Il caffè del lunedì – Verso l’incoronazione

Sabato, a quindici settimane precise dal giorno fatidico, è stato diffuso il programma di massima per l’incoronazione di King Charles e Queen Camilla, che sarà celebrata la mattina di sabato 6 maggio dall’Arcivescovo di Canterbury nell’Abbazia di Westminster. Desiderio del sovrano è una cerimonia più snella di quella della madre, che coniughi la solennità della tradizione a uno stile contemporaneo e l’dea di proiezione verso il futuro.

Domenica 7 la scena si sposterà a Windsor: nei giardini del castello si terrà un Coronation Concert pieno di superstar, cui saranno invitati rappresentanti delle tante associazioni patrocinate dai nuovi sovrani. Il concerto sarà trasmesso dalla BBC che metterà in palio anche biglietti omaggio per assistere fisicamente; ma non vi affrettate perché di solito sono riservati a cittadini britannici, com’è giusto che sia. Sarà l’occasione per ascoltare il Coronation Choir, formato da membri di vari cori amatoriali composti da rifugiati, personale del servizio sanitario nazionale, attivisti LGBTQ+, persone affette da disabilità uditive. Chi non potrà andare a Windsor – cioè praticamente quasi tutti – potrà comunque partecipare al Coronation Big Lunch, riunirsi cioè tra vicini di casa, amici, familiari, colleghi, per dividere il pasto riscoprendo i valori di vicinanza e solidarietà che tanto stanno a cuore al Re. Ad onta del fatto che i Britannici siano considerati dei paria quando si parla di cibo, questo modello di street party è diventato molto popolare per festeggiare insieme eventi particolari; Lady Violet partecipò a quello organizzato a Piccadilly per il Diamod Jubilee, divertendosi assai. Il Big Lunch è un’idea di Eden Project, uno dei patronage di Camilla. Tutti coloro di voi che in UK abbiano assaggiato (o almeno visto) il Coronation chicken (o turkey, se fatto col tacchino) – tradizionale farcitura di popolarissimi sandwich creata per festeggiare Elizabeth nel 1953 – probabilmente si staranno chiedendo se ci sarà un piatto creato apposta per l’occasione. La risposta è sì, è stato lanciato un contest, e vediamo cosa ne verrà fuori.

Lunedì 8 maggio sarà invece il giorno dedicato al volontariato, il giorno di The Big Help Out. Solidarietà, vicinanza, attenzione ai più fragili e all’ambiente, e perché no cultura (Charles è il primo laureato a sedere sul trono britannico). Il manifesto del nuovo regno sembra essere questo, e verrà presentato in quei tre giorni, che nelle intenzioni dei nuovi sovrani sarà un lungo weekend per divertirsi e riscoprire i valori dello stare insieme e dell’impegno per la propria comunità.

Non è stata ancora resa nota l’ora della cerimonia, che inizierà con la King’s Procession: Charles e Camilla raggiungeranno l’abbazia partendo da Buckingham Palace. Conclusa la cerimonia si fa il percorso inverso con maggiore sfarzo: è la Coronation Procession, cui partecipano anche vari membri della Royal Family a partire dagli eredi, i Principi di Galles; seguirà l’affaccio al balcone di Buckingham Palace. Non sappiamo se i Sussex saranno invitati (penso di sì) e nel caso cosa faranno; probabilmente quello che vogliono, o che pensano convenga di più, as usual. Tra l’altro quel giorno il piccolo Archie compie 4 anni, una bella coincidenza che potrebbe essere valorizzata. Ci saranno dei bambini? Credo che vedremo i piccoli Wales, in fondo quando fu incoronata Elizabeth erano presenti entrambi i suoi figli, ed erano parecchio più piccoli (4 anni e mezzo Charles, quasi tre Anne). Questa delizia è l’invito che ricevette il piccolo principe, chissà se ne hanno pensato uno anche questa volta.

