Cari lettori, dedicheremo il fine settimana alle nozze di Alexandra di Lussemburgo, e da lunedì ci concentreremo sull’incoronazione di King Charles III e Queen Camilla, che è sicuramente l’evento clou del periodo, se non addirittura dell’anno. Il Regno Unito ancora più del solito monopolizza l’attenzione, ma essendo noi dei royal watcher a modino non possiamo dimenticare altri importanti anniversari: quest’anno infatti celebrano i 10 anni sul trono ben due sovrani: Willem-Alexander dei Paesi Bassi e Philippe dei Belgi.
Il primo ha festeggiato ieri anche il cinquantaseiesimo compleanno in quello che si chiama Koningsdag, il giorno del re. Quest’anno organizzato a Rotterdam, una grande festa di piazza cui il sovrano ha partecipato con la sua coloratissima famiglia, riuscendo con successo a non venire eclissato da tanta policroma esuberanza.
Assente la secondogenita Alexia, impegnata in una sessione di esami nel liceo internazionale che frequenta in Galles, il sovrano è apparso felice come non mai tra la consorte Máxima, l’erede al trono Catharina-Amalia e la piccola di casa (si fa per dire, coi tacchi raggiungono tutte il metro e novanta paterno) Ariane. E noi possiamo astenerci dal commentare le loro mise?
Tailleur pantalone avorio per Ariane, con top, scarpe borsa e bandeau cobalto, una delle interpretazioni più fresche e piacevoli di un classico primaverile, il bianco e blu Il completo è Max&Co, in envers satin, gli accessori invece sono rubati all’armadio della madre, cosa che secondo me vedremo spesso nei prossimi anni, visto il numero di giovani princesse in circolazione. Máxima regina dei prati con un completo composto da ampia blusa e amplissimo gonnellone (Natan che sorpresa!) con bandeau in tinta di Fabienne Delvigne, già indossato alcuni anni fa. Natan anche le scarpe non particolarmente donanti in un bianco un po’ infermieristico; bianchi il soprabito, i guanti, e la borsetta che la settimana scorsa portava la figlia minore (Royal chic shock e boh). Una mise con cui la regina ha probabilmente voluto rendere omaggio alla bandiera biancoverde di Rotterdam. Verde anche per Catharina-Amalia ma solo per la borsa: il famoso modello Le Bambino di Jacquemus – brand francese divenuto di gran moda – su completo pantaloni Marina Rinaldi in fucsia, colore che le sta benissimo.
Ne avete abbastanza di colore? Si passi al bianco e nero! Come la foto che ritrae Rajwa Al Saif nel giorno in cui la futura principessa di Giordania compie 29 anni. Il fidanzato Hussein le fa gli auguri sui social, auspicando di vivere con lei una vita di amore compassione e impegno. Lui i 29 anni li compirà tra due mesi esatti, il 28 giugno; in mezzo il loro attesissimo matrimonio. Foto bellissima di una ragazza altrettanto bella, che personalmente preferisco in versione semplice, come questa.
E a proposito di bianco e nero: non è un compleanno, non è un anniversario, ma non ho potuto resistere. A una settimana dall’incoronazione William e Catherine sono nel Galles del sud per un tour di due giorni. Oggi hanno visitato Aberfan, villaggio dove nel 1966 una valanga di materiale di risulta scivolò a valle ingoiando le vite di 116 bambini e 28 adulti (la storia è raccontata anche nell’episodio omonimo della terza serie di The Crown). L’occasione richiedeva una certa sobrietà, per cui la principessa ha scelto un cappotto nero di Catherine Walker con accessori in tinta, su un abito bianco e nero di Zara.
A disegno principe di galles. La Principessa di Galles. In Galles. Sublime. (L’abito era stato indossato in precedenza, ma allora Catherine era Duchessa di Cambridge… Royal chic shock e boh – Ottobre 2021)
Molte royal ladies – e molte di quelle che ho trovato interessanti – questa settimana hanno indossato il rosso, perciò che ne dite di dedicare la nostra rubrica a questo splendido colore? Let’s start!
The Princess of Wales
Un inizio col botto: per il lancio della campagna Shaping Us, che promuove il benessere dei più piccoli, dalla gravidanza ai cinque anni d’età, Catherine arriva nella sede dei premi BAFTA – di cui William è presidente – con un completo clamoroso. Una creazione Alexander McQueen in crêpe di lana con giacca asimmetrica e pantaloni dalla linea leggermente a zampa. Rossi anche gli accessori: décolleté Gianvito Rossi e clutch con inutile fiocco di Miu Miu. Purtroppo Catherine non resiste e sceglie un paio di orecchini di bigiotteria di una bruttezza rara, come ahimé spesso le accade. Anyway, chic.
The Queen Consort
(Ph: Getty Images)
Dallo scorso anno la Camilla è Colonello dei Grenadier Guards (carica onorifica in cui ha sostituito quello scriteriato del cognato Andrew) e martedì 31 gennaio ha compiuto il primo atto in tale veste, visitando Lille Barracks ad Aldershot, nella contea di Hampshire. Probabilmente in onore alla giubba scarlatta dei granatieri ha scelto a sua volta il rosso in una tonalità che le dona particolarmente. Il cappotto di Fiona Clare Couture mi sembra familiare ma non saprei dire se lo abbia già indossato, dato che il modello ormai è diventato il suo segno distintivo e ne ha una collezione. Già vista invece la bella borsa Coco HandleChanel, nera come gli stivali. Nessuna spilla in questa occasione per la Queen Consort, ma due monili che porta praticamente sempre: il bracciale Vintage Alhambra di Van Cleef & Arpels, con i cinque quadrifogli in agata blu, e collier Apollo di Kiki McDonough, con un topazio blu centrale e cinque piccoli diamanti; è assai probabile che il numero cinque che si ripete sia nel bracciale sia nella collana si riferisca ai suoi cinque nipotini. Nonna e regina, chic.
Olandesi in tour
(Ph: RVD)
La settimana appena trascorsa ha visto il debutto di Catharina-Amalia, futura regina dei Paesi Bassi, al seguito dei genitori in un lungo viaggio ufficiale della durata di ben due settimane. Meta le Antille Olandesi, definizione con cui noi indichiamo genericamente un insieme di territori che nel corso degli anni hanno mutato il loro status, pur rimanendo parte del Regno dei Paesi Bassi. Innumerevoli – e non sempre logiche – le mise indossate dalle due signore, ma loro sono così e noi così le prendiamo. Lunedì 30, quarto giorno del tour, i reali arrivano ad Aruba, e la regina sceglie il rosso. L’abito è Natan, il modello Jenny in crêpe di seta, e rappresenta un po’ l’evoluzione del solito cape dress. Mi piace molto l’abbinamento con accessori bordeaux, soprattutto la classica clutch JigeHermès; non altrettanto le scarpe con inserti in pvc – queste sono le Plexi di Gianvito Rossi – ma Máxima le adora, e tanto basta, Rosso per il grande cappello Fabienne Delvigne opportunamente riproposto, e rosso anche, soprattutto, per i gioielli, a partire dalla favolosa spilla parte della parure di diamanti e rubini detta Pauwenstaart, a coda di pavone. Chic. Accanto a tale dispiegamento di regale glamour la povera Amalia infilata in un completo in lino Max Mara sembra in pigiama, o peggio nell’uniforme dei deportati alla Cayenna (che sta pure da quelle parti). Shock.
Il giorno seguente la famiglia sbarca a Curaçao, e le due signore coordinano le loro mise scegliendo un rosso/arancio molto caraibico. La regina indossa un completo low cost firmato Massimo Dutti: giacca monopetto e morbidi pantaloni crop che con la sua altezza può mettersi tranquillamente, con sottogiacca nude e accessori nei colori della terra. Amalia osa pantaloni di lino bianco – che indossa spesso in questo viaggio e devo dire quasi sempre impeccabilmente – e blusa rossa. Non mi dispiacciono né mi fanno impazzire, dunque boh per le mise ma chic per il colore perfettamente coordinato e per i bouquet, abbinatissimi pure loro.
