Royal chic shock e boh – Special papal edition (parte prima)

Ieri Roma è stata il centro del mondo e forse, speriamo, il teatro di un miracolo che aspettiamo da più di tre anni. In ossequio alla personalità del defunto, accanto ai grandi della terra si sono visti – magari non tantissimo, ma certo più del solito – anche gli ultimi. A questa giornata straordinaria è dedicata una versione speciale della nostra rubrica, allo stile e al rigore con cui è stato osservato il dress code, accorpando ciò che mi è piaciuto tanto, di meno, per nulla. Col rispetto che l’occasione merita, ma anche con quel tocco di leggerezza che Papa Francesco amava tanto.

Per le signore è richiesto il total black: abito sotto il ginocchio con maniche lunghe, calze e accessori neri, velo o mantiglia graditi ma non obbligatori. Ci vorrebbero pure i guanti, ma ormai ho perso le speranze.

Da cose che ho letto in giro sono costretta a sottolineare che alcune delle signore presenti – Mathilde dei Belgi, Letizia di Spagna, Maria Teresa di Lussemburgo, Charlène di Monaco – hanno il privilegio del bianco che, ça va sans dire, non si usa ai funerali.

I signori indossano il mourning suit: in alcuni Paesi, dove si porta ancora molto il tight, lo si sceglie abbinandolo al gilet nero anziché grigio. In questo caso era invece richiesto il semplice completo nero con camicia bianca e cravatta nera; meglio evitare altre tonalità, anche se scure; oltre tutto al sole il colore di alcuni tessuti vira. Come vedremo.

Impeccabile al posto d’onore il presidente Mattarella accompagnato dalla figlia Laura. Che secondo me non sempre indovina le mise, ma è quella che mia madre avrebbe definito una signora, e dunque ha sempre un aspetto signorile, anche se vedremo che un piccolo peccato lo ha commesso. Subito prima di loro Javier Milei, Presidente dell’Argentina, patria di Papa Francesco, con la sorella Karina, nella doppia veste di primera hermana e di Segretario generale della Presidenza della Repubblica. Se Laura indossa la mantiglia Karina esibisce sciolti capelli biondi; considerando il cespuglio che troneggia sul testone del fratello ancora bene c’è andata. E a proposito di Argentina, non ha partecipato la regina dei Paesi Bassi, Máxima, argentina di origine, né il marito Willem-Alexander, né altri membri della famiglia reale, a causa della concomitanza con il Koningsdag, la festa nazionale che celebra il compleanno del re.

ASSOLUTAMENTE CHIC

Belgio

Perfetto l’abito e impressionante la lunga mantiglia di Mathilde, Regina dei Belgi; abbinata all’alto collier di perle – ben sette fili! – le dà un’aria da signora degli inizi del secolo scorso (è un complimento). Per la gioia di Lady Violet, la Reine teneva in mano un paio di guanti, insieme con la clutch Natan. Abbastanza sorprendenti le scarpe Gianvito Rossi, dotate di tacchi altissimi che la sovrana di solito non porta. In un’occasione del genere bisognerebbe evitare, ma mi sembra che le royal e le first ladies da quel lato ci sentano poco.

Danimarca

Una cosa che ammiro molto della Regina Mary è che prende tutte le cose molto seriamente, e si prepara adeguatamente. Come in questo caso: chiamata a rappresentare in solitaria il suo Paese – il marito Frederik è in visita in Giappone, visita quanto mai opportuna anche per evitare di trovarsi faccia a faccia con Trump, che magari avrebbe attaccato con la storia della Groenlandia – la regina, che non è cattolica, ha scelto bene: tailleur con gonna midi (Andiata), mantiglia, gioielli “bianchi”, smalto neutro. Non sono convintissima della borsa Mulberry, e sono convinta che le scarpe Gianvito Rossi siano troppo alte, ma amen. E se vi sembra che il gentiluomo che l’accompagna sia un viso conosciuto avete ragione: è Matteo Colaninno. Già imprenditore, erede dell’impero paterno, già parlamentare del PD, poi passato a Italia Viva. E nell’ottobre scorso nominato Gentiluomo del Papa. Che non resiste alla cafonata di tenere gli occhiali da sole davanti alla regina, che non li porta. Avrà problemi di cataratta?

Francia

(Ph: Antonio Masiello/Getty Images)

Pur se non indossava il velo – che vi ricordo, non è obbligatorio – mi è piaciuta Brigitte Macron: le linee asciutte che indossa di solito interpretano bene il concetto di sobrietà che ispirava la cerimonia, e l’orlo della mise (Vuitton) più lungo del solito, secondo me le dona molto. Peccato per la cinturina col logo in bellavista, e peccato per la doppia tasca sulla giacca di Monsier le President, ma la perfezione non è di questa terra.

Liechtenstein

(Ph: Instagram @oldroyalty)

Loro si vedono poco, ma la loro figura la fanno sempre. Lui è Alois, Principe Ereditario del Liechtenstein con funzione di reggente. Lei è sua moglie Sophie, nata Duchessa in Baviera e discendente dagli Stuart. Abito nero (leggermente corto), mantiglia, perle; ed è una delle poche a indossare scarpe da giorno, senza vertiginosi tacchi a spillo.

Monaco

(Ph: Raphael Lafargue/ABACA)

Molto ammirati i Principi di Monaco. O meglio, molto ammirata lei, perché lui sembra aver dormito nell’abito, nero ma un po’ délabré (questo invece non è un complimento). Se posso fare un appunto – anzi due – a Charlène, le calze sono troppo leggere, e sarebbe preferibile non esporre il marchio della borsa (Prada, come la mise); regola che vale sempre, ma soprattutto in questi casi.

Norvegia

(Ph: Reuters)

In rappresentanza dei sovrani di Norvegia, anzianotti e acciaccatelli, sono arrivati i principi ereditari, dandoci così la gioia di vedere Mette-Marit in buona forma. Accompagnata dall’impeccabile marito la principessa non ha deluso con un bel cappotto a redingote, forse un po’ pesante per la giornata, breve mantiglia sui capelli sciolti, tacchi di 7 cm Manolo Blahnik e in mano la clutch Bottega Veneta.

Svezia

(Ph: Raphael Lafargue/ABACA)

Come dovrebbe vestirsi una regina in un’occasione del genere? Come Silvia di Svezia, abito lungo nero, mantiglia e perle. Sedendo sul trono da più di mezzo secolo (e avendo superato gli 80) è rimasta fedele allo stile di qualche anno fa, che diventa anche strategico per camuffare il piede operato di recente. Oggi magari vedere le signore in lungo ci sarebbe sembrato troppo, ma lei è una meraviglia.

Spagna, i miei preferiti

(Ph; Casa de S.M. el Rey)

La proverbiale sobrietà di Letizia ha trovato il palcoscenico più adatto nella maestosa austerità di questa cerimonia. Praticamente perfetta la Reina: abito midi a sostenere la sontuosa mantiglia, calze nere, kitten heels in camoscio Nina Ricci, borsa Carolina Herrera, e sulla spalla sinistra appuntata una delle joyas de pasar, riservate alla sovrana. Con lei il più bell’accessorio concepibile, il marito Felipe, che dire impeccabile è dire poco. El Rey è stato elogiato anche da Jack Schlossberg, simpatico e aitante figlio trentaduenne di Caroline Kennedy, dunque nipote di John e Jackie.

(Ph: Instagram @jackuno)

Insomma una garanzia!

Non perdetevi la seconda parte, che comprende i boh e gli shock; tutte le mise che non abbiamo citato le troverete lì: Royal chic shock e boh – Special papal edition (parte seconda)

Royal chic shock e boh – È primavera

Otto giorni fa la soirée che inaugura la primavera monegasca, primo grande evento di gala del mondo royal: il Bal de la Rose. Con la presenza per il secondo anno consecutivo della princesse Charlène, a lungo latitante, che ha accompagnato il marito Albert II, patrono della manifestazione, la princesse Caroline, i suoi quattro figli e le due nuore.

