Royal chic shock e boh – Sayōnara giugno

Settimana ricca di eventi royal quella che si chiude oggi, su cui troneggia (ovvio, sennò che royal sarebbe) la visita ufficiale degli Imperatori del Giappone del Regno Unito. Naruhito e Masako sono arrivati qualche giorno prima per impegni privati, poi martedì sono stati ricevuta in pompa magna da Charles, Camilla e William, che è andato a prenderli all’hotel dove alloggiavano (il Claridge’s a Mayfair).

Signori in thight e signore in bianco. Invero l’imperatrice ha indossato mise candide durante tutto il viaggio; nel suo dress code mi oriento pochino, ma sappiamo che Masako è sottoposta al rigidissimo controllo dell’Agenzia Imperiale che decide tutto, non solo il modello ma anche la lunghezza dei suoi abiti (e non escludo che nell’orlo ci siano i piombini).Lei di suo ci mette la sua grazia, la sua dolcezza, la sua cultura, ma insomma non è che si possano fare miracoli.

In questo caso la meschina indossa un completo composto da soprabito di pizzo bianco stile prima comunione su un tailleur con gonna midi a sirena con dettagli dello stesso pizzo, che decora anche il cappello. Faccio difficoltà a trovare le parole. Shock.

Camilla in robe manteau – questo veramente bello, di Anna Valentine come la borsa – e l’elegante cappello con dettagli neri che avevamo ammirato il mese scorso durante uno dei garden party (Royal chic shock e boh – Special edition (parte seconda) naturalmente opera di Philip Treacy. Mi sembra di vedere qualche imperfezione nell’orlo, ma chic.

Signore in bianco anche la sera, quando però possono godere dello splendore delle pietre preziose che mettono tutto sotto un’altra luce. Camilla, in abito Fiona Clare, inalbera la Burmese Ruby Tiara: pietre che vengono dalla Birmania – dono di nozze del popolo birmano a Elizabeth, che negli anni ’70 commissionò la tiara a Garrard – ma disposte in una foggia che evoca la bandiera nipponica, Ottima mossa, chic. Molto interessante anche la scelta dell’Imperatrice, che sfoggia la tiara imperiale del crisantemo, fiore simbolo del Paese e della Corona, come fece la suocera quando accompagnò il marito in visita ufficiale nel Regno Unito, nel 1998. Anche quest’abito è di pizzo ma l’effetto finale è assai più convincente, chic.

Fermatevi un istante, e ammirate le rivière di diamanti al collo delle due sovrane.

In bianco anche la Duchessa di Gloucester, che ha riproposto l’abito indossato lo scorso anno all’incoronazione (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Ladies) e ha fatto bene: ci era piaciuto allora e ci piace forse ancora di più oggi, quasi un robe manteau impreziosito dai bottoni gioiello (letteralmente, sono spille floreali di brillanti). Sul capo della duchessa un’importante diadema, la Cartier Indian Tiara, eredità della suocera Alice. Brava, chic.

(Ph: Aaron Chown/Getty Images)

L’unica a distinguersi per il colore, un verde bosco piuttosto invernale, la Duchessa di Edimburgo. Per lei un abito in seta della sua maison del cuore, Suzannah London con clutch argento di Anya Hindmarch, e soprattutto la Lotus Flower Tiara direttamente dallo scrigno reale, gentile prestito della cognata Camilla. È la prima volta che Sophie la indossa e devo dire che mi convince, la delicata struttura della tiara si sposa bene con i suoi lineamenti fini. Semplice, chic.

Prima di tornare in patria, venerdì, la coppia imperiale ha visitato Oxford, dove in gioventù hanno studiato entrambi i sovrani. Masako, che ha ricevuto una laurea honoris causa, questa volta mi è piaciuta. Se la gonna dritta ha la solita lunghezza poco donante la giacca ha una bella linea, anche vagamente orientale. Chic, e sayōnara.

(Ph: Éric Mathon/Palais princier)

Di bianco vestita anche Charlène, che giovedì, col marito Albert, ha presentato la squadra olimpica monegasca, composta da cinque atleti. Incolpevolmente vestiti coi colori della bandiera, sembrano usciti da Irma la dolce, rappresentazione naif di una certa idea della Francia. Con l’entusiasta partecipazione del sovrano, che in queste occasioni non si risparmia. Al confronto la sobria Princesse, nel suo completo pantaloni Emporio Armani con slingback Gianvito Rossi, fa un figurone. Chic.