E a proposito di bambini, per tradizione all’incoronazione non partecipano i sovrani stranieri, che vengono rappresentati dai principi ereditari o da altri membri della famiglia. In questo caso invece avverrà il contrario: sarà Albert II de Monaco a rappresentare il principe ereditario Jacques, che ha solo otto anni.

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Il giubileo di Harald e Sonja

Il 17 gennaio 1991 muore a ottantasette anni Re Olav V di Norvegia. Il re è morto, viva il re!

Il nuovo sovrano è Harald V, il primo ad essere nato in patria da 567 anni; è il terzo dei figli di Olav e Märtha, nata principessa di Svezia, ha due sorelle maggiori – Ragnhild e Astrid – che scavalca nell’ordine di successione. Gli tocca la tragedia di perdere la madre quando ha solo 17 anni, e l’immensa fortuna di trovare la donna ideale: il suo amore, sua moglie, la sua regina: Sonja, una delle (poche) borghesi nate davvero per portare con dignità una corona.

(Ph: Jørgen Gomnæs / Det kongelige hoff)

I diademi di famiglia sono suoi dal giorno del matrimonio che corona – delizioso gioco di parole – una storia romantica e tormentata come poche, raccontata da Lady Violet in occasione delle nozze d’oro: Harald e Sonja, una favola a lieto fine (parte prima): in assenza di una regina diventa lei, da subito, la first lady del regno.

(Ph: Inge Gjellesvik NTB / Scanpix)

Il primo atto ufficiale dei nuovi sovrani si svolge il 21 gennaio davanti allo Storting, il Parlamento norvegese, dove il Re in alta uniforme, col collare da Gran Maestro dell’Ordine di Sant’Olav e la fascia blu dell’Ordine del Merito giura sulla Costituzione. Accanto a lui Sonja vestita di rigoroso nero, una semplice mantiglia a coprire il capo, la fascia dell’Ordine di Sant’Olav e il royal family order di Olav V. Sono i giorni del lutto, i solenni funerali del monarca scomparso si celebreranno il 30 gennaio.

(Ph: Bjørn Sigurdsøn, Scanpix)

Cinque mesi dopo, il 23 giugno 1991, è giorno della solenne consacrazione celebrata a Nidarosdomen, l’antica cattedrale di Trondheim. Harald sceglie di evitare l’intera liturgia dell’incoronazione, e in effetti non indossa mai la corona, che resta esposta con le altre insegne reali; i sovrani vengono soltanto consacrati dal vescovo della città. Neanche Sonja indossa alcun diadema, ma un semplice cerchietto di tessuto – che ricorda un po’ un kokoshnik – coordinato all’abito. Una mise elegante, scenografica: un modello in avorio con dettagli in oro con cappa e piccolo strascico che la purezza quasi medioevale delle linee rende davvero regale.

(Ph: Gorm Kallestad / Scanpix)

Assolutamente da non perdere il breve video; pur essendo ovviamente in norvegese consente di apprezzare la solennità della cerimonia, la mise di Sonja, il meno elegante vestito da bambola della primogenita dei sovrani, l’allora diciannovenne Märtha Louise. Alla fine sentirete intonare un inno che vi sembrerà di conoscere: è l’inno reale, diverso da quello nazionale. Buona visione! https://youtu.be/S23W0Aa1p7Q

Tennō Heika Banzai! – Guests

Concludendo la settimana che ha visto Naruhito sedersi definitivamente sul Trono del Crisantemo eccoci a uno dei momenti che preferite: il commento alle mise. Grande protagonista, ve lo dico subito, il cape dress, scelto da diverse in signore in versione giorno/sera, e in diversi colori (lo si è visto anche sulla moglie del Primo Ministro della Repubblica Ceca, in bordeaux la mattina, e in bianco con mantella corta al banchetto di gala).