(Ph: Eric Mathon / Palais princier)

Ed è proprio dalla più giovane dei Grimaldi presenti che partiamo, Alexandra, nata dal terzo matrimonio di Caroline con Ernst August von Hannover. Il che rende la fanciulla un’Altezza Reale, la inserisce – un po’ indietro in verità – nella successione al trono britannico, ma la priva dello charme dei fratelli Casiraghi. Lei però è una ragazza volitiva, e ha trovato il modo per mettersi al centro dell’attenzione, scegliendo un abito Haute Couture di Giambattista Valli. Un’orgia di chiffon rosa con gonna amplissima, corpino a vita bassa sottolineato da un tralcio di rose, e come se non bastasse un drappeggio che cade dalle spalle fino ai gomiti e oltre. Mi piace? No, ma amo le ragazze che cercano il proprio stile e sperimentano. E guardando la Famille Princière in gruppo, che sia Alexandra ad attirare l’attenzione, col supporto del bel fidanzato Ben-Sylvester Strautmann – lui in altezza lei in ampiezza – non c’è dubbio. Shock, ma salvo la cascata di diamanti del collier Cartier.

(Ph: Eric Mathon / Palais princier)

Per molti anni Charlène ha evitato il Bal de la Rose, tanto che si dava per certa una divisione dei ruoli tra primedonne: a lei il Gala de la Croix Rouge – di cui è presidente Albert – a Caroline l’evento di marzo, essendo presidente della Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi della serata. Dall’anno scorso partecipa anche la Principessa Consorte; non saprei se ciò sottintenda qualche novità nelle dinamiche familiari, ma devo dire che la sua mise mi ha delusa assai. Charlène ha optato per un total look Dolce e Gabbana: abito monospalla in pizzo Chantilly verde scuro su fourreau di velluto nero, décolletée nere, pure loro in pizzo (modello Bellucci) e orecchini della linea alta gioielleria. Francamente lo trovo tremendo, e mi chiedo la ragione di questa scelta, visto che il tema della serata era Sunset Ball, a evocare i colori di un tramonto ai Caraibi. Shock.

Nemmeno la mise di Caroline è troppo caraibica, ma francamente siamo su un altro pianeta. Abito Chanel Haute Couture della collezione primavera estate 2024, realizzato in un tessuto operato in sbieco. Le mezze maniche e gli inserti del corpino rimandano al tessuto tweed caratteristico della maison, ma il punto focale è lo scollo asimmetrico che scopre una spalla, soluzione furbissima per le signore meno giovani, dato che com’è noto le spalle sono in pratica l’unica parte del corpo a non invecchiare. La linea semplice dell’abito è lo sfondo perfetto per la favolosa spilla Chaumet. Superchic.

Sarà perché lei dai Caraibi viene davvero – è nata a New York da una delle più importanti (e ricche) famiglie colombiane – ma Tatiana, moglie di Andrea Casiraghi, è l’unica ad aver omaggiato il tema della serata. La sua scelta cade su un abito Erdem rosa corallo, in un tessuto jacquard con disegno di garofani, con un grande fiocco sulla spalla sinistra. La spalla e destra e il fianco opposto sono decorati da un ricamo floreale. Confesso, l’abito non mi convince affatto, ma mi piace molto addosso a lei. Trovo che Tatiana abbia uno stile personale sempre più interessante e convincente, affatto banale. Chic.

(Ph: Bruno Bebert/Pool Monaco/Bestimage)

Sono arrivate senza accompagnatori Charlotte e Beatrice. La prima ha una relazione con scrittore Nicolas Mathieu, che a Monaco non si è ancora visto; l’altra è moglie di Pierre Casiraghi, che però non era presente. Entrambe sono legate e due importanti maison francesi, che le hanno vestite anche in questa occasione, senza grande successo, a mio avviso. Chanel per Charlotte, un abito nero con corpino ricamato di cristalli, gonna a balze più corta davanti da cui sporgono le scarpine profilate di strass. Dior per Beatrice, con un capedress rosso scuro sicuramente bello ma invernale. Insomma, più che rispettare il tema dato hanno preferito l’argomento a piacere. Un grande boh per entrambe.

Attenzione a parte merita l’acconciatura di Beatrice. Addobbata con gioielli della collezione disegnata da Jean Schlumberger per Tiffany, indossa una collana col celebre ciondolo Bird on a Rock e gli orecchini abbinati. Non bastando, ha anche piazzato una spilla della collezione sulla treccia posticcia che le incorona il capo; un tentativo di evocare l’indimenticabile Grace? No dai, veramente troppo, shock.

In attesa della visita di stato che i sovrani britannici compiranno in Italia da domani, ci sono un paio di royal ladies questa settimana sono state in trasferta.

(Ph: Kongehuset)

La prima è Mary di Danimarca, che è stata ospite dei Macron col marito Frederik X. All’arrivo nella Ville Lumière la coppia reale è stata ricevuta a Les Invalides; in omaggio al Paese ospitante la regina ha scelto un tailleur color crema Dior, con scarpe bicolori Gianvito Rossi, borsa Mulberry, e in testa una creazione Jane Taylor. La falcata sicura, opposta ai tacchi della Première Dame incastrati nel selciato, sottolinea anche l’opportunità di evitare nelle occasioni pubbliche le gonne troppo corte, anche se firmate Vuitton. Danimarca chic, Francia shock.

(Ph: Kongehuset)

La sera le due coppie si sono riunite all’Eliseo per la cena di gala. Evidentemente non si tratta di uno state banquet, per cui i signori erano in completo (il famoso abito scuro o lounge suit sugli inviti) e le signore in lungo ma con mise non particolarmente importanti. Mary interpreta a perfezione la regola abbinando una gonna a fiori del danese Lasse Spangenberg a una blusa bianca del brand australiano CLEA, clutch Anya Hindmarch e scarpe Gianvito Rossi. Non mi fa impazzire ma non c’è dubbio che sia perfettamente in linea con lo stile della serata e della stessa Mary, chic. Meno adatta la scelta di Brigitte, in Louis Vuitton blu con ricami d’argento, che mi fa pensare a un caftano. Boh.

(Ph: Getty Images)

La sera seguente i sovrani hanno ricambiato l’invito con una cena a Le Grand Hôtel de Paris. Mary ha scelto un abito nero con ricami in oro di Taller Marmo, restando fedele alle scarpe Gianvito Rossi, questa volta in pizzo nero e camoscio. Personalmente non amo troppo l’abbinamento dell’oro col nero; e penso che questo genere di modello si apprezzi di più dal vivo, perché potrebbe avere dei dettagli raffinati che in foto non si colgono, dunque boh.

Altra coppia in viaggio questa settimana i sovrani del Belgio, che sono stati in Vietnam. Mathilde ha alternato modelli occidentali ad alti ispirati al Paese ospite, con fortune alterne anch’esse.

(Ph: Belgium MFA)

Per la cena di stato la scelta è caduta su un abito dll’importante fantasia floreale di Dries Van Noten. Non è male, ma forse ci vorrebbe maggiore grinta per non renderlo un capo troppo démi-monde, troppo bon-ton. Non mi dispiace ma non mi convince, boh.

Peggio la mise del giorno seguente: un modello di Carolina Herrera a fiori sulle tonalità del viola, che ricorda gli anni ’50, con accessori in tinta: scarpine, bolerino (Natan) e bandeau (Fabienne Delvigne, il modello Rueda). Ve lo dico, è troppo viola pure per Lady Violet. Shock.

(Ph: Belgium MFA)

Per la cena offerta dai sovrani per ricambiare l’ospitalità Mathilde ha indossato una mise che ricorda molto l’abito tradizionale vietnamita, l’áo dài. Un gesto incantevole cui purtroppo la realizzazione non rende giustizia. Intanto il colore, un salmone che starebbe male pure all’omonimo pesce, aggravato da un fitting imbarazzante, e considerando che è stato creato su misura (dal sarto della Reine, Saïd Meer di Meer Couture) francamente non è accettabile. Mi dispiace, ma shock.

Alla fine la mise che ho apprezzato di più è quella della partenza: un semplice completo pantaloni giallo (Caroline Biss) e una sciarpa ricevuta in regalo durante il viaggio. Assolutamente chic, la mise e il gesto, che poi è la chiave della vera eleganza.

Royal chic shock e boh – Festa! (parte terza)

Salutiamo il 2024, diamo il benvenuto al 2025, e chiudiamo la rassegna sulle visite di stato che hanno animato il mese di dicembre con quella che ci riguarda più da vicino: Felipe e Letizia di Spagna ospiti del nostro Paese. Il 10 dicembre i sovrani sbarcano a Roma, e la Reina in total white piazza il suo primo assist.