Ancora bianco per la tshirt di Letizia, che giovedì con Felipe ha ricevuto alla Zarzuela Charles H. Rivkin, presidente di Motion Picture Association; i sovrani hanno poi ospitato la riunione della commissione della Fundación Princesa de Girona. Ora, sappiamo che la Reina ha problemi ai piedi per cui indossa scarpe e sandali flat, ma questi, insieme alla tshirt – pure molto di moda e in seta (Adolfo Dominguez) – sono veramente troppo informali, più da caffè al mare che da impegni reali. Molto bella la gonna plissé di Hugo Boss, ma non basta. Boh.

(Ph: SIP/Claude Piscitelli)

Puntano invece sul colore le signore del Granducato di Lussemburgo, che domenica scorso ha celebrato la Fête nationale. La giornata è iniziata con la cerimonia ufficiale seguita dalla parata militare, con la partecipazione della famiglia quasi al completo (manca solo Claire, moglie del principe Félix). Maria Teresa si rivolge a Natan (e come ti bagli…) che la drappeggia in un incubo di mussola mauve: abito e mantello fermato sulla spalla sinistra, come un pallio nella Roma antica. No dai, shock. Natan firma anche l’abito color fiordaliso di Stéphanie, anche questo dotato di inutile drappo, Ma perché? Boh, ma mi piacciono le scarpe.

(Ph:Maison du Grand-Duc / Kary Barthelmey )

Le celebrazioni si concludono col Te Deum in cattedrale; Félix se l’è squaglita ma restano tutti gli altri, compreso il giovane Sébastien cui tira il bottone della giacca; mon cher, basta che sbottoni e risolvi il problema. Semplice ed elegante la neomama Alexandra con un abito dalla delicata fantasia verde e crema, con accessori in tinta (la clutch è Dior), chic. Per una volta che Stéphanie aveva quasi indovinato la mise, ha pensato bene di cambiarsi ricorrendo di nuovo a Natan, col solito drappo/mantello, che non sarebbe neanche brutto ma è indossato male un po’ troppo corto e con l’orlo sbilenco. Simpatico il cappello, di Sylvia Martinez, tremende le open toe color crema, neanche tanto adatte all’occasione. Shock.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Patricia Pitsch)

I festeggiamenti si sono conclusi con due garden party nello Château de Berg, uno il martedì e uno il giovedì. Per il primo, Maria Teresa opta per Oscar de la Renta scegliendo un maxidress in popeline di cotone a fiori con cardigan abbinato. Non abbiamo foto a figura intera dunque non possiamo apprezzare appieno il modello, ma anche se non dovesse slanciarla particolarmente a me piace, lei porta bene queste cose, e per un pomeriggio in giardino mi sembra adatto. Abbastanza chic. Stéphanie sceglie i volant e Carolina Herrera, ma tra il modello, il colore e la sua acconciatura l’effetto camicia da notte c’è tutto. Boh, ma almeno ha evitato il mollettone di plastica.

(Ph: Maison du Grand-Duc/Kary Barthelmey)

Ultimo appuntamento giovedì 27; Maria Teresa indovinate? Torna su Natan che la veste di un rosa intenso da vera Barbie di mezz’età, e non resiste alla tentazione dell’ennesima mantellina che stavolta per forma, lunghezza e colore sembra proprio quella del coiffeur. Shock, e attenzione a questi tessuti scivolosi: evidenziano anche i difetti che non ci sono. Sorprendentemente non mi dispiace Stéphanie, in un maxidress arancio con fantasia floreale nei toni del crema e del viola, adatto alla sua età e all’occasione. Non proprio chic ma quasi.

Caro giugno sayōnara, ci si vede l’anno prossimo.

Royal chic shock e boh – Impressioni di settembre

Riprendere l’attività dopo l’estate può essere pesante, ma dalle mise funeree che hanno scelto alcune royal ladies si direbbe che l’abbiano presa proprio male.

Si comincia con Mary di Danimarca, che martedì 5 ha celebrato con il marito il Flagdag, il giorno della bandiera, riproponendo capi già indossati: dall’ampio cappello della modista danese Susanne Juul alla blusa Boss by Hugo Boss alla gonna del brand finlandese Andiata alle scarpe Gianvito Rossi alla clutch Bottega Veneta. Un po’ troppo dark per una mattina di fine estate, ma che le vogliamo dire se non chic?