(Ph: Curacao Chronicle)
Giovedì 2 è un giorno speciale per i sovrani: il ventunesimo anniversario di matrimonio, e i locali fanno loro dono di un lucchetto da agganciare ad una installazione artistica; dal trono a Moccia è un attimo! Più fortunata la figlia che riceve invece un intero ponte; d’ora in poi porterà il suo nome. Questa è una di quelle occasioni uno di cui non si capisce il dress code: Willem-Alexander senza giacca né cravatta ricorda quei film degli anni ’60 in cui i mariti al lavoro in città nel fine settimana raggiungevano le mogli al mare con la prole. Máxima invece è vestita come se dovesse andare a una prima comunione: cappellino fiorato a calotta Fabiene Delvigne, abito giallo limone con accessori pitone (tutto Natan), perfino i guanti. Molto meno formale Catharina-Amalia in pantaloni di lino rosso, blusa fiorata di Isabel Marant, borsetta Natan dall’armadio materno e scarpine nudeGianvito Rossi. Francamente li trovo tremendi, shock. In questo viaggio abbiamo iniziato a conoscere la giovanissima principessa d’Orange. Le sue mise ci convincono? Non sempre. La fanciulla ha volumi importanti – altissima, forme morbide, un bel viso pieno, chioma abbondante – che secondo Lady Violet dovrebbero essere armonizzati meglio: nell’ultimo caso i pantaloni sono troppo stretti, la blusa troppo striminzita, le scarpine troppo da città. Ma in fondo ha solo ha solo 19 anni e tanto tempo per divertirsi a sperimentare.
Les Girls
(Ph: Instagram @queenrania)
Anche i reali hashemiti sono in viaggio di lavoro, e accompagnati dal principe ereditario sono volati negli USA. La First Lady e la Regina si sono fatte ritrarre insieme, un po’ Millie e Melody, le nipotine di Minnie, un po’ Laverne &Shirley (se siete troppo giovani e non sapete di cosa stia parlando, beati voi e non vi resta che googlare). Innanzi tutto consentitemi una piccola considerazione: tra le due signore ci sono circa vent’anni di differenza, ma Jill regge il confronto senza problemi. Per lei total red: abito Brandon Maxwell e scarpe Marion Parke, Rania sceglie invece il total blue: dress Elie Saab con borsa SicilyDolce e Gabbana e scarpe Gianvito Rossi, gettonatissimo questa settimana. Un filo stucchevoli ma chic.
La Reine Mathilde
Non è proprio rosso, o meglio non solo rosso, ma capirete che non potevo privarvi di tale spettacolo. Il 31 gennaio i sovrani belgi hanno ricevuto le Autorità del Paese per gli auguri per il nuovo anno, (tassativamente proibiti da febbraio in poi). La Reine ha sfoggiato una mise color block: parte superiore del corpino e maniche rosso scuro, il resto rosa shocking. Nemmeno il leggendario aplomb di Sa Majesté le Roi riesce a camuffare la sua perplessità; quanto a me vi dico una cosa sola; perfino Natan si è affrettato a dichiarare che non è opera sua. Quasi quasi preferisco il completino animalier della cognata Astrid con gonna da ballerina in chiffon Ho detto quasi. Shock+shock, così non litigano.
Rossi terziari
(Ph: Instagram @queenrania)
Le ultime due mise di oggi con tutta evidenza non sono rose, ma siccome desidero parlarvene lo stesso potrei sottolineare come i loro colori siano composti anche dal rosso, che è un colore primario (e spero che apprezzerete questa arrampicata sugli specchi per cambiare argomento). La prima mise la indossa Queen Rania in uno degli appuntamenti americani. Mentirei se negassi di essere stata attratta da quel favoloso tocco di ciclamino, ma ciò che mi ha convinta è l’idea che qualcosa di particolare possa trasformare interamente il look, per cui qui una lunga sciarpa accende il classico completo gonna nera/camicia bianca Replicabile sempre e da chiunque, ma attenzione all’effetto cameriera di bar/ristorante/tea room. Indagando meglio ho scoperto che quella non è una sciarpa, ma un drappo variamente cucito alla camicia, per cui francamente non mi piace (oltre alla mia naturale avversione per il raso lucido, soprattutto di giorno, che rischia di farci sembrare un pacco regalo e ingrassa pure). Per cui la camicia è shock, ma l’idea di un accessorio così chiaramente protagonista è chic.
(Ph: PPE/Nieboer)
Nessun dubbio invece per la mise di Máxima, in compagnia di una costernata Amalia, in un lungo punitivo caftano verde menta Essentiel Antwerp che la invecchia un po’ troppo, boh. A movimentare l’ultima sera a Curaçao pensa la regina, che per partecipare al Tumba Festival sceglie questo monospalla a strisce diagonali marroni e rosa con fioccone/tovagliolo. Accessoriato con ciabattoni che neanche al castello delle cerimonie, con l’aggravante che questi sono Gianvito Rossi. L’abito è coraggiosamente firmato Natan, che questa volta ha almeno indovinato il nome del modello, chiamandolo Odia. Vostra Maestà, ricordatevi quello che povero blog sa da tempo: Natan vi odia! Shock.
Il mese appena concluso ha visto alcune visite di stato con corredo di mise, cappelli e tiare; e credetemi, vale veramente la pena di dare un’occhiata.
Martedì 11 Willem-Alexander e Máxima sbarcano a Stoccolma per una visita di tre giorni, La regina olandese scende la scaletta come una dea del Valhalla, paludata in un enorme abito beige rosato (Natan, ovvio) con vezzoso cappellino sulle ventitrè. Sulle spalle, per ripararsi dall’arietta scandinava, una mantella Valentino, che devo dire è l’unica cosa che apprezzo di questa mise. Me lo chiedo tutte le volte, e non trovo mai risposta: perché chi è già altissimo (1,78 nel suo caso) si ostina a indossare i tacchi alti anche quando sa che incontrerà persone sensibilmente più basse?
(Ph: Fredrik Sandberg/TT)
Mistero, però le scarpe flat indossate per la visita al museo del vascello Vasa possono fornire una spiegazione. Tacchi o non tacchi, per me è shock.
Al loro arrivo i sovrani olandesi vengono ricevuti dalla principessa ereditaria Victoria col marito Daniel, che scortano gli ospiti a Palazzo. Victoria è in magenta, uno di quei colori che mi mandano in estasi. Chic. Look bamboletta per la principessa Sofia, in rosso con capelli sciolti e scarpe col laccetto alla caviglia, pronta per essere piazzata sul comò. Shock. La Regina Silvia non delude: per lei un completo verde smeraldo, uno dei colori di stagione, e in testa un bandeau che sembra un pillbox.
(Ph: Pelle T Nilsson/Swedish Press Agency)
Come sempre attenti ai dettagli: bello il fiocco stilizzato che chiude il collo dell’abito, e accessori che sono un manifesto di classica eleganza: guanti Chanel, borsa Hermès. Chic.
(Ph: Fredrik Sandberg/TT)
Viene la sera, e le signore calano gli assi, a partire da Máxima, che per l’occasione sceglie la sontuosa tiara Stuart tiara con gli orecchini in parure. Per sorreggere tale capolavoro la regina ricicla un abito rosa (Jan Taminiau) che evoca un sari, e infatti fu indossato per una visita in India. Il colore non mi fa impazzire, né mi piace particolarmente l’abbinamento con la fascia celeste dell’Ordine dei Serafini, ma confesso che lo splendore dei diamanti mi acceca. Chic. La solitamente elegante Silvia decide di scippare il titolo di bamboletta alla nuora, e sfoggia un incredibile abito fucsia – pure lui colore di stagione, ma con moderazione! – firmato Georg et Arend e dotato di una gonna talmente rigida che sembra dotata di vita propria. E non basta la favolosa tiara Braganza a risollevare l’insieme. Shock.
(Ph: Pelle T Nilsson/SPA)
Bellissima Victoria, che all’abito di un viola freddo della svedese Camilla Thulin (che firma anche l’abito magenta indossato la mattina) abbina il diadema di ametiste della Regina Josephine, in origine una pesante collana che la consorte di Re Oscar, Josephine di Leuchtenberg, aveva probabilmente ereditato da sua nonna, Joséphine Beauharnais, prima moglie di Napoleone. Victoria indossa anche gli orecchini in parure. C’è da dirlo? Chic! La cognata Sofia sta molto bene in verde, che neanche a farlo apposta si abbina perfettamente agli smeraldi della sua tiara nuziale; ma quante persone avranno inciampato sulla sua gonna? Boh.