Il completo pantaloni bianco è uno dei marchi di fabbrica di Letizia, che ha passato anche alle sue figlie; come dimenticare il tailleur Armani con cui fu annunciato il fidanzamento ufficiale con Felipe? Aggiungiamo che il suo fisico sottile la aiuta, perché riescono a donarle anche i capi di non particolare accuratezza sartoriale (che a Lady Violet, per dire, starebbero un orrore). Come accade spesso la Reina ha utilizzato un brand low cost, lo spagnolissimo Mango per giacca e pantaloni, arricchiti dallo splendido cappotto, quello sì cuture, di Felipe Varela. Il punto di forza? Gli accessori color platino: scarpe e clutch firmati Magrit, altro brand spagnolo vicino al cuore di Letizia. Superchic.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Il giorno dopo comincia la parte ufficiale con i sovrani ricevuti al Quirinale dal presidente Mattarella. Abbiamo già visto le due signore (Le foto del giorno – ¡Hola!): la Reina indossa un tailleur rosa di Carolina Herrera, Laura Mattarella un abito rosa scuro con mantella corta bordeaux, già usata in occasioni formali, come la visita in Norvegia (Il sole anche di notte); interessante l’abbinamento con l’abito, meno con le scarpe che sono più rosse. Quanto a Letizia, è difficile che qualcosa le stia male, ma il senso di questa mise francamente mi sfugge; quella giacca, con quella lunghezza e quelle maniche, fa sembrare che sia il tailleur a portare lei invece del contrario, e non succede spesso. Che vi devo dire, boh+boh.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Il banchetto di stato è stata una sera black tie: signori in smoking (dunque niente decorazioni) e signore in lungo; la Reina non ha indossato alcun diadema, come fa spesso quando si trova a viaggiare in Paesi che non sono monarchie. Letizia ha scelto un abito italiano in omaggio agli ospiti, un lungo e sobrio – pure troppo! – Max Mara nero. Tocco regalchic i due bracciali di brillanti indossati su un polso solo, che fanno parte delle joyas de pasar. Al confronto Laura Mattarella risulta un po’ matronale con l’abito blu di Gattinoni, già indossato durante la visita in Svezia (Visita del Presidente Mattarella in Svezia – Gala Dinner). Chic entrambe, anche se abbiamo visto di meglio. Una parola sui signori: se il colletto rigido della camicia del Presidente mi ha un po’ delusa – preferisco sempre quello classico, tranne con il frac ovviamente – adoro quel gilet sotto lo smoking del Rey.

(Ph: Franco Origlia/Getty Images)

Il giorno seguente la scena si è spostata a Napoli, dove Felipe aveva espresso il desiderio di visitare villa Rosebery, una delle tre residenze presidenziali col Quirinale e la tenuta di Castelporziano. Letizia prima di partire aveva visitato la FAO e ha mantenuto la stessa mise: un tailleur di tweed Alberta Ferretti con cappotto abbinato. Il tailleur è bello, e personalmente nutro una certa invidia per chi può indossare cinture alte, soprattutto su tessuti corposi, ma in questo caso qualche dubbio ce l’ho. La giacca è un po’ troppo lunga e larga, e la gonna sicuramente troppo lunga. Forse la Reina, ormai convertita ai tacchi bassi, deve ricalibrare un pochino i volumi. Anche la borsa Gucci potrebbe essere portata con più convinzione e non appesa così. Insomma per me è boh.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Mi piace di più col cappotto, anche se l’uso di portarlo sulle spalle, che si sta diffondendo tra le royal ladies, mi la scia perplessa. Comunque chic.

(Ph: Casa de S.M. el Rey)

Il viaggio reale si conclude a Napoli col conferimento del Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Scienze Sociali e Statistiche al sovrano da parte dell’Università Federico II, che nel 2024 ha festeggiato 800 anni di vita. La cerimonia si è tenuta al teatro San Carlo; altro luogo ricco di memorie borboniche (fu inaugurato il 4 novembre 1737 in onore di Carlo III, re di Napoli e poi di Spagna). Anche in questo caso Letizia è arrivata con un cappotto, questa volta bianco, sulle spalle; sotto una mise composta da camicia di popeline bianca su gonna di taffettà beige . Premesso che amo a prescindere le camicie bianche, in questo caso l’insieme è un po’ troppo estivo per dicembre, l’abbinamento dei colori non mi convince, e la gonna è veramente troppo gonfia! Il tutto è firmato The 2nd Skin Co, e potete vederlo meglio qui: https://the2ndskinco.com/products/poplin-shirt-pleated-taffeta-skirt?_pos=13&_sid=9392b42de&_ss=r. A me non piace, shock.

Nel giro di pochi giorni il 24 scivola via, e al suo posto arriva il 25, celebrato a Copenaghen la primissima sera col tradizionale gala di capodanno. È anche il primo cui Frederik e Mary hanno presenziato come sovrani, e la regina ha scelto l’abito in velluto verde con scollo e maniche in pizzo, creazione della sarta e stilista Birgit Hallstein, che lavorò anche al suo abito da sposa. La mise è quella che compare nel primo ritratto ufficiale della coppia (di cui non parlammo essendo stato diffuso in aprile, durante il ricovero in ospedale di Lady Violet), e anche i gioielli scelti sono gli stessi: la parure di smeraldi, in questo caso priva del collier, che comunque si perdeva nella ricca lavorazione del pizzo. Che vi devo dire, da quando è sul trono Mary mi sembra divenuta più rigida, e questa rigidità si riflette anche sulle mise. L’abito non è brutto e ha una qualità sartoriale piuttosto alta, ma diciamo che non è il supporto adatto allo splendore degli ornamenti. Francamente boh.

Mi sembra invece che stia facendo il percorso inverso la cognata Marie, che non ho mai amato particolarmente, ma mi sembra sempre più sorridente e amabile. Per la serata ha scelto un lungo abito di velluto blu della stilista danese Rikke Gudnitz: devo dire che l’insieme, con l’importante collare dell’ordine dell’elefante, il diadema floreale che indossa dal giorno del matrimonio e le insegne finisce con l’essere assai convincente. Chic.

La medaglia d’oro va ancora una volta a lei, la principessa Benedikte. Ottant’anni di splendore fasciati in un abito di velluto melanzana, talmente splendida che le perdono anche la stola di pelliccia. Assolutamente chic.

(Ph: Getty Images)

In conclusione, due bonus: il primo è l’abito indossa da Victoria Beckham allo state banquet in onore dell’emiro del Qatar. Realizzato da sé medesima – gesto magari non elegantissimo ma scontato – è un abito in jersey stretch, con spalle importanti e arricciatura piatta sul pancino a enfatizzare i fianchi. Il modello è un suo marchio di fabbrica, realizzato in molte versioni con piccoli dettagli differenti, per cui partiamo col dire che è una buona operazione di marketing. Ciò che ho apprezzato particolarmente è la scelta di understatement: niente gioielli tranne gli orecchini, capelli raccolti in una semplice ponytail e clutch metallica. In un’occasione in cui esagerare sarebbe stato facilissimo, lei vince per sottrazione. Brava, chic! Ma la faccia di lui?

Secondo bonus Sofia di Svezia, che solitamente mi convince poco. La consorte del principe Carl Philip, in attesa del quarto bebé, ha compiuto 40 anni il 6 dicembre. Le è stato dedicato il servizio fotografico di rito, nel suo caso su Vogue Scandinavia, e a me è piaciuto molto quest’abito scultura di Søren Le Schmidt. Ora, non voglio dire che lo stilista si sia ispirato a Ferrè, o addirittura a Capucci, ma penso che se Sofia si decidesse a smettere gli abiti della principessa delle fiabe per qualcosa di più grintoso, ne guadagnerebbe solo. E noi apprezzeremo molto di più. Chic.

Buon 2025 cari lettori, vi aspetto sul sofà di Lady Violet!

Le foto del giorno – ¡Hola!

Sono a Roma i sovrani di Spagna per una visita di stato di due giorni. Oggi l’incontro con le massime autorità e il discorso davanti alle Camere riunite, domani Felipe e Letizia si trasferiranno a Napoli, dove el Rey riceverà il dottorato di ricerca ad honorem in Scienze sociali e statistiche dalla università Federico II, che quest’anno festeggia 800 anni di vita. Questa sera la cena di gala al Quirinale, ma non vedremo diademi, in ossequio al Paese ospitante che non è monarchico (e mi sembra che Letizia in questi casi non si faccia pregare, anzi).

