Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Ladies

Dopo aver analizzato gli abiti maschili per l’incoronazione (Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Gentlemen) passiamo ad occuparci delle signore della più ristretta cerchia reale. Camilla, coprotagonista della giornata, indossava come annunciato un abito creato per lei da Bruce Oldfield in peau de soie, un raso opaco in pura seta.

Un modello con scollatura a V e maniche lunghe, con un sopragonna da cui parte un breve strascico, con un un inserto sulle spalle (che a dire il vero ricorda un po’ gli spallacci di uno zaino). L’aspetto più interessante è naturalmente la ricca decorazione a ricami in oro e argento in elegante equilibrio. Quelli in oro, all’orlo ai polsi e sulle spalle, raffigurano i fiori simbolo dei quattro paesi che formano il regno: la rosa inglese, il cardo scozzese, il narciso gallese e il trifoglio nordirlandese.

Nella parte centrale della gonna, al di sopra dell’orlo, fanno bella mostra di sé due animaletti, la cui presenza ha mandato in brodo di giuggiole ogni canaro del globo terracqueo: sono Beth e Bluebell, i due amatissimi Jack Russell presi al canile di cui la regina ha il patronage: il Battersea Dogs and Cats Home.

I ricami in argento sono più piccoli e delicati, in forma di ghirlande stilizzate con i fiori della campagna inglese tanto amata da entrambi i sovrani. Nascosti tra le volute anche cinque nomi: Tom Laura Eliza Freddy Gus Lola e Louis. Sono quelli dei due figli e dei cinque nipoti; Eliza è stata una delle damigelle al matrimonio dei Principi di Galles, mentre i tre maschi hanno aiutato la nonna durante l’incoronazione reggendole il mantello.

Quello cremisi indossato all’arrivo, detto Robe of State, è lo stesso usato da Queen Elizabeth per raggiungere Westminster Abbey, dove sarebbe stata incoronata; mentre al termine della cerimonia Camilla ha indossato un altro mantello, questa volta in velluto viola – detto Robe of Estate – creato appositamente per lei da Ede and Ravenscroft e ricamato dal Royal School of Needlework, altro patronage della regina.

(Ph: Hugo Burnand)

Oltre al monogramma di Camilla i ricami rappresentano fiori scelti per il particolare significato, come l’alchemilla, il suo preferito, che simboleggia amore e consolazione o il fiordaliso, simbolo di amore e tenerezza ma anche dotato della fondamentale capacità di attrarre api farfalle e altri insetti impollinatori; quelli stessi che compaiono per la prima volta in un ricamo di questa importanza. Non mancano il delphinium che oltre ad essere il fiore di luglio, mese di nascita della regina è anche il preferito di Charles, e il mughetto, omaggio a Queen Elizabeth che lo amava particolarmente; .

Al collo di Camilla brillavano gli enormi diamanti del Coronation Necklace, creato per Queen Victoria nel 1858 e da allora indossato da ogni regina, fosse monarca o consorte, il giorno dell’incoronazione. Quanto alla corona, una volta deciso di evitare quella indossata dalla Queen Mother per le possibili polemiche legate alla presenza del diamante Koo-i noor, considerato simbolo del passato coloniale, si è preferita quella della Queen Mary, rimuovendo quattro degli otto archi e aggiungendo i diamanti Cullinan III IV e V, parte della collezione privata di Queen Elizabeth, che tanto spesso ha indossato come spille.

Ad assistere la regina nella complessa liturgia le sue due Companions, la sorella Annabel Elliott – il cui nipotino Arthur è stato il quarto paggio di Camilla – e l’amica Lady Lansdowne (la signora con la grande spilla). A me sono piaciute molto, e mi è piaciuto particolarmente che vestissero abiti nello stile di quelli che Camilla indossa di solito; infatti sono stati creati dalla sua couturière di fiducia, Fiona Clare. Se poi vi state domandando come mai i suoi paggi avessero uniformi differenti, Lady Violet ha pronta la risposta: sono quelle dei reggimenti di cui la sovrana è Colonel-in-chief: i Grenadier Guards (con la giubba rossa) e i Rifles.

(Ph: Yui Mok – WPA POOL/Getty)

Fermiamo solo un momento la dissertazione sugli abiti; osservate le espressioni dei fratelli e della sorella del re al suo ingresso, e traete le vostre conclusioni.

Le working royals, cioè le signore che lavorano per la corona ricevendo un appannaggio, non indossavano tiara mettendo fine a un’altra lunghissima querelle che ipotizzava ne sarebbero state prive per lasciar brillare solo Camilla; la quale peraltro è arrivata a sua volta a capo scoperto e così è rimasta fin quasi alla fine, quando è stata rapidamente incoronata. Al posto della tiara le royal ladies indossavano un cerchietto con foglie, fiori, perline, cristalli e minutaglia varia. Diciamo che sulla settantaseienne Duchessa di Gloucester l’effetto era un po’ troppo girlie, e infatti la cugina Principessa Alexandra di Kent deve essersi rifiutata, e si è presentata fresca di parrucchiere e a testa nuda.