(Ph: Claudio Bresciani/TT)
Il giorno dopo tavola rotonda sullo sviluppo sostenibile con autorità varie e lunch al municipio di Stoccolma. Máxima ricicla un classico Natan di taffetta color cielo, un po’ eccessivo per un impegno di mattina; con una domanda: quanto faceva freddo lì dentro per tenersi i guanti? Boh. Ignoro se anche Silvia abbia riciclato la sua mise, nel caso, non può che risalire agli anni ’80, quando il raso lucido – molto lucido – impazzava insieme alle spalline e ai drappeggi in vita. Terribile anche il colore, azzurro catarifrangente, ma mai come l’abito indossato dalla signora in centro, che sembra una tuta con la gonna. In ogni caso, shock.
Molto meglio le principesse: Victoria con un lungo abito a fiori e soprabito lilla, resi più rock dalle scarpe verde fluo; Sofia fiorata a sua volta, anche se più delicata. Io non la amo particolarmente, ma devo dire che porta con grazia il suo venire per seconda, a volta sbaglierà abito (ma è solo il mio gusto) ma di solito indovina atteggiamento e comportamento. Chic entrambe.
La sera i sovrani olandesi hanno ricambiato con un concerto: Máxima ha riciclato anche questa volta e indossato l’abito già visto l’anno scorso per un altro concerto, quello con cui aveva festeggiato il mezzo secolo (Royal chic shock e boh). Brava a riusare gli abiti, brava a sostenere i talenti olandesi – in questo caso la giovane Iris van Herpen – ma l’abito non mi convinceva allora e nemmeno oggi, anche se mi sembra interpretato meglio; forse però è troppo concettuale per la sua natura esuberante, boh. Interessante la scelta di Victoria, un abito bianco profilato di piumette; è vero, ricorda una camicia da notte, ma penso che queste linee così semplici in colori puri esaltino la sua bellezza. Lady Violet approva? Boh. Sofia si avvolge in un abitone di lamé, avrà nostalgia anche lei degli anni ’80, benché fosse solo una bambina? Sorry, proprio non mi piace, shock.
Se siete fan di Máxima vi tranquillizzo subito, i sovrani olandesi sono impegnati in un nuovo viaggio ufficiale, questa volta in Grecia, e vi prometto che non resterete delusi. Se invece siete Natan dipendenti, eccolo protagonista – o meglio, comprimario – di un altro royal tour; quello dei sovrani belgi in Lituania per il centenario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
Natan dicevamo; eccolo scelto dalla Reine per la cena di gala che chiudeva il primo giorno della visita. Un cape dress color arancia sanguigna percorso da voluminosi ramages stilizzati nelle tonalità dell’azzurro. Non si può dire che non abbia l’effetto wow, e generalmente preferisco quando la sua bellezza delicata è accesa da mise particolari, soprattutto se arancioni, il colore che le sta meglio in assoluto. D’altra parte, benché lei abbia il fisico e in particolare l’altezza per portarlo, in questo caso mi sembra che sia un po’ l’abito a portare lei. Penso poi ci sia una questione di opportunità; se la padrona di casa deve essere leggermente underdressed così da non soverchiare le ospiti, mi aspetto anche che anche queste dosino un po’ meglio le loro scelte. Avrei visto quest’abito più adatto per una visita magari in un altro Paese monarchico, avvezzo a un certo sfarzo che in una giovane repubblica. Molto divertente ma direi too much. Boh.
Mathilde ha scelto anche per il giorno un riciclo firmato Natan (Royal chic shock e boh): completo rosso intenso con bandeau (Fabienne Delvigne) en pendant: gonna troppo lunga, fitting così così; lei è naturalmente elegante, perché mortificarsi così? Shock. Solo Natan? Assolutamente no, la Reine si è affidata a King Giorgio, il nostro Armani.
E mal gliene incolse, mi verrebbe da dire, perché la prima miseArmani Privé è deludente (eufemismo). Un cappottino bon chic bon genre a bande di colore, un modello che snatura la linea dell’originale (che vedete nella foto abbinata) peggiorato da un cappellino a forma di disco volante piazzato a sfidare la forza di gravità. E c’è qualcosa di peggio delle calze velate grigie? Shock.
Seconda serata del tour reale, classico concerto offerto dagli ospiti ai padroni di casa, Mathilde sceglie ancora Armani. Alla Reine non dona il beige, che contrariamente a quanto si pensa non sta bene a tutte; compresa Lady Violet. La gonna ha forma e lunghezza strane, un portafoglio che in alcune foto la sovrana trattiene con la mano, come se temesse un’improvvisa apertura. Il modello della blusa non si capisce. Però la giacca…
La trovo francamente sublime, così come mi piace molto la pettinatura più rock e meno bon ton. Chic.
Ultimo giorno ultima mise, un abito grigio con fiori color croco (però non sono crochi) di Dries Van Noten, stilista innovativo che Mathilde, istituzionalizzandolo, finisce per banalizzare un po’. Questa mise indossata così, perde ogni mordente, e il pillbox di Fabienne Delvigne rende un po’ la Reine la versione belga di Miss Marple. Ma il belga non era Poirot? Shock.
Last but not least. Non c’entra nulla con ciò di cui abbiamo parlato finora, ma il 18 ottobre i sovrani svedesi hanno consegnato il premio Birgit Nilsson al grande violoncellista di origine cinese Yo Yo Ma. La Regina Silvia indossava un favoloso abito viola che la trasforma in una delle donne di Erté. E ci dimostra che in Svezia il viola non portasfortuna, nemmeno a teatro. Chic.
Sabato 10 settembre il Belgio è stato attraversato da un’inedita ventata di allegria per il matrimonio di Maria Laura, figlia della principessa Astrid e nipote di Roi Philippe con William Isvy (Sposa bagnata sposa fortunata). Purtroppo le nozze sono arrivate due soli giorni dopo la morte di Her Majesty, che ha gettato nel lutto la sua famiglia e il Regno Unito, e steso un velo di tristezza un po’ dovunque. Lady Violet sperava di potervi proporre una sosta dalla mestizia con le immagini e le mise di un momento gioioso ma poi gli eventi hanno deciso per noi. Celebriamo dunque l’evento a cinque settimane di distanza, perché vedere un po’ di gente felice, e di mise particolari, non può farci che bene.
(Ph: Photonews)
Il dress code per le nozze civili, celebrate nell’aristocratico hôtel de ville sulla Grand Place immagino fosse: corto! Corto per la sposa, che ha fatto la scelta originale del miniabito, ma corto ahimé pure per lo sposo, che sfoggia un completo dai pantaloni col mitico orlo acqua in casa, e ci aggiunge pure il mocassino con nappine. Nulla mi toglie dalla mente che Maria Laura abbia volto omaggiare la nonna Paola, scegliendo uno stile anni ’60 di cui la allora principessa di Liegi fu impareggiabile musa, e per la scelta della griffe, Gucci, che firma il delizioso abitino avorio così come le scarpe. Anni ’60 anche la pettinatura. Gli orecchini sono un gioiello di famiglia, che indossava al proprio matrimonio la cognata Elisabetta (Auguri alla sposa!). Chic lei, shock lui. Cominciamo bene!
Nel primo pomeriggio gli sposi si sono ritrovati nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule per una cerimonia interreligiosa (lo sposo è di fede ebraica) dove non è mancata una preghiera in memoria di Queen Elizabeth, sovrana ma anche capo della Chiesa d’Inghilterra. Maria Laura, che vive a Londra, per il suo abito da sposa si è rivolta a una stilista inglese, Vivienne Westwood.
L’abito riprende i temi cari alla designer, a partire dal bustino che si apre in un drappeggio che sottolinea la scollatura e copre le spalle. La figura sottile e slanciata della sposa è sottolineata da una una gonna dalla linea semplice, che esplode in uno strascico lunghissimo e larghissimo, in un’interessante contrapposizione di volumi. Mentirei se dicessi che è nella top ten dei miei favoriti, ma trovo che a lei stia bene.
