri molto più modesti, lo splendore della natura a strutture semplici, quasi abbozzate.
Ho trovato particolarmente interessante questo padiglione che reca una scritta in inglese, e mi fa pensare alla chiara intenzione di chi governa il Paese ad aprirlo forse all’occidente, sicuramente al mondo intero. Negli ultimi mesi infatti sono stati accreditati parecchi ambasciatori, mentre fino a poco tempo le relazioni internazionali non erano curate direttamente, ma credo dall’India.
Insomma, nonostante le piccole dimensioni, l’esiguo numero di abitanti (meno di un milione) e la posizione particolare, mi convinco sempre di più che il Bhutan sia uno di quei posti da tenere d’occhio nei prossimi anni, e non solo per vedere che splendore diventerà la principessina Sonam Yangden, che compie un anno il 9 settembre.
Poi che vi devo dire, a me questi signori coi calzettoni neri e le ginocchia in bellavista piacciono da pazzi!
Compie oggi 34 anni Jetsun Pema, l’incantevole regina del Bhutan. Per festeggiarla la casa reale ha scelto due fotografie che la ritraggono con la piccola Sonam Yangden, che domenica compirà nove mesi. La bimba è nata dopo due maschi, e ho pochi dubbi che sia diventata la cocca di casa; ci sono fotografie tenerissime non solo con la mamma ma col papà, i fratelli maggiori, e anche col nonno.
Mentre ci beiamo di tanta bellezza (e tanta pucciosità) una piccola riflessione non guasta. Il precedente sovrano, il quarto Re Drago, salì al trono a soli diciassette anni, alla morte improvvisa del padre cardiopatico, e ha abdicato in favore dell’attuale re – marito e padre di queste due belle ragazze – nel 2006. In accordo alla tradizione aveva sposato (in un’unica cerimonia) quattro sorelle da cui ha avuto una decina di figli. Ma quando il figlio Jigme Khesar Namgye ha sposato Jetsun Pema, ha rinunciato alla poligamia dichiarando che lei sarebbe stata the one and only, l’unica donna della sua vita.
Al di là dell’aspetto romantico, una modernizzazione dello stile di vita che va di pari passo con la modernizzazione del Paese. Mi piace credere che queste fotografie parlino un po’ di girl power, e mi fanno pensare a quelle di Rajwa, trionfalmente incinta, ripresa da sola per il primo anniversario di nozze (Le foto del giorno – Mum to be).
Naturalmente tutto ciò può essere letto anche nel senso inverso: donne viste principalmente come madri – che resta comunque il primo dovere da assolvere per sovrane e principesse ereditarie, assicurare la discendenza – celebrate più per il ruolo familiare che per la vicinanza al potere. Che nei loro Paesi resta saldamente in mano maschile e in molti casi continua ad escluderle.
In queste foto Jetsun Pema è celebrata non solo come madre ma come regina; lo testimoniano la posa piuttosto formale e l’uso dell’abito tradizionale. In altri ritratti la posa è più rilassata e la regina indossa anche abiti occidentali; eccola qualche mese fa con la sua bimba e quello che sembra tanto un cardigan Missoni. Bella festeggiata, e dotata di ottimo gusto.
Oggi è l’otto marzo, giornata internazionale dedicata alle donne e ormai anche alle mimose. Vi tranquillizzo subito, non è intenzione di questo post celebrare le donne attraverso il ruolo di spose, la ragione è a un tempo più leggera e banale, e ve la spiego. Lady Violet è innamorata di un abito creato da Norman Hartnell negli anni ’50 per la giovanissima Queen Elizabeth, e lo considera un po’ il simbolo di questa giornata (qui trovate il post che gli avevamo dedicato qualche 8 marzo fa: La foto del giorno – 8 marzo). Poi qualche giorno fa mi sono imbattuta in una foto colorata a mano, che mi ha fatto nascere una curiosità.