La Princess Royal ha dribblato il rischio assumendo il ruolo di Gold-Stick-in-Waiting, antica figura di provata lealtà a guardia del sovrano. Infatti Anne, indossata l’uniforme di gala dei Blues and Royals, ha cavalcato dietro la carrozza che trasportava fratello e cognata beccandosi un’acquazzone, cosa che avrà sicuramente preferito ai fiori in testa. Nell’abbazia ha aggiunto il mantello di velluto verde dello scozzese Order of the Thistle, e ha confessato lei stessa il sollievo per non dover pensare a cosa indossare.

La Duchessa di Edimburgo invece il cerchietto se l’è messo, asimmetrico, opera di Jane Taylor, composto da foglie di raso e cristalli Swarovski con piccoli elementi in argento. Sophie non ha pescato nei forzieri reali, ma ha indossato gioielli che immagino di sua proprietà: orecchini in diamanti e zaffiri con bracciale en pendant della maison londinese Graff, famosa per la qualità delle sue pietre.

(Ph: Instagram @jtmillinery)

Sotto il mantello la duchessa indossa una creazione couture di Suzannah London: un abito in seta avorio con un breve strascico che, come la parte alta del corpino, è ricamato in punto irlandese ad opera di Jenny King Embrodery. Il soggetto, i fiori della campagna inglese ispirati al lavoro della ceramista Rachel Dein.

(Ph: Suzannah London)

Personalmente lo trovo un po’ carico, ma francamente chi si è mai vestita per un’incoronazione? E poi Sophie, con la sua grazia, indossa bene quasi tutto.

In questa fotografia si apprezzano meglio gli abiti delle signore e, cerchietto a parte, questa volta ho trovato molto elegante la Duchessa di Gloucester, con un abito di linea semplice con collo montante e quelli sembrano bottoni. Sembrano, perché in effetti sono tre spille di diamanti, eredità di Queen Mary. Al collo una favolosa doppia rivière di grossi diamanti eredità della suocera Alice, da cui pende una croce, anch’essa di diamanti, anch’essa eredità di Queen Mary. Ah, la fortuna di avere avuto una nonna innamorata dei gioielli, la mia era terziaria francescana…

Come accade spesso, se non sempre, ad attirare gran parte dell’attenzione è stata però la Principessa di Galles. Per lei un abito Alexander McQueen che ha causato un piccolo giallo: mentre nella foto ufficiale a Buckingham Palace lo scollo appare una V che si arrotonda verso le spalle, durante la cerimonia sembra invece un semplice girocollo. L’arcano è stato svelato da Alastair Bruce, illustre commentatore di Sky: durante la cerimonia, e fino al saluto sul balcone, l’abito era completato da una mantellina per proteggerlo dal peso del cordone e dal collare del Royal Victoria Order. L’ipotesi è suffragata dal fatto che tra l’affaccio al balcone e il ritratto ufficiale sono passati pochi minuti, non sufficienti a cambiare vestito – come pure ipotizzato – ma abbastanza per rimuovere la mantellina e indossare il collier, il favoloso Festoon Necklace, fatto realizzare nel 1950 da King George VI per la giovane figlia Elizabeth.

Alle orecchie di Catherine gli orecchini in diamanti e perle appartenuti a Diana; non credo assolutamente che volesse evocare la presenza della defunta principessa, penso al limite sia gesto di affetto verso il marito.

L’abito, in seta avorio, è decorato allo scollo (compresa la mantellina) ai polsi e all’orlo da un ricco ricamo in argento che come per Camilla rappresenta i quattro fiori simbolo del regno – rosa, cardo, narciso e trifoglio – in fondo è o non è la futura regina? Sul capo né tiara né coroncina di fiori, ma anche lei come Sophie un cerchietto di foglie con argento e cristalli, anche se più d’impatto: il ranking si vede anche in questi dettagli. A me ha ricordato il quadro di Jacques-Louis David che ritrae l’incoronazione di Napoleone – sarebbe il colmo! – ma potrebbe essere anche ispirato alle damigelle delle matrimonio della defunta Regina, o a un ritratto della giovane Queen Victoria. La cosa interessante è che Sarah Burton, fashion director di Alexander McQueen lo ha realizzato in collaborazione con la modista Jess Collett, e lei ha iniziato la sua attività 25 anni fa grazie a un prestito del Prince’s Trust. Alla fine tutto torna.

Anche l’incolpevole Charlotte è stata abbigliata con abito, mantello più mantellina in seta avorio, e dagli stessi stilisti della madre: Alexander McQueen e Jess Collett per il cerchietto. Deliziosa as usual, ma il tutto mi fa un po’ effetto orfanella.

La mattina dopo l’incoronazione sulla tomba del milite ignoto – che come sapete si trova sul pavimento all’ingresso di Westminster Abbey – su incarico della Regina è stato deposto un bouquet. Non uno qualunque, lo stesso che portava Elizabeth Il il 2 giugno 1953, quando fu lei ad essere incoronata. Come dicevamo, cose così le fanno solo loro, e solo loro le sanno fare.