Bellissimo il velo antico della famiglia Ruffo di Calabria, e lo sapevamo, ma in questo caso è stato indossato particolarmente bene, ed è possibile ammirarlo in tutto il suo splendore. Per fermarlo, la sposa ha scelto la tiara Savoia Aosta, appartenente alla famiglia paterna. Dono di nozze alla principessa Anna d’Orléans, che nel 1927 andò in sposa ad Amedeo d’Aosta, fu poi ereditata dalla figlia Margherita, madre di Lorenz d’Asburgo-Este e dunque nonna di Maria Laura. Chic tiara e velo, ma l’abito, boh.
Anche se nelle foto non si vedono praticamente mai, del corteo della sposa facevano parte cinque bambine e due maschietti, tutti vestiti in giallo senape, ma per manovrare l’abbondantissimo strascico c’erano quattro fanciulle: la sorella Luisa Maria, la cognata Elisabetta, e le cugine Marie-Astrid e Olympia Napoléon. Essendo tutte donne adulte e, ad eccezione di Luisa Maria, sposate (delle nozze di Olympia abbiamo parlato qui: Vive les mariés!) invece che tutte uguali nei soliti improbabili colori pastello, si sono vestite con uno stile simile – abiti midi in diverse fantasie floreali – con in testa un cerchietto. Una scelta che a Lady Violet è piaciuta molto; chic di gruppo, con particolare plauso alla sottilissima ed elegantissima Elisabetta, con un abito meno girlie delle altre.
Gli sposi con la famiglia di lei. In seconda fila i fratelli: Laetitia Maria, cui è toccato occuparsi dei piccoli paggetti, vestita un po’ da paesanella stile Loren dei tempi d’oro, con camicetta bianca gonna fiori e cerchietto verde; ma perché? Boh. Segue Joachim, poi Luisa Maria in bianco e giallo con cerchietto en pendant. Infine Amedeo e la moglie Elisabetta in bordeaux; hanno in braccio i due figli: Anna-Astrid di sei anni e Maximillian, tre, che erano tra i paggetti della sposa. Sfidando il rischio di inciampare sul chilometrico strascico ecco in prima fila, accanto al neogenero la madre della sposa, vestita Gucci dalla testa ai piedi, dalle slingback argento con classica staffa al cappello di asprit verde chartreuse. In mezzo, gonna a pieghe e blusa di pizzo in una tonalità di verde appena più accesa, e giacca color pavone con ricami viola sulle maniche. Piume pizzo ricami plissé damascato metallizzato, qualunque cosa vi venga in mente c’è, perfino un collarino di cristalli (non è un collier ma proprio il colletto della blusa). Magari qualcuno resterà perplesso, ma io l’ho trovata divertente. E fatemi dire una cosa, Astrid, come tutte le figlie normalmente graziose di donne bellissime, per tutti i suoi 60 anni di vita (li ha compiuti a giugno) è stata messa a confronto con la splendida madre Paola. Ed è stata sempre rappresentata come meno bella, meno brillante, meno spigliata, meno divertente, sempre qualcosa in meno. bene, questa volta ha deciso di essere più: più spiritosa, più allegra, più colorata, più pirotecnica, più divertente e divertita. Non sarà chic nel senso stretto del termine, ma io l’ho adorata. Per una volta, more is more. Estrema raffinatezza ed eleganza senza sbavature per il padre della sposa, Lorenz; sublime la camicia a righine lilla con colletto e polsini bianchi en pendant con la cravatta. Chic!
(Ph: Abacapress)
Ecco Paola col marito Albert il figlio Philippe e la di lui moglie Mathilde al termine del matrimonio civile, cui gli uomini hanno partecipato in completo scuro, sostituito dal tight nel pomeriggio, mentre le signore erano senza cappello. Paola ha indossato lo stesso abito – beige a disegni color carbone, firmato Natan – in entrambe le cerimonie; nel pomeriggio ha aggiunto un bandeau in fibra naturale creato appositamente per lei da Fabienne Delvigne.
La mise perfetta per la nonna della sposa, chic.
La Reine Mathilde invece si è cambiata: la mattina ha riciclato un abito rosso Natan, già indossato nel 2018 per la festa nazionale, e già adeguatamente criticato in una delle primissime edizioni di questa rubrica (Royal chic shock e boh); per quale ragione una donna così bella continui a indossare abiti che non la valorizzano per me è un mistero. Forse, semplicemente, le piacciono. Boh (comunque senza cappello è meglio).
Per la cerimonia religiosa la Reine si è buttata sul floreale – un nuovo Natan – e lo ha accessoriato con un enorme cappello a pagoda di Maison Van den Borne; purtroppo il forte vento ha reso il primo simile a una tenda della doccia, e trasformato il secondo – grazie anche alla originale inclinazione – in un disco volante pronto al decollo. Shock. La quattordicenne Eléonore, che ancora per qualche anno sarà la piccola di casa e di conseguenza costretta a indossare le ballerine, è assolutamente deliziosa in verde acqua. Ma sua sorella Elisabeth, Duchessa di Brabante e futura Regina, è una vera bomba in total red (tranne le scarpe). L’abito modello poncho con frange è Carolina Herrera, le scarpe Jimmy Choo mentre cappello Laurany e la clutch Marguerite sono di Fabienne Delvigne. Chic!
Mathilde aveva indossato la pagoda rosa al loro matrimonio, e sua cognata Claire questa volta non si è risparmiata, scegliendo un’enorme pamela che riprende il verde della fantasia dell’abito. A me è piaciuta molto. Chic. Mi piace lei, mi piacciono i due figli gemelli – chiaramente eterozigoti – i sedicenni Nicolas e Aymeric, e mi piace moltissimo la primogenita Louise, che a diciotto anni può sottoporsi alla valutazione di Lady Violet. Il marito Laurent, fratello minore di Roi Philippe mi piace meno, ma amen. Trovo Louise incantevole nel suo abito fucsia – uno dei colori di punta della prossima stagione, l’ha fatto pure Valentino! – del brand Rotate, del danese Birger Christensen, e cerchietto Eden di Fabienne Delvigne in seta camaïeu. Ladies&Gents, ecco a voi la dimostrazione che i cerchietti infiorati stanno bene solo alle giovanissime. Chic.
Partecipa ormai a tutti gli appuntamenti della famiglia, sia i pubblici sia privati Delphine, figlia naturale e infine riconosciuta di re Albert II. Delphine è un’artista, e in questa occasione ha deciso di farsi anche un po’ di promozione indossando un cappello in seta dalla sua collezione di arte da indossare. Peccato che il cappello sembri più da pioggia che da matrimonio, che l’abito rosso faccia un po’ difetto, che la signora sia fissata con queste brutte scarpe dall’altissimo plateau, per di più bianche. Shock. Molto meglio la figlia, in una interessante tonalità di azzurro. Però gioia, raddrizza i piedini su.
È domenica, ed è anche l’ultimo giorno di luglio; quale occasione migliore per una puntata della nostra rubrica sui royal look del mese?
Regno Unito
(Ph: David Ramos/Getty Images)
Partiamo dall’evento più recente, i Giochi del Commonwealth, inaugurati il 28 a Birmingham dal Principe di Galles e da sua moglie la Duchessa di Cornovaglia in rappresentanza di Sua Maestà, che se ne è andata a Balmoral iniziando le meritate vacanze. Charles e Camilla sono arrivati a bordo della celebre Aston Martin dell’erede al trono (ricordate? La usarono anche William e Catherine il giorno del matrimonio), ora alimentata da un carburante ottenuto da sottoprodotti di vino e formaggio. Caro Charles, diffondiamo questo motore così noi e la Francia diventiamo i nuovi Arabi, altro che petrolio!
(Ph: Karwai Tang/WireImage)
Quando Camilla è scesa, ha rivelato una mise veramente inattesa: ladies&gentlemen the jumpsuit, la tuta! Una creazione della fida Anna Valentine che la duchessa ha già indossato a uno degli innumerevoli eventi nel weekend del Platinum Jubilee, ma dato che le foto la ritraevano seduta non avevamo notato. Ora diciamolo, il fitting non è perfetto, il modello non mi convince del tutto, avrei evitato le scarpine décolletée in favore di un paio di stringate (anche se dopo una certa età evitiamo di criticare le scarpe, scelte magari guardando più alla comodità che all’estetica), ma questa settantacinquenne in tuta mi ha conquistato. In fondo cosa c’è di più elegante del non prendersi troppo sul serio? Chic.