Posso dire che non mi piace nessuna delle due? Letizia sfoggia un tailleurino in stile anni ’80, caratterizzato dalle ricche spalle e dai ricami sul davanti, con gonna lunghetta, in un improbabile rosa confetto, firmato Carolina Herrera. Laura Mattarella con uno dei suoi abiti tirati fuori da chissà dove, arricchito in esterno da una breve cappa bordeaux.

Ogni considerazione passa però in secondo piano davanti allo spettacolo di questa immagine, con Roma nella sua veste migliore che occhieggia dalle finestre. E devo dire che in questa sinfonia di colori polverosi – il verde dei tendaggi, il grigio delle poltroncine – le tonalità rosate delle mise delle due signore hanno un loro perché.

Questa foto ce la metto non perché mi piaccia particolarmente, ma perché almeno il ministro Crosetto regge adeguatamente l’altezza di Felipe, cosa non scontata.

Che vi devo dire, purtroppo la foto ma che te ridi? non manca quasi mai.

Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte seconda)

Ci eravamo lasciati con il secondo giorno di festeggiamenti e le mise casual per la crociera tra i fiordi (Royal chic shock e boh – Shamanic wedding edition (parte prima) e ora viene il bello: il pre wedding party, a tema Havana e Caraibi!

Che poi è una di quelle occasioni in cui, tranne gli organizzatori, ognuno si mette quello che trova per casa. Spero riusciate a farvi un’idea poiché, avendo gli sposi venduto l’esclusiva, e benché girino tantissime immagini, non sempre si trovano quelle adatte alla bisogna. Anyway anche il secondo abito di Märtha Louise è una creazione Tina Steffenakk Hermansen, molto stile Carmen Miranda – senza ananas in testa ma con grossi orecchini di cristalli rosa di Caroline Svedbom – monospalla e tutto ruches, nel colore che fa da filo conduttore, il rosa in tutte le sue sfumature.

Francamente mi sembra il migliore dei tre; anche perché peggiorare non era facilissimo. Rosa anche per la camicia con palmizi che lo sposo abbina a un paio di pantaloni color tané; prima o poi qualcuno ci spiegherà la passione di quest’uomo per le più brutte sfumature del marrone. Notevole l’ambientazione dello sfondo, sembra l’hotel/ristorante dove nei gloriosi anni ’70 facevamo la festa del Classico, nel senso del liceo. Boh lei, shock lui, almeno però mi sembra che si siano molto divertiti.

La famiglia della sposa è arrivata sotto una pioggia battente che non ha aiutato l’umore del sovrano, apparso piuttosto infastidito (eufemismo); loro alloggiavano sul panfilo reale, il Norge, e non in albergo come tutti gli altri. L’evento è stato il debutto in pubblico di Amalie Giæver Macleod, girlfriend di Sverre, figlio minore dei principi ereditari. Lei in rosso e bianco, lui con giacca da sera di velluto verde: da quel poco che si vede, mi sembrano chic.

Mi piace molto Mette Marit, e non solo per il colore: abito a fiori Pia Tjelta Studio e soprabito viola Carolina Herrera (che è venezuelana, dunque perfetta per il tema della serata) più borsetta color lime Jimmy Choo, tocco perfetto. Avrei invece evitato il fiore di stoffa tra i capelli, ma evidentemente specchiandosi non si era vista abbastanza caraibica. Chic.

Graziosa Ingrid Alexandra, che ha pescato dall’armadio materno il soprabito color ghiaccio Chloè e la borsetta fuxia Prada, abbinandoli a un abito verde acqua Ba&sh che per una ragazza va benissimo. Chic.

Finalmente il gran giorno! In un orgia di rosa sono giunte le sette damigelle, scortate da altrettanti cavalieri; che vi devo dire, a me già piacciono poco quando sono ragazze impegnate in un matrimonio tra giovani, figuriamoci quando sono più attempate. Non è un problema di età, ma proprio di inutilità; in questo caso apprezzo che ciascuna signora indossi un abito personalizzato, un modello che probabilmente veste ciascuna nel modo giusto, ma non mi piacciono lo stesso, shock.

(Ph: EPA)

Uniche a non vestire di rosa – e mi sembra giusto – le tre figlie della sposa: la ventunenne Maud Angelica, che ha accompagnato la madre all’altare, Leah Isadora (19 anni) e Emma Tallulah (15).

(Ph: Cornelius Poppe)

Per loro tre abiti in una tonalità champagne che dona soprattutto alle due brune; poi un pasticcio di scarpe e borse diverse, ma perché? Boh di incoraggiamento. Con loro una flower girl a me sconosciuta, in tulle bianco.

(Ph: Cornelius Poppe/NTB)

Ospiti reali pochini, ma di qualità: Victoria di Svezia col marito Daniel – abbiamo capito che i signori erano in gran parte in smoking, ce ne faremo una ragione – splendente nell’abito corallo di Christer Lindarw indossato lo scorso anno per i 50 anni di regno del padre (Royal chic shock e boh – Cinquanta di questi giorni (parte prima) con gli stessi accessori, tra cui la clutch in plexiglass di Gucci. Mi piaceva allora e mi piace ora, però… Però è una mise che non avrei indossato per un matrimonio; abbiamo capito che in questo caso molte regole sono saltate dunque va bene più o meno tutto ma non sono convintissima. Chic, ma anche boh.

Riuso anche per la cognata Sofia, in attesa del quarto bebè: nel suo caso l’abito dégradé della stilista Lilli Jahilo, già indossato per la cena di gala in onore dei premi Nobel nel 2022 (December chic shock e boh (parte prima). In quel caso mi aveva lasciato qualche perplessità, trovandola una mise non troppo adeguata all’occasione né alla stagione; in questo caso mi piace di più, anche se l’abito è tutt’altro che impeccabile e il color mandarino non esalta la carnagione chiarissima della principessa.

Ma le scarpe con quell’osceno plateau, un dettaglio brutto e pure fuori moda, arrivano direttamente da uno show degli ABBA? (purtroppo no, sono Gianvito Rossi, il modello Manila 120). Boh il vestito, shock le scarpe.

Non mi dispiace Laurentien dei Paesi Bassi, anche lei convertita al capedress, e una ragione c’è: l’abito è Missoni, e dunque realizzato in jersey, che dona al modello leggerezza e una certa contemporaneità. Il limite è che il tessuto è piuttosto rivelatore di ciò che c’è sotto, e dunque richiede che l’underwear sia perfetto. La principessa olandese ha scelto un abito lungo non particolarmente da sera, e infatti l’aveva indossato 2015 per l’inaugurazione del Parlamento, occasione di primo piano in cui le signore della famiglia reale vestono abiti lunghi e cappelli. Boh; non mi convince fino in fondo ma è molto meglio di come si veste di solito.

(Ph: Fredrik Solstad/VG Norge)

Per la festa di nozze anche i membri della famiglia reale che per la cerimonia indossavano l’abito tradizionale si sono cambiati; molto graziosa Amalie Giæver Macleod, cui Mette Marit ha prestato un vecchio abito Vera Wang, Purtroppo ora come allora il tessuto è pieno di grinze, ma lei è un delizia e il gesto pure, visto che i ragazzi sono così giovani che potrebbero lasciarsi domani.

Se volete un consiglio dalla vostra Lady, allargate la foto e guardate bene i gioielli della fanciulla: collier e anello Cartier con pavé di diamanti intorno ad ametista cabochon. Il collier è stato venduto a giugno a Londra, dalla casa d’aste Bonhams, per 17.920 sterline (poco più di ventimila euro); non so se tratti proprio di questo o di uno uguale, però è veramente un bel pezzo. Due, con l’anello. Chic.

(Ph: Fredrik Solstad/VG Norge)

Mette Marit sceglie Valentino; l’abito è bello, raffinatissimo, ed è pure forse il più adatto per un matrimonio, però la stola dà alla mise un tocco da profeta biblico di cui non si sentiva la mancanza, e l’orlo così lungo è veramente incomprensibile: non è certo l’altezza di Mette Marit, che supera 1,75, il problema. Peccato, con un po’ di attenzione ai dettagli la mise sarebbe stata perfetta, così boh.