Blue che sembra black è la scelta del giorno seguente, mercoledì 6, per la consegna del Danish Business Award, premio organizzato dalla camera di commercio nazionale: abito midi in crêpe di viscosa – che purtroppo evidenzia brutte grinze da seduta – di Goat, clutch del brand danese Quidam, scelto altre volte dalla futura regina, e il tocco grigio delle Gianvito Rossi pitonate. La cinturina in vita è arricchita da quella che sembra una fibbia e invece è una piccola spilla. Lady Violet adora questi dettagli, chic!

La sera però si cambia: Mary ha accompagnato la suocera regina alla prima del film di Bille August Ehrengard L’arte della seduzione, in arrivo su Netflix giovedì 14. Com’è noto la sovrana si diletta nella creazione di costumi, attività cui si è dedicata anche in questa occasione, oltre a intagliare dei découpage per la scenografia. Forse in omaggio a questa passione per il taglia&cuci, Mary ha indossato un abito totalmente rimaneggiato dell’australiana Collette Dinnigan indossato la prima volta al matrimonio di Madeleine di Svezia. All’epoca non mi piacque affatto: il colore, almeno in foto, risultava piuttosto cheap, e quella cappa di chiffon sembrava veramente fatta di scintilla, nome che in teatro si dà al tulle più economico, che ha la preoccupante caratteristica di infiammarsi facilmente. La nuova versione di quest’abito, midi e senza cappa, secondo me è molto meglio ma non mi piace lo stesso. Un po’ grande la clutch Diane von Furstenberg; bellissime le scarpe color platino, il modello Maureen di Malone Souliers, fatte a mano in Italia, ma boh.

Venerdì i principi ereditari hanno annunciato la nuova edizione dei premi a loro intitolati, i Crown Prince Couple Awards 2023. La sede della cerimonia di consegna cambia ogni anno, e nel 2023 sarà la città di Esbjerg. La fotografia è un po’ infelice, ma la mise di Mary – una tuta da sera di Stella McCartney – si riesce ad apprezzare. Bella, rock il giusto, il colore chiaro la sdrammatizza e la rende più chic. Non è un capo nuovo, la principessa l’aveva già indossata lo scorso anno, proprio alla consegna dei premi; il riuso perfetto.

Altra signora che ha scelto un look dark è Charlène de Monaco, insolitamente attiva questa settimana. La prima delle sue mise l’abbiamo già vista, è quella con cui ha accolto insieme al marito il nuovo ambasciatore di Francia: total blue firmato Ralph Lauren composto da top in jersey con scollo a barca e maniche lunghe più ampi pantaloni plissé in chiffon, che mi ricordano quelli Chanel indossati per le sue nozze civili. La mise mi piace, i pantaloni sono splendidi e penso si apprezzino meglio in movimento; chic, ma lei non mi convince mai del tutto.

Sono invece convinta di ciò che penso della mise indossata venerdì: non mi piace. Un’ampia delegazione della Famille princière – Albert, Charlene, Caroline con i figli Andrea e Charlotte, Stéphanie con i figli Louis e Camille – ha visitato per la prima volta in cinquant’anni il Conseil National, il parlamento del Principato, nel quadro delle celebrazioni per il centenario della nascita di Rainier III. Charlène indossa un tailleur pantaloni con giacca doppiopetto, che non mi sembra neanche tagliato benissimo, in un colore tra il verde marcio e il marrone fango che la sbatte più di un battitappeto. Forse lo ha comprato quando aveva ancora i capelli biondi, con cui magari sarebbe stato meglio; così è tristissimo, e non essendo lei nota per lo spirito allegro francamente avrei evitato.

Vale comunque la pena di dare un’occhiata all’intero gruppo; da sinistra Andrea Casiraghi che sembra sempre appena alzato dopo aver dormito vestito, ma senza ancora il primo caffè; Stéphanie (presidente del comitato per il centenario) arrivata dritta dritta dalla palestra; Caroline (in Céline) chic ma un po’ Crudelia DeMon. Vengono poi i sovrani accanto al busto del principe scomparso e Madame Brigitte Boccone-Pagès, Presidente dell’Assemblea. Dopo di lei Camille Gottlieb, sobria e vagamente anni ’60 (forse quella che mi piace di più) il fratello Louis Ducruet col vestito come zia e la cravatta come zio, per finire con Charlotte Casiraghi (immagino in Chanel) versione Vispa Teresa. Un grande boh.