Belgio
Il 21 luglio i Belgi celebrano la loro Fête Nationale nonché l’ascesa al trono di Philippe, che divenne Re in questo stesso giorno del 2013 in conseguenza dell’abdicazione del padre Albert. La giornata è iniziata col tradizionale Te Deum nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule, alla presenza della famiglia reale al completo. Il colpo d’occhio è stato assai piacevole, con la regina e l’erede al trono vestite di due dei colori della bandiera nazionale (un tricolore a bande verticali nero giallo e rosso).
(Ph: Royalportraits Europe)
Mathilde in questa occasione sfoggia quasi sempre dei grandi cappelli di paglia e fa bene: col suo bel viso e la sua altezza le stanno un incanto (anche se questo ha una decorazione che avvolgendosi intorno alla cupola pare un serpente). E di solito, come in questo caso, sono firmati dalla belga Fabienne Delvigne. Anche per la mise si è affidata alle sua maison preferita, Natan, che ha creato per lei un abito in crêpe color giallo bouton d’or, che dovrebbe essere il ranuncolo, ma in francese fa un altro effetto. L’abito è “un modèle cape drapé de façon asymétrique” caratterizzato da un dettaglio un po’ drappeggio e un po’ mantella. L’effetto è un po’ pasticciato, né va meglio col fitting.
(Ph: Dana Press / Bestimage)(Ph: Dana Press / Bestimage)
Sulla spalla sinistra a sottolineare il drappeggio c’è una grande spilla composta di foglie dorate, en pendant con gli orecchini, entrambi firmati Natan. Data l’importanza dell’occasione, non sarebbe stato meglio sfoggiare qualche gioia de famille? Boh.
(Ph: Utrecht Robin)
La Duchessa di Brabante ha fatto una scelta più moderna, adatta ai suoi vent’anni, e ha optato per un abito rosso in viscosa di Victoria Beckham. Sarà perché non ho più vent’anni da vari decenni, ma non mi fa impazzire, ha una lunghezza strana che le allunga un po’ troppo il busto; e mi sembra che anche il cerchietto sia fuori scala, rendendo tutto un po’ disarmonico. Lei è graziosa come sempre, ma in questo caso boh.
La giornata è proseguita con l’inevitabile parata militare, ottima occasione per ammirare le altre royal ladies. La principessa Astrid assiste alla parata indossando l’uniforme di Colonnello della Composante Médicale dell’Esercito e non compare in questa foto, ma penso (spero) che avrà evitato di parlare al cellulare come il fratello minore Laurent, cui potremmo presentare la nostra Presidente del Senato, ormai decadente, che alla parata del 2 giugno leggeva l’ipad masticando la gomma americana. Torniamo alle mise, che è meglio. La moglie di Laurent, quella santa donna della principessa Claire, è una bella signora non particolarmente elegante anche se questa volta è vestita meglio del solito, o almeno meno peggio. Non brutto ma un po’ moscetto l’abito grigio a ramages viola, abbinato a un cerchietto dello stesso colore che sembra fatto con la fascia dell’Ordine di Leopoldo. Ma che senso ha quella clutch arancione? Boh.
(Ph; Dirk Alexander)
Occhi puntati anche quest’anno sulla neocognata, Delphine Boël divenuta Principessa Delphine del Belgio dopo essere stata riconosciuta dal padre naturale, il Re Emerito Albert II. Delphine è un’artista e, forse anche per il suo complicato vissuto, usa queste occasioni per lanciare messaggi su ciò che le sta cuore. Se l’anno scorso era la cultura africana (Le foto del giorno – Principessa di ruolo), quest’anno il tema scelto è, inevitabilmente, la pace. Il suo robemanteau è una creazione del giovane stilista belga Pol Vogels. L’idea non è particolarmente originale (già me la vedo Miranda Priestly dire: una colomba? per la pace? avanguardia pura!), il modello ha dettagli interessanti, come la cintura a pieghe, ma spalle e maniche sono terribili. Come le scarpe col plateau e taccone che sembrano proprio la versione bianca delle Mary Jane Morobé indossate l’anno scorso. Shock.
Le celebrazioni per la festa nazionale erano iniziate la sera prima con un concerto dell’orchestra nazionale con la violinista Stella Chen. Presenti i sovrani e la principessa Astrid accompagnata dal marito Lorenz d’Austria-Este, che nonostante non sia un adone direi che appare come il migliore dei quattro. Tolto il re, che sembra una versione vecchia di Mattarella (nonostante abbia vent’anni di meno) neanche le signore brillano. La Reine Mathilde indossa un monospalla del belga Dries van Noten, stilista cerebralmente innovativo, che però la rende matronale, ed è banalizzato dalle scarpine dorate; insomma più che un rock una quadriglia. Astrid sfoggia un kimono firmato Essentiel Antwerp. Ora, il kimono è un capo che può essere di uno chic unico, col vantaggio di essere no size no age, cioè sta bene a qualunque età e a qualunque taglia, più stile di vita che capo di abbigliamento, e anche follemente di moda. L’unico rischio è che sbagliando modello, o materiale, o taglia, può sembrare una vestaglia. Appunto. Shock.
Monaco
Come annunciato, venerdì 8 luglio la Salle des Étoils dello Sporting-Montecarlo ha ospitato il Bal de la Rose, previsto per marzo e rinviato causa pandemia. E come previsto, Charlène brillava per la sua assenza. Dieci giorni dopo, lunedì 18, è stata la volta del Gala de la Croix Rouge che, smessi i fasti (fastosissimi) del passato è ridotto a un concerto sulla piazza del Casino, preceduto da un cocktail dînatoire – che mi sa tanto di aperitivo cenato – in terrazza.
L’incertezza nel tono della soirée si è drammaticamente ripetuta nell’abbigliamento dei padroni di casa: la rediviva Charlène era in un abito gran sera Prada, in un bellissimo color azzurro/glicine, con un pannello a fare da strascico. Mentre Albert II, che nell’occasione celebrava i suoi primi quarant’anni da Presidente della Croce Rossa monegasca, ha scelto un look tricolore, metà marinaretto alla Querelle de Brest (chi di voi ricorda il film di Fassbinder con Brad Davis?) metà atleta – va bene, diciamo tecnico – alle olimpiadi, vestito coi colori della bandiera. Che peraltro non è la sua, ma forse tutto in bianco e rosso sarebbe stato troppo pure per lui. Lei chic, lui buontempone.
Con loro la nipotina Camille Gottlieb, figlia minore della principessa Stéphanie, responsabile della sezione giovanile della Croix Rouge. La fanciulla, ventiquattro anni compiuti qualche giorno prima, sta evidentemente ancora cercando il proprio stile, ma mi sento di poter dire che l’abito Red Valentino non le rende un buon servizio, a meno che Camille non pensasse di andare a un ballo mascherato, per cui ha puntato tutto sull’Egyptian Revival e si è vestita da Joan Collins ne La regina delle Piramidi. Che però non aveva la cofana à la Moira. Sorry, shock.
Letteralmente tutta un’altra musica venerdì 8 luglio per il Bal de la Rose.
Qui la padrona di casa da quarant’anni è Caroline (dopo la morte di Grace, il 14 settembre 1982, ai due figli maggiori furono conferiti i più importanti incarichi della madre, per cui a Albert toccò la Croce Rossa e a Caroline la Fondation Princesse Grace, cui vanno i proventi del ballo).
Tema della serata i ruggenti anni Venti, maestro di cerimonie Christian Louboutin, abbigliato con un bizzarro completo percorso da nastri e coccarde, e in testa un fez en pendant. Shock (ma divertente)
(Ph: Pierre Villard / SBM)
In Chanel, ça va sans dire, Caroline, con un abito dalla gonna che si arriccia in un palloncino, per poi scendere alla caviglia. Una mise un po’ scura, un po’ cupa, rattristata dall’acconciatura – mia madre l’avrebbe definita “un quadro antico” – ma per me sempre chic, con menzione speciale per gli splendidi gioielli déco, a partire dalla spilla.
