ASSOLUTAMENTE BOH
Il primo boh è più di metodo che di merito e nasce dall’osservazione delle mise scelte dalle signore presenti non come mogli di, ma per il ruolo politico che esercitano direttamente. Le più importanti, almeno per noi – la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni – erano vestite in maniera simile: capo scoperto e completo pantaloni nero. In pratica erano vestite da uomo. Sulle donne di potere che preferiscono abiti più o meno maschili si potrebbe scrivere un libro, e forse un giorno Lady Violet scriverà se non libro almeno un post, intanto osserviamo nel dettaglio le due signore.

Ursula von der Leyen non è cattolica ma è baronessa, dovrebbe quindi sapere che i bottoni dorati sono troppo chiassosi per un funerale. E francamente avrei anche evitato il giacchino corto in favore di una giacca più lunga e strutturata, così mi fa pensare a un ballerino di tango, tacchetti compresi. A meno che non volesse omaggiare le origini argentine del Papa defunto.

Meglio il completo scelto da Giorgia Meloni: bella la giacca, non male i pantaloni, a palazzo ma non ampi come quelli che indossa spesso e più che un palazzo ricordano il Colosseo, e non donano alla sua figura minuta. Cui non donano neppure le calze color cipria che si ostina a indossare: in generale creano uno stacco cromatico e non la slanciano, in questa occasione sono sbagliate e stop. Devo però rimarcare che qui non sono tanto le calze il problema, quanto la presenza della signora Patrizia Scurti, segretaria particola della presidente, che segue come un’ombra anche dove non dovrebbe, tipo il parterre dedicato alle autorità in rappresentanza dei Paesi. Che, vale la pena ricordarlo, spetta a chi rappresenta il proprio Paese, non chi ha un ruolo professionale anche se di assoluto prestigio.

Restando in ambito politico, lui è stato senz’altro uno dei protagonisti della giornata (e di un paio di fotografie di rara potenza). Dal febbraio 2022 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky indossa tenute di sapore di militare, per ricordare a tutti che il suo Paese è in guerra. Molti approvano, molti altri no; personalmente approvo lo sforzo di vestirsi di nero, sforzo che vari signori, di ben altre condizioni, non hanno fatto. Corretta la consorte Olena, seduta alla sua destra.

E veniamo a chi, pur non avendo problemi di guardaroba, ha preferito il blu. Che non è un errore in senso stretto, in quanto agli uomini era richiesto abito nero o scurissimo, che vuol dire grigio (scelta migliore, dopo il nero), o appunto il blu. Che però sotto la luce diretta del sole spesso vira in tonalità più accese. Ora, siccome non parliamo di persone che hanno un solo abito scuro, non capisco questa riluttanza. William di Galles è recidivo, non è la prima volta che si presenta in blu invece che in nero; anzi, penso che un abito nero non ce l’abbia proprio. Non capisco, e non mi adeguo.

Però questa foto con lui che saluta Giorgia, i raggi del sole che si riflettono sulla sua ampia fronte, è assai simpatica.

I sovrani di Giordania in questa occasione mi sembrano quegli studenti intelligenti che non si impegnano. Lui è un altro dei blue brothers, lei indossa correttamente il nero e il capo velato, ma sceglie una mise un po’ così, a partire dal giubbotto di Alaïa, non particolarmente adatto all’occasione, abbinato a una bella gonna a trapezio Dior, in mano la borsa Gabrielle di Moynat

Scivola poi sulle calze nude e sulle scarpe Christian Loubutin, il modello Iriza 100 che ha dunque tacchi di 10 centimetri; troppo alti, che non le davano nemmeno un’andatura troppo elegante, come si vede nei video. E a volerla dire tutta hanno pure le suole dipinte di rosso, simbolo della maison; per carità. Insomma, potrebbe impegnarsi di più, e non ho dubbi che lo farà.

Lei le calze le ha nere, e sarebbe impeccabile se non fosse per l’orlo della gonna. La fascinazione di Laura Mattarella per le gonne sopra al ginocchio resta per me un mistero.
ASSOLUTAMENTE SHOCK

Terribile Maria Teresa del Lussemburgo, che è arrivata a capo scoperto (ma ha in mano una mantiglia, per cui penso che durante la cerimonia se la sia messa). A parte la linea dell’abito – che credo sia un soprabito, non le dona affatto e confesso mi ha fatto pensare a un copriteiera – peggiorata dal cinturone Etro, le maniche di chiffon sono assolutamente inadatte, come la caviglia chiara che sbuca dall’orlo. Deludente anche il Granduca, di solito assai chic; lui è uno di quelli che ha indossato l’abito blu, ce ne faremo una ragione. Eviterò di parlare della lunghezza dell’abito sfoggiato dalla signora che li segue, ma come si fa?