Mi piace molto Ingrid Alexandra, che un giorno siederà sul trono di Norvegia. Altro soprabito color ghiaccio proveniente dall’armadio materno (questo è Max Mara) che copre quasi completamente l’abito blu Galven London, caratterizzato da un incrocio allo scollo: potete vedere il modello nella foto sotto.

Vi dirò, questo mix di giorno e sera su una ragazza coì giovane mi piace assai, come pure la semplice coda di cavallo per un evento importante, Chic.

Alla fine evviva gli sposi! Anche se quei dolcetti messi così sembrano candele votive davanti alla statua di qualche santo. Magari sant’Olav, patrono della Norvegia, Re guerriero che gli sciamani se li faceva girare intorno a un dito.

Parigi val bene una scom-messa

Troppo lunga, troppo woke, troppo caotica, troppo poco ritmo; comunque la pensiate sulla cerimonia di inaugurazione le Olimpiadi di Parigi 2024 sono partite, e ora non resta che goderci lo spettacolo e sperare in una pioggia di medaglie. Intanto è arrivata una pioggia di fotografie, quelle che non erano disponibili ieri più molte altre. E se ieri eravate davanti a uno schermo avrete capito che la parola pioggia non è usata a caso…

Anche questa volta partiamo con noi, e se tra di voi ci fosse qualcuno che non l’ ha ancora vista ecco la fantastica immagine di Mattarella, bagnato fradicio nonostante il – o a causa del – poncho impermeabile, spettinato e assai divertito.

(Ph: Collection privée de LL.AA.RR. le Grand-Duc et la Grande-Duchesse)

Bagnato come un pulcino il Granduca del Lussemburgo sfida il maltempo ma perde un po’ del suo proverbiale aplomb (vedi nodo della cravatta) e sembra arrivato direttamente dal Nome della rosa. Accanto la moglie Maria Teresa, che è una donna di mondo e non si scompone certo per due, o duemila, gocce. In ogni caso lo spirito sembra alto.

(Ph: Collection privée de LL.AA.RR. le Grand-Duc et la Grande-Duchesse)

Prima dell’inaugurazione i Granduchi avevano salutato all’Eliseo il Presidente e la Première Dame, poi Maria Teresa, in blazer AlexanderMcQueen e pantaloni Armani ha pubblicato questa deliziosa immagine con due “colleghe”: Letizia regina di Spagna smanicata in Carolina Herrera con la borsa Dior che portava ieri e Mathilde regina dei Belgi (in Natan, ovvio).

( Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)

Sotto l’acqua, ma con un certo stile, anche Los Reyes, che non hanno risparmiato applausi calorosi al loro team. A Parigi sono arrivate anche le due figlie, Leonor e Sofía, per sostenere le stelle del tennis iberico, il divino Rafa Nadal e il giovane brillantissimo Carlos Alcaraz. Ma quanto è bella questa foto?

Piuttosto asciutta – o semplicemente fotografata in un momento migliore – la Reine Mathilde in rosso, uno dei colori della bandiera, la cui grazia non viene scalfita dalla plastica trasparente dell’impermeabile. Impeccabile Roi Philippe, avremmo voluto vederlo a fine serata.

( Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)

All’Eliseo i sovrani belgi si sono incontrati con i danesi; come Mathilde, il cui abito la fa sembrare in attesa, anche Mary onora i colori della bandiera del suo Paese: blusa rossa Jesper Høvring e pantaloni bianchi Andiata.

Curiosamente non ci sono immagini di Frederik e Mary sotto la pioggia, o almeno io non ne ho trovate. Per prudenza comunque Mary si è portata il suo impermeabile, che non si sa mai. E chissà se i due avranno ricordato le Olimpiadi di Sidney, dove si conobbero ventiquattro anni fa.

(Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)

Chi non si è certo preoccupato del diluvio, nonostante no dovrebbe essere abituato, dato che come dice la canzone It never rains in Montecarlo, sono i principi di Monaco, che si sono portati anche i figli gemelli Jacques e Gabriella. La bimba non è sembrata condividere l’entusiasmo dei genitori e ha spesso mostrato un notevole broncio; lui in blazer blu sembra si sia scambiato il ruolo col padre.

( Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)

In tribuna a sostenere la loro squadra anche i sovrani nederlandesi; lui aveva partecipato alla cena al Louvre, lei invece si è vista direttamente all’inaugurazione.

(Ph: David Niviere/ABACAPRESS.COM)

Willem-Alexander e Máxima sono accompagnati dalle due figlie maggiori Catharina-Amali e Alexia; la famiglia resterà a Parigi fino al 30 luglio.

E se a questo punto vi state chiedendo dove siano finiti gli altri, confermo di non aver visto né i reali norvegesi né gli svedesi. Quanto al Regno Unito, è arrivato in rappresentanza il neo Prime Minister Sir Keir Starmer. Che dopo aver salutato i Macron all’Eliseo ha raggiunto la tribuna, opportunamente dotato di impermeabile proprio.

Laughing in the rain.

Le foto del giorno – ¡Hola Leonor!

Sarà che Lady Violet è innanzi tutto una zia, ma confesso che queste foto mi hanno quasi commossa. Ieri Leonor, Principessa delle Asturie ed erede al trono di Spagna, ha compiuto la sua prima visita ufficiale all’estero in solitaria.

E così è sbarcata a Lisbona, all’aeroporto militare Figo Maduro, dove ha trovato ad accoglierla il Presidente Marcelo Rebelo de Sousa. Che poi l’ha ricevuta con tutti gli onori nel palazzo di Belem, e le ha consegnato l’onorificenza di Dama di Gran Croce dell’Ordine del Cristo.

Perfetta con un bel tailleur pantaloni rosso – che alla fine è il colore della Spagna – firmato Carolina Herrera e il tocco contemporaneo e consapevole della borsa in pelle vegana (le scarpe non sono vegane ma riciclate dalla madre). D’altra parte la visita verteva su temi ecologici con particolare attenzione agli oceani, e direi che tutto è stato condotto a puntino.

Consapevole del suo ruolo, che affronta con serietà e naturalezza, è apparsa disinvolta e piena di grazia; questa ragazza è davvero incantevole oltre che assai ben educata, istruita e preparata per ciò che la aspetta.

Noto che è mancina, come William; in futuro saranno dunque almeno due i sovrani a usare la sinistra. Che non vuol dire nulla, se non che è anche questo un piccolo segno dei tempi; ancora quando Lady Violet faceva le elementari (non malignate, non un secolo fa!) c’era l’abitudine di forzare i bambini a scrivere con la destra.

Del buon lavoro che Felipe e Letizia hanno fatto con le loro figlie abbiamo detto spesso, e forse anche, parlo per me, con una certa sorpresa, visto che ho più volte pensato che la rigidità della Reina fosse eccessiva e potesse essere un problema. Ma ciò di cui mi sto rendendo conto con piacere è che Leonor sembra la sintesi perfetta tra il rigore materno e la dolcezza paterna.

A questo punto non vedo di l’ora di vedere all’opera anche le sue colleghe, secondo tutti i troni al femminile che ci aspettano ci riempiranno di gioiosa soddisfazione.

P.S. mi immagino solo io una telefonata tra Felipe che chiede a Marcelo com’è andata la niña, e quello che lo rassicura: todo bien?

Royal chic shock e boh – Sayōnara giugno

Settimana ricca di eventi royal quella che si chiude oggi, su cui troneggia (ovvio, sennò che royal sarebbe) la visita ufficiale degli Imperatori del Giappone del Regno Unito. Naruhito e Masako sono arrivati qualche giorno prima per impegni privati, poi martedì sono stati ricevuta in pompa magna da Charles, Camilla e William, che è andato a prenderli all’hotel dove alloggiavano (il Claridge’s a Mayfair).

Signori in thight e signore in bianco. Invero l’imperatrice ha indossato mise candide durante tutto il viaggio; nel suo dress code mi oriento pochino, ma sappiamo che Masako è sottoposta al rigidissimo controllo dell’Agenzia Imperiale che decide tutto, non solo il modello ma anche la lunghezza dei suoi abiti (e non escludo che nell’orlo ci siano i piombini).Lei di suo ci mette la sua grazia, la sua dolcezza, la sua cultura, ma insomma non è che si possano fare miracoli.