La fotografia, di proprietà del Royal Collection Trust, ritrae la principessa Alice, terzogenita e seconda figlia femmina di Queen Victoria, che il 1 luglio 1862 andò sposa a Luigi IV d’Assia. Pochi mesi prima delle nozze era morto il Principe Consorte, Albert, per cui la cerimonia fu celebrata in forma privatissima nella sala da pranzo di Osborne House, amata residenza sull’isola di Wight. Alice morì di difterite sedici anni dopo, appena trentacinquenne, ma fece in tempo ad avere sette figli tra cui Victoria, nonna di Philip Duca di Edimburgo e Alice, ultima zarina di Russia col nome di Alexandra. Ma veramente la principessa si sposò in giallo? In effetti no, le spennellature color mimosa sono una licenza dell’ignoto ritoccatore; Alice adottò l’abito bianco secondo la moda lanciata dalla madre, ma ormai la suggestione era creata. Dunque mi sono chiesta se ci fossero state spose, se non reali almeno famose, andate all’altare in abiti color mimosa. Qualcosa c’è, anche se al contrario un articolo che mi è capitato di leggere di recente sottolineava come le spose reali tendano a scegliere il bianco anche al secondo matrimonio. Così hanno fatto le divorziate Letizia e Meghan, che nonostante il proprio passato – ma in ossequio al protocollo – si sono presentate all’altare aureolate di veli; la Duchessa di Sussex addirittura col velo anche davanti a coprire il viso, cosa che generò qualche commento diciamo sorpreso. In bianco ma corto anche la Princess Royal per le sue nozze con Tim Laurence, e l’attuale Queen Consort, che per la cerimonia civile a Windsor che la unì a Charles indossava abito soprabito e cappello che forse non erano candidi ma nelle fotografie lo sembravano. Per la benedizione del pomeriggio Camilla si cambiò indossando una mise colorata; un insieme grigio con tocchi dorati, non proprio giallo ma quasi (A Royal Calendar – 9 aprile 2005).
Il giallo oro è protagonista dell’abito con cui l’incantevole Jetsun Pema è diventata Regina del Bhutan il 13 ottobre 2011, e a dire il vero è presente anche nel vestito del re. Ciò non stupisce dato l’ovvio legame tra l’oro e la regalità, e in alcune culture orientali il giallo in ogni sua sfumatura è espressamente riservato al sovrano.
Volendo restare in compagnia del giallo oro, il più clamoroso wedding dress è senza dubbio quello di Olga di Grecia, andata sposa il 27 settembre 2008 sull’isola di Patmos a Aimone di Savoia Aosta. Prada creò per lei un abito pieno di rimandi alla cultura ellenica, un meraviglioso inno alla luce color oro pallido con acconciature di spighe come Demetra e bouquet di foglie di ulivo come Atena.
Uscendo dall’ambito reale non possiamo che incrociare la sposa seriale Liz Taylor, dea dagli occhi viola e ostinata dea del matrimonio, essendo andata all’altare per ben otto volte, con sette uomini diversi. Meglio di lei a Hollywood solo Zsa Zsa Gabor, che raggiunse quota nove. Dopo aver impalmato nel 1950 Nicky Hilton (in classico abito bianco, in fondo aveva solo 18 anni), Michael Wilding nel 1952 con un abito da sciura colorato (ma non si sa come, le foto sono solo in bianco e nero) con ampio collo e polsi in organza bianca; Mike Todd nel 1957 (abito a mezze maniche con cappuccio, secondo alcuni azzurro chiaro ma anche qui solo foto in bianco e nero); nel 1959 Eddie Fisher, scippato all’amica Debbie Reynolds (secondo me l’abito più bello, anche lui col cappuccio in chiffon verde oliva); Liz è pronta per la cinquina. Arriva a Roma per interpretare la femme fatale per antonomasia, Cleopatra, e incontra l’amour fou. Lui è un fascinosissimo attore gallese, Richard Burton; nel film è Marco Antonio. L’amore divampato tra la regina egizia e il triumviro romano viene replicato sotto il sole rovente del litorale laziale. Liz e Dick sono entrambi sposati, but who cares? Lui le chiede di sposarlo a gennaio a Toronto, le leggi canadesi pongono una serie di ostacoli ma come si sa omnia vincit amor e finalmente i due riescono a coronare; è il 15 marzo 1964 a Montreal, lei ha ottenuto il divorzio da Fisher solo nove giorni prima.