Presenti tutti e quattro i suoi figli con relativi partner, è stata la piccola Alexandra ad attirare su di sé tutti gli sguardi grazie al ricchissimo abito in tulle di Giambattista Valli, declinato nei colori del Principato, bianco e rosso. Con i suoi 23 anni Alexandra è comunque una delizia, ma che c’entra questa meringa fragola e panna con gli anni Venti? Boh. In compenso, se il ricamo sulla scarpa del suo boyfriend Ben-Sylvester Strautmann rappresenta un corgi, Lady Violet approva deliziata
(Ph: Pierre Villard / SBM)
Scelta opposta per la sorella Charlotte, che ha sublimato la propria magrezza in un abito Chanel, bianco e leggero, che avrebbe potuto essere creato direttamente da Mademoiselle Coco con le sue sapienti manine. Frange, fiocco nero, scarpine bicolore, non manca niente. Per me la più chic.
(Ph: Pierre Villard / SBM)
Chanel sta a Charlotte come Dior a Beatrice Borromeo, e infatti la bionda moglie di Pierre Casiraghi ha scelto una mise della celebre maison: un abito grigio a ramages ton sur ton con un piccolo strascico. Guardando l’insieme gli anni ’20 non sono la prima cosa che mi viene in mente – tra l’altro Christian Dior aprì la sua maison solo nel 1946 – però è sicuramente chic.
(Ph: Pierre Villard / SBM)
Last but not least Tatiana Santo Domingo, che aspetta il quarto figlio dal marito Andrea Casiraghi. Per accogliere il pancino ha scelto un abito Temperley London in paillettes color cipria, che sicuramente rimanda agli anni folli più della cascata di capelli sciolti, più stile Veronica Lake. A me è piaciuta, chic.
(Ph: Pierre Villard / SBM)
Al contrario dei pantaloni di marito e cognato, la cui lunghezza ormai surclassa quella dei pantaloni di zio Albert. Che pazienza…
Gravemente penalizzata dalla drastica riduzione di materia prima causata dalle regole anti covid, proviamo oggi a ripartire con la nostra rubrica settimanale sperando davvero di poter replicare l’appuntamento ogni settimana.
Le signore in rosso
Dress to impress? Máxima! La Regina Consorte d’Olanda mercoledì 7 era a Utrecht per il progetto “Più musica in classe” e ha scelto il total red: sontuoso cappotto kimono in cachemire rosso con ricami (Oscar de la Renta), abito monacale appena più scuro (Massimo Dutti), stivali (sono i Laura Boots di Gianvito Rossi), e come borsa un classica MM Delvaux. Sarà un insieme troppo sobrio? Rischio di passare inosservata o – peggio – di deludere le schiere di miei adoratori? Deve essersi chiesta la bionda sovrana, e dunque prima di uscire ha aggiunto un paio di orecchini.
Due bei serpentoni che dal giardino dell’Eden ricamato sul cappotto si sono arrampicati sulle sue orecchie. Io la trovo fantastica, ma in che categoria la mettiamo? Boh.
Il giorno (anzi, la sera) dopo si replica con la sua gemella diversa, la Regina dei Belgi, che con la famiglia al completo ha presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico della École Royale Militaire, frequentata dalla figlia maggiore Elizabeth. Come Máxima anche Mathilde è alta e bionda; purtroppo è anche fedelissima di Natan, che l’altra frequenta con minore accanimento. Questa volta Edouard Vermeulen, boss della Maison belga, impone alla sua sovrana un abito da istitutrice che le regala una decina d’anni e un paio di taglie, completato da un giacchino di mohair e dalla mascherina d’ordinanza, mentre Fabienne Delvigne fornisce la clutch e il solito bandeau, che francamente inizia a stufare.
La Reine è bella, ha classe e grazia ed è perciò sempre piacevole, ma conciata così la trovo terribile. Shock.
Terza moschettiera del rosso questa settimana è Letizia di Spagna, che per una riunione nella Residencia de Estudiantes, a Madrid, ricicla un tailleur pantalone di Roberto Torretta già visto in altre occasioni. E come in tutte quelle occasioni lo accessoria nello sesso modo: stiletto rivelato dallo spacco del pantalone e clutch pitonata, la Maysa, di Carolina Herrera. La giacca è piuttosto interessante, caratterizzata dal motivo del finto gilet a vista, le maniche un po’ troppo lunghe; in generale non mi fa impazzire ma è un look muy Letizia, molto adatto sia alla Reina sia all’occasione, dunque chic.
Le signore in viola
La futura regina di Svezia giovedì 8 ha raggiunto Solna, cittadina nei pressi della capitale, dove sorge l’ospedale pediatrico dedicato ad Astrid Lindgren, e con la collaborazione della signorina Maija di 9 anni ha inaugurato una statua dedicata all’amata scrittrice, “mamma” di Pippi Calzelunghe. Piuttosto crepuscolare la mise scelta da Victoria: uno di quei vestitoni a fiorellini che ama tanto color glicine appassito, completo di tronchetti grigi come la borsa, e un soprabito rosa polvere firmato, come del resto l’abito, dal brand finlandese Andiata.
Un insieme che un’amica di Lady Violet avrebbe definito bonjour tristesse; ma perché rattristarsi così? Boh.
Sono giorni complicati per la regina di Norvegia: le voci che da tempo si susseguono sulle condizioni di salute di Re Harald sembravano aver trovato conferma la scorsa settimana, quando l’apertura del Parlamento per la prima volta in trent’anni si è tenuta alla presenza dell’erede Haakon e non dal sovrano, assente per problemi respiratori cui due giorni fa è seguito un intervento per la sostituzione di una valvola cardiaca. Sonja, col garbo la grazia e la dignità che le sono propri tiene fede alla su agenda, e mercoledì ha ricevuto a Palazzo Reale Ciana Phillips, vincitrice del Queen Sonja Print Award. Semplice ed elegante in un abito con baschina in sbieco, di un bel viola melanzana che le dona molto. E non vi stupiscano le calze di quel colore, negli anni ’80 erano il tratto distintivo di molte aristocratiche. Chic.
Le signore in beige
Premi da consegnare anche per Margethe di Danimarca: nel suo caso quelli per la ricerca sull’artrite, materia cui Lady Violet è dolorosamente sensibile. La sovrana è vestita in un modo che avrebbe scatenato l’entusiasmo materno (intendo di mia madre, non osando certo parlar della sua): gonna cammello, una bella giacca in tartan senza bottoni e camicia con fiocco, tornata assai di moda. Come Margrethe regalmente dimostra, fantasie diverse possono essere abbinate seguendo alcune semplici regole, la prima delle quali è naturalmente l’omogeneità dei colori. Chic.
Mentre il marito Albert II è in viaggio in Serbia, Charlène de Monaco è a Tbilisi, ospite della Presidente georgiana Salomé Zourabichvili. Camicia con fiocco anche per lei; nera, come gli stivali e la cintura che distrugge la linea della giacca, se mai ne ha avuta una. Neppure la gonna ha una gran linea, o è solo troppo grande, e quel beige cipriato non la valorizza affatto e accresce la mestizia dell’insieme. Shock. E non perché non amo i beige, giuro!
Con o senza mascherina, le royal ladies stanno intensificando le loro attività, per la gioia dei loro sudditi e dei nostri occhi. Si riparte!
La Reina Letizia
Riprendiamo da dove ieri avevamo lasciato, Los Reyes a Santiago di Compostela per la festa del Santo. Abbiamo già detto che i sovrani stanno attraversando la Spagna in lungo e in largo, e sempre li abbiamo visti indossare la mascherina (la più semplice, quella chirurgica) togliendola solo in momenti particolari; nessuna eccezione nemmeno in questo caso. Letizia ha scelto un fresco chemisier, quest’anno di gran moda, in beige chiaro con fantasia di foglie e palmizi, dello spagnolo Pedro del Hierro. Lo ha accessoriato con un paio di slingback nudeCarolina Herrera e una clutch di rettile verde bosco che – nell’improbabile caso ne avessi una – avrei lasciato nell’armadio. A me non piace particolarmente, ma non si può negare che sia una mise adeguata. Banalmente chic.