In questo caso la meschina indossa un completo composto da soprabito di pizzo bianco stile prima comunione su un tailleur con gonna midi a sirena con dettagli dello stesso pizzo, che decora anche il cappello. Faccio difficoltà a trovare le parole. Shock.

Camilla in robe manteau – questo veramente bello, di Anna Valentine come la borsa – e l’elegante cappello con dettagli neri che avevamo ammirato il mese scorso durante uno dei garden party (Royal chic shock e boh – Special edition (parte seconda) naturalmente opera di Philip Treacy. Mi sembra di vedere qualche imperfezione nell’orlo, ma chic.

Signore in bianco anche la sera, quando però possono godere dello splendore delle pietre preziose che mettono tutto sotto un’altra luce. Camilla, in abito Fiona Clare, inalbera la Burmese Ruby Tiara: pietre che vengono dalla Birmania – dono di nozze del popolo birmano a Elizabeth, che negli anni ’70 commissionò la tiara a Garrard – ma disposte in una foggia che evoca la bandiera nipponica, Ottima mossa, chic. Molto interessante anche la scelta dell’Imperatrice, che sfoggia la tiara imperiale del crisantemo, fiore simbolo del Paese e della Corona, come fece la suocera quando accompagnò il marito in visita ufficiale nel Regno Unito, nel 1998. Anche quest’abito è di pizzo ma l’effetto finale è assai più convincente, chic.

Fermatevi un istante, e ammirate le rivière di diamanti al collo delle due sovrane.

In bianco anche la Duchessa di Gloucester, che ha riproposto l’abito indossato lo scorso anno all’incoronazione (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Ladies) e ha fatto bene: ci era piaciuto allora e ci piace forse ancora di più oggi, quasi un robe manteau impreziosito dai bottoni gioiello (letteralmente, sono spille floreali di brillanti). Sul capo della duchessa un’importante diadema, la Cartier Indian Tiara, eredità della suocera Alice. Brava, chic.

(Ph: Aaron Chown/Getty Images)

L’unica a distinguersi per il colore, un verde bosco piuttosto invernale, la Duchessa di Edimburgo. Per lei un abito in seta della sua maison del cuore, Suzannah London con clutch argento di Anya Hindmarch, e soprattutto la Lotus Flower Tiara direttamente dallo scrigno reale, gentile prestito della cognata Camilla. È la prima volta che Sophie la indossa e devo dire che mi convince, la delicata struttura della tiara si sposa bene con i suoi lineamenti fini. Semplice, chic.

Prima di tornare in patria, venerdì, la coppia imperiale ha visitato Oxford, dove in gioventù hanno studiato entrambi i sovrani. Masako, che ha ricevuto una laurea honoris causa, questa volta mi è piaciuta. Se la gonna dritta ha la solita lunghezza poco donante la giacca ha una bella linea, anche vagamente orientale. Chic, e sayōnara.

(Ph: Éric Mathon/Palais princier)

Di bianco vestita anche Charlène, che giovedì, col marito Albert, ha presentato la squadra olimpica monegasca, composta da cinque atleti. Incolpevolmente vestiti coi colori della bandiera, sembrano usciti da Irma la dolce, rappresentazione naif di una certa idea della Francia. Con l’entusiasta partecipazione del sovrano, che in queste occasioni non si risparmia. Al confronto la sobria Princesse, nel suo completo pantaloni Emporio Armani con slingback Gianvito Rossi, fa un figurone. Chic.

Ancora bianco per la tshirt di Letizia, che giovedì con Felipe ha ricevuto alla Zarzuela Charles H. Rivkin, presidente di Motion Picture Association; i sovrani hanno poi ospitato la riunione della commissione della Fundación Princesa de Girona. Ora, sappiamo che la Reina ha problemi ai piedi per cui indossa scarpe e sandali flat, ma questi, insieme alla tshirt – pure molto di moda e in seta (Adolfo Dominguez) – sono veramente troppo informali, più da caffè al mare che da impegni reali. Molto bella la gonna plissé di Hugo Boss, ma non basta. Boh.

(Ph: SIP/Claude Piscitelli)

Puntano invece sul colore le signore del Granducato di Lussemburgo, che domenica scorso ha celebrato la Fête nationale. La giornata è iniziata con la cerimonia ufficiale seguita dalla parata militare, con la partecipazione della famiglia quasi al completo (manca solo Claire, moglie del principe Félix). Maria Teresa si rivolge a Natan (e come ti bagli…) che la drappeggia in un incubo di mussola mauve: abito e mantello fermato sulla spalla sinistra, come un pallio nella Roma antica. No dai, shock. Natan firma anche l’abito color fiordaliso di Stéphanie, anche questo dotato di inutile drappo, Ma perché? Boh, ma mi piacciono le scarpe.

(Ph:Maison du Grand-Duc / Kary Barthelmey )

Le celebrazioni si concludono col Te Deum in cattedrale; Félix se l’è squaglita ma restano tutti gli altri, compreso il giovane Sébastien cui tira il bottone della giacca; mon cher, basta che sbottoni e risolvi il problema. Semplice ed elegante la neomama Alexandra con un abito dalla delicata fantasia verde e crema, con accessori in tinta (la clutch è Dior), chic. Per una volta che Stéphanie aveva quasi indovinato la mise, ha pensato bene di cambiarsi ricorrendo di nuovo a Natan, col solito drappo/mantello, che non sarebbe neanche brutto ma è indossato male un po’ troppo corto e con l’orlo sbilenco. Simpatico il cappello, di Sylvia Martinez, tremende le open toe color crema, neanche tanto adatte all’occasione. Shock.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Patricia Pitsch)

I festeggiamenti si sono conclusi con due garden party nello Château de Berg, uno il martedì e uno il giovedì. Per il primo, Maria Teresa opta per Oscar de la Renta scegliendo un maxidress in popeline di cotone a fiori con cardigan abbinato. Non abbiamo foto a figura intera dunque non possiamo apprezzare appieno il modello, ma anche se non dovesse slanciarla particolarmente a me piace, lei porta bene queste cose, e per un pomeriggio in giardino mi sembra adatto. Abbastanza chic. Stéphanie sceglie i volant e Carolina Herrera, ma tra il modello, il colore e la sua acconciatura l’effetto camicia da notte c’è tutto. Boh, ma almeno ha evitato il mollettone di plastica.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Kary Barthelmey)

Ultimo appuntamento giovedì 27; Maria Teresa indovinate? Torna su Natan che la veste di un rosa intenso da vera Barbie di mezz’età, e non resiste alla tentazione dell’ennesima mantellina che stavolta per forma, lunghezza e colore sembra proprio quella del coiffeur. Shock, e attenzione a questi tessuti scivolosi: evidenziano anche i difetti che non ci sono. Sorprendentemente non mi dispiace Stéphanie, in un maxidress arancio con fantasia floreale nei toni del crema e del viola, adatto alla sua età e all’occasione. Non proprio chic ma quasi.

Caro giugno sayōnara, ci si vede l’anno prossimo.

Royal chic shock e boh – Special edition (parte seconda)

“Come giovedì in mezzo alla settimana” diceva mia madre per indicare qualcosa piazzata nel mezzo, e noi scegliamo il giovedì, che sta in mezzo a due domeniche, per la seconda parte della nostra rubrica.

La dedichiamo alla Royal Family, che mercoledì 8 ha ospitato nei giardini di Buckingham Palace il primo dei tradizionali garden party primaverili (il secondo c’è stato ieri). Era presente il re, il che è una buona notizia, e con lui vari membri tutti schierati a sostegno della Firm e del suo boss; così si fa!

Accanto all’elegantissimo marito – adoro il tight grigio nella bella stagione – Queen Camilla non sfigura pur restando nella sua comfort zone con uno dei classici abiti che Fiona Clare crea per lei, questa volta bianco con dettagli neri, un po’ nervature un po’ righe. Bello l’abbinamento col cappello di Philip Treacy, che alterna a sua volte le righe black&white ma orientate in diagonale (ci era già piaciuto l’anno scorso, anche in quel caso era un garden party ma a Holyroodhouse, la residenza reale di Edimburgo Royal chic shock e boh – Luglio, col bene che vi voglio…). Scarpa bicolore Chanel, borsetta bianca Anna Valentine e andrebbe già bene così. Se non fosse che la regina ha deciso di calare un asso.