Il modello giusto per una cerimonia del genere, deve aver pensato Mary, futura regina consorte di Danimarca, che lo ha indossato in entrambe le occasioni, declinandolo nella palette grigio/lavanda/mauve. Più chic secondo me per la cerimonia mattutina, in abito Valentino cui ha abbinato un cappello Philip Treacy con grandi rose nelle sfumature del viola, e in contrasto il rosso dei rubini della parure che Napoleone donò a Désirée Clary (in questo caso Mary indossa bracciale più collier e orecchini, l’uno e gli altri senza pendenti). Di grande impatto la versione serale, quando l’abito assume una sfumatura tendente al mauve, scopre le spalle, e il mantello si ricopre di cristalli: una variante meno sofisticata dell’altra, ma comunque perfetta per l’occasione. Avendo Mary un gran gusto e un ottimo senso dello stile, non ha caricato il tutto con una tiara di particolare importanza scegliendo invece il piccolo diadema edoardiano, con rosette di diamanti, piccoli rubini e spinelli, con orecchini in parure, che ha acquistato da sé a un’asta nel 2012.

In un’ideale sfida tra i due brand più prestigiosi del made in Italy, altro cape dress a scatenare il delirio è quello rosa cipria – firmato Armani Privé – indossato con una semplice toque da Mathilde, Regina Consorte dei Belgi. Che per farsi perdonare tanto raffinato splendore, la sera si veste da centrino sottotorta in pizzo dorato, con un fitting la cui bruttezza è seconda solo al modello: spalle strette, scollatura indecisa e pannello a strascico che parte dalla vita, in modo da poter tranquillamente ammazzare qualunque tipo di fianco. La salva dal disastro solo l’eleganza innata e la tiara delle Nove Province, indossata nella forma più semplice, come bandeau.

Siete un po’ deluse dai diademi visti finora? Niente paura, state per rifarvi, grazie a Máxima e al suo stile flamboyante. Per la cerimonia di intronizzazione la regina ricicla la mise del Prinsjesdag 2017: un abito Natan in broccato di seta a grandi rose, in una sfumatura di grigio tendente al blu, e lo completa con un cappello en pendant, stessa nuance di colore e stessa rosa monstre, pericolosamente simile a un cavolfiore. Per la sera abito dégradé dal rosso al nero e ritorno, con ricamo a zigzag nella fascia centrale. L’avrà scelto per abbinarlo alle punte della Mellerio Ruby Tiara? Comunque sia non importa, un diadema del genere va su tutto, e sta bene con tutto.

Se però volete sapere qual è la tiara preferita da Lady Violet, state per scoprirla, non prima di aver bevuto l’amaro calice della mise del mattino. Stiamo parlando della Reina Letizia, che ha partecipato alla cerimonia di intronizzazione con un abito in satin a fiori tapisserie di Matilde Cano. L’abito appartiene alla collezione 2020, ed è in preordine sul sito a euro 339. Ora, io sono certa che su qualche sito/giornale/magazine italico abbiate letto qualcosa del tipo “Letizia incanta con l’abito low cost”, ma fatemi dire una cosa. Indossare in un’occasione del genere un abito low cost è una cafonata unica, una forma di snobismo infantile e ridicolo. Ciò detto, l’abito è discreto ma troppo lungo, per cui nel camminare la Reina continuava a dare calcetti al tessuto perché non finisse sotto le suole. A completare il tutto, i capelli schiacciati da un bandeau senza infamia e senza lode, forse ispirato da quelli resi famosi dalla Duchessa di Cambridge, 10 anni più giovane e 10 centimetri più alta, la quale ha comunque chiaro il concetto che ciò che si mette in testa deve avere sempre un po’ di volume in verticale così da slanciare la figura. L’avete vista Mary, sì? Per fortuna ci pensava il collier di diamanti della regina Victoria Eugenia, dono di nozze del marito Alfonso XIII, a risollevare il tono.