Coronation attire, gli abiti dell’incoronazione – Gentlemen

Premessa: cose così le fanno solo loro, e solo loro le sanno fare. Avvertenza: vi aspettano diversi post sull’incoronazione, perché gli spunti sono tanti, il materiale tantissimo e il tempo poco; d’altra parte, quando ci ricapita? Iniziamo dunque, esaminando gli abiti indossati dai signori della Royal Family, re in testa.

E cominciamo proprio dalla testa, anzi ancora più su, dalla corona. O meglio dalle corone, perché sabato ne abbiamo viste tre. Al momento dell’incoronazione sul capo di Charles è stata posta la St. Edward’s Crown, poi sostituita dalla Imperial State Crown. La prima, usata esclusivamente per le incoronazioni -la rivedremo in testa a William – risale alla metà del XVII secolo, la seconda, che invece compare anche in altre cerimonie come l’annuale apertura del Parlamento, è stata realizzata nel 1937 per l’incoronazione di George VI.

(Ph: AFP

La terza è quella posta sul capo di Camilla, già usata nel 1911 per l’incoronazione di Queen Mary. In tutti e tre i casi le corone sono state adattate alle nuove teste che avrebbero cinto, e come potete immaginare i berretti di velluto viola sono stati sostituiti. Sapete chi ha lavorato per riadattare questi storici pezzi insieme ai gioiellieri Mark Appleby e Martin Swift di Mappin and Webb? Lady Violet è qui per rivelarvelo. È stato Philip Treacy, re dei cappellai britannici, autore di quasi tutti i copricapi della nuova regina e anche di quelli di molte signore presenti. Treacy ha lavorato in collaborazione anche con Ede and Ravenscroft, il più antico laboratorio di sartoria del regno (fondato nel 1689), specializzato in abiti cerimoniali, che ha creato la tunica indossata dal re (e vari altri capi).

Contrariamente a quanto si pensava non ha indossato l’uniforme militare; come previsto, Charles non è apparso in polpe, con calzoni al ginocchio e calze di seta come il nonno George VI. Ma alla giubba indossata dal nonno nel 1937 è ispirata la casacca color cremisi con dettagli dorati che abbiamo solo intravisto, indossata su pantaloni dell’alta uniforme della Royal Navy che hanno anch’essi banda dorata sul lato esterno. La tunica è realizzata con il raso usato per i mantelli dell’Order of the Bath, una scelta interessante visto che il “bagno” cui si riferisce il nome dell’ordine è quello cui in epoca medioevale si sottoponevano per purificarsi coloro che stavano per essere creati cavalieri. Sotto, una camicia in seta con colletto alla coreana realizzata da Turnbull & Asser, camiciai di fiducia. Ai piedi un paio di scarpe in vernice nera con grossa fibbia dorata realizzate da Gaziano&Garling; effetto finale un po’ Gianduia (il personaggio della commedia dell’arte) ma vestirsi da incoronando non dev’essere facile.

All’arrivo a Westminster Abbey il re indossava un mantello di velluto cremisi, detto Robe of State, che è lo stesso indossato dal nonno George VI.

Una volta incoronato il sovrano ha indossato un’altra tunica; uguale il modello, diverso il colore. In questo caso viola, in accordo con il viola del secondo mantello, detto detto Robe of Estate; anche questo indossato nel 1937 dal nonno. Il re del riciclo!

Quando sono apparsi i primi working royals con i mantelli degli ordini cui appartengono l’ho trovata una mossa geniale: ha dato al tutto un tocco veramente royal, distinguendo nel contempo chi lo indossava, e dunque sarebbe stato anche sul balcone, e chi no. Andrew il mantello sì (concessione del fratello, perché la madre glielo aveva vietato), ma balcone no. Mantello sì ma balcone no anche per Michael di Kent, però lui è il classico cugino che si invita a pranzo quando si scopre che sennò si è in 13 a tavola. William, l’unico a giurare inginocchiandosi davanti al Re, ha indossato dunque il mantello in velluto di seta blu dell’Order of the Garther con il collare fermato dai fiocchi di seta bianca; sotto l’alta uniforme delle Irish Guards, come già al suo matrimonio.

I due fratelli del Re, Edward Duca di Edimburgo e Andrew Duca di York erano vestiti allo stesso modo: sotto il tight, sopra il mantello dell’Order of the Garter. E qui finisce la somiglianza, perché come sappiamo uno fa parte del gruppo A, l’altro del gruppo B.

A indossare il collare e la stella dell’Order of Garter erano anche due ex Primi Ministri, entrambi cavalieri dell’ordine: John  Major e Tony Blair (che proprio il 6 maggio ha compiuto 70 anni).