La favolosa spilla Cullinan V. Che magari per l’occasione è un po’ eccessiva, ma apprezzo la strategia di Camilla per sottolineare e rafforzare il suo ruolo anche attraverso l’uso dei simboli. Brava e chic.

Accanto al re i suoi fratelli, quelli presentabili: la Princess Royal e il Duca di Edimburgo con la sua gentile signora. Anne tira fuori dall’armadio di chissà quale decennio un completino composto da abitino a fiori, con giacca e vezzoso cappellino royal blue – noblesse oblige – che è anche uno dei colori di stagione. Come non amarla? Chic. Non mi convince Sophie, matronale nell’abito rosa confetto che la sua creatrice, Suzannah London, definisce Paris pink. Terribili le calze 800 denari che spuntano dalla lunga gonna. Anche il cappello, il modello Hersilia di Jane Taylor, mi lascia perplessa. Shock.

Mi è piaciuta la Duchessa di Gloucester; credo che la scelta delle scarpe flat sotto il maxidress sia stata dettata da esigenze di comodità: due ore in piedi – il royal garden party inizia alle 16.00 e termina alle 18.00 – girando e socializzando non sono uno scherzo, ma è comunque una scelta di grande tendenza. Interessante l’abbinamento dell’abito color corda col cappello blu tè. Chic.

Restiamo in famiglia ma cambiano continente, perché nello scorso weekend i Duchi di Sussex hanno visitato la Nigeria, per promuovere gli Invictus Games. Debutto nella capitale Abija con una visita alla Lightway Academy per il lancio di un summit sulla salute mentale, frutto di una partnership tra la Archewell Foundation and la Geanco Foundation. Meghan indossa un abito della californiana Heidi Merrick che casualmente, o forse no, si chiama Windsor. Il colore è terribile ma devo dire che a lei sta bene, il modello con la schiena totalmente nuda sarebbe adatto, forse, per un cocktail sulla spiaggia (uno di quelli che Lady Violet evita accuratamente). Naturalmente a patto di accorciarlo di 20 centimetri. Ma l’orlo non era compreso nel prezzo? Shock.

Più tardi la visita al Defence Headquarters, il quartiere generale del Ministro della Difesa (come sapete gli Invictus Games sono dedicati ai reduci). Tailleur pantaloni bianco di Altuzarra, brand fondato negli USA da un giovane stilista cresciuto a Parigi, nato da madre sinomericana e padre francese. In generale non mi fa impazzire, mentre il colore le sta benissimo la linea non altrettanto, ed eviterò di commentare le scarpe, che sono pure Manolo Blahnik, in quello che una volta si chiamava color tané. A questo punto mi resta un dubbio: ma la polsiera floreale? Boh.

Giorno due, partita di pallavolo tra una squadra in rappresentanza di Harry (che ha perso) e una locale. Occasione informale, mise informale, molto stile California/America Latina, della colombiana Johanna Ortiz, che da un po’ di tempo ha attirato l’attenzione di diverse royal ladies. Brutto brutto, una delle cose meno donanti che abbia mai indossato, shock.

(Ph: Andrew Esiebo/Getty Images)

Uno degli aspetti interessanti di questo viaggio, su invito del Ministero della Difesa, è che accanto all’impegno di lui – innanzi tutto per gli Invictus Games, ma anche per la salute mentale – anche lei avesse un’agenda di rilievo. Così il secondo giorno Meghan ha partecipato a un evento di alto profilo: il convegno Women in Leadership con la dottoressa Ngozi Okonjo-Iweala, Direttore Generale della World Trade Organization. Sembra che la duchessa si sia resa conto di aver portato tutti abiti in tonalità neutre che un po’ sparivano davanti alle meravigliose policromie delle signore locali per cui è corsa ai ripari, ed è comparsa con un bell’abito rosso del brand nigeriano Orirè. Lo so, per noi è più adatto a una milonga che a un meeting, e difficilmente Marisa Bellisario l’avrebbe indossato, ma insomma non siamo troppo pignoli. Chic.

Il terzo e ultimo giorno, a Lagos, inizia con una partita di polo (anche in questo caso il team di Harry è stato sconfitto); Meghan insiste con Johanna Ortiz e indossa un abito in viscosa. Totalmente inadatto all’occasione, in un colore che ammazzerebbe chiunque e sartorialmente ridicolo. La peggiore delle sue mise in questo viaggio, strashock.

Molto molto meglio la duchessa in versione etnica; per l’arrivo nella più grande città del Paese Meghan trasforma in una gonna pareo il tessuto tradizionale Aso-Oke ricevuto in dono il giorno prima, e lo abbina a una semplice camicia bianca (Carolina Herrera). Nonostante la stazzonatura della blusa, che fa il paio coi capelli piatti e scompigliati, a me piace. Chic.

(Ph: Kola Sulaimon/Getty Images)

Per l’ultimo atto in terra nigeriana Meghan va sul sicuro riproponendo un abito di Carolina Herrera già indossato (ma nell’occasione non apprezzabile appieno) per l’annuncio della seconda gravidanza. Bellissimo, anche con l’aggiunta della stola tradizionale.

(Ph: Ibrahim Mansur/Anadolu/Getty Images)

Secondo me la migliore delle sue mise durante questo viaggio, talmente chic da distrarre l’attenzione dagli orrendi mocassini del marito. Insomma, quasi.

Last but not least, ancora la Queen Consort, che ieri a St.Paul’s Cathedral ha presenziato con il re alla cerimonia dedicata all’Order of the British Empire, di cui Camilla è Grand Master.

E Camilla cosa fa? Sotto la sontuosità del gran mantello rosso piazza un abitino a fiori (di Fiona Clare) più adatto a un pomeriggio in campagna. Ed è pure floreale, in primavera, groundbreaking! Un grande boh, ma la adoro.

Royal chic shock e boh – Special edition (parte prima)

Torniamo a fare quattro chiacchiere sul sofà? Riprendiamo con la nostra rubrica di stile, e per festeggiare il superamento di un momento difficile ve la propongo eccezionalmente in due parti, che ne dite?

La prima parte la dedichiamo alle due visite di stato di questa settimana, che hanno interessato la Scandinavia. Il primo viaggio ufficiale da sovrani di Danimarca Frederik e Mary lo fanno lunedì 6 e martedì 7 nella vicina Svezia, restando in qualche modo in famiglia: Re Carl Gustaf e la Regina Emerita Margrethe sono cugini di primo grado; inoltre la principessa ereditaria di Svezia è madrina di battesimo di Christian, primogenito della coppia danese, che ha ricambiato con i due figli di Victoria: Mary madrina di Estelle, Frederik padrino di Oscar. Sarà pure una riunione di famiglia, ma sempre di famiglia reale si tratta, dunque con un certo apparato, comprese le mise delle signore, che per un verso o per l’altro non ci deluderanno.

Mary indossa per l’ennesima volta l’abito avorio del brand danese MKDT Studio, che le abbiamo visto spesso e in varie versioni (ci era piaciuta tanto questa: Royal chic shock e boh – Ottobre, si riparte!). Qui lo abbina al blu: una mantella – scelta interessante ma non semplicissima da gestire, soprattutto col vento – le classiche Gianvito 105 di Gianvito Rossi e soprattutto un copricapo con un enorme fiocco, molto anni ’80 ma senza lo spirito scanzonato dell’epoca. Un modello della britannica Jane Taylor, che ha pensato bene di chiamarlo Cybele. La quale era una delle incarnazioni della Grande Madre, dea bella e terribile, solitamente rappresentata turrita, cioè con un copricapo a forma di torre, che mai e poi mai si sarebbe messa un fiocco in testa. Ve lo dico, Mary in versione regine mi sta perplimendo assai e questo caso non fa eccezione. Boh. Anche la bella Silvia ripropone una mise già indossata: abito in una fantasia pied-de-poul rosa e gialla, ripresa nei revers e nei polsini del soprabito shocking pink, a sua volta en pendant col pillbox che fa tanto Jackie. Dato che la regina ha indossato questo completino durante una visita in Giordania il 15 novembre 2022, e il primo trailer del film Barbie è uscito un mese dopo, possiamo affermare senza tema di smentita che la vera Barbie è lei. Boh.