(Ph: Getty Images)
E finalmente eccolo, il famoso abito giallo: corto, di chiffon, con maniche abbondanti (pure troppo) creato dalla costumista di Cleopatra, Irene Sharaff. Inizia la fase che io chiamo trionfale e accompagnerà la diva per il resto della vita: mise ridondanti che spesso esaltano il fiorente décolleté però non valorizzano troppo la sua voluttuosa ma non slanciatissima figura. Come acconciatura un treccione inondato di fiori più adatto ad una sposa più giovane; per fortuna c’è ad attirare l’attenzione il sontuoso dono di nozze dello sposo: una spilla Bulgari con un grosso smeraldo circondato di diamanti. Lui d’altronde una volta disse della moglie: “l’unica cosa che Elizabeth sa dire in italiano è Bulgari”. Nel 1974 il matrimonio è finito – ma per lei quello durato più a lungo – l’anno dopo ci riprovano e il 10 ottobre si risposano in Botswana; lei indossa un leggero caftano multicolore da figlia dei fiori. Questa volta dura solo nove mesi, ma Liz non è donna da restare nubile a lungo e il 4 dicembre 1976 sposa John Warner, avvocato e senatore repubblicano della Virginia. Matrimonio invernale con abito di cachemire viola sotto un cappotto di tweed e pelliccia con turbante abbinato. Nel 1982 il divorzio, cui seguono nove anni di singletudine fino al 6 ottobre 1991, data dell’ultimo, improbabile matrimonio.
A un passo dai 60 anni Liz sposa Larry Fortensky, un operaio edile di vent’anni più giovane conosciuto mentre entrambi combattevano la dipendenza da alcol (più lei) e droga (più lui) ricoverati al Betty Ford Center. Un giovanotto cui si poteva perdonare molto, ma non la pettinatura. Nozze celebrate nel Neverland Ranch di Michael Jackson, grande amico della sposa e maestro di cerimonie. Anche questa volta Liz sceglie il giallo in una tonalità chiarissima, Valentino (sì proprio lui, il perfido) le dona un abito tutto balze da bella del sud, modello zia di Scarlett O’Hara. La coppia divorzia il 31 ottobre 1996. Otto e sto.
Ultimo della serie è uno degli abiti che da bambina mi piacque di più: il 30 giugno 1970 la giovanissima, famosissima, originalissima Caterina Caselli sposa il suo produttore musicale, Piero Sugar. Con lui smetterà di cantare ma scoverà una gran quantità di talenti che hanno deliziato le nostre orecchie negli ultimi cinquant’anni. Per lei un lo stile folk, allora pazzescamente di moda: abito in pizzo giallo su camicia d’organza bianca, più cappello a tesa ampia. Delizioso.
Vi distraggo solo un attimo dai preparativi questa sera, e vi confesso che per oggi nessun post era previso; ma poi è arrivata questa foto e ho pensato che non potevo non proporvela.
Dal Bhutan la famiglia reale più incantevole che si possa immaginare ci fa gli auguri per l’anno nuovo. E io mi permetto di unirmi a loro nell’augurare a tutti noi un anno di pace, di serenità, di gioia, con un pizzico di bellezza, che secondo me ci vuole.
In bellezza inizierà l’anno royal, con le nozze del principe Mateen del Brunei, che tra pochi giorni sposerà la fidanzata Anisha, figlia di un ministro del suo Paese.
(Ph: Instagram @tmski)
Posso solo immaginare lo sfarzo del matrimonio, ma sulla bellezza direi che non ci sono dubbi. Ci aspettano ben 10 giorni di festeggiamenti, davanti ai quali le nozze infinite di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo saranno una cosetta. Le danze si apriranno domenica 7, la cerimonia islamica a quanto ho letto è prevista per giovedì 11 mentre domenica 14 è il giorno del ricevimento nuziale e della parata per le vie della capitale. E mentre vi preparate mentalmente buttate un’occhiata al favoloso diamante che la sposa con nonchalance espone a favore di camera.
Passate una splendida serata con chi amate, iniziate il nuovo anno in allegria.
Lady Violet e Purple vi aspettano sul sofà, per un 2024 realmente royal. Happy new year!