Morning suit senza mantello – altrimenti gli sarebbe toccato quello del Royal Victorian Order, unico cui appartiene – per il Duca di Sussex, che indossava un tight di Dior, come si è affrettata a farci sapere la maison. Non saprei dire se gli sia stato offerto o lo abbia acquistato, è pratica comune delle maison postare le fotografie di reali che indossano le proprie creazioni, e i reali di solito pagano tutto. Ma le condizioni dell’abito, con una quantità di pieghe indecente, non mi sembra un’ottima pubblicità. A meno che non sia una citazione dell’abito della nubenda di Diana, la sposa più stazzonata della storia.

Come suo padre anche il principe George, secondo in linea di successione, ha avuto un ruolo speciale: è stato uno dei quattro paggi d’onore del nonno. Per lui e i suoi colleghi una lunga giubba scarlatta con polsi di velluto blu, camicia in seta bianca, panciotto dorato e lunghi pantaloni neri con banda, dorata pure quella. È una uniforme creata durante il regno dei Queen Elizabeth, e rimodernata per l’occasione. Last but not least l’adorabile Louis, per la prima volta impegnato in una occasione ufficiale. Per lui una tunica Hainsworth Garter Blue Doeskin con piccoli ricami in nero al collo, alle maniche e sul davanti; i pantaloni neri con banda blu e soprattutto lunghi, mai visti su di lui in occasioni formali. Sembra che la Duchessa di Edimburgo Sophie abbia manifestato a Catherine il suo stupore mentre la famiglia era schierata sul balcone di Buckingham Palace. Ma con tutte le smorfie, gli sbadigli, i balletti, non è certo per i pantaloni che ricorderemo Louis all’incoronazione!

Breaking News! – La foto ufficiale

Ecco in tutto il suo splendore King Charles III nella sua prima fotografia ufficiale dopo l’incoronazione.

Il sovrano, assiso sul trono, ha sul capo la State Imperial Crown. Regge in una mano lo scettro con la croce (e il favoloso diamante Cullinan, il più grande al mondo) nell’altra il globo, simbolo del potere.

Anche se oggi il web è invaso dalle immagini dei principini Wales impegnati a lavorare in un campo scout – l’ultimo giorno del Coronation weekend è dedicato al volontariato e alla solidarietà, tante iniziative e attività nel progetto The Big Help Out – noi diamo a Cesare quel che è di Cesare. E ad Archie quel che è di Archie: durante il ricevimento che ha seguito l’incoronazione il nonno re ha alzato il calice e brindato al nipotino lontano.

La foto è stata scattata a Buckingham Palace da Hugo Burnand

Incoronazioni e riflessioni

Una piccola, piccolissima riflessione. Mentre nel Regno Unito le ore del Coronation Weekend scorrono – oggi è stato il giorno del grande concerto a Windsor e degli street party in città paesi e comunità varie – mentre qui da noi l’eco tende ad affievolirsi (non temete, ne parleremo ancora a lungo) vi racconto una delle mie sensazioni nell’assistere a quella incredibile cerimonia. Per essere in tema, benché naturalmente fossi a casa, ieri ho indossato questa spilla. Trifari, popolarissimo brand di bijoux americani (ovviamente fondato da un italiano) aveva proposto già negli anni Quaranta una spilla a forma di corona, disegnata da Alfred Philippe, suo designer di punta. Si pensò di riproporla nel 1953 in occasione dell’incoronazione di Queen Elizabeth insieme ad altri soggetti allegorici, come la spada.

Osservando la complessa liturgia della cerimonia di Westminster Abbey ho ripensato alla Regina. Non alla donna matura che ho conosciuto nella mia gioventù, né alla formidabile anziana degli ultimi anni. Nemmeno alla sua scomparsa e a quell’altra straordinaria liturgia celebrata coi suoi funerali. Ho pensato invece alla sua incoronazione, a cui ovviamente non avevo assistito; e ho realizzato che in fondo mi mancava qualcosa. Ieri ho rimesso a posto i pezzi, le tante tantissime immagini, le fotografie, i filmati visti in tutti questi anni in cui lei è stata sempre una presenza discreta. Ecco, ora so come funziona un’incoronazione, ho scoperto il significato di alcuni simboli, imparato cose che non sapevo. Ora il cerchio è chiuso.

La Regina è morta, evviva il Re!

Lady of swords

A poche ore dall’incoronazione di King Charles III (e Queen Camilla) informazioni, impressioni ed emozioni si affastellano, e ci vorrà qualche giorno per rimettere tutto a posto. Intanto Lady Violet risponde alla domanda ripetuta oggi molte volte, cioè chi fosse la bella signora che ha avuto un ruolo importante portando le spade cerimoniali.

Si chiama Penny Mordaunt, è dal 2010 un parlamentare del partito conservatore ed è il Leader della House of Commons. Che attenzione, non è l’equivalente del nostro Presidente della Camera – quello è lo Speaker – ma è più simile al nostro Ministro per i rapporti col Parlamento. Tra i suoi incarichi in tale ruolo c’è anche quello di Lord President del Privy Council, l’istituzione che consiglia il sovrano su una serie di questioni, principalmente in relazione all’attività parlamentare; oltre al Prime Minister Rishi Sunak è dunque il politico che King Charles vede più spesso. La signora Mordaunt ha cinquant’anni, è nata a Torquay (come Agatha Christie), è figlia di un paracadutista ed è anche imparentata con Angela Lansbury, cugina di sua nonna.