La principessa ereditaria Victoria indossa sempre il più bello degli accessori, il suo meraviglioso sorriso. E meno male, perché la sua mise… Una creazione di Christer Lindarw dalle proporzioni tutte sbagliate: abito troppo lungo per essere midi e troppo corto per essere lungo, un soprabito 7/8 quasi 8/9 e come se non bastasse pure un fiorone stilizzato piazzato sulla capoccetta. Perfino la clutch, che non è di Bottega Veneta ma del brand danese Abro, sembra avere una misura strana. Shock.

(Ph: Dana Press/Bestimage)

Sceglie il bianco anche Sofia, nel suo caso un abito di Veronica Virta tutto abbottonato davanti che sarebbe interessante se non fosse interpretato nel solito stile un po’ lolita un po’ infermiera sexy. Boh. La foto di gruppo in interno vi consente di vedere meglio l’abito di Victoria, ma non credo sia un vantaggio. Alla fine quella che mi piace di più è Estelle, nell’abitino rosa frufru di By Malina.

La sera è il momento dello state banquet; Silvia cala la carta Leuchtenberg, parure di diamanti e zaffiri di grande bellezza, sicuramente una delle più preziose del forziere Bernadotte. Interessante l’abbinamento con il verde scuro dell’abito di pizzo, un modello della fida maison tedesca Georg et Arend molto adatto alla sovrana ottantenne che infatti lo indossa assai spesso nelle serate di gala. Certo uno stile un po’ démodé, ma non si può non ammirare il modo in cui la scollatura accoglie l’importante collier. Menzione d’onore per la borsetta vintage Ferragamo, chic. Continua la mia perplessità nei confronti di Mary; già principessa e ora regina del riuso, propone l’ennesima versione della gonna in seta pesante beige dorato di Jesper Høvring cui questa volta è stato abbinato un corpetto di tulle ricamato. A parte le maniche dall’incerto aspetto, a parte il ricamo asimmetrico, il mio dubbio è proprio sul modello dell’abito. Personalmente penso che quando si indossa una quantità di decorazioni così importanti per numero valore e significato, sia meglio qualcosa dalla linea più pulita. Nello specifico Mary porta: fascia e placca dello svedese Ordine dei Serafini, placca del danese Ordine dell’elefante, ordine familiare reale di Frederik X, più vari pezzi della parure di rubini: diadema collier, orecchini (piccoli, ce n’è anche un paio più grande) spilla bracciale. Insomma boh. Scontato l’omaggio alla regina consorte Ingrid, nonna di Frederik nata principessa di Svezia e precedente proprietaria della parure di rubini – lasciata espressamente alla fanciulla che avrebbe sposato il nipote – ma se vi aspettavate di vedere uno dei diademi riservati alla sovrana, cui ha finalmente diritto, tenete presente che molti di tali gioielli non possono lasciare il suolo danese, dunque per ammirarli dobbiamo aspettare che i neosovrani inizino a ricevere.

Banalotta Victoria in azzurro ghiaccio, altra creazione di Christer Lindarw, arricchita da un pannello fluttuante che parte dalla spalla sinistra, ma nelle foto non si vede granché. Mi piace invece la clutch di Gucci, ma in generale boh. Però lo vogliamo dire? Sotto gli archi leggeri e i diamanti danzanti della tiara Connaught che indossa la futura regina alla fine è bello tutto.

Stessa tonalità di colore per Sofia, che si rinfila nel suo abito da principessa dei ghiacci di Ida Lanto, già indossato per la cerimonia dei Nobel 2022 (December chic shock e boh (parte seconda). Sui capelli sciolti da bambola la consorte di Carl Philip porta come quasi sempre la sua tiara nuziale, questa volta arricchita da topazi blu. Questo gioco di cambiare le pietre a seconda della mise è piuttosto divertente, ma il resto è veramente too much, shock.

(Ph: Henric Wauge/Swedish Press Agency)

Il secondo giorno come da tradizione è dedicato a vistare istituzioni benefiche e culturali, e culmina col pranzo offerto a ospiti e padroni di casa dal sindaco di Stoccolma. Mary ripropone l’abito in crêpe de chine scarlatto Raquel Diniz – stilista brasiliana d’origine e italiana d’adozione – già indossato in occasioni simili (News – visita di stato francese in Danimarca) con scarpe in tinta – le solite Gianvito 105, ne ha una collezione – sotto una cappa cammello Oscar de la Renta che riprende il colore della borsa di Anya Hindmarch. Abbinatissima, diligentemente elegante, ma nessun guizzo a parte la spilla. Comunque chic.

Silvia sceglie un tailleur bouclé verde menta, colore che le dona molto, ma c’è qualcosa che non mi convince: forse avrei allungato di un dito la gonna, e quella blusa di raso pasticcia un po’ il tutto. La mantella bianca non aggiunge né toglie nulla. Boh.

Al lunch in municipio sono presenti anche i principi; Victoria in rosa shocking replica l’abito Roland Mouret indossato per il ricevimento a Buckingham Palace il giorno prima dell’incoronazione di King Charles III (Royal chic shock e boh – Pre Coronation party). Gli accessori di quel colore (scarpe Gianvito Rossi borsa Abro) non mi fanno impazzire, ma mi piace molto. Chic.

Sofia questa volta preferisce la sicurezza della lunghezza midi, l’abito Lilli Jahilo è sempre del genere che piace a lei, che non si capisce dove comincia e dove finisce. Nella foto è penalizzata dalla presenza della signora che la precede, vestita in un colore simile che fa un po’ effetto collegio. Peraltro la tuta della signora è bruttarella e totalmente inadatta, ma la borsa giallo uovo è, forse suo malgrado, trendissima. Insomma, boh.

Stessi giorni, stessa area geografica, i sovrani di Norvegia accolgono la signora Maia Sandu, primo Presidente della Moldavia a  compiere un viaggio ufficiale nel Paese scandinavo. Elegante Madame la Présidente con un tailleur grigio perla, forse la gonna è un filino lunga ma questa signora ha qualcosa che manca a molti politici, un alone di autorevolezza mista a un’allure che la rende, tra le altre cose, anche chic. La regina Sonja dimostra ancora una volta il suo gusto sicuro con un completo color ciclamino di Rena Lange, completato da un pillbox in una sfumatura leggermente diversa, che richiama il profilo della giacca e il fiore. Chic! La principessa ereditaria Mette Marit sceglie una giacca nera con gonna avorio a ruota e un cappello di paglia calato sugli occhi che penso non piacerà a tutti, ma trovo sottolinei in qualche modo quella forma di delicato candore che mantiene anche a cinquant’anni. Boh, ma vederla in salute è sempre una gioia. Menzione d’onore per la principessa Astrid, sorella del sovrano: 92 anni, qualche problema di deambulazione che la costringe sulla sedia a rotelle, e un delizioso chemisier in seta Polo Ralph Lauren bianco e azzurro. La adoro, chic.

(Ph: Kimm Saatvedt, Det kongelige hoff)

Per il banchetto di gala la signora Sandu opta per il bianco e nero, gonna e una blusa che sembra ispirata alla tradizione del suo Paese. Mi piace moltissimo, chic. La regina non si sforza piùdi tanto, ma l’insieme perle+grigio perla farebbe felice pure il nostro king Giorgio. Chic. La nuora Mette Marit si butta sul floreale (sì in primavera), un abito Carolina Herrera la cui leggerezza viene inutilmente appesantita dalla decorazione sulle spalle. Perdonatemi, ma quando l’ho vista ho pensato a Valeria Marina. Shock stellare.

Il secondo giorno lo stile tende a precipitare: Maia Sandu tira fuori dall’armadio della nonna – o forse di mia nonna, dove c’era sicuro – un cappottino nero triste triste, col collettino di velluto, un po’ punitivo, ma perché? Boh. Al colore ci pensa Mette Marit, che abbina la bella giacca rossa Dior a una gonna palandrana bianca senza forma né speranza. Shock.

La visita si chiude con la mostra dell’artista moldava Valeria Duca, che risiede in Norvegia. Très chic la Presidente, in completo pantaloni di raso nero; deliziosa Mette Marit con un abito giallo intenso, che vi ricordo essere uno dei grandi trend di stagione (e non è vero che sta bene a poche). Chic anche lei.

Siete pronti per la seconda parte? Mi raccomando non perdetevela!