Il 9 settembre scorso arrivava dal Bhutan la notizia che la regina Jetsun Pema aveva partorito per la terza volta (Fiocchi rosa), dando alla luce una bambina dopo due maschi.
A tre mesi esatti dalla nascita la piccola principessa, che a quanto mi risulta non era mai comparsa in pubblico, ha ricevuto il suo nome ed è stata così ufficialmente presentata alla comunità.
La bimba si chiama Sonam Yangden Wangchuck. Il primo nome, Sonam, indica merito longevità e buona fortuna, mentre Yangden significa gioiello prezioso, e porta con sé prosperità e benessere. Wangchuck è il nome del casato.
La cerimonia è stata celebrata a Tashichhodzong, il monastero buddista alla periferia della capitale Thimphu che è sede del governo, oltre ad ospitare la sala del trono e gli uffici del re.
Oltre a segnare il terzo mese di vita della piccola, il giorno scelto è lo stesso in cui diciassette anni fa, nel 2006, il padre è salito al Trono d’Oro. Una data particolare e immagino scelta con cura, data l’importanza che le culture orientali attribuiscono ai numeri.
Presente alla cerimonia, con le massime autorità statali, la famiglia reale, a partire dal nonno della bimba, il Quarto Re Drago, e le sue quattro consorti.
Come sapete, l’ex sovrano sposò in un’unica cerimonia quattro sorelle, che hanno sempre avuto uguali titoli e uguali trattamento. Sono ragionevolmente sicura che la madre del Re, dunque nonna della bimba, sia la seconda signora da sinistra, con la blusa color oro.
Che bambolina, e immaginate appena le cresceranno i capelli
L’inizio dell’autunno segna in molti Paesi la ripartenza dell’attività legislativa, e se si tratta di monarchie ciò di solito avviene alla presenza del monarca. Se martedì a riaprire i battenti è stato il Folketing, il parlamento danese, ho scoperto che domenica 1 ottobre la stesso è accaduto in Bhutan, con la ritualità che a quella cultura appartiene.
Si tratta dell’ultima sessione dell’attuale Parlamento prima delle nuove elezioni. Il sistema bhutanese prevede due camere, riunite per l’occasione: la camera bassa è l’Assemblea Nazionale composta da 47 membri, in rappresentanza dei 47 collegi in cui è diviso il Paese; la camera alta è invece il Consiglio Nazionale, composto da 25 membri di cui fa parte anche il sovrano; il Bhutan è dal 2008 una monarchia costituzionale; se il numero esiguo dei parlamentari vi colpisce, considerate che i bhutanesi sono meno di ottocentomila.
Immancabile la ricca e coloratissima coreografia che ha accompagnato il sovrano, come la processione dei Chipdrel, che affonda la sua origine nell’antica tradizione buddhista.
Col Re non c’era l’incantevole moglie, che ha partorito il terzo bebé – dopo due maschi una bimba che non vediamo l’ora di conoscere – meno di un mese fa; a riceverlo due sorelle e un fratello. La prima a destra, la Principessa Dechem, ha in comune col sovrano entrambi i genitori, essendo figli del Re Emerito e della sua terza moglie; gli altri due, la Principessa Kesang e il Principe Ugyen, sono figli invece della seconda moglie.
Se ricordate, il quarto Re Drago, padre dell’attuale sovrano, ha sposato quattro sorelle in un’unica cerimonia privata nel 1979; una cerimonia pubblica con le quattro consorti è stata tenuta nel 1988. La cosa interessante è che al momento del matrimonio tutte e quattro le sorelle hanno avuto il titolo di Regina, e ora hanno tutte e quattro quello di Regina Madre, che mi sembra una cosa fantastica. Il numero ordinale che le individua è relativo all’ordine di nascita, dalla maggiore alla minore. Da questo matrimonio multiplo sono nati in totale dieci figli, cinque femmine e cinque maschi.
In conclusione di questo breve post su un Paese che ci affascina sempre di più, dopo aver adeguatamente ammirato gli abiti delle principesse (e gli stivali del principe) Lady Violet avrebbe una domanda: sono vere quelle ciglia?