(Ph: Bruno Bebert/Bestimage)

La settimana e l’estate a Monaco si chiudono con il tradizionale picnic – che in lingua locale (un dialetto simil ligure) si chiama U Cavagnëtu – offerto dalla municipalità al Parco Princesse Antoinette. Presenti i principi sovrani con i due gemelli Jacques e Gabriella, particolarmente immusonita, e Charlotte Casiraghi con marito Dimitri Rassam e i due figli: Raphaël (nato dalla relazione con Gad Elmaleh) e il delizioso Balthazar, quasi cinque anni e un paio di orecchie che non si vedevano da quando King Charles era piccino. Adorabile. Charlène deve aver capito che il picnic si sarebbe svolto nel Principato sì ma di Valacchia, e si è presentata con una pantagonna – o qualunque cosa sia – nera lunga fino ai piedi e una blusa Etro fermata in vita da una cintura. Ma perché? Shock. Non mi fa impazzire nemmeno Charlotte in abito Chanel a volant multicolor. Boh.

(Ph: Getty Images)

Dopo tante mise dark o in colori improbabili chiudiamo con un tocco di bianco, anzi due. In preda a iperattività da fine vacanze, o come suggerisce qualcuno per controbilanciare la presenza dei Sussex sui giornali a causa degli Invictus Games attualmente in svolgimento a Düsseldorf (non ne abbiamo ancora parlato ma lo faremo, lo prometto), la Principessa di Galles è volata a Marsiglia per sostenere la squadra inglese nel campionato mondiale di Rugby. Bella, contemporanea, pure rock Catherine in tailleur pantaloni bianco Alexander McQueen, nonostante i capelli, meno boccolati del solito ma per me troppo lunghi, è sicuramente chic. Molti hanno colto una somiglianza con la cognata Meghan, pure lei in completo pantaloni bianchi e trecce morbide sparse sull’affannoso petto agli Invictus Games dello scorso anno. Ispirazione inconscia? Chissà.

Gran finale con Letizia venerdì a Pamplona per i 600 anni del Privilegio de la Union, che consentì a tre borghi di unirsi dando origine alla città. Los Reyes sono stati accolti da tre signore: la sindaca Cristina Ibarrola (in bianco al microfono) María Chivite, Presidente del governo di Navarra (in abito fucsia alla destra del re) e Isabel Rodríguez, Ministra delle politiche territoriali (prima a sinistra, in blu). Felipe beato tra le donne è proprio nel suo ambiente, e resta sempre uno dei migliori accessori che una donna possa sfoggiare. Quanto alla Reina, in un abito di pizzo bianco del brand spagnolo Sfera già indossato in precedenza, è fresca ed elegante senza rischiare di essere né sdolcinata né bambinesca. Perfette le slingback nude di Carolina Herrera, e la ciocca bianca sui capelli è il tocco di classe. Chic.

E lo vogliamo dire che il primo tailleur pantaloni bianco per un evento royal (il suo fidanzamento, mica pifferi) è stato il suo? Diciamolo.

Royal chic shock e boh – Ottobre 2021

It’s never too late! Rubrica domenicale prevista eccezionalmente per il lunedì – in modalità elettorale, diciamo – rinviata al martedì causa crack dei sistemi informatici di mezzo mondo compreso il nostro, e infine pubblicata di mercoledì. Questa volta interamente dedicata alla Royal Family, che per tutta la settimana ha offerto spunti ottimi e abbondanti.

Martedì 5 Ottobre

La Duchessa di Cambridge in visita all’University College London compie un capolavoro di riciclo. Per incontrare i ricercatori impegnati in un progetto di studio sullo sviluppo infantile fino ai cinque anni Catherine ha tirato fuori dall’armadio un abito Zara già indossato a gennaio del 2020. Stampa pied-de-poule collo chiuso da un fiocco, leggero il giusto, sobrio il giustissimo: lo stile bon chic bon genre funziona sempre. Avrei messo scarpe di un altro colore, ma vi dirò, queste pump grigie Hugo Boss aggiungono un tocco di spietato rigore che non mi dispiace affatto. Chic.

Sabato 2 Ottobre

Prima di rientrare a Windsor al termine del periodo di riposo trascorso a Balmoral, Sua Maestà ha inaugurato i lavori del Parlamento di Edimburgo, accompagnata di Duchi di Rothesay, titolo che spetta a Charles&Camilla quando sono in Scozia. Per la prima volta dalla scomparsa del marito, durante il suo discorso la Regina ha ricordato commossa i tempi felici trascorsi con l’adorato Philip nelle Highlands, da entrambi tanto amate. Solitamente Lady Violet si astiene dal commentare l’abbigliamento della sovrana, che ormai appartiene all’empireo della regalità, ma in questo caso non si può fare a meno di notare la bellezza della sua mise: il cappotto (Stewart Parvin) e il cappello coordinato (Rachel Trevor Morgan) sono realizzati in una tonalità di verde bottiglia con una punta di blu non solo splendida, ma anche assai moderna; al confronto il classico tweed verde di Camilla sembra smorto, quasi opaco. Sulla spalla sinistra brilla l’originale Queen Mary’s Diamond Thistle Brooch, le cui linee stilizzate evocano il cardo scozzese. Royal chic.