Il blu di ogni abito maschile impallidisce davanti a quello scelto dal Presidente USA Donald Trump, aggravato dalla cravatta blu fosforescente (Don, sulla cravatta non si discute, dev’essere nera). Costernato anche il gentiluomo del Papa Mariano Hugo Windisch-Graetz, lui sì veramente impeccabile. Tra loro la First Lady Melania, che è cattolica e quel giorno compiva 55 anni. Una piccola premessa, dato che della signora sicuramente parleremo ancora nei prossimi mesi e per qualche anno. Personalmente la trovo sicuramente bella, piuttosto interessante, spesso ben vestita ma quasi mai davvero elegante. Ha un fisico notevole e un eccellente portamento imparato immagino sulle passerelle del suo passato da modella, ove mai ne avesse calcata una (io non ne ho mai viste, ma magari mi sbaglio). Ha buon gusto, sa cosa le sta bene, e ha la possibilità di acquistarlo. Però la trovo sempre piuttosto artefatta, mai naturale. La trovo insomma enigmatica (aggettivo che mi piace molto) e dotata di allure, ma la classe è altro che portare bene un bell’abito. Tutto ciò premesso, analizziamo la mise di oggi: soprabito doppiopetto Dolce&Gabbana, bellissimo, sobrio anche se più potente che modesto. Piazzata in testa una mantiglia calata sulla fronte, quasi fosse una frangetta; completano la mise delle calze nude talmente leggere da sembrare che non le avesse, e il solito tacco 12(mila).

Ciliegina sulla torta, i guantini di pizzo, che assestano un brutto colpo all’amore di Lady Violet per i guanti.

Il peggio del peggio, altro che shock, ultrashock: le foto fatte col cellulare dalle autorità. Comportamento già assai criticabile nei comuni mortali, assolutamente imperdonabile da chi ha un ruolo di primo piano. Alla fine ci siamo dovuti abituare agli applausi, ma le foto no, dai.
A questo punto non vedo l’ora di scoprire chi sarà il prossimo Pontefice, e di assistere alla sua intronizzazione. Dunque a presto, spero.
Se vi siete persi la prima parte, la trovate qui: Royal chic shock e boh – Special papal edition (parte prima)