The Duchess of Cambridge
Niente mascherina, ma abito chemisier anche per Caterine – ve l’ho detto che va di moda – impegnata con il marito in un incontro all’aperto della Royal Foundation, che durante la pandemia ha finanziato per 1.8 milioni di sterline le dieci principali organizzazioni che si occupano di salute mentale. L’abito bianco a piccoli disegni, di Suzannah, dà davvero l’idea delle freschezza indispensabile per luglio, e come sempre la classe è nel dettaglio, in questo caso la bella linea della gonna e la manica al gomito. I piedini della duchessa non si vedono, ma sono calzati in un paio di quelle espadrillas con zeppe e laccetti alla caviglie molto amati da varie royal ladies, e perfetti per l’occasione. Senza dubbio chic.
Beatrice Borromeo Casiraghi
Nessuna mascherina, e neanche il minimo distanziamento sociale per la bionda Bea e il marito Pierre, che sabato 18 hanno partecipato a un charity dinner a Cannes in favore della Naked Hert Foundation, creata per i piccoli in difficoltà dalla ex supermodel Natal’ja Vodjanova dopo la tragedia di Beslan. Beatrice si ispira spesso alla nonna mai conosciuta del marito, la divina Grace, e nemmeno questa volta fa eccezione: scollo all’americana, infradito flat, capelli raccolti in una treccia.
L’abito è Dior, e fa il suo dovere. Chic.
La famiglia reale olandese
Battendo sul tempo tutte le altre royal families i sovrani olandesi si sono sottoposti ben dieci giorni fa alla tradizionale seduta fotografica che precede le vacanze estive. In questo caso si tratta ovviamente di congiunti in un ampio spazio aperto, ma c’è da dire che – in accordo con le indicazioni governative – la mascherina l’hanno comunque indossata di rado. Ecco i sovrani con le tre belle ed altissime figlie, tutte e tre in abito camicia: azzurro con dettagli in pizzo (Self-Portrait) e un cinturone che non la valorizza la futura regina Catharina-Amalia; il più bello dei tre, firmato Tommy Hilfinger, a righine bianco/azzurre di per la diva famiglia Alexia; bianco e campagnolo (Maje) per la piccola Ariane. A questo punto sorgono alcune domande: come mai Máxima, solitamente abbinatissima, indossa un completo bianco da working girl? Com’è possibile che nonostante Willem-Alexander sia alto 1,93 i pantaloni gli si ‘siedono’ sulle scarpe? È un caso che i colori scelti siano il bianco e l’azzurro, i colori della bandiera argentina, Paese d’origine di Máxima, invece che il blu/bianco/rosso di quella olandese, o l’arancione degli Orange? Un grande boh.
La Reine Mathilde e la Princesse Astrid
Finora è andata piuttosto bene, che la pandemia abbia influenzato positivamente sul royal style? Poi arriva il 21 luglio, Festa Nazionale belga. Si comincia la sera prima con il Concerto di gala. Mathilde, star delle regine mascherate, spesso è tutta en pendant, viso e abito. E infatti il fido, sciagurato Natan le realizza un vestito con mantella fucsia e mascherina abbinata; peccato non abbia abbinato anche gli elastici, smaccatamente bianchi. Un pipistrellone shocking pink. Shock.
Le mascherine scompaiono per la foto di gruppo con i fratelli del re: il Principe Laurent, informale in completo spezzato, e accompagnata dal maritoLorenz d’Asburgo-Este la Principessa Astrid in completo pantaloni modello acqua in casa, con l’aggravante che è pure firmato Gucci. Che shock!
Martedì 21 è il gran giorno, e si inizia col solenne Te Deum in Cattedrale. L’abito blu a disegni beige, anche questo un Natan, invecchia alquanto la bella Mathilde e le allarga il girofianchi in maniera impressionante, né l’aiuta il cappello di paglia (è il modello Louisa di Fabienne Delvigne). Come sapete sono deliziata dalla presenza dei guanti, ma per il resto boh.
Segue la festa vera e propria con la parata militare e le autorità del Paese. E qui avviene il prodigio della trasformazione in camicione informe di un abito di Dries van Noten, stilista colto, rigoroso e concettuale come pochi. Sono i colori che adoro, ma l’insieme col turbante viola (sempre Delvigne) e la mascherina nello tessuto dell’abito è veramente too much. Shock.
E la Principessa Astrid? Lei riesce a ingarbugliare e sporcare anche il pattern più pulito che c’è: le righe. Divertenti gli accessori gialli, che non riescono a sollevare il tono della mise, peggiorata dal cappello con grande fiocco lezioso. Altezza, scelga un tema e segua quello, che va più sul sicuro. Sorry, shock.
Dopo le signore multicolor, dopo le blue ladies è il momento dei colori neutri. Grigio o beige, cosa preferite?
Le pantere grigie
Ricco di sfumature – molte, molte di più delle 50 citate nel titolo del famoso libro – il grigio è sempre diverso e sempre chic. Quasi sempre. Alle nozze di William e Catherine lo scelgono varie signore, tra cui le cugine Phillips, cioè figlia e nuora (ora in fase di divorzio) della Princess Royal
Zara diventerà Mrs Tindall tre mesi dopo. Arriva accompagnata dal fidanzato rugbista Mike inalberando un drammatico cappello Philip Treacy in paglia nera con tocchi d’argento, sicuramente favoloso ma decisamente eccessivo per un matrimonio di mattina. Al copricapo va però riconosciuto il merito di oscurare il soprabitino metallic silver che non sfigurerebbe in Star Trek, magari dopo aver eliminato il gran fiocco sulla schiena. In compenso apprezzo molto la scelta delle scarpe, delle eleganti Mary Jane felicemente prive dell’imperante plateau. Boh.
La cognata Autumn Phillips sceglie una redingote in rigido broccato viola e grigio, con un abbondante fascinator piazzato più che sulle ventitre sulle ventuno e trenta. Autumn ha quel viso così bello e interessante che la rende sempre gradevole, ma questa mise è davvero troppo rigida, e ci si mette pure la clutch nera di Lulu Guinness. Una scelta piuttosto infelice, che trasforma Autumn nella bambolona che non è, shock.
Una bellissima tonalità di grigio, molto contemporanea, anche per Lady Sarah Chatto, figlia della defunta principessa Margaret. Di lei abbiamo detto spesso che si veste sempre nello stesso modo, cappello a pagoda compreso, che il geniale Stephen Jones crea per lei in ogni colore e materiale. A me Sarah piace molto, così come mi piace questa scelta di stile. Va poi sottolineato che il fitting dei suoi abiti è sempre eccellente, come in questo caso. Il modello anni ’50 con gonna plissé è di Jasper Conran, stilista inglese che l’ha vestita spesso ed è l’autore del bellissimo abito da sposa con cui il 14 luglio 1994 si unì a Daniel Chatto. Visto che il loro anniversario è vicino, che ne direste di un post? Volete sapere di più degli orecchini che indossa in ogni evento con la Royal Family? Intanto, anche se un po’ imbronciata, indubbiamente chic.
Il 29 aprile 2011 Charlene è ancora solo Miss Wittstock; diventerà Son Altesse Sérénissime la Princesse Charlène de Monaco guadagnando un marito, un principato e un accento grave sulla prima e di lì a un paio di mesi.
L’abito da sposa glielo sta creando Armani ma lei, invece di buttarsi a capofitto nello chic di Re Giorgio – o scegliere Chanel, come farà per le sue nozze civili – si rivolge alla maison svizzera Akris, che sembra aver definitivamente conquistato il suo cuore. Il risultato è una mise grigio chiaro piena di ma: un cappello anche gradevole nella sua banalità, MA sbagliato nei volumi, o anche semplicemente indossato male, che riesce a sbassare anche una signora che sfiora il metro e ottanta. Il pardessous (sotto c’è un abito dello stesso tessuto) non sarebbe neanche male – e ha un collo davvero bello – MA guardate la lunghezza delle maniche, quella sinistra è veramente indecente, inaccettabile per una creazione couture. Le scarpe nude sono una scelta comprensibile, MA queste hanno una tonalità troppo giallastra. Ma boh.