L’abbiamo conosciuta lo scorso 10 settembre, quando ha svolto il ruolo principale nella proclamazione di King Charles, due giorni dopo la morte di Queen Elizabeth. Allora vestiva un lutto rigoroso, oggi ha fatto la sua bella figura grazie al portamento austero ed elegante, al modo impeccabile con cui ha svolto il suo incarico – pria dona nella storia – e anche alla sua mise.

(Ph: Jeff Spicer/Getty Images)

Daniela Karnuts, fondatrice e stilista del brand londinese Safiyaa ha creato per lei un cape dress in una sfumatura di blu chiamata Poseidon; Hand and Lock, famoso laboratorio di ricamo, ha aggiunto una decorazione in oro: la felce simbolo del Privy Council. Uguale tessuto e uguale ricamo sull’alto bandeau, assecondando il suo desiderio di indossare qualcosa di moderno ma con un richiamo al passato. Desiderio esaudito, pure troppo, se in molti hanno trovato delle somiglianze con i ritratti di Anne Boleyn. Che per una persona con una spada in mano… Sia come sia, la signora è stata senz’altro una delle protagoniste della giornata e sta registrando un grande interesse sui social media, dove qualcuno ha riportato anche un delizioso pettegolezzo. Sembra che Liz Truss durante le sei settimane del suo brevissimo premierato abbia deciso di dare a Penny Mordaunt il ruolo di Leader of The House of Commons per toglierle visibilità. Operazione perfettamente riuscita!

Breaking News! – Abbiamo scoperto qualcosa?

Ormai il tempo che ci separa dalla Coronation si conta in ore, ma uno dei grandi quesiti sul tavolo riguarda il dress code. Come saranno vestiti i sovrani? E gli ospiti? Catherine indosserà una tiara o invece, come si vocifera, un’acconciatura floreale? E nel caso, questa scelta è per fare brillare solo Camilla? Oggi forse abbiamo avuto un indizio: sotto una pioggia battente si è svolta la prova finale a Westminster Abbey, e William si è intravisto abbigliato così.

Il Principe di Galles indossa il mantello dell’Order of the Garther, comparirà così anche domani? Nel caso mi sembrerebbe un’ottima soluzione, un abito adeguatamente formale ma da giorno, per cui le signore potrebbero essere a loro volta in abito corto, con cappello o acconciatura. Certo, domani saranno presenti molte teste coronate, che potrebbero indossare qualcosa di diverso: Máxima, Letizia, Mary saranno in lungo con tiara? Ho l’impressione di no, vedremo. Sicuramente in tutto il loro formale splendore appariranno coloro con un ruolo ufficiale: Nicholas Lyons, Lord Mayor della City, indosserà questo sontuoso mantello, come il suo predecessore all’incoronazione dei Queen Elizabeth II.

Intanto stanno arrivando gli ospiti più importanti, Re Philippe dei Belgi ha raggiunto Londra in treno, in compagnia di Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo.

E a proposito di trasporti, Londinesi e turisti che in questi giorni affollano la capitale prendendo la Tube, la celeberrima metropolitana della città – la più antica del mondo e la più estesa d’Europa – verranno accolti da un messaggio dei sovrani: https://fb.watch/kkN27d6EsE/

And remember, please mind the gap!

La pratica rende perfetti

Chiunque abbia partecipato a una manifestazione come una parata militare (ok. immagino che tra voi non siano tantissimi) sa che perché tutto funzioni a puntino c’è bisogno di provare parecchio, e la prova finale è sempre in strada, sul luogo previsto per la manifestazione. Lady Violet partecipò in gioventù a una parata per la festa della Repubblica nel gruppo delle Infermiere Volontarie di Croce Rossa; fu un’esperienza molto divertente, a tratti surreale. La prova per le via della città si fa naturalmente di notte, ed ecco cosa succedeva nel centro di Londra alcune ore fa.

(Ph: James Manning/PA Wire)

Al centro della scena l’imponente, ingombrante e assai poco maneggevole Gold State Coach che verrà usata dopo l’incoronazione, quando Charles e Camilla torneranno a Buckingham Palace; per raggiungere Westminster Abbey i sovrani saliranno invece sulla Diamond Jubilee State Coach.

(Ph: Getty Images)

Realizzata in Australia per celebrare i 60 anni di regno di Queen Elizabeth è molto più confortevole dell’altra, con aria condizionata, finestrini elettrici, e un ottimo sistema di ammortizzazione (viaggiare in carrozza non è così piacevole come si potrebbe pensare, c’è bisogno di una certa pratica e di uno stomaco di ferro). La decorazione usa il linguaggio dei simboli ma con una certa sobrietà: sul tetto troneggia – mai termine fu più adatto – una corona intagliata nel legno di quercia della HMS Victory, vascello protagonista della battaglia di Trafalgar, che riportò in patria il corpo di Nelson. All’interno sono inseriti frammenti di materiali diversi dalla più disparata provenienza ma particolarmente significativi per la storia britannica; c’è anche un pezzetto del melo grazie al quale Sir Isaac Newton scoprì la legge di gravità (l’albero esiste ancora e si trova nel giardino di Woolsthorpe Manor, la sua residenza nel Lincolnshire).