Questo il testo che accompagna il post: al momento il mondo sembra fragile, ma ogni essere umano può fare la differenza. La cosa più importante al momento è la salute e il benessere di ciascuno, e la possibilità di trovare una soluzione; nel frattempo loro si concentreranno per trovare il miglior modo per dare il proprio contributo. Anche se i consigli si danno solo su richiesta – e confesso che Lady Violet non ne ha ricevute – non sarebbe male nel quadro della nuova vita assumere un ghost writer che li aiuti a tradurre in parole efficaci i molti buoni propositi, cercando di evitare lo stile Hollywood liberal, banalotto e scontatello.
Toccante il ringraziamento to this community, la cui deliziata reazione (della community I mean) possiamo solo immaginare, dato che i commenti sono stati disattivati.
Her Majesty mantiene il suo sorridente aplomb nonostante sia stretta tra Boris Johnson – che s’allarga parecchio – e il Segretario Generale dell’organizzazione, Jens Stoltenberg. Il nostro premier è secondo da destra in seconda fila; purtroppo in queste occasioni i bassi vengono penalizzati, ma per fortuna ci ha risparmiato la gaffe di un illustre predecessore, che chiamando ad alta voce Mister Obamaaaaa si attirò il commento stizzito della padrona di casa. Per la terza volta Sua Maestà ha incontrato il Presidente Trump, che però nel pomeriggio è stato sbolognato a Clarence House, per l’Afternoon Tea col Principe di Galles e consorte.
Melania si è presentata in cappa gialla Valentino, abbinata a scarpe lilla come le maniche dell’abito che si intravvedono dagli spacchi; il mio pensiero resta immutato: è senz’altro bella, indossa spesso mise notevoli ma è totalmente priva di classe. Glisso su Mr President e arrivo alla Duchessa di Cornovaglia, in una delle versioni peggiori: forse per solidarietà con l’ospite s’è messa una cappa pure lei, ma corta e nera, che copre in parte un abito in lana rossa. Insomma, l’unico che mi piaccia è Charles, e non dite che non sono obiettiva.
Probabilmente è un caso, ma nessuna delle due signore è presente in questo momento tra ragazze, dove sembrano tutte piuttosto allegre e di buon umore. Non compare, ma c’era, la Duchessa di Cambridge (in abito verde); non c’era invece la Duchessa di Sussex che come si sa è in ritiro sabbatico da qualche parte con tutta la famigliola, e così è riuscita ad evitare Trump anche stavolta.
Menzione d’onore per Mette Frederiksen, Primo Ministro danese, bella e chic nella sua semplicità. Mentre di loro, i signori Erdogan, che dire? Di lui come capo di stato penso ciò che penso della mise di lei.
Ecco la reazione dei principi ereditari di Danimarca alla notizia che il Presidente USA ha annullato l’imminente visita nel paese scandinavo perché non gli vogliono vendere la Groenlandia.
C’è Michael Collins (primo a sinistra), l’unico dei tre che non scese sulla luna ma se ne andò a vedere il suo lato nascosto; c’è Buzz Aldrin con sobria cravatta stars&stripes, che non digerì mai il fatto di essere stato il secondo a calpestare il suolo del nostro satellite. Manca Neil Armstrong, quello che fece un piccolo salto per l’uomo, un grande salto per l’umanità, scomparso nel 2012, rappresentato dai suoi figli. C’è naturalmente anche Melania, la cui allegria rischia di insidiare il primato dell’inarrivabile (per ora) Charlène, camicia nera e pantalone bianco listato a lutto.
A Portsmouth, da cui partì la gran parte dei mezzi navali per raggiungere la costa francese, c’erano naturalmente Her Majesty e il Principe di Galles e i Capi di Stato e di Governo dei paesi vincitori del conflitto. C’era anche Angela Merkel, mentre nessuno in rappresentanza del nostro paese.
La First Lady in total white, con in testa un disco volante piazzato sulle ventitré – con l’aggravante di essere firmato Philip Treacy – conferma l’assunto delle nostre mamme e delle nostre nonne: il cappello bisogna saperlo portare.
Peggio di lei solo Theresa May, ma appare talmente disfatta che non me la sento di infierire. Deliziosa invece Sua Mestà in rosa carico; leggo alcune critiche da parte di chi preferirebbe in queste occasioni vederla vestita in tinte più pacate, che ovviamente non condivido. In questo caso tra l’altro al total pink fa da supporto a una spilla particolare, la Centenary Rose Brooch: una rosa Queen Elizabeth è incisa e dipinta a mano su una superficie di cristallo di rocca, incorniciata da una doppia fila di diamanti.
I diamanti sono 100, e la spilla fu commissionata dalla sovrana ai gioiellieri G. Collins&Sons nel 2000, per festeggiare il secolo di vita di sua madre. Immagino che questo sia un omaggio a quella che Hitler chiamava “la donna più pericolosa d’Europa”, che non scese sul campo di battaglia ma sostenne con la sua forza il marito e il proprio paese. Nel suo discorso la Regina ha ricordato suo padre e il discorso del Re prima del D Day, ha parlato della sua come di una generazione di resilienti, e ha salutato così i reduci presenti: on behalf of the whole free world, thank you.
A nome di tutto il mondo libero, grazie.
Questa volta si è trattato di un ricevimento black tie, cioè con gli uomini in smoking, e meno male perché Mr President in frac un’altra volta non credo che l’avemmo retto. Comunque non ci ha deluso, sta male anche con l’abito da sera più semplice, soprattutto se accanto ha Charles perfetto fin dei dettagli: guardate i polsini della camicia. Terribile Camilla con un abito in tulle bianco ricamato; se non avessi saputo che è una creazione di Fiona Clare, che la veste spesso, avrei pensato che fosse l’abito della Prima Comunione della figlia (i figli di Camilla sono infatti cattolici come il padre, Andrew Parker Bowles). In compenso la collana di diamanti su quella scollatura a V sta a perfezione. La First Lady in Givenchy color corallo, solito modello con mantello che le piace tanto e porta spesso. Non mi fa impazzire, più che autorevolmente signorile, come immagino sia il suo obiettivo, la rende inutilmente matronale.
Naturalmente non stupisce che lo stile di Melania tenda a fare proseliti, come è evidente nella padrona di casa Suzanne Ircha Johnson, con indosso lo stesso modello in versione regina delle nevi. Possiamo stupirci se Camilla cerca sostegno in un calice di rosso?
Bianco anche per la first daughter Ivanka, che ieri ha visto le royal ladies in abiti candidi ed è corsa ai ripari.
La mise en place. La sala da pranzo non è grandissima, è un po’ affollata e l’effetto finale è un po’ disordinato. 
E la First Lady si adegua, con un abito molto bello e molto Jackie style. Invece Mr President non ricorda troppo Jack (Kennedy, of course). Però con quel frac lo vedrei bene in un famoso film; vi ricordate il primo film di Mary Poppins, con la parte a cartoni animati affollata di camerieri/pinguini? Happy and Glorious Her Majesty, con la Burmese Ruby Tiara, un po’ sacco informe l’abito della Duchessa di Cornwall (ma basta spostare lo sguardo, puntarlo sulla Greville Honeycombe Tiara, e passa tutto). Sullo sfondo, tra la regina e Melania, mi sembra di vedere la Duchessa di Cambridge, anch’essa in bianco. Attendiamo con ansia altre immagini, ci soddisferanno assai, in my humble opinion.