Per la sera, Letizia va sul sicuro con un Carolina Herrera shocking pink, ricamato a fiori che a molti hanno ricordato quelli del manton del Manila, lo scialle sfrangiato importato dalla Cina e diventato popolarissimo in Spagna durante il Settecento. Abito d’impatto, fitting perfettibile (guardate la piega sul pur esilissimo braccio), ma la tiara vince tutto. È la Fleur de Lys, la più importante del forziere spagnolo; anch’essa dono di dono di nozze di Alfonso XII alla moglie Vittoria Eugenia, che la indossò in quell’occasione, è riservata alla regina. I tre grandi gigli di Francia intercalati da volute e tempestati di diamanti di varie dimensioni sono uno dei simboli araldici dei Borbone;  è realizzata in platino, il che la rende ragionevolmente leggera. La tiara è chiamata anche Ansorena, dal nome dei gioiellieri madrileni che la realizzarono nel 1906.

Un po’ indecisa invece Victoria di Svezia, arrivata col padre Carl Gustav. Per la cerimonia sceglie un abito Escada blu inchiostro, che completa con un cappello Philip Treacy, in un modello simile a quello di Mary. Al gala invece si presenta con un abito in pizzo beigiarello, che tra colore e modello non le dona particolarmente. La scelta della tiara però mi commuove, è la Laurel Wreath, firmata Boucheron ed ereditata dalla prozia Lilian, protagonista di una meravigliosa storia d’amore che un giorno vi racconterò. Victoria è la sola delle royal ladies – immagino perché sarà il monarca e non la regina consorte – a indossare la fascia blu con bande rosse del Supremo Ordine del Crisantemo (come il Principe di Galles e Frederik di Danimarca). I sovrani indossano tutti il collare dell’Ordine, che è la massima onorificenza nipponica; le regine consorti portano invece la fascia gialla con bande rosse dell’Ordine della Corona Preziosa, riservato alle donne. La povera Mary di Danimarca, che al momento non ha ricevuto alcuna onorificenza giapponese, come da regola indossa quella di più alto rango del suo paese: il danese Ordine dell’Elefante (e immagino abbia scelto il colore dei suoi abiti in modo da valorizzare al massimo questa caratteristica).

I più belli, i più eleganti, i più affascinanti per Lady Violet? japan enthronement bhutanLoro: Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck del Bhutan e la sua Regina, Jetsun Pema.  Di giorno o di sera, nello splendore degli abiti tradizionali, lui ha charme e autorevolezza nonostante la giovane età (e i capelli impomatati), lei è di una bellezza imbarazzante, altro che principesse, duchesse e tutte le altre -esse che affollano le cronache. japan gala bhutanE poi, per la sera sono in viola!

Con mio sommo dolore non possiamo chiudere in bellezza. Forse vi sarete chiesti se ci fosse qualcuno a rappresentare l’Italia. La risposta è sì, l’incarico è stato svolto dalla seconda carica dello stato, il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. La quale al banchetto di gala il cui dress code prevedeva white tie, abito da sera, decorazioni e diademi, si è presentata in pantaloni. Questo sempre perché gli Italiani sono i più eleganti di tutti, giusto? https://twitter.com/i/status/1187034643712921601

Le foto del giorno – 26 ottobre

Pensavate di esservela cavata con l’intronazione dell’Imperatore Naruhito? E invece no! Causa la passione di Lady Violet per l’Oriente anche le foto di oggi sono dedicate all’evento, mentre a domani è riservata l’analisi delle mise indossate dagli (più dalle, invero) ospiti. In questo post qualche curiosità, e qualche dettaglio che può esservi sfuggito.

japan banquet

(Ph. Imperial Household Agency)