(Ph: HM Queen Elizabeth II)

Il corteo reale partirà da Buckingham Palace alle 10.20 (11.20 in Italia), la cerimonia di incoronazione inizierà alle 11.00 (mezzogiorno da noi) e durerà un paio d’ore, poi King Charles III e Queen Camilla faranno il tragitto inverso, questa volta a bordo della Gold State Coach. La carrozza era stata commissionata per matrimonio e incoronazione di King George III, nel 1761, ma fu terminata solo l’anno seguente, per cui fece il suo debutto nel 1762, il giorno dell’opening of Parliament. A partire da quella di William IV nel 1831 è stata usata per tutte le incoronazioni.

Realizzata in legno ricoperto di foglia d’oro è caratterizzata da una ricchissima decorazione, opera di un team di artisti che spesso lavoravano insieme: il progetto è dell’architetto William Chambers, i pannelli dipinti con soggetti mitologici del pittore fiorentino Giovanni Battista Cipriani mentre le sculture di Joseph Wilton. Sul tetto della carrozza tre cherubini, simbolo di Inghilterra, Scozia e Irlanda, reggono alcune delle insegne regali (in inglese Regalia) usate durante l’incoronazione, compresa la St. Edward’s Crown. Accanto a ciascuna delle quattro ruote c’è la statua di un tritone, simbolo del potere imperiale del Paese, ottenuto grazie al dominio dei mari. I due tritoni davanti soffiano nella buccina, la conchiglia usata come tromba che è uno dei loro attributi, i due sul lato posteriore della carrozza reggono il tridente, come Poseidone.

A causa del suo peso – 4 tonnellate – ha bisogno di essere trainata da otto cavalli, e può comunque marciare solo a passo d’uomo.

La State Jubilee di tonnellate ne pesa 2,75, ed è trainata da 6 cavalli; in entrambi i casi saranno impiegati quelli della razza Windsor Grey. I cavalli viaggiano a coppie, ciascuna con un solo conducente, che monta il cavallo di sinistra. Credo che qualcuno me ne avesse chiesto la ragione durante i funerali di Her Majesty, ma nella frenesia del momento forse non ho risposto. La presenza di un postiglione solo per ogni coppia di cavalli è legata alla tradizione militare, soprattutto all’artiglieria a cavallo, quando uno dei due animali trasportava l’uomo e l’altro il materiale. Ovviamente il cavaliere è a sinistra perché è da quel lato che si monta in sella.

(Ph: James Whatling)

Soldati, cavalli e cavalieri non sono i soli a dover provare; oggi è toccato anche alla royal family: a Westminster Abbey sono arrivati il Re, i Principi di Galles con i tre figli (e l’espressione di Charlotte è tutto un programma). Non mancava la Regina con i suoi nipoti, che avranno il ruolo di paggi e reggeranno il suo manto, incarico che George svolgerà per il nonno.

(Ph: PA)

Il conto alla rovescia corre…

Il Verde Carlo

È il primo giorno di maggio; inizia un nuovo mese e inizia anche la settimana dell’incoronazione di King Charles e Queen Camilla. Finora ne abbiamo parlato poco perché le informazioni abbondano dappertutto, sito e account social della Royal Family diffondono notizie a getto continuo che vengono ampiamente riprese da organi di stampa, blog e pagine varie. Proviamo a dire qualcosa, se non di nuovo, almeno di meno noto? Come sapete io sono affascinata dai simboli e qui non mancano. Partiamo dalla data: non credo sia stata presa in considerazione la concomitanza col quarto compleanno del nipotino Archie, ma la circostanza potrebbe addirittura creare un legame speciale tra nonno e nipote. Immagino che l’inizio di maggio fosse per molte ragioni l’opzione migliore e la decisione ha sicuramente coinvolto una serie di istituzioni, ma scommetto che la simbologia di questi giorni abbia deliziato Charles. Riprendiamo in mano l’invito, ricevuto da molti, anche se non da tutti quelli che se lo aspettavano.