Spilla con i cardi di Scozia, in versione più classica, anche per la duchessa, che indossa un cappottino di tweed con dettagli tartan. Camilla spesso indossa il tartan nelle Highlands, ed è una scelta che mi piace molto; in questo caso però è appena accennato, tanto da risultare didascalico, un esercizio di stile con poca convinzione. Né sono convinta dalla lunghezza dell’orlo del cappotto, né da quelle maniche bianche che sbucano dal polsino, né men che meno dal basco pennuto. Boh.

Mercoledì 29 Settembre

Viaggio lampo a Derry-Londonderry, in Irlanda del Nord, dei Duchi di Cambridge, reduci dal trionfo della sera precedente (sì, stiamo per parlarne). Catherine, di ottimo umore, sfoggia – oltre a un invidiabile coraggio nel maneggiare tarantole, che ha fatto inorridire certe amiche aracnofobiche di Lady Violet – un completo pantaloni di Emilia Wickstead.

Adoro il colore (non ve l’aspettava eh?) e mi piace la giacca, ma non i pantaloni. Che trasformano la falcata sportiva della duchessa in camminata alla John Wayne, e a dirla tutta fanno pure un po’ di borsa al ginocchio. Banalotto l’abbinamento con dolcevita e accessori blu. Boh.

Martedì 28 Settembre

Ricevute da un Daniel Craig in tuxedo fuxia, alla sua sesta e ultima performance nei panni della spia più famosa del mondo, le due coppie che nei prossimi decenni regneranno (senza mai governare) sulla terra d’Albione hanno riportato un po’ di quel glamour scintillante – non privo di un certo humour – cui abbiamo dovuto rinunciare per parecchi mesi. E non si può dire che non si siano messi d’impegno!

La Duchessa di Cornovaglia ha deciso che fosse il caso di omaggiare un celebre personaggio cinematografico vestendosi da Elsa di Frozen: manca il treccione biondo ma c’è l’abito azzurro ghiaccio cosparso di cristalli, creazione di Bruce Oldfield. Contrariamente al solito, nemmeno il fitting è impeccabile – guardate come scende la spalla destra – e anche la splendida spilla di diamanti si perde un po’, almeno nelle fotografie. Peccato perché è un pezzo notevole anche se meno conosciuto tra i gioielli dello scrigno reale: la Princess Marie Louise’s Diamond Sunburst Brooch, appartenuta a Marie Louise, figlia di Helen e nipote di Queen Victoria, che dal matimonio infelice, poi annullato, con Aribert di Anhalt non aveva avuto figli. La spilla è favolosa, purtroppo non basta. Shock.

E poi c’è lei, la Duchessa di Cambridge, una dea vestita d’oro come come la più bella delle Bond girl. Trovo la scelta di Catherine geniale, l’idea è fantastica, l’equilibrio tra glam(our) e hum(our) perfetto, mi piacciono gli orecchini-patacca smaccatamente falsi, i capelli impalcati (e forse neanche ha mai sentito parlare di Moira Orfei, maestra del genere), l’espressione scanzonata che sembra voglia dire non ve lo aspettavate, vero? Un po’ meno mi piacciono le sopracciglia disegnate, così scure e marcate. E l’abito? Ecco l’abito a me non piace troppo.

Disegnato da Jenny Packham – sembra proprio con in mente i film di Bond – ha qualcosa che mi sembra poco armonico: le spalle troppo appuntite, le braccia scoperte troppo in alto, vanificando la funzione del capedress, il tessuto molto leggero, un po’ tanto carta stagnola. Diciamo che per farne un capolavoro ci sarebbe voluta la mano più sicura di Valentino, o l’estro rivoluzionario di Saint Laurent. Però in fondo è un investimento, andrebbe benissimo anche per la prima di altri film, tipo Cleopatra o magari La Regina di Ninive. Nè chic né shock né boh ma wow!

Va bene che less is more, ma mica sempre!