Indecisa tra il grigio e il blu chiaro Marie-Chantal Miller partecipa coi suoceri ex sovrani di Grecia, il marito diadoco Pavlos e il primo dei quattro figli maschi, Constantine Alexios (lo sposo William è uno dei suoi padrini di battesimo). Marie-Chantal va sul sicuro: abito Chanel, cappello – di una forma assai originale, pure troppo – Philip Treacy. Nemmeno lei sfugge al diktat del plateau; signore, pure se una cosa va di modissima non siete obbligate a indossarla eh, potete anche scegliere con la vostra testa. Boh.
Il giovin signore che arriva a passo di carica da destra è George Osborne, e all’epoca è il Chancellor of the Exchequer, cioè il membro del Governo con le deleghe di economia e finanze. La signora in grigio con in testa un fagiano ammosciato è Frances, allora sua moglie (stanno divorziando), scrittrice di discreto successo. A me resta una sola parola, shock.
Les beiges
Di che colore era vestita mia madre al matrimonio di mio fratello? Che domande, di beige! Colore che adorava in ogni sfumatura e che io, com’è logico e naturale, non amo (ma c’è anche una ragione oggettiva: mi sta malissimo). Sta di fatto che per le cerimonie il beige è sempre assai gettonato, e questo royal wedding non fa eccezione. Sceglie una tonalità piuttosto fredda la zia dello sposo, Sophie di Wessex. Per lei un tailleur (Bruce Oldfield) con cinturina e maniche pietrificate, en pendant con la clutch. In testa un cappellino da cocktail di Jane Taylor, con tre rose e tre penne dritte stile capo indiano; anche per lei décolletés con alto plateau. Non so dire cosa non mi convinca di questa mise, penso sia un problema di misure e volumi: i tacchi troppo alti che finiscono per non slanciare più le gambe, la gonna leggermente troppo corta, che in movimento tende a salire, e anche il cappellino mi sembra un po’ fuori scala. Per me è boh.
Non ho dubbi invece su Lalla Salma, che nel 2011 è ancora consorte di Re Mohammed IV del Marocco. Per lei l’abito tradizionale del suo Paese: un caftano che va indossato così, oversize, trattenendolo con le mani. Immagino la scomodità, ma immagino anche l’effetto del ricco ricamo dorato in movimento. E vi prego di notare il tocco fetish del sandalo alto coi listini che si arrampicano sulla caviglia. Chic.
Máxima Zorreguieta è diventata Principessa d’Orange sposando Willem-Alexander con indosso un meraviglioso Valentino, e chiede ancora a lui la mise per questo royal wedding. Il risultato è un raffinato insieme di pizzo, in una tonalità tra il beige che il rosa che ne esalta l’incarnato e i capelli. Il piccolo cappello, una calotte-turbante di Fabienne Delvigne, non carica inutilmente una mise già piuttosto impegnativa, aggiungendo movimento e un tocco grafico.
Attenzione ai dettagli: oltre al girocollo di diamanti grandi come nocciole, sul turbante sono appuntate le stelle di diamanti indossate sulla tiara il giorno delle nozze. E, ahimé, benché le scarpe non avessero l’onnipresente plateau – Valentino l’avrà tassativamente proibito – c’era però la banda in pvc che diventerà un suo marchio di fabbrica. Insomma, non era ancora regina, ma Máxima era già Máxima.Ed era pure chic.
Last but not least, c’è Beatrice di York con una mise veramente memorabile. Tutta colpa del bizzarro copricapo di Philip Treacy, che scatena il web in ogni sorta di commenti e ironie. Dunque partiamo da qui, ricordando che l’intraprendente Bea mise il cappello all’asta su ebay, dove raggiunse l’incredibile somma di 81,100.01 sterline – oltre novantamila euro – andate in beneficenza. Ve lo dico subito, io lo trovo divertente, il cappello, ma ci vedo due grandi limiti. Il primo è che non è adatto alla situazione: un matrimonio è già un’occasione formale, questo ovviamente lo è assai di più, e per qualunque matrimonio vale la regola non scritta che le invitate non sono la star, non devono attirare un’attenzione spropositata su di sé oscurando la sposa. E in questo caso Bea ha finito per oscurare pure la nonna; se si fosse presentata così ad Ascot sarebbe stata perfetta. La seconda considerazione riguarda lei: le cose molto eccentriche donano o a chi lo è già di suo, o a chi ha una gran consapevolezza di sé, e l’allora ventiduenne Beatrice non rientra in nessuna delle due categorie. Il cappello poi, oltre alla sposa e alla nonna, finisce per oscurare anche il resto della fanciulla ed è un peccato: il cappottino Valentino Couture è un amore, e il tocco del genio di Voghera si coglie anche nelle scarpe, secondo me le più belle della giornata. D’altro canto abbiamo detto spesso che Beatrice ama sperimentare, e inevitabilmente compie più errori. Non qualificabile.
Se vi siete persi i primi due post sulle invitate al royal wedding di William e Catherine, o volete rileggerli, li trovate qui:
Questo è senza dubbio il weekend della luna, ma anche sulla terra si è celebrato parecchio!
Ha cominciato Alexandra von Hannover – figlia minore di Caroline de Monaco, l’unica nata dal matrimonio col principe tedesco Ernst August – che venerdì ha compiuto vent’anni.
(Ph. SGP)
L’abbiamo vista di recente al Gran Prix del Principato, sempre mano nella mano con l’altissimo fidanzato Ben-Sylvester Strautmann, figlio di ricchi industriali tedeschi, che non sorprendentemente gioca a pallacanestro (ma fa anche il dj). Non sappiamo come la fanciulla abbia festeggiato, magari a Saint Tropez coi fratelli come l’anno scorso; sicuramente non è sullo yacht di famiglia, il Pacha III, i questi giorni a Capri con a bordo la sorella Charlotte e il marito Dimitri. Ed escluderei anche che sia rimasta a Monaco a per il Palace Day 2019, evento dell’Associazione delle Residenze Reali Europee, che si celebra lo stesso giorno, e quest’anno era dedicato ai giardini.
Compleanno anche per Haakon, principe ereditario di Norvegia, che sabato ha compiuto 46 anni, una ventina dei quali trascorsi con Mette-Marit, la ragazza madre sposata nel 2001. Un matrimonio che fece storcere molti nasi e alzare più di quattro sopracciglio, e invece dura e sembra felice. Vuoi vedere che l’amore eterno esiste davvero?
Festa nazionale oggi in Belgio, e sesto anniversario del regno di Philippe. Tre i momenti clou: prima la registrazione del discorso del re, cui per la prima volta ha partecipato anche la Duchessa di Brabante. Elisabeth compirà 18 anni il 25 ottobre ed è sempre più coinvolta nelle attività della corona, come ogni erede al trono che i rispetti. A me piace moltissimo, non solo la trovo sempre più graziosa, ma dimostra un equilibrio e una sicurezza che non sono scontate a quell’età e con quel ruolo. Una volta pronto il discorso, il re ha partecipato a un concerto al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles; non c’era la figlia ma c’era la moglie, Mathilde, paludata in un abito a fiori Erdem di linea vagamente ottocentesca, o figlia dei fiori anni ’70. In entrambi i casi la regina non era ancora nata. C’era anche la sorella del re, Astrid, col marito Lorenz d’Asburgo-Este. Non è la prima volta che la bionda principessa ha quest’aria sconsolata, forse non ama esser fotografata (in tal caso avrebbe tutta la mia comprensione). Suggerirei però alle due cognate di scambiarsi il bouquet, giacché quello rosa si armonizzerebbe con l’abito di Mathilde, e quello giallo rallegrerebbe un po’ l’insieme da mezzo lutto di Astrid. Gran finale questa mattina col Te Deum in Cattedrale, con la regina in pizzo di un colore indefinibile – arancio/ruggine/salmone scuro – naturalmente Natan, su cui troneggia un cappello di Fabienne Delvigne, in tinta come la clutch. La deliziosa Elisabeth porta – senza balza finale – praticamente lo stesso abito che la madre portava ieri, con una fantasia se possibile ancora più moscia, per fortuna accesa dal blu elettrico degli accessori.
Per ora è tutto, ma non andate via; tra qualche ora il piccolo George compirà sei anni, e scommetto che mamma Catherine ha già scattato una nuova foto del su primogenito. Stay tuned!