Creato da Andrew Jamieson, disegnatore esperto in illustrazioni araldiche, il cartoncino (stampato su carta riciclata of course) è un compendio di simboli davvero affascinanti. Un po’ dappertutto si trovano i fiori dei quattro Paesi che formano il Regno Unito: la rosa d’Inghilterra, il cardo di Scozia, il narciso giallo del Galles e il trifoglio d’Irlanda. Nella parte superiore gli stemmi del Re e della Regina, chiamata per la prima volta ufficialmente Queen Camilla e non Queen Consort. Da notare che i due stemmi si equivalgono per dimensione e posizione, il che probabilmente allude all’intenzione di Charles quasi di “dividere” il regno con la moglie. Sopra gli stemmi sono dei rami di biancospino, ciascuno composto da tre fiori: l’utilizzo del tre, ripetuto anche altrove, indica che Charles è il terzo sovrano a portare quel nome. Il biancospino è protagonista di un’antica leggenda inglese che vede Giuseppe d’Arimatea raggiungere la Britannia. A Glastonbury egli piantò in terra il suo bastone da cui fiorì un biancospino (un ibrido presente solo in quell’area). Lì accanto il santo fondò la prima chiesa cristiana d’Inghilterra. Il biancospino fioriva ogni vigilia di Natale, e il giorno seguente un ramo veniva offerto in dono ai sovrani.

In mezzo ai fiori si trovano anche tre animali: accanto al leone, simbolo della regalità inglese e all’unicorno, simbolo scozzese c’è un nontiscordardime, probabilmente dedicato al ricordo di Elizabeth e Philip, Duca di Edimburgo, (il terzo animale è il cinghiale, presente nello stemma di Camilla). La memoria della defunta regina torna anche in altri elementi: sotto lo stemma di Charles si vede un rametto di rosmarino, e anche questo è un simbolo del ricordo; nella corona funebre che il Re depose sul feretro della madre c’era un rametto di questa pianta. Tra i due stemmi c’è una C, che è l’iniziale di Charles, di Camilla, e pure di Coronation; all’interno un ramo di mughetti, il fiore preferito della Regina (Lady Violet dovrà aggiornare il post Ladycameron giorno 8 – Le primule della Regina). Al suo funerale, la nuora Sophie l’ha onorata con un soprabito realizzato da Suzannah London e ricamato con mughetti. Non mancano neanche le fragole che Elizabeth adorava.

L’immagine che però più di tutte ha attirato l’attenzione è al centro in basso: il Green Man. Presente in molti edifici, anche religiosi, dell’Europa centro-settentrionale, compresa Westminster Abbey, è il classico esempio di elementi pagani assimilati dal Cristianesimo.

Simbolo di rinascita dopo un lungo inverno – e i mesi del lutto – di nuovi inizi, di fecondità, sul cartoncino d’invito è rappresentato composto da foglie di quercia – simbolo di forza e di regalità, l’albero inglese per eccellenza (nel suo legno riposa anche la Regina) – di edera, simbolo di fedeltà, e ancora fiori di biancospino, simbolo di speranza e buona fortuna. Altro aspetto interessante, la presenza di alcune ghiande. Sebbene spesso presenti nella rappresentazione del Green Man, potrebbero anche riferirsi a Catherine, nel cui stemma personale, creato in occasione del matrimonio, compaiono tre ghiande, a rappresentare lei, la sorella e il fratello (se vi ricordate la sposa indossava degli orecchini di diamanti a forma di ghianda, dono di nozze dei genitori)

Il nome Green Man viene coniato in un articolo del 1939 da Lady Raglan, studiosa di tradizioni popolari, e qui la cosa si fa interessante perché l’autrice ipotizza che anticamente il Green Man fosse figura centrale delle celebrazioni di May Day, il Primo Maggio, nell’Europa centrale e settentrionale. Il fatto che il Green Man fosse solitamente rappresentato con ghiande e biancospino, simboli di fertilità in epoca medioevale, ne rinforza l’associazione con la primavera. Lady Raglan propone una correlazione con Jack in the Green, figura del folklore inglese che dalla metà del diciottesimo secolo compare nel corteo di May Day. Sebbene non esattamente sovrapponibili, sono entrambi spiriti precristiani della natura e della fertilità. Molte tradizioni popolari in Inghilterra risalgono all’epoca celtica, quando l’anno era diviso in quattro feste principali. Beltane, “il fuoco di Bel”, segnava l’inizio della bella stagione salutato con l’accensione di falò. La tradizione continua nei secoli, e la notte di Beltane – il 30 aprile – lascia il posto al May Day. Giorno di allegria e danze intorno al maypole, l’albero di maggio. Le celebrazioni del May Day vengono bandite dai Puritani di Oliver Cromwell, che prendono il potere nel 1645 dopo aver sconfitto King Charles I, poi giustiziato. E chi ripristinò il May Day, riportando il maypole in ogni città paese e villaggio? Un altro Carlo, King Charles II, The Merry Monarch, che celebrò anche questa restaurazione facendo erigere un albero di maggio di ben 40 metri nello Strand, nel centro di Londra. Quante favolose coincidenze!

Qualcuno si chiede se le citazioni del paganesimo siano eccessive. Mi sento di tranquillizzarvi: Charles è ben consapevole che accettando la corona accetta anche il ruolo di Capo della Chiesa d’Inghilterra, il che tra l’altro rende questa incoronazione diversa da quelle degli altri sovrani. Tra i tanti aspetti del complesso cerimoniale mi piace citarne uno: in testa alla processione regale ci sarà la Cross of Wales, realizzata per volere di Charles quando era ancora Prince of Wales come dono per la Chiesa Anglicana Gallese.