Iniziamo col gala dinner. Interessati a conoscere il menù? E noi che ci stiamo a fare? I 450 dignitari che hanno elegantemente deposto i magnanimi lombi sulle sedie della sala Homei-Den è stato offerto un washoku, cioè un insieme di piatti giapponesi che nel 2013 l’Unesco ha dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità. Spiritualità e ricerca dell’armonia sono i caratteri della cucina nipponica, e in questo caso l’obiettivo era offrire agli invitati uno sguardo complessivo sul paese, che andasse dai monti al mare: orata grigliata, abalone (o orecchia di mare: un tipo di mollusco a me sinora sconosciuto), zuppa di aragosta giapponese con funghi matsutake, e chawanmushis, un flan alle uova cotto al vapore. Disponibili piatti occidentali, come manzo e asparagi, cibo ḥalāl per gli ospiti di religione islamica, e opzioni vegetariane per accontentare tutti. Ad accompagnare il pasto due vini francesi: Corton-Charlemagne 2011 e Château Margaux 2007.japan owadaTra i presenti non è passata inosservata questa elegante coppia; lui è Hisashi Owada, un ex diplomatico (come testimonia la nonchalance con cui indossa il frac), lei è sua moglie Yumiko: sono i genitori dell’Imperatrice Masako, che come la suocera Michiko proviene da una famiglia borghese.

Loro invece hanno fatto il percorso inverso: sono nate nella famiglia imperiale, ma avendo sposato un borghese hanno perso il loro status. Nella prima foto la signora in lilla è Sayako, unica sorella dell’imperatore, col marito Yoshiki Kuroda, un designer che è stato il primo non nobile a sposare una principessa imperiale. Lei ha studiato ornitologia, e ora è Gran Sacerdotessa del Santuario shintoista di Ise. Nella seconda foto la fanciulla in dolce attesa è Ayako; suo padre era cugino dell’Imperatore Emerito Akihito, accompagnata dal marito, il manager Kei Moriya sposato un anno fa. Non so spiegarvi la differenza di abbigliamento tra le due coppie, ma ciò che mi ha incuriosita è la borsa che portano tutti, una goodie bag? japan bombonnièreNon sappiamo esattamente cosa ci fosse dentro, tranne che per un oggetto che è stato reso noto. È una bomboniera in argento col simbolo del crisantemo, e un uccello simbolico – direi una fenice, simbolo di pace – intessuto anche nel Korozen no goho, il costume tradizionale color arancio bruciato indossato da Naruhito.

All’interno della bomboniera dei dolcetti non meglio specificati. Temo non fossero confetti di Sulmona, ed è un peccato perché un tocco abrugiappo ci sarebbe andato a pennello.

La foto del giorno – 22 ottobre

Col grido Banzai! ripetuto tre volte dal Primo Ministro Shinzō Abe si è concluso il Sokuirei Seiden no gi; ora Naruhito è il 126° Tennō a sedere sul Trono del Crisantemo. japan banzaiDopo una breve cerimonia riservata all’interno dei templi imperiali, Naruhito e Masako vestiti dei sontuosi abiti tradizionali hanno raggiunto la Matsu no Ma, il salone di stato del Palazzo Imperiale. L’Imperatore ha preso posto nel trono imperiale Takamikura, da cui ha letto il discorso in cui si è impegnato a rispettare la Costituzione e a rappresentare l’unità del popolo nipponico. Accanto a lui l’Imperatrice, nel trono Michodai.

Dedicheremo altri post entrando nel dettaglio delle cerimonie e dei costumi indossati (e naturalmente alle mise delle invitate) intanto ho selezionato un video che credo riassuma efficacemente la ricchezza, la complessità e il fascino di una giornata straordinaria https://www.youtube.com/watch?v=cL3YUEplJKM

A Royal Calendar – 22 giugno 1911

A Londra, nell’Abbazia di Westminster, viene incoronato Giorgio V.

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Nato nel 1865, secondo maschio – dopo Alberto Vittorio – dei principi di Galles Edoardo e Alessandra, diventa erede al trono dopo l’improvvisa morte del primogenito. L’anno seguente sposa la cugina Mary di Teck, che era stata promessa al fratello maggiore. Nonostante l’unione possa apparire forzata, il matrimonio si rivelerà felice, e Mary viene incoronata regina insieme con il marito.

L’abito della regina, conservato dal Royal Collection Trust, riprende le linee pulite ed eleganti di moda nel primo ‘900.

È in seta avorio con splendidi ricami allegorici realizzati in oro puro, creati per brillare sotto il sole di giugno.