(Ph: Christopher Furlong/Getty Images)

Lo scorso 21 aprile il Papa ha inviato al Re un dono particolare di immenso significato: due frammenti della Vera Croce che, disposti a forma di croce, sono stati inseriti nella Cross of Wales. Dopo l’incoronazione questa raggiungerà il Galles, dove potrà essere usata da Anglicani e Cattolici, nel segno di quell’ecumenismo che tanto sta a cuore al nuovo sovrano. Si può immaginare un modo migliore per iniziare il nuovo regno?

Una risposta da incoronare

Mancano poco più di due settimane al 6 maggio, giorno in cui King Charles III e Queen Camilla verranno incoronati a Westminster Abbey, e l’attesa cresce un po’ ovunque. Ma mentre da noi l’attenzione si è concentrata soprattutto sulla presenza dei Sussex, finalmente soddisfatta il 12 aprile dalla notizia che Harry ci sarà ma Meghan no (Breaking News – Vengo, non vengo, vengo!), nel Regno Unito in molti hanno aspettato e sperato inutilmente di ricevere il raffinato cartoncino. E più d’uno di quelli rimasti a bocca asciutta ha manifestato, elegantemente ma anche meno, il disappunto per non essere stato invitato. Come David Manners, undicesimo Duca di Rutland, che non ha mancato di sottolineare che famiglie come la sua sostengono la Corona da un migliaio di anni, more or less.

(Ph: Instagram @indiahicksstyle)

Poi c’è lei, Lady Pamela Hicks. Figlia minore di Lord Mountbatten, cugina in primo grado di Prince Philip e in terzo di Queen Elizabeth, per via della comune discendenza da Queen Victoria, di cui è la più anziana pronipote ancora in vita; ed è anche una delle due damigelle al matrimonio di Elizabeth e Philip (l’altra è la principessa Alexandra di Kent) ad essere ancora tra noi. Una vita sempre accanto alla Royal Family: come dama di compagnia Pamela faceva parte del seguito di Elizabeth durante il famoso viaggio in Kenia che la vide partire principessa e tornare regina. Queen Elizabeth tiene a battesimo Edwina, prima figlia di Pamela e del celeberrimo interior designer David Hicks; Prince Philip gli altri due, Ashley e India, a sua volta damigella alle nozze tra Charles e Diana. Insomma, un legame strettissimo e solidissimo. In questi giorni sono arrivate a casa Hicks un paio di telefonate da Buckingham Palace, che la nipote, la quindicenne Domino, prende come scherzi di qualche bontempone. Ieri, 19 aprile, Lady Pamela compie 94 anni. Arriva una terza chiamata cui risponde la figlia India: è davvero Buckingham Palace, uno dei segretari privati del re che presenta le scuse del sovrano per il mancato invito, spiegando che si è deciso di ridurre drasticamente gli invitati, dagli 8000 di Queen Elizabeth a 1000, con l’obiettivo di non pesare troppo sulle finanze statali. Charles invia un messaggio e di grande affetto con le proprie scuse, consapevole di poter offendere molti. Pamela – cui probabilmente non sarebbe dispiaciuto essere una dei pochi ad aver partecipato a tre incoronazioni, comprese quelle di George VI il 12 maggio 1937 e di Queen Elizabeth, il 2 giugno 1953 – non si offende affatto, e trova anzi “very very sensible”, molto saggia davvero, la scelta di basare gli inviti su meritocracy not aristocracy. E aggiunge che osserverà con molte interesse le vicende di questo nuovo regno. Noblesse oblige, e buon compleanno.

Piccola nota autoreferenziale: per illustrare il post ho inserito una foto recente di Lady Pamela, la stola di chiffon fermata da spilla che anche Lady Violet possiede. Non coralli e perle, ma opera di Kenneth Jay Lane, celebre creatore americano di bijoux. Qui trovate la storia del mio innamoramento per lui Jackie, Kenneth e la collana dei sogni

Se invece volete conoscere meglio India Hicks, qui trovate il post sulle sue nozze Wedding bells – David & India

Breaking News – Vengo, non vengo, vengo!

Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: “Michele vieni in là con noi dai…” e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo…”.

(Era il 1978 e Nanni Moretti usciva col suo Ecce bombo, contenente un compendio di frasi buone per tutte le occasioni)

Ebbene, dopo aver tranquillamente ignorato la deadline, che fissava la risposta entro il 3 aprile, finalmente i Sussex hanno svelato l’arcano in merito all’incoronazione di King Charles, il prossimo 6 maggio. Insomma, vanno o non vanno? Vanno e non vanno. Cioè lui va – ma sarà “a fairly quick trip” un viaggio veloce – lei resta a casa a Montecito coi pupi, e festeggerà il quarto compleanno di Archie.

Archiviata questa parentesi, siamo pronti per la prossima operaria letteraria/radiofonica/televisiva: giro, vedo gente, mi muovo, faccio delle cose…